Dark steps, Aula di DADA - Per Wolfgang

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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 31/8/2017, 00:53





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Elijah Sullivan
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Q
uando usciva dalle lezioni di Difesa contro le Arti Oscure era sempre carico a mille. Era una materia che lo aveva sempre affascinato, incuriosito, stuzzicato al punto giusto.
Elijah era attratto morbosamente da tutto quello che era ombre, oscurità e mistero in genere. Voleva conoscere tutto, capire per filo e per segno ogni cosa, anche quelle che non poteva e non doveva ancora capire.

Alle lezioni era sempre attentissimo, non voleva rischiare di perdere nemmeno una virgola che gli sarebbe poi potuta servire in futuro. Lì, in quel pentolone, c’era tanta tanta roba che girava e lui voleva imparare a mestolarla bene e a riconoscerla.

Era uscito talmente entusiasta della lezione che aveva lasciato il libro dentro l’Aula, per fortuna se ne rese conto quando era all’entrate dei Sotterranei e tornò subito indietro a recuperarlo.

Quando arrivò anche il professore era andato via e l’aula era vuota e silenziosa, non l’aveva mai vista così. Elijah entrò guardandosi intorno, poteva sentire solo il rumore dei suoi passi sul pavimento. Faceva un certo effetto vista così senza nessuno, ma non faceva paura, almeno non a lui.

Raggiunse il banco che aveva occupato e recuperò il libro che era esattamente dove lo aveva lasciato. Spostò la sedia e si mise a sedere.
Era solo e poteva guardarsi intorno, osservare quell’aula nei minimi particolari.




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view post Posted on 1/9/2017, 12:10
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Quella di Difesa Contro le Arti Oscure era l'ultima lezione della giornata e, sebbene Wolfgang apprezzasse molto la materia, in quel momento soffriva di un brutto mal di testa che - sapeva - non sarebbe passato abbastanza in fretta: dopo che il professore aveva congedato la classe, si era diretto subito verso i bagni per rifrenscarsi il volto e cercare un po' di sollievo. Inutilmente. Aveva passato qualche minuti nei bagni sperando che il mal di testa diminuisse con l'assenza di rumore e la freschezza dell'acqua, ma quando si era reso conto dell'inutilità delle sue azioni, Wolf aveva ripercorso i suoi passi in direzione dei Sotterranei: stava quasi passando davanti all'aula che aveva abbandonato poco prima, quando notò un volto familiare ancora seduto al suo banco. Che si fosse addormentato? No, sembrava bello sveglio ma completamente assorbito dai suoi pensieri: c'era a lezione poco prima o l'aveva persa?
Se aspetti il professore, sappi che la lezione ormai è finita da almeno un quarto d'ora.
Conosceva il ragazzo castano seduto nella classe vuota, ma solo di nome e di vista, dal momento che entrambi erano al primo anno di Serpeverde: forse quella era una delle prime volte che si rivolgevano la parola. Chissà se sarebbe riuscito a riconoscere il divertimento nascosto nel tono di voce volutamente blando: non credeva che Sullivan avesse saltato la lezione - anche se con il mal di testa che aveva, non si era molto concentrato sugli altri ragazzi presenti in classe - ma non riusciva a capire per quale motivo il ragazzo fosse ancora lì.
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 3/9/2017, 16:16





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S
i voltò piano verso la voce che proveniva alle sue spalle. Appena i suoi occhi azzurri lo misero a fuoco, fece un leggero ghigno di soddisfazione. Era un Serpeverde e, se la memoria non lo tradiva, era anche del suo stesso anno. Era una fortuna perché non avrebbe sopportato idioti di altre Case.

Se aspetti il professore, sappi che la lezione ormai è finita da almeno un quarto d'ora.

Sollevò leggermente il sopracciglio a quelle parole ed il suo ghigno di mosse leggermente verso la destra.

- Si, c’ero anch’io, ma volevo approfittare del momento per chiedere una cena a lume di candela al professore. A quanto pare, ha la fama di essere un rubacuori.

Il suo ghigno divenne per un attimo una smorfia.

- Ho dimenticato il libro e sono tornato a prenderlo -lo sollevò leggermente per mostrarlo all’altro, anche se nella sua testa non era affatto necessario – e tu come mai sei qui ?

Si alzò dalla sedia che aveva occupato per tutta la lezione e si avvicinò al ragazzo Serpeverde. Gli pareva di averlo visto a lezione, ma di solito non prestava molta attenzione ai presenti. Era solito concentrarsi su quello che veniva spiegato. Il tempo era prezioso e poco, andava sfruttato a pieno ogni attimo. Prestare attenzione a lezione gli avrebbe poi facilitato lo studio e aumentato il suo tempo libero.

- Io sono Elijah Sullivan – si presentò al concasato ma evitando come la peste di allungare la mano, le tenne infatti entrambe sul libro.







