Dum loquimur fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 20/1/2018, 21:18
Avatar


Group:
Caposcuola
Posts:
9,886
Location:
Nowhere

Status:


Megan M. Haven ♦ 15 anni ♦ Studentessa Corvonero ♦ I anno



Mentre per la maggior parte degli studenti quel venerdì pomeriggio era solo un giorno come un altro, per Megan poteva essere l’inizio del giorno più importante della sua vita. Il Professor Ignotus Albus Edward Peverell l’aveva invitata per un The.
Ricordava bene la sensazione nel leggere quella lettera: il senso di angoscia che si univa ad un profondo stato di felicità; a cosa sarebbe andata incontro? Dal giorno in cui la lettera era arrivata nel suo dormitorio aveva iniziato a contare le ore, i minuti e i secondi impazientemente ed ora che era giunto il momento, riusciva solo a camminare lentamente lungo le mura del castello, incerta e, quasi, spaesata.
La neve scendeva lenta e copiosa tingendo ogni cosa di bianco e la perfezione e l'imperfezione in breve tempo furono celate dalla sua coltre. Come un enorme coperta di piume, così quei fiocchi bianchi coprivano e nascondevano la superficie sporca della terra, lasciando all’immaginazione il compito di costruire una realtà diversa da quella ormai conosciuta.
Camminò per un tempo che pareva infinito e, una volta giunta alla base della lunga e sopraelevata scalinata che l’avrebbe portata all’ufficio del Preside, il cuore iniziò a batterle in petto, così forte da poterlo sentire rimbombare in tutto il suo esile corpo: gola, bocca, naso, zigomi, cranio, gabbia toracica e colonna vertebrale; non c’era niente che non risuonasse come un’orchestra di tamburi deliranti. Passo dopo passo, abituata alla mole di scale da affrontare, la visione dei due Gargoyle - che anticipavano l’entrata dell’ufficio del Preside - fu per lei l’apice dell’agitazione. Le mani umide e fredde cercavano di scaldarsi fra di loro e il nodo alla gola sembrava, ad ogni passo, stringersi sempre di più.
Giunta il più vicino possibile alle due statue di pietra, pronunciò la frase che il Professore le aveva scritto nella lettera.
«Amor ac deliciae generis humani!» esclamò, poi, riprendendo il controllo necessario per affrontare ciò che avrebbe incontrato più avanti, respirò profondamente aspettando che il muro si aprisse dinnanzi a lei e le mostrasse la grande scalinata animata che l’avrebbe portata alla sua destinazione. Era giunto il momento: con passi più sicuri si fece coraggio poggiando entrambi i piedi sul freddo lastricato. Le domande iniziavano ad attanagliarle la mente: cosa sarebbe successo?


 
Top
view post Posted on 21/1/2018, 12:25
Avatar

Scopro Talenti, Risolvo Problemi

Group:
Preside
Posts:
11,784
Location:
Arda

Status:



Il Silenzio.
Beato fantomatico benedetto Silenzio.
Il basso scoppiettio dei ciocchi del camino, andava accavallandosi, in una ideale staffetta, con il vergare rapido, e preciso, della piuma sulla pergamena. Il becco della nobile, ed orgogliosa piuma, che si pavoneggiava, salda nella morsa, grattava sulla superficie ruvida ingiallita del supporto, lasciando chiare, nette tracce ferrose, una calligrafia svolazzante, inclinata, sottile. Appunti. Una serie di codici sparsi sulla scrivania sembravano voler reclamare bulimicamente a gran voce spazio, ed ancora spazio, rilevanza, importanza, come se già non ne avessero a sufficienza. Codici aperti, chi sull'inizio, chi nel mezzo, chi sul finire, sembrava non esservi uno schema preciso, così come nemmeno tra gli argomenti, che fosse imperante il Caso? O peggio il Caos?
La piuma, salda nella presa dell'Anziano Mago, sembrava trarne uno smisurato piacere, vivendo in uno stato di estasi quei momenti di concentrata dedizione, dedicandosi a quanto meglio le riuscisse: scrivere. Scivolava lesta sulla pergamena, prima irruenta, come se non vi fosse un domani, precipitosa come a non volersi far scappare nemmeno una sillaba, in uno stato di bisogno, e scarse capacità mnemoniche, poi tornava alla calma, alla riflessione, l'interpunzione, la quiete che solo una virgola era in grado di ripristinare, in un oceano di emozioni compulsive, irruente, che spazzavano la superficie con impavida sagacia, ed altezzosa superbia. Appunti meditati, ponderati, pesati, ogni parola sembrava dover essere calibrata, tagliata, il lavoro di un artigiano, il tagliatore di gemme, lì all'opera, in un'inedita veste, tutto per qualcosa che probabilmente nessuno avrebbe mai letto, o visto. Appunti, semplici appunti. Eppure, un lungo, e laborioso processo mentale, che sembrava voler lentamente prender guisa nel Verbo, perdendo buona parte dell'ineffabilità che sino a quel momento l'aveva contraddistinto, e reso grande, unico. Un tributo d'onore, un silenzioso domestico grazie, tra quella che era stata un'idea, ed il suo Artefice, che lentamente ne stava anche divenendo illuminato, ma pur sempre, carnefice. Idea, che per quanto elegantemente venisse redatta aveva smesso di essere tale, frastornata nella sua essenza, tradotta e tradita, in quell'unico primo punto della piuma. Era bastato un singolo, innocente, innocuo punto, ed era stata strappata al suo Mondo, trascinata attraverso gli elementi, sino a varcare una nuova Dimensione, e giungere infine lì.
L'Anziano Mago con un'innata calma lasciava spaziare lo sguardo da una pagina all'altra, prima di tornare a vergare il lungo rotolo, ormai scritto per metà, un guanto bianco abbandonato a metà strada tra un codice, e la pergamena, passata la fase d'analisi, sembrava essere ormai nel vivo della fase di scrittura. Cosa poi in fondo stesse scrivendo, con ogni probabilità non l'avrebbe compreso nemmeno lui, sino alla conclusione della sessione. Era pur sempre una questione di Genio, ed estro, ineludibili gregari di una Vita spesa in un vicendevole servizio. La lunga veste cremisi, spiegazzata nella seduta, riluceva dei chiarori del fuoco, ravvivandosi, quasi rifulgendo di una seconda misteriosa vita, ignota ai più, come se potesse a sua volta prendere, ed uscire dalla stanza, mollando tutto e tutti, per lidi ignoti ai mortali, stufa della noia, se mai ve ne fosse stata. Quelle stanze gli erano divenute in poco tempo tanto famigliari, da trovare sorprendente non esservi mai stato, per scherzo o per caso che fosse. Spoglie come le aveva trovate, avevano un che di lugubre, peccaminoso, tornate infine ai rassicuranti fasti d'un tempo, era tutta un'altra Storia. Perchè di Storia pur sempre andavano trattando, certo, ci sarebbe voluto tempo, ma Storia sarebbero diventati, Storia e polvere.
Il nobile animale, amico di un'intera esistenza, riposava, il capo celato sotto un'ala, tranquillo, ed elegante sul suo trespolo, poco distante. L'ora non era tarda, certo, ancora ne mancava al desinare, fuori l'ululare del vento, e il vorticare dei fiocchi, sembrava voler sfidare l'eroe di quella fortezza a farsi avanti. Chi era l'Achille della situazione? Sarebbe dovuto infine un novello Priamo correre al campo acheo, abbracciando le ginocchia di un mostro, chiedendo le spoglie dell'amato Ettore? Ci sarebbe stato quell'inevitabile scontro? Per quanto il vento ululasse forte, avrebbe potuto la montagna piegarsi ad esso? Eppure il pomeriggio era ancora lì, con tutti i suoi rituali, come tradizione imponeva, e a seguire l'intera serata era ancora in agguato, prolifica nella sua benigna quiescenza. L'emergere lesto del becco, lo sguardo fulvido, curioso, della nobile compagna parve sfuggire al Mago, che proseguì gaudiente nell'opera, prima che l'inevitabile precipare della situazione, reclamasse una qualche reazione. Un paio di colpi, non propriamente un colpo di mortaio, in fondo. Poggiati saldamente entrambi i piedi sul primo gradino della chiocciola, la giovane Corvonero aveva infine raggiunto una porta a doppio battente, lì la situazione era precipata.

