Un piede nella fossa e l'altro... nel burro, Buon compleanno, Nieve!

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view post Posted on 16/12/2017, 15:52
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Il messaggio recapitato quella mattina non poteva dirsi di certo limpido nel suo contenuto; non una parola di più, non una spiegazione aggiuntiva, nulla avrebbe potuto chiarire il fastidioso mistero che si celava dietro quelle poche frasi vergate dalla classica elegante calligrafia del Caposcuola Grifondoro. Per il ruolo che rivestiva all'interno delle mura di Hogwarts, il senso della richiesta si sarebbe detto fattibile, senza alcun dubbio, tuttavia restava impellente la domanda circa l'effettiva validità che ne conseguiva. Per quale motivo la ronda notturna del Prefetto Rigos era stata rimandata? Per quale ragione non era stata avvisata con largo anticipo, ma soltanto poche ore prima? Dicembre era ormai quasi del tutto trascorso, mancava poco alla fine del periodo scolastico, all'inizio delle sperate vacanze natalizie e al rientro di molti studenti nelle rispettive case. Era forse un invito a salutarsi, un commiato d'arrivederci per il prossimo anno? Eppure, la festa che avrebbe visto partecipi gli abitanti del castello, come da tradizione, infrangeva quella possibilità, escludendole tra mille altre in modo piuttosto semplice. Era il quindici Dicembre, un anonimo venerdì della gelida stagione che di tanto in tanto continuava a sferzare bruscamente il Regno Unito al completo; senza risparmiare il villaggio di Hogsmeade, la neve aveva danzato tutta la notte e tutto il giorno, attecchendo con fertili radici sulle strade acciottolate del sobborgo, cristallizzandosi da un punto all'altro al pari di un manto candido, come panna montata. Quale buon vento spingeva Oliver Brior verso Madama Piediburro? Una cioccolata calda, una fetta di torta alla cannella, la sua preferita? Era forse giunto il momento per chiarire definitivamente con il suo Prefetto, ripristinando quell'affetto mai veramente sopito? Oppure qualcosa di più particolare, qualcosa di speciale, era in programma? Con un sibilo quasi infastidito, Oliver puntò lo sguardo alla sua destra, minacciando un povero Babbo Natale svolazzante con un'occhiataccia poco dignitosa. «Sciò, vai via!» Il locale rientrava tra i preferiti del Caposcuola, ma di certo non poteva vantarsi come luogo perfetto per accogliere una riunione Grifondoro. Anche Fred era stato contattato, l'altro Prefetto nonché migliore amico di Oliver? Per Nieve tutto restava un mistero; tempo di entrare nel pub, se avesse acconsentito alla richiesta del concasato, e forse sarebbe stata ripagata di una risposta tra molte. Circondata da volti familiari, qualcuno nascosto dietro una sedia, qualcuno dietro un armadio, qualcuno dietro una coppia di fidanzatini dall'espressione infastidita, parte della Casata Grifondoro attendeva paziente. Di lì a breve, avrebbero sperato di gridare all'unisono una sola parola. «Sorpresa!» avrebbero esclamato, insieme, non appena intravista la figura conosciuta di Nieve. E con un colpetto di bacchetta magica, stendardi dai colori fiammeggianti, dal rosso e dall'oro, avrebbero avvolto il Prefetto come un mantello fatto di sorpresa e di calore, un mantello che sanciva soltanto l'inizio di una cena piuttosto speciale.


 
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view post Posted on 4/1/2018, 01:51
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entropia.

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Si approcciò alla novità col fare analitico che le apparteneva. Stringendo il biglietto tra le mani, concesse alle sopracciglia di farsi più vicine sulla curva degli occhi e si abbandonò alla perplessità di fronte a una circostanza che non aveva precedenti. L’organizzazione scolastica era spesso ineccepibile, sicché Nieve poteva contare sul programma mensile per mettere ordine tra i suoi impegni in modo tale da rispettare la turnazione imposta dai giri di ronda; salvo qualche sporadica occasione, non era mai capitato che un cambio di piano le venisse comunicato con così poco anticipo. Ad ogni modo, non era quello l’aspetto della faccenda che più le risultava ostico alla comprensione. Per quale ragione, stante l’inversione imposta da chissà quale improvviso accadimento, lei ed Oliver dovevano incontrarsi da Madama Piediburro? Quale necessità poteva mai costringerla a infrangere la promessa di non farvi mai ingresso alla quale si era votata sin dal primo anno a Hogwarts? Sospirò, arrendevole. Non avrebbe mai trovato risposta agli interrogativi che pure già la incalzavano, se l’unica persona in grado di fornirle una spiegazione stava ben lontana dal castello. Alzò lo sguardo su un gruppo di Corvonero, sconsolata. Perché sentiva già puzza di cuori e melensità?!

