An irrational afternoon, Privata

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view post Posted on 17/2/2018, 19:51
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Camminava per il corridoio del quarto piano senza una meta, vedeva studenti sfrecciare a destra e sinistra che probabilmente correvano alla volta di qualche lezione, lui per sua fortuna aveva appena finito per quel giorno e come era solito fare gironzolava per il castello chiendosi cosa fare.
Certo che per essere al quinto anno, l'anno dei primi esami davvero complicati di Hogwarts, stava studiando realmente poco. Seguiva le lezioni ma sapeva che non era sufficiente. In effetti non era da lui non studiare, aveva sempre amato la conoscenza e ciò che ne deriva, forse si sentiva solo stanco di ripetere un altro anno ad Hogwarts come i precedenti, forse voleva che la sua permanenza lì subisse una svolta, un qualcosa che gli avrebbe permesso di abbandonare il solito clichè che governava ormai da tempo, lezioni-biblioteca-sala comune con qualche sporadica visita dei giardini e hogsmeade. Già qualcosa era cambiata, portò la mano sopra lo stemma corvonero del mantello della divisa scolastica e poteva sentire la mancanza di qualcosa, di quella spilla che lo aveva costretto a turni di notte ed approcciarsi a qualcuno in quel castello solo perchè quel ruolo lo obbligasse.
*Una bella liberazione!!*
Pensò senza remore ne rimorsi, sorrise, sia per il pensiero sia perchè aveva capito che il suo inconscio lo aveva portato esattamente davanti la biblioteca. Un segno. Ma di cosa, cosa la sua mente gli stava dicendo: gli stava dicendo che doveva studiare o che non era possibile cambiare il corso degli eventi?
Era davvero ormai così radicato nella sua mente e nella sua zona di confort da non dargli scampo?
Senza dubbio non sarebbe rimasto in quella scuola per sempre, e quindi, doveva in qualche modo trovare una soluzione al suo essere lupo solitario, abbattere quelle barriere per un migliore futuro anche lavorativo una volta finito.
Relazionarsi con gli altri sembrava così complicato, una banale conversazione senza costrutto solo al fine di parlare sembrava così inutile, come sicuramente ciò che gli altri avevano da dire, non per peccare di superbia, ma perchè non gli importava. Quale mistico motivo si celava dietro queste gozovigliate che tanto percepiva e vedeva fare agli studenti, cosa se ne poteva trarre.
Guardò la biblioteca e decise che non voleva studiare che era tempo di cambiare.
Tornò indietro verso le scale.
Una volta arrivato al pianerottolo del quarto piano la domanda era: tornare il sala camune o buttarsi all’avventura?
Seppur con un nodo allo stomaco tanto grande da renderne difficoltosa la descrizione scese verso la sala grande e poi da lì sarebbe stato tutto un’incognita. Avrebbe camminato alla volta di qualunque posto la sua mente avrebbe designato, anche se ammettiamolo la decisione di dar inizio a questo cambio di rotta non può definirsi proprio razionale ed il mal di stomaco ne era la prova. Ma quel pomeriggio, nulla sembrava razionale. Una volta giunto al secondo piano le scale decisero di “cambiare” come se volessero dirgli che non era giornata per un colpo di reni, ma rimase lì in attesa che le scale “tornassero”.
Non appena giunte continuò la sua discesa verso un obbiettivo ancora da determinare. Quando….si fermò e pensò…..
*La torre di astronomia*
Un lampo più che altro, forse era lì che doveva andare, ma era appena arrivato davanti al salone d’ingresso…si guardò a destra e sinistra in modo da vedere chi c’era attorno e fare dietro front, iniziando la sua ascesa verso la torre di astronomia, l’unico luogo che gli avrebbe permesso un po’ di solitudine e ambientazione per pensare.
Camminava non curandosi dei volti che incrociava, poteva benissimo incontrare qualcuno che conosceva ma non lo avrebbe visto, o comunque non gli sarebbe importato.
Ormai era quasi giunto a destinazione e la voglia di trovarsi in quel luogo diventava sempre più grande, sperava solamente che non ci fosse qualcuno.
Una volta arrivato senti il vento spostare i suoi capelli e il mantello, si accorse subito che nessuno era lì forse, il freddo dell'inverno faceva desistere chiunque dall'avvicinarsi in quel luogo, si avvicinò alla balaustra per affacciarsi e vedere quanto da offrire aveva quel magnifico panorama, le colline attorno al castello, il lago nero in lontananza tutto baciato da un insolita giornata limpida e chiara, respirava a fondo anche se l’aria era gelida, si sentì rinascere, forse tutto ciò che in quel irrazionale pomeriggio lo portò lì non era stato dettato dalla mente, quel posto lo aveva designato qualcosa di diverso che ancora non riusciva a spiegare a se stesso, il nodo allo stomaco cesso e si sentì stranamente contento di ciò che aveva fatto, addirittura un sorriso si dipinse sul volto del corvonero, che le cose stessero per cambiare realmente?.….continuò a guardare quel panorama dando le spalle alla via di accesso alla torre.



