Colloquio di Assunzione

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Spencer Hastings
view post Posted on 23/10/2017, 11:10




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Un appartamento nel centro di Diagon Alley piuttosto piccino non basta più alla carattere esuberante di Hope che in quel momento esce da sotto la doccia, con addosso un semplice asciugamano e i capelli ancora umidi che scivolano lungo la schiena. Si sofferma qualche istante a guardare al di fuori della finestra scostando le tende bianche. Una insolita giornata di sole a Londra, sembra volerle dare il buon auspicio per quella giornata, sorride e pensa a chi può da lassù volere che quella mattinata vada in porto e nel mentre riflette sul percorso che la portata a questa scelta.
Per quasi tre anni ha voluto viaggiare per poter studiare più da vicino animali e piante che solo i maghi possono conoscere, ne era rimasta affascinata durante gli anni passati a scuola e con impegno e determinazione, aveva studiato come una squilibrata, pur di uscire con i voti migliori. Mentre si allontana dalla finestra, gli occhi si poggiano verso il tavolo, sulla pergamena ricevuta quella mattina attraverso un gufo. Il ministro ha accettato la sua richiesta per un colloquio e al solo pensiero le mani prendono la carta rilegata che conferma l’impegno preso per quella mattina, ma soprattutto la sua decisione di fermarsi definitivamente lì in Inghilterra. Lascia la lettera di nuovo sul tavolo e prende posto nella sua stanza, davanti allo specchio dell’armadio ed indossa con delicatezza e precisione il vestito scelto per quella occasione; lungo fino a metà coscia, forma a tubino e di colore rosa, sembra essere l’abito perfetto. Contorna il tutto con tacchi neri e i capelli raccolti in una coda bassa ed ordinata per fare in modo che non la infastidiscano durante il colloquio. Sospirando si dà un ultima occhiata nello specchio, afferra velocemente la borsa nera con all’interno la sua fidata bacchetta e finalmente esce di casa. Si incammina con calma vero la prima cabina telefonica che conosce come passaggio per il ministero e dopo una serie di numeri e le monete inserite nel modo coretto viene portata direttamente all'interno del ministero. Consegna la bacchetta e riceve il cartellino identificativo per poi dirigersi verso l’ufficio del Ministro in persona. Si ferma davanti alla porta di legno e l’ansia sembra volerle salire proprio in quel momento tanto che la sua decisione per qualche minuto vacilla. Prende un profondo respiro e alza la mano destra così da poter battere un paio di colpi sulla porta di legno ed aspettare di poter entrare.
 
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view post Posted on 4/11/2017, 23:29
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Il pacioso - e fastidioso - russare di Putridino le provocò uno sbuffo all'aroma di caffè.
Non aveva ancora deciso se quello che provava per quel cane abnorme fosse affetto o odio.
Di certo i suoi sentimenti iniziali si erano mitigati, adesso riusciva ad osservarlo senza che lo stomaco le si rivoltasse nelle viscere.
Si era chiesta un'infinità di volte se quei sentimenti contrastanti non fossero ancora influenzati dall'idea, ormai gaudiamente sfocata, del padrone del carlino, un essere completamente idiota che il mondo avrebbe ignorato anche da morto.
Ferma, immobile davanti alla finestra priva di tende, osservava la mole antonelliana di quella bestia sorseggiando l'immancabile tazza di caffè. Putridino occupava tutto il pavimento sotto la scrivania e produceva quintali di bava anche a livello inconscio.
Una vera, sana, sincera, incommensurabile schifezza.
Sicuramente non sarebbe stato un gran biglietto da visita, di lì a poco avrebbe dovuto sostenere un colloquio di lavoro e Merlino solo sapeva quanto bisogno avesse di forze nuove. Ma per spostare quel corpo inerte non sarebbe bastata una gru a motore babbana.
Tossicchiò, dapprima lievemente e poi più rumorosamente ma il carlino non mosse un muscolo.
Allora si chinò sulle ginocchia, inclinando la testa di lato, allungò una mano e alzò un orecchio della bestia ma l'esito fu lo stesso di prima.
Ovvero, nessuna reazione.


"Sei proprio uno stupido cane"

Sentenziò, tirandosi su.
Proprio in quel momento udì bussare alla porta.
Come per miracolo Putridino aprì gli occhi e mosse l'enorme testone in direzione del rumore. Poi emise un rantolo che le parve un boato, si spanciò per poi rannicchiarsi nuovamente, come se nulla fosse.
Anche se "rannicchiarsi" era una parola che non rispecchiava minimamente la realtà.
Con uno sbuffo di disappunto raggiunse la scrivania e si sedette sulla sua sedia.


