Inevitable knowledge, Rowena

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view post Posted on 9/2/2018, 21:04
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Goodwin
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L
a fioca luce dei lampioni illuminava lo sterrato e a malapena visibile sentiero che il giovane mago percorreva a passo spedito.La sottile coltre di neve formatasi accoglieva invece le impronte che l'uomo si stava lasciando alle spalle; con il passare del tempo si sarebbero riempite di altri cristallini fiocchi di neve quindi Egli diede loro poca importanza.
La sera aveva preso vita già da qualche ora e di conseguenza la poca illuminazione costrinse Sefior a ricorrere all'incanto 'Lumos' per procedere verso il pericolante edificio stregato che svettava sopra l'ormai innevata collina..
Amava quel freddo periodo dell'anno e le sferzate di vento gelide che accompagnavano quel suo svelto camminare su per la collina,non furono motivo di stress fisico per Goodwin,che ora si trovava ai piedi della Stamberga Strillante.
Quel posto lo ospitò all'inizio della sua latitanza fino a quando non fu certo di non aver Auror o Antimago alle calcagna,infondo a suo dire non avrebbero potuto avere alcun sospetto data la natura misteriosa dell'omicidio.
Si scrollò un po di neve dalla spalla destra e,dopo aver rimesso sotto il cappuccio un ciuffo ribelle,aprì la pesante,malridotta e cigolante porta d'ingresso..
L'atrio,se così poteva appellarsi era insolitamente stretto e angusto;quattro alte finestre così impolverate e vecchie si erano opacizzate a tal punto da impedire la visuale all'esterno e viceversa,solo qualche crepa lasciava entrare aria fredda e di giorno un filo di luce.
Subito alla sua destra,oltre ad un inquietante statua raffigurante una creatura lupica,si ergevano delle poco rassicuranti scale.Sicuro della resistenza dei gradini scricchiolanti prese a salire,accedendo al primo piano della torre.
Tutto era rimasto come lo aveva lasciato qualche tempo prima,d'altronde chi mai poteva mettere piede in quella nefasta baracca traballante?
Tanti anni prima all'ultimo piano prese dimora un noto mago e licantropo,ma non vi era rimasto piu nessuna traccia di vita visto i lunghi anni trascorsi;tutto eccetto una serie di grossi e profondi graffi per tutte le pareti dell'edificio che Sefior non fece a meno di sfiorare mentre proseguiva il 'tour' del suddetto piano.
Un sospiro accompagnato da una nube di vapore acqueo data la ridotta temperatura,smorzò gli strani pensieri che si accavallavano nella mente di Sef.
Fece qualche passo verso la finestra mentre il silenzio ancora vigeva,rendendo il tutto ancora più tetro;un movimento tra gli arbusti non passò inosservato all'occhio allenato del giovane che pronto terminò l'incanto di luce e prese posizione di fronte alla crepa che presentava la finestra.
Magari si sbagliava,magari era uno dei tanti rumori di cui la casa vantava,magari c'era davvero qualcuno là fuori.
La sua espressione non mutò rimanendo fredda e decisa;non sapeva bene il motivo della sua presenza alla Stamberga,qualcosa lo aveva attirato la,qualcosa che centrava con il suo percorso?



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Edited by Sef~ - 10/2/2018, 12:04
 
