Sweets&Bitters Pastries, Privata

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view post Posted on 5/12/2017, 14:44
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Quando la Morte ti Sussurra… ti Chiama…
Cosa ti dà la forza di Reagire... di Non Rispondere?



Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

§ 25 Anni § Aspirante AUROR § Ex Grifondoro
Scheda PG
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Era tutto il giorno che Mìreen girava per Diagon Alley per finire le sue numerosi commissioni, ma non poteva evitarle, per tornare a vivere lì a Londra, le serviva un contro in banca, una bella revisione alla bacchetta e tutti gli altri giri da fare prima di pensare al trovare un lavoro. Distrutta e coi piedi doloranti dal gran camminare, decise di prendersi una pausa, tanto aveva pressoché finito e ora si meritava "un premio" per esser riuscita a far tutto in una giornata.

Entrare in quel negozio le suscitava un ricordo dolce e amaro, ma non potè evitare di sorridere, si guardò intorno come tornata bambina, quei colori, quegli odori, l'avevano sempre fatta impazzire e resa felice.
Lei e la sua famiglia venivano sempre lì a prendere i dolci e a farsi fare le torte dei compleanni o delle feste, quando doveva iniziare l'anno scolastico e giravano per Diagon Alley per le compere scolastiche, finivano sempre la giornata di shopping facendo tappa in quel negozio.
Suo babbo prendeva sempre da bere del thè freddo ai frutti di bosco per le sue donne e alla menta per sè, poi ordinava in aggiunta una fetta di torta per ognuno di loro sapendo alla perfezione i gusti della sua famiglia: per lui una foresta nera, per Mìreen panna e fragole e per la sua amata moglie una torta paradiso, con cui inevitabilmente si sarebbe sporcata con lo zucchero a velo e ogni volta ci avrebbe pensato lui, con somma gioia e dolcezza a ripulirla, quando poi nacque suo fratello, si aggiunse un tè al limone con una fetta di cioccolato e biscotti, ma alla fine ognuno assaggiava quelle degli altri ed era tutto un ridere e scherzare condividendo quelle delizie e affetti.
Quando poi era ora di tornare a casa, di nascosto suo padre comprava una confezione da 6 bustine da tè per la moglie che adorava farsi tisane e infusi prima di andare a dormire, soprattutto nella stagione fredda, e una scatola di cioccolatini "Tutti i gusti +1", conoscendo ormai a memoria l'aspetto di quelli dai sapori orribili, quando tornavano a casa li mangiava lui lasciando i migliori a loro, ma sua moglie un anno lo aveva scoperto così quando tornavano a casa, prendeva la scatola prima che il marito la facesse sparire e metteva da parte quelli schifosi che casualmente ogni anno erano sempre quelli che mancavano, li avrebbero mangiati loro due in una delle loro sfide o come minaccia se il maritino non aveva voglia di buttare l'immondizia.

Dopo la tragedia, quella tradizione si perse e solo Mìreen la riprese, accompagnava il fratellino a comprare il necessario per le lezioni ad Hogwarts e lo portava in quello stesso negozio per una merenda, non voleva che suo fratello perdesse quella piccola tradizione di cui lei aveva sempre goduto fino alla morte del padre, prendevano sempre la stessa torta, lo stesso bere e chiacchieravano su cosa si aspettava il fratello da quell'anno e come stava andando con l'ennesima morosina che Lyam aveva trovato per poi lasciare dopo qualche mese che aveva capito di "non esser compatibili".
Suo fratello, oggettivamente parlando era proprio un bel ragazzo, con un carattere opposto a com'era Mìreen da ragazzina: era estroverso, attirava l'attenzione col suo modo di fare da "sborone" anche se forse un po' prepotente, ma aveva lo stesso uno schieramento di ragazze che gli andavano dietro, era sempre stato così, da quando era piccolo e al parco c'era la bambina di turno che voleva dividere con lui la sua merenda e non poteva essere diversamente ora che era ad Hogwarts.
Ciò che non capiva Mìreen era perchè lui accettava di mettersi con una ragazza senza esserne veramente innamorato... forse voleva dar loro una chance per farlo innamorare, ma poi dopo un po' di tentativi lui si stancava e preferiva lasciarle, peccato che in questo modo si lasciava dietro una scia di speranze e cuori infranti che ne la madre ne la sorella condividevano, ma alla fine la vita era la sua e più che consigliarlo e dirgli la loro opinione non potevano certo obbligarlo. Solo una ragazza sembra averlo veramente "preso", ma sentendo in giro e amici suoi, pare che non lo ricambiasse per un qualche motivo e lui cercasse di dimenticarla uscendo con altre.
Era stata lì qualche mese prima col fratello, sempre in preparazione all'inizio del suo quarto anno scolastico, ma erano stati insieme per poco poichè aveva un appuntamento con la ragazza di turno, avevano ordinato sempre lo stesso e dopo due chiacchiere lui se ne era andato e l'aveva lasciata lì immersa nei suoi ricordi e con domande nella testa a cui mai avrebbe trovato risposta: "Come sarebbe stata la sua vita se non fosse successo quello che è accaduto quella notte? Se suo padre fosse ancora vivo e la loro vita non fosse stata rivoltata? Suo fratello come sarebbe cresciuto con un padre vicino?" L'unica risposta che era riuscita a darsi era che tutto sarebbe stato più semplice e bello, se suo fratello fosse diventato lo stesso un latin lover non lo poteva sapere, ma sicuramente avere una figura paterna come l'aveva avuta lei, gli avrebbe fatto apprezzare di più l'affetto che quelle ragazze mostravano per lui e che lui invece "usava inconsciamente" per andare avanti e dimenticare.

Fece un bel respiro, godendo di quel profumo dolce e accogliente che saturava l'aria del negozietto, si avvicinò al balcone, felice che le loro torte preferite c'erano ancora, ma notò anche con sorpresa che e ne erano state aggiunte più moderne come la Red Velvet e la torta Oreo.
Si mise da parte così da non dar fastidio agli altri clienti che sapevano già cosa ordinare e iniziò a osservare il balcone con le leccornie esposte passando lo sguardo di torta in torta, soffermandosi di più su quelle che per anni aveva assaggiato e condiviso con la sua famiglia.
Era estremamente indecisa, la sua solita non le andava poichè l'aveva sentita poco tempo fa', non sapeva se prendere una di quelle che rappresentavano i suoi genitori o osare con una nuova.


<< Mannaggia perchè devono avere così tanta scelta e così tanti gusti invitanti...
E se sto giro prendessi un muffin invece della solita fetta di torta? E se provassi una di quelle speciali che fanno solo d'inverno? Se no potrei andar leggera con un milkshake... >>


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Edited by LadyShamy90 - 26/12/2017, 14:11
 
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Lia Soxilia
view post Posted on 5/12/2017, 19:19





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Ecate Soxilia O'Connor
25 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]


E
rano passati pochi giorni da quel suo primo Halloween in completa armonia con il suo nuovo essere, erano passasi pochi giorni da quando aveva fatto quella proposta velata e da ciò che ne era conseguito; sapeva che rimuginarci non sarebbe servito, eppure i suoi pensieri non si decidevano a fermarsi divagando tempestosi per la sua mente minacciando di farla uscire di senno. A pensarci non sarebbe cambiato molto, tra quel suo Halloween e l'incontro con quel giovane che aveva risvegliato una parte di lei sopita che nemmeno conosceva, Lia faticava a stare al passo con la consueta normalità di cui tutti parlavano. Era forse così facile entrare in un locale, individuare qualcuno che piaceva al lato primitivo, parlare, flirtare un po' e continuare quello scambio di cortesie e carinerie fino ad ottenere l'obbiettivo animale più radicato e istintivo? Come facevano quei ragazzi a buttarsi capofitto in un discorso facendo sciogliere l'obbiettivo della caccia fino a creare quel sentimento che suo cugino stesso provava e l'aveva spinto fino alla procreazione di due splendidi bambini?
Negli anni Lia aveva imparato che il suo essere era in grado di illudere gli uomini di provare attrazione e addirittura amore per lei, li aveva visti portarle la luna ad un suo cenno e prostrarsi ai suoi piedi pur di sentirla parlare; eppure lei, che giocava con quei sentimenti, non li aveva mai provati in vita sua ed ora si ritrovava persa nel dubbio di cosa realmente fosse ciò che lei creava: era amore o semplicemente infatuazione? Era desiderio o bisogno? Ma poi cosa cambiava... L'amore non era altro che una maschera sul reale bisogno fisico di continuare la propria stirpe, di seguire l'evoluzione e di espandere il proprio ego, era un atto fisico e un contratto; ma allora perché la gente lo cercava disperata?
Ma allora come poteva Lia capire quell'assennato bisogno per l'amore, se lei stessa non ne aveva mai sentito gli effetti? Razionalmente le si poteva obbiettare che suo cugino l'amava, di un amore differente, eppure lei sarebbe stata in grado di sminuire il tutto con il semplice legame di sangue che istintivamente porta a legare con i propri cari soprattutto i più piccoli e soprattutto i maschi verso le femmine per una questione di protezione; come animali Lia sapeva distruggere le prove di quello che la gente chiamava amore, eppure sapeva che questo non l'avrebbe resa che una triste anima in pena.
Fu forse per quello che quando, camminando per una vietta di Diagon Alley, i suoi occhi ghiaccio videro l'allegra coppia abbracciare e sorridere con quella giovane non provò nulla: il suo cuore che batteva non era quello della giovane suicida, il sangue che scorreva non era puro, il volto che mostrava non era quello che aveva realmente. Colin e Amalia passeggiavano amorevolmente accompagnando una giovane bambina di circa otto anni che si entusiasmava per ogni minima cosa: era bionda e con la pelle pallida, i capelli erano sistemati in una morbida treccia composta, gli abiti di alta classe ma con evidente gusto moderno non erano altro che dei jeans e una camicetta su cui il mantello andava ad adagiarsi. Vath non glielo aveva detto. Non importava, lei era morta.
Lia si strinse nella sua giacca di lana rossa che copriva un abbigliamento completamente diverso dalla bambina che aveva appena visto, un tailleur color corallo con la camicetta menta, e si diresse verso la gelateria dove il terzetto si stava recando felicemente: la sua smania di sapere si scontrava con la consapevolezza che se l'avessero vista sarebbe stata la fine. Fu nel tentativo di seguirli che si scontrò con una giovane donna come lei che cercava di capire cosa ordinare, si voltò a guardare rimanendo leggermente perplessa: quel volto le era familiare, specie quei capelli così fuori dal normale, ma non riusciva a ricordarsi perché le immagini della bambina continuavano a sovrapporsi con quelle della donna davanti a lei in un caotico gioco che la mandava fuori di testa. "Dovresti provare la Foresta nera...." rispose appena mentre cercava di spazzare via le immagini della bambina strizzando gli occhi.
PS: 164 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 24,5


