Butterbeer for me... and for you?, Privata

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view post Posted on 15/1/2018, 22:48
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Quando la Morte ti Sussurra… ti Chiama…
Cosa ti dà la forza di Reagire... di Non Rispondere?



Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

§ 25 Anni § Aspirante AUROR § Ex Grifondoro
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Mìreen era seduta sul suo divano con la tisana in mano già da un po', persa nei suoi pensieri.
Suo fratello non era in casa, lo stava ospitando già da un po' di giorni perchè a breve ci sarebbe stato l'evento di Natale organizzato da Hogwarts e lei aveva accettato di accompagnarlo, erano anche andati insieme alla madre a comprare il vestito e gli accessori per la festa che si sarebbe svolta in uno chalet di montagna. In parte ne era eccitata perchè era da tempo che non partecipava ad eventi "sociali" come quello, ma un'altra parte di lei era agitata e preoccupata perchè significava uscire allo scoperto dopo anni che era rimasta nel suo villaggio in Irlanda... e se incontrava qualcuno che la conosceva o conosceva la sua famiglia? Cosa le avrebbero chiesto? Come l'avrebbero giudicata? Sinceramente non le importava del giudizio altrui, ma non aveva voglia di sorbirsi l'interrogatorio dei curiosi sui fatti suoi e della sua famiglia...
Certo con lei ci sarebbe stato suo fratello, ma non poteva passare la serata attaccata a lui, aveva i suoi amici e la sua nuova morosa con cui divertirsi e non gli avrebbe penalizzato la festa perchè intimorita da quello che poteva succedere se rimaneva da sola.
Decise che era ora di uscire di casa, aveva voglia di una birra e in casa le aveva finite, così si cambiò infilandosi un paio di jeans che non sapeva definire se strappati o no, un maglione bianco e stivali comodi marroni, messo il pesante giubbotto e la berretta bianca come il maglione scese in strada e dove poteva andare per una buona birra, se non ai "Tre Manici di Scopa"? Adorava quel posto quanto il "Wizcafè di Florian Fortebraccio", quante volte lei e suoi amici si erano incontrati per una burrobirra e tante chiacchiere? Quante risate si erano fatti insieme? In quelle 4 mura aveva sclerato per lo studio e i compiti a casa e festeggiato gli esami superati.
Sì, aveva proprio voglia di respirare di nuovo quell'aria di spensieratezza che aleggiava sempre in quel posto.


Arrivata al pub un sorriso le comparve sul viso entrando, era come se lo era sempre ricordato: caldo e accogliente, pieno di schiamazzi e il rumore di bicchieri che sbattevano sul tavolo o tra di loro, quel posto era pieno di pulsante vita, studenti, ragazzi e adulti, tutte le età si potevano scorgere sparse per il locale ed era proprio quello il bello: unire più generazioni con lo stesso amore per un buon drink, alcolico o analcolico non importava, e la buona compagnia.
Si diresse al balcone, appoggiandosi al lungo ripiano vecchio chissà di quanti secoli, guardò il listino delle bevande e le novità, ma scelse di ordinare la sua preferita...


<< Buongiorno! Una Burrobirra al caramello media, grazie! >>

[ Perchè chiedere una birra quando posso avere la burrobirra, di un livello decisamente superiore? ]

Non sapeva se sedersi ad uno dei tavolini, ma essendo da sola forse era meglio restare al balcone così da non occupare posti che potevano esser presi da due o più persone...
Si sedette su uno degli sgabelli e si vide riflessa sull'enorme specchio dietro, oltre ai suoi occhi, non potè non notare alcuni sguardi sconosciuti girati verso la sua direzione o che più intelligentemente la osservavano dallo specchio, ma poco le importava, sapeva cosa guardavano e non le importava, anzi le veniva da ridere. Fissavano i suoi capelli azzurri, aveva provato quel colore in preparazione alla festa di Natale, ma non la convinceva, probabilmente avrebbe optato per qualcosa di più sobrio, un biondo o un biondo ossigenato o addirittura un bianco per intonarsi al pizzo e ai fiorellini simili a fiocchi del vestito, magari il colore che aveva adesso sarebbe diventata una semplice sfumatura per dare un effetto "particolare" ai capelli intrecciati e adornati dal diadema.

Il suo pensiero tornò all'evento ormai imminente e ai suoi dubbi... probabilmente si stava preoccupando per niente, per quello che ne sapeva poteva incontrare solo facce nuove e magari farsi delle nuove conoscenze, sarebbe stato bellissimo tornare ad avere una vita sociale, trascorrere il tempo libero con gli amici le piaceva ai tempi della scuola, aveva amici al suo villaggio, ma aveva sempre avuto il sospetto che non fossero completamente sinceri con lei per via delle leggende e credenze popolari riguardanti la sua famiglia... si sapeva che la sua famiglia aveva radici parecchio antiche, sua nonna le ripeteva sempre che discendevano dai druidi che il loro sangue era puro celtico e che purtroppo nascondevano anche un oscuro segreto, ma non glielo avevano mai svelato, più volte lo aveva chiesto anche arrabbiandosi, ma non avevano parlato e nessuno al villaggio voleva rivelarle qualcosa, solo che centrava la sua famiglia e una specie di "maledizione"... una anziana donna le aveva detto che "la soluzione alle sue domande si trovava nella foresta che io tanto adoravo, ma non aveva svelato altro.
Le volte che si era inoltrata nella foresta ad indagare, rigorosamente di nascosto perchè le era proibito andarci da sola, non aveva scoperto niente, ma le poche volte che era riuscita ad inoltrarsi abbastanza in profondità poi tornando a casa era finita in punizione, non sapeva come ma sapevano che era andata nella profondità del bosco o comunque in luoghi che non era solita frequentare, di solito immersi nella natura più incontaminata.
A causa di quelle voci che giravano su di lei e la sua famiglia, non tutti si avvinavano e chi lo faceva perchè in fondo si fidava, non andava troppo oltre alla semplice amicizia, stessa cosa i ragazzi che la vedevano come "bella ma irraggiungibile"... perchè poi irraggiungibile... bastava parlarle e scoprire se c'era feeling, mica li mangiava gli uomini, magari li stuzzicava o "provocava" per testarli e divertirsi un po', ma non si era mai fatta neanche sfiorare da nessuno di loro e nessuno l'aveva convinta... forse per quello era "irraggiungibile", ma non aveva più senso definirla "esigente"?

Riprese contatto col presente, si diede un'occhiata intorno, aspettando che la barista le servisse la sua bevanda.

