Se la Città è santa, Giudea, Atene VI Incontro

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view post Posted on 26/2/2018, 23:35
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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La Riscoperta dei Saperi del Passato:
Se la Città è Santa.



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Atene_Ridotto


Venerdì 7 Novembre, 8.00 p.m
Sino a quel momento era stata una serata tranquilla, il cielo trapunto di stelle era ormai in procinto di ricevere il testimone dall'Astro, giunto al termine del suo spossante turno, pronto con rinnovate energie a ricominciare dall'altra parte del Globo. Il Castello, silente spettatore d'eccezione, ormai da mille anni a quella parte, assisteva a quel trapasso di consegne, come sempre era stato, beandosi del sopraggiungere della Notte, e di un meritato riposo. La settimana volgeva al termine, le lezioni concluse, con netto anticipo per molti dei più fortunati, in fondo quella giornata consacrata così tanto tempo prima a Venere sembrava che ancora ne conservasse un intimo, quanto fantasmatico attributo, e che volesse trasmetterlo, a piccole dosi, ma durevolmente nel tempo. Vestigia, di chi un Tempo aveva dominato il Mondo, da così lontano, nelle profondità del continente Europa.
La facciata del Castello ad intermittenza prendeva e perdeva vita, animata da curiosi giochi di luce, luce lasciata filtrare dalle finestre, oscurata temporaneamente ora ed ancora dal passaggio di questo e quel passante che correva da un angolo all'altro, certo dell'urgenza del suo incedere, e del conseguente affare, che lo conduceva così lontano dalle calde ed accoglienti due Torri, rilucenti nelle loro luci. Certo, quattro Sale Comuni, ma chi si fosse trovato a passeggiare in lontananza, avrebbe potuto ammirare il rifulgere di unicamente due, com'era stata intenzione, sin dall'origine, dei Fondatori. Nonostante il procedere errabondo di questo o quello sparuto Studente, il Venerdì sera non aveva mai avuto particolari incombenze, ed i corridoi erano destinati a rimanere vuoti sino al sopraggiungere del coprifuoco, e del mattino successivo. Quella sera, un impegno comune sembrava voler aggregare e portare a convergere l'errabondo peregrinare di più d'uno di quei solitari visitatori, che dagli angoli più remoti del Maniero, pareva si fossero dati appuntamento a piani sorprendentemente alti, una nuova meta, perchè qualcosa era cambiato. Almeno in apparenza, nella sostanza tutto era rimasto il medesimo.
Silenziosi, meditabondi, una fenice, ed un Anziano Mago miravano il rifulgere della Notte, e del levarsi degli Astri, fuori dalle grandi vetrate, in paziente attesa, non poteva ormai mancare molto. Quasi in risposta, un pendolo iniziò a battere il primo di otto armoniosi rintocchi, era quasi ora, sì. Dietro la scrivania, in quello che era e non era il più classico dei formati, di spalle alle porte, assorto, in un inedito completo blu notte, di quella che sembrava lana, ma non certo seta. Che fosse fuori luogo, per dove erano diretti? Innanzi alla scrivania, il secondo colpo di teatro, la comoda e famigliare coppia di poltrone aveva ceduto il passo, per una sera, a quello che era indubbiamente un legio, un pesante libro, chiuso, troneggiava al centro dell'Ufficio, quasi aspettandosi, e pretendendo, il suo momento di Gloria, accogliendo chiunque avesse avuto l'ardire di varcare il doppio battente.
Il camino scoppiettante, e la porta socchiusa, sembravano voler accogliere il primo che fosse giunto. Non doveva ormai mancare molto.