 
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view post Posted on 8/12/2017, 21:30
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Quando la Morte ti Sussurra… ti Chiama…
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Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

§ 25 Anni § Aspirante AUROR § Ex Grifondoro
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Stava ancora scegliendo la torta, più propensa a provare la torta Oreo quando sentì qualcuno venirle addosso, si girò per vedere di chi si trattasse e rimase sorpresa che a scontrarsi di una giovane e bellissima ragazza, forse aveva la sua età o poco più piccola, sembrava seguire qualcuno da come si guardava intorno.
A stupirla e affascinarla era il suo aspetto: capelli lunghi di un biondo candido e gli occhi erano simili ai suoi con la luce giusta della primavera, di un bel Acquamarina e grandi.


[ Cavolo che bella ragazza, non penso di averne mai viste di così belle! ]

La voce della giovane la ridestò dallo stato di affascinato in cui era finita, con una flebile voce le aveva consigliato di provare la "Foresta nera"... la torta di suo padre. La cosa l'aveva momentaneamente spiazzata, come faceva a sapere che era una di quelle che stava osservando? No, poteva essere solo una coincidenza, ma quella risposta l'aveva un poco destabilizzata, non se l'aspettava minimamente.
Alla fine, poteva prendere la torta di suo padre, non la sentiva da così tanto tempo che in fondo non le sarebbe dispiaciuto risentirla, però temeva i ricordi che l'avrebbero assalita mangiandola... tutte le volte che era entrata in quel negozio con la sua famiglia, le risate spensierate che avevano fatto, ignari di quello che sarebbe successo in un futuro non troppo prossimo. Era forse... spaventata? Temeva la quantità di immagini che l'avrebbero invasa al primo assaggio e senza qualcuno che la distraesse o la facesse tornare alla realtà si sarebbe persa tra i ricordi.


<< Confesso che ero incuriosita dalla torta Oreo, ma a pensarci bene è da parecchio che non la sento la Foresta Nera, devo dire che mi piaceva come torta e non mi dispiacerebbe risentirla, ma solo se la dividi con me perchè ero abituata a mangiarla in compagnia e se ora la mangiassi da sola, mi rattristerei e mi passerebbe la voglia di finire gli ultimi giri che mi mancano da fare oggi pomeriggio. >>

Sorrise incoraggiante, sperava di non sembrare strana agli occhi di quella ragazza o che non fraintendesse, così "a pelle" le sembrava una brava persona, conoscere nuove persone non le dispiaceva, era tornata a Londra, ma i suoi vecchi amici o non erano disponibili o ormai non li vedeva da così tanto tempo ed erano cambiate così tante cose, che non sapeva neanche da dove iniziare.
Aspettò che la fila al balcone si svuotasse per poi rivolgersi alla negoziante oltre il balcone e dirle:

<< Buon pomeriggio, vorrei ordinare un thè freddo ai frutti di bosco, un muffin al lampone e se la signorina qui accetta di tenermi compagnia, anche una fetta di torta "Foresta Nera"... >>


Si girò verso la ragazza in attesa di sapere la sua risposta, se non era disponibile a far amicizia con lei, l'avrebbe salutata e ringraziata del consiglio, ma non avrebbe preso la torta del padre, non aveva ancora superato abbastanza la tragedia che benchè successo anni e anni prima, sapeva già che assaggiare quello squisito e subdolo dolcetto l'avrebbe trasportata indietro nel tempo e non era pronta a ciò.
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Lia Soxilia
view post Posted on 6/1/2018, 10:48





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Ecate Soxilia O'Connor
25 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]


E
ra stato così facile dimenticarla per quei due, così semplice andare avanti nelle loro perfette vite di benestanti; li vedeva sorridere di una gioia che non aveva mai visto e di un amore che non aveva mai suscitato: che mostro, che terribile e orribile mostro era stata per quella famigliola così dolce? Quel suo provare niente ora si era riempito di rimpianto, di amarezza e di abbattimento; per tutti quegli anni aveva incolpato i suoi genitori per ciò che le avevano fatto, ora si ritrovava a pensare che era stata lei a causare il tutto, con suo enorme sconforto.
La ragazza davanti a lei sembrava essere caduta vittima della sua maledizione e ciò destabilizzò Lia che fino a quel momento aveva creduto solo gli uomini cedevoli al suo fascino: ma allora se chiunque poteva cedere a quell'incantesimo infausto e ingannevole, come avrebbe mai fatto Lia a poter vivere con ciò che le stava accadendo? Perché qualcosa era cambiato dalla sua morte, qualcosa di terribile e adorabile che l'aveva resa soggetta ad un caotico vortice di insensatezze e incomprensibili situazioni sensibili che la sua anima non riusciva a spiegare.
Sorrise alla giovane che aveva raccontato qualcosa sulla torta, Lia era troppo assorta per riuscire ad ascoltare bene, e che la invitava a dividere la torta da lei proposta: che cosa strana, quella torta era uno dei pochi ricordi piacevoli che aveva dei suoi, ora avrebbe dire un ricordo felice ma al tempo quella parola non aveva un significato per la piccola Ecate. Seguì distratta la giovane di cui ancora non conosceva il nome, e quando al suo cenno dovette rispondere se prendere o meno la torta sorrise al garzone: "Accetto volentieri." La sua vita era cambiata ed ora era il momento di darle una svolta definitiva, se prima Ecate non avrebbe minimamente accettato di avvicinarsi ad un essere umano che non poteva calcolare e manovrare a suo piacimento o che non fosse dotato di una follia simile alla sua, ora Lia voleva avvicinarsi alle persone e scoprire quello che si era persa quello che faceva splendere gli occhi del cugino e di quelle persone che vivevano una vita fatta di emozioni irrazionali e inspiegabili.
"Aggiunga anche una te caldo al gelsomino, per favore"
Avrebbe atteso pazientemente che il garzone preparasse l'ordine per poi accomodarsi con la giovane ad un tavolo libero della sala e prepararsi a quella che sembrava uno perfetto incontro casuale; fino a qualche attimo prima si chiedeva come facessero le persone ad incontrarsi e trovarsi, ora aveva capito che alla fine era un gioco di casualità intenzionali gestite dal gioco essile delle tre donne che armate di tela, filo e forbici osservavano le vite dei mortali scorrergli fra le dita. "Sono Ec....." si stava per presentare quando qualcosa le disse che non era più giusto presentarsi così, quindi ricominciò. "Sono Lia O'Connor, piacere di conoscerti."
PS: 164 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 24,5





OTT:un te caldo al gelsomino e la fetta di torta da dividere con Lady
 
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no'one
view post Posted on 15/1/2018, 12:33




