A Place To Lay My Head., Privata.

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view post Posted on 22/9/2017, 18:10
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Maurizio
Pisciottu
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► A Place To Lay My Head : ► 27: ► Dipendente Ministeriale: ►

E
ra giunto il momento di andare a bere. Maurizio l'aveva deciso dopo aver passato l'intera settimana a casa, Sabato incluso. Non ne poteva più della sola compagnia di Otto! Hogsmeade non vedeva più il suo barbone da un pezzo visto che, considerando la vacanza che aveva fatto a Parigi, era oramai un mesetto che non visitava il paese vicino casa sua e la birra Babbana gli mancava come non mai.
Indossò il classico cappello, oramai diventato un must del suo outfit, una camicia blu a maniche lunghe e la giacca di finta pelle nera, sotto aveva optato per dei classici jeans e stivali neri.
Aveva optato per vestiti più pesanti perché voleva spostarsi a piedi. Era da tempo che lui e Otto non si facevano una passeggiata per i boschi, e dalla vacanza aveva scoperto che per quanto l'animale fosse selvatico tra i due c'era un profondo legame ed era tremendamente arrabbiato per la prolungata assenza, così l'Italiano cercava disperatamente di farsi perdonare cercando sempre la sua compagnia, e in parte c'era anche riuscito: Otto era tornato a fargli visita ogni sera e a rispondere ai suoi fischi.
Uscito di casa, come previsto, non sembrava esserci nessuno nel raggio di chilometri. Solo il vento ogni tanto si faceva sentire quando le foglie strusciavano l'una contro l'altra. Ad interrompere i quieti rumori della natura fu proprio il fischio di Maurizio, non ci fu nessuna risposta per i primi minuti, così il ragazzo decise di fumarsi una sigaretta nella sedia a dondolo che prendeva posto nel retro della casa.
Ci vollero cinque minuti prima che arrivasse la risposta. La sigaretta era quasi finita del tutto quando in cima alla montagnetta che Maurizio usava per il camino apparì lui, Otto! Era cresciuto enormemente in questi mesi, era alto quasi sessanta centimetri e lungo almeno il doppio, la bocca ancora sporca di sangue. Aveva sicuramente finito di cenare, ecco il motivo del ritardo! La bestia discese la montagnetta muovendo il muso in cerca della mano del "padrone", era incredibile quanto fossero simili ai cani, eppure non era mai riuscito a farlo entrare in casa. Era pur sempre nato e cresciuto come selvaggio, e questo rapporto di amicizia che s'era creato li aveva resi molto uniti.
Ci volle più o meno un'ora prima che le prime case di Hogsmeade si intravedessero, fortunatamente l'Italiano era abbastanza allenato da reggere la lunga discesa tra i monti. Questa volta Otto lo seguì praticamente fino all'entrata del paese prima di abbandonarlo, fortunatamente aveva capito che non tutta la compagnia umana era apprezzabile come quella di Maurizio, e quindi si teneva lontano da Hogsmeade. Qualcuno ogni tanto parlava di aver visto qualche "cane troppo cresciuto" in giro per i boschi vicino Hogsmeade, e Maurizio ogni tanto si sentiva anche osservato mentre salutava Otto, eppure non era mai successo nulla di grave, del resto il suo "compagno" non era pericoloso per gli umani. Era carnivoro si, ma non abbastanza stupido da tentare attacchi a creature troppo più grandi di lui.
Maurizio, oramai solo, si diresse verso i Tre Manici di Scopa, il posto che più amava in tutta Londra, lì avevano la birra che tanto amava, ma si concesse il tempo di un'altra boccata d'aria fresca.

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 23/9/2017, 16:36





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Ecate Soxilia O'Connor
25 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]


Q
uella domenica Lia aveva deciso di recarsi nel vecchio villaggio di Hogsmeade un po’ per nostalgia un po’ per quel suo quasi amorevole, se così si poteva definire, rispetto per il luogo ove aveva avuto realmente inizio la sua vita: il Lago Nero. Aveva indossato un corpino stretto che la fasciava dal seno fino a metà gluteo color blu di Prussia a cui aveva anche abbinato l’intimo, poi aveva indossato un’ampia gonna di molteplici strati di tulle color nero che le arrivava a metà coscia, aveva calzato le decolté nere dai ricami cangianti e infine aveva preso il mantello; sul viso nessuno strato di trucco era stato apportato e i lunghi capelli erano ben legati in una treccia. Non le ci volle molto per raggiungere il posto da lei designato, pochi secondi di concentrazione applicata ad un incantesimo preciso e Lia era dinnanzi al villaggio di Hogsmeade i binari alla sua destra e il cielo mostrava ancora un tardo pomeriggio d’autunno.
Pochi passi e gli occhi limpidi rividero quel magnifico castello romanico che troneggiava sulla collina a ridosso del grande lago, la foresta in lontananza oltre il villaggio e il solo rumore dell’acqua che placida si muoveva nel lago; che spettacolo meraviglioso coglievano gli occhi oramai grandi della donna che un tempo era stata in quei luoghi. Avvertì una leggera oppressione al petto e gli occhi bruciare, non seppe spiegarsi cosa fossero quelle sensazioni ma le ignorò sfilandosi la gonna e le scarpe e abbandonandoli con il suo mantello sulla riva per immergersi nella sorgente del suo io; quale meraviglia era per lei il tocco dell’acqua sulla pelle, quasi le risanasse lo spirito. Si chiese se quel senso prepotente di appartenenza che provava per il lago fosse quello che provava suo cugino per Blondie, se fosse quello che la gente chiamava amore; si domandò come ci potessero essere persone che potevano far provare quel sentimento senza distruggere l’altro ma anzi rafforzandolo, una leggera punta di invidia la percorse: avrebbe mai trovato qualcuno così o sarebbe stato il Lago ad essere il suo amante?
Fra un pensiero e l’altro la sera arrivò costringendola ad uscire dalle cupe acque con la treccia sfatta e la mente inquieta; indossò nuovamente i suoi abiti alle prime luci della luna e quindi superò i binari vuoti del treno diretta ai Tre Manici di Scopa dove certo avrebbero trovato sfogo le sue inquietudini. Fu una sequenza intravista con la coda dell’occhio ma era certa di aver visto un cane di taglia smisurata allontanarsi da un uomo che lo salutava, pensò di aver dato di matto eppure quell’uomo c’era davvero tanto che persa dai suoi pensieri e ragionamenti si scontrò con esso. “Mi scusi… Ero soprapensiero e non l’ho notata.” Disse distratta mentre si aggiustava i capelli sciolti che lentamente si stavano asciugando.