 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 18/2/2018, 16:02






Elijah Sullivan


15 Anni - 3° Anno - Serpeverde


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Era tornato da Diagon Alley, tutto orgoglioso. Teneva la teca tra le mani, una conquista tanto attesa. Dopo aver risalito la scalinata intarsiata, si era infilato nella sua stanza senza rivolgere la parola a nessuno. Colin non c'era, per fortuna, e Elijah depositò la teca sul letto per osservarla meglio. Stefan saltò subito sulle sue gambe, schizzando via come un filmine appena la natrice sibilò. Il suo gatto nero era un diffidente per natura, ma non poteva biasimarlo. Ritrovarsi davanti un serpente sibilante non era il massimo della vita, soprattutto se quel rettile era più nero di lui.
- Sei un codardo - lo ammonì - torna qui e vieni a conoscere Theo. Da oggi lui starà qui con noi, ti conviene iniziare a socializzare.
Stefan mosse i suoi lunghi baffi in quello che sembrava un evidente gesto di stizza, non disattese però la richiesta del suo padrone. Saltò sul materasso dietro la schiena di Elijah e fece capolino da sotto il suo braccio. Il rettile era sempre acciambellato al calduccio nella teca e lo stava osservando senza espressione. Tirò fuori la lingua forcuta un paio di volte e Stefan fece un passettino all'indietro. Il Serpeverde fece un ghigno di soddisfazione, sollevando leggermente l'angolo della bocca. Allungò le lunghe dita sulla teca e sganciò il coperchio, con calma e delicatezza. Sebbene fosse legatissimo a Stefan, Theo rappresentava per lui qualcosa di speciale. Era il "qualcosa" che si concretizzava davanti ai suoi occhi. La parte superiore della teca venne depositata al lato della stessa, il rettile non si mosse. Era sempre acciambellato sulla sabbia e attendeva che fosse lui a fare la prima mossa. Elijah non lo fece attendere a lungo. La sua mano scivolò nella teca con le movenze di un rettile e con calma si avvicinò al corpo del serpente. Le dita si allungarono, lasciando al rettile un appiglio sicuro. La natrice mosse il capo e si infilò tra indice e medio, il Serpeverde avvertì un brivido lungo la schiena. Non era paura, ma una sensazione di benessere e potenza. Theo risalì morbidamente lungo il dorso della sua mano, sparì sotto al polso e ricomparve dall'altro lato. Ora gli avvolgeva il braccio come un monile prezioso, Elijah sentiva l'adrenalina pulsargli nella schiena.
- Ciao Theo, bravo bambino -gli disse in uno slancio di pura soddisfazione. La sua mano sinistra si avvicinò all'altra. Il serpente la puntò e la raggiunse quasi subito. Il Serpeverde era incantato a guardare la natrice che disegnava morbide figure immaginarie intorno al suo corpo. Il serpente sembrava a sua volta gradire la sua compagnia. Elijah ebbe l'impressione che si fosse fermato ad osservarlo per un attimo, era una bellissima sensazione. Era però solo una sensazione, sulla quale non si soffermò più di tanto.
Lasciò che Theo vagasse in sua compagnia nella stanza, poi allungò la mano a fianco alla natrice per invitarla a risalire. La depose con delicatezza nella teca e la richiuse, non prima di averle lasciato qualcosa da mangiare. Conoscere il Murifors rappresentava per Stefan e Theo una risorsa infinita di cibo, quando non riusciva a trovare di meglio.
Sapendo quanto fosse dispettoso Stefan, evitò di lasciare la teca sul comodino. La sistemò sul pavimento, leggermente sotto al letto.
Afferrò il mantello e lo fece ruotare sulle spalle finchè la morbidezza della stoffa non lo avvolse completamente. Aveva voglia di fumare, ma non aveva alcuna voglia di andare ad impantanarsi in Giardino. C'era anche un' aggravante in tutta la faccenda. A quell'ora i primi scendevano a fare in bambocci troppo cresciuti ed il loro eccessivo vociare senza senso, gli scatenava l'istinto omicida. Meglio mettere una certa distanza di sicurezza, per loro, tra lui e le galline in fuga.
Appena la porta della Sala Comune si chiuse alle sue spalle, sbuffò sonoramente. Era davvero una bella distanza quella che lo separava dal balcone sulla Torre di Astronomia. Risalì dai Sotterranei con le mani in tasca, non aveva voglia di sentire nessuno, a parte il suono del vento che gli fischiava nelle orecchie. L'unico desiderio che aveva era quello di far scattare la rotellina dell'accendino con un colpo secco, per poi aspirare con avidità il tabacco che iniziava a bruciare. Evitò inutili deviazioni nei corridoi, salendo le scale il più velocemente possibile. Constatò, con molto piacere, che i quadri avevano smesso di bisbigliare alle sue spalle e quella era già una notizia da prima pagina. Non se ne preoccupò più di tanto e continuò il suo viaggio verso la Torre occupata dai Grifondoro. Appena le scale divennero più ripide e strette fu un vero sollievo, sapeva di essere vicino alla meta.
Come previsto, faceva un freddo che tagliava il viso, come tanti spilli che ti si conficcano nei pori della pelle. Il freddo per Elijah non era mai stato un problema, amava il gelo e non era un mistero per nessuno.
Notò immediatamente la figura maschile - troppo alto per essere una ragazza - vicino alla balaustra, sebbene da lì non riuscisse a distinguerne la Casata. Era forse un problema? Ma nella maniera più assoluta! Appena mosse un paio di passi sulla terrazza, il vento gli spostò il ciuffo sulla sinistra, come un ceffone inaspettato.
Elijah raggiunse la balaustra e si posizionò alla sinistra del misterioso studente. In quel modo sarebbe stato lui a stare sottovento e il fumo non avrebbe raggiunto l'altro ragazzo. Nonostante tutto, l'educazione era sempre la prima cosa.
Fece scivolare il pollice sulla rotella dell'accendino. Si, avrebbe potuto usare la Magia, ma quel gesto così primitivo gli regalava una certa soddisfazione. Il primo tiro gli intasò i polmoni e il Serpeverde lo trattenne il più possibile prima di liberarlo nell'aria gelida del pomeriggio.
Non guardò chi aveva a fianco, ma allungò il braccio che teneva ancora il pacchetto verso l'altro coraggioso occupante della Terrazza.



 
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view post Posted on 21/2/2018, 09:26
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Continuava a fare respiri profondi come se da quello ne dipendesse la sua stessa vita, forse non aveva mai avuto l’occasione di sentirsi così vivo.
Sentire quella gelida quanto pura aria seguire il percorso dal suo naso alla trachea ed infine nei polmoni era l’unica sensazione che lo rendeva realmente umano in quel momento, non provava quel sentimento di pace ormai da tempo, forse non provava alcun sentimento da tempo, il che lo faceva sentire strano in quel momento.
Il sole stava calando ed adesso l’ombra avanzava sulle colline, come inesorabilmente, il frutto di quella pazzia stava scemando in lui, forse sarebbe dovuto andare in sala comune più tosto che sentirsi vivo per quel quarto d’ora, rimembrando alla fine quanto solo fosse al mondo, e quanto poco lui faceva per risolvere quella situazione. Ed ecco qui, puoi fingere un’intera vita di essere qualcun altro, ma arriverà sempre sera, quel momento in cui diciamo la verità, almeno a noi stessi. Tiriamo le somme della giornata o della vita vissuta fino a quel momento, ed infine in base al risultato sapremo se siamo felici o se l’infelicità avanza senza remore ne dubbi come l’ombra cala su quelle colline.
Le giornate erano decisamente più corte in quel periodo dell’anno, solitamente la sua depressione e misantropia arrivavano dopo cena, quel pomeriggio avevano deciso di bussare prima alla porta della sua mente, forse avrebbe dovuto allontanarsi dalla balaustra, ma infine era troppo egoista ed egocentrico per mettere la parola fine alla sua vita per quanto avverso alla vita si sentiva in quel momento.
Sorrise ancora, nonostante si trovava immerso in un paesaggio che mai avrebbe sognato di vedere o sentirsi fortunato per ciò che era e poteva diventare da quanto aveva saputo di essere un mago, probabilmente tutto questo lo aveva salvato da una vita piena di altro dolore in quel infido ed infimo posto dove era cresciuto. Ma forse era proprio quello il grilletto del suo essere, forse era legato con un filo rosso al dolore ed alla morte, per quanto vi era scampato quella notte.
Aveva avuto molteplici possibilità di dare una svolta alla sua vita, di cambiare, proprio come quel giorno aveva cambiato per una volta le sue abitudini. Ma quel muro ben costruito e quella facciata continuava a proteggerlo molto bene, quindi perché….Oddio….era così immerso nei suoi pensieri che non aveva sentito arrivare il ragazzo che adesso stava accanto. Fu il rumore di un accendino e la puzza di quella sigaretta, nonostante il fumo andasse dalla parte opposta alla sua, a svegliarlo da quella spirale di pensieri senza capo ne coda.
Si accorse che il ragazzo gli stava porgendo il pacchetto, adesso, aveva due opzioni, nella sua vita non aveva mai fumato, o comunque non gli era mai piaciuto avere a che fare con il fumo, fiamme e cose del genere. Si girò verso il ragazzo, poco più basso di lui, dai capelli biondo scuro.