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L
Dalla scarsella che portava al fianco sinistro andò a prelevare un paio di galeoni e qualche falce, andando a posarla sul piattino di grezza fattura che recava l’importo per quello che aveva consumato quel giorno: aveva trovato rifugio ai tre manici di scopa dopo aver spedito un nuovo articolo alla redazione, servendosi di un gufo del suo ufficio postale visto che non aveva la minima intenzione di far volare Lug, il suo corvo imperiale con quel tempo freddo. Probabilmente la creatura dalle ali corvine era l’unico essere sulla faccia dell’intero pianeta del quale ora le importava visto che tutti i suoi più stretti amici si erano oramai volatilizzati chissà dove. Le mancavano terribilmente le serate davanti ad una burro birra tiepida assieme ad Emily e Boniak, ma le cose erano andate cosí e lei continuava al sua vita di solitudine circondandosi di persone che le potevano tornare utili solo ai propri fini.
Si sollevò dalla propria seduta, afferrando il mantello che aveva posto sulla sedia accanto a lei per poi portarselo sulle spalle, andando a serrare l’asola con un semplice gesto delle dita, un gesto conosciuto del quale era ormai avvezza per poi, salutato con un cenno della mano il locandiere e i garzoni, avventurarsi fuori da li dove una fioca neve iniziava lentamente a calare. Le lanterne fluttuavano a mezz’aria illuminando la strada principale e se non avesse avuto un peso sullo stomaco, probabilmente si sarebbe smaterializzata da li per finire direttamente a casa sua dove si sarebbe abbandonata sul divano e ascoltato la radio magica sintonizzata su “radio strega network”. Decise quindi di farsi una passeggiata, la strada era pressoché deserta e le venne quasi d’istinto posare lo sguardo sul sentiero che portava verso la stamberga strillante notando dapprima delle orme ancora fresche, che da li a poco sarebbero state cancellate dalla neve che continuava a posarsi, poi, sollevati gli occhi verso il rudere in legno, un tenue bagliore che da li a poco scomparve. Non seppe di cosa si trattava e decisa a scoprirlo, dopo aver gettato uno sguardo tutto attorno in cerca di qualche losco figuro andò ad estrarre la bacchetta che venne mossa dapprima parallelamente la bacchetta al suolo, per poi passarla rapidamente davanti gli occhi tenuti chiusi lasciando che nella mente venne formulato l'incantesimo

“Visibula Noctambulus”

questo le avrebbe permesso di vedere al buio e arrivare alla stamberga evitando di mostrare la propria posizione con un blando luccichio di bacchetta.
Andò a sbattere un paio di volte gli occhi, fissando un punto particolarmente scuro sulla sommità della collina, vedendo nitidamente i contorni di essa, il che stava a significare solo una cosa: che c’era riuscita.
Prese a camminare dunque, inerpicandosi su per la collina, lasciando che la sinistra lambisse una parte della mantella per non incespicare, la salita era faticosa, la neve la rallentava particolarmente e la cosa la disturbava. Fu quando fosse vicino all’ingresso che si fermò, andando a trarre un respiro profondo con la bacchetta tenuta ancora salda alla destra. Mosse quindi qualche altro passo in avanti, sfilando poi verso destra rispetto all’ingresso, cercando di osservare da quell’angolazione se vi fosse realmente qualcuno li dentro o se quel bagliore, era frutto di qualche poltergesit fastidioso.



 
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I
l buio costrinse Sef ad avvicinarsi al vetro,appannandolo appena.La situazione al di fuori della torre parve lui serena;nessuna luce e nessun'un altro movimento o rumore sospetto,le probabilità che qualcuno fosse nei paraggi stavano perdendo una notevole percentuale.
Si raddrizzò dalla posizione leggermente chinata e sempre nel penombra fece ritorno in cima alle ripide e sgangherate scale.La bacchetta pronta all'uso era abbracciata dalle dita del mago e puntava verso l'angolo delle scale che finivano nell'atrio;prese a scendere con passo felpato i pochi gradini fino a quando non ebbe visuale diretta su quest'ultimo.Un pizzico di Adrenalina smosse l'aria decisa del giovane mago rivelando forse quel suo lato impulsivo.
La sua bacchetta ora puntava il centro dell'esiguo piano dabbasso,mentre il suo sguardo saettava su tutte e quattro le finestre che lasciavano ben vedere poco.
L'ultima fienstra da lui squadrata fece battere lui ciglio distraendolo;un'ombra non troppo grande si figurò a malapena sulla finestra alla sua sinistra rispetto la porta d'ingresso per poi sparire subito.Non era solo per davvero allora.
Senza pensarci due volte spostò leggermente la bacchetta in direzione del vetro e sottovoce proferì:

Fulcius Vitreum.

In pochi secondi la bacchetta vibrò appena scaturendo un lieve bagliore mentre due proittili di vetro si materializzarono a mezzaria davanti al giovane Goodwin,prendendo fin da subito velocità e frantumando il sudicio vetro,che cadde rumorosamsnte sul pavimento in legno della vecchia Stamberga.Se fosse stata una creatura probabilmente sarebbe scappata;al contrario e un po ci sperava,avrebbe avuto risposta a quella provocazione.
Rimase sul quarto gradino con la bacchetta tesa verso il quadrante della finestra appena mandato in pezzi,lo sguardo si spostava da quest 'ultimo alla porta.