PS: 163 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 24,5


 
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view post Posted on 25/9/2017, 20:04
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Maurizio
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► A Place To Lay My Head : ► 27: ► Dipendente Ministeriale: ►

S
eguiva ancora Otto con la coda dell'occhio, si fidava di lui, ma aveva paura che qualcuno lo potesse vedere, non si fidava moltissimo dei maghi di Hogsmeade, giravano tanti tipi strani e non aveva la minima idea di come avrebbero potutto reagire. La strada sembrava essere deserta fortunatamente, o comunque quelle poche persone erano troppo impegnate a parlare tra di loro per notare un tizio che si muoveva nello stradone principale di Hogsmeade con fare vagamente circospetto.
Proprio questo vagare, senza guardare verso chi o cosa stesse andando incontro lo spinse verso un inevitabile scontro. Non si era accorto contro chi fosse andato, ma d'istinto, per evitare che l'altra persona cadesse, le strinse le spalle. Solo dopo il suo sguardo si posò sulla donna che aveva di fronte.

-Oh, scus-!-
Maurizio fu colto alla sprovvista, non aveva mai visto tanta bellezza tutta messa in un'unica persona, i capelli resi ondulati, probabilmente da un recente bagno, facevano quasi da puro contorno al resto del corpo. Probabilmente qualsiasi uomo si sarebbe soffermato sul corpo, che si faceva sicuramente ben apprezzare, ma l'Italiano non riusciva a smettere di guardare quegli enormi occhi azzurri. Sembrava quasi che lo stessero divorando, come se si stesse perdendo in un'immenso mare acquamarina.
E difatti le parole gli morirono in gola, non riuscì a concludere nemmeno la "richiesta di perdono". Fu lei a parlare per prima e l'Italiano rinsavì leggermente e capì che ricordare un maniaco sessuale non fosse un bene, così le mollò le spalle e cercò di riacquisire un po' di ritegno.

-Perdonami, nemmeno io stavo guardando avanti, ero distratto da...-
Cercò di prendere tempo nel cercare una scusa plausibile, ma non fu così rapido il suo pensiero, così come non fu proprio così plausibile la scusa.
-...dalla stanchezza. Probabilmente lavoro troppo, mi ci vuole proprio un cicchetto ai Tre Manici, posso offrirti qualcosa per farmi perdonare?-
Suggerì con un sorriso, più la guardava più pensava che portarsi appresso Otto poteva essere stato il più bell errore della sua vita, era splendida come mai aveva visto fino ad ora, sembrava quasi una Dea, se non l'avesse urtata per sbaglio l'Italiano avrebbe pensato che fosse un intangibile miraggio, troppo per i comuni mortali.

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 30/9/2017, 18:16







Ecate Soxilia O'Connor
25 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]


S

contro, incontro. Che minima differenza esisteva fra quelle due parole che si basavano su una radice così comune quanto ambivalente; come poter distinguere la differenza quando nemmeno si conosceva la persona con cui era avvenuto un simile evento? In fondo non era pur vero che scontrarsi era un modo per crescere e incontrarsi, o meglio conoscersi? Ma allora perché domandare scusa di una cosa che aveva anche una potenzialità positiva? Il buon costume, il galateo, l'educazione però avevano ben insegnato a tutti che bisognava chiedere scusa come i due maghi avevano fatto; che lugubre usanza.
Lia però non parve pensare a quello srotolarsi di una filippica interna, dopo le sue scuse gli occhi azzurri di lei si erano piantati fissi negli occhi castani dell'uomo che per un motivo a lei non spiegabile momentaneamente l'aveva afferrata per le spalle: erano mani grandi che sembravano enormi nel tenere le spalle strette e sottili della Veela, trasmettevano un calore così umano da essere troppo umano, non erano violente o indifferenti ma protettrici qualcosa che la mente e il corpo di Lia non conosceva. "Menschliches, Allzumenschliches" sussurrò stupita mentre registrava quella sensazione così insolita con un membro della società a cui aveva smesso di appartenere.
Durò un attimo, un attimo in cui Lia si sentì prepotentemente rigettata nel mondo umano in una situazione mai vissuta e dove per lei non c'erano differenze dove era solo una donna di venticinque anni, poi tutto tornò come si era abituata negli ultimi sette anni: l'uomo le parve essere completamente ammaliato tanto che le parole gli morirono in gola lasciandolo avvolto dal maleficio, gli occhi la fissavano persi navigando in chissà quale fantasia mentre la presa sulle spalle persisteva. Le fu evidente come l'uomo mentisse sul reale motivo della sua distrazione, aveva imparato col tempo che le Veele hanno una naturale predisposizione a notare la verità come ad avvertire le tempeste, e dolcemente staccò le mani dell'uomo che oramai era completamente avvolto e incantato da quella sua fatale bellezza. "Non si preoccupi, immagino che il vostro lavoro non sia proprio ben visto qui ad Hogsmeade..." rispose tranquilla lasciando intendere che aveva ben capito la bugia che le aveva rifilato convinto di poterla ingannare.
Sarebbe stato saggio e ragionevole accettare quel drink? Lo avrebbe illuso come faceva con tanti altri, lui avrebbe pensato di aver perso la testa per una donna di una divina bellezza e se tutto andava nel peggiore dei modi poteva addirittura convincersi di amarla; poi lei sarebbe andata lontano e non si sarebbero più visti, l'effetto sarebbe svanito e lei sarebbe rimasta solo un incredibile ricordo. Altre Veele avevano imparato ad usare ciò a loro vantaggio o per sadismo, avevano trovato più utile usare gli uomini che cadevano preda del loro maleficio, alcune si erano sposate con l'uomo che avevano capito essere l'unico; Lia non aveva ancora trovato la sua strada, non aveva ancora provato ad usarne una ad essere sinceri. E allora perché non provare ad usare quel mal capitato per scoprire come ci si sentisse ad usare gli uomini? Sarebbe stato giusto? Le avrebbe fatto piacere o avrebbe provato rimorso? Lì per lì, scottata ancora da quel senso di appartenenza del lago e da quell'essere troppo umano dell'uomo, Lia non ci pensò e lasciò che la sua natura di Veela prendesse il sopravvento.
Gli rifilò un sorriso gentile che velava un piccolo accenno di malizia lasciando che le sue mani scivolassero leggere sull'avambraccio destro dell'uomo per poi tenersi con appena più forza mentre la sua risposta arrivava in un leggiadro vorticare di innocente malizia alle orecchie dell'uomo: "Ne sarei entusiasta, anche se non si deve proprio far perdonare di niente... Casomai dovrei essere io, in qualche modo, a farmi perdonare..."
PS: 163 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 24,5