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view post Posted on 4/9/2017, 14:32
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Fortunatamente Wolfgang aveva incontrato qualcuno che sapeva come rispondergli, come stare allo scherzo e, ascoltando la risposta del ragazzo, non poté trattenere un ghigno divertito: aveva notato come si era girato alle sue parole e come si fosse focalizzato per un millesimo di secondo sulla sua cravatta ed era quasi del tutto certo che fosse sollevato nel vedere l'appartenenza alla medesima Casata - se così fosse stato, lui l'avrebbe capito: con l'emicrania che aveva quel giorno era sicuro che, se si fosse trovato davanti uno studente di una qualsiasi altra Casa, non sarebbe stato piacevole per nessuno. Soprattutto per l'altra persona.
Oh, posso capirti,il professor Midnight è affascinante dopotutto. Dovessi riuscire a conquistarlo, tienimi informato: almeno non sprecherò tempo con qualcuno già impegnato.
Aveva sentito centinaia di ragazzine elogiare il loro professore, inventando storie assurde su come lui fosse l'amore della loro vita e loro fossero destinate a divenire le prossime Signora Midnight: come se un professore potesse interessarsi a delle undicenni con ancora la bocca sporca di latte. Quando, però, sentì la reale ragione per cui il ragazzo si trovava ancora nell'aula gli regalò una smorfia di comprensione: dimenticare un libro in classe era più comune di quanto si desiderasse.
Sono appena tornato dai bagni qua vicino.
Non aveva intenzione di parlargli della sua emicrania, che sentiva a sua volta come una debolezza: qualcosa che non avrebbe mai rivelato a uno sconosciuto - Sullivan era liberissimo di pensare quello che voleva di lui. Lo osservò mentre gli si avvicinava, lasciandogli la possibilità di studiarlo e sfruttando a sua volta quell'occasione: pur seguendo le medesime lezioni era la prima volta che si trovano a una distanza così ravvicinata.
Wolfgang Bogdanow.
Quando non lo vide allungare la mano per stringerla, dovette trattenere un sorriso soddisfatto: finalmente qualcuno che non desiderava il contatto fisico con un perfetto sconosciuto, anche se una persona più gentile di lui avrebbe incolpato il libro che Sullivan teneva tra le mani - Wolf, invece, era completamente certo che si trattasse di una decisione voluta, anche se non conosceva i motivi dell'altro.
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 6/9/2017, 16:51





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Elijah Sullivan
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I
l suo ghigno divertito fece subito il paio con quello del suo concasato.
C’era poco da fare, quelli della Casa di Salazar avevano un altra marcia e riuscivano ad avere con lui un altro approccio.
Era vero che, di contro, anche lui era meno prevenuto, dato che non gli stavano sullo stomaco per principio.

Oh, posso capirti,il professor Midnight è affascinante dopotutto. Dovessi riuscire a conquistarlo, tienimi informato: almeno non sprecherò tempo con qualcuno già impegnato.

Scosse la testa, accompagnando quella negazione con il dito indice. Gli potevano interessare tante cose relative a Midnight, ma le sue grazie erano sicuramente all’ultimo posto.

- Mmnnn….temo che abbia un po' troppa barba per i miei gusti. Credo proprio che dovrò arrendermi in partenza e rinunciare a cotanta beltà, quindi sono felice e fiero di dirti che è tutto tuo, hai campo libero...se non ti uccide prima qualche studentessa.

Si mise seduto sul banco più vicino al Serpeverde, appoggiandosi sulle palme delle mani.

- Meno male che sei uno della mia Casa, non sono dell’umore di sopportare amenità senza senso. Vorrei proprio evitare di rovinarmi la giornata – confessò candidamente al ragazzo biondo davanti a lui.

Incrociò le caviglie una sull’altra, aprendo poi leggermente le ginocchia.

Le presentazioni furono rapide, precise e concise, senza troppe smancerie inutile o giri di parole tirate fuori con le tenaglie. Era decisamente perfetta. Elijah apprezzò moltissimo il fatto che Wolfgang non allugò la mano verso di lui. Quanto detestava quella cosa che per socializzare bisognava necessariamente toccarsi altrimenti non si trattav di una vera presentazione. Erano tutte sciocchezze senza ne capo ne coda. Perchè due persone devono per forza darsi la mano? Non era assolutamente necessario a suo modo di vedere.

- Come ti trovi? - chiese a bruciapelo. Era quello il tipo di socializzazione che preferiva, quella verbale.