La porta trillò per l'ennesima volta quel giorno. Fuori la temperatura non era delle più clementi, ricordava bene un vento freddo e pungente, di quelli che ti stringono la pelle delle guance in un pizzicotto carico di spilli; molti erano ricorsi ad una calda e dolce pausa tra un giro di spese e altro.
Ad ogni giorno che mancava a Natale corrispondeva un aumento della folla lungo il viale, delle ingombranti confezioni regalo, del rumore, delle luci e dei colori. All'interno del negozio le cose non miglioravano poi molto, il tutto era solo più attutito, tranne che per le varie borse che arricchivano il passaggio da un tavolo all'altro, andando a creare un percorso ad ostacoli.
Ormai si era abituata a tutta quella confusione e riusciva a trovarvi i suoi lati positivi.
Un profumo dolce, speziato e rilassante inebriava la stanza. Solo voci di gente ai tavoli, cucchiaini che sfioravano tazze e di passi veloci. Il bancone era pulito, le torte riposte nella loro teca, brillano invitanti e tutte le stoviglie ordinate, in attesa del prossimo avventore. In quel breve turno, di quel giorno che prestava la fila al Natale, si sentiva soddisfatta del suo operato, di non aver commesso ancora errori.
*Elhena potrebbe essere quasi fiera di me!*
Immersa in una bolla pensierosa si perse il passaggio di un cliente all'altro, non accorgendosi subito delle due ragazze davanti a lei. Per fortuna la tolsero dall'imbarazzo senza nemmeno saperlo, dicendole quello che volevano, senza esitazione.
"Arrivano in un baleno!"
Veloce preparò le bevande e la torta, lasciando che il profumo di cacao le facesse svolazzare le farfalle nello stomaco.
"Ecco qua ragazze, in totale sono 1 galeone e 2 falci. Se doveste aver bisogno di qualsiasi cosa, mi fate un cenno e sono subito da voi"
Avrebbe atteso il pagamento dell'ordine, per poi salutarle con un sorriso, augurando loro buona merenda.


Scusate per l'attesa nella risposta.
Buon divertimento :fru:
 
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view post Posted on 17/1/2018, 01:39
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Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

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Mìreen fu felice che la ragazza accettò di condividere con lei la torta che rappresentava suo padre, mangiarla in compagna avrebbe fermato la marea di ricordi che l'avrebbero assalita, mantenendola concentrata sul presente per non far brutta figura con la ragazza appena invitata.

<< Io mi chiamo Mìreen Fiachran, il piacere è mio Lia, grazie di aver accettato di tenermi compagnia, ti sarò sembrata strana con la mia richiesta, ma spero di non averti fatto brutta impressione già da subito... >>

Accennò ad un timido sorriso imbarazzata, in fondo aveva accettato di condividere la torta quindi se anche la considerava stramba, era ancora al livello "accettabile", sperava di non arrivare al punto "scappo via a gambe levate o fingo di avere un impegno urgente?", in quel caso il suo umore sarebbe sprofondato sotto terra...
Tentativo dopo anni di fare la prima mossa nel conoscere qualcuno e lo faceva scappare? L'autostima ne avrebbe risentito non di poco.


Appena la ragazza dall'altra parte del balcone finì di preparare le loro ordinazioni e le appoggiò sul balcone per poi dire il prezzo finale, si sbrigò a estrarre l'ammontare dal suo portafoglio, prima che lo facesse la ragazza, allungo alla giovane negoziante i soldi << Ecco a lei! >> e con gentilezza ringraziò per il "Buona merenda" mettendo via nella borsetta il portamonete così da avere di nuovo le mani libere.
Si girò verso Lia sorridente, porgendole il suo thè caldo e la torta, mentre lei prese il suo freddo e il muffin, per poi dirigersi ad un tavolo libero poco distante, mentre si sedeva davanti a lei, sentiva riaffiorare una sensazione che credeva di aver soppresso completamente quando aveva deciso di cambiare dopo la tragedia... eppure eccola sbucare fuori dal più lontano angolo del cuore... una leggera timidezza verso quella nuova conoscenza le fece ricordare la piccola timida Mìreen, dolce e pacata che faceva il possibile per non attirare l'attenzione su di sé, ma purtroppo era inevitabile quella reazione, aveva incontrato una ragazza e stava provando a far amicizia dopo così tanto tempo che non aveva contatti "umani" con qualcuno che non conoscesse la sua famiglia finendo intimorito dalla sua presenza... Erano entrambe sconosciute agli occhi dell'altra, niente pregiudizi, niente antiche leggende o chiacchiere tra compaesani e niente passati in comune, solo una fetta di torta.
Disse con dolcezza rivolta alla bella ragazza davanti a lei:


<< Hai accettato la mia proposta di mangiare la torta insieme, era il minimo offrirti la merenda, non sai da quanto agonizzavo risentire quella torta, ma è legata a... tanti ricordi... Era la preferita di una persona che... ora non posso più vedere... e non me la sentivo di ordinarla e mangiarla da sola. >>

La sua voce si era fatta bassa, con una punta di tristezza sfuggita al controllo, incerta sulle parole da utilizzare per spiegare il motivo per cui aveva chiesto la sua compagnia per mangiare quella che poteva benissimo sembrare una semplice, deliziosa, fetta di torta. Non riusciva a pronunciare facilmente la parola "morto", eppure era passato tanto tempo, doveva ormai aver superato, ma se poteva evitarlo lo faceva, non voleva che poi la ragazza provasse pena o compassione per lei tanto da comportarsi diversamente da come era di solito, era successo così tante volte che ormai aveva imparato che se non era l'altra persona a chiedere di esser più precisa sul "non poterlo rivedere" lei per prima non lo specificava, naturalmente glielo avrebbe detto se richiesto, infondo non era mica la prima ragazza che perdeva un genitore per un qualche motivo (e in un qualche modo).

Appena seduta, diede una sorsata al suo thè ai frutti di bosco, ma si pentì subito di aver preso quello freddo, fuori dal cafè c'era un tempo decisamente gelido, lì dentro si stava bene, ma invece di scaldarsi stava buttando giù una bevanda anch'essa fredda da brava furbona.
Un
<< Brrrrrrr >> le sfuggì dalla bocca e un brivido le precorse tutto il corpo, ma infondo il freddo non era mai stato un problema per lei, abituata com'era ai climi dell'Irlanda del nord, si sarebbe scaldata correndo per le ultime commissioni che le mancavano prima di tornare al calduccio di casa sua.
Il suo sguardo passò prima dal suo thè di un bel color rosato, poi si diede un'occhiata intorno senza prestarci particolare attenzione, per posarsi infine sulla torta. Da quanto non se la trovata sul proprio tavolo, così vicina...? L'aspetto era sempre così invitante e il profumo di cioccolato che ad ogni respiro la invadeva, non faceva che aumentarle l'acquolina in bocca e un altro sentimento che dentro il petto stava risalendo dal cuore... maledetto cuore, stava cercando di ricordare l'ultima volta che l'aveva mangiata, ma per fortuna la sua testa lottava determinata a restare ferma a quel momento, non voleva ricordare il passato, voleva solo godersi il presente, quel piacevole pomeriggio con una possibile nuova amica... se non rovinava tutto coi suoi dolci-amari ricordi e i sentimenti contrastanti.
Sicuro non voleva essere la prima ad assaggiare la torta, così attese che fosse Lia a fare gli onori di casa e per convincerla disse, fingendo un'allegria e una spensieratezza che in parte non aveva, ma che le servivano per allontanare la leggera tensione che si era creata quando aveva giustificato il motivo della sua "proposta di condivisione":


<< Mamma mia che buon profumo che fa questa torta! Dai dai assaggia, io ho anche il mio muffin ai lamponi da mangiare. Lo vuoi sentire? E' uno dei miei preferiti! A casa ho provato a rifarli, ma qui hanno un sapore ineguagliabile, per me c'è una sorta di ingrediente segreto che ti fa diventare dipendente ai loro dolci. >>

Con una leggera difficoltà staccò un pezzetto di muffin e se lo portò alla bocca, non era stato facile "tagliare" un così morbido dolcetto solo con un cucchiaino, ma non le sembrava educato e igienico usare le mani se poi Lia aveva piacere di sentirlo, il sapore era così buono e si sentivano così tanto i lamponi che un'espressione di puro piacere le comparve sul viso lasciandole una faccia da ebete che probabilmente l'avrebbe fatta salire di posizione sulla scala della stramberia, ma come faceva a mostrarsi impassibile con quella piccola delizia in bocca?