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Edited by LadyShamy90 - 16/1/2018, 18:01
 
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Mancava poco al Natale e Maurizio l'avrebbe passato probabilmente assieme ad Otto, l'aveva preso solo sei mesi prima ma già era da considerarsi adulto, in poco tempo aveva già superato il metro ed era completamente autonomo, ogni settimana l'Italiano si trovava sempre qualche carcassa dietro casa. Proprio oggi era una di quelle, una piccola lepre quel giorno non aveva saltato abbastanza e Otto ne stava ancora masticando i resti accanto alla catasta di legna che l'Italiano teneva dietro casa. L'Italiano amava osservare la natura fare il suo corso dalla finestra mentre beveva il suo caffè e mangiava il suo cornetto. Ogni volta che Otto lo vedeva svegliarsi si faceva sempre trovare di fronte la porta di casa, raramente entrava dentro. Anche quel giorno la routine quotidiana dei due non fu spezzata, Maurizio ed Otto fecero la classica passeggiata nel bosco per poi fermarsi ai piedi di un ruscello dove Otto si infilò in cerca di pesce mentre Maurizio si prese una pausa sigaretta, osservare la natura lo rendeva estremamente di buon umore, quei giorni in cui lavorava troppo e non aveva tempo per le passeggiate erano sempre giorni in cui era di cattivo umore.
I due rimasero lì per molto tempo, Otto si prese anche la sua dose di coccole e dopo giocarono insieme per un po', per poi tornare a casa qualche ora dopo. Arrivato a casa Maurizio prese il badile con cui seppellì le ossa della lepre, o almeno i resti delle ossa, la mascella di Otto era in grado di spezzare qualsiasi cosa, più di un paio di volte aveva trovato resti di cervi e alci.
Si stava annoiando quel pomeriggio, perciò decise di scendere verso Hogsmeade, come sempre accompagnato da Otto. Oramai la loro presenza era ben accetta ad Hogsmeade, i primi tempi era lo stesso Italiano a preoccuparsi che potessero vederlo, ma adesso era il Ghiottone ad incutere timore e quindi non aveva problemi a lasciarlo gironzolare per la città. Una volta arrivato optò, come sempre, per i Tre Manici di Scopa, locale che aveva iniziato ad amare anche per la compagnia, quelli che prima sembravano solitari ubriaconi adesso erano amici e infatti quando entrò un gruppo di uomini, quasi in coro esclamarono:

-Maurizio!-
L'Italiano li salutò con la mano ma decise di mettersi al bancone a prendere una birra prima di raggiungerli, ma arrivato lì le cose si fecero ben più interessanti. Si sedette accanto ad una ragazza dai capelli azzurri che stava giusto ordinando una burro birra, tirò fuori qualche Galeone e sfoderò le sue doti di gentleman.
-...e per me una Faxe, offro io!-
Disse facendole l'occhiolino, per quanto il suo "cuore" tornava spesso all'incontro con Ecate in fondo era rimasto il "provolone"
di sempre, perciò ogni volta che vedeva una bella donna non poteva non provarci.

 
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Le festività Natalizie erano ormai alle porte, e con esse quel fastidioso finto buonismo della gente, accompagnato dall’allegria che dimostravano in tutti i modi di avere. Modi che, agli occhi di una delle cameriere dei Tre Manici di Scopa, sembravano del tutto patetici e privi di senso. Nonostante la sua patologica sociopatia, Sophie aveva dovuto imparare ad avere a che fare con le persone, in quel lungo periodo trascorso a lavorare in quel pub. Chi l’avrebbe mai pensato che una ragazza come lei, che evitava ogni minimo contatto esterno con gli esseri umani fin da quando era una bambina, avrebbe accettato il pensiero di poter lavorare in un locale? La cosa bella era che, nonostante dovesse sforzarsi di apparire cordiale con ogni cliente, era sempre la sociopatica di turno con la battuta quasi sempre pronta. Aveva la lingua tagliente, l’aveva sempre avuta, ma nonostante rischiasse di venire malmenata ogni giorno, era piuttosto felice di poter ammettere che non era mai successo. Era ancora viva, nonostante tutto.
Aveva trascorso la mattinata e il primo pomeriggio a studiare, come di prassi, sul divano in Sala Comune in compagnia di Elijah. Gli esami erano alle porte, e loro due li avrebbero dovuti affrontare a testa alta. Amava stare in sua compagnia, anche se erano costretti a rinunciare alle loro necessità fisiche e non, per studiare. Lui era uno studente brillante, e solo una stupida non ne avrebbe approfittato. E sapeva, nel suo profondo, che quello sfruttamento, a lui, non dispiaceva affatto. Solitamente, Elijah preferiva andare ad Hogsmeade con lei, quando era di turno al pub. Portava con sé uno dei numerosi testi scolastici, e sedeva al suo angolino preferito. Sophie amava quando lo faceva, principalmente perché, se qualche cliente la faceva arrabbiare, le bastava alzare lo sguardo in sua direzione per trovare la calma interiore e per fermare quell’istinto omicida che sistematicamente si presentava. Ma, quel giorno, lui non era lì con lei.
Sophie avrebbe dovuto far affidamento a se stessa, solo a se stessa e al suo autocontrollo che raramente riusciva a comparire. Non lo avrebbe mai obbligato ad andare con lei, non quando doveva allenarsi in Pozioni. Sapeva quanto amasse quella materia, e mai gli avrebbe tolto il tempo trascorso in quell’Aula. Aveva camminato a malincuore per tutto il tragitto che da Hogwarts portava al villaggio, e, giunta di fronte all’insegna del locale, sfilò una sigaretta dalla tasca destra del mantello e la fumò molto lentamente, considerando il suo arrivo anticipato. Entrò all’interno del pub e salutò la collega a cui diede il cambio.
Dopo aver servito i pochi tavoli occupati, si posizionò dietro al bancone. Una giovane fanciulla dai capelli azzurri vi fece ingresso. Sophie osservò i suoi movimenti mentre si avvicinava a lei, ma la cosa che la colpì maggiormente fu proprio il colore di quelle ciocche lunghe. Piuttosto appariscente, ai suoi occhi, che da sempre era stata una ragazza che odiava persino il trucco sul viso.
- Buongiorno a lei. - Poco dopo, un altro viso piuttosto familiare si presentò accanto alla donna. Alzò lo sguardo in direzione dei due e non poté fare a meno di notare il patetico modo di rimorchiare dell’uomo, poi una lampadina si accese nella sua mente: non era lo stesso che, un paio di mesi prima, era seduto su uno di quei tavoli in compagnia di un’altra povera e sventurata ragazza? Alzò un sopracciglio con aria dubbiosa e, mentre spillava la Burrobirra richiesta da lei, tornò a scrutare il locale, per accertarsi che nessun altro nuovo cliente avesse occupato un altro tavolo senza che lei se ne fosse accorta. Una volta che la voce dell’uomo dall’accento strano giunse alle sue orecchie, Sophie concentrò le sue attenzioni su di lui, e un dubbio cominciò a bussare nel suo cervello: ma nel paese dal quale proveniva, non si usava salutare, quando si entrava in un determinato posto? Dov’erano finite le buone maniere? Non che le importasse il suo saluto, sia ben chiaro, ma… la maleducazione era qualcosa che mai aveva tollerato. Sì, lei non era mai stata una persona particolarmente simpatica, ma sapeva essere educata e rispettosa, quando doveva essere necessario. Decise di ricambiare con la stessa moneta, limitandosi a lanciargli un’occhiataccia. Già sopportava poco quei pagliacci provoloni che si presentavano davanti ai suoi occhi, figurarsi se erano pure maleducati. Spillò la birra Babbana richiesta dall’uomo e, accompagnata da un sottobicchiere, la posò di fronte a lui. “La prossima volta ti presenterai con una rossa?” Sì, era una delle tante battute che le passavano per la mente in quel momento, momento in cui sapeva che, purtroppo, doveva tenere a freno la lingua. Posò anche la Birrobirra di fronte all’appariscente ragazza, senza degnarsi di rivolgerle lo sguardo sul viso.