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view post Posted on 8/9/2017, 13:05
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Devo ringraziarti, allora, anche se non so se sono realmente interessato a scontrarmi con le altre studentesse.
Nonostante la sua emicrania, Wolfgang si lasciò scappare una risatina divertita, quasi vagamente di scherno, alla risposta del suo Concasato: i due ragazzi sembravano nutrire la stessa opinione sullo stuolo di ammiratrice del professore Midnight, anche se nessuno dei due si era ancora espresso in materia. Inoltre, Elijah sembrava condividere anche la sua preferenza per gli studenti della loro stessa Casa: doveva ammettere di aver conosciuto persone interessanti appartenenti anche ad altre Casate, ma le poche cattive esperienze che aveva fatto con altri studenti erano state sufficienti ad alimentare alcuni dei suoi pregiudizi in materia - spesso, poi, il suo disprezzo nasceva proprio dai pregiudizi sulla propria Casata, pregiudizi che altri studenti non esitavano a spargere a destra e a manca senza preoccuparsi di chi avrebbe potuto ascoltarli.
Ti capisco e, infatti, confesso che neppure io in questo momento avrei la forza e la voglia di sopportare... altre persone.
La leggera esitazione nel concludere la frase era dovuta al fatto che, fosse stato per lui, avrebbe utilizzato un registro meno formale di quello utilizzato da Sullivan fino a quel momento - che cosa ci poteva fare, dopotutto, se aveva il dente avvelenato? Sarebbe stato interessante sapere se l'altro ragazzo avesse compreso la reale continuazione della sua frase, ma fortunatamente - o sfortunatamente, a seconda dei casi - non era in grado di leggere il pensiero altrui.
Elijah si sedette su un banco vicino a lui e, sebbene fosse stato sul punto di recarsi in dormitorio a riposare, Wolf decise di copiarlo sedendosi su quello esattamente opposto a quello occupato dall'altro ragazzo: l'emicrania continuava a tormentarlo, ma sembrava che l'essere distratto a conoscere un suo compagno di Casata fosse in grado di fornirgli un leggero sollievo - un palliativo a cui non aveva proprio pensato prima di quel momento.

Intendi nella Casa di Serpeverde o ad Hogwarts in generale? In entrambi i casi, posso dirti che in nessun caso vorrei trovarmi altrove.
Hogwarts era stata una liberazione per lui: lontano dall'influenza paterna o da quella dei suoi precedenti "amici" babbani, con cui si era cacciato nei guai più volte di quanto chiunque avrebbe preferito - non lui, lui si era divertito e le risse erano state un semplice diversivo dalla noia - poteva dire che per la prima volta si sentiva veramente libero di essere sé stesso.
Tu, invece?
 
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view post Posted on 9/9/2017, 13:47
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Prendeva possesso dell’aula da monarca, con maestà leonina. Come un re, un astro splendente in quelle poche ore di lezione che avrebbero stabilito le sorti dei suoi studenti, passava la penna rossa – ancora chiusa – sull’elenco dei nomi nel registro, in quel rituale sempre uguale a se stesso che segnava l’orizzonte tragicamente vicino o squisitamente lontano dei loro destini. E nel suo modo di porsi vi era l’estasi della sfrenata potenza di chi si gusta all'estremo l’ebbrezza di incutere timore.
Un saggio alla settimana. Quarantotto saggi all’anno. Trecentrotrentasei saggi in sette anni.
Parlate degli incantesimi di confusione, Spiegate come eseguire un Incarceramus, Cosa distingue un licantropo da un normale lupo? Descrivete un’acromantula.
Ebbene, con Dorian era praticamente impossibile stare tranquilli; quando non interrogava brandiva i compiti corretti sopra la testa degli studenti e con un gesto di velluto li faceva scivolare sui banchi:
«Questa è immaginazione, mio caro, se non addirittura menzogna. Troll. Meno meno.»
Abbattendosi su di loro, ogni giudizio produceva l’effetto di una doccia gelida. Sotto shock, tutti tenevano gli occhi incollati al tavolo e nessuno osava fiatare.
E poi ricordava ogni cosa. Correva voce che, a furia di leggere ciò che gli studenti scrivevano, li conoscesse meglio di chiunque altro.
«Estrema miseria e spropositi. Dividetevi.»
Iniziarono i bisbigli disperati, fastidiosi come tante perdite d’acqua.
«Professore la prego…»
«Non può farlo!»
Una preghiera lasciata a metà mista a terrore si accese negli occhi di una ragazza in prima fila.
«Siamo indietro con il programma!»
«Anche oggi?»
«Non arriverò vivo alla fine dell’anno!»
«Io neppure…»
Ma con il suo silenzio ristabiliva sempre l’ordine.
A cena, dopo quattro ore dalla fine della lezione, probabilmente il compito a sorpresa sarebbe stato ancora sulla bocca di tutti.

