Atto I, Scena I

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view post Posted on 30/1/2018, 20:48
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Thalia J. Moran | 17 anni | Prefetto Tassorosso | IV anno



Biblioteca




Il silenzio era rotto solamente dallo scricchiolio delle piume sulle pergamene, da qualche sedia a grattare il pavimento di pietra o dagli sbuffi di studenti meno propensi di lei a portare a termine i propri compiti.
Il respiro calmo del Serpeverde di fronte a lei, intento a scendere a patti con il manuale di Incantesimi e i compiti da svolgere, fungeva da piacevole sottofondo in quella strana commistione tra sonnolenza per stanchezza e spossatezza per noia.
Il suo tema sulla Rivolta dei Maridi non stava subendo modifiche da ben quindici minuti, un tempo da record se si considerava la sua propensione per la materia.
Sentiva l'urgenza di porre fine a quel dilemma che da prima di Natale l’aveva perseguitata, come se quell’incertezza fosse un tarlo nella sua mente.
Osservò il giovane ancora una volta, sorridendo istintivamente a quella visione: i capelli scuri gli solleticavano la fronte, mentre gli occhi correvano su quegli argomenti noiosi solamente in parte. La mano sinistra sosteneva il mento, aumentando la serietà del momento. La luce del giorno morente filtrava attraverso le alte finestre, illuminandogli il viso.
Più lo osservava e più si distraeva dai suoi compiti. Forse, dopotutto, studiare insieme non era stata esattamente una buona strategia.

«Non sto combinando nulla di buono» sussurrò, chinandosi verso di lui «Credo porterò questi in Sala Comune.» avrebbe aggiunto poi. Quando egli avesse sollevato lo sguardo su di lei, l'avrebbe trovata a sorridergli, con la stessa smorfia affettuosa e ridente sorta poco prima sul suo viso, incorniciato dai morbidi capelli rossi.
«Ci vediamo dopo, d'accordo?»
Quella sera stessa avrebbero avuto modo di parlare, trascorrendo la ronda in programma in sua compagnia.



Corridoio del Quinto Piano






Il quinto piano appariva ai suoi occhi come un lungo corridoio senza attrattiva alcuna. Non c’era pericolo che qualche studente poco accorto del primo anno vagasse in quelle zone, a meno che non si stesse recando in una delle due Torri principali o, al contrario, cercasse di sgattaiolare all’esterno in piena notte.
Sarebbe stato un rischio attardarsi in quel punto del castello: i due Prefetti avevano appena superato i maestosi gargoyle in pietra che osteggiavano qualunque proposito di disturbare l’anziano Preside in una fredda serata come quella.
Gli spifferi d’aria non disturbavano la quiete del Castello e, benché le nevicate fossero ormai un ricordo dell’inverno agli sgoccioli, qualche fiocco attecchiva ancora sulla pietra e i sui vetri piombati delle alte finestre gotiche.

«Sono esausta.» sospirò all’improvviso, stendendo le braccia nel vano tentativo di sfiorare le volte del soffitto con le lunghe dita affusolate «E non ho ancora finito i compiti.» concluse, riportandole lungo i fianchi.
La tentazione di aggrapparsi a lui, come se fosse stato un solido pilastro, fu scacciato dall’incombenza di affrontare un ben più gramo argomento.

Qualche settimana addietro, prima ancora delle vacanze di Natale, aveva avuto l’impressione che il Serpeverde non stesse affrontando con il giusto spirito quel periodo di intensa attività scolastica.
Non poteva essere certa che tutto ciò avesse a che vedere con Midnight, ma chiaramente qualcosa non stava andando per il verso giusto.

«Mi auguro tu sia riuscito a finire Incantesimi, oggi.» continuò, voltandosi indietro a rimirare le figure di pietra appena oltrepassate.
Aveva sempre avuto la vaga impressione che quelle orbite di pietra, in effetti, scrutassero ogni ignaro passante, studiandolo con attenzione.

«Dimmi che sei riuscito a fare qualcosa di costruttivo.»
Così dicendo, accompagnò una ciocca di capelli vermigli dietro l'orecchio, mentre la luce delle torce alle pareti vibrava di viva fiamma ed il riverbero si rifletteva sulla superficie metallica - gialla e nera - dell'Anello Gemello al suo indice destro.



 
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view post Posted on 3/2/2018, 13:58
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Biblioteca

Dettagli. A conti fatti, i particolari più sottili si sarebbero rivelati i più importanti anche in quell’occasione.
Seduto lungo una tavolata delle biblioteca, il giovane Prefetto stava cercando di perfezionare il proprio compito sugli incantesimi più “infiammanti” di quel corso; un ottimo argomento che, in condizioni normali, avrebbe catturato tutto l’interesse del Serpeverde; ma non in quell’occasione…

Per un momento, lo sguardo di Mike si perse lungo quelle poche righe, scritte velocemente su una pergamena improvvisata. E così, stando a quei pochi appunti presi a lezione prima che gli interminabili monologhi del Professor Midnight lo facessero sprofondare nell’apatia più totale, era possibile rendere rovente un qualsiasi manufatto, con un piccolo strattagemma. Dopo aver appreso quell’informazione, la mano sinistra del giovane andò involontaria verso il mento mentre l’indice, opportunamente piegato, scorreva più e più volte lungo le labbra sottili.
In quell’ingannevole posizione, solo apparentemente concentrato sul Flagrante, la mente di Mike era rimasta su quell’unica parola che sembrava racchiudere l’essenza del quesito:
*Un oggetto…* Come aveva fatto a non pensarci prima? Un rapido sguardo andò verso ciò che stava scrivendo la ragazza che si trovava lì, dinanzi a lui.

Dopo quelli che parvero interminabili minuti di riflessione e congetture, ecco che la giovane Tassorosso si prese la responsabilità di rompere il silenzio che regnava sovrano in quel tavolo. Colto di sorpresa nell’udire quel sussurro, il Serpeverde non poté far nulla per nascondere tutto il proprio stupore. E così, nonostante i buoni propositi di passare l’interno pomeriggio a studiare assieme, giunse inaspettato un primo imprevisto.
Mike incrociò così quello sguardo radioso, forse eccessivamente allegro per chi, nella realtà, non riusciva nei propri intenti e rinunciava così a trascorrere la restante parte del pomeriggio in compagnia di una persona cara. Al ragazzo sfuggì un segno d’assenso anche se, nel profondo del suo animo, avrebbe voluto provare a convincerla a rimanere…
Restò così il tempo per un ultimo saluto prima di vederla avviarsi, passo dopo passo, verso l’uscita della biblioteca.
Ora sì, era rimasto solo, con quei pochi appunti e con più dubbi di quanti ne aveva solamente un ora prima.

Corridoio del Quinto Piano

Per quanto non amasse particolarmente quell’aspetto della sua carica, il Serpeverde raggiunse il quinto piano con uno spirto ben diverso rispetto al solito; sapeva che lì avrebbe incontrato nuovamente Thalia ed avrebbe potuto trascorrere con lei il tempo che, nel corso del pomeriggio, era mancato.
Un sincero sorriso, quasi liberatorio, accompagnò l’incontro mentre i due, di nuovo assieme, si incamminavano verso il punto designato. Se mai vi fosse realmente stata una improbabile riserva nel corso del pomeriggio, si sciolse, come neve al sole, in quel preciso istante.
Cosa avrebbe mai potuto pensare difronte a quello sguardo, sempre intenso e luminoso? La giovane Tassorosso era davvero l’unica persona in grado di incidere sul suo umore, con un semplice e gentile sorriso.