 
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view post Posted on 30/9/2017, 19:23
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Maurizio
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C
he avesse fatto un passo falso? Era evidente. Sicuramente essere vago gli era sembrata l'idea migliore, ma era evidentemente abituato male in fatto di ragazze, questa era particolarmente perspicace, e l'aveva appena conosciuta, chissà cos'altro si nascondeva dietro quella figura minuta, sicuramente una delle figure più interessanti che aveva mai visto ad Hogsmeade. Con sua grande sorpresa, Maurizio aveva anche vagliato l'idea di vuotare il sacco su Otto, ma era rinsavito, non la conosceva abbastanza, ma il fatto che l'idea gli era passata per la testa lo destabilizzò leggermente.
*Andiamo, Maurì, non hai più quindici anni, che ti prende?* E in effetti i pensieri dell'Italiano erano esattamente quelli di un adolescente che s'era preso la prima cotta per la compagna di classe, eppure non riusciva a smettere di agire e pensare come un piccolo adolescente.

-Diciamo che ho conosciuto poche persone qui ad Hogsmeade, ma devo dire che ci sono tanti faccioni inaffidabili anche nel mondo magico, quindi sto semplicemente il più attento possibile.-
Disse facendole un occhiolino. Non riusciva a capire se si stava buttando in qualcosa di stupido, o se si fosse veramente preso una cotta per quella donna senza essersene reso conto, sta di fatto che nonostante tutti i suoi pensieri alla fine aveva ceduto al suo gioco, fino a che punto l'Italiano avrebbe resistito?
La donna ci mise poco ad "andare avanti" verso lo step successivo difatti, nel rispondere a Maurizio, gli lisciò leggermente il braccio che se per molti quello era un gesto impercettibile, per Maurizio fu una scarica di adrenalina che fece alzare la tensione del momento.

-E per cosa dovresti farti perdonare?-
Chiese incerto, il suo modo di fare l'aveva sicuramente conquistato, anche se non aveva detto molto era abbastanza, che lei stesse giocando o meno sicuramente ci sapeva fare. Ma non poteva continuare così, aveva bisogno di distrarsi un secondo un attimo, quindi prese una sigaretta dal pacchetto e se la mise in bocca.
-Ti dispiace se...?-
Per quanto in quel momento gli servisse un tiro di morte, col tempo aveva imparato che non tutti vogliono morire allo stesso modo e che era giusto chiedere il permesso quando era con una persona che non conosceva o che non fumava.

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 3/10/2017, 20:39





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Ecate Soxilia O'Connor
25 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]