Burrobirra al Caramello (Boccale Medio) -> 1 Falce e 20 Zellini
Faxe (Boccale Medio) -> 1 Falce e 20 Zellini

(ho dato per scontato che anche il boccale di Maurizio fosse medio, in quanto non hai specificato diversamente.)
[aggiornato]


Edited by Sophie Armstrong - 22/1/2018, 19:56
 
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view post Posted on 6/2/2018, 23:10
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Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

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Era così immersa nei suoi pensieri che si era distratta solo quando nel pub era risuonato un " MAURIZIO! ", incuriosita si era un attimo girata e, dopo aver visto un ragazzo entrare acclamato dalla folla, che salutava a destra e a manca come fosse un VIP, la sua attenzione era tornata al balcone, alla commessa e ai suoi pensieri... Ma per poco, infatti il bel ragazzo si era seduto proprio vicino a lei e sfoggiando doti da gentleman, le stava offrendo la burrobirra ordinando per sè una birra, ciò implicava fine del momento di tranquilla solitudine e avanti chiacchiere con forse un possibile flirt da parte del morettino.

[Bene bene, la giornata si fa' più interessante. ]

Volse lo sguardo verso lo sconosciuto che le si era seduto accanto a lei.
Ipotizzo fosse un suo coetaneo o poco più grande, ma i lineamenti del viso non erano del posto, che fosse straniero? Lo confermava il nome "Maurizio"... le sembrava un nome forse italiano e anche l'accento con cui aveva parlato alla barista non era certo di lì, va bè che anche dal suo si capiva non essere inglese.
Capelli neri, occhi castani, numerosi tatuaggi sulla pelle delle braccia e del torace che riusciva a intravedere dalla maglietta...
Non era male.


[Cattivo ragazzo o Bravo ragazzo che vuole fare il duro?]

<< Sei gentile ad offrirmi da bere ma non era necessario... Un VIP come te non dovrebbe abbassarsi a bere con una normalissima ragazza, i tuoi amici potrebbero offendersi che dai loro buco per stare qui con me... >>

Lo disse sorridendo e portandosi una ciocca dei capelli dietro l'orecchio, che solo in quel momento si ricordò esser azzurri, per poco non le venne da ridere da sola, ma evitò per non sembrare matta.
Aveva la tipica faccia e modi di fare del playboy, ne aveva già incontrati di simili, ma il fascino dello straniero le mancava alla lista.
Da un po' di tempo non si divertiva a stuzzicare i ragazzi...
L'ultimo ragazzo che aveva incontrato era stato il rosso irlandese, Charles O'Brien, ma con lui non aveva giocato, anzi era stata fin da subito se stessa finendo per scappare via dopo averlo baciato.


[Che stupida, dovevo tornare indietro e chiedergli se potevamo rimanere in contatto invece di andarmene perdendo la possibilità di rivederlo. Ma poi cosa cavolo mi sarà successo quella sera? Come mai mi sono comportata così? Non è da me... ]

Probabilmente l'eccesso di alcool aveva aiutato e forse aveva visto in quel ragazzo ciò che da tempo sperava di trovare, poi irlandese come lei, capelli rossi e occhi azzurri, quell'accento... conosceva pure le leggende celtiche... Le aveva ricordato la sua amata terra ed eccola andare in brodo di giuggiole per uno sconosciuto che non si era mostrato poi così tanto interessato a lei, infondo poteva sempre rincorrerla per fermarla se fosse stato intenzionato a non perderla.

[Ok, quel che è fatto è fatto e prima lo dimenticherò meglio sarà per me e per il mio stupido cuore.
Ora divertiamoci un po' con questo bel ragazzone. Sono un po' fuori allenamento ma vediamo cosa posso inventarmi per passare un bel pomeriggio.]


<< Ipotizzo ti chiami "Maurizio", se posso darti del tu, direi che ci ha già pensato l'intero pub a presentarti.
Io sono Mìreen, piacere di conoscerti. >>


Prese la sua burrobirra che la barista aveva appena portato, si girò anche col corpo nella sua direzione e incrociando le lunghe gambe davanti a lui, gli allungò la mano aspettando che gliela stringesse come gesto di saluto...

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Arrivata la birra e posati i soldi sul bancone si concentrò invece sulla cameriera che li aveva serviti. Non ci mise molto a ricordare il primo incontro tra i due e le risate che si era fatto forse esagerando, sicuramente era una di quelle persone che aveva ben poca stima dell'Italiano.
Quel giorno però aveva ben altro a cui pensare, non aveva la minima voglia di scusasi con la giovane, voleva solo rilassarsi un po' e quella fredda ragazza avrebbe cominciato una discussione tutt'altro che rilassante. Proprio per questo si concentrò sulla ragazza che, probabilmente, pareva non aver ben digerito il saluto degli uomini che l'avevano salutato, salvo poi sorridergli, quel dubbio messaggio lo confuse un pochetto prima che lei si presentasse.Ricambiò quindi la stretta di mano con un sorriso

"Il piacere è tutto mio. Normalmente mi sarei soffermato sulla bellezza del tuo nome ma mi sembra una di quelle cose che con te...non attacca."
Disse sorridendo e dando un sorso alla sua birra babbana, era una di quelle poche cose che amava ancora del mondo non magico, niente era come la birra babbana e quella dei maghi non era altro che una mal riuscita imitazione del loro estro.
"E comunque li conosco e basta, vengo molto spesso qua e loro si ubriacano spesso qua, mi sembra quasi ovvia la nostra conoscenza. Poi capirai che sei una che attira sin da subito, non posso uscire da qui senza sapere chi è la ragazza dai capelli azzurri."
Disse quasi senza malizia, per quanto sembrava che ci provasse con tutte in fondo era solo il suo modo di fare, amava conoscere nuove persone e conoscerne la storia, era un po' come vivere altre vite o rendersi conto di quanto possano essere diverse le persone l'una dall'altra. Che poi ci provava con tutte era un'altra storia.
 
