• With a little help from a friend, Per Francis

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view post Posted on 20/2/2018, 21:32
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La prima lezione di Incantesimi era filata abbastanza liscia ma ora Lavender non aveva idea di come consegnare un intero compito riguardante la magia. Di sicuro avrebbe avuto bisogno di un piccolo aiuto in biblioteca, anche se non aveva la minima idea di come fare a destreggiarsi tra tutti quei libri per trovare le informazioni che le servivano. Era già stata in una biblioteca una volta, per accompagnare suo fratello, ma non ci pensò nemmeno a dargli una mano con le sue ricerche. “Quelle sono le scelte di vita di cui in futuro ti penti…” pensò Lavy quando le tornarono alla mente gli insegnamenti delle scelte giuste e quelle sbagliate che di solito le dava il padre. Quelle giuste sono quelle che portano qualcosa di buono a te e agli altri nel presente e nel futuro, quelle sbagliate sono quelle che possono danneggiare te e le persone a cui tieni nel presente o nel futuro. Ora che Lavy era ad Hogwarts e lontana dal padre non poteva chiedergli altre spiegazioni, o magari chiedergli delle varie sfumature che si sarebbero potute presentare nel momento di compiere una scelta che non si sapeva se fosse giusta o sbagliata.
In più era già passato il suo primo giorno ad Hogwarts ma, oltre ad aver parlato di sfuggita con alcuni dei ragazzi nel dormitorio, non aveva ancora fatto amicizia con nessuno in particolare e non se la sentiva di chiedere a qualcuno degli altri ragazzi del primo anno di accompagnarla in libreria. Tutti sembravano perfettamente a proprio agio mentre lei era un pesce fuor d’acqua, una che restava a bocca aperta davanti a qualsiasi cosa riguardasse la magia. Sapeva che non era una colpa essere nata in una famiglia babbana ma avrebbe almeno preferito che la madre le raccontasse dei suoi antenati maghi. Avrebbe avuto il tempo di documentarsi almeno un po’, di chiedere che forme potesse assumere la magia, e invece ora era completamente persa in un mondo che fino a pochi mesi prima credeva nemmeno esistesse. Era troppo da affrontare in un solo giorno, e forse passare un po’ di tempo da sola in libreria l’avrebbe aiutata a schiarirsi le idee.
Si diresse a passo svelto al quarto piano in cerca della libreria. Non fu difficile trovarla ma sarebbe stato difficile trovare i libri di cui aveva bisogno per le sue ricerche. Come avrebbe potuto ambientarsi tra tutti quei libri? Ce n’erano troppi! E niente che le suonasse anche solo vagamente familiare. «Oh, mamma…perché mi hai fatto questo?»
Dopo essersi beccata un’occhiataccia dalla bibliotecaria per aver parlato a voce troppo alta, deglutì sonoramente e si avvicinò a passi lenti agli scaffali. Guardava tutti i libri disposti in ordine davanti ai suoi occhi e capì che non ne sarebbe uscita facilmente da quella tortura.
Si guardò intorno in cerca d’aiuto ma tutti gli altri studenti avevano già trovato quello che cercavano e ora studiavano concentrati in un silenzio tombale. Nessuno guardava in sua direzione per cogliere il disagio di non sapere minimamente da dove iniziare e per una volta in vita sua si sentì come una di quelle principesse che non riescono a liberarsi da sole del drago malvagio.



Edited by lovecraft. - 20/3/2018, 15:54
 
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In quel periodo la mia voglia di studiare era cresciuta a dismisura. Forse l'avvicendarsi della fine dell'anno scolastico stava iniziando a farmi capire che bisognava mettersi sotto se si voleva superare l’anno.
Bravo Francis anche oggi ti sei svegliato con la grinta giusta.
Forse iniziavo a sentire la mancanza di una persona cara, una ragazza che col suo fare riusciva a mandarmi avanti a studiare.
Oggi potrei raggiungere la biblioteca
Sì, la biblioteca era uno di quei luoghi che più mi ricordavano lei. Ci passammo tantissimo tempo chiusi tra quelle quattro mura e scaffali impolverati.
Lo studio lì era qualcosa che si poteva affrontare con più calma e facilità.
E allora pronto e via, in fretta raggiunsi il quarto piano, la biblioteca stava proprio lì.
Spinsi la porta molto lentamente e senza farla cigolare, non volevo mica disturbare gli studenti lì presenti?
Ehi bella!
Urlai salutando la bibliotecaria presente lì all’entrata, mi fermai un attimo vicino a lei sorridendole.
Da quanto tempo che non ci si vede! Continuai poi. Sempre accigliata eh? Devi essere più felice col mondo.
Iniziai ad allontanarmi da lei
E con me!
Ora però bisognava cercare quello di cui avevo bisogno, non ero lì per disturbare la quiete degli studenti e della bibliotecaria ma anche per studiare un po' di Incantesimi, la materia in cui come supplente c'era il classico Professor Dorian Midnight.
Allora vediamo un po' da dove iniziamo?
Ora era difficile capire da dove iniziare. Gli scaffali erano tutti uguali e i libri sopra di essi anche.
Per fortuna un lampo, una ragazza sembrava aggirarsi di lì. Alla sua vista un brivido mi percorse la schiena, mi tornò in mente lei e i suoi innumerevoli consigli sulla scelta dei libri adatti e non.
Mi avvicinai un po’, divisa grifondoro, piccolina, capelli marroni e mossi e dall'aria non sembrava saperne più di me.
Avevo fatto un buco nell'acqua ma in fondo perché non rendersi utile non riuscendo ad aiutare nemmeno lei?
Ciao!
La salutai con un sorriso dei miei soliti per poi continuare.
Ti vedo leggermente persa tra questi scaffali.
Sembravo io nei miei primi giorni di scuola, guardavo quegli scaffali come fossero animali fantastici mai conosciuti prima.
Se vuoi chiedi alla bibliotecaria sicuramente saprà aiutarti.
Feci finta di andare via con aria serissima per poi scoppiare a ridere.
Mi fermai e tornai davanti alla giovane Grifondoro, la guardai un attimo e poi ripresi.
Posso aiutarti io se vuoi, ma ti avviso con me non troverai mai ciò che realmente desideri.
Ed era veramente così, io non ero mai stato capace di trovare da solo ciò che davvero desideravo, farlo con dei libri poi mi risultava complicatissimo, avrei potuto sbagliare il titolo di un libro anche conoscendolo.
La mia lotta coi libri era sempre in corso, non sarebbe finita mai, se poi si trattava di materie come Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure anche peggio.