Buongiorno (Buonasera?) a tutti, dal momento che anche questa volta può considerarsi il I Incontro per molti, una serie di veloci, seppur banali, considerazioni:
a) Per partecipare dovete essere Ateniesi, ed essere tra gli Evocati, nulla di strano;
b) Aggiungete in coda sin da ora le vostre statistiche, ed aggiornate qualora lo riteneste necessario le schede, faranno testo da quando avrete postato, per tutto l'Evento, quindi eventualmente verificate acquisti, o lezioni, o statistiche, o varie ed eventuali (nel caso di schede vecchie o datate peggio per voi);
c) Aggiungete sempre in coda tutti gli oggetti magici che ritenete vi possano essere utili, scrivete solo l'inventario attivo, o che effettivamente portate, e non tutto l'armamentario del vostro casato;
d) Andremo meno spediti, di quanto vorrei, ma per una lunga serie di ragioni tant'è. Non siete tenuti tutti a postare ogni turno, salvo disposizioni contrarie, ma dovrete mantenere comunque una buona media, chi si dà alla macchia, verrà espulso al III richiamo della Tuke (con 'Ammoniti' si faceva riferimento a questo dettaglio);
e) Vi consiglio sin d'ora di prestare attenzione a quanto vi verrà riferito dai vostri valenti Capitani, come apprenderete il modello che seguiremo questa volta è un po' diverso dal solito, si spera in meglio, i tempi che richiederà saranno un po' più lunghi, ma ce la faremo;
f) Vi ricordo essere un Evento, quindi tecnicamente non ci sono problemi con altri Eventi, Quest, Duelli o Apprendimenti che abbiate in corso, ma è comunque una faccenda relativamente impegnativa, e non siete pochi, quindi regolatevi sul da farsi;
g) I Gargoyle vi faranno passare senza troppe storie, quindi cercate di entrare tutti nel I post;
h) Oggi è il 26 febbraio, il 2 la discussione verrà aperta, il 7 marzo si prosegue, insomma, non c'è fretta, avete tutto il tempo, ma non fateci l'abitudine!


Edited by Ignotus Albus E. Peverell - 26/4/2018, 23:20
 
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_fango
view post Posted on 4/3/2018, 20:37




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Strana cosa era il tempo. Abbastanza fluido perché nell'arco di pochi giorni interi imperi cadano, eppure alle volte denso come la melassa, immobile, pesante. Sua moglie gli aveva raccontato una volta che il vetro altro non è che un liquido talmente viscoso da metterci eoni a colare; era un'informazione che aveva ascoltato con interesse e subito dimenticato - o almeno così gli era parso - ma se avesse dovuto paragonare l'anno appena passato a un qualche materiale probabilmente quell'aneddoto gli sarebbe tornato alla mente. Un anno incastonato nel vetro, un anno paralizzato, eppure pesante ed eterno. Sarebbero stati tutti così da quel momento in poi? Mettendo un passo davanti l'altro sulle scalinate semoventi, pensò che sarebbe stato opportuno chiederlo al Preside. Il saggio professor Peverell dimostrava sicuramente meno anni di quanti effettivamente pesavano sulla sua schiena, probabilmente se ne sarebbe uscito con qualche frase complessa e allo stesso tempo inattaccabile, una fastidiosa statua della quale nessuno avrebbe potuto ignorare l'imponenza.

L'ultima volta che era andato in quell'ufficio si era risolta esattamente a quel modo. L'occasione sembrava puntare in tutt'altra direzione - in effetti Ethan si era trovato lì solo per complimentarsi col nuovo Preside, e augurargli un buon anno - ma il vecchio professore aveva scansato con un sorriso affabile le sue congratulazioni. No, quello che gli interessava sapere era se avrebbe partecipato anche quell'anno alla sua "scampagnata tra le pagine della Storia", una domanda apparentemente innocente, che aveva avuto però lo stesso effetto di un ago piantato in una vecchia ferita mai del tutto rimarginata. Aveva sempre avuto il massimo rispetto per Peverell: era stato lui ad accoglierlo nella scuola, a concedergli un lavoro che molti altri gli avevano rifiutato, e da lui più che da ogni altro professore della scuola aveva ricevuto comprensione ed empatia, malgrado i pochi incontri; l'uscita scolastica dell'anno precedente - quando lui e due dozzine di ragazzini erano stati magicamente trasportati nella giungla Sud Americana, alle merci di diverse creature piuttosto contrariate - era stato in quel senso uno strappo nel cielo di carta, un'improvvisa realizzazione circa le reali probabilità che la demenza senile avesse fatto presa su quel cervello apparentemente così brillante. Come aveva potuto esporre la scolaresca a simili pericoli, facendola passare per una gita istruttiva all'insegna di creature esotiche? Le ustioni ricevute dal soffio di una Chimera di passaggio erano guarite nel corso di qualche settimana, ma la sua fiducia aveva subito un colpo irreparabile, così che aveva passato il resto dell'anno cercando perlopiù di evitare l'anziano. Così, davanti alla richiesta di partecipare di nuovo a un'iniziativa che secondo lui sarebbe stata più facilmente passibile di denuncia ministeriale che d'approvazione da parte del comitato scolastico, non aveva potuto fare a meno che sbottare. I termini e il tono da lui utilizzati in quell'occasione non mancavano di farlo imbarazzare ancora adesso, ma Peverell aveva sostenuto il tutto con sguardo attento e impassibile, attendendo che il suo fuoco avesse esaurito fino all'ultima parola prima di controbattere.