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view post Posted on 19/3/2018, 22:40
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Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

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La ragazza rimase positivamente stupita dal comportamento del bel ragazzo, si era aspettata i tipici "approcci da marpione" a cui purtroppo era ormai abituata: pacca sul sedere, battutine mielose o squallide sui suoi occhi, a volte anche sui capelli, braccio intorno alla vita o sulle spalle come fossero intimi o amiconi da anni, non aveva manco fissato le sue lunghe gambe col rivoletto di bava a lato della bocca...
Invece a parte una battuta sulla bellezza del suo nome e l'accenno ai suoi capelli azzurri, non aveva fatto altro, era rimasto "con le mani a posto", la voce e lo sguardo gentili, niente malizia o un aperto tentativo di abbordaggio.


[ Forse l'ho giudicato troppo frettolosamente, magari è solo socievole e ha piacere di fare due chiacchiere con l'unica ragazza dai capelli di un colore alquanto discutibile, presente nel pub... ]

<< Effettivamente non sei il primo che mi dice che sono una che passa inosservata quando gira per strada o entra in un negozio o pub.
Gli sguardi altrui non mi preoccupano più, anzi non sai le risate sotto i baffi che a volte mi faccio nel sentire i commenti, una volta mi hanno chiesto addirittura se era il mio vero colore di capelli... e quella volta li avevo biondi ossigenati, neanche da lontano potevano esser spacciati per veri, ma a quanto pare c'è chi mi aveva scambiata per una super tedesca! >>


Sorrise incoraggiante, sperando di aver rotto il ghiaccio tra loro due, infondo non le dispiaceva conoscerlo, sembrava simpatico e il fatto che era anche un bel ragazzo non poteva che far piacere il suo interessamento nel voler instaurare una conversazione con lei.

<< Grazie per il complimento al nome... non attacca, ma fa ugualmente piacere ricevere un apprezzamento diverso dal solito sul mio fondoschiena.
A casa tutti mi chiamano Muìrin che sarebbe il mio nome in Irlandese. >>


Si passò una mano tra i capelli azzurri e tenne una ciocca in 2 dita rigirandosela distratta.
Con l'altra mano prese un sorso della sua burrobirra per poi allungarla verso di lui.


<< Vuoi un assaggio? E' buonissima! >>

Disse leccandosi gli angoli della bocca dove temeva ci fosse della schiuma e volutamente si mise nella posa di quella statua babbana famosa "Il Pensatore" di Michelangelo che aveva visto sugli opuscoli di un'agenzia di viaggi babbana in giro per Londra.

<< Mmm... "Maurizio"... mi fa pensare ad un nome straniero sicuramente, azzarderei con... Italiano? Ma non conoscendo bene lo Stato e la lingua non ne sono certa.
Di dove sei? Sei un inglese col nome e l'aspetto dello straniero, o uno straniero-straniero? >>


Avrebbe scommesso che fosse straniero-straniero, non aveva l'aspetto dell'inglese, troppo abbronzato, lineamenti troppo mediterranei, ma magari si sbagliava... non vedeva l'ora di sapere di più su di lui, aveva catturato completamente la sua attenzione e interesse.
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view post Posted on 12/4/2018, 23:18
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Eraa da tanto che non passava una serata un po' meno impegnata, libera dalle catene alla quale il lavoro lo legava inesorabilmente, finalmente aveva modo di conoscere qualcuno i cui discorsi non fossero relativi a rapine, furti o alla fuga di Raven. I primi tempi quell'uomo aveva causato un gran trambusto, lo scandalo degli Auror che si erano lasciati scappare un terrorista l'aveva fatto in parte ridere e in parte deprimere. Guardava indietro a Rhaegar Wilde che aveva deciso di farlo entrare nella Polizia Antimago. Forse lui davanti al terrorista avrebbe agito in modo diverso, eppure di lui non era rimasto che un chiacchiericcio e un ricercato che nessuno riusciva a trovare.
Guardando la ragazza che parlava dei suoi capelli immaginava finalmente di poter passare una serata un po' più frivola, ma magari anche interessante. Quindi dando un sorso alla birra si mise ad ascoltare lei e i suoi trascorsi col colore dei capelli.

"Oh! In effetti guardandoti da lontano mi son subito chiesto se il tuo cognome non fosse Muller"
Disse cercando di farla sorridere, era in effetti il suo modo di essere, cercava sempre di strappare una risata a qualcuno che aveva appena conosciuto, per capire anche fino a che punto si potesse spingere con chi aveva di fronte.
"Oh, beh, chi sono io per far arrabbiare qualche Irlandese? Ti chiamerò così allora"
Disse ammiccando prima di irrorare ancora la sua gola. Poi accadde qualcosa che non si sarebbe aspettato ma che gli diede giusto il motivo per tornare a fare lo scemo.
"Oh, ma Muìrin, mi hai appena conosciuto e vuoi già ubriacarmi? I Tre Manici di scopa non sopporterebbero un tale scandalo"
Disse acuendo la voce e facendo finta di esser accaldato e facendosi del vento con fare poco testosteronico.
"Tu invece? Potresti smettere di bere burrobirra per tutta la vita dopo aver provato quelle babbane"
Disse indicando la bottiglietta di vetro.
Come sempre bastava solo dire il suo nome per tradire le sue origini, era come se avesse una maglietta con disegnate pizza, mandolino e vino ogni volta che faceva il proprio nome. Eppure col tempo era riuscito a mal celare le origini sarde, ma non quelle Italiane, il suo Inglese prendeva ancora alcune vocali aperte tipiche del sud e anche un modo di parlare accompagnato dai movimenti delle mani da tipico italiano.

"Esattamente...Italiano di nascita, mi sono trasferito qui da poco e ho trovato un lavoro a Londra, ma il fascino dei boschi di Hogsmeade era troppo bello, e mi sono trasferito quì."
Aveva ben imparato a celare le informazioni sul suo passato e a focalizzarsi su quelle presente, se qualcuno avesse scoperto di Otto non sarebbe stato un gran problema...ma il resto era meglio tenerlo celato, ancora in molti lo cercavano

 
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Era decisamente un ragazzo simpatico, non capiva se ci stava provando oppure aveva solo voglia di chiacchierare e quello era il suo modo di fare, alla fine sapeva che gli italiani erano molto calorosi e la cosa non le dispiaceva, portava una sferzata di vita, di brio a quel pomeriggio ed era proprio quello di cui aveva bisogno: distrarsi.

Sorrise della sua battuta e del fatto che l'avrebbe chiamata Muìrin per non far arrabbiare gli Irlandesi, era strano esser chiamata così da qualcuno che non era della sua famiglia, suonava strano poi detto con la sua pronuncia aperta da straniero e ciò la fece ridere divertita.