 
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view post Posted on 21/2/2018, 20:43
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Lavender rimase lì a contemplare i libri per qualche altro secondo prima di sentire la voce di un ragazzo parlare con - o meglio prendere leggermente in giro - la bibliotecaria. Si voltò per qualche istante a guardare la scena con un sorriso sulle labbra ma dopo aver scosso leggermente la testa tornò alle sue ricerche un po’ più di buonumore. Tornò a sbirciare un altro paio di volte il ragazzo che sembrava perso quanto lei ma si limitò a guardarlo da lontano. Fu solo quando lo vide avvicinarsi che si voltò di scatto verso gli scaffali per evitare che pensasse che la ragazza lo spiasse da lontano. Ma evidentemente il ragazzo non se n’era accorto perché si avvicinò a lei con fare amichevole proponendole di aiutarla.
«Posso aiutarti io se vuoi, ma ti avviso con me non troverai mai ciò che realmente desideri.»
Quella frase fece sorridere Lavy che si voltò completamente verso il ragazzo, scoccandogli un’occhiata curiosa. Era un ragazzo dai lineamenti molto particolari, con folti capelli neri e occhi azzurri. Al collo portava la cravatta dei Grifondoro e Lavy si chiese come avesse fatto fino a quel momento a non averlo incrociato prima nella sala comune. Forse semplicemente non ci aveva fatto caso.
Ma l’allegria di quel giovanotto sembrava contagiarla, era il primo ad essersi offerto di aiutarla nello studio e nonostante l’avesse fatto in modo un po’ goffo era anche da apprezzare il buon gesto. Lavy si sentì così felice che gli avrebbe lanciato le braccia al collo per stringerlo fino a stritolarlo come di solito faceva con suo fratello James. Le mancava anche lui, questo era certo, anche dopo tutti i battibecchi di cui erano protagonisti a casa. Erano completamente diversi ma nonostante questo si volevano bene e avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di rendere felice l’altro.
«Ehm, io dovrei consegnare questi compiti per la prima lezione di Incantesimi, ma forse non sono stata attentissima durante la lezione e credo di non ricordare 3/4 delle cose che ha detto l’insegnante, quindi mi servirebbe fare qualche ricerca per rispondere a queste domande…»
Gli indicò la pergamena che aveva tra le mani. Su quella pergamena ci sarebbero dovuti essere gli appunti presi in classe, ma invece il foglio era pieno di bozzetti in carboncino. La ragazza aveva letteralmente passato la lezione a disegnare bacchette di vario tipo e tutti gli alberi che ricordava dalla sua casa natale, e questo di sicuro non l’avrebbe aiutata a rispondere alle domande che le aveva assegnato il professore. Guardò Francis con gli occhioni dolci, abbozzando una risatina imbarazzata. Sapeva che avrebbe dovuto impegnarsi molto di più per poter restare in quella scuola ma era così difficile abituarsi a tutto quello. La magia non aveva mai fatto parte della sua vita e ora c’era qualcuno che faceva incantesimi ad ogni angolo della scuola, e questo non mancava di gettarla nello sconforto di tanto in tanto. Ma se avesse avuto qualcuno con cui studiare forse le cose sarebbero andate meglio, era sempre più facile fare le cose in due o in gruppo quindi perché non aiutarsi?
«Ma non mi sono nemmeno presentata…» Lavy porse la mano al ragazzo dai capelli neri. «Mi chiamo Lavender Lovecraft, e non so minimamente nulla di magia. Potremmo studiare insieme, ti va?»



Edited by lovecraft. - 20/3/2018, 15:54
 
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view post Posted on 24/2/2018, 00:19
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La prima lezione di Incantesimi, sapevo bene cosa significasse pure per me. Il supplente che in quel periodo sedeva dietro quella cattedra era ancora lui, il professor Dorian Midnight.
Il professore di ruolo di Difesa contro le Arti Oscure, colui che già avevo incontrato più di qualche volta e che in fondo ammiravo.
Incantesimi con il Professor Midnight?
È un professore al quanto severo però credo sia un tenerone, una volta l'ho visto quasi abbracciare un orsacchiotto.