Mi fa piacere che questa sera ci sia tu a farmi compagnia; le ronde non mi entusiasmano, ma questa… beh, sarà diversa ammiccò, nei confronti di Thalia; i presupposti per una gradevole sorveglianza c’erano davvero tutti.

Nella breve chiacchierata che ne seguì, Mike si mostrò sincero, tralasciando però un unico e forse non così insignificante dettaglio; l’ombra di amarezza che lo aveva colto nell’averla vista allontanarsi così, da un momento all’altro, nel corso del pomeriggio.

Oh si, stiamo affrontando un argomento davvero importante e, in questi casi, qualche ricerca in biblioteca può aiutare a comprendere l’essenza stessa dell’incanto.
Piuttosto… non preoccuparti, se ti dovesse servire una pausa ci sono qui io.

Provò a rassicurarla, sia sul proseguo dei suoi studi che sull’eventuale cenno di stanchezza che avrebbe potuto colpirla nel corso della ronda.
Nel pronunciare quell’ultima frase Mike non poté fare a meno di guardare, ancora una volta, la pelle chiara e morbida di quel viso semplice ma allo stesso tempo perfetto.
Poi, complice di un gioco di luci che ne attirò l’attenzione, tornò maligna l’ombra del sospetto.
E se Thalia non avesse finito i compiti per un motivo ben diverso? Lo sguardo incerto del Prefetto, per la seconda volta in quel giorno, si posò così sulla mano destra di lei. Che ci fosse davvero più di una semplice ipotesi?

 
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view post Posted on 5/2/2018, 15:14
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Thalia J. Moran | 17 anni | Prefetto Tassorosso | IV anno



Corridoio del Quinto Piano






Si sentì appagata solamente quando percepì la distensione dei muscoli delle braccia, sollevate verso l’alto soffitto; non era una posa usuale per lei, sempre attenta a comportarsi adeguatamente rispetto al contesto in cui si trovava. Eppure, in compagnia di Mike, si sentiva libera di fare qualunque cosa, persino di stiracchiarsi senza pudore in un corridoio qualunque.
Nulla avrebbe potuto guastare quel momento, nemmeno i numerosi soggetti nei ritratti, intenti a borbottare concitatamente tra loro di chissà quali scottanti argomenti, chini l’uno verso l’altro come i più temibili cospiratori.
Sapeva per certo che Pix, il Poltergeist, avesse fatto in modo di allagare il secondo piano nel chiaro intento di indispettire il buon vecchio Gazza; poteva ancora sentire le urla di disperazione dell’uomo mentre si indignava per l’intoccabilità di quello spiritello dispettoso: era risaputo, in fondo, che Pix non se ne sarebbe mai andato dal Castello, tanto più vista la sua adorazione per gli scherzi e il terrorismo psicologico perpetrato ai danni delle ignare matricole che così tanto dovevano imparare sul castello.
Forse, quindi, i pasciuti soggetti del XVII secolo, abbigliati di ampie gorgiere e vesti riccamente ornate, parlavano proprio di quello.


«Sono assolutamente d’accordo.» commentò sospirando stanca e maledendosi mentalmente per quel tema di Storia della Magia da ultimare.
I G.U.F.O. erano proprio dietro l’angolo - quasi quanto il Bagno dei Prefetti - e la sola idea di arrivarci impreparata le colmava il cuore di ansia e preoccupazione. Suo padre le aveva consigliato di mantenersi concentrata e di fare del suo meglio, come aveva fatto egli stesso una ventina d’anni prima; tuttavia, la Tassorosso serbava ancora discreti dubbi sulla capacità di mantenere sotto controllo quella sorta di ansia da prestazione che, di fatto, era andata peggiorando dall’arrivo di certuni professori l’anno precedente.


«Anche se a volte studiare lì dentro è impossibile.» aggiunse sorridendo. Non aveva il coraggio di guardarlo in volto, troppo imbarazzata per i pensieri che, in quel momento, avevano attraversato nuovamente la sua mente. Non sarebbe stato necessario chiudere gli occhi per immaginare la luce del tramonto disegnare splendidi giochi di luce sul viso del Serpeverde, né con troppa difficoltà avrebbe potuto ricreare l’immagine perfetta di quel colore ambrato degli occhi, colpiti trasversalmente dalla luce del crepuscolo.
Fu quasi a riprova di quell’immagine, quindi, che si assicurò di averlo ancora al suo fianco o - al massimo - qualche passo indietro. Le labbra rosee e piene si curvarono ulteriormente in un sorriso e la stanchezza sembrò scivolarle via del tutto, fino a che non scorse un velo sospetto nei suoi occhi.
Poteva trattarsi di qualunque cosa, naturalmente, ma aveva tutta l’impressione di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato, qualcosa che avesse turbato il perfetto equilibrio di quella ronda.
Non poteva - e non voleva - ignorare il suo sesto senso.

«V-va… va tutto bene?»



 
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view post Posted on 16/2/2018, 17:09
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A conti fatti, mai avrebbe potuto immaginarsi in maniera così diversa quell’incontro. I buoni propositi e la felicità derivante dal poter finalmente trascorrere una intensa quanto piacevole nottata di pattugliamenti con Thalia si erano di fatto arrestati, almeno temporaneamente, di fronte a quell’iniziale supposizione. Tensione e sospetto presero per qualche istante il sopravvento mentre mille riflessioni già iniziavano a circolare nella sua mente.
A prima vista la giovane Tassorosso sembrava la stessa di sempre; anche quel semplice quanto naturale gesto di sgranchirsi le braccia proprio lì, dinnanzi a lui, poteva essere interpretato come un segno di spontaneità, indice che per lei, verosimilmente, non era ancora cambiato nulla nel rapporto che li vedeva così interiormente legati.
Ma allora, perché quella veloce quanto improvvisa fuga dalla biblioteca? C’era forse un qualcosa che ignorava? Un impegno improvviso?
Eppure, gesti ed emozioni sembravano sempre gli stessi… No, pur riflettendo, a Mike non sembrava di aver travisato più di qualche aspetto; Thalia era rimasta sempre la stessa, spontanea, allegra e sempre pronta all’aiuto, anche attraverso un semplice gesto.

Quando giunse infine l’ora della domanda chiarificatrice, Mike si trovava ancora in parte disorientato tra quell’iniziale quanto freddo sospetto e il dolce sentimento gli che impediva davvero di credere alla più nefasta delle ipotesi.

Io, si… provò a rispondere d’istinto, fingendo, forse malamente, di non avere particolari pensieri. Poteva tuttavia nascondersi così, nei confronti di Thalia? I due ormai si conoscevano da diverso tempo e quelle parole non l’avrebbero di certo soddisfatta. No, sarebbe bastata un minimo di riflessione in più per far comprendere al Serpeverde che quella non sarebbe stata la strategia migliore.
Forse oggi pomeriggio mi sarebbe piaciuto di più finire con te la sessione di studio, ma credo di essermela cavata lo stesso con le ultime domande del compito…
Una verità, per quanto incompleta, sarebbe stata accettata in maniera comprensibile rispetto ad una completa bugia. Provò ad abbozzare un debole sorriso stiracchiato dopo aver pronunciato quelle poche parole; in fin dei conti, la questione era piuttosto semplice. Gli era mancata, con tutte le conseguenze del caso.
In quel corridoio buio e deserto, Mike provò così a chiarirsi con se stesso prima di trovare nuovo conforto nella vicinanza con la Tassorosso; lo sguardo tuttavia, come mosso da una volontà esterna, ancora si divideva tra i delicati lineamenti della giovane e quel dettaglio che, posto sull’estremità dell’indice destro, aveva dato il via a quella serie di riflessioni.
Poi, un ultimo azzardo per trovare nuove certezze e, perché no, per alleviare qualche turbamento.

