Il gioco delle Volpi e dei Serpenti, Privata. Per Vath.

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view post Posted on 21/9/2017, 17:54
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss
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Ennesima cartellina su un caso, ennesimo plico di documenti da visionare e firmare. I rapporti erano interminabili e solo quando apportava firma e timbro del Dipartimento Auror, Aiden poteva tirare un sospiro di sollievo, breve, ma comunque intenso prima di immergersi nel successivo rapporto. Di tanto in tanto, però, si godeva una piccola pausa, che fosse con un caffè o un succo d’arancia con tanto di muffin al cioccolato oppure di una sigaretta mentre se ne stava sdraiato nel divanetto che aveva sistemato in ufficio.
In quel momento Aiden si stava proprio godendo una sigaretta, il sapore del tabacco a dargli il tanto sospirato relax, mentre osservava le nuvolette che si libravano sopra la sua faccia. La sua pestifera gatta bianca e arancione si era appena spaparanzata sul suo ventre per godersi qualche coccola dal padrone - che di certo non la trascurava -, con delle dolci fusa.
I suoi pensieri erano votati totalmente a Daphne, probabilmente anche lei indaffarata in qualche ufficio poco distante dal suo, ma che non poteva raggiungere. I doveri di entrambi gli tenevano separati, impossibilitati a parlare, ad approfondire il loro rapporto, perché era questo che lui voleva per loro due.
Sebbene fosse consapevole di dover rimandare la cosa, Aiden terminò la sigaretta con uno sbuffo e si alzò dopo aver spostato la gatta. Aveva decisamente voglia di mangiare qualcosa, concedere alla sua mente più dei classici cinque minuti di pausa, magari con una bella camminata verso qualche pizzeria per prendersi una pizza gigante da asporto e da gustarsi in ufficio mentre ultimava le ultime esasperanti quanto interminabili pratiche.
Si controllò lo stato dei capelli e rifacendo il suo fedele manbun dietro la nuca, poiché odiava avere i capelli disordinati quando era in ufficio. Passò un’ultima volta le mani sui lati rasati della testa e infine afferrò la giacca e uscì dall’ufficio, avviandosi verso l’atrio che dava al pianerottolo comune del Secondo Livello del Ministero, una cartellina da leggere durante i tempi morti, se ce ne fossero stati. Si fermò in attesa del prossimo ascensore che lo avrebbe condotto verso l’uscita del Ministero stesso, per qualche minuto, per poi entrare e stanziarsi accanto ad un uomo, a cui non prestò molta attenzione, ma che comunque salutò con cortesia. «Buongiorno.»

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Piccola nota: Spero che il titolo ti piaccia, mi ha ispirato il nome di un gioco di un libro che sto leggendo e che si chiama appunto Gioco di Volpi e Serpenti e che in un certo senso è azzeccato per i nostri PG. Non che Vath sia un serpente eh, ma è la sua devozione e orgoglio alla Casa Serpeverde a cui è appartenuto.
Spero apprezzerai comunque!
 