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view post Posted on 12/2/2018, 19:55
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L
In prossimità dell’ingresso, Rowena se ne stava con la schiena appoggiata al muro sul lato destro della porta e gettava rapide occhiate all’interno della stamberga ma da quella posizione, nonostante l’incantesimo che le permetteva di vedere al buio, non riuscì a cogliere nessuna presenza anche se questa, da li a poco non tardò a manifestarsi: quando i vetri della finestra vennero frantumati la donna trasalì, stringendo con ancora più foga la mano attorno alla bacchetta e portando la sinistra ad altezza del petto. L’idea che potesse trattarsi di un poltergeist o di qualche altra creatura si faceva ancora più largo nella propria mente ma prima di entrare, avrebbe dovuto agire nuovamente su se stessa per evitare di essere vista. Andò a trarre quindi un sospiro profondo, per poi puntare la bacchetta verso se stessa, ad altezza dello sterno e mentendo questa ben ferma, nella mente andò a pensare ad una sola rapida formula, un qualcosa che conosceva bene quanto le proprie tasche.

“Sèocculto”

ponendo particolarmente attenzione all’accento e cercando di visualizzare se stessa quasi come un ombra, un qualcosa che si sarebbe camuffato nell'oscurità dell’abitazione, tra le travi di legno che arredavano l’interno appoggiata anche dal fatto che il mantello scuro che portava sulle spalle le poteva dare un ottima mano.
Anche se non c’erano impedimenti di sorta, rispetto a prima, non aveva modo di capire se l’incantesimo fosse andato a buon fine perciò non le rimaneva altro da fare che entrare, evitando di aprire ulteriormente l’uscio, infilandosi all’interno della stamberga con passi lenti e delicati, la bacchetta tenuta ferma lungo il fianco destro. Una volta all’interno, sarebbe sfilata di un paio di passi lontana dall’ingresso, spostandosi quindi lungo la parete da dove poi iniziavano le scale, con lo sguardo tenuto alto verso l’avventore che, se tutto fosse andato liscio come l’olio, non si sarebbe dovuto accorgere della presenza di Rowena.


 
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l mago scrutò maniacalmente l'ambiente convinto del fatto che qualcosa potesse spuntare e avventarsi su di lui ma nulla di tutto ciò accadde al contrario, un silenzio innaturale regnava tutt'attorno.
Il suo braccio teso si rilassò appena,mentre l'altra mano andò a sfiorare il fastidioso ciuffo caduto per l'ennesima volta davanti ai suoi occhi,sbuffò leggermente.
Questa catapecchia mi fa dare i numeri..
Pensò Goodwin scendendo un paio di gradini,la sensazione di non sentirsi da solo non lo abbandonava ma d'altronde in una casa del genere cosa poteva aspettarsi..
L'espressione rigida del giovane non mutò nonostante il goccio di amarezza provato nel non rivelare nessuna attività anomala lui riscontrata;abbassò la bacchetta mantenendo comunque una salda presa su essa e il suo sguardo cadde casualmente sui frammenti di vetro caduti a terra,perdendosi qualche secondo tra i suoi pensieri e perdendo quella concentrazione acquisita.
Non furono le suddette schegge di vetro a distogliere nuovamente la sua attenzione ma un filo d'aria gelida che spirava dalla porta lasciata da lui precedentemente aperta;ancora una volta i suoi occhi non potevano ingannarlo.
Ad incuriosirlo fu qualcosa a terra che risaltava alla poca luce lunare che filtrava dalla crepa nel vetro.Notò vicino ai frammenti di quest'ultimo delle leggere tracce di neve che componevano un qualche spostamento avvenuto recentemente se non in quel momento stesso.Non potevano essere le sue orme visto il lasso di tempo passato e necessario a farne sciogliere i residui di neve.
Senza batter ciglio e senza ripensamenti tese la bacchetta a un metro e mezzo circa dalla porta,dove a suo dire terminavano le tracce,esattamente davanti alle scale e di conseguenza a pochi passi da lui.Esclamò a gran voce:

Finite Incantatem!



Se tutto fosse andato come calcolato da Sef,se ci fosse stato qualcuno nascosto da normale magia,si sarebbe rivelato al giovane Goodwin.



