Che quella conversazione avesse preso la giusta piega, a tratti divertente, non poteva negarlo. Elijah la incuriosiva e poteva certamente capire per quale motivo Wolfgang lo avesse scelto come migliore amico. La sua risposta pronta ed il suo modo di fare suscitavano un interesse tale da tenerla incollata sulla sedia. Tuttavia, pretendere di avere l’ultima parola ed avere difficoltà ad ottenerla trovando pane per i suoi denti la eccitava abbastanza.
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Mi piacciono le variabili...» disse mostrando un mezzo sorriso «
... e mi piace la tua risposta!» abbassò leggermente la voce alzando le sopracciglia «
Permettimi, però, di dirti che avere fiducia in sé stessi è importante. Cosa saremmo senza? Ambizione, coraggio, forza... parte tutto da lì.» un sorriso dolce le colorò il viso, le parole confortevoli furono spontanee, come se improvvisamente fosse importante ricordarlo anche a sé stessa. Mesi infernali avevano caratterizzato quel periodo della sua vita e forgiato parte del suo carattere, ma nonostante molte cose ancora le erano poco chiare ed i momenti di sconforto si presentavano improvvisi, non si lasciava più trasportare dalla paura, o almeno ci provava.
Poco distante da loro il chiasso si faceva largo tra gli scaffali, studenti disattenti lasciavano cadere vecchi tomi pesanti che, all’impatto sul pavimento, risuonarono rumorosi nella vasta stanza.
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Credo di averla vista poche volte così.» disse con un tono ironico volgendo lo sguardo verso la custode che, sull’orlo di una crisi isterica, faceva la ramanzina ai poveri ragazzini «
Esagerata!» sbuffò, lasciando intravedere il totale disappunto provato, del resto poteva capitare a tutti.
Gli esigui secondi che separarono le parole della Corvonero alla risposta del suo interlocutore furono riempiti da sguardi scrutatori: gli occhi di Elijah studiavano attenti la sua figura, ma Megan non si preoccupò di distoglierli, semplicemente ricambiò, andando ad esaminare attentamente ogni lineamento ed espressione. Quel ragazzo sembrava nascondere tanto dentro di sé e la sicurezza che voleva mostrare non conciliava con le parole che poco prima le aveva rivolto; tuttavia non poteva criticare il suo modo di essere, proprio perché tutti avevano la tendenza a dimostrarsi l’opposto, o quasi, di ciò che realmente erano, lo aveva fatto anche lei.
«
Sai, non sono il genere di persona che fa domande esplicite, preferisco che le cose vengano da sé. Non credi sia più divertente?» domandò.
Le braccia, poi, si distesero e le mani afferrarono il tavolo consentendole di avvicinarsi nuovamente al libro che, chiuso, ancora era vicino al Serpeverde.
«
Beh... non saprei sei tu che devi chiedere non io!» sorrise scuotendo la testa e alzando le spalle.
Poi afferrò il libro aprendolo «
Mh... vediamo, prima di venire qui gli ho dato una lettura veloce e mi chiedevo: secondo te la concezione della sopravvivenza è legata all’aiuto verso il prossimo? È possibile che rinunciando a quest’ultimo, quindi prendendo in considerazione una scelta prettamente egoista, ci sia una garanzia verso potere?» chiese mettendolo alla prova.
La storia di Morgana l’aveva completamente rapita ma non riusciva a dare un senso logico alle sue scelte, forse perché non riusciva a comprendere realmente il dolore del tradimento. Ad ogni modo il male che aveva creato ed il suo uso nei confronti di tanta gente innocente la fece rabbrividire, quel genere di decisioni potevano essere giustificabili?