*Toc Toc*

Il primo pensiero era sempre lo stesso.
Che avesse scordato qualcosa d'importante?
La soluzione era dietro la porta, forse.
Nulla di troppo difficile, in fondo, non si sarebbe stupito.
Che razza di giorno era? Lezioni pomeridiane del III Anno.
Quand'erano? Forse giovedì, forse venerdì? Sì ecco, venerdì...
Del resto, gli anni dei problemi, erano ormai felicemente alle spalle.
O almeno lo erano stati per un periodo sorprendente lungo.
Ma aveva quella sensazione strana, qualcosa...
Sospirò, alzando lo sguardo.
Aveva il loro interesse.


Avanti!

 
Top
view post Posted on 23/1/2018, 20:54
Avatar


Group:
Caposcuola
Posts:
9,886
Location:
Nowhere

Status:


Megan M. Haven ♦ 15 anni ♦ Studentessa Corvonero ♦ I anno



▲ 17:29 ▼

Puntualità: fin da bambina le era stato insegnato che era segno di rispetto, che dava un’immagine di precisione, affidabilità e senso di responsabilità; questi erano i più importanti passi da compiere per qualsiasi tipo di rapporto. Megan si era sempre impegnata in questo: essere puntuali senza mai peccare in alcun modo, ed anche quel giorno ci era riuscita. L’ufficio era di fronte a lei, a separarla dal suo obiettivo c’erano solamente un minuto ed un’ampia porta di legno rifinita. Seguita da un respiro profondo avanzò, poggiando le nocche della mano destra sul robusto e spesso legno.
Bastarono solamente due colpi ed il silenzio, che fino a quel momento l’aveva accompagnata, venne interrotto da una voce calda dal timbro scuro che, la invitava ad entrare. Con delicatezza ed attenzione, aprì la grande porta di quercia finemente decorata ed entrò a passi incerti.
«Professore, buonasera. Sono Megan Milford Haven, casata Corvonero. Mi ha invitata qui per un The oggi stesso.» le parole, della giovane dall’uniforme bronzo-blu, uscirono sicure e curate mentre osservava stupita tutto ciò che le si era palesato davanti agli occhi.
La stanza circolare era rivestita da librerie curve, arazzi, e quadri, mentre, l’ambiente ben illuminato era caldo e accogliente, addolcito dal suono della melodia di un’arpa. Se avesse potuto, avrebbe fatto i bagagli e si sarebbe trasferita lì, circondata da così tanta cultura che non avrebbe assimilato nemmeno se avesse vissuto due vite o tre ma, alla fine, che importava? Solamente il profumo della carta riusciva a convincerla abbastanza. Mentre osservava con cura alcuni dei titoli posti sopra i grandi scaffali, lo sguardo andò a posarsi sul pennuto che, la osservava incuriosito da sopra al trespolo. Una Fenice, quella sì che fu una bella sorpresa. Megan sapeva bene che il Preside fosse in possesso di quella magnifica creatura ma, mai l’aveva potuta vedere da così vicino. Affascinante, elegante, piena di meravigliosi valori tra cui la sua nota fedeltà.
Poco distante dal trespolo, di fronte a lei, si erigeva la grande scrivania del Professore sovrastata da miriadi di fogli e scartoffie varie e dietro ad esse, l’anziana figura la osservava come se non si aspettasse affatto quella visita. Che si fosse totalmente dimenticato? Megan chiuse la porta alle sue spalle e con le mani dietro la schiena si fermò, appena a pochi passi dall’uscio, mostrando un sorriso cordiale. Se l’ansia per un attimo era scomparsa ora poteva sentirla tornare, giudice di quella sentenza, facendola sentire colpevole di chissà quale crimine. Eppure non aveva fatto nulla di sbagliato, di questo, ne era certa.