***


«Sciocchezze! Sciocchezze e pigrizia, come sempre! Crede che abbia del tempo da perdere? Chi ha investito sulla sua istruzione merita tutto questo, veramente?»
“Tutto questo” era la copia dell’elaborato che scuoteva come uno straccio sotto il naso del colpevole, in lacrime. Fece scorrere sul suo viso uno sguardo di ghiaccio, poi, repentinamente, strappò il foglio con la violenza calibrata di un aguzzino. La vittima, non riuscendo più a trattenere il groppo alla gola, esplose in una specie di singulto strozzato.
«Quarantacinque centimetri sulla mia scrivania. Domani mattina alle sette in punto.»
Lo studente filò via senza tirarsi la porta, muto come un fantasma e pallido come un morto, ben sapendo che avrebbe dovuto trascorrere l’intera nottata sui libri nel tentativo di raffazzonare qualcosa alla bell'e meglio.
Una testolina rossiccia si affacciò.
«Sì, buon Francis? Vieni avanti.»
Invitò il ragazzino a prendere posto, accompagnando il gesto della mano con voce flautata, gioiosa.
«Arrivo subito, ho lasciato il tuo compito e la mia merenda in aula. Non scappare.»
Uscì dalla stanza veloce come un lampo, permettendo al suo ospite – che in risposta annuì energicamente come un soldatino diligente – di tirare un sospiro. Ma il "buon Francis" sapeva di non doversi illudere: era la quiete prima della tempesta.


Zan – zan.
Vi becco con le mani nel vasetto della marmellata, birichini
E mo’ sono guai… :mke:
In realtà mi ha un sacco divertito leggervi qua e là, così ho pensato di farvi una sorpresina. :*-*:
E' il post di avvicinamento, potete ancora fuggire. Tanto vi acciuffo. :mke:
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 10/9/2017, 18:04





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Elijah Sullivan
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i lasciò dondolare nelle parole di Wolf. Si, quel Serpeverde era un tipo giusto. Giusto l’approccio, giuste le distanze, giusto il rispetto senza che lo stesso fosse imposto, giuste le sue idee anche se in parte erano diverse dalle sue. Elijah rispettava la diversità, purché non fosse indice di stupidità fine a se stessa.

A proposito di dondolare...il banco su cui si era accomodato era tutt’altro che stabile. Al solo respirare quel coso di legno oscillava con un barchino in mezzo al mare, e tutti sappiamo l’avversione di Elijah per le gite in barca.

Non disse nulla ma guadagnò di nuovo la posizione eretta, portando il libro di Difesa con sé. Lo strinse contro il petto e rimase in piedi davanti al suo concasato che, a quanto pareva, aveva avuto una miglior sorte con il banco in questione.

Intendi nella Casa di Serpeverde o ad Hogwarts in generale? In entrambi i casi, posso dirti che in nessun caso vorrei trovarmi altrove.
Tu, invece?

Era una bella domanda quella e la risposta era anche piuttosto sfaccettata. Era un discorso complicato che comportava un viaggio a ritroso nel tempo con un biglietto di sola andata.

- Io vorrei trovarmi dovunque ma non qui a Hogwarts, l’unica cosa positiva della faccenda è proprio la Casa di Serpeverde. Si sta bene lì, è il posto giusto. Nessuno ti si appiccica addosso, nessuno fa troppe domande. Insomma, si, tutti si fanno gli affari loro e vivono per se stessi, intervenendo nella vita altrui solo se la situazione lo richiede. Direi che si tratta della perfezione assoluta.





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view post Posted on 10/9/2017, 20:47
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Sembrava che tra i due ragazzi, Wolfgang fosse quello baciato dalla fortuna: aveva osservato Elijah dondolarsi sul proprio banco, aspettandosi quasi di vederlo capitolare a terra - non riusciva a capire se fosse il tavolo ad essere instabile o se fosse proprio il ragazzo a peggiorare la propria situazione - fino a quando non si decise a scendere. Per fortuna, tutto quel dondolio sembrava quasi peggiorare la sua emicrania, ma Wolf non si sarebbe mai lamentato, mostrando così una sua debolezza, anche se solo momentanea: eppure, per un momento, quasi si lasciò sfuggire un'espressione stupita - non sapeva se l'altro ragazzo l'avesse notata o se fosse stato in grado di mantenere un'espressione di neutrale indifferenza.
Con me sfondi una porta aperta, non avrei voluto essere smistato diversamente.
Non riusciva a credere che qualcuno desiderasse non trovarsi a Hogwarts, ma alla fine doveva ricordarsi che non tutti avevano le sue stesse esperienze: doveva esserci un motivo per cui Elijah aveva quell'opinione, così diversa dalla sua, ma moriva dalla voglia di conoscerlo - la curiosità era uno dei suoi difetti più grandi da quando era giunto a Hogwarts, chissà se e come avrebbe reagito il ragazzo se lui avesse osato investigare. Osato, poi: Elijah gli aveva servito "quella domanda" su un piatto d'argento.
Per quale motivo non volevi venire ad Hogwarts?
Così, buttata lì senza troppi pensieri e senza inutili apologie: se fosse stata una domanda inopportuna Sullivan non avrebbe accennato alla questione, no? Oppure gli avrebbe semplicemente risposto di badare ai fatti suoi. In ogni caso, da qualunque risposta, Wolf sarebbe stato in grado di comprendere un po' meglio il suo compagno di Casa.
 