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L
La stamberga dove stavano era uno scricchiolio continuo, il vento che ululava tra gli spifferi, la neve che si appoggiava alle sue esili pareti emetteva suoni appena percettibili e il freddo, assieme ai loro passi, pesava sulle assi di legno. Lo vide finalmente, quel mago che stava seguendo era fermo su alcuni gradini della scala, osservandosi mollemente in giro. Un viso che le ricordava qualcosa, un ultima fetta di torta paradiso che le veniva strappata da sotto gli occhi e due dita, le sue, che si attaccavano ad un mento troppo pronunciato, giurando nel contempo vendetta contro quel concasato dagli occhi plumbei. Un ricordo di spensieratezza che le strappò un sorriso tra le labbra appiattendosi ancora di più al muro ora che lui, scendeva di un paio di gradini. Osservò il suo fare, il braccio che venne sollevato e la bacchetta protesa verso l’aera dove proprio Rowena stava. In quel momento, il pensiero su cosa fare e come agire si fece largo nella mente: le opzioni erano varie, alcune che prevedevano uno scontro fisico che vennero scartate quasi all’istante data la differenza di mole tra di loro, altre che erano figli della sua parte più oscura, quella che prevedeva di immobilizzarlo e fargli male, vedere il sangue copioso schizzarle le mani e il viso e andarsene, lasciandolo nella sua agonia, l’ultima opzione, che fu anche la via che intraprese, prevedeva di andarci invece molto più piano, dopotutto i gesti e il modo di comportarsi del mago non sembravano particolarmente minacciosi, cosí, con il finite che faceva il suo effetto e Rowena che venne notata da Sefior, come se uscisse da una bolla invisibile, agí.
Tracciando in aria in direzione delle scale dove stava l’uomo una sorta di parabola, da sinistra a destra e partendo dall’alto verso il basso, come se trascrivesse in aria la lettera U, andò nella mente a comporre la formula dell’incantesimo

“Glìsseo”

ascoltando la propria voce in testa e ponendo particolare attenzione sulla cadenza dell’accento.
Se questo fosse andato a buon fine, la scala dove stava l’avversario sarebbe dovuto diventare un liscio e dritto scivolo che avrebbe finito per metterlo probabilmente con il sedere per terra. Solo al raggiungimento del suo obbiettivo, bacchetta ancora stretta saldamente in mano avrebbe fatto cenno a quella diatriba in sala grande.

-Questo è per la mia fetta di torta!-

sarebbe andata a dire. Poco male se non si trattava del suo concasato, già sapeva come levarsi dall’impiccio con una qualche scusa banale per poi smaterializzarsi altrove.


 
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S
efior mandò a segno il proprio incantesimo,ma ciò che si rivelò e dove lo sorprese alquanto.
Per un secondo si credette folle e,seppur minimamente,stupido.
A pochi passi da lui,come se vorticasse da un'altra dimensione,una donna si materializzò alla sua vista..Una donna il quale viso era familiare al mago,una donna che non ci pensò due volte a puntare lui la bacchetta verso il petto.
Goodwin aveva il sentore di conoscere la persona che si trovava di fronte;ne ricordava i lineamenti marcati che la luce naturale trapelata dalle crepe,evidenziava.Visse già quella sensazione con l'uomo incontrato a Londra e rivelatosi infine suo ex concasato ad Hogwarts.
Ad interrompere quella macchina di pensiero messa in moto fu il proferir parola della giovane donna,prestatasi a rispondere alla sua magia.
Il biondo ebbe tempo di osservarla una frazione di secondo e notarne i fascinosi occhi scuri,seguiti da un rapido movimento semicircolare del braccio.
La sensazione di vuoto sotto di lui fu alquanto sgradevole:sentì vibrare appena lo scalino sul quale si trovava che in un attimò perse consistenza,andando a creare una sorta di scivolo insieme ai successivi gradini,fortuna vi era il malandato corrimano.
Non riusci a poggiarvi peso che quest'ultimo si staccò dalla parete data la poca stabilità scalfita dal tempo.
Si ritrovò infine con il fondoschiena a terra, scivolando malamente per un metro abbondante e arrivando al cospetto della donna.
La punta di imbarazzo non si diede a vedere,infondo era in una notevole situazione di svantaggio:la bacchetta era rotolata al centro dell'atrio e la sua posizione a terra non prometteva un granché.