Non ti hanno detto che queste cose uccidono?
Per amor di coerenza tese la mano e prese il pacchetto offertogli dal ragazzo, lo aprì e sfilò fuori una sigaretta, riporgendo al ragazzo il pacchetto, chiese
Potresti prestarmi l’accendino?
Stava davvero per fumare la sua prima sigaretta? Era davvero quello il cambiamento che cercava nella sua vita, darsi ad un vizio? O forse la stava facendo molto melodrammatica, come avrebbe mai potuto prendere un vizio provando per una sola volta che provava?


 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 2/3/2018, 10:54






Elijah Sullivan


15 Anni - 3° Anno - Serpeverde


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Non esisteva niente di meglio della Terrazza della Torre di Astronomia per respirare una bella boccata d'aria pulita, se la condisci poi con una bella boccata di tabacco ...beh, allora è come spalmare un toast cotto alla perfezione con due dita di burro d'arachidi. Fumare era un sistema infallibile per osservare quello che il panorama era in grado di offrire. Insomma, tu sei lì a sentire il fumo che ti scalda i bronchi e osservi con tranquillità le montagne in lontananza. Elijah non era tipo da paesaggi, non era il classico esemplare umano che si comprimeva le budella davanti allo snodarsi del fiume sullo sfondo della vallata. Non si era mai messo a contare le perle argentate che rimbalzavano sul Lago Nero in un superbo gioco di luci. Ribadisco, mai. Quando fumava era tutto diverso
-Non ti hanno detto che queste cose uccidono?
Elijah si limitò ad annuire, lo sguardo sui comignoli del villaggio poco distante che spruzzavano serpenti di fumo - Così tante volte che ho perso il conto - sentenziò con tono di voce deliziosamente pacato. Solo in quel momento volse lo sguardo verso il ragazzo al suo fianco e lo vide prendere il pacchetto di sigarette dalla sua mano. Annuì di nuovo, ma questa volta sorridendo - Alla fine bisogna pur morire di qualcosa, no?
Era più grande di lui, senza dubbio, la carnagione decisamente lontana dalla sua pelle tonalità fior di ciliegio. Dei capelli decisamente scuri completavano il quadro. Quando abbassò lo sguardo sulla divisa, notò con grande sollievo che si trattava di un Corvonero. Non aveva avversione per quella Casa dato che suo padre ne era stato un esponente, così come tutte le sue sorelle maggiori.
-Potresti prestarmi l’accendino?
Fece un ghigno di soddisfazione a quella richiesta - Si, in effetti potrei... - le sue iridi chiarissime andarono a cercare quelle del ragazzo Corvonero - credevo di essere il solo ad amare un oggetto barbaro come un accendino - Infilò la mano in tasca e pescò l'accendino nero che aveva riposto qualche minuto prima - Tutto questo rende questa sigaretta ancora più gradevole.
Prese il filtro tra le mani e lo rigirò un paio di volte tra pollice e indice prima di incastrarlo di nuovo tra le labbra. Fece dondolare la sigaretta sopra al labbro inferiore, un filo di fumo uscì quando il Serpeverde socchiuse appena le labbra. Fece una boccata seria e poi prese di nuovo il filtro tra le dita.
- Elijah Sullivan - fece scivolare la voce sul suo nome , così come i suoi occhi chiarissimi tornarono ad accarezzare la figura del suo compagno di vizio.




 
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view post Posted on 8/3/2018, 09:27
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Ogni decisione presa quel pomeriggio era di una irrazzionalità inquietante per il corvonero, persino la aver deciso di fumare quella sigaretta a scapito dell'aria fresca che stava respirando non sembrava essere una scelta saggia.
Ma ormai era in ballo e tanto valeva ballare, nei fatti aver deciso di cambiare le sue abitudini aveva portato ad un insana sensazione di felicità non ancora provata in precedenza, ma forse sono proprio queste cose che danno possibilità di sentirsi liberi e quindi felici.

Sono proprio queste decisioni a cambiare la percezione di se stessi e sentirsi vivi, non era certo se ciò che stava per fare violava in regolamento della scuola, ma probabilmente non gli importava più di tanto. Non era la prima volta che avrebbe violato il regolamento, negli ultimi anni era solo stata la sua carica di prefetto, ormai andata, a non permettergli di farlo. Ma in tutta onestà se stava per violare il regolamento lo rendeva se possibile più rilassato e lo faceva sentire ancora più libero.

Alla frase dello studente a fianco a lui, si deve pur morire per qualcosa, non fece altro che far riaffiorare ricordi di quel giorno di fine anno in cui la scuola era stata attaccata il giorno degli esami finali. E adesso la sua mente con un volo a dir poco pindarico iniziò a pensare ai G.U.F.O.
Chiuse occhi per un attimo e scosse la testa per scacciare dalla sua mente quei pensieri insani da avere in quel momento e tornò a concentrarsi sul ragazzo accanto a se.
Di statura media, sicuramente più piccolo di lui anche se non di molto, guardando la divisa vide i colori verde/argento avvolgere un seprente nello stemma posto sul petto del ragazzo.
Non aveva mai avuto particolari opinioni sui componenti delle case, forse solo sui grifondoro, ma gli importava poco. A prescindere dalla casa, seppur fosse la sua stessa, non amava intrattenersi in inutili discorsi da tre manici di scopa.


