|
|
| Il pacioso - e fastidioso - russare di Putridino le provocò uno sbuffo all'aroma di caffè. Non aveva ancora deciso se quello che provava per quel cane abnorme fosse affetto o odio. Di certo i suoi sentimenti iniziali si erano mitigati, adesso riusciva ad osservarlo senza che lo stomaco le si rivoltasse nelle viscere. Si era chiesta un'infinità di volte se quei sentimenti contrastanti non fossero ancora influenzati dall'idea, ormai gaudiamente sfocata, del padrone del carlino, un essere completamente idiota che il mondo avrebbe ignorato anche da morto. Ferma, immobile davanti alla finestra priva di tende, osservava la mole antonelliana di quella bestia sorseggiando l'immancabile tazza di caffè. Putridino occupava tutto il pavimento sotto la scrivania e produceva quintali di bava anche a livello inconscio. Una vera, sana, sincera, incommensurabile schifezza. Sicuramente non sarebbe stato un gran biglietto da visita, di lì a poco avrebbe dovuto sostenere un colloquio di lavoro e Merlino solo sapeva quanto bisogno avesse di forze nuove. Ma per spostare quel corpo inerte non sarebbe bastata una gru a motore babbana. Tossicchiò, dapprima lievemente e poi più rumorosamente ma il carlino non mosse un muscolo. Allora si chinò sulle ginocchia, inclinando la testa di lato, allungò una mano e alzò un orecchio della bestia ma l'esito fu lo stesso di prima. Ovvero, nessuna reazione.
"Sei proprio uno stupido cane"
Sentenziò, tirandosi su. Proprio in quel momento udì bussare alla porta. Come per miracolo Putridino aprì gli occhi e mosse l'enorme testone in direzione del rumore. Poi emise un rantolo che le parve un boato, si spanciò per poi rannicchiarsi nuovamente, come se nulla fosse. Anche se "rannicchiarsi" era una parola che non rispecchiava minimamente la realtà. Con uno sbuffo di disappunto raggiunse la scrivania e si sedette sulla sua sedia.
"Avanti"
Si ravvivò i capelli, pregando che il cane rimanesse morto per la successiva mezz'ora.
|
| |