§ PS: 163 § PC: 110 § PM: 110 ஜ EXP: 23.5
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Mi scalo 1 galeone e 2 falci dal conto in banca.
Quanti falci servono per fare 1 galeone che non mi ricordo? :P
 
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Lia Soxilia
view post Posted on 22/1/2018, 12:03





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Ecate Soxilia O'Connor
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R
imase interdetta quando Mireen bloccò sul nascere il suo tentativo di pagare quella che poi definì in modo infantile merenda; era stato come un fulmine a ciel sereno, una cortesia che avrebbe lasciato col sorriso chiunque ma non Lia, lei ne era rimasta travolta e scombussolata come quando aveva visto quella famigliola felice che non era più la sua. Ma perché dopo sette anni, dove non aveva mai rivolto un pensiero ai suoi genitori, vederli allegramente passeggiare con una bambina l'aveva così debilitata? Sentiva il cuore battere rapido e una voragine consumarle le forze quasi come se quei visi allegri la disgustassero e ferissero, eppure non sapeva dire il perché in fondo erano solo quei genitori a cui voleva farla pagare e una bambina a cui davano affetto incondizionato.
Lia cercò di evitare che l'espressione turbata le comparisse per un lasso di tempo superiore alla frazione di secondo, e seguì la giovane ad un tavolino dove avrebbero consumato quell'incontro turbolento. Le sorrise osservando come la sua scelta nell'ordinare una bevanda fredda ora fosse rimpianta, Lia ricordò che in una situazione simile Vath le aveva offerto la sua bevanda calda ed aveva sorriso vedendo che lei accettava riscaldandosi; provò ad imitare quel ricordo, un po' come i bambini appena nati imitano il comportamento dei genitori. "Vuoi un sorso del mio te caldo? Potrebbe riscaldarti da questo freddo..." Era titubante, forse Mireen l'avrebbe scambiata per una che non voleva chiederlo mai avrebbe pensato che una donna della sua età potesse non conoscere cose come il contatto sociale; eppure Lia aveva mosso la tazzina verso la sua compagna di merenda e aveva tentato un sorriso di benevolenza e dentro di lei avvertì come una sorta di calore che non avrebbe saputo spiegare. Ringraziò che la giovane parlasse così facilmente quasi come se fosse in una condizione di tensione o disagio e l'ascoltò attentamente, tentando invano di allontanare la voragine che ancora avvertiva crearsi dentro di lei; Mireen parlava della torta, di come fosse la preferita di qualcuno che non potesse più vedere, le parve di perdere un battito e di avvertire un vuoto gelato simile a quello creato dei Dissennatori che aveva incontrato eppure lì Dissennatori non ce n'erano c'era solo la giovane ragazza che fissava con uno sguardo strano la torta.

..Quando si avvicinano a una persona i Dissennatori ne strappano ogni pensiero lieto, poiché essi si cibano appunto della felicitá altrui svuotando le persone intorno a loro di ogni pensiero gioioso fino a farle impazzire dalla disperazione. ....

Lia ricordò le parole con cui aveva studiato i Dissennatori e improvvisamente le parve di capire cosa fosse quel gelo e quello sguardo: Mireen era triste, una tristezza che pareva disperazione; ma allora perché anche Lia l'avvertiva? Era riuscita a capire cosa fosse la tristezza, ma non capiva perché la provasse anche lei; non sarebbe stato facile definire quello che le era successo ma avrebbe cercato spiegazioni una volta rientrata, per il momento provò solo a copiare quei gesti che aveva visto fare. Allungò una mano invitando Mireen a stringergliela e sorrise appena per poi parlare dolcemente: "Quella persona che non puoi più vedere doveva essere importante, forse la sua assenza ti farà male per sempre ma credo che ci sia un modo per fartela sentire più vicino... E credo che questa torta sia il modo con cui quella persona ti abbraccia e ti ricorda che sarà sempre vicino a te..." Aveva sentito dir quelle parole in un discorso simile quando i pazienti morivano, lo aveva adattato e aveva seguito il consiglio della ragazza che l'aveva incitata ad assaggiare la torta: conosceva il sapore di quella torta in modo minuzioso e preciso, ma per la prima volta aveva scoperto che mangiarla le portava alla mente il ricordo di quando aveva letto per la prima volta la Divina Commedia tanto che si sollevò la manica per guardare il suo tatuaggio argentato.
"Conosco benissimo questa torta, la mangiavo da bambina... Ma sai, oggi per la prima volta ho sentito un sapore che non credevo esistesse e ti voglio ringraziare perché non guardavo questo tatuaggio da otto anni."Poi aveva tagliato un bocconcino e lo aveva spinto verso la ragazza facendole l'occhiolino. "E tranquilla non mi sei sembrata strana, solo mi sembri familiare."
PS: 166 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 25




Scusa per il ritardo Lady
 
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view post Posted on 6/2/2018, 21:42
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Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

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Mìreen ringraziò per la gentile offerta, ma non volle approfittare della gentilezza di Lia, così con un sorriso le fece No con la testa:

<< Grazie sei gentilissima, ma non ce n'è bisogno. Se poi mi sentirò congelare, mi prenderò qualcosa di caldo, ma per adesso sto bene anche perchè qui dentro c'è un bel caldino quindi per adesso sto bene, ne pagherò le conseguenze quando uscirò da qui! >>

Il fatto che la ragazza avesse capito cosa intendesse con "persona che non poteva più vedere" la rassicurò, almeno non doveva essere lei a specificare, ma quando allungò la mano in un muto invito a stringergliela, non seppe come comportarsi... era felice di aver fatto una nuova amicizia, ma quello le sembrò un gesto un po' "azzardato" per due persone appena conosciute... guardò quella delicata mano vicino alla sua e una strana sensazione si diffuse dentro di lei...
Un piccolo gesto di affetto,
una mano allungata verso di lei,
la promessa di un contatto umano diverso dalla sua famiglia, una piccola fonte di calore in quel suo mondo freddo...
Da quanto tempo nessuno le mostrava tanta gentilezza di una mano che, senza secondi fine, stringe la sua?
Al suo villaggio aveva amici, ma nessuno si era spinto troppo oltre la semplice amicizia per le voci che giravano sulla sua famiglia e sulle sue origini, avevano paura che lei non fosse "umana", credevano che la sua famiglia nascondesse un segreto e nessuno voleva rischiare di finire in mezzo a leggende ancora avvolte nel mistero e nell'ignoto.
Stringere quella mano significava corre il rischio di aprire una porticina nel suo cuore, la possibilità che un affetto diverso dalla sua famiglia potesse entrare nella sua vita, ma era una buona cosa o un rischio?
Era un'occasione o avrebbe creato una crepa nel suo cuore, una falla nella sua "armatura" che poi in futuro sarebbe stata costretta a richiudere rimanendo con solo delusione e rammarico com'era successo in passato?
Ma alla fine cos'aveva da perdere nel provare a fidarsi di nuovo?
Suo padre le diceva sempre che non aveva senso affermare se una scelta era sbagliata o giusta, se prima non aveva rischiato... bisognava correrli certi rischi se voleva crescere e migliorare la propria situazione, se poi non succedeva niente o finiva male, almeno ci aveva provato ed era tutta esperienza da cui imparare.

La vita era fatta di rischi, stava a noi scegliere quali eravamo disposti ad affrontare e quello era un rischio che voleva correre.
Lentamente, un po' titubante e intimorita allungo anche lei la mano verso quella della ragazza, il calore che sentì le pizzicò le dita, ma era una sensazione piacevole che accolse di buon grado.
Abbassò lo sguardo guardando il proprio muffin e con voce bassa disse alla ragazza seduta davanti a lei:


<< Grazie per questo gesto e per le tue parole di conforto... neanche ci conosciamo eppure mi hai mostrato una gentilezza che da tempo non ricevevo, tranne che dalla mia famiglia. >>

La osservò alzarsi la manica e guardarsi il braccio su cui con la coda dell'occhio vide qualcosa di argentato che poi lei stessa le disse di essere un tatuaggio, non si aspettava un ringraziamento da parte sua, quella torta significava qualcosa per entrambe le ragazze sedute a quel tavolo, forse...

[Che possa chiedere del suo tatuaggio o sembrerei invasiva? Non vorrei infastidirla con la mia curiosità, ma vorrei sapere qualcosa di più, infondo si è mostrata così dolce... se ho modo anch'io di consolarla ne sarei più che felice...]

<< Non vorrei essere maleducata, ma... potrei vedere anch'io il tatuaggio di cui parli? Solo se te la senti, infondo anch'io ho tatuaggi... cicatrici nascoste... che non mostrerei se non me la sentissi, e se la tua era da 8 anni che non la guardavi, deve avere un significato molto importante... >>

L'aveva osservata tagliare in bocconcino di torta verso di lei come per incoraggiarla...
Era giunto il momento.
La torta che non sentiva da prima della morte del padre era davanti a lei.
Con mano quasi tremante, allungò la sua forchetta e inforcò quel piccolo pezzo... piccolo, ma pieno di significato.
Le bombe sono armi babbane piccole, ma una volta innescate sono in grado di uccidere persone, ecco quel pezzo di torta era per lei una bomba, perchè appena l'avrebbe messo in bocca un'esplosione di sapori e ricordi l'avrebbero invasa.
Era veramente pronta? Ne aveva il coraggio?
Lentamente lo avvicinò alla bocca, l'odore di cioccolato era sempre più forte e chiudendo gli occhi, se lo mise in bocca e iniziò a gustarselo.

Come previsto la sua mente tornò a quell'ultima volta... anni prima... una vita fa'...