-Questo è per la mia fetta di torta!-

La voce della donna spezzò l'imbarazzo e il silenzio creatosi.Quest'ultima alludeva ad una fetta di torta mentre Sef cominciava a pensare che quella Stamberga aveva decisamente qualcosa che non andava.
Come si fa a pensare ad una fetta di torta in questo momento..
Il pensiero di Sefior si sgretolò e altre immagini presero forma nella sua mente;la sala comune di Serpeverde,gli spalti del campo di Quidditch e la Sala Grande..Associava tutte queste cose a quella donna,ritenendo possibile fosse una ex compagna di casata ad Hogwarts.Ricordò inoltre di aver rubato una fetta di torta ad una ragazza a scuola e che essa giurò lui vendetta.Da subito il suo sguardo apparve freddo e distaccato,ma realizzata la probabile familiarità verso la giovane quasi si ammorbidì.

Eravamo ragazzini,e se sei chi ricordo sai anche che la nostra vecchia casata non vantava di ragazzini ligi e composti..

Abbozzò un ghigno compiaciuto assaporando gli sbiaditi ricordi che affioravano rapidamente ora.

Ad ogni modo proferì fissando la giovane in viso,posso avere l'onore di riavere a mente il nome di colei che a distanza di anni si è vendicata di un ottima torta di Hogwarts,mettendomi a sedere per terra?

Se non ricordava male ai tempi la donna non era molto avvezza alle regole,lui stesso spesso e volentieri ne faceva a meno.

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view post Posted on 17/2/2018, 17:23
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Tutta la scena che accade, si era già disegnata nella propria mente: lo vide capitombolare a terra, il volto contratto da una smorfia sgradevole mentre la polvere depositata da tempo sul pavimento si sollevava, obbligandola a muovere la mano sinistra davanti al viso e a dare due lievi colpi di tosse. Aveva notato la bacchetta rotolare verso il centro della sala e fu proprio verso questa che mosse dei passi, niente di minaccioso o lesto, in modo da mostrare una certa tranquillità nel tentativo di contagiare Sefior con il suo medesimo umore. Se l’avesse raggiunta senza troppi impedimenti si sarebbe chinata, l’avrebbe raccolta con la mancina e soppesata in mano, come se la studiasse con cura: unica cosa che potè notare furono la rigidità, così simile alla propria e il legno con cui era fatta.

-Prugnolo…dicono che questo legno sia dedito ai guerrieri…forse a quelli che non finiscono con il culo per terra-

disse ridacchiando a bassa voce. Voltandosi verso di lui, avanzò di qualche passo, allungando il braccio in sua direzione per porgergli il catalizzatore. Ora che lo vedeva da vicino i ricordi di quel volto si accavallarono: si ricordò della sfuriata che fece a Tristan Von Kraus quando lui e Rowena chiusero Sefior, Vath e altri fuori dal dormitorio, ricordava il suo volto divertito alle feste in sala comune e la pacca sulla spalla che gli diede dopo una delle più belle partite di Quidditch di Rowena.

-Rowena Abyss…per servirvi mr Goodwin-

fece un lieve inchino, andando a lambire una parte del mantello e sollevandolo, ricordando il cognome del concasato anche non rammentava il suo nome.

-Per un attimo ho pensato si trattasse di qualcun altro, ero già pronta a scusarmi…ma rammentami il tuo nome, non posso ricordare tutto io…-

bofonchiò ergendosi nuovamente, incrociando le braccia sotto al petto e continuando a tenere salda la bacchetta in mano.

 
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L

o svolgersi degli eventi durò pochi secondi e la quasi espressione beffarda del mago si tramutò in velata vergogna.
Rowena Abyss
Questo era il nome della Bella che lo aveva messo con il fondoschiena al suolo.
Ella prontamente raccolse la sua rigida bacchetta revisionata poco tempo prima e perse qualche attimo ad esaminarla;i lineamenti della donna ricordavano lui qualcosa,seppur con qualche anno in più.
Sef ricordò svariati episodi che lo accomunavano a Rowena;durante il terzo o quarto anno fu escluso dalla sala comune del grande Salazar insieme ad altri concasati,inoltre fu questo il motivo della ripicca al gusto torta del giovane nei confronti della Serpeverde.
Ebbe cosi occasione di rimembrare qualche viso conosciuto in sala comune.

Rowena Abyss.
Sefior puntellò il braccio a terra e con agilità si rimise in piedi.
Come vedi non ero delle peggiori intenzioni neanche io..