Sai, non mi sarei mai aspettato la tua uscita improvvisa dalla biblioteca, voglio dire, dalla biblioteca, sottolineò con ironia quell’ultima parola, prima di aggiungere: Devi aver avuto un valido impegno; spero non sia stato quello a stancarti così.
Con sincera attenzione Mike si sarebbe così preparato a cogliere eventuali segnali lasciati dalla ragazza che si trovava al suo fianco; in fondo, sarebbe bastato davvero poco per rasserenare il suo animo.

 
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view post Posted on 18/2/2018, 17:27
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Thalia J. Moran | 17 anni | Prefetto Tassorosso | IV anno



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In principio vi fu il sollievo. Una piacevole sensazione che contribuì a sciogliere la tensione sulle spalle irrigidite dal torpore della paura.
Poi, fu il turno del sospetto.
Mike non sapeva mentire: forse era in grado di omettere qualche informazione, di tanto in tanto, ma mentire, quello mai. Ne era certa, perché intraprendere una relazione con un perfetto bugiardo non sarebbe stato da lei. A conti fatti, poi, sarebbero bastati i suoi segreti per mandare a rotoli tutto.

Lo scrutò, nella sua parvenza di immobilità, fermo a qualche passo da lei. Sembrava confuso, un altro campanello d’allarme per la Tassorosso. Che cosa non le stava dicendo? Che cosa non osava chiedere?
In quegli anni, non avevano certo temuto il confronto, anche in occasioni ben diverse dalla situazione in corso. Lui non amava il suo bisogno patologico di invischiarsi in questioni tendenzialmente pericolose, ma avevano saputo trovare un compromesso, un accordo - in definitiva - che soddisfacesse ambo le parti. Erano sempre stati onesti, per quanto possibile, l’uno con l’altra; eppure, qualcosa le stava sfuggendo.

Cercò di mantenere uno sguardo impassibile, mentre il Prefetto iniziava a rispondere e benché il suo cuore battesse dolorosamente nel suo petto, che si sollevava ed abbassava con estrema calma, tutto dentro di lei stava subendo gli effetti dell’incertezza.
E l’Irlandese detestava non avere il controllo di ciò che la circondava e riguardava.

«Perché?» chiese semplicemente, muovendo un primo lento passo verso di lui «Perché credi che avessi un altro impegno?» proseguì, iniziando ad assumere una posa ben lontana dalla pacatezza.
Le braccia conserte, lo sguardo fisso in quello di Mike.
Non serviva possedere straordinarie arti magiche per capire che stesse cercando di sviare la conversazione verso un argomento diverso, forse più complesso di quanto la Tassorosso osasse sperare.

Uscita dalla Biblioteca si era diretta nella propria Sala Comune, dove aveva dovuto sedare un piccola rivolta di poco conto tra matricole; in seguito, una dei due ragazzini coinvolti era scoppiata in lacrime e nulla più del pianto disperato di un bambino riusciva davvero a sfinirla.
Avrebbe potuto tranquillizzare Mike, scoprendo le sue carte e mostrandosi pentita per non averlo reso partecipe delle proprie vicissitudini quotidiane. Avrebbe senz’altro capito, ma che cosa - dopotutto - lo aveva reso così sospettoso?

«Non studiamo spesso insieme… allo stesso tavolo, intendo. Ti sei mai chiesto perchè? » disse infine, ironica, quel tanto che fosse bastato a farlo sentire al sicuro. «Lo sai che sono estremamente impegnata.»

Qualcuno avrebbe potuto pensare di assistere in tribuna d’onore ad una prima acerba lite di coppia; forse, di lì a poco, sarebbe stato davvero così.



 
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view post Posted on 24/2/2018, 18:49
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Qualche nuvolone scuro sembrò addensarsi minaccioso tra i corridoi del quinto piano; il freddo della notte stava iniziando a lasciare spazio ad una sensazione diversa, ma non meno intensa. L’inizio di una gelata?
Il Serpeverde si trovava sempre lì, sul labile confine che divideva l’enorme fiducia e affetto che nutriva per Thalia, e quell’insidioso aspetto che sembrava volerne avvelenare il rapporto.
Attento a cogliere eventuali segnali tra le righe, al Prefetto ci volle comunque tutta la sua forza di volontà e qualche attimo di riflessione per capire che, molto probabilmente, con la strada appena imboccata i due sarebbero scivolati incessantemente nella direzione di una fredda spirale burrascosa.
Un lungo, lento e profondo sospiro avrebbe accompagnato quella riflessione, come a volersi liberare di una tensione che, sempre di più, stava iniziando ad impossessarsi nel suo corpo.
Sì, sarebbe bastato davvero poco per cancellare quel clima sfavorevole dalla mente del Prefetto; un gesto di affetto, un sorriso sincero, una punta di quel sarcasmo che stava imparando ad apprezzare ma, contrariamente alle aspettative, nulla di tutto ciò sembrò arrivare dalla ragazza al suo fianco.
Che fosse una logica conseguenza dell’estenuante giornata appena trascorsa?
Il linguaggio del corpo non avrebbe mentito circa la tensione che si stava accumulando nell’aria.

Credevo che… voglio dire, stavamo passando un bel pomeriggio assieme. Le parole fuggirono veloci dalla sua bocca, come a voler giustificare quel precedente gesto azzardato. Non era tuttavia quello di cui aveva bisogno; no, se qualcosa aveva turbato e stancato Thalia, il Serpeverde non avrebbe voluto aggiungerle un ulteriore peso.

Per quanto difficile, Mike avrebbe cercato così di non abbandonarsi all’orgoglio e di non trasformare una semplice discussione in una lotta per la supremazia.

Probabilmente ho travisato le tue parole, e no, non mi sono mai chiesto perché non ti siedi spesso al mio tavolo per studiare. Lo sguardo abbacchiato sfiorò solamente i lineamenti della Tassorosso.
Al netto di quel dettaglio, scoperto per un malaugurato riflesso luminoso, studiare con Thalia era stata per lui un’esperienza gradevole e rasserenante; e se quella vicinanza avesse potuto fargli da stimolo verso i numerosi impegni scolastici? Il progetto si sarebbe potuto ripetere anche in futuro…

Scusami, avrebbe aggiunto, provando così a soffiar via quel cumolo nuvoloso prima di provare, ancora una volta, a sistemare tutti i pezzi di quel puzzle che racchiudeva al proprio interno luci e ombre. Avrebbe probabilmente fatto fatica, ma quello, dopotutto, era un passo necessario.
Solamente se le circostanze fossero tornate favorevoli, Mike avrebbe cercato di seguire una diversa strada, forse più diretta, per raggiungere quello che in fondo era un suo obiettivo. Ipotizzando uno scenario più sereno, avrebbe accennato a quel nuovo accessorio posto sull’indice destro della giovane:
Oh, è nuovo? Avrebbe eventualmente rilevato, cercando di controllare eventuali emozioni per non far trasparire una piccola punta di curiosità e di gelosia.