Ed ora eccolo lì, a camminare in direzione dell'ufficio del Preside con pochi minuti d'anticipo rispetto all'orario indicato. Era già stato lì solo un paio di volte in vita sua - l'ultima delle quali proprio per congratularsi con Peverell, e mai prima di diventare Guardacaccia - ma non esisteva persona all'interno del castello che non avesse notato la coppia di Gargoyle che faceva da guardia alla scalinata a chiocciola. Giunto dinanzi ad essi si preparò ad enunciare la parola d'ordine, ma la lingua gli rimase attaccata al palato vedendo che le statue di pietra già avevano preso a muoversi semplicemente vedendolo, come se la sua sola presenza fosse bastata ad intimare il passaggio. Forse da quell'anno i membri dello staff scolastico non avrebbero avuto più bisogno della formula? Non rimase troppo su quei pensieri, e già dopo pochi secondi bussava al nobile legno della porta. Lo avrebbe accolto il solito "avanti", esclamato ma non urlato, e già alla prima sillaba la sua mano sarebbe stata sul pomello.
"Signore."
Una sorta di inchino appena accennato - gli occhi che per un istante si volsero sui suoi stessi piedi - seguito da uno sguardo d'intesa, prima che si muovesse dietro alla scrivania, di fianco all'anziano. Già i rintocchi dell'ottava ora riempivano l'aria, presto innumerevoli volti avrebbero varcato quella porta, esplorato con lo sguardo il vecchio ufficio, le due figure già presenti, e il libro che troneggiava al centro della scena: una certa tensione lo avvolgeva, percettibile appieno solo da coloro che effettivamente ne conoscevano il potenziale, ed Ethan più di tutti presagiva con apprensione il momento in cui la copertina sarebbe stata sollevata, le pagine sfogliate. La Bestia dentro di lui - più silenziosa col passare dei mesi, ma mai assente - ringhiava sommessamente, percependo chiaramente il pericolo che proveniva da quell'apparentemente innocuo tomo.

Presto sarebbero partiti. Questa volta, non aveva intenzione di mancare al suo ruolo.



 
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view post Posted on 6/3/2018, 13:17
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18 Anni ▴ Cielo di Mercurio ▴ V anno