Quella era una frase non vera, perché avevo più volte incrociato il professore in questione e manteneva sempre il suo modo di essere anche austero.
Comunque a dire il vero so che a Incantesimi si spiega molto essendo una materia abbastanza interessante.
Lanciai un'occhiata alla pergamena che mi veniva mostrata e scoppiai a ridere, sembrava una delle mie, però a suo favore era che lei aveva disegnato almeno qualcosa, io riuscivo solo a fare degli scarabocchi.
Un po' di cose le ho imparate in questi mesi qui, diciamo che ormai conosco la biblioteca come le mie tasche, passo più tempo qui che in sala comune.
Quello era vero, dall'abbandono di Hannah passavo tanto tempo in quella biblioteca anche senza un motivo logico o per studiare, restavo lì a guardare i libri o a leggerne qualcuno che dal titolo e la copertina potevano attirarmi.
Shhh…
Si alzò dalle spalle, una studentessa che passava di lì ci ammonì perché stavamo parlando.
E sappi che la bibliotecaria ha troppi anni per controllare questo posto, la sua memoria ormai è andata e se le chiedi un libro che hai in mano ti dice che non c'è.
Risi un attimo ricordando un vecchio aneddoto.
Credo sia un po' scema e SORDA!
Urlai l'ultima parola e tutti i presenti in coro risposero con uno “Shhhh…” tranne la donna in questione.
Visto?
Nel frattempo la giovane grifondoro si presentò, io avevo pensato più a disturbare gli altri che presentarmi.
Francis Bass al tuo servizio!
Mi presentai prima mettendomi sull'attenti e stringendole la mano forte come i veri uomini.
Ero un pò tanto stupido quando mi presentavo, tendenvo sempre a enfatizzare e cambiate il mio modo di fare di volta in volta.
Lavender Lovecraft hai detto?
La guardai un attimo.
Ok, io ti chiamerò Lavy!

 
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view post Posted on 26/2/2018, 21:14
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Lavy! Quel ragazzo l’aveva davvero chiamata Lavy!«Lavy va benissimo, mi chiamano tutti così! O almeno mi chiamano così perché io gli dico di chiamarmi così, anche se di solito mia mamma mi chiama Lily, che è il mio secondo nome! Ma Lavender è un nome davvero lungo…»
La ragazza aveva parlato velocemente e sottovoce senza nemmeno prendere fiato, ritrovandosi a pensare che per la prima volta stava parlando di sé a qualcuno in quella scuola. Era una sensazione strana ma non era poi tanto diverso dal fare amicizia nel mondo babbano, almeno fino a quel momento. Ma Francis aveva un viso simpatico e che stranamente già le ispirava fiducia, inoltre era simpatico e riusciva a farla ridere anche se era preoccupata per i compiti di Incantesimi.
«E tu sei Francis! È davvero un bel nome, Francis, non trovi? Nessuno si chiama Francis nel mio gruppetto di amici a Guildford…nah, nessuno!»
Un altro coro di “Ssshhh” li zittì in modo scorbutico, tanto che Lavy zittì di rimando i ragazzi che la zittivano facendo calare tutta la Biblioteca in un silenzio imbarazzante.
«Va bene, facciamo così: io trovo un tavolo lontano da quegli scocciatori dove possiamo studiare in pace mentre tu recuperi i libri che ci servono e mi raggiungi!»
Detto ciò, la ragazza diede una sonora pacca sulla spalla al nuovo conoscente e si diresse verso il fondo della biblioteca, fermandosi al tavolo più isolato su cui lanciò la tracolla. I libri di testo emisero un tonfo sordo che rimbombò in tutta la stanza, facendo pentire subito Lavy di quel gesto fatto più per abitudine che per stizza. Era il modo in cui lanciava sempre la cartella sul letto ogni volta che tornava a casa da scuola e alcune abitudini erano davvero dure da perdere. “Beh, se non altro questa l’avrà sentita anche la bibliotecaria sorda” pensò, legando qualche ciocca di capelli dietro la nuca.
Si sorprese ritrovandosi a sbirciare di nuovo Francis da lontano, un po’ confuso e alla ricerca di libri su bacchette e incantesimi, ed aveva davvero l’aria di essere qualcuno su cui poter contare. Lavy sapeva di dover essere una persona leale con tutti, ma lui le dava l’aria di essere qualcuno che dietro il sorriso ingenuo e gli occhi dolci aveva già avuto una buona dose di tristezza.
Era strano come la felicità riuscisse a scorrere lievemente sulle persone senza lasciare traccia, mentre il dolore riusciva ad attraversarti da parte a parte lasciando ogni volta cicatrici invisibili ad occhi poco attenti.
Senza pensarci su due volte iniziò a scavare nella sua tracolla, tirandone fuori tutti i libri e alcune pagine spiegazzate che si erano ritrovate capovolte sul fondo.
“Ma dove li ho ficcati?! Oh…eccoli!”
Tirando fuori la testa dalla tracolla si accorse che Francis era già di ritorno coi libri, in piedi davanti al tavolo a guardarla con l’aria un po’ confusa. Lavy gli porse un Cioccolo Gigante con un sorrisone felice. «Tieni, è per te! Ti piace la cioccolata? Sarà più facile studiare dopo uno spuntino, la mamma me lo dice sempre!»