<< Ahahahahah! Il modo in cui lo pronunci è troppo comico! Scusa ma non ce l'ho fatta a resistere...! Comunque mi dispiace di averti sconvolto, non era mia intenzione traumatizzare l'anima pura e immacolata di un povero ragazzo straniero che suppongo, da come è stato salutato poco fa', abbia la reputazione da bravo samaritano... >>

Ridacchio, poi guardò con attenzione la bottiglietta di vetro che le indicava e che sosteneva essere la cosa migliore che ci fosse, anche più della sua burrobirra.
Lo guardò con aria di sfida e un sorriso provocante sul volto, veloce gli afferrò la bottiglia e ne prese un sorso attaccandosi direttamente al vetro, per niente schifata dal fatto che poco prima c'erano state le labbra di lui.
Gli sembrava tipo da non scandalizzarsi per il suo gesto, anzi forse lo avrebbe apprezzato, così aveva deciso di farlo benchè il buon senso e la sua educazione le dicesse il contrario.
Dopo quell'assaggio, rimase un momento con la birra sospesa vicino alla bocca, concentrata sull'aroma che sprigionava, nel sentire ogni sfumatura del liquido ambrato che le aveva bagnato le papille gustative e che effettivamente era parecchio diversa da quella che finora aveva bevuto in quel pub.
Finita la "valutazione", si leccò le labbra e restituì la bottiglia al suo proprietario...


<< Sì, ammetto che non è male, i babbani sanno fare della birra decisamente buone, anche più di quella dei maghi, ma penso che potrò vivere lo stesso...
E comunque la burrobirra è unica, non può esser paragonata alla normale birra, e questa poi è "corretta al caramello" >>


Gli fece l'occhiolino, per poi aggiungere con toni di sfida e sempre il sorriso divertito e provocatorio sul viso:

<< Ma se proprio vogliamo parlare di birre babbane, allora N-E-S-S-U-N-A può battere la Guinness che guarda caso viene prodotta proprio in Irlanda, mai sentita? Non ci sono paragoni con le altre, perdono in partenza caro, e te lo dice una che se non è a Hogsmeade, beve solo quella birra fuori da questo pub.>>

Quella sfida alla birra più buona le stava piacendo, non aveva intenzione di ubriacarsi e non sarebbe certo successo con 1-2 birre, soprattutto dopo la cavolata che aveva fatto l'ultima volta che si era lasciata andare e aveva bevuto troppo, finendo per baciare uno sconosciuto senza il suo permesso...
Ma voleva vedere fino a dove quel ragazzo voleva arrivare, stava portando avanti una battaglia che non poteva vincere contro un'irlandese cresciuta a quadrifogli, leggende e birra Guinness (la preferita di suo padre) e che non avrebbe mai tradito.


<< Che lavoro fai a Londra? Lavori nella "parte di mondo" senza o in quella con magia?
E perchè un così grande amante della birra babbana, con ancora l'accento e la gestualità italiana, si è trasferito dalla terra delle meraviglie artistiche e culinarie, alla piovosa e piena di take away e fish and chips Inghilterra? >>


Il ragazzo l'aveva incuriosita, soprattutto il fatto che fosse uno straniero trasferito lì, era interessata a lui e "alla sua storia", cosa lo aveva portato a quella scelta e soprattutto cosa aveva trovato lì a Londra da farlo rimanere.

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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

Era strano trovare delle persone con uno spiccato umorismo a Londra, quasi tutti lì sembravano delle statue di marmo con un oscuro passato di cui nessuno voleva parlare, e infine aveva incontrato lei, forse una di quelle poche ragazze che stonavano con il resto del coro di Hogsmeade.
In pochi accettavano le offerte di birra, specialmente nel mondo dei maghi in cui erano abituati a bere tutte quelle orribili cose dolciastre, eppure lei non si fece ripetere due volte l'offerta prima di assaggiare la Faxe, una delle Lager più famose che da più di cento anni riempiva il mondo di ubriachi.

"Oh, no!"
Disse col viso leggermente schifato, aveva appena sentito una bestemmia e non poteva lasciarla passare come tale.
"La Burrobirra è una delle cose più schifose che i maghi abbiano mai inventato! Distrugge qualunque cosa rimanga del luppolo."
Disse come se stesse venerando l'arte del fare la birra, come una dea intoccabile la cui ricetta non poteva essere cambiata o stuprata, come nel caso della burrobirra.
Infine il discorso virò nuovamente sull'Irlanda, e per quel poco che aveva imparato sugli Irlandesi da Aiden, sapeva che erano pregni di patriottismo. Ovviamente fece insorgere in Maurizio una certa voglia di criticare l'Irlanda.

"Si, diciamo che la Guinness è accettabile."
Disse con voce bassa, come per far scivolare via il discorso, anche se era quasi certo che non sarebbe successo.
Quando si parlava di lavoro invece era come se a Maurizio infilassi un coltello in una ferita talmente tanto profonda che oramai non faceva più male.

Beh, sì. Lavoro nel mondo magico. E hey! è la domanda che mi fanno tutti! Londra è così orribile? Ho sentito dire che la vera azione nel mondo magico si trova qui!
Disse cercando di sviare il discorso.

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Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

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Una risata divertita le sfuggì al suo commento sulla burrobirra, decisamente non gli piaceva e lo schifo che mostrava apertamente ne era ulteriore prova.

<< Suvvia, non è poi così male, ogni tanto ci sta un po' di zucchero nelle proprie giornate... Ma devo ammettere che hai ragione: se hai voglia di una vera birra, non puoi che scegliere quelle babbane, con quelle il luppolo lo senti in tutto il suo splendore.>>

Prese un sorso della propria burrobirra, la differenza le fece storcere il naso; effettivamente, dopo aver bevuto una "normale birra", era strano tornare a quella dolciastra dei maghi.

<< Comunque se ti senti di offendere la Guinness, puoi farlo senza problemi, nessuna sedia ti verrà rotta sulla schiena.
Sono patriotica ma senza esagerare, accetto i giudizi altrui... Anche perchè, quella birra irlandese, o la ami o ti fa schifo, ha un sapore troppo particolare, per noi irlandesi ormai abituati a berla, non dà problemi, ma molti sentono troppo il retrogusto di luppolo bruciato.>>


Era un ragazzo simpatico, le piaceva la sua compagnia e poi cavolo se era carino, doveva ammetterlo: i tratti mediterranei erano decisamente interessanti, alla faccia del pallore e del fisico asciutto inglese... Si diceva poi che fossero anche parecchio calorosi e... passionali.
Di colpo distorse lo sguardo da lui, non si era accorta che mentre parlava lo stava fissando e l'ultima cosa che voleva fare era la figura dell'arrapata.
Si guardò intorno leggermente arrossita, doveva riportare i pensieri a qualcosa di "normale" perchè sta volta ubriaca non lo era per far cazzate, e per sua fortuna aveva ereditato la resistenza all'alcool dal ramo irlandese.
Stava per prendere un sorso di bevanda quando vide appeso, ad una parete del pub, un bersaglio per giocare a freccette...
Da quanto non giocava a freccette?? Neanche più se lo ricordava!