Amber S. Hydra

PS: 216/216 ▾ PC: 195/195 ▾ PM: 199/199


L
e iridi chiare ripercorsero la figura riflessa nello specchio. Rispetto alla prima volta, alla prima missione in Messico, di cui aveva smesso da poco di portare i segni: era cambiata. Piccola, quasi inconsapevole di come reale sarebbe sembrato il pericolo in quella speciale bolla di tempo, aveva affrontato tra paure e timori uno degli eventi più terrificanti della sua vita dentro le mura del Castello. Ma da quel primo viaggio era cambiato tutto. Si era sentita talmente impotente da dover ricorrere ai ripari, rafforzando così non solo le proprie difese esteriori ma anche quelle interiori. I suoi incubi erano peggiorati, per settimane aveva temuto perfino di affrontare il buio di alcuni angoli durante le ronde notturne, eppure il tempo e le sicurezze che disperatamente aveva cercato, avevano trasformato quei timori in obbiettivi. Non poteva eliminare del tutto le proprie debolezze, soprattutto quelle che si erano di recente aggiunte ed insinuate in profondità nella sua anima, ma aveva imparato a silenziarle per un po' e trarre da queste la forza necessaria per non cedere davanti al primo ostacolo. I bei discorsi, però, non le avevano impedito di percepire un brivido gelido percorrerle la schiena non appena l'avviso di un nuovo incontro l'aveva raggiunta. Quella volta non sarebbe stata solo una pedina, e la conferma l'aveva avuta da una missiva sulla quale aveva mantenuto il più stretto riserbo. Nessuno sapeva quanto vi era scritto, eccetto lei, così anche i timori che quelle poche righe avevano rievocato, erano rimasti privati. Rinchiusi una gabbia. Avrebbe potuto rifiutare l'invito e rinunciare alla convocazione, certamente, ma a che pro? Perché non mettersi alla prova ora che poteva sapere - salvo imprevisti - cosa l'avrebbe attesa oltre le pagine del libro? Aveva lavorato, aveva studiato, si era impegnata... ed uno dei motivi alla base di quella crescita era stato proprio viaggio in Messico, o meglio: il suo epilogo. Non le era piaciuto sentirsi inutile ed incapace di stare al passo anche con alcuni coetanei, ed ancor meno le era piaciuto il rientro ad Hogwarts. La pecca dell'avere una buona memoria era che le parole più dolorose difficilmente avrebbero lasciato la sua mente, ed in quei momenti quasi avrebbero trovato gusto nel tornare ad assillarla. Sebbene però lo sguardo più fiero della Tassorosso avesse sostituito quello titubante della ragazzina che era stata, ed il carattere si fosse nel tempo consolidato, lei non avrebbe compiuto l'errore di sottovalutare Peverell e le sue idee. Si, aveva faticato per arrivare fin lì, aveva affrontato battaglie interiori di ogni sorta per convincersi che, in fin dei conti, potesse piacerle essere quell'Amber che si stava guardando allo specchio in Dormitorio, ma questo non avrebbe fatto abbassare - o silenziato - le difese ed i campanelli dall'allarme che avevano già iniziato ad impazzire. Sapeva che il vestiario non era che momentaneo, quindi non perse tempo, raccolse solo il necessario e, in divisa, uscì dal Dormitorio. Aveva appuntamento con la Lynch proprio lì fuori.

Nonostante fosse arrivata puntuale, dovette attendere qualche minuto Eloise, la cui chioma rossa sfrecciò davanti a lei un paio di volte prima di fermarsi. Percorrere insieme il tratto di strada che le separava dal nuovo ufficio di Peverell le avrebbe consentito di non riflettere troppo su ciò che avrebbe dovuto fare, e se si sentisse pronta a farlo. «Ehi, sei pronta?» Chiese con un mezzo sorriso, ancora teso, prima di avviarsi verso la Sala Comune con lei. Aveva abbandonato la tracolla del primo viaggio, preferendone una ben più piccola, utile per muoversi senza eccessivi ingombri. Al posto del mantello solito con lo stemma di Tassorosso aveva indossato il Mantello della Disillusione, un capo che le avrebbe indubbiamente fatto comodo avere già la prima volta. Accortasi di essersi persa per qualche minuto nei suoi pensieri, si rivolse nuovamente ad Eloise, coinvolgendola in quello che forse sarebbe stato un lungo argomento di conversazione, magari davanti ad un buon tè caldo. «Spero vivamente di non dover rivedere una di quelle bestie d'ombra... anche se nemmeno le Chimere scherzavano. La prima volta è stato così.. "pericoloso"?» La domanda nasceva da un'effettiva curiosità, difatti per quanto si fosse riproposta più volte di farlo, non aveva ancora chiesto ad Eloise com'era stata la missione precedente al Messico. Ben prima di arrivare a destinazione, la compagna arrestò i propri passi ed indicò ad Amber un passaggio a lei ignoto. Il solito ghigno beffardo della Lynch per un attimo rischiò di contagiarla «Oh» Non disse null'altro e si fidò ciecamente dell'altra, provando a non chiedersi come e quanti altri passaggi segreti conoscesse. Dal canto suo Amber pattugliava quelli standard, ma aveva sempre avuto un certo timore dei "segreti del Castello" - così li definiva lei. Quando finalmente raggiunsero i gargoyle, il tempo dei discorsi trovò la propria naturale fine. Massaggiandosi il polso, libero dalla fascia in cuoio che copriva il tatuaggio, seguì con il pollice la linea incisa del disegno. Un ultimo respiro ed il passo finale - o iniziale - venne compiuto. Una volta entrata avrebbe affiancato Eloise, e salutato con un cenno di capo il Preside di Hogwarts. Dopo si sarebbe data tempo per guardarsi attorno, certa di rivedere a breve qualche volto noto, ed incuriosita dai nuovi arrivi, ma sempre rimanendo in disparte.