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view post Posted on 22/9/2017, 10:32
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Vath
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Un altro giorno di lavoro, trascorso placidamente a sbrigare monotone carte seduto all'ufficio, stava per arrivare alla sua pausa pranzo che trascorreva solitamente in una delle tante librerie vicino al ministero. Non mangiava durante la pausa, era solito far un'abbondante colazione con uova e bacon, delle fette di pane tostato e un succo d'arancia, senza fare eccezioni ogni singolo giorno. Rasatosi la barba come ogni mattina, Vath quel giorno si presentava con un completo elegante, i pantaloni e la giacca a righe di due tonalità di grigio mentre la cravatta, su una camicia bianca di colore nero. Prese il proprio soprabito, che indossò, il proprio bastone da passeggio ed un ombrello poiché, anche se nel suo ufficio splendeva il meraviglioso cielo azzurro di Canterbury, si trovava a Londra e la giornata non era delle migliori. Così si diresse verso l'uscita del ministero prendendo l'ascensore per destare minori sospetti. Quei dannati babbani, i loro dispositivi elettronici e le loro telecamere, oggigiorno un mago non è più libero di smaterializzarsi in santa pace, tutto merito di quei filobabbani che tanto promuovono la cooesistenza. Era normale per loro discutere di diritti dei babbani e doveri dei maghi nei loro confronti ampliando ancor di più la voragine ormai aperta tra loro. Questi ragionamenti però furono interrotti da una fermata fuori programma, un sospiro si levo dall'uomo mentre osservò la lancetta dell'ascensore indicare che si era fermato al Secondo livello, Auror e Toghe del Wizengamot. Per un attimo Vath fu speranzoso di veder comparire dall'altro lato Tessa ma alla fine dovette rassegnarsi ad un uomo dai capelli rossi, tenuti corti sui lati e legati in un manbun, e barba rossa. Lo scintillio del distintivo da Auror venne colto da Vath che osservò meglio l'uomo, alto pochi centimetri più di lui era ben messo a muscolatura, i propri occhi acquamarina si scontrarono con quelli blu intenso dell'uomo che salutò con educazione. Vath nonostante non apprezzasse gli Auror, marionette controllate da ideali puri inizialmente ma inevitabilmente corrotti, fece un cenno del capo e ricambiò il saluto. «Buongiorno a voi.» Il rosso era vestito come un vecchio detective babbano di Scotland Yard e, considerata la loro pessima fama come investigatori, la cosa lo divertì alquanto. Amava i racconti di Sir Arthur Conan Doyle e in ogni sua opera i detective facevano sempre la figura degli inetti.




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L’uomo accanto a lui era vestito in maniera elegante e aveva con sé un bastone da passeggio, conferendogli un’aria antiquata. Non che ci fosse nulla di bizzarro in simili outfits, nel mondo magico c’erano Maghi e Streghe che spesso e volentieri indossavano vestiti ancora più bizzarri e sfarzosi di un semplice completo elegante,ma quel bastone lo faceva sembrare un più anziano degli anni che mostrava.
Aveva ovviamente un qualcosa di familiare, qualcosa che Aiden pareva aver già visto in passato, probabilmente ai tempi di Hogwarts.
Non avevi molti ricordi delle persone ai tempi della scuola, il trauma della morte di suo padre sembrava aver cancellato buona parte dei suoi ricordi, eppure qualcosa sembrò affiorare nel suo mente. Non erano la serie infinita di guai in cui si era cacciato, ma sembrò ricordarsi di quell’individuo dopo avergli studiato attentamente il bastone.
«Mi perdoni, Mr. Non vorrei sembrare invadente, ma Lei mi ricorda una persona che incontrai ad Hogwarts diversi anni fa. Quel bastone mi pare di averlo visto e nascosto, credo… Per scherzo.» mormorò asciutto, rivolgendosi nuovamente all’uomo, voltandosi quel tanto per guardarlo in faccia mentre teneva le mani nelle tasche della giacca. Il Distintivo Auror brillava agganciato nella sua cintura, una cosa che accadeva solo al Ministero, fuori era tenuto accuratamente nascosto.
«Non che mi vanti di aver nascosto molti bastoni, ma uno di sicuro devo averlo fatto.» aggiunse. Ricordava molto bene di aver nascosto il bastone in questione nel bagno delle ragazze in cui si era intrufolato di nascosto, infilandolo in verticale in uno dei gabinetti, con tanto di cartello su cui era scritto: Sono utile solo a questo. Riferendosi chiaramente al pulire i gabinetti.
Uno scherzo pesante che solo un Aiden adolescente era in grado di fare ma che ora quello adulto sarebbe stato probabilmente incapace di attuare. Era maturato e gli scherzi avevano lasciato spazio alle buone maniere e alla cortesia, come il ragazzo aveva lasciato spazio all’uomo. I guai però non erano spariti, spesso si ritrovava in situazioni spiacevoli, ma non perché la causa fosse per lo più dovuta ad un suo atteggiamento giovanile.
Abbozzò un sorriso, sperando di non aver fatto una pessima figura, scambiandolo per qualcun altro. Ovviamente se si fosse presentato o si fosse ricordato di lui - ammesso che fosse la stessa persona a cui aveva fatto lo scherzo -, avrebbe sicuramente ricordato più dettagli.