"Avanti"

Si ravvivò i capelli, pregando che il cane rimanesse morto per la successiva mezz'ora.

 
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Spencer Hastings
view post Posted on 14/11/2017, 11:22




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Negli anni passati a scuola Hope aveva tentato di nascondere le proprie emozioni, dietro un costante volto gelido, senza farne trasparire alcuna ma non ci era mai riuscita del tutto. Per questo sua madre a volte in passato usava questo punto debole per punirla oppure riusciva facilmente a scoprire le poche marachelle che combinava. Quindi adesso che un po’ di panico le stava salendo non riusciva a nasconderlo e la cosa si intensificava con le forti fitte allo stomaco e le mani che le tremavano leggermente. Gli esami dell'ultimo anno non l'avevano poi spaventata granché, aveva tutto sotto controllo alla fine, aveva studiato e sapeva tutto ciò che il libri spiegavano. Aveva tutto sotto controllo all'epoca, certo non era stato un così bel periodo per lei, ma era riuscita a uscire con voti piuttosto alti ed era fiera di se stessa. Questo era diverso, un colloquio, non aveva nulla, a parte un bel vestito, una buona preparazione e per finire in bellezza una buona dose di ansia. Le mani si abbassarono per lisciare con cura le pieghe del vestito rosa e gli occhi chiari andarono a soffermarsi per qualche minuto sul pavimento a terra.
Prese un profondo respiro per poi far scattare gli occhi e la testa sulla porta davanti a se nell'udire la voce della donna, che le concedeva il permesso per entrare ed iniziare così il colloquio.
Spinse la massiccia porta, mentre con l’atra mano stringeva la borsa e con il passo piuttosto deciso entrò all’interno della stanza. Gli occhi castani velati da curiosità passano in rassegna ogni millimetro della stanza, giusto per qualche secondo, notando la massiccia scrivania e il piccolo tavolino rotondo poco distante, insieme alla finestra dove trovò la figura della donna che beveva quello che a lei sembrava del tè. Un sorriso cordiale e spontaneo le nacque sulle labbra rosate, accompagnando il tutto con la mano allungata verso quella figura per poi esordire con voce tranquilla le medesime parole. Buongiorno, sono Hope Anatea Dumont e vi ringrazio per avermi ricevuta. E lasciando fluire leggere nell'aria quelle parole prese ed incatenò gli occhi in quelli dell'altra, rimanendo in piedi di fronte al mobile in legno.
 
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view post Posted on 29/11/2017, 00:30
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Impossibile non notare la mise di quella donna.

"Buongiorno a lei Miss Dumont"

Si alzò e dopo essersi tirata i lembi della giacca verso il basso, per cancellare eventuali pieghe, porse la mano a Hope.

"Prego, si sieda"

C'erano due grosse sedie posizionate di fronte alla scrivania, quel giorno stranamente libere, ne indicò una a caso. La più distante da Putridino.
Non aveva la più pallida idea di quale ruolo quella donna aspirasse nè quali fossero le sue competenze. In quel - raro - caso specifico non si era documentata. O meglio, i suoi le avevano confezionato un fascicolo rosa corallo bello pacioso, fascicolo che era rimasto pressochè intonso sotto qualche pila di quotidiane priorità. Non se ne preoccupò, già in altre occasioni si era basata sul suo "sesto senso" e, spesso e volentieri, da una semplice e piacevole chiacchierata riusciva a capire se la persona che le sedeva davanti avesse una qualche utilità per il Ministero oppure no.


"Dev'essere una giornata ... uhm ... afosa .. "

Non spostò lo sguardo sulla grande finestra, i suoi conoscevano perfettamente i suoi gusti e quel giorno, come tanti altri, il cielo era di un finto color antracite.
Qualche variazione sul grigio opaco la poteva anche sopportare ma mai, MAI, il Ministero avrebbe goduto di una bella giornata.
Decise di passare al sodo.


"Dunque Miss Dumont"

Tornò a sedersi, gli avambracci poggiati sui grandi braccioli della sedia.

"Qual buon vento la porta qui?"