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view post Posted on 11/9/2017, 10:22
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Mentre il buon Francis affidava le sue preghiere alla stanza silenziosa, Dorian era altrove.
Attraversava a grandi passi il corridoio, retto come la giustizia, rigido come un’armatura in ferro. Il suo passo aveva un’autorità sufficiente ad aprire in due la muraglia dei mari. Alcuni studenti, non volendo sembrare maleducati, quando lo incrociarono all’imboccatura delle scale mossero le teste ossute in un servile gesto di saluto, che lui ignorò.
Si girò verso di loro e per un breve istante radiografò una ragazzina mora fin nelle sue più intime mediocrità, poi avanzò verso l’aula.
Parlavano a voce bassa, tutti sfavillanti di astio e rancore, eppure lo scrutavano di soppiatto, brillando nella sua ombra, pendendo dalla sua voce.
Tra sé e sé rise. Il Sovrano era lui, attorniato dai servetti della corte, e mentre ciarlavano, consapevole della loro natura insipida e meschina, lui disponeva.
Camminava senza fare rumore, come istintivamente si è portati a fare di notte. Le candele e i lampadari proiettavano ombre fantastiche sulle pareti in pietra aggettante e sui quadri vetusti. Il vento che si era levato da qualche ora faceva scricchiolare alcune finestre.
Salutò il bibliotecario con un cenno regale della testa, da figura di riguardo, da padrone. Poi, giunto all'aula, rimase in piedi, con le spalle appoggiate alla porta, le braccia conserte e il sorriso sulle labbra.
Durante le lezioni regnava da despota assoluto sulla moltitudine in raccoglimento. La regola era semplice: ascoltavano, prendevano appunti in silenzio e senza mai alzare la testa dal banco; lui concludeva, e loro, ossequiosi, infine se ne andavano. Ma quella sera, smarrito nell’Olimpo o trattenutosi per errore, qualcuno era rimasto lì.
Nel profumo di Dorian, nelle sue palpebre socchiuse disegnate col carboncino, nel tratto agile delle sue ciglia curve, sulle sue labbra – serrate per evitare che anche un solo frammento del godimento andasse perduto – nasceva la perfidia.
Silenzio di morte.
Nel frattempo continuavano a parlare.
Un minuto.
Due.
Tre. E fece il suo ingresso in aula.
Li agganciò con gli occhi d’ambra, schioccando la lingua sul palato. Poi tamburellò le dita sullo stipite della porta, con una pazienza immortale, infinita, straziante.
«Bene, bene, bene.» si schiarì la voce, inumidendosi le labbra con la lingua guizzante.
«Perché siete in quest’aula, a quest’ora?»
Li trafisse con lo strale di ghiaccio del suo sguardo, poi interrogò silenziosamente i loro volti.
«Eppure, Elijah, sono certo di non averla ancora interrogata! Non è più usanza studiare al pomeriggio?».
Fece un passo avanti, entrando definitivamente nella stanza, e sorrise con un candore inatteso, letale, tagliente. Era una domanda, ma anche una velata minaccia.
Quei ragazzini gli erano simpatici e le loro sciocchezzuole lo divertivano piacevolmente. Prima di punirli voleva dare loro un’occasione: gli erano graditi i solisti virtuosi, voleva saggiare fin dove l’intraprendenza avrebbe potuto spingerli.
«Ah... Mr. Bogdanow, giustappunto! Sa che giorno è oggi?»
Lasciò il discorso in sospeso, con enfasi teatrale.
«... Sbaglio o ancora non ho avuto il piacere di leggere il suo elaborato?»
Inutile dire che non sbagliava mai.


Nessun timore, miei piccini. :fru:

Edited by Dørian - 11/9/2017, 15:55
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 12/9/2017, 18:10





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Elijah Sullivan
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S
tava giustappunto rispondendo a Wolf quando il Lucifero dalla leonina chioma fece il suo ingresso in Aula e, ovviamente, lo fece alla sua maniera.
Non aveva la minima idea della Casa di provenienza del “Torturatore di Lusso” , ma poteva giocarsi su Serpeverde tutto il patrimonio di famiglia ed essere certo di raddoppiare gli introiti.

«Perché siete in quest’aula, a quest’ora?»

La prima risposta istintiva era “perchè mi piace auto punirmi”, ma si limitò a guardare Midnight negli occhi lasciando che continuasse il suo spettacolo. Elijah non era uno di quelli che se la facevano addosso ogni volta che Dorian schioccava la lingua sul palato. Non gli faceva ne caldo ne freddo. Come di dice? Registrava l’azione e poi la cosa finiva nel dimenticatoio.
Le ragazze, invece, svenivano tutte ogni volta che il Professore dalla Bacchetta Selvaggia faceva vento alla classe con le ciglia. Il progesterone si annusava nell’aria come una disgustosa Polisucco.
Una noia mortale...