I
l gioco era cominciato, l'incanto aveva attecchito e la maledizione stava piano a piano insinuandosi nella mente e nel corpo dell'uomo che mostrava i primi sintomi della sua presenza; era qualcosa di impercettibile per chi li stesse ad osservare ma, trovandosi ad essere il soggetto vittima di tale inganno, si sentivano come pesanti cambiamenti involontari che però uscivano spontanei. Lia sorrise appena spinta dalla stessa natura che le faceva provare un intimo senso di colpa per quel suo godere della sofferenza altrui, come poteva sottrarsi alla sua stessa natura? Era come tentare di impedire al proprio cuore di battere. Avrebbe voluto strapparsi di dosso quella persona, urlare improvvisamente con tutto il fiato che aveva in corpo; eppure sul suo viso un sorriso immacolato e dolce non lasciava trasparire nulla di quella sua nuova guerra interna, le sue mani leggermente strette all'avambraccio dell'uomo facevano pensare ad un modo malizioso per provocarlo ma non che stesse cercando di trattenere quel suo istinto. Così concentrata nel suo dibattersi non aveva seguito il discorso dell'uomo che poi le aveva fatto un occhiolino, eppure aveva ammiccato con una leggera risatina; non aveva smesso di nutrirsi di quelle menzogna e piano piano la sua mente stava provando a capire se combattere quella natura avesse un senso, o fosse un inutile spreco di forze.
"Innanzi tutto le sono capitolata contro, inoltre mi sono intromessa nei suoi affari...." lo aveva detto con quel tono da bambina dispiaciuta concludendo la pausa mordendosi le labbra color fragola, quella vena di malizia malamente nascosta giusto per lasciar intendere che non stava affatto prendendo la cosa troppo seriamente; eppure quegli occhi azzurri ghiaccio che fissavano intensamente l'uomo in volto la facevano apparire così sincera e seria che sembrava di vivere un contrasto troppo netto per essere reale. "Forse però sarebbe il caso di andare ai Tre Manici a sederci, il cielo è oramai scuro e sinceramente io... Ho leggermente freddo..." aveva abbassato lo sguardo per poi rialzarlo immediatamente nel dire che aveva freddo, quasi se ne vergognasse, eppure non era un freddo così reale esattamente come la sua vergogna non era emotiva.
Ma quando l'uomo cercò distrazione nel pacchetto di piccoli cilindri tipico dei babbani Lia avvertì nuovamente quel senso di dibattito, ricordava che durante il suo periodo di viaggi e di adattamento al cambiamento Lia aveva incontrato quel vizio che l'aveva affascinata e disgustata soprattutto quando aveva incontrato il vizio nel suo peggioramento: le sigarette aveva capito che erano nocive in minima parte, ma canne o spinelli lo erano molto di più. Eppure quel chiedere l'aveva in qualche modo colpita: nessuno aveva mai chiesto se potesse in sua presenza fare qualcosa, l'aveva quasi fatta arrossire davvero per la considerazione che le aveva mostrato quello sconosciuto che lei voleva tanto giocare. L'aveva trattata da persona ed era una cosa che non credeva di poter mai ricevere soprattutto per il suo nuovo stato. Era ancora giusto giocarlo? Non lo era...
Eppure quella mano che correva delicata fino alla sigaretta stretta fra le labbra dell'uomo per afferrarla, quel movimento rapido che portava a coniugare il fondo giallo della sigaretta con le labbra rosse della donna già pronta con la bacchetta ad accenderla e quel dare il via a quella danza di respiri fumosi per poi restituire il piccolo cilindro al proprietario non aveva seguito il suo desiderio.

PS: 163 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 24,5




Edited by Lia Soxilia - 3/10/2017, 22:04
 
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view post Posted on 11/10/2017, 18:11
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Non aveva intenzione di controbattere, negli anni aveva imparato che sempre e comunque se poteva evitare una discussione con una donna lo faceva, il loro subdolo modo di portare acqua al loro mulino era quasi esasperante, perciò con "galanteria" decise di lasciare a lei l'ultima parola su chi avesse colpa in quello scontro.
-Bene! Hai ragione tu, tutta colpa tua-
Disse alzando le braccia a mo di resa incondizionata, pur mantenendo sempre quell'esasperante nota di sarcasmo che contraddistingueva il modo di fare dell'Italiano. Ma aveva comunque rotto il ghiaccio in maniera magistrale, sicuramente si era guadagnato una bevuta con la giovane donna.
La rafazza affrettò i tempi per andare ai Tre Manici lamentando una sua leggera sofferenza al clima, del resto aveva ancora i capelli umidi, sicuramente il leggero vento di quella sera le avrebbe dato un bel po' di fastidio. Era quindi giunto il momento della cavalleria, si tolse la giacca di pelle e la appoggiò attorno alle spalle della ragazza.

-Tieni pure. Amo il freddo, mi porto la giacca giusto nel caso in cui faccia troppo freddo, ma non è decisamente questo il giorno.-
Era vero, forse era la sua "anima sarda" a renderlo così incline ai climi gelidi, l'inverno era il suo periodo preferito, amava il Natale, la neve, ma sopratutto il freddo. Ovviamente questo suo amore segreto era contrapposto all'odio profondo per l'Estate, la calda e noiosa Estate.
Infine accadde forse l'unica cosa che l'Italiano s'aspettava, la donna gli tolse con garbo la sigaretta dalla bocca per accenderla ed infine restituirla al leggittimo proprietario. Quel gesto così disinvolto e femminile causò l'ennesima ondata di emozioni all'interno dell'uomo che, per quanto provasse a "resistere" (in realtà era più un attendere) lo portava sempre giù nel baratro di un sentimento che effettivamente non aveva mai provato. Nonostante andasse contro i suoi principi Maurizio si stava interrogando sulla frase "Amore a prima vista". Stava veramente provando quel sentimento che oramai pareva così lontano? In effetti era una cosa cui non aveva mai pensato, in Italia non aveva mai avuto il tempo di conoscere donne, qui era decisamente più libero, anche di sperimentare nuove emozioni evidentemente, stando attento a non cadere nel banale.

-Perdonami la scortesia, sono Maurizio Pisciottu e sì, sono Italiano-
Disse cercando di strapparle una risata, ma anche nel tentativo di dare un nome alla ragazza che, in quel momento, aveva preso il suo cuore in mano.