 
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view post Posted on 28/2/2018, 16:20
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Thalia J. Moran | 17 anni | Prefetto Tassorosso | IV anno



Corridoio del Quinto Piano





Ogni conversazione era diventata per lei un’occasione per ingaggiare un duello verbale. Se ne era resa conto nell’ultimo periodo, ma Mike aveva sempre costituito un’eccezione in quella sua quasi spasmodica abitudine. Sentiva la necessità di spiegare il proprio punto di vista, solo quando richiesto, ma tendeva a voler esercitare una certa pressione sul proprio interlocutore, affinché il messaggio penetrasse a sufficienza.
Probabilmente si trattava di quella dannata spilletta, che l’aveva costretta a vivere nel rigore e nel rispetto delle regole della scuola durante l’ultimo anno e benché avesse cercato di mantenere una linea “morbida” con i suoi compagni più giovani, aveva finito per conformarsi alla massa.
Questo, tuttavia, non aveva nulla a che vedere con il Prefetto Serpeverde.
Giocavano ad armi pari, una spilla per ciascuno appuntata al petto, e non c’era motivo di assumere quel contegno in una questione al di fuori del loro ruolo di studenti impegnati attivamente nel far rispettare le regole ai più giovani e, persino, ai veterani. In quel corridoio la disputa era avvenuta su un livello diverso, più personale, dove la spilletta non aveva giurisdizione.
Era un terreno dissestato quello, inesplorato per certi versi, eppure l’Irlandese aveva scorto il dubbio negli occhi del ragazzo che, ora, accampava scuse e giustificazioni. Si sentiva in colpa per aver cercato di metterlo sotto scacco? No. Avrebbe dovuto? Probabilmente sì.
L’orgoglio era una minaccia per qualsiasi rapporto, una lama pronta a ferire entrambi: era davvero la supremazia che voleva ottenere da quell’assurdo diverbio?
Continuò a fissarlo, lo sguardo teso a penetrare quella fortezza che era la dignità del Serpeverde, anche quando sarebbe stato inutile combattere quella battaglia solamente attraverso il linguaggio del corpo. Pochi passi li separavano e sarebbe bastato così poco per sancire una tregua! Un sorriso, una parola o un semplice gesto.

Si sentiva ferita intimamente dall’idea che lui potesse anche solo pensare di essere stato la sua seconda scelta, quel pomeriggio, che non era disposta a cedere come avrebbe dovuto.

«Mi piace studiare insieme.» ammise, infine, muovendo un ulteriore passo verso di lui «Ma preparare i compiti di qualsiasi materia in tua compagnia… Oh, Mike! E’ impossibile!» Non si sarebbe mai stupita abbastanza di quanto lui l’avesse cambiata.
Se da principio si era definita come la più forte e la meno propensa al romanticismo spicciolo, ora aveva finito per contraddirsi, divenendo esattamente la nemesi di se stessa. Odiava ancora i posti come la Sala da Tè di Madama Piediburro, col suo nauseante profumo di vaniglia e i suoi dolcetti al burro a forma di cuore, le canzoni strappalacrime e le pareti rosa del locale; nonostante ciò, si era resa conto di non poter resistere seriamente per più di cinque minuti in Biblioteca in sua compagnia. Ascoltare il suo respiro calmo, osservarlo nel momento di massima concentrazione e studiare i suoi lineamenti tesi fino allo spasimo alla ricerca di una comprensione superiore della materia oggetto di studio. No, non poteva.

Colmò le breve distanza con un altro passo, quello finale, finché i pochi centimetri che li separavano non fossero stati sufficienti a rendere giustizia ad un semplice gesto carico di significato.
La mano destra si sollevò lentamente, pronta a sfiorargli il viso. Non ci sarebbe stato alcun contatto se lui l’avesse fermata - un pensiero terribile che le attraversò la mente come una saetta -, ma non smise di sorridergli timidamente, concentrata a terminare l’apologia prima che le parole le morissero in gola.

«Tu mi distrai. Ecco perché me ne sono andata. Mi dispiace di averti fatto dubitare.» e in quel momento, quasi in contemporanea, le sue scuse si aggiunsero a quelle del Serpeverde, suscitandole un più ampio sorriso.
Fu allora che il secondo bagliore dell’anello gemello con i colori di Tassorosso attirò nuovamente l’attenzione di Mike.
Alla fine, avevano trovato il modo di raggiungere il tanto desiderato argomento di discussione, ma quello non era certo il piano più indicato per discutere di simili questioni.
«Diciamo di sì. E’ un regalo di Natale, in effetti.»

Non aveva ragione di mentire e, dopo una fuggevole carezza, fece un passo indietro, tendendogli la medesima mano.
«Te ne voglio parlare… ma solo se mi seguirai.»



 
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view post Posted on 2/6/2018, 15:33
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Un gesto complicato quanto ricco di significato. Poche parole in grado di cambiare l’andamento di un preciso momento, eppure così difficili da pronunciare e da ammettere. In quel contesto così intricato, Mike aveva cercato di porre le proprie scuse, a suo modo, per aver formulato troppo frettolosamente un primo giudizio. Certo, quell’incertezza malevola era riuscita ad incunearsi fin troppo bene nell’animo del Serpverde. Ma quali potevano essere le cause? Che fosse tutto riconducibile ad un primo gesto di gelosia? Lasciato solo nel bel mezzo di quella sessione di studio, il suo animo ne aveva risentito per tutto il resto del pomeriggio, fino a quell’incontro.
Un cambio di rotta sarebbe stato auspicabile in quel preciso istante visto che, a conti fatti, una contrapposizione muro contro muro sarebbe stata estremamente deleteria nel suo rapporto con Thalia.
Come il ritorno alla luce dopo un periodo estremamente buio, i gesti distensivi e le scuse del Serpeverde sembrarono mischiarsi alle parole che, proprio nel medesimo istante, venivano pronunciate dalla Tassorosso in un sincronismo del tutto particolare.
Rincuorato da quel gesto, il Prefetto avrebbe molto probabilmente manifestato un certo stupore, prima di abbandonarsi a gesti decisamente più spontanei di affetto.
Le labbra si incurvarono in un semplice sorriso; non c’era più spazio per un irragionevole orgoglio e nemmeno per quella punta di gelosia.

Mi stavo trovando così bene con te… e invece scopro di essere una fonte di distrazione! No, no, non vorrei essere il responsabile di un eventuale calo della tua media scolastica, davvero.
Nel ricambiare l’affetto di quel tocco delicato, tutto sembrò ricominciare da capo, con al centro la stessa complicità e quel pizzico di ironia di sempre. Solo la curiosità, istinto primordiale e mai domo, sarebbe rimasto al centro della scena.
L’anello era un regalo di Natale? Il mistero si stava infittendo passo dopo passo ma, complice la ritrovata serenità, Mike non avrebbe fatto fatica a seguire la giovane Tassorosso
. Oh, sono tutt’orecchi. Avrebbe annunciato deciso, mentre ancora le loro mani si stavano stringevano spontaneamente. Convinto che dietro quel regalo vi fosse una spiegazione plausibile, Mike avrebbe successivamente espresso un’ulteriore considerazione che, in parte, racchiudeva tanto del loro primo incontro ufficiale.
Sai una cosa? Ora mi sento meglio, sì! Mi piace pensare che tra noi non ci siano scogli o segreti... questa volta lo sguardo si sarebbe posato sul simbolo del loro stretto legame, un anello che ancora risplendeva di una bellezza immutata.

 
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view post Posted on 15/6/2018, 21:25
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Gli sorrise ancora una volta, spontanea e solare, dimentica quasi del pericolo appena scampato. Sarebbe stato avventato pensare, anche solo lontanamente, di averla fatta franca ed una parte del suo cervello già si arrovellava sugli ipotetici pensieri di Mike, non appena le loro mani furono giunte.
Un gesto così naturale e così semplice da vanificare: sarebbe bastato solamente un passo in più, appena più rapido di quello del Serpeverde, per separarli; era certa che Mike avrebbe colmato in fretta quella distanza, troppo grato di aver superato indenne il primo vero scoglio causato da una gelosia immotivata.