Derek Hide

Disse con tono di voce evidentemente rilassato e tranquillo, dopo di ciò porta la sigaretta alla bocca tenedno il filtro con i denti per poi passare a tenerla il equilibrio con movimenti simmetrici delle labbra e tendendo la mano verso il suo interlocutore attese l'accendino.

Determinate cose hanno un senso se fatte come si deve.


Disse alludendo all'utilizzo dell'accendino come strumento per dar fuoco a quella sigaretta. Aveva completamente e deliberatamente ignorato l'asserzione del ragazzo su quanto fosse piacevole tutto ciò..



 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 26/3/2018, 17:15






Elijah Sullivan


16 Anni - 3° Anno - Serpeverde


kqYZgCP

Il freddo si faceva sempre più pungente, ma non gli dispiaceva affatto, anzi voleva goderselo il più possibile. A breve sarebbe arrivata la primavera e la neve sarebbe stata solo un ricordo. Per fortuna Hogwarts era decisamente a Nord per gli standard della Gran Bretagna e quel periodo di gelido candore si sarebbe protratto qualche settimana di più.
Annuì alle parole del Corvonero. In effetti, sì, non gli aveva passato l'accendino. Una distrazione imperdonabile, era strano, non era da lui. Solitamente il Serpeverde era attento a tutto, ma ultimamente la sua mente era spesso persa nel limbo di pensieri che lo risucchiavano dalla realtà.
Prese di nuovo l'accendino. Tenendolo sul fondo tra pollice e indice, lo spostò in direzione dell'altro occupante della terrazza. Non era un caso che l'avesse afferrato in quel modo, ogni gesto che faceva era calcolato e misurato. Elijah Sullivan detestava il contatto fisico, a parte quello con la sua ragazza. I gesti goliardici tanto in voga tra i maschi lo irritavano in un modo che non riusciva a quantificare. Se solo uno avesse osato dargli una pacca sulla spalla, si sarebbe ritrovato con una mano mozzata, mano che lui avrebbe dato poi con gioia in pasto all'ippogrifo.
Avrebbe atteso che l'accendino passasse nell'altra mano e poi l'avrebbe ritratta appoggiandosi comodamente alla balaustra. Una nuova folata di vento gli scompigliò il ciuffo e portò con sé il fumo fuoriuscito dalle narici dopo l'ultima boccata.
- Mio padre era un Corvonero e anche tutte le mie sorelle - fece una piccola pausa - vabbè, non tutte, solo le quattro che sono già entrate a Hogwarts.
Fece un nuovo avido tiro alla sigaretta, lasciando che il fumo sfuggito al suo controllo gli rimbalzasse sulle guance senza peso - Le altre due devono ancora iniziare, ma saranno Corvonero anche loro. Io e mio fratello siamo Serpeverde come mia madre.
Elijah non era il tipo di ragazzo che avrebbe intavolato un discorso gentile e delicato, mai si sarebbe espresso a suon di "non sono il tipo che disprezza i Corvonero". Esistevano mille strade per esporre lo stesso enunciato e aveva scelto quella che lui si sentiva meglio addosso.
Non disse altro, per i suoi gusti aveva parlato pure troppo. Non esiste l'argomento perfetto di conversazione e lui non aveva alcuna intenzione di trovarlo. Chiuse appena gli occhi chiarissimi. Lo infastidivano gli ultimi raggi che morivano arrossendo dietro alla montagna. Durò solo un attimo però, per fortuna. La luce era ancora forte, nonostante tutto, ma i colori della sera si stavano facendo più prepotenti che mai. Il momento perfetto.

O.T. Perdona il ritardo




 
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view post Posted on 5/4/2018, 21:49
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Derek continuava a guardare di fronte a se il panorama non curante della persona che aveva accanto. Tolse la sigaretta dalla bocca non voleva di certo inzuppare il filtro, sarebbe stato sconveniente fumarla dopo. Notò immediatamente con la coda dell'occhio l'accendino uscire dalla tasca del serpeverde ed il movimento fatto per porgerlo al corvonero. Allungò una mano per prendere l'accendino, fece molta attenzione a prenderlo dalla porta superiore evitando l'inutile contatto fisico.

Portò la sigaretta nuovamente alla bocca tenendola con le labbra, porto la mano sinistra a coprire la sigaretta dal vento quasi contemporaneamente alzò la destra con la quale teneva l'accendino per dar fuoco, mise il pollice sulla rotellina e lo fece scattare, ma prima che la fiamma potesse prendere vita questa si spense

*Ma guarda tu?!?*

Si girò dando le spalle al ragazzo mettendosi contro vento e coprire con l'intero busto la sigaretta e la fiamma che sperava sarebbe arrivata, abbassò nuovamente il pollice facendolo scorrere nel meccanismo e questa volta la fiamma arrivò, avvicinò la sigarette e fece un tiro leggero per accenderla, non appena vide il fumo uscire tolse il dito dallo stantuffo del gas e la fiamma lo salutò così come era apparsa.

Si girò nuovamente verso il panorama e distrattamente passò l'accendino sulla mano sinistra e lo protese verso colui che lo aveva offerto riservandosi di tenero con due dita dal fondo nella stessa maniera di come gli era stato dato.

Dopo il tiro di accensione fece il suo primo vero e proprio tiro, sentì l'aria calda scorrere giù per la trachea, trattenne un po' il fumo prima di buttarlo fuori. Stava facendo freddo, ancora la primavera non era del tutto iniziata e al calar del sole iniziava a far freddo e quel vento di certo non aiutava, I suoi capelli svolazzavano ed era costretto a calmarli di tanto in tanto.

Mentre ascoltava il serpeverde un'espressione interrogativa fece capolino, perchè mai gli stava raccontando della sua famiglia, ma poi così, con una persona sconosciuta. L'unica cosa che ebbe modo di capire fu che la sua famiglia era praticamente divisa in due in via incrociata. Ma rimaneva comunque il dubbio iniziale. Perché dirlo, forse per rompere il ghiaccio, e lui cosa avrebbe dovuto rispondere?
Per fortuna guardava avanti e ed il fumo che fuori usciva dalla sua bocca lo copriva appena, almeno non si sarebbe accorto di nulla.