 
Top
view post Posted on 28/1/2018, 11:25
Avatar

Scopro Talenti, Risolvo Problemi

Group:
Preside
Posts:
11,784
Location:
Arda

Status:



Era statisticamente assai probabile che il tardo visitatore fosse una donzella, a sua volta studentessa. Per quanto idealmente più verosimile che potesse essere un collega a spingersi a cercarlo, la schiettezza e la ferocia dei numeri sembravano voler spazzare dal tavolo qualunque creativa ipotesi, prim'ancora che vi fosse il tempo di formularla. Eppure, era così, aveva i dati dell'anagrafe, da qualche parte certo, ma erano in quella stessa stanza. Sarebbe stato decisamente poco galante lasciar aspettare sulla soglia una per quanto inaspettata visitatrice, per concedersi il tempo di trarre con la giusta precisione il dado, congraturarsi con l'altro sè stesso per l'eccellente analisi, rimettere in ordine, tornare alla scrivania, e soavemente invitare ad entrare. Sarebbero potute trascorrere se non delle ore, almeno una mezz'ora, un buon giro di clessidra, anche con l'aiuto di Atlante, e di quanti fosse in grado di convocare così su due piedi. La capacità di perdersi in un bicchier d'acqua? O ingegnosamente ingannare l'attesa? In fondo, se era vero, come era vero, che la ormai assodata giovane avesse un deciso vantaggio di prima mossa, con ogni probabilità era giunta lì con un piano, già ampiamente pianificato, un discorso, un'introduzione, un piatto forte, ed un ineludibile problema, che avrebbe riguardato presumibilmente Storia, o la Biblioteca, dal canto suo, lui era nel suo ufficio, sulla sua poltrona, e non temeva per natura le visite inaspettate. Quanto le due cose riuscissero nel ricreare un equilibrio era dubbio, ma era comunque meglio di nulla.
Mentre la bronzea serratura scattava, ed i denti scattavano, facendo abbassare la maniglia, l'energico schiocco di uno dei ciocchi del camino catturò l'attenzione dei due quieti osservatori, mentre una colonna di scintille incandescenti risaliva la colonna di aria calda, su per la cappa del camino, perdendosi nei meandri millenari delle strutture del Castello. Troppo tardi, la giovane, perchè di donzella e studentessa trattavasi, era già dentro, ed il secondo risuonare della serratura sembrava voler anche annunciare laconico l'intenzione di rimanere. Poi la scoperta, un'epifanica rivelazione. Una Corvonero per giunta era una ben particolare visita, ma in quel caso le aveva chiesto lui di fare un salto. Salvo poi scordarsene, certo, ma in fondo a contare... non era comunque il pensiero? Qualcosa doveva pur contare, e se non era stato il massimo dimenticarsene, il buon gesto l'aveva già compiuto. Qual era il bilancio? Positivo, ma in parte deludente. Il candidato è sveglio, ma non si applica? L'eterno cruccio di qualunque genitore, e in quel caso cos'era? Genitore di se stesso? Possibile? Fattore e creatura? Aveva un che di poetico.
Sorrise alla giovane Corvonero, alzandosi dalla poltrona.
Iniziavano le danze, e qualunque inizio non poteva essere da seduti.
Il resto sarebbe venuto da sè, anche quello era vero. Inutile pensarci.


Ah! Mademoiselle Milford Haven, che piacere!
Ha assolutamente ragione, l'ho invitata per un The.
Prego, si accomodi, posso offrirle un The, o preferisce altro?


Una presa d'atto, l'affermazione dell'ovvio, ma che doveva suonare rassicurante per entrambi. Non c'era stato nessun errore, almeno non irrimediabile. Veniva poi la questione el The, il cosa. Indicò la coppia di poltrone davanti la scrivania, mentre i pesanti volumi si impilavano silenziosamente ai lati della scrivania, facendo spazio a quanto sarebbe seguito. Tornò a sedersi, osservando la giovane studentessa. Solare, melodioso, tra i rotacismi delle alveolari R, ed i francesismi di sillabe sincopate con una certa normanna eleganza. Procedeva spedito, da cicerone, ma pacato, risoluto nel concedere ad ogni immagine il suo giusto e legittimo spazio. Non vi sarebbero state querelle, non ancora. Aspettative erano state create, che però rischiavano già di essere deluse? Un bel problema da fronteggiare, era stato colto in fallo? O forse, in fondo, fregarsene, era la soluzione? Tirare dritto, come se nulla fosse capitato.

Immagino si sarà fatta delle aspettative sul perchè le abbia chiesto di passare, giusto? Una più improbabile di un'altra, sbaglio? Ma se le chiedessi di fare una previsione, su cosa scommetterebbe?

E quella che razza di domanda era?
L'aveva scomodata lui, e ora le chiedeva anche di trovare un ragionevole perchè. Perchè cosa? Perchè si fosse presentata? Perchè l'aveva chiamata? Perchè lei? Perchè proprio quel giorno? Perchè in quel momento? Perchè un The? Sulla base di cosa avrebbe dovuto costruire una risposta? Quali erano i punti fermi da assumere a ipotesi? E quale la tesi di quella stramba esercitazione logica? Quale sarebbe stato l'esito? Ci sarebbe stato?

 
Top
view post Posted on 1/2/2018, 15:15
Avatar


Group:
Caposcuola
Posts:
9,886
Location:
Nowhere

Status:


Megan M. Haven ♦ 15 anni ♦ Studentessa Corvonero ♦ I anno
La calma e la cordialità, che aveva ricevuto, fu del tutto apprezzata.
«Sì volentieri, la ringrazio! »
La giovane Corvonero si limitò a lasciare in volto, il disegno perfetto di un sorriso imbarazzato e, con passi lenti, si avvicinò allo scrittoio trovando posto sulla sedia. La posizione eretta, le gambe sovrapposte e le mani unite tra di loro lungo le ginocchia, le davano un’immagine sicura e fiera; tuttavia, l’ansia stava facendo il suo corso ed era certa di non poter prendere mano ad un antidoto adatto, non in quella condizione, non in quel momento.
Si trovava di fronte al Preside, nonché professore di Storia della Magia e figura rilevante di cui conosceva poco e niente, di cui aveva potuto apprezzare solo la passione e la dedizione applicata in quella materia che lei tanto amava, e che per molti era una piaga. Si era sempre impegnata al massimo cercando di dare il meglio, aveva visto i suoi sforzi prendere forma passo dopo passo crescendo insieme a lei; eppure il senso di angoscia continuava a pervadere il suo spazio, riusciva a sentire lo stomaco contorcersi come uno panno strizzato con forza. Fortunatamente, in tutta quella situazione, la salvava il suo atteggiamento: era brava a mascherare le emozioni, a non farle prevalere e ad assumerne il controllo necessario, anche se non sempre le era riuscito e ancora ne pagava le conseguenze.