Abbozzò una complice sghignazzata e tese la mano verso la bacchetta che la strega rivolse lui.

Ad ogni modo il mio nome è Sefior.

Incrociò per un momento gli occhi scuri della donna che indubbiamente nel corso degli anni aveva acquisito un particolare fascino.
Il suo braccio la cui mano impugnava il ritrovato catalizzatore puntò rapida verso il vetro,insieme al suo sguardo.Il proferire del mago fu rapido e sicuro di sè:Reparo.
Se l'incanto avesse avuto finalità la finestra rotta in precedenza sarebbe tornata in forma originaria,contrariamente avrebbero patito un po' di freddo in più.
Lo sguardo del mago tornò sulla donna.

È un piacere trovare qualcuno di 'conosciuto',d'altronde sembro avvezzo nel farlo ultimamente.Cosa ti porta in un posto del genere,dicono non sia per tutti..

Un mite sorriso comparve sul volto del Goodwin,intento a scrollarsi di dosso tutta la polvere alzatasi per la caduta.





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view post Posted on 27/2/2018, 00:56
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Quando lui pronunciò il proprio nome lei si trovò a ripeterlo

-Sefior…mhm…già è vero-

Bugiarda. Non ricordava per nulla il suo nome eppure il modo di dire quella fugace battuta sembrava presagire l’opposto, una delle tante qualità che con il tempo aveva affinato. Si mosse di lato, verso destra, dando pienamente libertà al movimento di lui intento a riparare il vetro precedentemente infranto, cosa che sicuramente non avrebbe turbato Rowena se fosse rimasto rotto. Scrollò le spalle per poi arretrare nuovamente e appoggiare la schiena al muro, accavallando un piede sull’altro e assumendo una posizione alquanto comoda, la bacchetta stretta ai due lati da ambo le mani, le braccia distese.

-Incontrato qualche vecchia amicizia? In realtà volevo vedere chi osava sfidare i fantasmi di questa casa…-

borbottò onestamente permettendosi ora più vicina a lui di guardarlo lungamente. I ricordi di lui si fermavano a un ragazzo alto e magro, gli occhi plumbei che osservavano la vita pigramente, il mento pronunciato, una figura che non sembrava più nemmeno rispecchiare la realtà: ora Sefior si era fatto un bel pezzo d’uomo, i capelli biondi cadevano sul volto accarezzandogli le guance coperte da una corta e fitta peluria, qualcosa che aveva permesso anche di camuffare l'estremità appuntita del volto, mentre il corpo si era notevolmente irrobustito, diventando qualcosa di piacevole da osservare mentre gli occhi, sembravano avere un guizzo più vivo. Lo vide scrollarsi di dosso la polvere e fu l’istinto quello che portò Rowena ad oscillare leggermente, spostando il capo per poter osservare senza troppo pudore il fondoschiena dell’uomo, aggiungendo nel contempo un

-Tu invece? Non penso ti sia infilato qui dentro per un giro turistico…o sbaglio?-

mormorò, raddrizzando il busto, incurante che lui l’abbia colta in flagrante o no.


 
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U

n'ultima sistemata ai polsi della giacca,una fulminea occhiata alla bacchetta per certificarne l'integrità.

Stranamente si..
-annuì-
un concasato proprio come noi due ad Hogwarts,Vath Remar.

Non sapeva se Rowena si ricordava di Vath o se aveva contatti con quest'ultimo;
Probabilmente se ricorda l'episodio della torta ad Hogwarts ricorderà anche Vath..Fu il pensiero del mago.
Sefior non fece a meno di notare lo sguardo attento della donna su di lui e ne dedusse esser di gradevole presenza per quest'ultima.

Chi entra qua dentro sà che da sfidare c'è solo la solitudine,credimi qualche tempo fa bramavo la presenza di qualche spirito a farmi compagnia.

Rise piuttosto ironicamente riponendo la bacchetta all'interno della giacca;si respirava un'aria tranquilla.
Sefior si diede una sistemata alla massa di capelli ormai fuori da ogni controllo e il suo volto puntò nuovamente verso la donna che nel frattempo si era appoggiata alla parete alle sue spalle.