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 29/10/2017, 10:09





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Ecate Soxilia O'Connor
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L
e mani dell'uomo le avevano appena sfiorato la pelle pallida nel metterle sulle spalle la giacca di pelle colpendola come un Expelliarmus; quel gesto così cavalleresco ed ovvio che Lia aveva avuto la maledetta voglia di provocare, che però l'aveva scossa come presa da un brivido di freddo eppure non avrebbe saputo identificare cosa l’avesse realmente colpita di quell’attimo immobile nello spazio di un tempo inarrestabile: quell'uomo stava davvero mettendo a dura prova l'incapacità di Lia a riconoscere e spiegare i propri sentimenti era come ritrovarsi improvvisamente catapultati in una centrifuga di sensazioni vivissime e irrazionali che producevano effetti non solo sul corpo fisico ma su quel corpo aureo che il mondo contemporaneo chiamava sentimenti, certamente appena tornata a casa avrebbe fatto una ricerca approfondita su quella lunga serie di effetti che l’uomo le produceva quasi fosse un esperimento scientifico da dover relazionare. Strinse la giacca sulle spalle con una delle due mani staccandola dal braccio definito dell’uomo come a volersi realmente scaldare, e un pochino il calore del corpo dell'uomo rimasto impresso nella giacca la riscaldò, mentre i suoi occhi fissavano curiosi e attenti i cambiamenti d'espressione sul volto dell'uomo che or più che mai aveva attirato la sua attenzione nonché il suo desiderio di approfondimento. "Stasera è proprio una bella serata, se solo non avessi fatto il bagno nel lago ora non tremerei come una foglia..." replicò allegra lasciando che l'immagine di lei in quella situazione si materializzasse nell'aria fra di loro come dipinta dal fumo della sigaretta; intenzionalmente provocatoria.
Fu al presentarsi dell'uomo che Lia si rese conto di non conoscerne nemmeno l'identità ma di trovarlo già estremamente perfetto come fonte di apprendimento, come essere umano degno di essere conosciuto: che strana la vita programmava incontri casuali con persone del tutto ricche di quelle piccole curiosità che mettevano Lia sempre più in agitazione. Sorrise divertita, non che non avrebbe saputo riconoscere l'accento straniero dell'uomo dati i suoi lunghi viaggi, ma il suo ammetterlo come se dovesse spiegare qualcosa di ovvio in relazione alla sua nazionalità l’aveva fatta divertire almeno in parte. "Piacere Maurizio, io sono Ecate O'Connor... Ma per favore chiamami pure Lia, non credo di essere esattamente la persona a cui è stato dato quel nome." svelò con un'occhiolino complice scoppiando in una leggera risata, aveva voluto seguire il suo esempio portando avanti anche un leggero indizio sul fatto di chi, o meglio cosa, fosse lei in realtà regalando all’uomo almeno un attimo di informalità.
A pensarci quella serata era cominciata come un nostalgico incontro fra innamorati riconoscenti dell’inizio del loro legame e si stava mano a mano modificando in un percorso di piacevole e divertente gioco di parti dove più che un duello si poteva notare una danza leggera ove entrambi tentavano di non pestare i piedi all’altro.

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view post Posted on 10/11/2017, 17:19
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Dando ancora un paio di tiri alla sigaretta sentì la ragazza stringersi attorno alla giacca, soddisfatto della propria scelta Maurizio si diede una pacca mentale sulla spalla. Fare dei bei gesti lo rendeva sempre felice e ancor di più lo era per i risvolti che quella che prima sembrava essera una serata noiosa.
Il Lago, tutto in effetti risuonava meno strano e, da buon detective, Maurizio iniziò a collegare i punti e lo portarono sicuramente ad Hogwarts, non ricordava altri laghi nei dintorni. E perché mai una ragazza da sola andava a farsi un bagno nel lago? *Quanto avrei voluto essere con lei.* Il pensiero si tramutò all'esterno come una leggera risata e Maurizio, per non destare sospetti sui suoi pensieri peccaminosi, decise di risponderle per distrarla dal pensiero.

-E perché mai un bagno nel lago ti è sembrata una bell'idea? Cioè, non mi permetterei mai di giudicare, però dovrai ammettere che è una cosa alquanto inusuale.-
Disse cercando di giustificare la domanda.
-Ecate è un bellissimo nome! Ed è un piacere fare la tua conoscenza, Lia. Comunque ti capisco. Anche io per molto tempo ho usato un secondo nome.-
Salmo. Nella sua testa quel nome rimbombava come se un gong continuasse a suonare all'intenro di una stanza vuota, quanto si sentiva potente da piccolo quando indossava quella maschera, del resto lì dietro oltre a se stesso nascondeva tutti quei peccati che aveva commesso, tutte quelle ingiustizie che aveva commesso nel nome dello Stato Italiano. Ora risultava tutto come se due muri, l'uno di fornte all'altro, crollassero per poi tramutarsi in polvere ed infine mischiarsi, due parti così distinte ufficialmente in realtà erano un'unico grande e corrotto organismo.
Mentre era perso nei suoi pensieri i Tre Manici di Scopa, o almeno la sua insegna, erano finalmente visibili e finalmente Lia avrebbe potuto godere di un posto dove riscaldarsi e, prendersi qualcosa da bere.