* * *



«Non vorrà invitarmi a cena?!»

Procedeva a passo spedito per i sentieri di Hogsmeade, quando quel pensiero la costrinse a fermarsi di colpo, trasformando la marcia in un atto di stasi immodificabile. Batté le palpebre, mentre un sorriso istupidito prendeva possesso del suo volto: a causarglielo erano la risata echeggiante nella sua mente che si prendeva gioco di lei e, insieme, lo sgomento venuto con la conclusione pronunciata poc'anzi a voce alta. Da quando i rapporti col suo Caposcuola si erano bruscamente ridimensionati, Nieve aveva fatto tesoro della propria razionalità per gestire la questione al meglio e mantenere una parvenza di civiltà a favore degli interessi di Casata. Col tacito benestare di Oliver, chiaramente. Tuttavia, una manciata di giorni prima si era verificato un evento che in tutto stonava con l’equilibrio instaurato: in occasione del suo compleanno, che cadeva il 3 Dicembre, Nieve aveva trovato sul letto un regalo da parte del ragazzo. La faccenda l’aveva gettata in un tale stato d’agitazione che, non fosse stato per il trambusto seguito al ritorno di Emma, l’islandese non avrebbe perso tempo a chiedere spiegazioni. Erano, tuttavia, trascorsi pochi giorni – nemmeno il tempo sufficiente ad affrontare Oliver circa il significato del suo gesto – ché l’amica di sempre era tornata per spezzarle il cuore. Da allora, l’unico modo in cui fosse riuscita a lenire la sofferenza era stato cercare la solitudine del giardino sul calare della sera. Perciò, l’aveva tanto infastidita la prospettiva di non essere di ronda quella sera.

«Ma cosa vado a pensare?» L’ammonimento distese i suoi lineamenti, restituendole la facoltà di muoversi. Prese ad avanzare. «Fosse anche solo per il posto, mi conosce troppo bene per azzardare un invito in un locale simile.»

Pur nella sua essenza frivola, l’ipotesi era stata in grado di scacciare le nubi di un turbamento che ben le si addiceva: qualunque fosse la portata del mutamento, Nieve aveva l’indomabile tendenza a prefigurarsi il peggio. Ora, confortata dal lascito di un’idea che le aveva cagionato il riso, passeggiava con maggiore disinvoltura per la piazzetta del villaggio. E lo stato d’animo si mantenne perfino quando, raggiunta la soglia del locale, un intrepido cupido mezzo ignudo le si avvicinò, pronto a scoccare una freccia.

Nieve gli rivolse uno sguardo gelido.
«Credimi se ti dico che non vuoi farlo.»

Fece appena in tempo a ruotare il polso e a dare una lieve spinta alla porta per consentirsi l’ingresso nel ristorante che un’ondata di urla giubilanti la raggiunse. Si fermò sul posto (ancora!) e mosse il capo in ogni direzione per cogliere la cascata di stendardi e festoni che si era ingenerata non appena entrata. Schiuse la bocca, l’aria che raggiungeva i polmoni a ritmi più veloci a fronte della richiesta dell’intelletto, e batté le palpebre nello scorgere qui e lì i volti dei concasati. Quasi non si accorse, nell’individuare uno dei suoi tra le teste di due innamorati dall’aria imbronciata, di aver piegato le labbra in un sorriso. In un angolo remoto del suo animo, la realizzazione aveva cominciato a farsi strada in direzione del cuore, scaldando appena quei pochi cocci che lo scontro con Emma aveva lasciato che residuassero.

«Co-Cos’è tutto questo?»




Scusatemi per il ritardo, pimpi! :flower:
E grazie mille da parte di Nievina! :sbrill:
 
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