*Oh, sì. Non ci sono segreti tra noi.* pensò ironica, consapevole invece di quanto quel concetto fosse venuto meno nel corso degli anni. Aveva sempre ritenuto saggio lasciarlo in disparte, non coinvolgerlo nel suo mondo fatto di Profezie e incontri più o meno fortuiti entro le mura del castello; era convinta - e non certo per una mancanza di fiducia nelle capacità di Mike - che il suo ragazzo non avrebbe mai sopportato l’idea di saperla sola, magari a Bath, alla ricerca di informazioni su parenti ignoti ed intrecci ben più che loschi. Qualcosa le diceva, dopotutto, che il Serpeverde avrebbe potuto reagire in due modi: accettare il problema, scegliendo di condividere il suo fardello - nel qual caso la Tassorosso si sarebbe ben guardata dall’appoggiare una simile decisione - oppure sarebbe fuggito a gambe levate.
L’affetto per Mike superava di gran lunga quello che che avrebbe potuto provare per chiunque altro e di lui accettava tutto, persino l’istinto di sopravvivenza che in lei mancava in modo tanto evidente. Si sarebbe potuto dire, insomma, che i due condividessero ben poco, ma che in qualche assurdo modo si completassero. Esistenze complementari che, forse, non avrebbero sempre saputo accettare le differenze che li caratterizzavano.

In quel momento non avrebbe potuto pensare ad uno scenario nel quale Mike non fosse presente, tale era l’importanza del Serpeverde nella sua vita: in sua compagnia non riusciva a scrivere nemmeno un concetto basilare di Storia della Magia o di Difesa Contro le Arti Oscure, eppure in lui - specialmente nello sguardo dolce che soleva rivolgerle negli attimi più inaspettati - riusciva a trovare il suo angolo di normalità, quello in cui essere semplicemente un adolescente innamorata.
Eppure, non si trovavano nel bel mezzo di un corridoio del Quinto Piano per parlar di sentimenti e gelosie: il punto centrale dell’intera conversazione si sarebbe definito di lì a breve, quando - in un sussurro - la Tassorosso avrebbe iniziato a profferir parola.

«Ci sono cose che non ti dico, a dire il vero.» si guardò bene dal rivolgergli un’occhiata in tralice, certa che a quelle parole il ragazzo avrebbe stretto maggiormente la presa sul suo palmo e arrestato la propria marcia «E se lo faccio, se ometto qualcosa intendo… è per il tuo bene.»
A quel punto sarebbe stato inutile girare intorno al problema e la sua meta, che si profilò in breve alla loro destra, le consentì di iniziare a preoccuparsi: l’accesso a quel luogo sarebbe stato a dir poco imbarazzante, specialmente se qualcuno li avesse visti insieme. Si fermò, dunque, a pochi passi dall’ingresso, e prese entrambe le sue mani tra le proprie; lo sguardo, dapprima tenero, si sarebbe lasciato influenzare dal sarcasmo che di lì a poco sarebbe stato espresso a parole.
«Non farti strane idee.» sussurrò «Se lo fai, me ne accorgerò.»
Sarebbe stato lecito da parte sua, a quel punto, pensare che scherzasse: come si poteva, anche solo vagamente, scoprire i pensieri altrui in merito a qualunque ambito? Gli sorrise brevemente per rassicurarlo, prima di pronunciare la parola d’ordine del Bagno riservato ai Prefetti.

Se il suo ingresso nell’ES le aveva insegnato qualcosa era la necessità di segretezza. L’argomento che sarebbe stato trattato in breve tempo dai due Prefetti meritava il massimo riserbo e - quasi per assurdo - s’immaginò il volto di Nieve, pronta a ridacchiare sorniona, nel momento in cui le avesse reso noto l’interesse di Mike per la loro causa ed il luogo dello scambio d'opinioni. Del resto, ora che Peverell aveva traslocato nel medesimo piano, l’eventualità che un certo docente comparisse da quelle parti era estremamente elevato. Il Bagno dei Prefetti era, in fin dei conti, l’unico luogo in cui si potesse davvero parlare in santa pace.


«C’è nessuno?» una volta entrati fu facile constatare l’assenza di anima viva e, dopo un breve giro di perlustrazione in solitaria, si premurò di silenziare la porta d’ingresso. Sperò ardentemente che un certo fantasma non sbucasse all’improvviso da uno delle centinaia di rubinetti e scarichi lì intorno. Il solo pensiero la repelleva e, d’altro canto, la situazione era già imbarazzante così com’era senza che qualcuno di indesiderato ficcasse il naso nelle loro faccende.
«Questo è l’unico posto, in tutta Hogwarts, dove posso svelarti l’arcano mistero.» sentenziò, sedendosi sul bordo della vasca completamente vuota.
L’ultima volta che si era trovata in quel bagno aveva quasi dimenticato di trovarsi nell’edificio scolastico, tali erano i profumi e le fragranze di cui l’aria era satura. La vetrata prospiciente all’ingresso ritraeva un mosaico di colori e forme, nell’espressione ben più che vivida di un’esponente del popolo maridese: ben lieta di mostrare in modi suadenti la folta chioma, si gettava di tanto in tanto nell’acqua attorno al suo scoglio solitario. Quella stessa Sirena, ora, sembrava osservarli incuriosita.

«Non ho un amante segreto, voglio che questo sia chiaro...» sbottò alla fine, ridacchiando appena per l’assurdità di quell’idea «Questo è un regalo di Nieve Rigos. Il Prefetto di Grifondoro. Siamo amiche, ma dietro a tutto questo, beh… c’è molto di più.»



 
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view post Posted on 14/7/2018, 13:32
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Tra le parole che la Tassorosso avrebbe potuto pronunciare in quel momento, come per un curioso e beffardo scherzo del destino, vennero scelse quelle che, forse più di tutte, avrebbero potuto mettere in allarme il giovane Prefetto.
Possibile che il sospetto e la fiducia continuassero a inseguirsi e a superarsi come in una lunga volata senza una fine?
Lo sguardo si adombrò, velato, mentre l’unico contatto, ancora speranzoso di tenere in vita il prezioso legame, sarebbe stato quello con la sua mano.
Cosa stava ad indicare quell’occhiata? Dietro al gesto doveva sicuramente celarsi un mistero, qualcosa di cui non era a conoscenza o, peggio, qualcosa che avrebbe potuto minacciare la loro serenità.
Si era forse dimenticato qualcosa? Complice l’anello malandrino, aveva omesso altri importanti dettagli? Nel ripercorre le tappe di quella giornata, non sarebbe stato complesso far emergere nuove interconnessioni nella mente del Serpeverde. Una serenità iniziale, una scusa e un successivo allontanamento.
La conclusione parve arrivare tanto ovvia quanto tardiva: sì, Thalia voleva molto probabilmente porre alla sua attenzione un quesito o un problema. Perché non era riuscito a comprenderlo prima?
Eppure, le prove si stavano via via sommando, convergendo tutte in quell’unica soluzione.
Falsamente convinto che nulla avrebbe potuto turbare il suo animo così come quello della Tassorosso, Mike aveva finito per non considerare tutti quei primi segnali.
Una visione forse allarmistica, ma, in un certo senso, ben rappresentava il disordine vissuto dal giovane in quel momento.

Contrariamente a quanto stava avvenendo tra i suoi pensieri, il linguaggio del corpo, unitamente ad un primo chiarimento, sembrarono in grado di ridonare al Serpeverde un minimo della tranquillità perduta; forse non tutto era finito.
In parte smarrito dalle intenzioni della ragazza, Mike si limitò ad assecondarne gli spostamenti fino a ritrovarsi a pochi passi dal bagno a loro riservato. Si era forse creato molti problemi per nulla? Un castello di incognite su fondamenta di sabbia?
L’inesperienza poteva certamente portare anche a questo ma, nel giro di qualche istante, un sorrisetto malizioso si sarebbe allargato sul suo viso; inutile resistere.