<< Spero di riuscire a trovare anch'io lavoro nel mondo magico, ti dico solo che è al Ministero, ma non ti dico per quale ruolo specifico perchè non mi voglio portare sfortuna.>>

Gli fece la linguaccia, per poi alzarsi di scatto, determinata nella sua decisione si piazzò davanti a lui, esattamente tra le sue gambe, lasciate aperte in una posizione seduta e rilassata... era decisamente "messo comodo".
Appoggiò poi le mani al balcone dietro di lui e lo guardò mordicchiandosi il labbro inferiore, nervosa ma tremendamente eccitata da quella situazione, e posizione... di solito quella posizione la si vedeva nei film coi ruoli del maschio e della femmina invertiti, ma quel pomeriggio aveva appena trovato qualcuno di interessante con cui passare la giornata, e non voleva farselo scappare... decisamente meglio di una birra o burrobirra.


<< Hai voglia di azione? Anch'io, quindi quando hai una bella avventura fatti vivo!
Ma per adesso...
Che ne dici di una sfida a freccette? O hai paura che una ragazza possa esser troppo incapace anche solo per pensare di poter battere un "macho" come te?
Le regole le decido io.
Tiriamo 1 volta a testa e chi fa il punto più basso è costretto a rispondere ad una domanda, di qualsiasi tipo, decisa dall'altro.
Sarei tentata di dire "chi perde, ogni volta beve", ma l'ultima volta che ho bevuto troppo, ho baciato, senza chiedere il permesso, un ragazzo babbano per poi scappare via...
Mmm... forse dovrei stare lontana dall'alcool per un po'.>>


Finse che ci stesse veramente riflettendo, ma poi sorrise furbetta e si avvicinò ancora di più al viso di lui. Il cuore di colpo prese a battere rapito per quella vicinanza, non era da tutti i giorni trovarsi a pochi cm da un bel straniero, tanto da sentire il suo respiro caldo sul collo.
Con tono provocante aggiunse:


<< Se vuoi mettiamo anche in paio qualcosa...
Vuoi offrirmi una birra VERA?>>


Gli fece l'occhiolino, mentre gli aveva lanciato la sfida, lo aveva guardato direttamente negli occhi, occhi castani, così profondi, di un colore così scuro...
Senza aspettare che lui rispondesse, "uscì" da in mezzo alle sue gambe, ma mentre lentamente si allontanava, lasciò che le proprie dita percorressero curiose e leggere, quelle gambe maschili, al tatto muscolose e dure.
Lo lasciò lì seduto dov'era, e si diresse alla parete col giochino proposto, portandosi dietro la sua burrobirra che appoggiò su un tavolino lì vicino.
Quel maglione era alquanto inadatto per giocare, per sua fortuna sotto aveva una maglia a maniche lunghe in cotone, se lui avesse accettato il gioco, non avrebbe esitato a mettersi più comoda, così da avere più possibilità di tirare bene la freccetta senza indumenti ingombrati.


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Edited by LadyShamy90 - 22/6/2018, 06:54
 
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

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Era ancora in un misto tra curiosità e confusione con quella ragazza così fuori dall'ordinario, se a primo impatto gli era sembrata "una delle tante" adesso vedeva dell'altro, sembrava avere passione in quello che faceva e degli ideali che probabilmente nemmeno lui aveva, o almeno non così forti. Quindi se in un primo momento si era ritrovato a pensare ad una ragazza dal facile abbordaggio, adesso forse aveva visto qualcosa di più in quei capelli azzurri. E decisamente lo era anche lei perché improvvisamente distolse lo sguardo mentre stavano parlando per poi cambiare completamente discorso, rigirando la discussione verso il gioco delle freccette.
Oh, l'Irlandese non sapeva che cosa aveva scatenato, Maurizio amava giocare a freccette! Era sempre stato un bel passatempo assieme alla sua passione per la musica, non disdegnava nemmeno quello, ma non si limitò ad accettare, soffocò una frase nella sua birra.
"Chi non vorrebbe un'avventura con un Irlandese?"
Chissà se l'Irlandese aveva colto la frase mentre si dirigeva verso il giochino? Preso un altro sorso anche lui abbandonò lo sgabello per seguirla, mentre lei si toglieva il maglione lui fece qualche passo più avanti pur buttando un occhio verso di lei ( :secret: ) per recuperare le freccette. Ne prese una al contrario e la lanciò contro il tabellone.
"Uh, che distratto...oh beh, non puoi fare peggio di così, no? Fammi una domanda.
Disse facendole l'occhiolino, Maurizio era curioso anche di capire che tipo di persona fosse, e non erano le risposte a darti quelle informazioni, ma le domande!

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Stava andando nella zona dove si trovava il bersaglio per le freccette quando sentì l'affermazione del ragazzo: "Chi non vorrebbe un'avventura con un Irlandese?"
Quella frase nascondeva un doppio senso enorme.
Sarebbe dovuta mostrarsi indignata? O offesa per esser stata scambiata per una facile "da un'avventura"?
No non ne aveva bisogno, anzi un sorriso le comparve sul volto all'idea che lui potesse vederla come una "preda facile", ciò alimentava in lei la voglia di provocarlo e vedere quanto si sarebbe spinto per provarci con lei.
Appoggiata la burrobirra su un tavolino lì vicino, si girò e lo vide avvicinarsi... Sì, aveva accettato la sua sfida, e l'eccitazione per quella battaglia all'ultima freccetta la rese ancora più determinata, si sfilò il maglione, sotto aveva una normale maglia nera con maniche lunghe, aderente al corpo.



Lo sguardo che Maurizio le lanciò passandole affianco la fece sorridere soddisfatta, appoggiò il maglione vicino alla propria bevanda e lo guardò prendere le freccette, ma prima che potesse anche solo allungare la mano per prenderne una, lui tirò la propria contro il bersaglio ma dalla parte sbagliata e com'era prevedibile rimbalzò cadendo a terra.
Lo guardò stupita o bocca aperta... aveva barato?? Aveva volutamente preso e tirato la freccetta dalla coda in modo da non fare punti e ricevere una domanda da parte sua?


<< Hai barato apposta per farti fare una domanda! Non vale! >>

Incrociò le braccia al petto e cercò di guardarlo male, voleva fare l'arrabbiata, ma non ci riuscì, rise e si avvicinò a lui...