CITAZIONE
<< Mìreen, so che ti piace, ma non mangiartela tutta! Hai la tua alle fragole e panna da mangiare, poi dici che sei piena e mi tocca finirla a me. >>

<< Come che ti dispiaccia, vero Ryan? Fosse per te, ti mangeresti l'intero negozio commessa compresa.
Oh Lyam, ti sei tutto sporcato con lo zucchero a velo! Te lo avevo detto di non soffiarci sopra! >>


<< Avrà voglia della neve, questo Natale quando andiamo dalla nonna gli insegnerò a pattinare sul ghiaccio, così la nostra ragazza non sarà più l'unica a cadere come un sacco di patate. >>

<< Ahahahah sacco di patateee! Ti ha dato del sacco di patate! >>

<< Ah ah... simpatico daidí! Ti farò vedere come sono diventata brava, mentre eri in missione mi sono allenata con la mamma l'anno scorso! >>
daidí = papà


<< Oh Sì caro mio, ora le donne in famiglia a saper pattinare battono i maschi 2-1 e ne passeranno di anni prima che nostro figlio sappia pattinare bene come noi, quindi almeno per un po' resteremo in vantaggio! >>

<< Lo vedremo! Se riesco a far imparare a Lyam a pattinare sul ghiaccio, o almeno a stare sui pattini, essendo piccolo vale doppio e saremo 2-3 per i maschetti vero Lyam! le battiamo queste donnette?! >>

<< Sììììì donnetteeee!!! >>


<< Ahahahahahah >>

Una risata generale esplose, ma era solo nella sua testa, una risata sincera e genuina, di una famiglia che progetta le proprie vacanze di Natale, una pattinata sul ghiaccio, mentre mangia un dolce tutti insieme spensierati.
Non sanno cosa di lì a pochi mesi succederà. Non sanno che quelle vacanze non le faranno mai, suo fratello non imparò a pattinare quell'inverno, come neanche in quelli successivi. Lei non toccò più un pattino come pure la madre.

Una Mìreen molto più giovane rideva davanti a lei, nella sua testa...
mentre quella adulta del presente non potè trattenere le amare lacrime che subdole avevano aspettato il momento giusto per scendere.
Il fastidioso rumore di una sedia strascinata sul pavimento qualche tavolo dietro di lei la fece riportare al presente e il viso di Lia si fece strada tra le nebbie del passato, ricordandole che non era da sola e non era buona educazione estraniarsi dal mondo quando si era in compagnia di qualcuno.
Sbattè più volte le palpebre nel tentativo di asciugare la patina di lacrime che le offuscava la vista, appoggiò la forchetta sul piattino e con la manica si asciugò il viso come una bambina che non vuole farsi scoprire a piangere in pubblico.
Prese un profondo e lungo respiro, cercò di ricacciare le immagini e i suoni dei proprio ricordi in un angolo buio della mente e controllando la voce disse:


<< Buona. Come me la ricordavo. Forse anche di più, dopo tutto questo tempo che non la assaggiavo...
Grazie per avermi dato l'occasione di risentirla... come immaginavo, senza qualcuno con cui dividerla, non ce l'avrei fatta a risentirla... >>


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Lia Soxilia
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Ecate Soxilia O'Connor
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G
entilezza, così aveva detto che si chiamava il gesto di Lia che fissava un po' stranita un po' sorpresa come quelle mani strette unissero due persone che non si conoscevano neppure: perché improvvisamente lei sentiva il bisogno di raccontargli tutto di sé? Perché quella ragazza le sembrava adatta ad ascoltare quelle parole che non aveva avuto il coraggio di dire o di ammettere fino a prova contraria? Con che logica Lia poteva pensare che fosse giusto renderla partecipe di quell'ammasso di complicate esperienze e caotici viaggi che aveva compiuto alla ricerca di quale fosse il suo posto? Ad essere sinceri, Lia non lo sapeva. Lo sentiva. Eppure fu Mireen a coglierla in contropiede rompendo tutte le congetture che stava elaborando e quasi costringendola ad esporsi in modo quasi patetico, ma era la cosa giusta lo era davvero. Avvicinò il braccio marchiato alla ragazza in modo da farle vedere e chinò il viso sul suo te caldo cercando le parole di un racconto che non sapeva far cominciare.
"Non ha esattamente un significato importante, ma è legato ad un ricordo molto forte... Una cosa che mi ha cambiato in modi che tutt'ora non capisco...." la voce era quasi un sussurro velata di malinconica tristezza che Lia sembrava servare da così tanto tempo da esserne completamente intrisa. "Forse non dovrei parlartene... Nemmeno ci conosciamo... Eppure più parliamo più sento che tu puoi capire... Assurdo perché non si può spiegare una cosa dicendo che la senti, ma è così.... Vorrei poterti dare pro e contro di questa sensazione ma non esistono... E ciò mi mette in crisi, forse l'avrai notato..." Un mezzo sorriso imbarazzato mentre con due dita faceva girare il cucchiaino nel te senza un esatto motivo, forse sbagliava a fidarsi ed esporsi in quella maniera ma sentiva di doverlo fare e ciò le causava una tale incomprensione che quasi non sapeva se era veramente lei a sentire tutto ciò. "Questo tatuaggio lo feci a sedici anni, la prima volta che non tornai a casa da Hogwarts... E' di un poema babbano che mi è sempre piaciuto... Ma stranamente si è legato ad un ricordo diverso, più cupo, e non ho voluto più guardarlo per timore di rivivere quel ricordo... Un po' come tu non hai mangiato questa torta per la morte di questa persona cara.... Solo che il mio ricordo non riguarda nessuno tranne che me stessa...." Un lungo sorso di te mentre riviveva quegli attimi prima di morire, mentre sentiva l'acqua del lago trascinarla nell'abisso e riempirle i polmoni, mentre il cielo tumultuoso le si imprimeva negli occhi stanchi di combattere e il cuore furioso batteva l'ultimo istante della sua vita; pochi istanti dove non aveva sentito paura o dolore ma solo quella rabbia e quella voglia di vendetta che l'aveva portata al lago davanti ad Ecate, poi l'acqua l'aveva come spinta in superficie e lei aveva preso aria a grandi boccate, viva senza esserlo davvero. Mise giù la tazza sul piattino elegante e fissò i suoi occhi cristallini in quelli della giovane, una determinazione a parlare grande solo come la potenza di quel ricordo che in parte la schiacciava e in parte la innalzava. "Questo tatuaggio mi ricorda il mio suicidio... poco dopo aver preso i MAGO... Ero ancora ad Hogwarts e provavo rabbia e odio e voglia di vendetta.... Mi annegai nel lago Nero, sentii il mio cuore smettere di battere e la vita abbandonarmi. Mi ricordo ogni secondo di quel giorno e questo tatuaggio è come un promemoria indelebile."
Notò Mireen estraniarsi mentre assaggiava la torta e per un attimo anche lei sentì i ricordi ricadergli addosso: la risata appena percepibile del padre, quei vezzeggiativi che sua madre usava, la sua voce che chiedeva di averne ancora; era come se quella piccola Ecate fosse davanti a lei accompagnata da un padre che non ricordava così e cercasse di portarla con sé in un mondo non proprio uguale a com'era diventato. Durò solo pochi attimi perché le figure della famigliola seduta lì accanto si alzarono facendo rumore per uscire e andare chissà dove, forse a prendere le cose per Hogwarts.
"Grazie a te... Non credevo che questa torta e fissare il mio tatuaggio potesse sconvolgermi così tanto, ma tu mi sei stata vicina...."
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Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

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Era così felice che anche lei sentiva quella specie di legame, quel filo invisibile che le univa, come che il destino o gli Spiriti avessero condotto entrambe in quel negozio e solo guardandola Mìreen non aveva sentito la necessità di allontanarla, anzi lei stessa le aveva proposto di mangiare insieme la torta nella speranza di far conoscenza con quella bella ragazza che al solo ingresso aveva fatto voltare tutti presenti.
Dopo aver assaggiato la torta si era così tanto persa nei suoi ricordi che il suo cervello aveva solo registrato quello che la ragazza le aveva raccontato riguardo al tatuaggio senza elaborarlo, ma adesso che si era "ridestata" dai suoi pensieri grazie al rumore della sedia strisciata, le erano tornate in mente le sue parole e uno sguardo dispiaciuto e preoccupato era comparso sul suo volto.
Le aveva stretto più forte la mano e osservando il tatuaggio argentato sul braccio di lei, le disse con voce sincera e triste:


<< Mi dispiace per quello che ti è successo, non potevo immaginare che quel tatuaggio fosse collegato ad un evento tanto doloroso, non te lo avrei chiesto risparmiandoti di dover ricordare...
So quanto i ricordi possono esser imprevedibili e tornare nei momento meno opportuni...>>


Non si aspettava una simile confessione, infondo erano ancora pressochè due sconosciute che si erano appena incontrate in un Cafè, di solito le "normali" ragazze quando si conoscono per la prima volta parlano di cose superficiali come saldi, l'ultimo telefilm visto o in caso di streghe, gli ultimi gossip del Ministero... Iniziare un'amicizia parlando di eventi così traumatici avrebbe creato subito un rapporto stretto bruciando le tappe o rischiavano di "spaventarsi a vicenda"? No, quella sensazione di sicurezza e comprensione che condividevano non poteva portarle ad allontanarsi, così decise di confidarle quello che era un segreto per tutti tranne che per poche persone a cui l'aveva raccontato...