Prese la sigaretta tra indice e medio della mano destra e l'abbassò un attimo, doveva dire qualcosa, non poteva restare in silenzio a quelle rivelazioni, ma davvero non sapeva che dire, forse perché non gli importava specie di una cosa così..."privata", o magari era restio a parlare dell'argomento per via del suo passato...boh....


Sembra essere davvero un intreccio interessante

Disse spontaneamente e per fortuna senza nessuna ombra di tono sarcastico dato che il suo interesse era pari a zero, comunque riporto la sigaretta alla bocca almeno non avrebbe dovuto parlare per la durata di un tiro. Non appena questo finì si capì per la prima volta cosa significasse l'espressione "silenti imbarazzanti".

Non deve essere stato semplice crescere in una famiglia così numerosa, no?

* Va beh Hide!! Poi non dire che non te le vai a cercare!!*
Ma perché aveva fatto quella domanda? Maledetti silenzi imbarazzanti, portò nuovamente la sigaretta alla bocca pronto per un altro tiro magari avrebbe tenuto serrata quella stramaledetta bocca ed avrebbe evitato domande del cavolo.





OT: Idem :fru:
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 16/4/2018, 10:39






Elijah Sullivan


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L'aria che gli usciva dai polmoni stava diventando sempre più densa, segno che il freddo del tardo pomeriggio stava annunciando la sua presenza in modo sempre piú prepotente. Il fumo che gli avvolgeva il respiro rendeva quel fenomeno sempre piú evidente e piacevole. Elijah si sentiva in pace mentre quei piccoli spilli invisibili iniziavano a punzecchiargli le guance.
Apprezzò non poco il fatto che Derek avesse afferrato l'accendino dal lato opposto, evitando così il tocco delle loro dita, cosa che avrebbe trovato piuttosto sgradevole. Apprezzò ancora di piú il gesto inverso, cosa che dimostrava che davvero la cosa fosse stata studiata con attenzione. Ottima cosa davvero, almeno per come la vedeva lui.
In tutto questo c'era una cosa divertente, che poi divertente non lo era affatto. Elijah aveva parlato. E che gli aveva detto? Mio padre é un Corvonero, le mie sorelle anche, io e mio fratello no. La cosa equivaleva a vantarsi di essere tornato da Hogsmeade imbracciando una zucca. Nesso del discorso nella particolare circostanza? Non pervenuto.
Chiuse gli occhi mentre appoggiava il filtro alle labbra, facendo attenzione a non bagnarlo con la saliva. Se c'era una cosa che lo ripugnava erano le sigarette con il filtro intriso di bava, soprattutto quando si fuma in gruppo. La cosa era ancora peggio del contatto fisico, oltre che fastidioso anche disgustoso.
Rimase in silenzio ad ascoltare le parole del Corvonero, soprattutto l'ultima frase sulla difficoltà di una famiglia come la sua. Fece una smorfia. Rifacendosi ad una delle favole Babbane che piacevano tanto a sua sorella Victoria, loro non erano i sette nani e la loro madre non era Biancaneve. Esther Montague era il prototipo della strega cattiva, sotto ogni punto di vista. Gelida, crudele, spietata, amava picchiare i suoi due figli maschi perché non erano abbastanza uomini. Con suo fratello Daniel la storia era durata poco, fino alla nascita di Elijah che aveva preso il suo posto con tutti gli onori. Odiava sua madre, la odiava con ogni cellula del suo corpo, e da un pò era arso dal desiderio di ucciderla per tutto quello che gli aveva fatto soffrire, e che continuava a fare verso di lui.
- Mmmmmnnnhhhh - grugnì il Serpeverde. Ma per quale motivo si era messo a parlare della sua famiglia? Dire anche mio padre è un Corvonero poteva essere più che sufficiente, ma tutto il contorno chi ci aveva aggiunto strozzava e non poco.
- Il vero problema non è la quantità, ma la qualità - risposta ermetica che diceva tutto e niente. Sophie era l'unica a cui aveva trovato il coraggio di raccontare le sue vicende personali e non aveva alcuna intenzione di fare il bis, almeno per il momento.
- La mia famiglia sarà quella che mi farò con la mia fidanzata, quella sarà la mia famiglia perché l'ho voluta davvero - sentenziò guardando nel vuoto. Si voltò poi verso il Corvonero - Non credi?
Con la punta del dito diede una leggera schicchera al filtro della sigaretta e la cenere di troppo si fece prendere per mano dal vento e cominciò a vorticare davanti a lui. Sembrava una danza, all'inizio sobbalzava, poi dondolava sbriciolandosi lentamente e scomparendo poi alla sua vista.
Quel discorso della famiglia era davvero pesante per cui Elijah fece una virata repentina, come se fosse sulla sua scopa, e disse di getto - A che anno sei?





 
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view post Posted on 21/4/2018, 23:45
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giphy
Chiedendosi ancora una volta il perché il ragazzo gli raccontasse quelle cose portò la mano con la sigaretta alla bocca, fece un tiro più profondo degli altri e sentì come una strana sensazione di rilassamento generale, mentale e fisico. Quel momento stata per diventare un vero idillio.

Una folata di vento spostò i suoi capelli, rapidamente mosse la mano libera per sistemarli nuovamente mentre con l’altra cercò di far cadere la cenere in eccesso osservando come questa volteggiasse per aria portava via dal vento, una libertà invidiabile.

Non appena il serpeverde aprì bocca si girò verso di lui e fece appena in tempo a sentire quella frase che non pochi dubbi fece sorgere nel corvonero, non poteva essere più d’accordo, l’importante era la qualità. Molte speculazioni avrebbe potuto fare a seguito di quella frase, ma era evidente che l’altro occupante della torre non voleva dire altro e quindi era inutile se non uno spreco di forze lanciarsi in elucubrazioni fine a se stesse. D’altra parte lui non avrebbe potuto capire, quindi si limitò a dire.


Immagino sia così.

Perché non doveva essere felice se si trovava bene con la sua ragazza? Tornò a guardare di fronte cercando di richiamare alla mente l’ultima immagine che ricordava della sua famiglia, notò con suo grande rammarico che ormai i volti divenivano sempre più sbiaditi. Non ebbe nemmeno il coraggio di cercare la verità su di loro, un bambino di sette anni non può ricordare molto, e lui non ricorda bene nemmeno quel disgraziato incendio, solo le fiamme ed un caldo mai provato prima. Avrebbe potuto fare ricerche, non ricordava nemmeno se mai avesse saputo se anche loro fossero appartenuti al mondo magico.