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view post Posted on 23/9/2017, 07:33
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Vath ascoltò le parole dell'uomo, l'Auror che era entrato nell'ascensore stava parlando di furti di bastoni, nascosti durante l'epoca scolastica. Vath sollevò lo sguardo su di lui. E così, il piccolo irlandese dal cognome di una birra tedesca, il Grifondiota pel di carota che aveva osato sfiorare e profanare il bastone da passeggio di suo nonno era entrato al ministero prendendo possesso del distintivo da Auror. «Mr. Wëiss, suppongo. Grifondoro, ed ex giocatore di quidditch nella squadra della vostra Casata se non erro.» Disse con serafica cordialità, trattenendosi volutamente dal rivangare l'episodio. Imperscrutabile come la nebbia, subitaneo come il tuono.; ciò era quanto scritto nell'arte della Guerra di Sun Tsu e più di tutti il coetaneo che aveva di fronte a se richiedeva tale definizione. «Vedo che anche voi siete riuscito ad entrare al ministero, come Auror, complimenti.»




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Edited by Vath Remar - 23/9/2017, 09:59
 
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Bingo!
Non si era poi così sbagliato, alla fine le sue parole avevano dato un risultato, anche se si era quasi immaginato di sentirsi dire più un «Non so di cosa stia parlando. Deve avermi confuso con qualcun altro.» E invece si era rivelato essere qualcuno che aveva conosciuto e che si era ricordato di lui.
Aiden aguzzò meglio lo sguardo per studiare i tratti dell’uomo al suo fianco e che lo aveva appena chiamato per cognome. Infine si ricordò di lui e di alcune informazioni sulla sua persona, come se i ricordi fossero tornati a galla di getto.
«Vath Remar, Serpeverde e che da Prefetto divenne Caposcuola. Ma tu guarda le coincidenze! Sì, ero uno dei Battirori di Grifondoro!» mormorò con una nota divertita.
Nel constatare di come Remar fosse riuscito ad individuare il Distintivo Auror ancora agganciato alla cintura dei pantaloni, agì d’istinto e lo tolse per poterlo infilare nel taschino interno della giacca.
Non apprezzava granché che le persone sapessero che era un Auror, anche se era più facile che lo portasse all’interno del Ministero, o almeno quando gli toccava farlo.
Non aveva molti ricordi di Remar, se non che era stato tra le persone a coglierlo in flagrante durante l’attuazione dei suoi scherzi, facendogli guadagnare delle grosse punizioni; eppure non sentiva di volersi proprio fidare di uno come lui, ammesso che non gli desse una ragione valida per farlo.
Inarcò un sopracciglio. Era diventato serio. «Non esiste posto al mondo più adeguato di questo per me.» disse con asciuttezza. «E immagino che lo direste anche voi, Remar. Suppongo che abbiate messo radici pure voi in questo Livello del Ministero.» osservò.
Era il caso di indagare sulle attività di Remar?
Magari per stavolta mi accontento di scoprire le basi... pensò. «A quale Ufficio dedicate i vostri servigi?»

