Seth Collins
Grifondoro | 13 anni "Live and let die"
Quel giorno Seth finì le lezioni prima del solito. L’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure era impegnato con il Ministero della Magia per uno strano incarico. Fortunatamente gli aveva avvertiti in tempo, raccontandogli qualche patetica scusa per non svelare il vero motivo della sua assenza. Probabilmente si trattava di qualcosa di molto importante, che non poteva essere condiviso con un gruppo di giovani studenti incuriositi.
Dopo una breve sosta nella Sala Grande, nella quale Seth riuscì a mangiare giusto qualche piccola coscia di pollo rimasta sul tavolo dei Grifondoro, il ragazzo decise di recarsi in biblioteca. Come era riuscito ampiamente a prevedere, durante le vacanze natalizie i compiti sono stati messi completamente in disparte e gli arretrati si sono accumulati giorno dopo giorno. Un pomeriggio libero era quello che ci voleva per rimettersi alla pari in modo da diminuire il livello di stress. Seth non poteva permettersi di arrivare impreparato al mese di giugno, con gli esami ormai alle porte. Grazie all’aiuto di alcuni compagni di casata, l’idea fissata per quel pomeriggio era quella di terminare i compiti di Incantesimi, Erbologia e Trasfigurazione. Il lavoro era parecchio e Seth lo sapeva, ma quel giorno era piuttosto determinato a portarlo al termine.
A pochi metri di distanza dalla prima rampa di scale trovò il gruppo di altri ragazzi. Erano in tre, Seth compreso, pronti ad una lunga camminata verso il quarto piano dove si trovava la biblioteca. «Ciao ragazzi, pronti per un po’ di studio?» Disse con voce ironica. Chiaramente nessuno di loro aveva la minima voglia di chiudersi in biblioteca, anche se il tempo all’esterno non permetteva molte altre alternative. Da un paio di giorni infatti il clima ad Hogwarts era piuttosto cupo e desolato, con un continuo alternarsi di nevicate, forte vento e qualche leggera pioggia. Nessuno dei compagni rispose alla domanda di Seth, facendo intuire il loro stato d’animo riguardo a quello che gli aspettava. Arrivati in biblioteca i ragazzi occuparono gran parte di uno dei tavoli vicini all’ingresso. Ognuno di loro si creò la propria postazione di studio, provvista di rotoli di pergamena, inchiostro e gli immancabili libri. Un’ultima occhiata di disperazione tra di loro e i tre iniziarono a studiare, pronti ad aiutarsi nel caso di bisogno.
Verso le tre del pomeriggio Seth aveva già terminato i compiti di Incantesimi ed Erbologia. Alzò lo sguardo verso la finestra più vicina, notando solamente tante nuvole grigie che ricoprivano il cielo. Rimase a fissarle per qualche minuto, quasi ipnotizzato e mentalmente stanco dal lavoro appena svolto. «Ehi, che fai? Hai già finito?» bisbigliò il suo compagno di studio. «No, mi sono perso nei miei pensieri per un attimo» rispose Seth con voce bassa. «Che ne dici di una pausa?» Continuò il ragazzo, mentre stava già mettendo da parte la pergamena sulla quale aveva appena finito di scrivere. Seth annuì, così come il terzo ragazzo che era lì con loro. Una rapida occhiata ed i tre si alzarono di scatto, provocando un leggero rumore nell’immenso silenzio della biblioteca. Alcuni studenti si voltarono all’improvviso verso di loro, come per avvertirli di fare più attenzione la prossima volta. Cercando di non disturbare gli altri, uscirono silenziosamente da dove erano entrati qualche ora fa.
Arrivati sul corridoio principale del quarto piano i due compagni di Seth che lo precedevano si voltarono di scatto ed iniziarono a correre. Seth per un momento non capì cosa stesse succedendo e fece altri quattro passi in silenzio. Poi realizzò che si trattava di una sorta di gara con un traguardo ignoto. Seth, carico di energie per essere stato seduto fin troppo tempo, iniziò a correre, sperando di raggiungere al più presto i suoi compagni. Correndo a “zig-zag” tra gli studenti presenti nel corridoio, poi a destra, poi a sinistra, riuscì ad intravedere l’inizio della rampa di scale. I suoi compagni di studio stavano già saltellando sugli scalini, sperando che la rampa cambiasse posizione prima dell’arrivo di Seth. Il giovane Collins decise di accelerare, ma nel farlo inciampò sul piede di qualcuno ed in un batter d’occhio si ritrovò steso per terra. Scivolò per qualche decina di centimetri sulla pancia, vedendo i propri compagni piegarsi dalle risate. Chiuse per un attimo gli occhi, pensando alla figuraccia appena fatta. Aprì gli occhi e guardò in avanti verso le scale e notò che i suoi compagni erano già partiti verso il loro obiettivo ancora ignoto. Seth concentrò le sue forze sulle proprie gambe per rimettersi in piedi. Mentre lo faceva si voltò per vedere cosa aveva causato la propria caduta. Sulla sua precedente traiettoria c’era solamente una ragazza con le spalle appoggiate al muro e lo sguardo leggermente preoccupato. *Dev’essere stata lei il mio ostacolo* pensò Seth preoccupato. Una volta in piedi decise di avvicinarsi alla ragazza con un aria dispiaciuta e la faccia arrossita sia dallo sforzo compiuto che dall’imbarazzo della caduta.
«Scusami, immagino che ho inciampato nel tuo piede mentre stavo correndo come un pazzo» disse cercando di evitare il suo sguardo. Si sentiva in colpa per quello che era successo ed avendosi imbattuto proprio in una studentessa apparentemente più grande non faceva che peggiorare le cose. In un'altra situazione forse sarebbe scappato dalla paura, ma vista l'evidenza del fatto compiuto non poteva certamente ignorarlo. Vedendo la ragazza sola sul corridoio il suo istinto e la buona educazione fortunatamente avevano provocato una buona reazione.
«Tutto bene? Ti sei fatta male?» Chiese preoccupato, appoggiando la sua mano sinistra sulla spalla destra della ragazza. Dopotutto Seth voleva solo sfogarsi un po’, ma si era lasciato prendere fin troppo dalla foga dei suoi compagni di studio. Un tipico comportamento che avrebbe esaltato un tredicenne come lui, ma Seth non si sentiva affatto a proprio agio in questa situazione. Ad Hogwarts non voleva sembrare un ragazzino, anzi, essendo stato sin da subito in contatto con altri ragazzi e ragazze più grandi di lui, imparò presto a diventare più responsabile e maturo. Arrivò a tal punto perfino ad odiare alcuni dei suoi coetanei, che amavano creare scompiglio e baccano nei corridoi e nella Sala Comune, ma questa volta è stato lui a combinare un guaio più che evitabile.
PS: 100 | PC: 50 | PM: 51 | PE: 1
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