Ad ogni modo quasi ti sbagli,è la casualità ad avermi portato qui,sapevo di non trovare nessuno nei dintorni e mi sono permesso qualche momento di tranquillità.
Sorrise a Rowena
Tranquillità dubbia visto che mi ha portato bacchetta alla mano in pochi minuti. Fortunatamente.
Si drizzò bene con la schiena e mosse qualche passo verso gli armadietti poco distanti,magari vi era ancora qualche bottiglia di whisky,proferì dando le spalle a Rowena mentre rovistava dietro ogni anta.
O magari il fato voleva farmi incontrare qualcuno,magari proprio te.

Credette poco alle parole appena enunciate;Sefior pensava che ognuno fosse l'artefice del proprio avvenire,e se si fallisce in qualcosa la colpa è di se stessi non di un qualche fato pronto a prendersi responsabilità non proprie.
A differenza di tanti,Sefior si era scelto il suo.





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view post Posted on 4/3/2018, 19:05
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Per anni non aveva incontrato un qualche concasato degno della sue attenzioni e ora nel breve giro di un anno si era trovata davanti dapprima Tristan, con il quale aveva intrattenuto una piacevole nottata a rincorrersi tra i meandri della passione, poi Vath, che si era dimostrato molto più interessante di quanto non fosse ad Hogwarts e infine Sefior, del quale non ricordava nulla di particolarmente interessante se non la sua intraprendenza. Si chiese se anche lui, avesse qualche sorpresa da mostrarle. Rotolo sulla parete, andando a posarsi con la spalla destra ad essa ed inquadrando il volto del concasato. Quando parlò di Vath sorrise appena, in maniera quasi impercettibile trovandosi divertita dal fatto di come il suo presente ultimamente si intrecciasse sempre di più con quello del biondo ministeriale.

-Oh si, ultimamente sono tornata a stringere i rapporti con il signor Remar.-

Lo guardò, ascoltando le sue parole con fare perplesso

-La solitudine si può trovare in molti luoghi, anche in un posto particolarmente affollato.-

Come lui andò a riporre la bacchetta all’interno della giacca Rowena fece lo stesso, spostando il mantello dalla propria figura e mostrando non solo la tunica verde scura che indossava che arrivava a malapena al ginocchio ma anche la fondina che portava alla vita, laddove era solita dimorare la sua diletta.

-È stato un fato benevolo quello di oggi, non sono sempre così gentile…-

si mosse poi, avanzando rapidamente dei passi che lo separavano da lui, le mani intrecciate dietro la schiena cercando di osservare cosa le sue mani stessero cercando

-Hai qualcosa da mostrarmi?-

borbottò, spostando il peso di lato per cercare di curiosare ulteriormente.



 
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view post Posted on 3/7/2018, 13:55
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Goodwin
《Lux●○Tenebris》

► Origine:Purosangue ► Età:27 ► Ruolo:Mago Adulto ► Incline:●

L

e sue mani smisero di frugare quando i suoi occhi incrociarono circa i dieci centimetri di Whiskey che giacevano fermi in una delle tante bottiglie e fiaschette vuote.

Se vi è una cosa che adoravo del mondo babbano è questa..
Si girò appena verso Rowena e agitò la preziosa risorsa davanti a se.
Il primo bicchiere lo bevvi ad Hogwarts e giurai di non berne più,poi crescendo..

Un ghigno si disegnò sul volto dell''uomo che in pochi secondi materializzò due bicchieri con l'ausilio della bacchetta,estratta in maniera fulminea e riposta subito dopo con altrettanta velocità.
Il dubbio che la donna di fronte a sé non bevesse alcolici si presentò però all'ultimo secondo ma con noncuranza egli versò del distillato in entrambi i bicchieri,che ora posavano sul mobile dinnanzi loro..

Quindi Rowena..Sei rimasta di casa o..sei di passaggio?hai trovato una sorta di stabilità qua?

In effetti non sapeva nulla della donna,nemmeno per quanto potesse ricordarla ad Hogwarts;la ricordava astuta testarda e spesso dispettosa,di certo non era tra le grazie del Ministro e sicuramente ben lontana dalle file auror,voleva sapere di più dell'avvenente e fiera donna che Rowena era diventata.
Cinse tra la dita uno dei due bicchieri annusandone il contenuto decisamente forte ma ancora di buon odore e colore,prese posto sullo sgualcito e non troppo conciato divanetto e saggiando il vecchio distillato tornò a posare un interessato sguardo all'ex concasata.






Pensato-Parlato-Narrato



 
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