Edited by lovecraft. - 20/3/2018, 15:56
 
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view post Posted on 28/2/2018, 23:30
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"Se tutti ti chiamano Lavy e tua mamma invece Lily...."
Mano al mento, chiaro segno di colui che sta pensando ed io lo stavo facendo, stavo cercando un modo alternativo con cui chiamare la giovane Grifondoro.
Un lampo di genio.
LALY!
Lo urlai quasi per poi continuare con calma "apparente".
"Si, ti chiamerò Laly, dovrai ricordarti sempre di me, colui che ti ha cambiato il nome per sempre."
Laly, era solo l'unione del nomignolo Lavy e il secondo nome Lily, insieme avevano creato quel nome così tanto carino.
Intanto che Lavy andava a prendere posto su un tavolo lì nella biblioteca a me toccava cercare i libri che le servivano e che mi serviva per studiare.
"Allora...." - mi fermai a pensare ricordando cosa mi avesse detto di cercare -" i libri di incantesimi che se non ricordo male, quelli del primo anno, dovrebbero trovarsi sull'ultimo scaffale."
Sei ripiani, l'ultimo di quelli era proprio lo scaffale a contatto, quasi, con il soffitto, raggiungerlo per me risultava abbastanza complicato senza una scala.
Mi voltai a destra e a sinistra e la trovai proprio alla fine del corridoio, ferma lì che mi chiamava.
"Ecco la scala, ora è tutto più semplice."
Mi avvicinai, appoggiai le mani su uno dei due lati e cercai di tirarla, forzai un pò ma non sembrava muoversi.
*Ehi, ma questa scala si muove o no?*
Controllai le ruote, pensando che forse si fossero bloccate ma niente, allora iniziai a tirare con più forza riuscendola a muovere leggermente, un paio di centimetri, una decina.
Ma ehi!
Una voce arrivò dalla cima della scala, la ragazza che prima ci aveva ammonito cercando di zittirci con uno "Shhh" era lì, attaccata agli scaffali che cercava di non farsi tirare via.
"Ops... non ti avevo notato!"
Un sorriso cercando di scusarmi, veramente più che altro era per nascondere la bruttissima figura, in quella biblioteca stavo iniziando ad inimicarmi tutti nel giro di mezza giornata.
"Se è possibile posso prendere un attimo due libri e poi te la riporto?"
la ragazza sbuffò leggermente ma scese lanciandomi un'occhiataccia che se avesse potuto mi avrebbe fulminato all'istante.
"Dai poi più tardi passa da me e ti do un bacino"
Mi misi a ridere mentre lei sembrava andare via ancora più arrabbiata di prima.
*Forse mi ammazzerà*
Pensai riportando la scala al punto di prima, salii molto lentamente, ma ciò che dovevo prendere alla giovane lo avevo ormai rimosso dalla mia testa.
"Ha detto Incantesimi?
Vabbè prendiamolo, studiare non fa male."

Allungai il braccio, la scala traballò un attimo, mi stavo esponendo un poco troppo, tirai il primo libro di Incantesimi che avevo davanti a me con forza tirandolo verso di me.
"Aiuto!"
Dissi quando tornai indietro con la schiena col libro tra le mani, fatto ciò che dovevo scesi la scala, gli scalini mi preoccupavano un pò e il libro tra le mie mani avevo un libro di oltre 3000 pagine.
Perché avessi preso proprio quello? Mi aveva attirato la copertina, era di colore oro e rosso, il colore della casata Grifondoro.
"Laly?"
Sceso dalla scala non riuscii a trovare la giovane, mi guardavo qua e là cercandola ritrovandola in fondo, in un tavolo isolato da tutto e da tutti.
"Eccoti!"
Mi avvicinai piano guardandola mentre era indaffarata a cercare nella sua tracolla chissà cosa.
"Potevi cercare un tavolo più lontano no?"
Dissi ironicamente lasciando andare il librone sul tavolo, all'impatto fece un rumore incredibile, quasi sembrava che il tavolo si fosse distrutto.
La guardai, mi allungò una cioccolata, allungai a mia volta il braccio prendendola.
"La mia tata invece mi diceva sempre: Mangia tanto e cresci,
le ragazze cercano gli uomini belli in forma.
Non so cosa volesse dire ma la cioccolata non la rifiuto mai."




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view post Posted on 4/3/2018, 22:11
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Il silenzio che regnava in biblioteca era disturbato solo dalle voci dei due ragazzi che si preparavano ad affrontare i loro studi insieme, per la prima volta. Lavy non sapeva da dove iniziare, ma avere qualcuno pronto ad aiutarla era un gran sollievo e allo stesso tempo la teneva concentrata sul suo obiettivo, o almeno ci provava.
«Non ti ho ancora dato il permesso di chiamarmi Laly, ma grazie per aver trovato i libri!» La ragazza si mordicchiò le labbra alla vista del libro infinito che si trovava davanti, doveva contenere oltre 3000 pagine sugli incantesimi e su quella materia, e Lavy sapeva che avrebbe impiegato anni a leggerlo tutto con la testolina dura che si ritrovava.
Il Cioccolo Gigante le aveva lasciato in bocca un gradevole gusto di cioccolato e per un attimo le tornarono alla mente le torte che la mamma le preparava ogni domenica, perché non poteva essere domenica senza una bella fetta di torta al cioccolato da mangiare insieme. Si scoprì curiosa di conoscere di più del nuovo amico che le stava davanti, di che tipo fosse, se fosse cresciuto in una famiglia di maghi e streghe, se per lui ritrovarsi circondato da magia fosse una cosa normale, ma dentro di sé sapeva che non era ancora il momento di fare determinate domande. Le frullavano troppe cose nella testa e sapeva che lei stessa avrebbe faticato a trovare le risposte alle domande che gli altri avrebbero potuto porle. Però con quel ragazzo avrebbe condiviso i prossimi sette anni, così come con tanti ragazzi che aveva già incontrato di sfuggita in giro per la scuola. Si chiedeva se sarebbe potuta essere davvero una buona amica anche per loro, se ci fosse bisogno di qualcuno come lei in quella scuola, ma ancora una volta si accorse di essersi persa per troppo tempo nei propri pensieri.
«Allora, Francis, da dove iniziamo?» La domanda era semplice ma bastò a mandare in confusione il ragazzo che le stava davanti. Non riuscì a trattenere un sorriso divertito e chiuse le dita affusolate intorno alla bacchetta. «Credi che con questa potrei farti crescere una bella barba? Credo ti starebbe bene!» Puntò la bacchetta sul naso di Francis e cercò di trattenere la risata il più a lungo che poteva, ma alla fine crollò e, dopo aver posato la bacchetta, nascose il viso tra le mani per non farsi sentire da tutti i ragazzi presenti. La risata di Lavy non passava mai inosservata: la voce trillava divertita mentre le guance le si arrossavano e gli occhi iniziavano a lacrimare, a volte qualcuno nemmeno riusciva a distinguere la sua risata dal pianto.
«Ok, ok…puoi chiamarmi Laly, a patto che tu mi faccia da cavia se trovo qualche incantesimo interessante da testare!»
Allungò le mani verso il libro di incantesimi e iniziò a sfogliarlo senza far troppo caso alle parole che riempivano le pagine; era più interessata alle illustrazioni antiche che col tempo avrebbe voluto imparare a replicare. Ma proprio mentre sfogliava quelle pagine si accorse che qualcosa era scivolato dalla sua tracolla senza che se ne accorgesse. In un primo momento credette che fosse solo un altro foglio stropicciato che aveva combattuto una guerra sul fondo della borsa ma solo quando prese quel pezzo di carta tra le mani si rese conto di cosa fosse davvero: una lettera.