In sunto = Dopo alcune riflessioni riguardo il passato ed il futuro, Amber raggiunge Eloise in Sala Comune ed insieme a lei percorre la strada fino all'ufficio di Peverell. Una volta dentro, Amber resta in disparte ed osserva i presenti. Le azioni sono state concordate con Nih.

Danni subiti
//
Equipaggiamento
◆ Bacchetta
◆ Spilla Luna Calante
◆ Mantello della Disillusione
◆ Piccolo borsello a tracolla (contiene):
- Decotto al Dittamo (x1)
- Pozione Soporifera (x1)
- Intruglio Confondente (x2)

 
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view post Posted on 6/3/2018, 14:40
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss

Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Irlandese
PS: 191 ☘ PC: 139 ☘ PM: 143 ☘ EXP: 28


Si era Smaterializzato fino dove i limiti di Hogwarts lo consentivano. Sarebbe andato volentieri a piedi, godendosi una sana quanto rilassante passeggiata, se non fosse per il timore di fare tardi e - di conseguenza - fare brutta figura con il Preside alla sua prima avventura nelle vesti di… babysitter?
No, certo che no, non proprio babysitter, ma sicuramente un’Ombra che vegliava sugli studenti scelti dal Professore per quella che era stata definita dal medesimo Mago come un’escursione all’aperto con possibili rischi dovuti ad una svariata serie di fattori. Insomma, avrebbe dovuto salvaguardare gli studenti, proteggerli da minacce che andavano oltre le loro capacità.
Attraversò i cancelli di Hogwarts e proseguì fino al giardino, agile e scattante come un felino, mentre la mente era affollata da una moltitudine di pensieri. Non si curò molto circa le possibili opinioni degli studenti riguardo alla sua presenza, forse speranzosi di avere un Auror donna come servizio scorta così da sentirsi più tranquilli, a proprio agio, e meno sottoposti alla suggestione. Un po’ come colei che lo aveva preceduto: la Goodheart. Aiden si era ben visto dal non chiedere troppe informazioni a Peverell circa l’operato della donna e del Guardiacaccia che aveva seguito i ragazzi la volta precedente, volendo restare - in un certo senso - più obiettivo e senza farsi condizionare in alcun modo; dopotutto Peverell aveva detto di essere rimasto soddisfatto da entrambi, perciò Aiden non si fece ulteriori domande e proseguì la sua marcia all’interno dell’edificio, diretto verso l’ufficio del Preside con poderose falcate.
La mano destra andò, per un secondo, verso la fondina assicurata sul fianco destro e tenuta ferma con delle cinghie che passavano attorno alla coscia. Sfiorò l’impugnatura della stecca di Biancospino e provò un senso di vigore che placò del tutto quella poca ansia che aveva avvertito pesargli nel petto nel momento stesso in cui aveva varcato i cancelli della scuola. Mentre i propri stivali risuonavano lungo quei corridoi in cui aveva camminato e sostato durante la sua passata carriera scolastica, Aiden diede una carezza alla borsa in pelle che portava a tracolla, al cui interno vi erano oggetti e pozioni che sarebbero potuti tornare utili o rimanere superflui. Le uniche cose che mancavano all’appello erano l’amato Distintivo e l’Anello Gemello che lo teneva in contatto con Daphne. Non si era dimenticato nessuno di questi oggetti, ma semplicemente uno gli era stato requisito da Rhaegar stesso per un mese intero e l’altro lo aveva lasciato volontariamente a casa per evitare distrazioni.
Tutto sommato, per quello che si era portato dietro, ogni cosa era al proprio posto, in perfetto ordine, come doveva essere. Aiden odiava le cose fuori posto, lo mettevano a disagio e lui non voleva di certo apparirlo. Era un Auror, senza Distintivo ma pur sempre un Auror, e se si fosse dimostrato insicuro di certo avrebbe insinuato il dubbio negli studenti circa le sue doti da uomo d’azione.