«Eppure, Elijah, sono certo di non averla ancora interrogata! Non è più usanza studiare al pomeriggio?».

*Ma dai !!! Non ti si può nascondere proprio niente!*

Fece un sorrisetto appena accennato. Per mille trolls, era davvero innocente come un angioletto, talmente innocente che quell’aureola gli pesava un pelino troppo in testa rispetto alle solite corna.

- E’ esattamente per questo motivo che sono qui, Professore. Dopo la lezione sono andato al gabinetto qui a fianco e non ho portato il libro di Difesa con me. Detesto rovinare i libri e ho preferito non lasciarlo sul bordo del lavandino mentre familiarizzavo con Madre Natura.

Era una mezza verità quella. Era davvero tornato a recuperare il libro, ma solo perché l’aveva dimenticato dopo la lezione. Era troppo affascinato dagli argomenti trattati in quell’aula e, intento a rimuginarci sopra, aveva lasciato il testo in classe. Ovviamente, quella non era una cosa da dire davanti al Professore.

- E ...Si! non mi ha ancora interrogato. Per questo sarebbe stato un problema se avessi perso il mio libro nel gabinetto. Più sicuro lasciarlo sotto al banco dell’Aula.

Altra cosa che non gli avrebbe detto nemmeno sotto tortura, era che le sue lezioni gli piacevano un casino, così come gli piaceva la sua materia. Solo un pazzo esaltato poteva riconoscerne un altro a fiuto e non aveva alcuna intenzione di dargli soddisfazione.






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view post Posted on 12/9/2017, 20:27
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Sembrava che la sua curiosità sarebbe rimasta insoddisfatta: Eljiah non pareva eccessivamente - o in alcun modo - turbato dalla sua domanda, ma, proprio quando era stato sul punto di rispondergli, erano stati interrotti dal protagonista della loro precedente celia. Il professor Midnight entrò nella classe come se ne fosse il proprietario - cosa che effettivamente era - domandando cosa stessero facendo in quel luogo, ben dopo il termine della lezione: Wolfgang dovette mordersi la lingua per non rispondere a tono al professore. Non pensava fosse proibito sostare in una classe dopo il termine della lezione, anzi era totalmente sicuro - Prefetto Minotaus docet - che l'aula di Pozioni fosse aperta agli studenti che avessero voluto approfondire degli argomenti o semplicemente studiare: prima che potesse rispondere, Sullivan fornì la sua scusa, regalandogli un'ottima idea - era sicuro fosse una scusa dal momento che era stato lui a recarsi nei bagni al termine della lezione,non viceversa.
Proprio così professore e, dal momento che Eljiah doveva andare in bagno, io mi sono offerto di rimanere qui a controllare il suo libro.
I professori si lamentavano in continuazione della mancanza di collaborazione tra gli studenti, magari il professor Midnight avrebbe apprezzato la sua spiegazione: o magari lo avrebbe accusato di mentire, ma si trattava di due storie talmente verosimili che difficilmente il docente avrebbe potuto smascherarli senza prove. Quando però si sentì appellare direttamente, Wolf dovette trattenersi dall'esprimere la confusione che provava in quel momento: che giorno era? La successiva frase del professore, tuttavia, cancellò ogni suo dubbio, procurandogli un moto di irritazione che faticò a nascondere: fin da quando era giunto a Hogwarts aveva mantenuto una media pari a Eccellente, aveva sempre rispettato le scadenze e, soprattutto, non aveva avuto difficoltà a svolgere i compiti assegnati. Non amava essere accusato ingiustamente, così come non apprezzava il fatto che il professore non gli avesse parlato privatamente al termine della lezione, ma aveva sfruttato un'occasione pubblica, con quello che pareva l'intento di sminuirlo davanti a un suo compagno.
Non so cosa dirle professore: io le ho consegnato l'elaborato la scorsa settimana, al termine della lezione di mercoledì..., cominciò il ragazzino, evidenziando la confusione nel suo tono di voce e lasciando che le sue parole fossero ben comprese dal docente, Se per caso non riesce più a trovarlo, posso tranquillamente rifarlo.
Oh, adesso sì che era nei guai: aveva appena accusato il professore di Difesa contro le Arti Oscure di aver perso il suo compito - situazione che, però, doveva essersi verificata dal momento che Wolfgang aveva effettivamente consegnato l'elaborato in questione il mercoledì della settimana scorsa. Tuttavia era completamente sicuro che il professore Midnight non avrebbe apprezzato sentirsi accusare di una tal cosa da uno studente che stava rimproverando, pubblicamente poi: solo che non era riuscito a trattenersi, la tentazione era stata più forte di lui.
 