Edited by lovecraft. - 20/3/2018, 15:56
 
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"Volevo dirti tante cose, ma non so da dove iniziare, ti vorrei viziare, farti scivolare addosso questo mondo infame"
Come mio solito stavo cantando mentre qualcuno aspettava una mia risposta. Lo facevo da sempre, quando iniziavo a concentrarmi su qualcosa tiravo fuori versi di canzoni ascoltate ultimamente e iniziavo a canticchiarle.
"E io mi prendo il permesso di chiamarti Laly, ok Laly?"
Iniziai a prendere posto vicino alla giovane Grifondoro, ero un pò troppo vicino. Tanto vicino che i grossi ricci della giovane quasi sfioravano il mio viso. L'odore predominante di cannella seguito da una lieve scia di miele riportavano nella mia testa solo pensieri stupendi.
Seguii col mio piccolo nasino l'odore dei suoi capelli, chiusi gli occhi facendomi cullare da quella brezza inebriante, mi avvicinai un pò troppo sfiorando, con la punta del naso, i capelli di Lavender.
"Scusami, non era mia intenzione."
Scossi la testa e mi spostai da lei quei 20 centimetri in più, abbastanza per tenere lontano quel profumo dalle mie narici.
Lei era molto divertente, cercava in più modi di mettermi alle strette con la sua bacchetta, prima dicendomi che mi avrebbe fatto crescere la barba e poi che mi avrebbe dato il permesso di chiamarla Laly solo se io fossi diventato la sua cavia per nuovi incantesimi.
"Il permesso me lo sono già preso ma ti faccio da cavia solo se tu...." - pensai un pò cercando un modo per tenerla leggermente più buona - "mi darai un bacino sulla guancia ad ogni incantesimo."
La guardai sorridendo, da come avevo iniziato a capire le giovani ragazze di quell'età che frequentavano l'accademia, restavano ben lontane da dare baci sulla guancia o no subito, si era ancora fin troppo piccoli per pensare a determinate cose e così speravo che per il momento mi sarei liberato dei test.
Tirai in quel momento però il libro verso di me, lei cercava più figure che altro, mentre a me iniziava ad interessare un pò lo studio degli incantesimi.
"Bisogna iniziare dalla prima pagina.."
La guardai, era bianca, totalmente, e in quel momento richiusi il libro sorridendo.
"Ok, è bianca... e anche per oggi la nostra pagina è stata imparata alla prossima puntata allora.."
Mi misi a ridere incrociando i suoi occhi castani, abbassai lo sguardo nel momento in cui mi ricordò qualcuno di mia vecchia conoscenza.
"Comunque bell'odore la cannella..."
Esclamai a voce bassa cercando di non farmi sentire, era un complimento si ma non volevo quasi che lei lo sentisse. Sembravo sempre così spigliato e "birichino" ma quando si trattava di confrontarmi con una ragazza il tutto andava a quel paese e quasi la timidezza prendeva il sopravvento.
In quel momento però il mio sguardo fu attirato da qualcosa che cade dalla sua tracolla, la guardai poggiarsi a terra e poi alzai lo sguardo verso la Grifondoro.
"Vedi che ti è caduta qualcosa"
Mi rigirai verso il libro riaprendolo e ritornando a canticchiare la canzone di prima.
"Bella che non ti va di ballare ma bella che se balli le altre ti guardano male"



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All’improvviso Francis sembrava essere diventato più timido ma si limitò ad ascoltarlo canticchiare senza dire nulla, sapendo che se l’avesse interrotto molto probabilmente non avrebbe potuto ascoltare il resto della canzone. Quella canzone non la conosceva ma la voce del ragazzo le sembrava familiare nonostante l’avesse conosciuto solo quel giorno.
Aveva parlato di baci sulla guancia ma Lavender non era il tipo di ragazza così espansiva e tendeva ad essere amichevole stando sempre sulle sue senza troppi baci o abbracci. Era così con tutti, anche con i suoi genitori e suo fratello e non solo con gli estranei. L’avevano sempre considerata un po’ fredda nonostante avesse sempre voglia di dirvertirsi e stare con gli altri ma questa cosa non le era mai pesata più di tanto. Era fatta così, gli altri se ne sarebbero dovuti fare una ragione.
Francis però era divertente e sembrava farle dimenticare che in quella scuola era un pesce fuor d’acqua, e forse con lui avrebbe potuto avere un’amicizia che con tutti gli altri bambini che aveva lasciato a Guildford non aveva mai avuto. In fondo tutti nel suo quartiere sembravano conoscerla e correre da lei quando qualcosa non andava ma erano davvero pochi quelli che si rivolgevano a lei anche solo per chiederle come stava o a cosa volesse giocare, forse non ce n’era proprio nessuno…
«Comunque bell'odore la cannella...»
Nessuno si era mai soffermato sul profumo dei suoi capelli, e fu per quel motivo che sentire quella frase uscire dalle labbra del ragazzo la fece arrossire un po’ troppo per essere una semplice constatazione.
«Il mio shampoo è alla cannella e al miele, l’odore di cannella è per quello…ma nessuno se ne era mai accorto…» Cercò di cambiare argomento tirando il libro di Incantesimi verso di sé ma il suo pensiero tornò alla lettera che le era scivolata dalla tracolla, soprattutto ora che l’aveva notata anche Francis. Si rigirò la lettera tra le mani fino a scorgere sul retro dell’involucro una piccola scritta che diceva “Francis Bass” a piccole lettere, scritte in una calligrafia femminile ma incerta.
«Francis, credo che questa appertenga a te…forse l’hai lasciata cadere tu mentre mettevi le tue cose sul tavolo…» Porse la lettera al ragazzo resistendo all’impulso di leggerne il contenuto ma con gli occhi continuava a scrutare il viso del ragazzo, quasi incapace di celare la sua curiosità.