Le domande che seguirono l’inizio di quell’incontro furono, per Megan, del tutto inaspettate. Una cosa assai bizzarra: avrebbe dovuto individuare lei stessa il motivo di quella convocazione, avrebbe dovuto individuare il motivo che lei stessa si era chiesta fino a pochi istanti prima e che, in quel momento, si stava ancora chiedendo. Aspettative? Forse. Durante i giorni che separavano la ricevuta della lettera a quell’incontro, aveva sentito delle voci in merito alla Scuola di Atene condotta da Peverell, e alla grande possibilità che essa dava ai maghi che la vivevano: una sorta di viaggio nel tempo in chissà quale era storica. Doveva ammettere di averci riflettuto, di essersi chiesta se fosse stato quello il reale motivo di quella lettera, ma quel pensiero fu breve, così come era approdato spiegò le vele e riprese il suo viaggio altrove. Non voleva rendere le cose più complicate o farsi false aspettative che le avrebbero, nel caso di esito negativo, recato delusione.

«Non saprei professore, forse vuole parlarmi degli ultimi elaborati? Ci sono stati problemi?»
Aveva preferito non dire nulla in merito a quell’opportunità, non le sembrava il momento. Portò, invece, l’attenzione sul suo rendimento, nonostante fosse a conoscenza delle sue capacità didattiche, probabilmente le era sfuggito qualcosa. Il professore, forse, avrebbe voluto dirle di applicarsi di più e che avrebbe potuto ambire al massimo. Tante, troppe domande.
Lo sguardo curioso, gli occhi scrutatori e la bocca chiusa in un dolce sorriso, aspettavano l’esito di quelle domande di cui presto avrebbe ricevuto risposta.




 
Top
view post Posted on 10/2/2018, 14:52
Avatar

Scopro Talenti, Risolvo Problemi

Group:
Preside
Posts:
11,784
Location:
Arda

Status:



Ormai il grosso era fatto, la giovane si accomodò, che si potesse già trarre il classico sospiro liberatorio?
 Che fosse già tutto finito? L'imbarazzo alle spalle, una triste Storia che andava chiudendosi, lasciando il posto ad una nuova gaia stagione, un inizio inedito, all'insegna di pace e prosperità, che si potesse guardare al futuro con rinnovato ardore? In quanti si erano già accomodati su quella stessa poltrona? Quante volte era già stata girata quella scena? Se un grande Maestro fiammingo si fosse appostato nell'angolo, con ogni probabilità, prima dello scadere del terzo mese, avrebbe invocato pietà. Sarebbe stato troppo anche per lui. Certo, la cura del dettaglio, ottimo il ripetersi quasi forsennato del motivo, con la minore delle varianze, perfetto il mantenersi inalterato di un ambiente quasi asettico, ma ogni cosa aveva il suo tempo. Sorrise, che fosse dovuto all'enorme sproporzione di anni tra lui, ed i suoi ben più giovani interlocutori, sembrava non poterne fare a meno, o che fosse in fondo anche dovuto ad altro, la cosa gli dava un insano piacere. Qualcosa che molto difficilmente sarebbe potuto essere razionalmente giustificato, ma nessuno ne chiedeva conto, quindi, perchè porsi il problema?
 Ripose con una certa reverenza la piuma nel calamo, voleva essere un temporaneo arrivederci, per quanto fossero stati veloci, non avrebbe avuto più di quel tanto senso trascorrere il resto della conversazione con una piuma stretta in pugno. Se poi la Biblioteca aveva poco a che spartire con quanto sarebbe seguito, non c'era proprio motivo alcuno. Si avvicinava a grandi balzi il momento del The, ma non ne era ancora scoccata l'ora. Eppure, cosa si celava dietro l'angolo? Cosa sarebbe presto seguito? Un lungo dibattito, su questa o quella rivolta nanica? I goblin li avrebbero accompagnati per il resto della conversazione? Che non fosse semplice prenderci per certi versi era certo consolidato, dato per assodato, del resto non lo era nemmeno dall'altro verso. Forse anche maggiormente. Dipendeva un po' dai casi, quanto andava a prevalere l'istinto di conservazione, quanto l'azzardo, quanto i colpi di testa. Era una ricerca continua, forsennata, quasi disperata dell'equilibrio, solo in un'inedita salsa, probabilmente incompresa ed impensata, ignorata più per fretta, prassi, negligenza, eppure ogni cosa era relativa, o almeno molto poteva avere il vanto, e la dannazione di esserlo. Quanto alla leggera potevano essere prese certe decisioni? Perchè quello doveva essere stato alla radice di tutto. Cos'aveva deciso? Eppure, presto o tardi qualcosa andava anche deciso. Era un dato di fatto. Il punto era proprio quello, che ciò non divenisse un alibi per non decidere, e rinviare alle kalende greche. Ma era sempre possibile decidere? O era sempre possibile rinviare? Quando e come decidere cosa fare? Un problema di asimmetrie informative? C'era possibilità di risolverlo? Probabilmente non così semplicemente, e non così in fretta. A volte, il salto nel vuoto, era inevitabile. Di lì, la necessità, e l'accortezza di essere bene informati. Prevenire, era pur sempre meglio di curare, no? Sorrise, alle distanze ormai accorciate, una trincea nel mezzo, certo, ma ormai erano lì.