 
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Spencer Hastings
view post Posted on 16/1/2018, 12:21




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Dopo aver strinto con calma la mano della donna, Hope si guarda intorno ancora per qualche istante, interessata, non badando nemmeno al poco disordine che ci potesse essere. Annuì col capo alla prima domanda della donna per poi sedersi sulla sedia più vicina che però non è quella indicata dalla donna. Guardandola meglio Hope sente a pelle che la donna sia una donna forte e sicura di sé tanto da non badare, forse a parole scritte su carta, ma una donna che ama di più i fatti e le azioni. Qualsiasi sia la situazione però Hope è decisa ad avere quel posto, dovesse essere l’ultima cosa che avrebbe fatto in vita sua.
Si mosse sulla sedia per mettersi meglio comoda per poi poggiare la borsa che aveva sulle gambe e di fatto abbassò lo sguardo solo per qualche altro secondo per poi rialzarlo e ascoltare la donna che da dietro la scrivania le poneva una domanda.
Rimase sorpresa da quelle domanda, forse un trabocchetto e appoggiandosi completamente allo schienale della sedia, decise di rispondere con calma e freddezza, in fondo non aveva nulla da temere. Sarei molto interessata a lavorare nel Ministero, specificatamente mi interessa il quarto livello nell’Ufficio del Controllo e Regolazione delle Creature Magiche. Si passò la lingua sulle labbra stranamente secche per poi continuare. Ho studiato e dedico la mia vita a qualsiasi tipo di Creatura e credo che un posto come Controllatrice e Classificatrice nella Divisione Bestie, Esseri e Spiriti sarebbe l’ideale per me.
 
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view post Posted on 23/2/2018, 23:54
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Miss Dumont prese posto scegliendo la sedia sbagliata.
Oltre a essere pericolosamente vicina al cane bavoso, si era accorta già da qualche giorno che traballava.
La giovane donna, a occhio e croce, non doveva pesare un granchè ma certi scricchiolii inquietanti che aveva udito poggiando pile di fascicoli sopra la seduta le risuonarono nelle orecchie come guaiti di animali agonizzanti.
Speriamo bene, si disse.


"Dunque è esperta in creature magiche"

Lo era davvero?
Quello era un livello abbastanza vario, dagli incombenti molteplici e dalle problematiche infinite.
Ogni tre per due spuntava qualcosa di ibrido che necessitava di una sua precisa collocazione, senza contare che quelle dannate bestiacce amavano spaziare prediligendo luoghi e posti infestati dai babbani.
In effetti c'era sempre bisogno, gli entusiasmanti tète-a-tète con draghi che non avevano nessunissima voglia di tornare nei loro recinti, provocavano fughe improvvise e il ricambio era praticamente costante.
Spostò gli avambracci dai braccioli al tavolo protendendosi in avanti.


" E, mi dica, quale preferisce?"

 
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Spencer Hastings
view post Posted on 5/6/2018, 10:29




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Lasciare che i sentimenti non prendessero il sopravento e che non la portassero a sbagliare ancora, era completamente difficile per Hope. Per tutta la vita aveva tentato di mantenere una maschera di freddezza ed apparenza, ma solo con sua madre ci era riuscita anche se per poco tempo.
Lasciò che i cattivi pensieri e ricordi svanissero dalla sua mente, mentre la donna con calma si esprimeva sul fatto che fosse esperta sulle creature magiche.
Annuì per poi spostarsi di lato e poggiando quasi tutto il peso sul bracciolo alla sua sinistra, ascoltò la domanda che la donna incominciava a porgerle.
Sorrise retorica pensando che la donna non era la prima persona che le poneva una domanda del genere quando si sapeva in cosa lei era specializzata, anzi la sentiva spesso e rispondeva sempre allo stesso modo. Diretta e precisa sfrego in un gesto meccanico e senza alcun pensiero il polso destro dove la farfalla variopinta faceva la sua figura e si notava, data la sua carnagione abbastanza bianca. Sinceramente per me le creature magiche sono tutte le mie preferite, avendo ognuna di loro una qualità o un pregio diverso. Ma se vuole una risposta diretta e secca come presumo le piaccia allora le risponderei senza remore i Draghi. Fece una piccola pausa per notare qualche segno o sfaccettatura sul viso della donna per le parole appena dette per poi continuare. Sono animali per me molto affascinanti, ma ahimè poco compresi ed a volte con mio grande dolore anche sottomesse.
Finì di parlare per poi attendere che il colloquio adasse avanti, sperando di non aver in alcun modo offeso la donna dandole della donna decisa, in fondo l’aveva appena conosciuta ma ha lei aveva dato subito questa chiara impressione.
 
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