Caro Francis,
non passa giorno in cui non mi ritrovi a pensare a te e alle giornate che abbiamo passato insieme ad Hogwarts. So che forse ti chiedi come mai io non sia mai tornata ad Hogwarts dopo esserci salutati al lago, e forse avrei dovuto scriverti prima. Non potevo tornare, però, non dopo le cose che ho scoperto in questi mesi estivi.
Mi manca svegliarmi e ritrovarti nella Sala Comune, andare insieme alle lezioni e aiutarti coi compiti. Spero tu non stia beccando troppi cattivi voti ora che non ci sono io ad aiutarti. Magari troverai qualcuno che ti aiuterà al posto mio, e non solo per i compiti. Sei sempre stato più bravo di me nel fare nuove amicizie, quindi vai e fatti tanti nuovi amici, Francis. Non sai mai quando potresti averne più bisogno.
So che questa lettera arriverà a te, in un modo o nell’altro. E ti prego di capire che davvero non potevo restare, ma non potevo andare via completamente senza averti detto addio.
Quello ad Hogwarts non era un mondo di cui potevo far parte; devo crescere altrove prima di poter essere una strega potente e famosa. E temo che dopo oggi non avrai più notizie di me, almeno per qualche altro anno ancora. Ho scoperto tante cose da quando ci siamo lasciati, cose sulla mia famiglia e sul mio passato, Ed è con la mia famiglia che devo stare ora, perché questo diritto mi è stato negato per troppo tempo. Ma non posso raccontarti tutto ora… Nessuno qui sa che ti sto scrivendo e non dovranno saperlo.
Addio, amico mio, almeno per il momento. Non dimenticarmi mai ma non vivere nel passato, vai sempre avanti per la tua via e crea qualcosa di stupendo come solo tu sai fare.
Mi manchi tanto.

Hannah Poe



 
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view post Posted on 25/4/2018, 09:26
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Continuavo preso dai miei pensieri. Quella canzone, restava ancora nel mio cervello e con la bocca continuavo a fischiare il motivetto musicale.
"Francis, credo che questa appertenga a te…forse l’hai lasciata cadere tu mentre mettevi le tue cose sul tavolo…"
Guardai lei appena ascoltai la sua frase per poi abbassarmi a prendere la lettere dal pavimento.
La guardai. Il mio nome era scritto lì sulla faccia di quella lettera, a caratteri calligrafici, femminili.
"C'è il mio nome, allora è mia"
Risi aprendola leggermente leggendo la prima riga in cima.
"Caro Francis" erano le uniche due parole lì scritte. Il testo sembrava che io lo riconoscessi, mi ricordava qualcosa ma non sapevo cosa veramente.
"Va bene, la leggerò con calma"
Misi la lettera nella tasca facendo un sorriso alla piccola Grifondoro davanti a me.
"Riprendiamo a studiare"
Nel frattempo con la mano destra tiravo fuori dalla tasca la mia bacchetta poggiandola sul tavolo.
"Bisogna anche testare qualche incantesimo no?"
Dovevamo studiare incantesimi e con quella materia - come per Difesa contro le Arti Oscure - la pratica era meglio della teoria.
"Il professor Midnight è proprio pesante, vuole le cose fatte alla perfezione e io non ho la minima voglia di farlo."
Ricordavo nella mia testa i vari voti presi nelle lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure dove in pratica ero molto bravo ma teoricamente ero una capra, studiare non faceva per me.
"Quale materia preferisci qui a scuola?"
Chiesi per cercare di conoscere un po' di più la ragazza che avevo davanti, parlavamo da un po' e conoscevamo i nostri nomi ma sapevamo qualcosa in più l'uno dell'altra?
Io adoro Pozioni, è una materia che mi affascina da sempre.
Digrignai la faccia imitando un'anziana strega. Presi la bacchetta dal tavolo usandola come mestolo e con la mano simulavo il gesto di mescolare in un ipotetico calderone, invisibile.
"Orecchio di topo, coda di lucertola, ala di pipistrello e questa pozione ti renderà molto più bello."
Accentuai tutti i gesti da effettuare simulando la creazione di una pozione.
Era più una parodia di tutti gli stereotipi che si hanno su chi crea pozioni. Streghe brutte dal naso curvo, un neo grosso quanto un pollice sulla gobba dello stesso e con frasi al quanto stupide in accompagnamento.
Mi raddrizzai e la guardai scoppiando in una risata.
"Vedi? Perciò adoro tale materia."