In realtà temo di no, non è qui per alcun compito. Nonostante non sia più nel fiore degli anni da diverso tempo, e benchè sia un docente da più di qualche lustro, temo di continuare a credere che in fondo le lezioni non siano mai tutto. Per quanto ovviamente a lezione mi aspetti da parte vostra la massima attenzione su quanto affrontiamo, essendo argomenti importanti e nel lungo periodo auspico anche formativi, in realtà fuori dal dipartimento di Storia, e da quando ho traslocato quassù non lo siamo più, le posso tranquillamente confidare che spesso sono anche d'accordo con voi nel constatare che se anche Atlantide ci abbia lasciato nel 9600 o nel 8900 in fondo poco importi. Qualcosa di tanto straordinario che il Professor Peverell non potrebbe ammettere, ma che un Preside o un Giudice sì. Mi segue? Al che mi dica, come si trova qui ad Hogwarts? Ormai è passato qualche mese, si trova bene tra i Corvonero?

Una domanda semplice, in apparenza innocente.
Possibile che fosse tutto lì? O era solo l'inizio? Dove voleva andare a parare? Una serie di ammissioni imbarazzanti, inaspettate. Ma quanto? Dovevano essere davvero accolte in quanto tali, o in fondo era tutto semplicemente prevedibile? In fondo, vivere in una torre era del tutto equivalente a vivere su Marte? Eppure era tempo di The. Mentre lo sguardo cadeva sull'insospettabile servizio blu e bianco cinese, poco distante, questi si animò. La teiera sbuffando prese a riempire una tazzina, già in movimento, con tanto di piattino, in direzione del grazioso e prevedibile cliente, inseguita a ruota dalla delicata zuccheriera, che mulinando un cucchiaino d'argento, sembrava ansiosa di portare a compimento il suo uffizio, stanca di quella forzosa quiescienza, stanca delle chiacchiere, grata di aver un certo margine d'azione. Una volta pronta, la tazza dal liquido ambrato, e dalle vorticose spirali di vapore, prese la 'via delle Indie', galleggiando sino allo scontato cliente. Che non fosse nemmeno più necessario fare le richieste? Aveva fretta di sbarazzarsi del Vecchio? Aveva già sentito troppe volte quella laconica richiesta?


Mi raccomando, faccia richieste precise, o rischierà di essere raggirata.

Un consiglio?
Magari un'ammissione?
Un semplice ammonimento?

 
Top
view post Posted on 13/2/2018, 14:44
Avatar


Group:
Caposcuola
Posts:
9,886
Location:
Nowhere

Status:


Megan M. Haven ♦ 15 anni ♦ Studentessa Corvonero ♦ I anno
Un sospiro di sollievo si rivelò appena il professore rispose alla sua domanda. Nonostante avesse ben chiaro il suo rendimento in quella materia, un pizzico di ansia era sempre presente di fronte a domande del genere. Un sorriso accompagnò quell’azione, continuando ad ascoltare le parole del preside.
 «Potrei trovarmi in accordo con lei Professore. Credo anche io che le lezioni non siano mai tutto. Per quanto si possa imparare, queste ultime delle volte sono incomplete se non hanno una base di pratica ad accompagnarle. Ad ogni modo, Professore mi trovo molto bene qui. I Corvonero ormai sono come una famiglia, a dirle la sincera verità agli inizi credevo in un errore del Cappello, molte volte mi sono chiesta se davvero questa casa facesse per me, se fossi davvero alla sua altezza. Menti brillanti hanno fatto la storia nei Corvonero, e diciamo le aspettative sono molto alte qui. Ad oggi, però, posso dirle di sentirmi a casa, questo sì.» la sincerità disarmante le colorò il volto, il rosso pallido andò ad accentuarsi sulle sue gote facendo trapelare l’imbarazzo provato.
 Le faceva quasi strano potersi confidare così apertamente con una persona a lei totalmente estranea, eppure le venne spontaneo farlo. Si sentiva a proprio agio in quella stanza, l’ansia provata fino a pochi istanti prima era riuscita ad abbandonarla, lasciando posto ad una profonda calma ed una curiosità crescente. Merito delle abilità del professore, riusciva a mettere a proprio agio le persone, doveva rendergliene atto. 

«Per me un The Verde senza zucchero, grazie!» lo sguardo curioso andò ad osservare per qualche istante la teiera blu e bianca muoversi, seguita dalla zuccheriera, le sembrava davvero strano parlare con un oggetto; poi tornò ad osservare il professore, portando le mani sul bordo dello scrittoio incrociandole tra loro.

«Professore, quasi dimenticavo, le volevo fare i miei complimenti per la sua nuova carica!» affermò seguita da un sorriso gentile.
 L’inizio di quella conversazione le sembrava essere stato più facile del previsto, sperava, dunque, che continuasse allo sesso modo.




 
Top
view post Posted on 15/2/2018, 17:35
Avatar

Scopro Talenti, Risolvo Problemi

Group:
Preside
Posts:
11,784
Location:
Arda

Status:



Un inizio in discesa?
Evidentemente non era un problema ad averla condotta lì, dopo tutto non ve n'era la giusta atmosfera, se fossero stati in procinto di iniziare una guerra le condizioni quadro sarebbero anche state radicalmente diverse. O almeno era da presumerlo, chi combatteva una guerra con il sorriso sulle labbra? Il suo ospite era sadico a tal punto? Forse sì, non si conoscevano sino a chissà quale punto, ma allo stesso tempo non sembravano esservene gli estremi. Se non erano le lezioni, e allo stesso tempo non aveva violato nulla di cui fosse consapevole, non poteva che convenire la ragione della visita fosse gradita. Una conclusione logica, razionale, che però mancava ancora di quella verifica empirica che tanto avrebbe rasserenato gli animi. Doveva esservi una qualche seria ragione, quanto di frequente capitava un lungo colloquio per dibattere del più e del meno? Erano ancora in una fase di 'convenevoli' più o meno dovuti? Quale ne sarebbe stata la più logica conclusione da trarsi? Cosa doveva intuire, e forse non aveva ancora fatto? Era una premessa, ma a cosa? Mentre procedeva spedita la preparazione del The, la mossa successiva. Pedone in b3?