No, il Mago di Galway camminò sicuro di sé e tranquillo, fissando la zona sgombra che aveva di fronte. A renderlo ulteriormente più saldo e composto era la presenza di un massiccio anello argentato con la testa di lupo sul suo indice sinistro. L’anello paterno non era più fissato alla catenella che portava al collo, ma era bello in mostra, a bilanciare la mancanza del Distintivo e dell’Anello Gemello.
Ancora avvolto nel proprio mantello, Aiden passò oltre i Gargoyle di guardia, dopo che questi lo lasciarono passare senza troppi preamboli, per poi bussare alla porta dell’ufficio del Preside. Era arrivato e sperò di non essere in ritardo.
Aprì la porta soltanto dopo aver ricevuto il permesso di entrare e, una volta fatto il suo ingresso all’interno della stanza, scostò il cappuccio del mantello che fino a quel momento lo aveva riparato dal freddo. Il volto di un Auror cambiato, più maturo e più responsabile rispetto a quello che si era presentato ai Tre Manici di Scopa per incontrare lo stesso Peverell, più maturo rispetto a quando aveva lasciato l’ufficio del Capo Auror, venne rivelato ai presenti nella stanza.
Gli occhi blu sembravano più profondi e severi, mentre la barba che gli incorniciava il volto sembrava essere più folta ma per nulla trasandata, non si sarebbe mai permesso di apparire in disordine ad un incontro del genere. «Buonasera, Professore.» salutò cordialmente, aggiungendo un piccolo inchino del capo in segno di saluto. «Noto di non essere in ritardo. Meno male.» Si tolse i guanti di pelle e aprì il mantello per poterli appendere alla cintura, sistemarsi infine il ciuffo di capelli rossi all’indietro. I capelli erano la sua mania più grande, la cosa che più amava di sé stesso, per questo se ne prendeva grande cura, in un qualsiasi modo. E la rasatura ai lati era fresca di giornata, come se l’avesse fatta apposta per quell’evento.
Il suo sguardo notò la presenza di qualche studente arrivato da poco, di cui Aiden si premurò di salutare con un sorriso e un piccolo cenno del capo, per poi individuare un uomo adulto e maturo, più anziano rispetto al giovane Mago Irlandese, forse di una decina di anni o giù di lì, vicino a Peverell. Aiden ipotizzò che si trattasse di un altro Mago addetto alla sicurezza dei ragazzi, il che lo fece sorridere. Almeno non sarebbe stato da solo.
Notò uno strano tomo svettare su un leggio a pochi passi dalla scrivania del Preside, ma - vuoi per Destino o per semplice ignoranza - il fulvo non vi badò che poche occhiate assai rapide. La cortesia e l’educazione prima di tutto e questo lo portò ad avvicinarsi all’uomo che teneva compagnia a Peverell, fermandosi proprio nel lato della scrivania in cui stanziava il Mago a lui sconosciuto, e tendendo cordialmente la mano verso di esso, presentandosi. «Aiden Weiss. Piacere, Signor…?» Si premurò, ovviamente, dal non aggiungere il termine Auror davanti al proprio nome. Non amava granché spifferare il proprio ruolo lavorativo ai quattro venti, per ovvi motivi, perciò bastava che lo sapesse Peverell e basta. Infondo era lì puramente come Guardiano degli studenti che come Auror; senza contare che non voleva danneggiare ulteriormente il proprio orgoglio già abbastanza ferito a seguito della sospensione. Meritata, certo, ma pur sempre una sospensione.




Riassumendo... Aiden fa alcune riflessioni personali in merito al compito che è chiamato a svolgere. Saluta il Preside e si presenta ad Ethan, evitando di aggiungere il termine Auror a causa di quanto è accaduto di recente, oltre che per scelta personale.