<< Sei stata così sincera con me e non so cosa me lo fa dire, ma sento che di te posso fidarmi e voglo condividere con te anch'io qualcosa di molto personale.
Anch'io mi porto addosso un "ricordo doloroso", impresso sulla mia pelle per sempre... marchiato a fuoco se così si può dire. >>


Si allungo verso di lei e appoggiando i gomiti sul tavolino, abbassò lo scollo della maglietta in modo da scoprire un po' di decoltè, scostò il medaglione da cui non si separava mai, e una cicatrice ben visibile risaltò subito sulla sua bianca pelle, sopra allo spacco dei seni.
Aveva una precisa forma, una perfetta triquetra della dimensione di un palmo di mano, quasi fosse un tatuaggio rosato, ma da così vicine, abbastanza da mostrare alla ragazza il segno, in una posizione da impedire la visuale ad occhi indiscreti, si vedeva bene che era proprio la cicatrice di una vecchia scottatura.
Dopo aver aspettato in quella scomoda posizione che la sua nuova amica avesse visto, tornò a sedersi al suo posto, rimettendo a posto la maglietta e continuò a raccontare:


<< Questa cicatrice me la sono procurata la notte che mio padre, la persona scomparsa accennata prima, è morto. E' stato assassinato da un Mangiamorte che non contento ha appiccato fuoco all'intera casa e per salvare mio fratello ho attraversato quasi tutto il piano terra letteralmente in fiamme... ormai le alte temperature create dalle fiamme avevano surriscaldato questo ciondolo che porto sempre con me... - alzò il ciondolo che poco prima aveva accostato e che non aveva rimesso al suo posto, sotto la maglietta - ... il metallo rovente mi ha bruciato la carne e anche se lì per lì quasi non me n'ero accorta, occupata com'ero a salvare me e il mio fratellino, quando poi mi sono svegliata in ospedale ho potuto sentirlo tutto il dolore della bruciatura...
Hanno detto che era stata quasi una fortuna che fossi svenuta per la troppa esalazione di fumo, il medaglione era così attaccato alla mia pelle da sembrare fuso e staccarmelo con me conscia avrebbe fatto un male indescrivibile.>>


Una smorfia le passò sul viso, la sua mano destra per tutto il racconto era stata premuta sulla cicatrice, ogni volta che ricordava quella notte sembrava "risvegliarla" e un forte bruciare si diffondeva come che avesse ancora il metallo rovente attaccato alla pelle, ma quando andava per toccare l'amuleto lo trovava freddo e ad essere leggermente calda era solo la pelle cicatrizzata... ma forse era solo una sua impressione.
Ugualmente prese il bicchiere col thè freddo e se lo portò al petto per un po' di sollievo, per poi riappoggiarlo sul tavolino poco dopo lasciando anche ricadere il ciondolo tenuto nella mano sinistra fino a quel momento.


Osservava distratta la torta quando il suo cervello elaborò un'altra frase "scioccante" detta dalla giovane prima e che subito le comparve una distorsione della realtà: "Questo tatuaggio mi ricorda il mio suicidio...", "Mi annegai nel lago Nero, sentii il mio cuore smettere di battere e la vita abbandonarmi."

[Aspetta, ha detto SUICIDIO?! ANNEGATA?! Come fa allora ad essere qui davanti a me se è effettivamente morta?? Un fantasma non lo è, l'ho costatato poco fa' quando le ho toccato la mano... ma allora come è sopravvissuta?]

Ipotizzando di aver mal compreso la sua frase, le parlò lentamente e scegliendo bene le parole da usare:

<< Aspetta, aspetta.
Hai detto... che ti sei suicidata... sei affogata nel Lago Nero...
...ma... come sei sopravvissuta?
C'è naturalmente sono felice che sei sopravvissuta se no non ti avrei mai conosciuta di persona e ora non sarei qui a stringere amicizia con te...
... ma credo di poter affermare con sicurezza che sei viva e in carne e ossa davanti a me, quindi cos'è successo che ti ha salvato la vita? O che te l'ha ridata?
Ho forse capito male io quello che hai detto poco fa'?
Ti chiedo scusa per il mio momento di distrazione, purtroppo come temevo la torta ha risvegliato ricordi da tempo assopiti, ma ero stata attentata prima di perdermi con la testa e mi sembra di aver capito bene quello che hai detto sul tuo... suicidio.>>


Aspettò che la ragazza la rassicurasse che non aveva frainteso una cosa tanto importante e sperò che le spiegasse qualcosa di più, soprattutto come faceva ad essere lì vive e vegeta a mangiare dolci con lei, benchè il suo gesto che "normalmente" porta in ben altri luoghi di un cafè a Diagon Alley a far nuove conoscenze.
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Lia Soxilia
view post Posted on 9/3/2018, 12:36





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Ecate Soxilia O'Connor
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M
ireen parve non comprendere a pieno il suo racconto perché le uniche cose che disse, senza stupore alcuno come d’altronde Lia si sarebbe aspettata, fu solo che le dispiaceva e che a saperlo non le avrebbe mai chiesto di ricordare, come se fosse possibile che Lia non ricordasse una cosa così indelebile come la sua morte. Fece un mezzo sorriso la bionda mentre osservava la sua nuova amica compiere una serie di azioni strane, portandola inizialmente a pensare a qualcosa di inadatto a quel luogo; eppure quando capì cosa stava facendo Lia non si sentì più calma, se possibile si inquietò maggiormente: Mireen le si era sporta sopra il tavolo tanto che gli occhi di ghiaccio potevano vedere solo il suo collo e il suo decolleté, aveva spostato un medaglione che sembrava parecchio usurato forse non lo toglieva mai e le aveva mostrato una cicatrice rosata che quasi ricalcava il medaglione. Quello che era accaduto alla giovane dai capelli blu era così orribile e triste, Lia ne rimase colpita tanto che le sembrava di essere stata lei ad appiccare l’incendio; il motivo era semplice, anche lei aveva appiccato un incendio con l’intento di uccidere, era piccola e con quel difetto, ma aveva davvero voluto uccidere quei tre nella biblioteca. Per un momento Lia pensò che forse non era la persona così buona come credeva eppure aveva fatto tanti cambiamenti, non avrebbe più cercato di uccidere qualcuno lo sapeva, ma se l’Arpia nascosta in lei lo avesse fatto come sarebbe riuscita a conviverci? Quello lei non lo sapeva ancora, ma l’avrebbe scoperto presto.
Nankurunaisa…. I giapponesi credono davvero che questa parola, che significa che tutto passa, abbia una forza indescrivibile però non tutti sanno che perché tutto passi bisogna accettare di cambiare e di affrontare quel dolore. Tu hai vissuto un’esperienza davvero traumatica che ti ha cambiato e ti ha sicuramente segnato. Questo è sicuramente una tua debolezza come una tua forza indistruttibile. “ Non era un discorso d’incoraggiamento e nemmeno di compatimento, Lia aveva imparato troppo tempo prima che tutto cambia a dispetto di quello che la gente si aspetta, anche ciò che si crede immutabile; lo aveva capito e sperava davvero che Mireen potesse trovare una svolta nelle sue parole.
Stavano entrambe bevendo con una sorta di apatica tranquillità quando finalmente Mireen parve capire il senso del racconto di Lia, gli occhi ghiaccio videro la giovane mostrare un viso stupito e allucinato mentre quasi si strozzava con il te freddo che beveva, Lia sorrise quasi divertita di come la giovane stesse cercando di non essere troppo frenetica e sbadata nell’usare determinate parole soprattutto perché sembrava volesse assicurarsi che non fosse morta davvero e che non avesse frainteso quel termine. Lia posò la tazza facendo una smorfia di amaro divertimento, le posò la mano sulla sua e prese un respiro più profondo di quanto sperasse. “ Non sono sopravvissuta.” Prese un altro boccone di torta e assaporandolo di gusto continuò ferma. “Sono nata come una Purosangue che non ha mai accettato di schierarsi fra bene e male, otto anni fa presi la decisione spontanea di suicidarmi sperando di diventare uno Yurei… Uno spirito di vendetta giapponese… Non pensavo sarei sopravvissuta, sentii la vita abbandonarmi il mio cuore fermarsi, poi una sorta di energia molto potente mi ha riportata in vita, mia ha spinto fuori dall’acqua e mi ha cambiato dandomi una seconda possibilità. Otto anni fa Ecate O’Connor la purosangue vigliacca di Corvonero è morta, al suo posto è nata Lia O’Connor veela medimaga. Non sono sopravvissuta, sono morta e rinata.” Le sorrise, probabilmente Mireen che aveva solo un anno meno di lei avrebbe riconosciuto la sua storia o forse no, ma in quel momento si era completamente esposta al suo giudizio e sicuramente quella rivelazione avrebbe dato parecchio da pensare e da dire alla giovane che aveva di fronte.
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view post Posted on 3/4/2018, 18:05
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Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