Stai facendo tutte te… non mi sarei di certo aspettato tale audacia. Avrebbe provato a schernirla dolcemente, colto da un senso di piacevole distensione.
L’ipotesi messa in campo, ma subito smentita dai fatti, avrebbe potuto superare ogni sua più rosea aspettativa.

Pochi passi, dominati da una certa discrezione e dal silenzio più assoluto, portano i due protagonisti all’interno del Bagno dei Prefetti.

Suvvia, chi vuoi che ci sia da queste parti… provò a punzecchiarla. Sebbene avesse ritrovato parte della serenità perduta, Mike avrebbe continuato ad avanzare con cautela, ignaro di quale argomento lo avrebbe atteso di lì a poco.
Una sola cosa era certa; giunto a quel punto, tra ampie vetrate e profumi sgargianti che non abbandonavo mai quel luogo, il Serpeverde avrebbe potuto chiaramente percepire la progressiva accelerazione dei battiti del suo cuore. Attimo dopo attimo, istante dopo istante, si trovò quasi incapace di formulare un pensiero degno di nota. Come avrebbe dovuto comportarsi ora che erano rimasti soli?
Ascoltare l’arcano mistero, forse, sarebbe stata l’unica soluzione. Il tempo di sedersi a sua volta sui bordi dell’elegante vasca e, con animo in parte disteso, avrebbe atteso il verdetto.
Assolto per non aver commesso il fatto. Poteva riassumersi così l’intera vicenda? Lo sguardo gentile e la risata raffinata della Tassorosso non potevano essere fraintese.
Liberato da più di un peso, Mike avrebbe ben presto trovato giovamento da quel nuovo equilibrio. Nessuna tensione, nessun pensiero negativo e, come lungamente sperato, nessun evento infausto. Bastò questa semplice rassicurazione a farlo tornare nel suo angolo di felicità.
Un sorriso confuso, ma mai come il suo sguardo in quel momento, si sarebbero posati sul volto candido di Thalia dopo una successiva spiegazione.

Rigos? Forse ci sarebbe voluto qualche attimo per comprendere appieno quanto era stato detto ma, nel momento, l’emozione era così tanta che qualche parola uscì malauguratamente dalla sua bocca: Oh beh, non dubitavo di questo… voglio dire, mi fa piacere. Sarebbe stato possibile salvare il salvabile? Il regalo rappresentava a tutti gli effetti un gesto di complicità, simbolo del legame più che mai saldo.
È stato molto carino da parte sua, un gesto d’affetto e d’unione molto importante. Rimasto debole da tutto quel susseguirsi di emozioni, Mike si stava finalmente stabilizzando su una semplice lunghezza d’onda, apparentemente calma ma con qualche punta di divertimento che, di tanto in tanto, sarebbe emersa tra i suoi pensieri. Non sarà mica diventata la tua nuova socia per le avventure più rocambolesche, eh?

 
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Thalia J. Moran | 17 anni | Prefetto Tassorosso | IV anno



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Poco prima che la porta del Bagno dei Prefetti si aprisse, i suoi occhi incrociarono quelli di Mike; un sorrisetto sghembo sorse spontaneamente alle parole del Serpeverde e, dopo un’occhiata veloce al corridoio, s’intrufolò nella stanza tenendolo per mano.
Se si fosse lasciata andare ai pensieri che, ne era certa, condivideva in minima parte con lui, non avrebbero mai affrontato l’ordine del giorno che si era imposta di esaminare: troppe voci di quell’elenco andavano affrontate, analizzate e sfoltite, per lasciar posto all’ultima grande rivelazione che avrebbe potuto mettere a repentaglio la sua relazione con Mike.
L’audacia dimostrata in quell’impresa, non fosse stato per la vena ironica nelle parole del ragazzo, non sarebbe stata affatto paragonabile a ciò che si sarebbe verificato di lì a breve. Gli scoccò un’occhiata in tralice, a metà tra lo sguardo autorevole che scoccava ai ragazzini impenitenti e quello divertito che riservava solamente alle persone che sapevano cogliere l’assurdità delle situazioni esattamente come lei. Inevitabilmente il rossore sulle gote si fece più acceso, riflettendo su ciò che sarebbe potuto avvenire dopo il lungo colloquio; non c’erano dubbi che il tempo sarebbe stato tiranno, visto e considerato che la ronda intrapresa quella sera era stata bellamente lasciata a metà. Se fosse accaduto qualcosa tra il Quinto Piano e la Torre di Astronomia - l’area assegnata loro quella sera - non se lo sarebbe mai perdonata.
«Mirtilla Malcontenta ha una passione per il gossip che nemmeno t’immagini.» rimbeccò decisa, ma sorridente «E non vorrei che si sentisse in obbligo di divulgare quanto sto per dire.»
Troppo seria? Probabilmente sì.

Seduta sul bordo della vasca di marmo freddo e candido, evitò di osservare la reazione di Mike alla menzione di Nieve Rigos: non serviva un paio d’occhi per cogliere l’imbarazzo del ragazzo. Conosceva fin troppo bene lo sguardo stupito e le labbra schiuse in un’espressione sorpresa. Le pause, le frasi di circostanza che chissà per quale motivo si sentiva in dovere di proferire… tutto le raccontava di come, in quel momento, Mike Tors Minotaus si sentisse un perfetto imbranato.
Dubitare di lei, della sua fedeltà, sarebbe stato un errore madornale: probabilmente, nel grande spazio in cui ogni essere umano - prima di nascere - otteneva sgomitando pregi e difetti, doveva essersi trovata in prima fila per richiedere una massiccia dose di lealtà, a discapito - forse - di ben più appaganti virtù.
«Sei così adorabile.» ammise infine, divertita ed intenerita allo stesso tempo dal suo tono dispiaciuto malamente mascherato da un’ombra di sicurezza. Fu inevitabile, a quel punto, sporgersi verso di lui per un casto bacio sulla guancia fresca. Bisognava ammettere che in pubblico non fosse avvezza ai gesti eclatanti, ma in privato - come in quell’occasione - si sentiva libera di essere se stessa, ovvero una persona amorevole e senza difese, pronta a strapparsi il cuore dal petto per affidarlo a chiunque, secondo lei, meritasse un tale onore.
«Ad ogni modo...» proseguì, ritraendosi lentamente «Questo non è solo il simbolo della mia amicizia con Nieve. Come ti dicevo… c’è molto di più.»

La sirena di vetri colorati, animata da un eccessivo esibizionismo tutt’altro che tipico del popolo Maridese, se ne stava lì a pettinarsi la lunga chioma con le dita, acconciandola in modi tanto astrusi da non essere degni di alcun commento o osservazione.
C’era un modo giusto per uscire dal campo della tenerezza per catapultare malamente Mike in un inferno del tutto personale? Dorian Midnight non si era attirato esattamente le simpatie di molti studenti ed il fatto che lei e la Rigos fossero le portavoci di un movimento ancora inesistente non la lasciava ben sperare sugli esiti della loro missione.
«Sulle rocambolesche avventure temo tu abbia ragione. Ma siamo su un altro livello rispetto al Comitato, questo te lo concedo.» *In effetti qui rischiamo solo l’espulsione.* «Se non sbaglio, mi dicevi di non aver molto in simpatia un certo professore, di una certa materia che, peraltro, credo ti piaccia almeno un po’.»