<< Vogliamo fare i furbetti eh? Va bene, aggiungo una regola:
Ogni volta che bari, dovrai bere un sorso della mia burrobirra che tanto "adori".>>


Perchè aveva sbagliato di proposito? Perchè voleva esser il primo a ricevere la domanda?
Aveva più senso che s'impegnasse per scoprire il più possibile su di lei, no?
Questo comportamento all'apparenza senza senso le piacque, il giovane tramava qualcosa oppure c'era un motivo più profondo alla base del suo modo di fare e dire.
Prese la sua freccetta e la tirò dalla parte giusta, ma chiudendo prima gli occhi, quella mancò di poco il bersaglio, cadendo per terra poco distante dalla prima.
Andò a recuperarle, chinandosi per raccogliere prima l'una e poi l'altra, probabilmente lo sguardo dell'uomo era puntato sul suo fondoschiena, ma non le importava, anzi... si rialzò e sorridendo andò da lui, quasi lo poteva sfiorare da quanto si era avvicinata, e gli disse con voce provocante:


<< Se vuoi barare, almeno fallo con più discrezione.
Bene, abbiamo mancato entrambi, quindi abbiamo una domanda a testa.
La mia è questa: "Cosa ti ha portato in questo posto oggi?"
E non dirmi che cercavi una birra e compagnia femminile.
Perchè sei venuto in questo pub? Invece di restare al caldo a casa o di andare in un normalissimo locale babbano visto che le birre vere le trovi anche lì, cosa ti ha portato ai Tre Manici di Scopa in questo freddo pomeriggio?>>


Voleva sapere di più su di lui, il suo modo di pensare, cosa gli passava per la testa, e se c'era qualcosa che lo spingeva a certe scelte, a dire e fare certe cose... era sicura ci fosse una motivazione più seri e profonda del "avevo voglia di una birretta" e voleva saperla, sperando che lui si mostrasse ben disposto ad uno "scambio di segreti e informazioni personali".

<< Dopo che avrai risposto, potrai farmi la tua domanda e inizieremo a giocare con tanto di punti.
Ciò non significa che non possiamo farci altre domande mentre giochiamo, non è mica una gara ufficiale.
Dobbiamo ancora decidere cosa mettere in palio per chi vince e la penalità per chi perde.>>

Un pensiero malizioso le attraversò la mente su un possibile premio e penitenza, ma ancora una volta distolse lo sguardo leggermente imbarazzata e arrossita... che razza di pensieri le venivano poi con quello sconosciuto, ok era un gran bel pezzo di manzo, ma se continuava così non andava tanto avanti.
Approfittò per prendere il proprio boccale e allungarlo al giovane per la sua punizione.


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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

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La reazione dell'Irlandese al tiro mancino fu talmente bella che Maurizio non poté trattenersi dallo sghignazzare un po' mentre lei si lamentava della sua "vittoria". Si "limitò" ad osservare lei che mancava il bersaglio e che accorreva a recuperare entrambe le freccette donandogli anche una visione dannatamente godibile.
La domanda che gli pose era abbastanza nella norma, qualcuno avrebbe osato dire che fosse scontata, ma era la prima e ovviamente l'Italiano lasciò correre.
"Beh, per quanto apprezzi la compagnia di Otto ogni tanto sento il bisogno di contatto umano, è il prezzo di abitare in mezzo ai boschi."
Disse abbassando la testa, come per pensare ad una risposta, ma le sue azioni future avrebbero lasciato intuire che stava benissimo pensando ad altro.
"Oh...che sbadato."
Disse come se si fosse appena ricordato di qualcosa e da che era appoggiato al tavolino opposto si avvicinò all'Irlandese abbastanza da sentire il suo respiro. Le sfiorò il fianco con una mano come per afferrarla per poi scivolare più vicino alla schiena e poi...staccarsi per prendere la burrobirra che stava dietro di lei.
"Ho mancato il bersaglio, ne devo prendere un sorso"
E tornò al suo posto con l'ordine dell'Irlandese tra le mani, stando ben attento a non staccare mai lo sguardo dai suoi occhi azzurri, diede un profondo sorso alla burrobirra e la poggiò nel tavolino su cui si era nuovamente appoggiato. Questa volte si mise sul serio a pensare ad una domanda arricciando i peli della barba con pollice e indice.
"Hai tatuaggi?"
Era una domanda più personale, ma sopratutto era più intima, per gran parte della gente i tatuaggi avevano una simbologia, avevano vita propria, era il giusto modo per sapere molto di più su di lei.

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Si era illuminata quando le aveva detto che abitava in montagna, ridacchiò, doveva ammettere che la faccia da "boscaiolo macho" ce l'aveva, coincidenza aveva pure la camicia a scacchi.

<< Oddio che bello, abiti in montagna??
Io invece abito in un appartamento a Londra messo a disposizione da... un ex-collega e amico di mio padre...
Mi hanno voluta ospitare appena hanno saputo che venivo qui per cercare lavoro, e loro al momento neanche lo usano, così non ho potuto che accettare e ringraziare in tutti i modi possibili. >>


Aveva tergiversato nel parlare del padre, non voleva rovinare quella bella giornata portando un evento così triste e doloroso nei loro discorsi.

<< Però spero un giorno di mettere da parte abbastanza soldi per trasferirmi in una bella casa in mezzo alla natura! Amo stare in mezzo alla natura, è dove mi trovo più a mio agio... ed è difficile accontentarsi del parco davanti il mio condominio, quando in Irlanda sono abituata a spazi verdi e foreste sconfinate letteralmente a due passi da casa.>>

Stava per chiedergli chi fosse Otto, quando si bloccò nel vederlo avvicinarsi tanto da sentire il suo respiro sulla propria pelle, appena le sfiorò il fianco, il suo cuore prese a battere impazzito e quando la mano scese più vicino alla schiena, un'ondata di calore le invase il petto al pensiero di cosa lui le volesse fare... Era pronta?
Guardava fisso i suoi occhi, incatenata a quello sguardo così attento e concentrato su di lei...
...per poi staccarsi e prendere la burrobirra che lei stessa aveva imposto come penitenza per aver barato.


[Stupida, stupida, stupida te... E stupido lui!]

Il cuore le capitolò come avesse appena inciampato su un sasso, i suoi muscoli si rilassarono dalla tensione appena provata al pensiero che potesse veramente toccarla e baciarla, si accorse solo in quel momento di aver trattenuto il respiro, ma anche un sentimento simile a delusione si sorprese a provare... Sperava veramente che la baciasse?
Sicuramente sarebbe stata una botta d'autostima dopo quello successo col giovane rosso babbano... i suoi occhi azzurri, completamente diversi da quelli di Maurizio, le comparvero di colpo nella mente. Il suo cuore appena rotolato, perse un altro battito, ma determinata cacciò via il pensiero con tutte le sue forze, non voleva pensare a lui, solo restare concentrata sul ragazzo che era in sua compagnia e che più di una volta le aveva scatenato un'attrazione decisamente fuori dal "normale consentito".


Vide il bell'italiano diventare pensoso sulla domanda da porle, per poi uscirne con una che la fece sorridere con un leggero imbarazzo...

<< Sì, ammetto di averne 1... O meglio, 2 anche se uno non è propriamente un tatuaggio...
Scommetto che li vuoi vedere.>>


Lo guardò divertita e provocante, totalmente certa che lui non aspettasse altro che vederle "altra pelle scoperta".

[Cosa faccio? Fargli vedere il vero tatuaggio non è un problema... ma "l'altro"?
Ok. Accontentiamolo. Al massimo scapperà...]