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view post Posted on 30/4/2018, 17:40
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L’imitazione di Francis fece ridere la ragazza di gusto, ma poi gli sfilò di mano la bacchetta e la osservò attentamente. «Tu non hai mica bisogno di una pozione che ti renda più bello!»
Poi provò a riflettere sulla domanda che le aveva fatto il ragazzo poco prima. «La mia materia preferita, dici?» Ripensò a tutte le materie che aveva già studiato e per ognuna riusciva a trovare dei lati positivi che potevano classificarla come materia preferita ma alla fine forse una che superava, seppur di poco, le altre c’era.
«Mi piace tanto Erbologia! In realtà mi piacciono tutte, ma Erbologia mi fa sentire a casa. Ho sempre avuto una passione speciale per le piante ed i fiori, e studiare tante nuove specie magiche lo trovo bellissimo!» Restituì la bacchetta al proprietario e inarcò le sopracciglia folte. «Mi piace anche Pozioni, anche se ogni volta rischio di far saltare in aria i sotterranei. Però la materia più emozionante è Volo! Spero di riuscire ad entrare nella squadra di Quidditch appena sarò abbastanza brava!»
Lavender ripensò per qualche istante alla lettera ma scacciò quel pensiero dalla mente, in fondo non era affar suo conoscere il contenuto o il mittente di quel messaggio. Si soffermò invece sul ragazzo che aveva accanto: aveva tutta l’aria di essere un po’ diverso da lei ma tutto sommato compatibile con la sua personalità. Non sembrava il tipo di ragazzo che se la prendeva coi più deboli o con quelli che si ritrovavano al di fuori del gruppo. Anzi, se si era offerto di aiutarla senza farsi nessun problema molto probabilmente era l’opposto dei ragazzi a cui era abituata. Ma dopo quello che aveva dovuto sopportare prima di arrivare ad Hogwarts faceva un po’ troppa fatica a fidarsi di qualcuno, anche se quel qualcuno aveva tutta l’aria di essere una persona dal cuore puro e dal carattere simpatico e solare. La vera lealtà si scopriva col tempo, ma Lavender pensò che prima di fidarsi di Francis, poteva fidarsi del giudizio del Cappello Parlante che l’aveva smistato nei Grifondoro, esattamente come lei. Forse era arrivato il momento di farsi meno paranoie e iniziare a guardarsi intorno senza pensare che chiunque possa pugnalarti alle spalle senza nessun motivo?
Era persa da un po’ nei suoi pensieri quando sentì qualcosa muoversi tra i suoi piedi, reclamando la sua attenzione a suon di miagolii e leggeri morsi sulle caviglie.
«Jack! Come ci sei arrivato fin qui?!»
Jack era il piccolo gatto nero di Lavender. Aveva il pelo corto e lucido, con grandi occhioni verdi che avevano iniziato a studiare il mondo dal primo istante in cui la ragazza l’aveva comprato al Serraglio Stregato.
«Non dovresti miagolare qui dentro, ci sono ragazzi che studiano! E comunque…Francis, ti presento Jack! È un combinaguai e continua a mordicchiarmi le scarpe e i calzini. A volte penso sia un cane intrappolato nel corpo di un gatto. O un furetto…»
Lo prese tra le mani e se lo posò delicatamente sulle gambe, facendo attenzione a tenerlo nascosto agli occhi della bibliotecaria. «Ancora un miagolio e stasera ti spedisco a letto senza dolce!»

 
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view post Posted on 10/5/2018, 10:28
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Francis BassfrancisLa ragazza non sembra decisa riguardo a quale fosse la sua materia preferita, passò da Erbologia a Volo passando per pozioni e dicendo tutte, c'era qualcosa che non quadrava ma aveva le sue buone ragioni.
Un paio di minuti e un piccolo gatto nero si avvicinò alla ragazza, lo presentò col nome di Jack ed era il suo gatto.
Io ero affascinato, lo guardavo con gli occhi come quando vedi qualcosa che ti piace tantissimo e la vorresti subito.

"Io adoro i gatti"
Ed era la verità, erano gli animali che più mi affascinavano, al Serraglio Stregato, il primo giorno a Diagon Alley, avevo preso una piccola gattina bianca e l'avevo chiamata Hannah.
"Anche io ho una piccola gattina, bianca, Hannah, l'ho lasciata nel dormitorio così non va in giro per il castello.
Non volevo perderla di vista, l'avevo lasciata lì proprio per non farla andare in giro che poi l'avrei portata io in Sala Grande a studiare con me.
Ecco mi ero appena reso conto di dover andare lì, nell'aula studio, avrei dovuto studiare un bel pò di roba insieme a qualche professore che ci avrebbe supervisionato, speravo proprio che non fosse quello di Difesa Contro le Arti Oscure.

"Mi sono appena ricordato di dover andare a studiare in sala grande, è uno dei pochi luoghi dove riesco a concentrarmi per bene e....." aggiunsi a voce bassa "posso fare casino, tanto ci sarà un professore a supervisionare il tutto ma non credo possa essere peggio della vecchia."e invece non fu così.
Andai vicino agli scaffali della biblioteca iniziando ad arruffare su e giù qualche libro che sarebbe potuto tornarmi utile, uno poggiato lì, nemmeno infilato tra gli altri libri, attirò la mia attenzione, una copertina con raffigurati dei pianeti. Lo presi sfogliandolo leggermente, vidi immagini carine qui e là tra le pagine.
"Molto carino questo libro, ci darò un'occhiata."
Lo presi insieme ad altri due libri di minor importanza, forse uno era sempre della stessa materia del primo e ritornai dalla piccola Grifondoro.
"Bella Grifondoro ora però devo salutarti, corro a cercare di studiare, o meglio far finta di studiare, è stato un piacere passare questo tempo in tua compagnia.
Mi avvicinai piano a lei dandole un piccolo bacino sulla guancia destra, il suo odore mi riportò ancora una volta a pensieri e ricordi stupendi, piano piano però indietreggiai sorridendole.
"Ci rivedremo presto Laly non preoccuparti, la tua compagnia è fantastica e se vorrai fai un fischio e io giungerò da te."
Mi girai dandole le spalle e iniziando a muovere i primi due passi, fermarmi, alzare il braccio destro verso il soffitto e puntando l'indice verso un punto impreciso.
"Sennò accendi il faro col simbolo del pipistrello, io saprò che sei tu ed arriverò in fretta e furia."
Ecco avevo salutato la giovane con una citazione stupida, babbana al 100%, sperando che lei avesse compreso ciò che avevo detto e non mi avrebbe preso per un pazzo.
Quel tempo speso in compagnia di Lavender era stato tutto fantastico, avevo conosciuto una ragazza stupenda che probabilmente sarebbe stata con me per molto tempo o forse speravo ciò.