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 30/11/2017, 12:34





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Ecate Soxilia O'Connor
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B
eccata. Perché in una sera d'autunno lei aveva trovato interessante fare un bagno nel lago sapendo a prescindere che poi avrebbe provato freddo? L'uomo, che parve essere attento anche a quelle piccole cose che le persone normali davano per scontato, le aveva rivolto esattamente la domanda che lei sperava non le facesse; non avrebbe potuto rispondere in modo non meno enigmatico e probabilmente scatenando maggiormente la curiosità di quello che parve essere un detective.
"Hai ragione, è inusuale e forse un po' sciocca come scelta... Ma non amo essere banale come gli altri. E poi per me il lago Nero è quasi una casa, era da tanto che non passavo a trovarlo." Rispose sorridendo sincera e schiva lasciando che ancora un piccolo pezzo della sua reale natura venisse a galla: se Maurizio avesse conosciuto alcuni dettagli sulla metamorfosi di una Veela non avrebbe faticato a capire chi avesse dinnanzi, al contrario se ne fosse stato ignaro non avrebbe saputo spiegarsi quel suo amore per il lago.
Nel citare il fatto che lui stesso aveva usato un secondo nome, Lia notò che si perse in un baratro profondo di pensieri che lo allontanarono dalla sua maledizione quel tanto che bastava da incuriosire la Veela ancora inconsapevole di tutto ciò che il suo nuovo stato aveva in serbo per lei. L'insegna della locanda era ora davanti a loro che nel silenzio ognuno dei propri pensieri avevano camminato fino al posto che ritenevano adeguato per passare quella serata; era bastato camminare lentamente fino al portone e dischiuderne l'uscio per essere travolti dal mondo che ospitava al suo interno, completamente a contrasto con quella tranquillità che mostrava l'esterno. Lia sorrise appena mentre superavano il portone, non ricordava propriamente le volte in cui da ragazza si era nascosta in quel locale, a dire il vero forse si era nascosta lì anche quel natale che aveva passato da sola osservando la neve cadere; il pensiero le lasciò dell'amaro in bocca ricordando il motivo di quella sua solitudine, era così lontano nel tempo e così vicino nella memoria che per pochi istanti Lia pensò di aver sbagliato a parlare con l'uomo e di doversene andare senza alcuna spiegazione.
"A volte il nome che ci viene dato ci rinchiude in schemi e destini già fissati... E per scapparne proviamo ad usare altri nomi non accorgendoci che per quanto possiamo provarci non possiamo scappare da noi stessi... Non trovi?" domandò un po' più filosofica e un po' meno provocatoria mentre lasciava correre lo sguardo per il locale evitando quello dell'uomo: cosa vi avrebbe visto se lei lo avesse guardato? Forse avrebbe rivisto quella ragazzina silenziosa e sola che era ancora lì, nascosta negli angoli più bui del suo essere, che non sarebbe mai andata via. Nessuna via d'uscita da quel suo io, nemmeno la morte.
PS: 163 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 24,5


 
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view post Posted on 6/12/2017, 13:17
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Continuava a trovare strano che una ragazza si facesse un bagno nel lago con questo freddo senza nascondere qualcosa sotto, ma per il momento aveva deciso di prendere la risposta per buona e non forzarla a parlare contro voglia, del resto l'aveva appena conosciuta e non voleva risultare troppo invadente, del resto aveva acquisito la maturità per conoscersi a fondo e capire che metabolizzare una persona come Maurizio non era così semplice come sembrava.
I Tre Manici di Scopa erano oramai vicini e un pensiero felice lo colse, si era immaginato di venire qua da studente di Hogwarts, di avere il tempo di lamentarsi dei professori con gli amici e di prendere il suo primo alcolico nello splendido pub. Ma aveva perso quel treno, troppo distante dal suo stile di vita, gettato in un mondo che non gli apparteneva ancora troppo giovane, così giovane che aveva preso quasi tutto come un gioco, uccidere mafiosi, catapultarsi nel loro mondo come infiltrato, era forse questo il motivo per cui era una persona così divertente, per godere quello che s'era perso in gioventù. Ma come spesso si ripeteva doveva lasciare andare i treni che non aveva potuto cogliere e dimenticare tutto, proprio mentre ne stava perdendo un altro che però avrebbe potuto raggiungere in corsa.
Entrati nel locale l'atmosfera cambiò radicalmente, stranamente il locale era pieno di gente che si divertiva, l'allegria regnava sovrana e quei pochi visi loschi che se ne stavano in ombra non risultavano per niente inquietanti. Non v'erano molti tavoli liberi visto la calca che c'era quella sera, eppure ci stavano giusto un paio di tavoli liberi da permettergli di scegliere dove sedersi. Intanto però il discorso sui nomi divenne più filosofico.

-Abbastanza, diciamo che dei recenti avvenimenti mi hanno portato a cambiare idea e a condividere la tua opinione.-
Dopo aver rinnegato così tanto il suo nome si era ritrovato a rincorrerlo come un gatto cerca di acchiappare la sua coda, ripulire il suo profilo era stata una cosa estremamente difficile anche se era sicuro che gli Auror sapessero tutto su di lui, era forse per questo che lo avevano delicatamente scartato? Un altra delle sue paranoie su quel maledetto colloquio che, per quanto provasse a mostrare indifferenza, bruciava non poco.
Si avvicinò ad un tavolo tirando indietro la sedia per la sua accompagnatrice ed invitandola a sedersi, la galanteria di Maurizio oggi era incalcolabile, si era decisamente invaghito della ragazza del Lago.

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 8/12/2017, 16:32





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Ecate Soxilia O'Connor
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L
e gentilezze dell'uomo non si placarono e gentilmente la fecero accomodare sulla sedia di un tavolo ancora libero, era piacevole essere trattati in quella maniera Lia lo ammetteva senza troppi problemi nonostante il senso di nodo alla gola che la bloccava: voleva far sapere a quello sconosciuto che le faceva bene in un modo che non conosceva, eppure qualcosa le impediva di esprimere una cosa così semplice. Si sentiva così strana. Perché un perfetto sconosciuto la faceva stare bene come i suoi genitori non c'erano mai riusciti? Che anche lui avesse una maledizione addosso che le provocava tutto questo? O era lei che era cambiata sette anni prima? Era così confusa e inconsapevole, le parve di essere in mezzo all'oceano nel pieno di un temporale.
Fu forse per quello o per il desiderio di non lasciar andare qualcosa che la faceva stare bene che Lia portò la sua pallida mano su quella dell'uomo stringendola appena. "Grazie." aveva un tono così puro e cristallino mentre diceva una cosa che non aveva un senso logico, sapeva di essere sincera come mai lo era stata e forse i suoi occhi parlavano più delle sue parole così poco capaci di esprimere tutto quello che Lia non sapeva di poter provare. Chinò appena il viso e sorrise, cercava di nascondere il collo come fa chiunque quando si sente vulnerabile; lasciò correre lo sguardo sull'uomo e quindi con una nota di irriverente divertimento domandò: "Allora, dimmi un po'... Com'è che hai lasciato il Bel Paese? E' così bello che nessuno potrebbe mai desiderare di lasciare un posto simile per la triste Inghilterra!" Lia era stata in Italia in quegli anni da fuggiasca, aveva imparato la lingua e si era avvicinata al suo amato poeta scoprendo le città che l'avevano influenzato ed ispirato; ne aveva amato ogni angolo.
C'era finalmente un clima più mite e la temperatura nel locale le aveva permesso di non provare più il freddo che le aveva lasciato il bagno al lago, anche i visi che circolavano per il locale sembravano trasudare calore ma nessuno era più caldo e brillante dell'uomo che le aveva mostrato tante gentilezze in meno di un'ora: se anche lui avesse avuto una maledizione come la sua certamente Lia avrebbe accettato di abbandonarvisi senza rimpianti. Tolse lentamente il giubbino dell'uomo e glielo porse gentilmente mentre lasciava cadere il mantello sullo schienale della sedia in modo che la parte di pelle scoperta dal bustino assorbisse il calore del locale. "Ora va molto meglio..."sospirò languida tornando ad avere quel cipiglio provocatorio e malizioso che aveva innescato la conversazione.