Forse non era in caso di farsi venire certi pensieri in mente in quel momento, avrebbe finito per non parlare e chiudersi e non era il caso dato che vi era un’altra persona che stava condividendo con lui quel momento catartico.


Frequento il quinto anno, tu?

Disse con tono stranamente normale dati i suoi pensieri.


 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 30/4/2018, 23:04






Elijah Sullivan


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KmiOCIf

Doveva ammetterlo. Non avrebbe potuto desiderare un compagno migliore in quel momento. Il rito della sigaretta sulla Terrazza era una cosa sacra, che di solito consumava in religiosa solitudine prima di tornare al Dormitorio nel Sotterranei. Era un momento di evasione personale che difficilmente condivideva con qualcuno, o almeno non era mai successo fino a quel momento.
Derek era la classica eccezione che conferma la regola. Posato, rispettoso e, soprattutto, di poche parole. Non era davvero una cosa da poco questa, specialmente per uno come lui che non amava troppi discorsi senza senso. Per Elijah più uno stava zitto e meglio era. Lui non era da meno, dato che - tra le due opzioni - preferiva decisamente ascoltare che parlare. In effetti aveva parlato molto al di sopra di quelli che erano i suoi standard. A cosa era dovuto quel miracolo? All'aria fresca del tardo pomeriggio probabilmente o a qualcosa di strano che magari aleggiava nell'aria del castello. Non che la cosa gli creasse una particolare turba.
Si girò leggermente a guardare il Corvonero e sorrise. In fondo non gli era andata così male. Aria frizzantina al punto giusto, sigaretta consumata con calma, compagnia discreta.
Avvicinò il filtro alle labbra e lo strinse quanto bastava per impedire al fumo di sfuggire al momento del tiro. Tirò piano e la punta della sigaretta di accese per protesta, per lei quello era solo un lento scomparire mentre lui si rilassava.
- Quinto anno, non ti invidio proprio - gli esami del G.U.F.O. non erano una passeggiata e a lui, fortunatamente, mancava ancora un po'.
- Io sono al terzo anno - certo, lui che aveva scelto di frequentare tutte le materie facoltative non ci stava molto con il cervello. Sapeva benissimo che cosa avrebbe comportato quella cosa al quinto anno. Esami, ma esami in tutte le materie che prevedeva il menu del castello.
In quella scelta suicida c'era però una ragione, anzi due. Elijah era arso dalla sete di conoscenza e non voleva perdere la possibilità di frequentare una lezione che avrebbe arricchito il suo bagaglio culturale. L'altra ragione era che non aveva le idee chiare sul suo futuro, sul cosa voleva fare da grande. Per questo motivo non voleva chiudere alcuna porta per doversene poi pentire.
- Che facoltative segui? - fu più forte di lui. Quando si trattava di scuola, era davvero curioso - Io le ho scelte tutte, ma fino ad ora ho terminato solo Divinazione.




 
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view post Posted on 8/5/2018, 09:44
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Poteva definire ciò che stava accadendo come il miglior modo per concludere una giornata. Una sigaretta, il miglior panorama che potesse sperare di trovare e una compagnia abbastanza discreta. Portò la sigaretta ad oltrepassare la balaustra prima di dare una schiccherà al filtro per rimuovere la cenere in eccesso.
La riportò alla bocca pronto per dare un altro tiro quando inevitabilmente, dopo aver rivelato quale anno frequentasse, la reazione del serpeverde fu la più naturale che potesse immaginare. La sua allusione agli esami di fine percorso per quei cinque anni erano noti a tutti, più che altro famigerati nella loro difficoltà. Ponevano sotto esame quanto fatto in cinque anni, il che era davvero tanto…forse troppo.
Al pensiero diede quel tiro che era rimasto in sospeso, trattenne un po’ di più il fumo prima di rilasciarlo, e proprio come quella piccola nuvola si dissolveva per aria anche i suoi pensieri per gli esami svanirono, come sempre avrebbe affrontato tutto giorno per giorno, pianificando ripassi con attenzione. Alla fin fine non avrebbe dormito molto in quelle settimane che lo separavano dagli esami, ma nulla di particolarmente diverso dagli altri anni.


Non mi invidierei nemmeno io

Asserì con estrema calma, come se nonostante tutto quegli esami non lo toccassero, come se fosse
solo la prassi….un qualcosa che era da fare….tutto lì.

Riuscì a nascondere in maniera egregia l’ammirazione verso uno studente che aveva scelto di seguire tutte le materie, come corvonero amava la conoscenza e sapeva quanto questa fosse importante e vedere un giovane seppur di un’altra casa dare tanta importanza alla stessa lo allietava. Ma era questa la miglior caratteristica della conoscenza, si concede a chiunque la cerchi, non facendo discriminazione di sorta.


Adesso sono io a non invidiare te.

Tutte le materia, mica roba da poco. Sapeva bene cosa significasse seguire tutte le materie opzionali e quelle obbligatorie dal terzo anno in poi, conosceva benissimo l’ebrezza di un orario pieno e lo studio notturno per essere il pari con tutto.

In realtà le ho scelte tutte anche io, come mai questa infausta scelta?

Ammettiamolo. Seguire tutto l’offerta formativa di Hogwarts rasentava quanto minimo il masochismo se non una psicotica voglia di morire sui libri per il terzo, quarto e quinto anno. Lui stesso sperava che la sua scelta professionale o i G.U..F.O. discriminassero per lui qualche materia potendo vivere il sesto e settimo anno con qualche peso in meno, tipo divinazione, non perché non gli piacesse ma non avendo inclinazioni sensoriali rimanevano nozioni al vento.