Bando alle ciance e ciancio alle bande. Arriviamo al sodo! :secret:
 
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Momenti, attimi ed emozioni. Il tempo sembrò dilatarsi in quel contesto come se niente e nessuno avrebbe potuto turbare la serenità del momento; funeste riflessioni e problemi di ogni sorta sarebbero rimasti fuori da quella porta ormai chiusa, compresa quella ronda serale che avrebbe dovuto vederli vigili e attenti tra i lunghi corridoi del quinto piano.
Calma e curiosità cominciarono ad avvolgere i sentimenti del Serpeverde donandogli un istante di rilassatezza; nulla a che vedere con il confuso turbinio precedente, fatto di emozioni contrapposte che si erano rincorse, scontrandosi, più e più volte.
Immerso in quel nuovo contesto, Mike avrebbe risposto con interesse a quel primo scambio di sguardi, prima che il buffo riferimento a Mirtilla Malcontenta si insinuasse tra loro.

Mi immagino delle confessioni davvero importanti. Rispose a modo con un semplice sorriso, forse per rompere quel momento di eccessiva tensione della Tassorosso; da quando Thalia si prendeva così tanto sul serio?
Tra istanti che giocavano ad inseguirsi tra loro in quel luogo appartato, quasi inaspettato giunse un tenero ma innocente bacio. Nel momento in cui le candide labbra di Thalia si posarono sulla sua pelle, un brivido corse lungo la schiena del Prefetto, catapultato ormai in un una nuova realtà fatta di sentimento e affetto.
Il desiderio di stringerla a sé, in un tenero e protettivo abbraccio, fu molto forte. Lo scambio di quel contatto, con la mano destra sempre stretta nella sua, sembrò prolungare ulteriormente quel magico momento senza che vi fosse bisogno di altro.
Fin dove sarebbero arrivati? Il legame era forte ma, ben presto, sarebbe giunto il momento di capire quali fossero le vere intenzioni della ragazza che l’aveva condotto sin lì. In cosa consistevano quelle avventurose vicende a cui si era fatto riferimento? Con il tempo, Mike stava pian piano comprendendo quella necessità che spingeva costantemente la Tassorosso alla ricerca di una sorta di brio; che fosse il volo su una scopa o un’impresa per un fantomatico impegno sociale, la vivacità di quel carattere aveva bisogno di uno scopo a cui dedicare le mille e più energie.
Curioso di comprendere di più su quell’ultimo punto, Mike attese di buon grado le spiegazioni della giovane, salvo poi rimanere deluso proprio all’ultimo minuto.
Con la sensazione di aver appena masticato una di quelle famose gelatine dai gusti aspri e amari, il pensiero andò rapido ad un tristemente noto docente, tanto arrogante nei gesti quanto presuntuoso nelle parole. L’accenno di una risata, forse più fredda del normale, accompagnò l'occasione; perché interrompere quel magico momento così bruscamente, e soprattutto, con un tale argomento?

Nessuna persona sana di mente riuscirebbe ad apprezzare quel mediocre docente… il segreto credo sia non averci a che fare più del dovuto. Cerco sempre di mostrare quel pizzico di distacco in più quando me lo ritrovo davanti.
Proruppe ormai disincantato, come se il solo cenno a quel tema fosse bastato a rompere l’idillio precedentemente costruito. Come mai volevi parlarmi di questo? Breve e coincisa, la domanda uscì con tutta la spontaneità del caso. Vi era forse qualcosa sotto?

 
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view post Posted on 22/8/2018, 20:40
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Thalia J. Moran | 17 anni | Prefetto Tassorosso | IV anno



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Ci aveva messo un po’ per capire come, ma - con buona pace dell’anima sua e di quella di Mike - era riuscita a mettere in campo l’argomento principe di quella ronda ormai interrotta. Sapeva che il Prefetto non aveva intenzione di restare a lungo separato dai suoi doveri istituzionali e che per questo il tempo a sua disposizione fosse terribilmente limitato; lei stessa non si sarebbe concessa più di cinque o dieci minuti per raccontare quanto lei e Nieve avessero costruito in pochi mesi o di come quel progetto le avesse unite, dapprima come studentesse e poi come amiche.
Come aveva immaginato, Mike aveva nutrito qualche perplessità nei confronti del docente nominato poco prima e, come si aspettava, il sospetto sulle sue attività extracurriculari non era venuto meno, anzi, era cresciuto ancor più del solito. Poté constatarlo dall’espressione accigliata e dal mezzo sorriso che nascondeva una piccolissima smorfia di disappunto; forse si chiedeva perché, con tutte le ragazze di Hogwarts, doveva essere proprio lei quella destinata a portare il delirio ed il vento di rivolta nella sua vita. Se lo era chiesto anche lei: senza dubbio Mike sarebbe stato molto meglio senza le sue numerose imboscate. Prima il C.R.E.P.A. e ora questo.
Di certo gli aggettivi riferiti a Midnight l’avevano fatta sentire bene, compresa quasi nella sua lotta viscerale contro quel volto ancora troppo giovane per poter insegnar loro qualcosa per davvero.
*Sto con la persona giusta* si era detta a quel punto, ancora incapace di cogliere l’intensità di quel pensiero. Solo più tardi, quella notte, avrebbe ripensato a quell’argomento; la sua attenzione doveva essere rivolta altrove in quel preciso istante.

«Non lo immagini?» gli chiese sorniona, distogliendo lo sguardo per lasciarlo immerso nel dubbio fino in fondo. Solo quando fosse stato cotto a puntino, eroso dalla curiosità, avrebbe aggiunto poche significative parole «Che cosa faccio quando qualcosa mi sembra ingiusto?»
La risposta esatta sarebbe stata “rischiare il collo”, ma sapeva che Mike non si sarebbe spinto a tanto, non verbalmente almeno. Anzi, probabilmente avrebbe cercato di mitigare quella brutta sensazione che doveva aver preso il sopravvento sul suo stomaco: Mike teneva molto a lei, nonostante le sue continue peripezie, ma sapeva anche che amarla significava lasciarla vivere a modo suo, senza tarparle le ali. Era incredibile come fosse in grado, seppur così giovane, di lasciarle un ampio spazio di manovra a discapito della propria felicità. Oppure, un'alternativa spaventosa e del tutto realistica, non riusciva a fermare la sua indole, tanto gioiosa - in sua compagnia - quanto tempestosa, al punto da doversi adattare ad essa come l'acqua ad un recipiente.
Thalia temeva il giorno in cui il contenitore sarebbe diventato troppo stretto e non c'era bisogno di spiegarne la ragione. Dal canto suo, sapendo come la pensava, avrebbe dovuto limitarsi nel numero di cause - forse perse - da seguire, ma il richiamo alla giustizia che Nieve aveva lanciato in un pomeriggio di settembre in un pub affollato era stato per lei come il canto di una sirena: irresistibile e travolgente per il suo udito sensibile.

«Forse disapproverai, ma… io e Nieve abbiamo in mente qualcosa. Qualcosa che possa cambiare la situazione.» esordì «Ma ci servono altri… perché al momento le informazioni in nostro possesso, beh… sono limitate alla mia esperienza e a quella di Nieve. Non è il massimo, lo riconosco. Per questo contavo su di te.»
A quel punto, le mani intrecciate in grembo si separarono cercando le sue, mentre un sorriso pieno di speranza tornava ad illuminarle il volto «So che sotto sotto le ingiustizie non ti piacciono tanto quanto non piacciono a me. Speravo che la tua influenza sulla Casa di Serpeverde potesse portarci qualche giovamento e qualche informazione in più. Se hai qualcosa da dire a Midnight, unisciti a me e Nieve. Se non per te… per la tua Casa.»
Metterla su quel piano era meschino, ne era consapevole, al punto che un brivido le corse lungo la spina dorsale; le sue dita strinsero quelle di Mike ed i suoi occhi avrebbero cercato in quelli del ragazzo un mutamento, una reazione qualunque a quella rivelazione. Era pericoloso, terribilmente, ma doveva essere certa che avesse colto l’importanza della sua adesione e dell’Esercito.
Inoltre, dirgli che quel piano suicida avesse anche un nome le sembrava troppo... persino per i suoi standard.