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view post Posted on 24/9/2017, 14:00
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Vath
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Si, era proprio Aiden Wëiss quello che era salito sull'ascensore. Lo confermò ricordandosi di Vath ed aggiungendo il dettaglio di aver giocato come Battitore, stesso ruolo del suo concasato Hill la cui rivalità con l'irlandese era più che motivata dall'accesso scontro di sempre, Serpeverde contro Grifondoro. Gli occhi acquamarina di Remar andarono a posarsi su quelli blu dell'ex rossodorato e un sorriso spuntò sul suo volto. «Oui, c'est moi.» Replicò con perfetto accento francese, tenendosi alla maniglia per evitare di cadere in avanti alla partenza dell'ascensore verso l'ottavo livello. «Sinceramente sono d'accordo con te, sempre se vecchi rancori scolastici impediscano di darci del tu, trovo anche io che questo posto sia adeguato a me. Certo non il secondo livello, io sono tre piani sotto: Cooperazione Magica Internazionale. Ero intenzionato ad andare ad una libreria qui vicino ma posso cambiar programma, se ti fa piacere la mia compagnia.» Chissà forse ora che era Auror, il nuovo Wëiss aveva messo da parte burle e preso le redini della sua vita con la serietà legata alla propria professione. Decise di offrirgli il beneficio del dubbio.




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Aiden Weiss
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Quando anche lui fu salito sull'ascensore questo partì quasi subito, Aiden era già tranquillamente appoggiato con una spalla alla parete senza scomporsi per lo scossone iniziale quando prese a muoversi.
La risposta ricevuta in perfetto accento francese lo avrebbe fatto rabbrividire se solo l’avesse voluto, ma il suo ferreo autocontrollo lo aiutò a restare impassibile.
«Rancori? Questa è una parola grossa!» Emise una risata divertita dopo aver infilato le mani nelle tasche dei pantaloni. «L’unico rancore lo riservo solo a quei dannati Maghi Oscuri.» aggiunse, serio, non appena smise di ridere. Aveva parlato con una serietà e freddezza tale da far intuire persino allo scemo del villaggio che non stava mentendo, ma che prendeva seriamente il proprio lavoro.
Oltretutto - e Aiden ci avrebbe scommesso le mutande! - Vath era sicuramente al corrente della morte di suo padre avvenuta sette anni prima, era stata una notizia che era addirittura finita sulla Gazzetta del Profeta e era stata sulla bocca di tutti per un mese intero, in cui nessuno si era sentito al sicuro se perfino un Auror era stato assassinato. Ma Aiden non era diventato Auror per vendetta, lo era per senso del dovere.
«Siamo coetanei, non vedo perché non possiamo darci del tu, come hai appena detto.» disse, notando che alcuni dei presenti stava ascoltando il dialogo tra i due. Non diede spago a nessuno dei presenti, la sua attenzione era tutta su Vath e a memorizzare ogni sua parola.
Abbozzò un sorriso. Ufficio della Cooperazione Magica Internazionale, avrebbe dovuto intuirlo.
«Avevo il sospetto infatti. Il tuo completo la dice lunga!» esclamò. Poi annuì. «Conosco una vinoteca qui vicino. Ho più o meno una mezz’ora prima di recarmi a prendere un pasto da godermi dietro mille scartoffie. Se gradisci il vino, ti consiglio di assaggiare qualche annata di notevole calibro. Sempre se ti va’ di bere un calice di vino con un ex Grifondoro che, ahimé, è diventato piuttosto noioso e carente di scherzi.» Una battuta un poco infelice, ma che aveva dovuto dire per rassicurare il povero Remar. Ora non correva rischi con le burle, ma doveva temere tiri decisamente più pericolosi, quelli di un Auror.