 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 10/5/2018, 22:07






Elijah Sullivan


🐍16 Anni 🐍 3° Anno 🐍 Serpeverde 🐍


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Quel ragazzo gli piaceva, c'era poco da fare. Doveva ammettere a se stesso di essere stato completamente conquistato dai suoi silenzi. Simile riconosce simile, così si dice, no?
- In effetti non siamo messi proprio bene - grugnì il Serpeverde voltando leggermente lo sguardo verso Derek. Ci sarebbe stato da ridere, ma quei due ragazzi sulla Terrazza sembrava che non fossero proprio i tipi. E per fortuna!
Elijah lasciò che il vento gli scompigliasse il ciuffo, girando il viso dritto in direzione della folata. Chiuse gli occhi e lasciò che l'aria gli accarezzasse le guance. Non era come quando volava sulla scopa, una delle sensazioni di libertà più belle che avesse mai provato. La prima volta ci era salito dietro a suo fratello maggiore, aveva solo sei anni. Insieme avevano volteggiato sopra alla casa di famiglia, ad un'altezza che non pensava si potesse mai raggiungere. Aveva riso per la prima volta nella sua vita, mentre stringeva forte il petto di Daniel per non cadere. Era stata una risata vera, venuta fuori senza che nemmeno se ne rendesse conto. L'aria gli era entrata negli occhi facendoli lacrimare, ma non gli importava si sentiva libero. Aveva stretto Daniel sempre più forte e gli aveva urlato di andare più veloce. Suo fratello non si era fatto pregare, si era curvato sul manico ed era schizzato come una freccia, passando a mezzo metro dal comignolo più alto.
- Diciamo che l'invidia non è il nostro difetto peggiore - sentenziò mentre riavvicinava il filtro alle labbra. La sigaretta era quasi finita e anche il vento se l'era fumata abusivamente. Elijah sapeva che il rituale della sigaretta non finiva lì. Dopo aver schiacciato e fatto sparire il filtro, si sarebbe concentrato sulla sua preziosa tavoletta di cioccolato che, probabilmente, quel pomeriggio avrebbe silenziosamente diviso con il Corvonero al suo fianco.
Quando scoprì che anche Derek si era lanciato senza paracadute con tutte le materie, sollevò entrambe le sopracciglia, riservando al Corvonero un perfetto esempio di espressione sorpresa.
- Ed io che pensavo di essere l'unico aspirante suicida. Fa piacere scoprire di non essere soli in questo mondo - la sigaretta dondolava sul lato delle labbra mentre parlava. Il Serpeverde infilò la mano in tasca, portando all'aria mezza tavoletta del miglior cioccolato di Mielandia.
- Il cioccolato ha decisamente un sapore migliore se lo mangi dopo aver fumato una sigaretta - teoria tutta sua in effetti, ma a conti fatti lui pensava di aver ragione - Nicotina e serotonina sono un buon connubio - concluse mentre scartava la cioccolata. In fondo la loro follia andava celebrata, non era da tutti.
- Come mai questa infausta scelta? - si decise finalmente a rispondere - Non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di poter studiare qualcosa che non conosco. Adoro Pozioni e non potevo non studiare Alchimia. Se studi Erbologia, non puoi non studiare Cura. Cosa sarebbe la flora senza la fauna? Si completano, giusto ?
Dopo quella solenne affermazione schiacciò quel che restava della sigaretta sotto alla suola della scarpa e un rapido Evanesco fece il resto, nel massimo rispetto di Madre Natura.
- Adoro Storia della Magia e Rune Antiche sono molto importanti in quel senso - spezzò la cioccolata a metà con un colpo secco - Astronomia è troppo affasciante per non essere studiata e Divinazione mi incuriosiva moltissimo. Di fatto non voglio chiudermi alcuna porta per il futuro, magari troppo azzardato ma preferisco non aver lasciato nulla di intentato. Tu perché Derek ? - concluse mentre allungava al Corvonero la cioccolata che teneva nella mano sinistra - Prendi pure...





 
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view post Posted on 10/10/2018, 18:22
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Ormai la sigaretta era giunta al suo zenit, portò per l’ultima volta la mano alla bocca, un’ultimo tiro e tutto fini. Questa volta aveva trattenuto di più il fumo, per poi espirare e tirar fuori tutto. Per un’attimo sperò di aver lasciato andare via anche tutte le preoccupazioni. Alla frase del serpeverde si girò verso di lui e si accorse che anch’egli fece lo stesso, non poteva di certo dire che il contrario, così nello stesso silenzio si girò nuovamente avanti. Allargo il mantello per crearsi lo spazio per prendere la bacchetta, la sigaretta era sul palmo della mano sinistra, puntò la bacchetta verso essa.

Evanesco

Un leggero crack e la sigaretta sparì, dopo cinque anni si meravigliava ancora per quanto semplice fosse usare la magia nelle piccole cose, ed anche dell’aiuto che dava a risolvere tali problemi. Non poteva fare a meno di ascoltare le motivazioni del ragazzo sul perché avesse scelto le varie materie, ovviamente le motivazioni erano importanti per studiare al meglio una materia, altrimenti nei momenti più duri si è portati a lasciar perdere o si studia male, in entrambi casi è una perdita di tempo. La più apprezzabile caratteristica delle motivazioni è che sono soggettive e come tali non sono e non possono essere oggetto di critica o dissenso.

Concordo in pieno.

Disse con neutralità.

Sono tutte materie molto interessanti e che hanno una loro bellezza, credo che rune abbia una strana capacità di essere sorprendente.

Effettivamente quando aveva deciso di seguire rune non aveva posto tanto fiducia negli argomenti della materia ma doveva ammettere che le lezioni del quinto anno erano un poesia, la studiava con la voglia che solitamente riservava solo a Difesa o Trasfigurazione, Stranamente non aveva espresso il suo parere su Divinazione, anche se rimaneva una materia interessante non era proprio il massimo in quanto a pratica a meno di poteri a lui sconosciuti. Dopo aver sentito quanto detto dal suo interlocutore sul cioccolato non ebbe esitazioni a provare, certo lui non era proprio un amante dei dolci in generale ma non disdegna un buon connubio. Tese la mano per prendere il pezzo offertogli e con educazione.

Grazie.

Molto sintetico, la portò alla bocca e ne assaggiò un pezzo, era difficile che mielandia spagliasse un colpo. Anche il sole era ormai quasi scomparso facendo avanzare la sera, ed era chiaro che entrambi non potevano rimanere lì ancora a lungo, ma avrebbe dovuto tornare nelle loro sali comuni, il che gli fece ricordare che si trovava nella torre sbagliata. Dovendo raggiungere la torre di divinazione era tempo che andasse, ma non era educato lasciar lì colui che gli aveva offerto quel pezzo di cioccolato. Diede un ulteriore morso, e un gusto molto buono lo pervase, un gioco apparentemente strano che rendeva al meglio. Sorrise forse per la prima volta in quella torre, un sorriso misto di stupore e inatteso nuovo.