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Non se lo aspettava.
Mìreen non poteva neanche lontanamente immaginare che la ragazza davanti a sè fosse veramente morta...
...e poi risolta.
Leggendo uno dei libri di sua nonna sulle religioni nel mondo, aveva scoperto che i Cristiani e Cattolici credevano che un "uomo" di nome Gesù, figlio "dell'unico e vero Dio" e di una donna Maria benedetta da un angelo, avesse vinto la morte risorgendo dalla sua tomba, prima si era sacrificato per il bene dell'umanità, ma poi era risolto proprio perchè figlio di Dio...
Ma non credeva che una cosa del genere potesse veramente succedere, eppure la ragazza davanti a lei l'aveva fatto e da semplice umana era rinata come Veela; il nome non le era nuovo, quando era ancora a scuola di magia aveva fatto delle ricerche, più per curiosità personale, sulle creature magiche più conosciute e tra vampiri, licantropi e banshee, aveva trovato anche le Veele, ma non dicevano niente su come venivano trasformate, il rito che le faceva passare da donne umane col sangue di veela, in vere e proprie creature bellissime che però nascondono un'arpia dentro di sè, una bestia pericolosa che se si scatena è capace di distruggere una città intera quasi.


Bevve un lungo sorso di thè, in silenzio, lo sguardo fisso su di lei.
Analizzò le sue parole come aveva fatto la prima volta che glielo aveva detto, studiò la sua espressione e guardandola attentamente non le sembrava mentisse, l'aveva detto con troppa serietà, una durezza nella voce, e... forse, un velo di tristezza negli occhi, per quanto si capiva fosse sicura della sua decisione presa in quell'occasione, era stata sofferta e disperata, in fondo non aveva la certezza di diventare uno Yurei, poteva "semplicemente" morire e la sua vita sarebbe finita in quel lago.
Non poteva esser uno scherzo di cattivo gusto, doveva per forza essere la verità.


<< Ti sei veramente suicidata...
Quando ero ad Hogwarts avevo sentito di una Corvonero di un anno più grande che si era suicidata in un lago durante un temporale, ma poi non si era saputo altro, ne le motivazioni che l'avevano spinta, ne se era stato ritrovato il corpo che sembrava sparito, c'era chi diceva che era stata inghiottita per sempre dalle acque del lago, chi che l'unica cosa vista era stato probabilmente un fantasma e chi invece affermava che era solo una cavolata... fatto sta che quella ragazza non era tornata a scuola.
Sei morta... e sei rinata come Veela, una delle creature più belle e pericolose che ci siano per via dell'arpia che risiede dentro di loro e che può prendere il sopravvento in qualsiasi momento.>>


Si prese un momento per digerire le sue parole, non sapeva come risponderle, più emozioni le turbinavano dentro e non sapeva quale era la più preponderante: rabbia perchè era arrivata a compiere un simile gesto, spavento per la questione "morta-risolta" e di avere davanti una creatura che se s'incazzava poteva ucciderla con un attacco, ma anche curiosità per quello che era diventata e affetto per quella rivelazione tanto intima che ora le legava ancora di più...
Cosa doveva fare?
Scappare a gambe levate prima che un suo passo falso potesse farla arrabbiare e trasformare nella sua controparte "bestiale"?
Si era suicidata nella speranza di poter rinascere come spirito vendicativo... una persona normale probabilmente avrebbe considerato quel gesto possibile solo per una squilibrata con tendenze autolesioniste e distruttive contro se stessa e contro gli altri.
Ma non lei.
Non Mìreen Katheen Niamh Fiachran.
Non quella ragazza dai capelli neri nascosti sotto tinte colorate, dagli occhi azzurro cangiante, che aveva così tanto sofferto... dopo aver visto il proprio padre, il suo eroe, assassinato e inghiottito dal fuoco... dopo aver rischiato la sua vita per salvare quella del fratello e mai se n'era pentita di quel gesto forse stupido ma certamente disperato... dopo gli orribili incubi che ancora in certe notti la svegliavano in un bagno di sudore col terrore negli occhi... dopo che la sua famiglia si era spezzata sotto il peso del dolore e solo da poco stava riuscendo a alzarsi...
...tanto, troppo...da desiderare lei stessa la morte ad un certo punto.
Se non avesse avuto la sua famiglia vicino, che benchè il dolore ogni giorno lottava insieme per riprendersi, probabilmente anche lei avrebbe compiuto quel gesto, senza speranze di risorgere come spirito, solo con l'unico intento di dar pace al suo cuore sanguinante nell'aver perso il suo eroe e nel vedere la sua famiglia distrutta... almeno avrebbe ritrovato il padre nell'aldilà.

Forse il trauma subito le aveva danneggiato qualche rotella nel cervello, ma la sua unica reazione fù la più imprevista e insensata che una persona potesse fare in una simile situazione, eppure lo fece:
si alzò dalla sedia, si mise vicino a quella ragazza appena conosciuta... e con grande delicatezza si chinò per abbracciarla.


<< Hai ragione, ho vissuto un’esperienza davvero traumatica che mi ha cambiata e mi ha sicuramente segnata.
La stessa cosa è successa a te.
Mi dispiace che sei arrivata ad un simile gesto, se io non avessi avuto la mia famiglia vicina, probabilmente avrei fatto lo stesso... e non sarei qui a parlare con te.
Se me lo permetti, vorrei diventare tua amica... voglio sapere tutto di te, il tuo passato e il tuo presente, voglio conoscere ogni tua sfaccettatura: sia l'ex-Cornovero Ecate, sia la bella Lia, sia la spaventosa arpia dentro di te.
Più saprò di te, più potrò rendere le nostre vite "normali", se così si può definire una strega e una veela con un passato turbolento che fanno casualmente amicizia davanti una torta al cioccolato che ti ho quasi pregata di mangiare con me...>>


Guardandola in viso, le fece un timido sorriso un po' imbarazzata, sperava con la sua battuta di aver alleggerito la tensione che si era creata tra loro due, e soprattutto sperava di non esser respinta, che il suo gesto non fosse mal interpretato e la sua richiesta di amicizia tanto "invasiva", presa per un delirio mentale da cui stare alla larga.
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Edited by LadyShamy90 - 3/4/2018, 19:24
 
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Lia Soxilia
view post Posted on 8/4/2018, 14:00





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Ecate Soxilia O'Connor
26 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]


L
e parole della giovane compagna di merenda di Lia rimasero sospese nell'aia per un tempo incalcolabile mentre la Veela cercava di capire come si stessero evolvendo le cose in quella nuova conoscenza; sapeva essere estremamente rapida in una decisione medica o durante un duello, ma quando si trattava di socializzare la giovane non sapeva da che parte buttarsi e in quel momento ne stava pagando il prezzo. Mireen sembrava cercare una motivazione al suo gesto, o almeno Lia credeva che cercasse quello mentre la squadrava attentamente, eppure quel motivo che cercava avrebbe potuto allontanarla maggiormente. Doveva dirle ciò che l'aveva spinta, era un rischio ma era stata onesta e diretta fino a quel momento non aveva senso tenere una simile confessione per un tempo futuro che avrebbe potuto solo creare più problemi. "Soffrivo..." Quella parola non era adatta a ciò che stava per dire, se ne accorse pronunciandola tanto che lasciò la frase interrotta e ripartì dopo un sospiro. "Quando ero molto piccola, mi fu diagnosticata una malformazione celebrale che alterava il collegamento con l'ipotalamo, il centro delle emozioni.... Il medico disse ai miei genitori che fino al compimento della maggiore età non si poteva esserne sicuri, ma che con una probabilità dell'ottanta per cento quella malformazione portava ad una diagnosi di personalità antisociale a carattere psicopatico..." Non sapeva se Mireen avesse idea del significato di ciò che le stava raccontando, ma voleva essere chiara per non permettere a Mireen di mal interpretare e di aver una visione completa di chi stava conoscendo. "In altre parole il medico disse che non sarei mai stata in grado di provare emozioni differenti da odio, rabbia, delusione, risentimento e dolore. Avrei potuto fingere di capirle, avrei mostrato gioia e affetto senza sapere realmente cosa fossero. Sarei diventata sempre più violenta fino a prendere una strada fra omicida o suicida. I miei rimasero shoccati, avevo solo cinque anni. Ma con gli anni la diagnosi cominciò a rivelarsi sempre più vera fino a quando non decisi di morire." Per Lia accorgersi di aver preso quella decisione per una malformazione che le impediva di provare le emozioni che stava scoprendo fu come essere colpita da un'onda inaspettata, non sapeva come reagire ad un simile tumulto interiore che sfondava le barriere innalzate verso quel ricordo: aveva scelto di morire perché non sapeva cosa significasse amare e gioire. "Quando riemersi, quando tornai a vivere, mi accorsi che qualcosa era cambiato ma non avrei saputo dire cosa... Mi ci vollero anni per rendermi conto che l'apatia che conoscevo benissimo e la rabbia e l'odio non erano più le uniche cose che provavo. Ci misi tempo per capire che la diagnosi doveva essere riconfermata e quando mi feci visitare scoprii che la trasformazione mi aveva cambiata, non aveva più la lesione e il mio ipotalamo funzionava benissimo, potevo finalmente provare emozioni positive... Ad essere sinceri non so ancora come gestire la cosa, spesso non so cosa sto provando e come dovrei reagire. La mia empatia è spesso infantile...."
Poi Mireen fece una cosa che probabilmente nessuno si sarebbe aspettato dopo quelle confidenze e l'abbracciò con delicatezza come fosse un fiore di loto che si vuole cogliere, le disse che voleva conoscere tutto che più avrebbe saputo e più avrebbe potuto rendere la loro amicizia normale, che erano esperienze traumatiche entrambe e che lei si era salvata grazie alla sua famiglia: Lia faticava a capirlo, ma presto avrebbe capito anche lei cosa c'era di importante nel sostegno della propria famiglia. "Grazie Mireen, ma voglio sapere tutto di te anche io." Rispose all'abbraccio riuscendo a replicare solo poche parole per colpa di un groppo alla gola che non aveva motivo.
PS: 167 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 25