<< Vieni con me.>>

Lo prese per mano e lo trascinò oltre la porta, nel corridoio che portava ai bagni, abbandonando birre, maglione e giubbotto dov'erano, solo la borsa si portò dietro, per sicurezza.
Continuando a guardarlo negli occhi, indietreggiò fino ad un angolo "libero" e non troppo illuminato, sempre trascinandoselo dietro, lasciò cadere a terra la borsetta e prese le sue mani nelle proprie, poi gliele alzò oltre la propria testa e le lasciò così, appoggiate al muro, in modo che il suo corpo muscoloso la nascondesse agli sguardi di chi entrava lì dentro per infilarsi nei bagni... Visti da fuori potevano sembrare una coppietta che si stava baciando.
Si era appena messa in trappola da sola, la preda era corsa nella tana del predatore offrendo a lui l'occasione di godere della vista del suo corpo puro e inviolato.
Si girò dandogli la schiena, lentamente si sfilò la maglia, restando solo col reggiseno.
Scostò i capelli in modo che sulla schiena fosse ben visibile il tatuaggio di una grande fenice nera e verde, tra le spalle, che arrivava fino a metà schiena, perfettamente centrale.


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So che non centra niente a come è vestita adesso, manco l'intimo è simile, ma cavolo non ne ha tante con la schiena scoperta la mia PV e questa e una delle pochissime dove si può vedere abbastanza il tatuaggio...


Attese un momento, poi fece un profondo respiro e raccogliendo coraggio che non pensava neanche di avere, si girò verso di lui, mostrando le forme dei seni, per sua fortuna il reggiseno era nero e completamente coprente, decorato sopra con pizzo sempre nero che conferiva un bordino elegante all'insieme benchè la sua semplicità.
Ciò che apparve subito alla vista, oltre al suo decoltè, fu una collana con un simbolo celtico e incastonate delle pietre preziose che teneva nascosta sotto alla maglia nera, con attenzione la spostò per rivelare ciò che si nascondeva sotto: una cicatrice, di un colore più scuro rispetto al resto della pelle invece chiara, le deturpava il petto, anche nella penombra si poteva notare la perfetta somiglianza tra il medaglione della collana e la cicatrice.




Temeva potesse rimanere inorridito, era il primo uomo a cui mostrava la sua cicatrice, dopo quello che poteva esser definito "il suo ex" quando era ancora a scuola, non sapeva se aveva ancora un bel petto o quel segno, ancora più indelebile del tatuaggio, perchè nato da un dolore ben più grande e profondo, l'avesse ormai sfregiata irreparabilmente.
Trovò il coraggio di guardarlo di nuovo negli occhi, resi ancora più profondi dal buio, lentamente e incerta allungò una mano sul suo viso e con la voce ridotta ad un sussurro gli disse:


<< Se mi fai vedere i tuoi e mi racconti la loro storia... io farò lo stesso coi miei.>>

Aveva notato i suoi tatuaggi da sotto le maniche riavvolte delle braccia, ed era curiosa di conoscere cosa lo aveva spinto a farseli, a imprimerli sulla sua pelle.
Era un pomeriggio freddo, aveva indossato un maglione, una maglia a maniche lunghe e pure un giubbotto per contrastare l'inverno arrivato già da un po'...
Eppure lì, in quella "trappola" che lei stessa aveva creato, con solo quel reggiseno, non sentiva freddo, anzi un intenso calore sembrava avvolgerla, come che l'uomo appena conosciuto e che le aveva provocato tante emozioni tutte insieme, la stesse direttamente abbracciando.
Il suo respiro si era fatto profondo e difficile, si sentiva chiusa, in prigione, eppure era una gabbia che le piaceva, non riusciva a respirare perchè l'uomo che aveva davanti stava guardando il suo corpo nudo, e ciò le faceva aumentare le palpitazioni tanto da sentire le guance arrossire, la sua mano scese percorrendo il suo collo, per poi fermarsi sulle sue larghe spalle, restando a contatto con quella pelle abbronzata e calda.


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view post Posted on 2/7/2018, 22:13
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Era quasi certo che sarebbe potuta finire in quel modo, molto spesso le donne preferivano i tatuaggi in zone difficili da vedere, e con un certo velo di mistero. Eppure non si aspettava quel gesto, si ritirarono in un angolo buio del corridoio che portava ai bagni dove la ragazza si privò dell'ultimo strato che le copriva la parte superiore del corpo, voltandosi di schiena e mostrando una grande fenice nera. Sapeva che attendere era la scelta migliore e voleva lasciarla finire, del resto i tatuaggi erano due. Ci mise un po' a voltarsi, evidentemente il secondo era qualcosa di ben diverso dal primo caso...e così era. Quando si voltò quasi non riusci a soffermarsi sulle curve della donna, al centro del suo petto v'era una cicatrice molto particolare che seguiva delle strane linee sino a formare una strana figura, già rappresentata dalla collana che indossava ancora e che aveva scostato poco prima. A quel punto non poté più limitarsi a guardare ma le mise una mano sul petto, come per "tastare" la cicatrice, ovviamente stava poggiando parzialmente la mano su qualcosa di ben più morbido e non poté che limitarsi a sorridere alla sua frase.
"Ok."
Disse con la voce bassa, non voleva che quel momento venisse rotto da orecchie indiscrete. quindi staccò la mano dal corpo di lei per tirare su le maniche sino a far diventare la camicia una canottiera, si sentì qualche rumore di fila che cedono sotto il peso dei muscoli. Quello che si mostrò agli occhi di lei era ben più che una serie di tatuaggi a caso, volti a coprire le braccia, in realtà stando ben attenti si vedeva un anello conduttore, come se il tatuaggio fosse sezionato in tre parti e prendesse tre vie, quelle di Airone, Ragno e Squalo, dapprima ben distinte, poi come fuse all'altezza della spalla. V'era però una particolare sulla sinistra, proprio sulla suddetta spalla il tatau si interrompeva, aveva come un buco dove, dopo alcuni centimetri di pelle, iniziava una strana spirale di un azzurro talmente forte da sembrare di brillare di luce propria.
"Questo l'ho fatto tutto in una seduta tremendamente lunga, non ti nego di essere svenuto due volte, vedi queste sono le tre vie del guerriero. Lo Squalo, famelico e aggressivo, l'Airone libero di volare otre le nuvole ed il ragno che brilla per la rapidità con cui uccide le prede...e le fa sue!"
Quando concluse la frase le mise l'altro braccio dietro la schiena per poi spingere i due corpi sino a toccarsi. Questa volta era ben diverso, sentire la carne nuda di lei in quel momento di tensione lo eccitò e non poco, ma non poteva correre, sapeva bene come giocare le proprie carte.
"Quindi, quale via preferisci?"
Le respirò sul collo proprio per cercare di suscitare in lei un ultimo brivido prima di andare oltre, quella partita a freccette poteva benissimo aspettare.

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