La ringrazio del pensiero, in effetti è stata una scelta più difficile di altre, per quanto non vi fossero grossi margini. Ma temo non sia nemmeno questo l'argomento che avevo pensato, per così dire. Come forse saprà, ha dei colleghi anche tra i Corvonero che hanno partecipato in precedenza, dunque potrebbe averlo saputo da loro, si dà il caso siano diversi anni che mi occupo anche di altro, oltre al corso di Storia della Magia qui ad Hogwarts. La nostra scuola offre una serie di attività extrascolastiche, ha deciso di prender parte ad altre? Tra queste sono sicuro che ad almeno una non partecipi, La Scuola di Atene, il che mi ha spinto ad invitarla oggi. Ne sa qualcosa?

Il sasso era ormai in movimento.
Cosa avrebbe generato era un'altra Storia.
Quanto sarebbe tardato l'effetto palla di neve?
Quale ne sarebbe stato l'esito ultimo? Erano dunque giunti celermente al quid? O era solo un ulteriore passaggio, una tappa intermedia di sosta, prima di riprendere il viaggio? E quali ne erano state le premesse?

 
Top
view post Posted on 19/2/2018, 01:05
Avatar


Group:
Caposcuola
Posts:
9,886
Location:
Nowhere

Status:


Megan M. Haven ♦ 15 anni ♦ Studentessa Corvonero ♦ I anno
La domanda che il professore le rivolse fu un campanello d’allarme, un segnale, che rinvigorì i suoi pensieri, facendoli tornare all’origine di quell’incontro. Ciò che aveva pensato fino a qualche giorno prima nel mettere piede in quell’ufficio, venne messo nero su bianco e Megan non poté non nascondere in volto un’espressione conscia. Mentire sarebbe stato inutile, era palese che sapesse qualcosa e non le sembrava il caso di fingere rischiando una pessima figura, men che meno con il Preside.

«Se le dicessi di no, temo che si capirebbe l’enorme bugia che le sto dicendo. Anche i muri parlano della Scuola di Atene, quindi ammetto che ne ho sentito parlare approssimativamente, ma mi piacerebbe saperne di più.» 

La confessione le risultò più facile del previsto, dopotutto la sincerità era la base di qualsiasi tipo di rapporto, o così si era sempre detto. Poi aggiunse «Per quel che so, mi fa davvero piacere che mi abbia chiamata qui per questo!» in realtà se avesse avuto la possibilità di manifestare la sua vera felicità, si sarebbe scomposta abbastanza da far cambiare idea al professore seduta stante. Sì limitò, così, ad un sorriso cordiale, andando a sottolineare quell’affermazione.

In quell’istante la preparazione del The era ultimata, la tazza fumante emanava un profumo gradevole, l’aroma del The verde era qualcosa a cui non riusciva mai a rinunciare: le ricordava i pomeriggi trascorsi insieme ai suoi nonni quando era piccola.
 Con un gesto delicato portò le mani ad abbracciare la tazza, lasciandosi scaldare dal calore che emanava, aspettando che le parole del Professore colmassero il silenzio che si era fatto spazio all'interno della stanza.


 
Top
view post Posted on 19/5/2018, 16:34
Avatar

Scopro Talenti, Risolvo Problemi

Group:
Preside
Posts:
11,784
Location:
Arda

Status:



Stava lì il problema?
Quanto era in realtà fraintendibile un'affermazione del genere?
Lo era? Qual era la più diretta conseguenza di un tale assunto? Se anche la giovane Corvonero non avesse frainteso, quale sarebbe stato il successivo passo di quella strana logica? Se ne stavano discutendo, o era probabile le avrebbe chiesto di prendervi parte, o peggio l'avrebbe messa in guardia dal non chiederlo. Delle due, qual era lo scenario peggiore? E se ce n'era uno migliore, quale sarebbe stato il più semplice da percorrere? Ora della fine non parteciparvi era un semplice riconoscimento dello stato quo ante, che sarebbe proseguito senza che eventi traumatici o d'un qualche impatto sopravvenissero improvvisamente, e del tutto inaspettatamente. Invece, parteciparvi in prima persona cosa rappresentava? Cosa avrebbe rappresentato nella tranquilla e misurata vita di una studentessa, di una giovane persona da pochi anni confrontata con le asperità del mondo? Non poteva saperlo, e non l'avrebbe neanche saputo sino a quando esso non fosse accaduto, se mai ciò si fosse verificato. Ma era pur vero che convocare qualcuno, in pompa magna, accoglierlo con quella che poteva forse essere considerata giovialità, per comunicargli che effettivamente era stato escluso da qualcosa che nemmeno aveva richiesto, per una qualche stramba ragione, comunque la si mettesse non suonava nè molto bene, nè molto elegante. Una cafonata bella e buona? Che razza di interlocutore aveva davanti? Sin dove si sarebbero spinti, per andare a parare su cosa? Era quello il punto della questione?


È vero, ammetto essere un argomento spesso affrontato da molti. Questo vale per argomenti anche di tutt'altro tenore, più se ne parla più è facile che meno se ne conosca davvero l'essenza. Se vuole, penso esista un piacere perverso nel voler discutere a ogni costo di quanto in realtà ignoriamo, per l'attrazione che l'ignoto esercita inevitabilmente su di noi. Fossi in lei dunque, non vi presterei eccessivo orecchio... Del resto, è anche vero che la Scuola di Atene sia soggetta a una serie di restrizioni, se mi passa il termine, e tali limiti non fanno che alimentarne l'interesse, nel bene e nel male.

In fondo non era quello l'obiettivo.
Solo una conseguenza, in parte indesiderata.
Che però poteva essere mondata da un primo sorso di The, perchè no? Un modo come un altro di prendere le distanze da tutto? Un modo per rimarcare una cifra diversa che avrebbe dovuto guidare il tutto? Quali erano quelle differenze, quanto sarebbero dovute pesare? Tra un sorriso cordiale, e un misurato gesticolare, tutto sembrava essere ormai avviato per il meglio. Pur restando la questione ancora insoluta: perchè. Perchè era lì? Perchè Atene? Perchè lei?
L'avrebbe scoperto?
C'era una risposta?