PS: 163 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 24,5


 
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view post Posted on 19/12/2017, 18:23
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Non v'era molto altro da dire, riguardo i sentimenti di Maurizio, il suo atteggiamento mostrava tutto, aveva perso la sua profonda ironia e la sua ingombrante personalità che solitamente tendeva a minimizzare l'altra persona con cui si ritrovava a parlare. Maurizio forse per la prima volta stava pensando e si stava incuriosendo per un altra persona e non per se stesso, era come se avesse stregato il suo essere e l'avesse chiuso in una bottiglia. Quel timido sorriso dopo il grazie fece rabbrividire l'Italiano, quel brivido fu seguito da un gesto che andava a mimare un inchino, se qualche membro della Comunità l'avesse visto sarebbe stato preso in giro per tutta la vita per quegli atteggiamenti così da "bravo ragazzo".
Sedendosi a sua volta cercò di attirare l'attenzione di una cameriera alzando una mano leggermente, senza mai distogliere lo sguardo da Ecate che nel frattempo pose una domanda alla quale raramente trovava una risposta valida.
L'italia. Amava quel posto, eppure non poteva più tornarci, in quel posto era forse uno dei ricercati magici di maggior importanza, per quanto il mondo non conoscesse il suo volto, ma solo la sua maschera, per le autorità non era così, loro sapevano chi era e cosa aveva fatto per il Paese, eppure una taglia continuava a pendere sulla sua testa.

-Beh, diciamo che sono stato costretto ad andare via, non posso più tornarci. Mi è stato portato via un sogno ho provato a riviverlo qua...-
*...e Rhaegar me l'ha portato via* ma non concluse la frase. Bruciava ancora troppo.
-Poi ho sempre sognato di studiare ad Hogwarts, in Italia la magia è molto meno "evoluta" di quella Inglese e ovviamente le scuole non sono altro che l'imitazione di quelle Inglesi o del resto del mondo. Proprio per questo motivo ho preso casa ad Hogsmeade, un giorno mi piacerebbe entrare ad Hogwarts, magari come visitatore.-
Quel pensiero gli metteva sempre tanta tristezza addosso, da piccolo aveva sempre sognato di vivere nel castello di Hogwarts, di perdersi nelle immensità di quel posto. Ma ancora adesso era rimasto un sogno ed effettivamente non aveva più molto da rimuginarci, quel treno era partito mentre lui non era in stazione, un vero peccato ma non era colpa sua.



Pronti ad ordinare
 
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Lia Soxilia
view post Posted on 6/1/2018, 12:14





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Ecate Soxilia O'Connor
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I
l mondo aveva perso il suo fascino in quel momento per la giovane Lia che si trovava a dover capire e gestire una situazione che non credeva le sarebbe mai toccata: ripensandoci, quando aveva incontrato nuovamente suo cugino avevano parlato di come lei non avrebbe mai capito e vissuto una cosa simile, Vath non sapeva della sua diagnosi infantile ma aveva creduto che fosse un desiderio di Lia evitarla, eppure ora si trovava a dover ammettere che anche a lei era stata dedicata quella piccola esperienza che certamente avrebbe portato sempre nei suoi ricordi. Non aveva interesse per ciò che le stava capitando attorno, non in quel frangente dove la sua mente così razionale stava subendo piacevolmente quella bisognosa attenzione per l'uomo. Stava bene, non lo aveva mai pensato e sentito così profondamente e così sinceramente, ma non sapeva perché forse per quel incipit della canzone che tanto le piaceva..

C'è qualcosa nell'arte, come nella natura del resto, che ci rassicura e qualcosa che invece ci tormenta, ci turba; due sentimenti eterni e in perenne lotta: la ricerca dell'ordine e il fascino del caos...Dentro questa lotta abita l'uomo...