 
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view post Posted on 19/10/2018, 22:40
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Diffidenza; in un primo momento poteva riassumersi così lo stato d’animo del giovane, sospeso tra il sospetto e l’incertezza. Per quanto l’ultima domanda posta alla giovane Tassorosso fosse stata piuttosto precisa e diretta, la mente di Mike stava già iniziando a sondare tutti quelli che potevano essere i possibili scenari riguardanti quel tema. Perché quell’argomento? Il quesito, piuttosto ricorrente in quegli ultimi istanti, sbatteva qua e là contro i suoi stessi ricordi.
Rispetto, equilibrio e competenza erano le caratteristiche che più apprezzava in un docente; come dimenticare l’entusiasmo del Professor Barrow o la competenza della Goodheart, con la loro capacità di coinvolgere e di gratificare lo studente che riusciva a distinguersi con costanza ed entusiasmo nello studio? Tra docenti vecchi e nuovi, quasi tutti gli insegnanti erano riusciti a guadagnarsi la stima ed il rispetto del Prefetto Serpeverde, tutti meno uno…

Un gesto d’avvicinamento, forse involontario, sembrò sentenziare un’apparente unione d’intenti. Entrambi avrebbero voluto parlare d’altro, trascorrendo in maniera più piacevole quel breve momento d’intima connessione. Thalia, tuttavia, aveva scelto proprio quel momento per liberarsi di un peso e, in fondo, un motivo doveva pur esserci. Quale?
La memoria del Serpeverde andrò veloce verso un’immagine nitida quanto vivace, scontrandosi ben presto con il ricordo di quel corridoio posto dinanzi alle cucine della scuola. Un abbraccio e una promessa; qualora vi fosse stato un problema, ma anche solo un turbamento, i due giovani lo avrebbero affrontato assieme. Non se l’erano forse ripromesso? Uniti dallo stesso intento e da quel nuovo e profondo legame che sembrava scorreva tra loro.
Le poche parole che ne seguirono, tuttavia, iniziarono a scatenare la fantasia di Mike. Dove sarebbe voluta arrivare la giovane Tassorosso? Avrebbe metaforicamente indossato la veste da battaglia per riportare la competenza e la giusta dose di modestia tra i corridoi della scuola? E come?
L’immaginazione, entro certi confini, avrebbe potuto aiutare a comprendere quel miscuglio di dubbi e domande.

In realtà non disapprovo… Incerto, Mike l’avrebbe guardata con affetto, pronto a compiere un gesto di protezione e di vicinanza. In cuor suo, il giovane avrebbe voluto spiegare le sue ragioni, sottolineando la grande differenza che passava tra il porsi una giusta domanda in merito alla qualità nell’insegnamento ad Hogwarts piuttosto che cimentarsi in altri progetti ben più astratti. Per un attimo si trattenne dal farlo; in fondo non era quello il momento…
Meno lo vedo e meglio sto, davvero. Pochi istanti e una lenta riflessione portarono il giovane ad esprimersi in tal senso, percependo quella che era la serietà del momento. Tutto sommato, ammetto di essere incuriosito dall’idea; come avresti intenzione, o meglio, come avreste intenzione di agire? Sicuramente avrete in mente una sorta di solco da seguire… no?
Dopotutto, conosceva Thalia e la domanda parve legittima sotto diversi punti di vista, così come sarebbe stato opportuno conoscere il grado di rischio insito nel progetto. Quanto si era disposti a mettere sul piatto per combattere eventuali ingiustizie? Una domanda che, prima o poi, avrebbero dovuto porsi prima di intraprendere una qualsiasi strada.

 
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view post Posted on 21/10/2018, 10:55
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Thalia J. Moran | 17 anni | Prefetto Tassorosso | IV anno



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Attese, percependo il battito cardiaco accelerare e il respiro farsi corto sempre di più. L’adrenalina nelle vene, che scorreva a fiotti nel suo corpo da quando lei e Nieve avevano progettato quella rivolta in piena regola, si era improvvisamente esaurita.
Tra i due, Mike era il più cauto ed era sicura che ci fossero due possibili scenari di fronte a lei in quel momento: il primo, il più insperato, aveva a che vedere con l’adesione del Prefetto al progetto; il secondo, il più probabile, sarebbe stato anche quello che l’avrebbe fatta soffrire di più. Mike si sarebbe tirato indietro, sciogliendo la stretta tra le loro mani e scrutandola con un cipiglio terribilmente serio e indignato. L’ordine e le regole piacevano a Mike più di quanto piacessero a lei, eppure doveva esserci qualcosa - sotto sotto - ad accomunare i loro spiriti, perché altrimenti… tutto ciò in cui aveva creduto sino a quel momento non avrebbe avuto alcun senso. *Non dice nulla. E’ grave. Molto grave.*
Aveva lasciato perdere da tempo il timore che lo scambio di occhiate potesse tradursi in un’intromissione senza precedenti e si disse certa che, dietro a quello sguardo perso, Mike stesse ponderando sulla decisione di aderire o meno alla sua proposta.

«No-non… no?» balbettò, abbandonando la mano del ragazzo e portandola alle labbra leggermente schiuse. Accettava, dunque? Per la prima volta in assoluto avrebbero condiviso un progetto e sarebbe stato inutile fingere che l’idea non la elettrizzasse almeno un poco. Per la gioia di quel momento, nel sapere di essersi affidata alla persona giusta, sarebbe stata persino in grado di gettargli le braccia al collo, perdendo la serietà che tanto faticosamente aveva mantenuto sino a quell’istante. Tanto era agitata che non si era resa conto del suo tentativo di aggiungere dell’altro - il tentativo di mordersi la lingua le era completamente sfuggito - ed era pronta a riversare su di lui tutti i discorsi affrontati insieme a Nieve, le decisioni prese e gli studenti adocchiati per la creazione di un vero movimento studentesco.
Impiegò qualche minuto a ricomporsi, lasciando che l’ampio sorriso sfumasse in un’espressione più contenuta e meno distraente.
«Su questo siamo tutti d’accordo.» lo rassicurò svelta, prima che potesse proseguire «Io e Nieve ci siamo confrontate sui suoi modi anche al di fuori dell’aula e, credimi, non ne è uscito troppo bene.»

Non aveva intenzione di scendere in dettagli troppo specifici, anche perché il tempo a loro disposizione stava lentamente scadendo. Annuì decisa, provando l’impulso di snocciolare tutte le idee che i due Prefetti avevano avuto modo di condividere nelle settimane precedenti. «Io e Nieve siamo convinte che ci servano i numeri, prima di ogni altra cosa.» rispose dopo qualche istante di silenzio nel quale aveva cercato il modo migliore per affrontare l’argomento.
«Un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce.» citò a memoria un vecchio detto, la cui origine le era ignota, ma che le sembrava calzare a pennello nella descrizione di quella situazione. «Un solo studente non otterrà mai nulla. Non da solo.» spiegò poi, immaginando lo smarrimento del Serpeverde.
Le sue mani cercarono ancora una volta quelle di Mike e questa volta sarebbe stata sicura di essere compresa dal ragazzo, mentre le sue iridi grigie sondavano le profondità delle sue.
«Aiutaci a trovarli, Mike. Aiutami a cambiare le cose.»


Lao Tzu, signori. :flower:
 
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