Edited by Francis. - 11/5/2018, 21:52
 
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Lavender Lily Lovecraft | Grifondoro | 11 anni
Il congedo di Francis arrivò alla mente della ragazza con un breve ritardo, a causa di Jack che continuava a richiedere incessantemente le sue attenzioni come un bambino iperattivo.
«Oh? Oh…»
Prese il gattino tra le braccia e se lo portò al petto, iniziando a cullarlo con dolcezza, mentre si rendeva conto che una volta andato via il ragazzo si sarebbe di nuovo trovata a studiare da sola. Non era passato poi tanto tempo da quando avevano iniziato a chiacchierare, ma doveva ancora abituarsi ai ritmi a volte frenetici del castello e di tutti i suoi studenti. Non poteva poi aspettarsi tanto di più da Francis: era un ragazzo più grande, bellissimo e simpatico, e molto probabilmente la sua presenza era richiesta altrove.
Cercò tra tutte le sue espressioni di trovare quella più rilassata da poter usare al momento, ma il risultato fu solo un ghigno imbarazzato mentre il gattino le graffiava il mento nel tentativo di attirare la sua attenzione. Francis aveva parlato di una gattina, e senza nemmeno conoscerla Lavender era già sicura che nessun gatto sarebbe mai stato dispettoso e instancabile come Jack. Ma in fondo voleva bene a quel gattino: nella sua iperattività aveva sempre contribuito a far sentire la sua padrona meno sola, sopratutto perché era impossibile lasciarlo da solo senza che lui iniziasse a cercarla in lungo e in largo per tutta la scuola.
Quasi a sentire quella lieve sensazione di tristezza nascere nella sua padrona, Jack si mise a sedere tra le sue mani, iniziando a fissare Francis con uno sguardo truce che faceva presagire quella che sarebbe potuta diventare una piccola guerra civile tra le due creature dal pelo nero - anche se nel caso di Francis si trattava solo capelli -. Nonostante tutto, il gatto dimostrò un grande autocontrollo quando il ragazzo si avvicinò a baciare la ragazza sulla guancia, portandosi a portata di artigli.
Lavender sembrò quasi non notare il cambiamento d’umore del proprio gatto, arrossendo di botto a quel bacio così spontaneo mentre ancora si sforzava di fingere un sorriso normale che non suggerisse a Francis un “ti verrò ad ammazzare nel sonno”, e con non poca fatica ci riuscì.
«Va bene allora, cerca di non metterti nei guai, ok? Anche per me è stata molto piacevole la tua compagnia!» Quelle parole uscirono dalla sua bocca in modo impacciato, forse dette a voce troppo bassa, ma quella timidezza incontrollabile era segno che quel ragazzo aveva colpito Lavender in un modo che lei non aveva mai sperimentato prima. E poi quegli occhi che la guardavano, erano così azzurri…
Scosse la testa all’improvviso e ci poggiò sopra Jack, alzandosi di scatto dalla sedia e iniziando a mettere tutto in borsa velocemente, non riuscendo a trattenere una piccola risata isterica che galoppava al ritmo del suo cuoricino inquieto. Si girò a sorridere a Francis un’ultima volta, quasi inciampando in un altro tavolo, mentre si dirigeva a passi veloci verso l’uscita della Biblioteca, lasciando lì il ragazzo dall’aria evidentemente spaesata.
«Ci vediamo, uomo pipistrello!» Disse ad alta voce senza curarsi delle occhiatacce degli altri studenti e della bibliotecaria che era sobbalzata dallo spavento.
Quando ebbe richiuso la porta della Biblioteca alle sue spalle, continuò a camminare senza guardarsi indietro a passo velocissimo, quasi correndo - col gattino che si teneva alla sua testa in precario equilibrio -, verso la Sala Comune dei Grifondoro, in cui avrebbe passato il resto della giornata senza uscirne per la vergogna. “Contenta, ora? Hai fatto di nuovo la figura della pazza, e ora sicuramente non vorrà parlarti mai più.”
Questi pensieri le annebbiarono la mente come un fumo velenoso, mentre la rabbia che sentiva montare verso se stessa e le sue reazioni spropositate continuava a scalciare senza tregua. “Non è un caso se non riesci a farti voler bene da nessuno.”
E proprio mentre varcava il quadro della Signora Grassa, felice almeno di non aver dimenticato la parola d’ordine, l’inquietudine si strinse intorno al suo cuore senza lasciarle capire cosa potesse fare per mantenere la calma anche quando sembrava impossibile. Avrebbe dovuto chiedere aiuto a qualcuno dai nervi saldi, ma la ricerca era solo all’inizio.
vxaz30l

ROLE CONCLUSA

 
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12 replies since 20/2/2018, 21:32   287 views
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