L'aveva sentita per caso una volta, era arrivata da poco in Italia, e ne era rimasta così sconvolta e assorta che l'aveva imparata a memoria e ne aveva fatto una parte integrante di sé. era in quella lotta di ordine e caos che ora Lia stava vivendo, una lotta che ora capiva voleva vivere e tenersi stretta, per poter vivere quel senso di completezza che non aveva mai avvertito.
L'uomo le spiegò che gli avevano portato via un sogno, che aveva provato a riviverlo lì, che aveva sempre sognato di frequentare Hogwarts e che era quello il motivo del suo abitare ad Hogsmeade; Lia sorrideva, un po' assorta un po' divertita da come erano su due onde opposte in quel momento, aveva avvertito una sorta di segnale di dolore in quella frase non conclusa (empatia?) e gli strinse una mano istintivamente come se ciò potesse aiutarlo. "A volte sembra che qualcosa ci impedisca di raggiungere i nostri sogni, ma poi guardando meglio ci ha solo fatto raggiungere i nostri sogni per una via differente e con una consapevolezza più profonda e radicata... L'importante è continuare ad amare il proprio sogno." Lo aveva detto fiduciosa con un sorriso che voleva essere rassicurante. Sapeva cosa voleva dire essere bloccati e credere di non riuscire a vivere il proprio sogno, ma aveva imparato a sue spese che la vita aveva sempre un piano anche se lei non lo capiva. Forse per quello si era fatta più sotto all'uomo con uno sguardo quasi troppo sicuro e indagatorio, forse per quello non si era fatta problemi a dire una cosa che poteva essere fraintesa; o forse semplicemente aveva voglia di tornare un po' all'inizio della conversazione a quel gioco che li aveva portati a parlare seduti in un locale.
"Tu credi di essere innamorato? Credi che quell'amore che provi si possa spiegare? Che possa essere al di sopra di tutto tanto da essere un disegno già scritto?"
L'aveva detto e poi si era allontanata tornando a sorridere angelica come non fosse mai successo, aveva guardato fuori dalla finestra e si era lisciata i capelli ripensando ancora a quella canzone che l'aveva presa in modo inspiegabile. "Sai io ho frequentato Hogwarts, la prima volta che ci entri ti sembra un posto fantastico, lo trovi incredibile e magico... Poi cominci a scoprirne gli angoli scuri e le crepe, vedi la sua capacità di distruggere e di creare... Credo che la nostra "evoluzione" sia solo apparente, personalmente avrei voluto studiare magia in Italia o a Durmstrang. Ma sono amori differenti i nostri...." Un racconto che si alternava su toni tranquilli, malinconici e cupi, che sembrava richiamare alla mente ricordi che non erano belli; eppure Lia ne parlava con un sorriso costante, forse perché aveva imparato che quelle varie esperienze l'avevano portata fino a lì e ciò le metteva forza, anche se lì non era esattamente come si aspettava che fosse. Ma non aveva più senso rimuginarci, soprattutto ora che si era accorta di cosa si era persa e di cosa poteva ancora vivere. Sì, perché per quanto assurdo e illogico, Lia voleva e sperava davvero che quel suo incontro casuale la potesse portare a vivere davvero quello che vedeva negli occhi del cugino parlando di Blondie.
"Io non ho idea di cosa significa essere innamorati...." lo aveva detto in un sussurro, lasciando la frase in sospeso senza un contesto preciso che volava fra di loro; eppure non si era trattenuta dal dirlo, chissà perché.

PS: 166 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 25


 
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view post Posted on 11/1/2018, 22:17
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Aprirsi con qualcuno, sfogare ciò che tieni dentro da tanto, troppo tempo sembrava stesse funzionando per l'Italiano, si stava liberando di un peso immenso parlando di qualcosa che fino a quel momento non aveva mai detto a nessuno. Era estremamente liberatorio inoltre, quasi come una lama a doppiotaglio, stava però cadendo nella "morsa" della donna con cui stava per passare la serata e lei stava agendo perfettamente, ogni piccolo gesto gli faceva perdere sempre più la consapevolezza verso cosa si stava gettando in quel momento. Difatti non fu strano che, al gesto della donna, ricambiò la stretta fissandola negli occhi.
-In questo la penso diversamente, lotta più che puoi per i tuoi sogni, per la tua via, sempre a testa alta. Sconfitte? Ne subirai parecchie con questo modo di pensare, eppure la soddisfazione di aver percorso QUELLA via è immensa.-
Era soddisfatto e deciso della risposta, nonostante stesse lentamente realizzando la verità sul suo futuro e su quelle che erano le sue reali intenzioni. Forse un orecchio attento avrebbe potuto intuirlo, ma del resto in pochi sapevano la sua vera storia o quello che era accaduto tra lui e Rhaegar, o tra lui e il Presidente Italiano.
Eppure non erano quelli i toni giusti che avrebbero fatto intuire ciò, Maurizio pareva calmo mentre faceva quel discorso, come convinto di qualcosa che sarebbe già stato suo.
Il discorso virò poi verso un argomento che non toccava da tempo, innamorarsi. In effetti era da molto tempo che non provava ciò, forse era proprio Ecate la prima ad aver risvegliato quel sentimento che tanto visceralmente stava fuoriuscendo in questo momento.

-In questo momento? Non ne ho idea, il mio stile di vita mi ha portato, purtroppo, ad essere molto lontano da quei sentimenti, non potevo permettermi di conoscere una persona che avrei sicuramente messo in pericolo.-
Ed in effetti quello che era stato, almeno per lui, il grande amore della sua vita (per quanto avesse solo 16 anni) l'aveva perso poco dopo, in molti lo avevano definito stupido, ma lui continuava a ritenere d' aver salvato quella ragazzina da una vita orribile. Dopo quella volta aveva conosciuto pochissime donne sentimentalmente, e mai per più d'una notte.
-Come mai? Sembra strano che nessuno abbia mai perso la testa per una donna così bella.-
Avrebbe potuto raccontarle delle sue esperienze, ma era molto più interessato a sentirla parlare che non a dimostrare quanto fosse grande il suo ego. Proprio per questo quando lei ritirò la mano quasi istintivamente avvicinò la mano verso di lei, come se quel contatto mantenesse reale il sogno che stava vivendo. Fu un gesto impercettibile, ma decise infine di allungare la mano verso una cameriera, per ordinare qualcosa.



ancora una volta pronti per ordnare, ma questa volta anche in ON
 
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28 replies since 22/9/2017, 18:10   660 views
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