Come forse saprà il maggior limite di questa 'attività' sono i prerequisiti, o meglio, il fatto che non si conosca quali siano, ma che allo stesso tempo sia indispensabile dimostrare di raggiungerli. E allo stesso tempo far sì che chi è nella possibilità di decidere, nel qual caso stiamo parlando di me, sia messo al corrente di tale dettaglio. Qualcosa di un po' barocco, non negherò, ma sono troppo vecchio per potermi adeguare al modernismo dilagante! Il che ci riporta hic et nunc, a noi. Per molti versi è vero, gli Ateniesi si occupano di Storia, ma lo fanno in una maniera abbastanza pittoresca, correndo dei rischi. Da qui la necessità di un filtro, e il bisogno di condire diversi sì, con altri no, più silenziosi, ma non per questi assenti. Le domando quindi, in qualità di giovane studentessa di Corvonero, del I Anno, quali rischi ignoti è disposta a correre?

Qual era la vera natura della domanda?
Le stava chiedendo di scegliere? Era un'opportunità? O qualcosa di più blando, un modo come un altro per rompere il ghiaccio, prima di andare avanti? Se c'era una premessa a quella domanda, quanto era in realtà retorica? E se avesse sbagliato la risposta? Stava rischiando già qualcosa? L'esame era già iniziato? O era iniziato già molto prima? Quando? Poteva farvi qualcosa, porvi un qualche tipo di rimedio? O semplicemente era l'inevitabile procedere degli eventi? Quanto erano ancora entro i limiti che avrebbe potuto giudiziosamente e razionalmente manipolare nel bene o nel male? Tintinnando dolcemente la tazzina tornò sul suo piattino, mentre quietamente il silenzio tornava a farsi avanti, impettito. Chi l'aveva invitato? Eppure...

 
Top
view post Posted on 4/7/2018, 23:51
Avatar


Group:
Caposcuola
Posts:
9,886
Location:
Nowhere

Status:


Megan M. Haven ♦ 15 anni ♦ Studentessa Corvonero ♦ I anno
Quando la teiera finì di versare il liquido caldo, Megan con assoluta calma e attenzione afferrò la tazza portandola alle labbra, bevendo un sorso di tè. Mentre con lo sguardo osservava l’anziana figura, udendo ogni singola parola da lui pronunciata, la mente iniziava a colmarsi di domande alle quali avrebbe voluto ottenere delle risposte. Sì, era vero, aveva sentito parlare di Atene, le voci di corridoio per quanto si possano evitare arrivano sempre, incomplete, riempiendoti di curiosità, e forse non doveva badarci troppo, proprio come le era stato appena suggerito. Ma la curiosità era sempre stata la sua virtù e anche la sua condanna e l’aver indagato l’aveva portata a scoprire parte di un progetto tutt’altro che semplice da affrontare. Come avrebbe dovuto rispondere alla domanda che le era stata appena rivolta?
Esigui secondi, forse minuti, la separarono dal dunque. La sua mente formulava idee, si faceva domande ed elaborava risposte, nella stessa velocità di una roulette in piena azione. Ma per quanto avrebbe voluto mascherare i suoi pensieri, il buon senso non glielo avrebbe mai permesso. La verità era sempre la giusta strada, anche se avvolte risultava essere dura, non condivisa ed estremamente scomoda.
Socchiuse le labbra, stringendole appena e deglutì. L’ansia era di nuovo protagonista, per quanto vedesse nel Professore una figura tranquilla e pacata, sentirsi sotto esame, sotto imminente giudizio, preda di chissà quale decisione, la logorava. Tuttavia, si fece coraggio e cercando di azzerare ogni pensiero iniziò parlare.

«Beh… Sì, ha ragione, ma d’altronde non si da voce a ciò che non suscita interesse. In ogni caso qualora lo dovesse ritenere opportuno mi piacerebbe saperne di più. Le voci di corridoio non sempre dicono tutto o magari, se lo fanno, potrebbero non dire la verità. Quindi, chi più di lei sarebbe in grado di spiegarmi davvero in cosa consiste realmente?!» sorrise, poi posò la tazza sul piattino in ceramica. 
Il silenzio si fece ancora spazio ma questa volta per pochi secondi, giusto il tempo di sistemare le ciocche dei capelli che le scendevano lungo gli zigomi.
«Professore, sarò estremamente sincera e vorrei che anche lei rispondesse ad una domanda. A questa età quanti rischi pensa io abbia corso per poter essere in grado di decidere contro quali andare incontro? Oggi sono qui di fronte a lei con un bagaglio di conoscenza ancora povero e che deve essere colmato, su questo non c’è dubbio. I rischi ignoti mi spaventano, sarei una sciocca a credere che possa essere il contrario come sarei una bugiarda a dirle di avere le giuste capacità per affrontarli. Quindi, non sono disposta a correre alcun rischio, a meno che non sia obbligata a farlo. La chiami codardia ma per me è intelligenza, perché i rischi, anche se sconosciuti, nessuno è disposto a correrli se non portano a qualcosa.»

Un silenzioso sospiro di sollievo chiuse quel breve discorso, non le restava che attendere una risposta.


 
Top
view post Posted on 30/12/2018, 17:09
Avatar

Scopro Talenti, Risolvo Problemi

Group:
Preside
Posts:
11,784
Location:
Arda

Status:


Era tempo di concedersi almeno un goccio di The.
Doveva delle risposte alla giovane Corvonero, in fondo era stato pur sempre lui a convocarla, ma era altrettanto vero che anche lei gli dovesse altrettanto. Uno scambio alla pari? Chi aveva più da guadagnarci da quell'incontro? Ciò nonostante non v'era motivo alcuno per affrettare i tempi, e tagliare quello che in un primo tempo poteva anche essere considerato un inutile lusso: il The. L'anima stessa di tutto. La fiamma da mantenere viva entro quelle mura, sacra e inviolabile. Cosa avrebbe dovuto dire alla giovane ospite? Cosa aveva intenzione, e cosa si sarebbe reso necessario? Se per una volta era stato lui il mecenate dell'incontro, evidentemente doveva pur esservi qualcosa di cui parlare. Qualcosa di cui volesse mettere al corrente la giovane, prima di arrivare al piatto forte, di cui in fondo si era già intravista l'ombra sin dall'inizio. Un'ombra ingombrante, che avrebbe potuto distogliere fastidiosamente l'attenzione dal vero obiettivo del colloquio. Non si era mai trattato di spensierate scampagnate in campagna, per raccogliere fiori e frutti, per quanto la maggioranza si ostinasse nel rimanerne convinta, e i numerosi imprevisti continuassero a essere ritenuti tali. La normale prassi del voler dibattere dell'imperscrutabile, dell'ignoto, e dell'incompreso faceva inevitabilmente sì che tutto assumesse quell'alone vago e indefinito, e una volta assunto era quanto mai complesso riuscire a levarglielo.
Sorseggiando il primo goccio di The si preparava alle risposte della giovane studentessa. Cos'avrebbe ricevuto in dote? Domande sufficientemente ampie da lasciare un più che generoso margine di manovra le erano state donate, un'ancora per non naufragare nel mare magnum delle sconfinate eventualità che sarebbero potute essere contemplate. Cos'avrebbe scelto? Era un gioco, come avrebbe deciso di giocarsela? Se doveva essere valutata, esaminata, come sembrava trasparire dalle parole del Vecchio, tanto valeva gettare sin da subito il cuore oltre l'ostacolo, o giocare in difesa sin dall'inizio?
E così tutto aveva avuto inizio.
Un sorriso, un invito ed era già fatta.


Effettivamente, ha ragione. Chi meglio di me? Eppure, penso che certe risposte sia più utile ottenerle da soli, che non lasciarsele raccontare. Certo, io potrei spiegarle quali siano gli obiettivi dei miei Ateniesi, il come si svolgano realmente gli incontri, e sulla base di quali criteri vengano individuati i partecipanti. Ma poi? Lei avrebbe ricevuto dal cielo una serie di risposte, che nella migliore delle ipotesi la porterebbero nel farvi una riflessione. Il che in effetti non è l'obiettivo. Diversamente, sono dell'idea che se fosse lei a farsene prima un'idea, il tutto risulterebbe di gran lunga più utile per tutti. L'obiettivo de La Scuola di Atene è il medesimo del corso di Storia della Magia, con un pizzico di intuitività si potrebbe anche affermare siano due facce della stessa medaglia, imparare a ragionare anche davanti all'ignoto. Lo considera un rischio accettabile?

Tutto e nulla.
Praticamente come al solito.
Si stava forse burlando di lei? O effettivamente era quella la risposta? Tra luci e ombre, che abbondavano in quell'ufficio, qual era la verità? Esisteva? Era solo una, e poteva essere effettivamente ammirata e rimirata? Quali erano i rischi di cui la giovane si sarebbe sentita ragionevolmente sicura di poter assumere? Ma del resto, se non era disposta ad accettare, rischiare nulla, in definitiva non avrebbe ottenuto nulla. Era lo stesso principio a monte del rendimento di un qualunque titolo finanziario, l'esistenza stessa di un rendimento era la pura e semplice ammissione che vi fosse annidato da qualche parte un rischio. Il come tale rischio dovesse essere affrontato non era interesse del mercato, semplicemente doveva essere fronteggiato nella maniera più ottimale possibile, per massimizzare il rendimento finale.
Cos'avrebbe dovuto ribattere?
Grazie, arrivederci?


Ah! Un buon principio, sicuramente. Direi un ragionamento ineccepibile, se non fosse che io non le ho chiesto nè quali di questi rischi la spaventino, nè che tali rischi in realtà non abbiano a loro volta dei potenziali... ritorni. Mi segue? Se ritenessi di esporla inutilmente a un rischio, ritengo sarebbe molto plausibile non chiederle nemmeno di esporsi. A che pro? La nostra in fin dei conti è per l'appunto una Scuola. Allo stesso tempo credo l'impianto del suo ragionamento poggi su delle false premesse: che lei non abbia le conoscenze per fronteggiare tali rischi. Ha ragione nell'affermare di essere molto giovane, eppure le potrei tranquillamente ribattere: esiste un'età minima per saper ragionare? Quello che le sto per l'appunto domandando è se sia disposta a correre dei rischi, a fronteggiare l'ignoto, perchè di questo dopotutto stiamo parlando, in cambio di qualcosa che si porterà dietro per molti anni a venire. Uno scambio che una giovane Corvonero non dovrebbe considerare eccessivamente svantaggioso. Rischio per conoscenza. E non da ultimo, non sottovaluterei il ruolo che gli altri Ateniesi avranno in tutto questo: lei non sarà sola.

Erano partiti in salita?
Gravati da un'invisibile zavorra?
Saldamente ancorati alla terra, da intangibili tentacoli?
Sarebbero stati sufficientemente abili, e abbastanza agili dal reciderli tutti? Il gioco era posto in quei termini, e in qualunque circostanza la giovane ne sarebbe potuta uscire vittoriosa per tempo, semplicemente declinando l'offerta. Eppure... sarebbe davvero successo? Sarebbe stata una prima assoluta, una sconfitta? Probabilmente no, anche se il gusto sarebbe stato quello. Amarognolo, acidulo al palato. Ciò nonostante, plausibile tutto sommato. Era pur sempre un bivio.


Le concedo essere comunque un rischio ben maggiore rispetto a tutte le altre attività accademiche che è solita seguire quotidianamente nelle nostre Aule. Il che tornando al suo ragionamento dovrebbe spingerla a riflettere su un paio di punti. Ma è anche vero, che proprio in virtù di questo quella che le propongo è per l'appunto una proposta. Lei è liberissima di scegliere se accettare di sfidare l'ignoto, o non farlo. Del resto, non si aspettava davvero che l'oggetto delle teorie più strampalate che sono arrivate anche alle mie orecchie potessero essere delle partite a gobbiglie, il venerdì sera, giusto?

Sorrise una seconda volta, tornando ad appoggiarsi allo schienale della poltrona. Teorie, quelle non mancavano mai, e mai sarebbero mancate.
Peccato fossero e rimanessero tali.
Per l'appunto, teorie.

 
Top
11 replies since 20/1/2018, 21:18   336 views
  Share