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view post Posted on 16/9/2017, 17:32
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Il gesso volò e scrisse un nome sulla lavagna: Midnight.
Non fu quello a colpire gli studenti, ma la scrittura: un’unica fioritura di polvere bianca, elegantissima e tagliente, simile ad un fulmine improvviso in un cielo color ardesia.
Dorian in silenzio giunse alla cattedra e si appoggiò al tavolo:
«In piedi, prego.» Nella profondità maliarda della sua voce c’era un nonsoché di gelido, qualcosa di tagliente, come un coltello intaccato che stride sul fondo di un piatto.
Tutti si alzarono senza staccargli gli occhi di dosso.
Attese sino a quando l’ultima sedia smise di scricchiolare, e poi, in un silenzio innaturale, prese parola:
«Sono il vostro nuovo docente di Difesa Contro Le Arti Oscure. Vi rivolgerete a me chiamandomi signore o professore, altro non è ammesso. All’inizio di ogni lezione, starete in piedi dietro le rispettive sedie.»
Silenzio.
«Vi siederete solo quando sarò io a dirvelo.»
Silenzio.
«E, quando la lezione terminerà, aspetterete che vi dia il permesso di uscire.»
Silenzio.
«Questo è il minimo della buona educazione.»
Mentre parlava, tutto il resto del suo viso d’alabastro rimaneva perfettamente immobile, guance pallidissime, labbra finemente incise.
«Bene. Sedetevi.»

***


Era passato ormai un anno da quando Dorian aveva messo per la prima volta piede in quell’aula, un'alcova d’ombra intessuta nella luce.
Era la sera del primo di Settembre, come ricordò più volte in seguito.
Proprio come in quel momento, le lucerne gettavano ombre sinistre sulle pareti e sulle scale, e il vento incessante faceva sbattere le persiane.
La stanza sembrava trascurata da anni. Un velo di polvere copriva il mobilio e i teschi incastonati nelle pareti parevano andare in pezzi. Ma anche distanza di tanto tempo l’ambiente non si era fatto più accogliente; molte candele ondeggiavano pigramente nell’aria, sprigionando l’odore di un fuoco di cera, e illuminavano i banchi di un lucore sinistro.
Le teste calve e lucide degli scheletri, tonde, grosse e bianche, sembravano avere i lineamenti distorti in una smorfia eterna. Gli occhi parevano emanare raggi di luce cupa, avvinti in sudari di tenebra simili a neve silenziosa.
«Il suo zelo, Mr. Sullivan, mi tocca nel profondo. Eppure, restituiti alla Terra i suoi doni e recuperato il libro, ha ugualmente pensato di attardarsi…» gli sorrise con innocente stupore, fingendosi ammutolito. Era un ragazzino sveglio, probabilmente sarebbe entrato nelle sue grazie.
«Ma non importa, non importa. Sono certo che domattina darà prova di essere ugualmente preparato» concluse. Un’esplosione di fosforescente malizia ravvivò il suo sorriso mentre gli strizzava l’occhio: lo aspettava una delle più roventi interrogazioni di sempre.
Poi spostò lo sguardo sull’altra figurina che, senza perdere tempo, aveva risposto a tono.
«Che lodevole abnegazione.» Abbozzò una smorfia di derisione, piegando la testa con una profonda riverenza. Tacque per un istante, poi si posò l’indice sulle labbra, come se stesse ponderando qualcosa con fare dispiaciuto.
«Se ricorda quel saggio è stato riconsegnato corretto il giorno seguente, Wolfgang. Naturalmente mi riferivo a quello di questa settimana.» Chiuse il discorso con una certa conciliante indulgenza e si diresse verso la scrivania in fondo alla stanza.
«Lo troverò sul tavolo domattina.» Aggiunse con leggerezza, senza voltarsi, con una punta di candore mefistofelico.
«E già che c’è, sia gentile: Mrs. Prince, la bibliotecaria, ha messo da parte per mio conto una ventina di pergamene: qualche sciocchezzuola che mi tornerà utile a lezione. Non ho ancora avuto modo di consultarle. Stenda una relazione per ciascuna di esse. Me le consegnerà domattina… Oh, non dimentichi il vocabolario di greco.»
Afferrò la cartellina e il pacchetto che aveva dimenticato sul tavolo, poi, voltandosi, si rivolse di nuovo al ragazzo, incrociò il suo sguardo ed indicò Elija.
«E si faccia aiutare dal suo amichetto, chiaramente. Studia con una tale, encomiabile dedizione che è un peccato non approfittarne.»
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 18/9/2017, 20:30





1CiGXeY


Elijah Sullivan
11 Anni ☘ Studente☘ 1° Anno ☘ Serpeverde☘ scheda [x]


L'
epico volteggiare tra la dialettica e i teschi del professor Midnight non aveva pari. Lo si poteva quasi paragonare ad un leggiadro ballerino del Teatro dell’Opera, tutto eye-liner e calzamaglia.