Chiedo venia per l'enorme ritardo :fru:
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 20/10/2018, 10:50






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Elijah si lasciò cadere con lentezza sul pavimento della terrazza, una traiettoria studiata che lo portò a sedere con la schiena comodamente appoggiata alla balconata. Non sapeva se Derek l'avrebbe imitato o no, e poco gli importava. Si stava godendo una serata diversa, aveva fumato una bella sigaretta e ora assaporava parte della sua razione giornaliera di cioccolato. In tutto questo, un fattore nuovo, la presenza di qualcuno che fino a pochi istanti prima era stato solo un estraneo, uno dei tanti.
- Rune é molto piú che sorprendente. Ha un fascino quasi mistico - lasciò che il suo sguardo vagasse nel vuoto, condito da un'espressione indecifrabile - mi affascina in un modo che non riesco a spiegare. Non é solo l'uso in sé, ma tutto ciò che ne concerne. Non vedo l'ora di riuscire a tradurre dei testi.
Sorrise appena al suo vicino, le sue esternazioni restavano sempre sul filo - Credo di poter dire che é una delle mie materie favorite.
Aveva iniziato lo studio di quella materia con moltissima curiosità e, lezione dopo lezione, era stato rapito dal mistero che avvolgeva quei segni così antichi. Nello svolgere i compiti, aveva passato interi pomeriggi rintanato in Biblioteca, andando a fondo in ogni minimo dettaglio. Si era appassionato senza nemmeno rendersene conto, sorridendo tronfio di se stesso davanti agli elaborati finiti e pronti da consegnare. I risultati l’avevano ripagato dei suoi sforzi, mai aveva preso dei voti così alti in tutta la sua carriera scolastica. Ne era compiaciuto ed estasiato allo stesso tempo. Uno dei suoi prossimi acquisti sarebbe stato sicuramente un sacchetto di rune tutte sue. Sapeva di non avere capacità particolari in tal senso, ma l’idea di possedere quel piccolo tesoro lo faceva sentire bene.
Spezzò un quadretto di cioccolato, l’atmosfera del momento era degna di essere vissuta fino in fondo. Era un cogli l’attimo, potente e immenso come un bacio rubato. Un ghigno mentre lasciava che quella prelibatezza si sciogliesse sulla lingua. Era una droga, non riusciva mai a dire di no.
Era ancora intenzionato a seguire tutte le materie, anche se su una delle facoltative cominciava a nutrire forti dubbi. Si sarebbe concesso del tempo per pensarci con calma, in fondo non c’era fretta.
Tornò a concentrare la sua attenzione sul Corvonero, gli ricordava tanto suo padre Joel. Entrambi della Casa di Priscilla, entrambi estremamente tranquilli e dediti al sapere. L’ultima cosa ce l’aveva in comune anche con lui. Sebbene il suo sangue Serpeverde avesse preso il sopravvento fin da subito, la componente Corvonero si faceva sentire e non poco.
- Che altre materie ti piacciono oltre a Rune?
Chissà.. magari avevano più cose in comune di quello che pensava. In fondo non gli dispiaceva dividere con lui quel piccolo angolo di Paradiso.

 
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view post Posted on 9/11/2018, 18:09
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La sera avanzava inesorabile, ormai le luci delle torce appese alle colonne riuscivano quasi ad essere l’unica luce presente. Considerata l’altezza alla quale si trovavano il fresco non avrebbe tardato ad arrivare, era già tanto che non ci fosse vento, potevano considerarsi fortunati.

Si trovava in una situazione parecchio strana, per meglio dire inusuale. Quella conversazione si poteva annoverare negli annali di Derek dato che era la più lunga mai avuta con un membro di un’altra casa. Ma non era tanto quello, strano a dirsi ma si trovava a suo agio, forse perché l’oggetto del discorso era qualcosa che gli interessava particolarmente.
Era sorpreso dal sentire quelle considerazioni su Rune, solitamente non è la materia più apprezzata dagli studenti nonostante la bellezza e la vasta utilità, specie i sigilli studiati in quell’anno. Non che avesse mai avuto qualcosa che valesse tanto da essere chiuso magicamente ma non poteva sapere cosa gli riservasse il futuro.

La domanda del Serpeverde lo prese alla sprovvista. Non aveva mai fatto l’hit parade delle materie, amava la conoscenza senza tanti fronzoli, ma poteva essere uno spunto di riflessione per la sua vita futura. Quali materie seguire dopo i G.U.F.O, ma di certo non aveva il tempo di razionalizzare come faceva al solito, poteva tergiversare qualche secondo prima di dare una risposta che sembrasse degna di essere detta. Forse era più che normale che le materie come Incantesimi, Trasfigurazione e Difesa erano sicuramente quelle che affascinavano di più per l’uso della bacchetta. Ma era davvero così? Aveva sempre studiato con interesse e dedizione ogni materia, non era un caso se conosceva a memoria la biblioteca tanto da poterla percorrere anche al buio, tanto da conoscere la maggior parte degli scaffali e quali libri vi erano.
Poteva ammettere che divinazione forse erano l’unica che studiava quasi per un senso d’obbligo, ma non riusciva a capire alcuni passaggi che apparivano fondamentali per la conoscenza piena di quella materia, e dopo tre anni stava perdendo la voglia di riuscire a capire.

Si passò una mano nei capelli per sistemarli prima di dare una risposta, anche se noto pochi o forse a nessuno che era un tic che presagiva in qualche stato di imbarazzo o inadeguatezza, ovviamente volendo nascondere tali pensieri il corpo si ribellava. Ma ecco l’illuminazione, la sua mente iniziò a ricordare le ore passate a studiare e molte volte era rimasto a bocca aperta ma mai come quando apriva il libro di Astronomia, ricordò le serate passate in quella stessa torre o in quella di divinazione a stare con la testa rivolta verso l’alto.


Direi che una delle mie preferite è Astronomia, ed anche trasfigurazione, tra le materie dove si usa la bacchetta credo sia la mia preferita.


*Credo?!? Evidentemente la sigaretta ti ha dato alla testa Hide*

Forse non solo il corpo iniziava a ribellarsi con il tempo, anche le risposte in estemporanea non erano da meno, magari perché non aveva avuto il tempo di riflettere. Non era mai stato un tipo insicuro, avrebbe dovuto dire ciò che pensava: Erano tutti importanti, ma l’unica che realmente amava era Cura delle Creature Magiche.

*Troppa fatica dire ciò che pensi, eh?*

Non aveva detto del tutto una bugia, Astronomia era una delle sue preferite. Ma cura, stare all’aria aperta lo faceva sentire libero come riusciva in altre occasioni, esattamente come parlare alle creature che gli venivano presentate a lezione, riusciva ad aprirsi senza alcuna difficoltà con loro. Non mentiva, semplicemente non riusciva ad aprirsi, per di più con qualcuno appena conosciuto seppur apprezzava la sua discreta compagnia.




 
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