Lavender Lily Lovecraft | Grifondoro | 11 anni
Il congedo di Francis arrivò alla mente della ragazza con un breve ritardo, a causa di Jack che continuava a richiedere incessantemente le sue attenzioni come un bambino iperattivo.
«Oh? Oh…»Prese il gattino tra le braccia e se lo portò al petto, iniziando a cullarlo con dolcezza, mentre si rendeva conto che una volta andato via il ragazzo si sarebbe di nuovo trovata a studiare da sola. Non era passato poi tanto tempo da quando avevano iniziato a chiacchierare, ma doveva ancora abituarsi ai ritmi a volte frenetici del castello e di tutti i suoi studenti. Non poteva poi aspettarsi tanto di più da Francis: era un ragazzo più grande, bellissimo e simpatico, e molto probabilmente la sua presenza era richiesta altrove.
Cercò tra tutte le sue espressioni di trovare quella più rilassata da poter usare al momento, ma il risultato fu solo un ghigno imbarazzato mentre il gattino le graffiava il mento nel tentativo di attirare la sua attenzione. Francis aveva parlato di una gattina, e senza nemmeno conoscerla Lavender era già sicura che nessun gatto sarebbe mai stato dispettoso e instancabile come Jack. Ma in fondo voleva bene a quel gattino: nella sua iperattività aveva sempre contribuito a far sentire la sua padrona meno sola, sopratutto perché era impossibile lasciarlo da solo senza che lui iniziasse a cercarla in lungo e in largo per tutta la scuola.
Quasi a sentire quella lieve sensazione di tristezza nascere nella sua padrona, Jack si mise a sedere tra le sue mani, iniziando a fissare Francis con uno sguardo truce che faceva presagire quella che sarebbe potuta diventare una piccola guerra civile tra le due creature dal pelo nero - anche se nel caso di Francis si trattava solo capelli -. Nonostante tutto, il gatto dimostrò un grande autocontrollo quando il ragazzo si avvicinò a baciare la ragazza sulla guancia, portandosi a portata di artigli.
Lavender sembrò quasi non notare il cambiamento d’umore del proprio gatto, arrossendo di botto a quel bacio così spontaneo mentre ancora si sforzava di fingere un sorriso normale che non suggerisse a Francis un “ti verrò ad ammazzare nel sonno”, e con non poca fatica ci riuscì.
«Va bene allora, cerca di non metterti nei guai, ok? Anche per me è stata molto piacevole la tua compagnia!» Quelle parole uscirono dalla sua bocca in modo impacciato, forse dette a voce troppo bassa, ma quella timidezza incontrollabile era segno che quel ragazzo aveva colpito Lavender in un modo che lei non aveva mai sperimentato prima. E poi quegli occhi che la guardavano, erano così azzurri…
Scosse la testa all’improvviso e ci poggiò sopra Jack, alzandosi di scatto dalla sedia e iniziando a mettere tutto in borsa velocemente, non riuscendo a trattenere una piccola risata isterica che galoppava al ritmo del suo cuoricino inquieto. Si girò a sorridere a Francis un’ultima volta, quasi inciampando in un altro tavolo, mentre si dirigeva a passi veloci verso l’uscita della Biblioteca, lasciando lì il ragazzo dall’aria evidentemente spaesata.
«Ci vediamo, uomo pipistrello!» Disse ad alta voce senza curarsi delle occhiatacce degli altri studenti e della bibliotecaria che era sobbalzata dallo spavento.
Quando ebbe richiuso la porta della Biblioteca alle sue spalle, continuò a camminare senza guardarsi indietro a passo velocissimo, quasi correndo - col gattino che si teneva alla sua testa in precario equilibrio -, verso la Sala Comune dei Grifondoro, in cui avrebbe passato il resto della giornata senza uscirne per la vergogna.
“Contenta, ora? Hai fatto di nuovo la figura della pazza, e ora sicuramente non vorrà parlarti mai più.”Questi pensieri le annebbiarono la mente come un fumo velenoso, mentre la rabbia che sentiva montare verso se stessa e le sue reazioni spropositate continuava a scalciare senza tregua.
“Non è un caso se non riesci a farti voler bene da nessuno.”E proprio mentre varcava il quadro della Signora Grassa, felice almeno di non aver dimenticato la parola d’ordine, l’inquietudine si strinse intorno al suo cuore senza lasciarle capire cosa potesse fare per mantenere la calma anche quando sembrava impossibile. Avrebbe dovuto chiedere aiuto a qualcuno dai nervi saldi, ma la ricerca era solo all’inizio.