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Edited by Aiden Wëiss» - 25/9/2017, 16:56
 
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L'ascensore non era vuoto, non era solo Aiden il presente oltre Vath, svariati altri uomini e donne del ministero si pigiavano in quell'ascensore come sardine. Ascoltò il vecchio grifondoro e decise di soprassedere, troppi occhi ed orecchie su questioni che Vath ritenne opportuno aver l'accortezza di non sbandierare ai quattro venti. «Prima pensiamo ad uscire indenni da questo ascensore Wëiss, poi potremmo decidere meglio su dove trascorrere la pausa.» Disse abbozzando un sorrisetto sfrontato, proprio in quel momento stava osservando la lancetta dell'ascensore far l'ennesima sosta, settimo livello. Più pigiato di prima Vath trattenne un sospiro, non era uno di quelli che odiava il contatto fisico ma in alcuni casi l'essere troppo vicino ad altre persone gli dava fastidio: era più che sicuro che ognuno avesse il proprio spazio vitale, quei cinquanta centimetri di spazio inviolabile che dava modo alla persona di starsene a proprio agio. Quando finalmente le porte si riaprirono sull'atrio Vath uscì, aspettando Aiden. «Una vinoteca?» Chiese trattenendo a stento un sorriso, complice anche la notevole cantina di casa sua. «Dovrei avvertiti, sono molto esigente sul vino, tanto da possederne una mia personale riserva a casa. Tuttavia anche se gradisco sempre un calice di vino temo dovrò rifiutare, ho come principio di non bere mai alcolici sul lavoro. Potrei sempre farti compagnia con un thè, conosco un locale adatto vicino l'uscita ministeriale.» Disse aggiustando le pieghe del proprio soprabito.




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L’orologio dell’ascensore sembrò ufficializzare la loro fine su quell’ascensore. Troppe fermate e troppe persone compressate in uno spazio limitato. Fu fortunato a non soffrire di claustrofobia o avrebbe preso ad urlare come un pazzo per tutto il tragitto.
Ovviamente, Aiden si ritrovò confinato contro il muro, letteralmente spappolato sulla superficie di metallo a causa di un Mago non propriamente nel massimo della forma e con qualche chilo di troppo, oltre che dal pungente odore di bruciato che questi emanava. Probabilmente veniva dal Dipartimento Catastrofi ed Incidenti Magici.
Non fece eco alle parole di Vath, non c’era modo di parlare senza finire con il toccare l’uomo di fronte a sé e Aiden certamente non voleva farlo, a meno che non vi fosse stata, invece, una donna. Annuì in silenzio con una smorfia di disgusto, pregando che quella tortura finisse presto.
L’ascensore si fermò e il fiume di gente all’interno scivolò - con estremo piacere di Aiden - fuori nel pianerottolo.
Il fulvo uscì con una rapidità sorprendente, passando tra la folla con un’agilità degna di un Auror, e fermandosi davanti a Vath. Sospirò di sollievo e si sistemò meglio la giacca.
«Oggi è la giornata delle catastrofi...» commentò asciutto. «Sì, una vinoteca. E’ piccolo ma con ottimi vini e mia sorella acquista spesso delle bottiglie, dato che fa anche da negozio.» spiegò. «Solitamente nemmeno io bevo in servizio, se non in rare occasioni quali promozioni, compleanni o cose di questo genere. Ma oggi è una totale catastrofe e mi servirebbe qualcosa che mi aiuti a non pensarci troppo su.»
Dannato Merlino!, pensò.
Alla proposta di Vath, Aiden si grattò distrattamente la barba. «Va bene allora, fai strada tu.» La vinoteca di sua sorella evidentemente non era negli standard di Vath, poteva capirlo dal fatto che fosse esigente e con una cantina privata. Perciò scrollò le spalle e lo seguì.

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Vath
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Un attimo di perplessità comparve sul viso di Remar, cosa in quella giornata era una catastrofe per il rosso? Nulla al di fuori dell'ordinario stava intaccando il regolare svolgersi della giornata, che l'Auror avesse qualche informazione in più? O semplicemente aveva passato una giornata da dimenticare? «Per quale ragione una giornata di catastrofi?» Chiese senza alcun doppio fine, solo per far conversazione. Non attese la risposta, ne avrebbero parlato lungo la strada se Weiss ne avrebbe avuto voglio, dirigendosi nel frattempo verso l'uscita. «Quanto hai di pausa tu?» Avrebbe cercato di far fruttare il tempo a loro disposizione.

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