«Il suo zelo, Mr. Sullivan, mi tocca nel profondo. Eppure, restituiti alla Terra i suoi doni e recuperato il libro, ha ugualmente pensato di attardarsi…»

Ma non mi dire!! Quanta banale retorica in quelle parole trite e ritrite. Probabilmente lo aveva letto nel manuale del perfetto professore dal cuore di ghiaccio.

- Ma a pancia vuota e stomaco pieno ragiono meglio, è un mio vezzo ed una mia pecca, purtroppo – fece un sorriso angelico, condito sul finale dal suo solito ghigno compiaciuto.

- L’attardarsi è una necessità, Professore. Come dicono illustri psicologici, piccole pause tra un’ora di studio e l’altra favorisco l’apprendimento. Io e Wolf stavamo ricaricando le batterie e questo è sicuramente il posto migliore, perché è pieno di vibrazioni negative.


Rimase in silenzio mentre il professore spostava le sue attenzioni su Wolfgang. Le pergamene spuntavano come funghi una parola dopo l’altra. Quello che sembrava un semplice compito dimenticato, si stava moltiplicando e diventando un saggio a puntate.

All’ultima frase Elijah sollevò il sopracciglio sinistro, stringendo leggermente gli occhi chiari quando Midnight lo indicò con lo sguardo.

«E si faccia aiutare dal suo amichetto, chiaramente. Studia con una tale, encomiabile dedizione che è un peccato non approfittarne.»

- Accidenti ! Hanno inserito il greco nel programma? Eppure ero sicuro che non fosse incluso nelle obbligatorie del primo anno – l’espressione perplessa era quella delle grandi occasioni.

Fece un sospiro mentre portava di nuovo il libro di Difesa contro le Arti Oscure al petto. Elijah era uno che amava il rischio e per questo rilanciò la posta.

- Ma vuole solo una relazione ? Non le sembra così...sterile? Non sarebbe più divertente aggiungere anche un’analisi sulle affinità e differenze in merito agli argomenti delle varie pergamene? Le relazioni fini a se stesse sono decisamente noiose. Sarà un piacere per me e Wolf poterci attardare in Sala Comune per lei Professore, ma...dovrebbe essere così gentile di firmarci un permesso per restare alzati a studiare fino a tardi – curvò leggermente la testa da un lato – Affare fatto?



PS: 101 ☘ PC: 50 ☘ PM: 50 ☘ EXP: 1


 
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view post Posted on 18/9/2017, 22:21
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Secondo Anno

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Con gli occhi socchiusi, come ad osservare qualcosa di estremamente luminoso, Wolfgang rimase in attesa della risposta del professore Midnight: poteva quasi sentire il miele grondare da ogni sua singola sillaba, miele che nascondeva il reale intento del professore - che si fosse offeso perché lui l'aveva accusato di aver perso il compito da lui svolto? Poco male: dopotutto era troppo divertente giocare con il suo orgoglio, così sprovvedutamente sbandierata senza cautela alcuna.

Deve essermi sfuggito dalla mente: proprio non rammentavo che lo avesse già consegnato, rispose il ragazzino, senza più riuscire a trattenere un ghigno al limite dell'arroganza, D'altronde Lei non deve ricordarsi dell'elaborato che ho consegnato neppure mezz'ora fa: considerando ciò, direi di aver perfettamente rispettato la consegna, ma posso comprendere per quale motivo Lei non è ancora riuscito a correggerlo.

"Look like the innocent flower, but be the serpent under't!" aveva scritto Shakespeare e Wolfgang aveva sempre cercato di seguire il consiglio di Lady Macbeth, suscitando negli altri opinioni discordanti sul proprio conto: le parole di Sullivan, però, non fecero altro che stuzzicare un lato di sè che il ragazzino aveva cercato di soffocare, almeno in presenza dei professori.

Non credi che sia un po' poco, Elijah? Oltre alla relazione e all'analisi, dovremmo aggiungere un resoconto degli argomenti di ogni pergamena e del lavoro da noi svolto: in questo modo, il professor Midnight potrebbe conoscere il contenuto delle pergamene nel minor tempo possibile.

Poi, fissando gli occhi sul professore, con la sua migliore faccia da schiaffi, decise di rincarare la dose: probabilmente avrebbero attirato le ire di Midnight, ma ne sarebbe valsa la pena anche solo per vedere la sua reazione.

Fortuna che ho già consegnato l'elaborato richiesto, in questo modo avremo più tempo per aiutarla nel suo lavoro: e così anche Lei otterrebbe più tempo per correggere i nostri compiti.
 
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19 replies since 31/8/2017, 00:53   479 views
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