Porte da aprire

Era la solita mattinata cupa.
Il cielo plumbeo minacciava tempesta, non aveva idea se davvero piovesse, quella sera aveva dormito al Ministero.
E anche la sera prima.
Si sentiva sollevata per aver allentato le briglie a Hogwarts, Sirius si stava comportando bene e lei aveva potuto smaltire parecchio lavoro arretrato.
Erano quasi le nove, si cambiò in fretta buttando sul pavimento la camicia verde pallido del giorno avanti, aveva le maniche spiegazzate e una macchia di caffè al di sotto della spalla.
Forse avrebbe dovuto piantarla di accoccolarsi sul divano e pensare davvero a comparsi un appartamentino nelle vicinanze. Se la sua intenzione avesse accolto il consenso di Sirius avrebbe avuto più tempo anche per sè stessa e l'idea di passarlo fra quelle quattro mura la deprimeva.
Scelse una maglia a collo alto dello stesso colore dei capelli e si guardò allo specchio. Aveva un ammasso di rami intrecciati in testa, prese la spazzola e iniziò a dare grosse e vigorose pettinate, sicura che di lì a poco sarebbero volati via due corvi e tre piccioni. Finì la districatura e, per nulla soddisfatta, agguantò la tazza ormai fredda.
Una breve occhiata allo Studio la spinse a lasciare almeno libera la seduta di una sedia, appoggiò la pila di fogli e fascicoli sul divanetto facendo attenzione a mantenerla in equilibrio, quindi tirò completamente le tende, lasciando che la luce artificiale penetrasse all'interno della stanza.
Quando udì bussare, si sedette alla scrivania sforzandosi di fare mente locale sulla persona che, di lì a poco, sarebbe entrata.
Un nome impronunciabile.
Freneticamente, prese ad alzare fogli e fogliame alla ricerca del fascicolo desiderato.

"Avanti"

Lo aprì senza guardare e catalizzò l'attenzione verso l'entrata.
Era già un miracolo che si fosse ricordata l'appuntamento.

Fu un'entrata che avrebbe potuto definire, senza esagerazioni, originale.
Soprattutto l'inchino la impressionò, dovette imporsi di non seguire il piegamento con un movimento della testa verso il basso.

"Buongiorno a lei Miss ...."

Come diavolo aveva detto? Decise di non storpiare il cognome e si fermò al generico, cercando di non porre troppa enfasi sugli inevitabili puntini di sospensione.
Poi ci fu l'inchino. Anche in quel frangente si sforzò di mantenere un'espressione neutra, fortunatamente la giovane donna prese l'iniziativa e si piazzò sulla sedia libera senza bisogno di inviti e questo le diede qualche manciata di secondi in più per ricomporsi.
Evitò di esprimere un pensiero mentale sull'abbigliamento e passò al dunque. Non era sua usanza soffermarsi troppo su certi particolari e sul loro recondito significato, gli elementi che reputava importanti erano ben altri.

"Presume bene, solitamente non ricevo a scatola chiusa".

Non era esattamente corretto. Solitamente amava prepararsi, soprattutto quando si trattava di colloqui di assunzione. Era una sua necessità quella di sapere chi avesse di fronte, quali erano i trascorsi, quale era il contesto e quale era il motivo della richiesta. In pratica non riusciva quasi mai a studiare i fascicoli che le venivano consegnati e si trovava, spesso e volentieri, a decidere senza una idea preventiva del soggetto che avrebbe dovuto assumere. Questa mancanza rendeva perfettamente inutile la sua presenza nella conduzione dei colloqui.

"Pensa che la sua assunzione, come da richiesta, potrebbe portare qualche arricchimento al Ministero?"