 
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view post Posted on 3/5/2018, 19:55
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Quando la Morte ti Sussurra… ti Chiama…
Cosa ti dà la forza di Reagire... di Non Rispondere?



Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

§ 25 Anni § Aspirante AUROR § Ex Grifondoro
Scheda PG
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Ciò che le aveva raccontato la ragazza aveva dell'incredibile, mai si sarebbe aspettata che esistesse un "difetto fisico" capace di compromettere le emozioni, aveva letto di disturbi mentali tipo l'autismo, ma credeva che i sentimenti "più provati" dalle persone tipo rabbia, imbarazzo, gioia, nascessero dalle "esperienze", da ciò che era loro accaduto a partire dall'infanzia fino all'età adulta e dal carattere personale, dalla propria "predisposizione naturale", ma che alcuni potessero provare solo certe emozioni a causa di un malfunzionamento dell'ipotalamo non se lo aspettava.

L'aveva ascoltata parlare interessata a questa nuova "scoperta", era sempre rimasta affascinata dalla scienza perchè spiegava il mondo e la natura tramite formule, calcoli, tecniche, studi approfonditi, esperimenti, che neanche la magia poteva pareggiare...
Per loro maghi la magia era innata, come fosse "compartarsa" sulla Terra e per volere di CHI nessuno lo sapeva, poteva dire che era stato un dono degli Spiriti o degli antichi Dei, o qualsiasi altra figura religiosa a seconda della cultura presa in riferimento, ma non c'era la certezza... Invece la scienza era pura verità, che poi molti come lei pensassero che nel mondo e nell'uomo agissero anche forze al di là del comprensibile era un di più che si aggiungeva e dava un alone di mistero all'essere e all'esistenza..

Strinse ancora più forte la sua nuova amica, voleva trasmetterle tutta la felicità e speranza che nutriva da quel loro incontro, avrebbe fatto di tutto perchè sbocciasse in una profonda amicizia.


Sai, se il tuo suicidio ti ha reso possibile provare sentimenti positivi come affetto, felicità, amore e tante altre emozioni che per te sono rimaste finora sconosciute, non sono più dispiaciuta che tu abbia compiuto quel gesto... Aspetta! Mi spiego meglio: non è da "lodare" un gesto tanto disperato, ma alla fine è stata la tua condizione psico-fisica a portarti a quella decisione...
Per fortuna in te scorre sangue di veela, quando sei rinata come creatura magica, deve aver curato i "problemi fisici" e ora potrai goderti ogni aspetto bello della vita! Certo all'iniziò sarà difficile e come hai detto te, il tuo approccio sarà quello di una bambina che deve ancora capire il significato delle varie sensazioni perchè per te nuove, ma alla fine di questo lungo percorso diventerai una donna fatta e finita sotto ogni lato e... Io ho intenzione di aiutarti!
Per la sfera amorosa mi limiterò a consigli, giudizi da amici e mega mastelle di gelato accompagnate a bottiglie di alcool nel caso ti capiti la sfortuna di incontrare i ragazzi o ragazze sbagliati, ma per OGNI cosa conta pure su di me!


Dopo un'ultima stretta, tornò a sedersi al suo posto, non voleva che il tè caldo dell'amica si raffreddasse e ora che aveva parlato con lei, il nodo al cuore provato entrando in quel posto si era finalmente sciolto.
Prese una sorsata della sua bevanda, dopo aver parlato tanto ne aveva bisogno e mentre allungava la forchetta per prendere un altro pezzetto di dolce le disse, con voce dolce e riconoscente:


Grazie di tutto.
Grazie di aver accettato di condividere questo dolce con questa povera pazza e grazie per aver parlato in modo così sincero e intimo...
Sono arrivata qui a Londra con la paura di trovare solo una città carica di ricordi dolci-amari legati al passato e alla mia famiglia, mio padre compreso, ma mi sono ricreduta! Il nostro incontro mi ha permesso di attribuire a questo luogo un nuovo bellissimo ricordo e ora che posso contare su di te e su questo nostro legame creatasi fin da subito, in uno dei posti che fin da giovane erano tra i miei preferiti e che dopo la tragedia era anche uno di quelli che più mi spaventavano e mi angosciavano quando ci entravo, torta compresa, mi è tornata la voglia di restare e di continuare a perseguire i miei obiettivi: diventerò un auror come lo era mio padre e spero di conoscere tante altre brave persone come te che arricchiranno la mia vita e non mi faranno più sentire sola come mi sono sentita in quest'ultimi anni, benchè la vicinanza della mia famiglia.
So che forse ti è difficile capire, ma questa si chiama "Riconoscenza" e quella che ho nei tuoi confronti è tanto grande quanto importante! Spero di poter ricambiare in futuro...


Si portò il pezzetto di dolce alla bocca e dopo tanto, tanto tempo, finalmente tornò ad assaporarlo senza più paura di cosa potesse suscitare in lei... neanche più si ricordava quanto fosse buona la Foresta Nera del Wizcafè.

<< Mmmmmm... Buonaaaa! Proprio come me la ricordavo secoli fa'!
Propongo di vederci sempre a questo bar, magari non tutte le settimane o divento una balena, stesso tavolino e ogni volta prenderemo una fetta di torta diversa, finchè non avremo trovato quella perfetta per rappresentare la nostra amicizia!
E se qui non la troviamo, proveremo a farla noi! Mia madre mi ha insegnato a fare i dolci e fin da piccola adoravo aiutarla, e soprattutto sono sempre stata la sua cavia preferita per assaggiare i suoi esperimenti culinari... te sarai la mia!


Rise divertita e dopo aver estratto dalla borsa il suo piccolo notebook con penna annessa, iniziò a scribacchiarci sopra tenendo il foglio spostato in avanti in modo che Lia potesse leggere...

Dovrà essere un dolce dal sapore dolce-amaro: amaro come il nostro passato che ci ha lasciato profonde cicatrici, ma anche dolce per il futuro che ci aspetta e che insieme non potrà che essere luminoso! Con qualche bella decorazione ma senza esagerare perchè te sei bella anche così, acqua e sapone, ci mettiamo un po' di colore come i miei capelli, che per la cronaca mi piace tingere di vari colori a seconda di come mi gira... Per mia fortuna nonna conosce piante ed erbe di tutti i tipi e generi quindi faccio continuamente mix con coloranti ed erbette ayurvetiche così non mi si rovinano. >>

Ridacciò, per poi guardare la ragazza davanti a lei che le aveva reso possibile quella nuova risata cristallina. Non potè che pensare alla fortuna che aveva avuto nell'incontrarla, la speranza nel futuro piano piano tornava ad accendersi nel suo cuore dandole nuove energie, e l'idea di non essere più sola in quella città faceva rinascere la voglia di realizzare tutti i sogni per i quali si era trasferita lì, perchè se anche avesse fallito da qualche parte, ora aveva la fiducia e l'appoggio di qualcuno con cui risollevarsi e ritentare o ricominciare.
§ PS: 163 § PC: 110 § PM: 110 ஜ EXP: 23.5
Scheme role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


//CONCLUSA
Come lo è stato per il mio PG, Grazie di tutto Lia perchè diventare amiche anche in real è stata una sorpresa tanto inaspettata quanto bella! Grazie di avermi chiesto di ruolare permettendo così che ci conoscessimo sia InGame sia OffGame! :wub:
 
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13 replies since 5/12/2017, 14:44   367 views
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