Aiden Weiss
PS: 191/191
PC: 139/139
PM: 143/143
EXP: 28

Equipaggiamento indossato:
◿ Bacchetta in legno di biancospino, piuma di Ippogrifo, 12 pollici e mezzo, flessibile;
◿ Cappa della Resistenza;
◿ Cinturone d’Argento con Perla del Mistero;
◿ Collana con Medaglione (Gemma: Zaffiro);
◿ Bracciale celtico originale in cuoio/dorato;
◿ Ciondolo della Scaglia di Drago (Nota: Concordato con Camomillo per mp riguardo all'aggiunta in scheda. Se non va bene al massimo vedrò di toglierlo.);
◿ Anello argentato con testa di Lupo (oggetto comune, non magico);
◿ Ciondolo argentato con testa di Volpe (oggetto comune, non magico).

Equipaggiamento nella borsa di pelle (oggetto comune):
◿ 1 x Decotto di Dittamo;
◿ 1 x Polvere Buiopesto Peruviana;
◿ 1 x Essenza di Purvincolo;
◿ 1 x Orecchie Oblunghe.

Abilità/Vocazioni:
◿ Occlumante.


Nota mia personale: Non ho inserito l'Anello Gemello e il Fresbee Zannuto sebbene nella mia scheda risultino presenti nell'Attivo. Anche il Distintivo Auror è assente per via della sospensione (secondo le direttive di Rhaegar). Ho già provveduto ad avvisare Peverell di tale mancanza, seppur irrilevante all'Evento.


 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 6/3/2018, 16:36






Elijah Sullivan


15 Anni - 3° Anno - Serpeverde
Cielo della Luna



Venerdì 7 Novembre ore 19.30
S
embrava tanto lontana quella data, eppure eccola lì. Era giunta velocissima come un battito di ciglia e Elijah non aveva nemmeno avuto modo di prepararsi psicologicamente. Non che l'avrebbe fatto. Il giovane Serpeverde era sempre stato un fatalista, così tanto da non preoccuparsi dell'importanza della vita e della morte. Se doveva restarci secco, preoccuparsi non avrebbe di certo cambiato la situazione, anzi l'avrebbe senza meno peggiorata. Lui era di un altro partito, quello che vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno. Era di quelli che non si scoraggiavano neppure se erano costretti a scalare una montagna a mani nude. Camminare in pianura non gli dava poi tanta soddisfazione, preferiva decisamente sentire i muscoli delle cosce che si sforzavano per raggiungere il proprio obiettivo. Sebbene questo fosse un discorso solo metaforico, non cambiava certo la sostanza. Arrendersi e preoccuparsi non faceva parte del suo vocabolario personale. Elijah era uno che rifletteva sempre sulle cose, ma non perdeva tempo a riflettere su quelle su cui non valeva la pena rimuginare.

Prima di tornare in Sala Comune a prepararsi per andare nell'ufficio del Preside, si era concesso una lunga doccia nei bagni. Chissà per quanto tempo non avrebbe potuto farlo e tanto valeva andare preparati. Non aveva la minima idea di cosa lo aspettasse, ma conoscendo il Preside non poteva attendersi nulla di buono. Quando l'aveva mandato a far fare i bisogni ai suoi animaletti da compagnia, aveva rischiato di diventare un sushi succulento per Avvincini, nonché l'oliva del Martini della Piovra Gigante e di chissà quale altra improbabile creatura. Secondo il Preside e il suo assistente in palandrana, quella sarebbe stata solo un'allegra sgambata sul prato, niente di stancante e pericoloso. Infatti!
Ora, facendo le debite proporzioni, era garantito che - una volta finito il tutto, o anche prima - sarebbe tornato in Infermeria e sicuramente ci sarebbe entrato in orizzontale. Poteva cambiare in qualche modo l'ordine delle cose? Assolutamente no, quindi non aveva motivo di preoccuparsi.
Aveva scelto di vestirsi in modo pratico e comodo. Un paio di jeans muniti di tasche, sempre utili alla bisogna, una T-shirt con sopra una camicia di jeans e una felpa che, al momento, non avrebbe indossato. Ai piedi scarpe da ginnastica.
Aveva quindi infilato i guanti di pelle di drago e fatto scivolare sulle spalle la Cappa della Resistenza, legandola saldamente.
All'inizio voleva portare uno zaino, ma poi aveva pensato che sarebbe stato scomodo da prendere dalle spalle se avesse dovuto farlo velocemente. Per questo motivo aveva optato per un marsupio con numerose tasche di diverse dimensioni. In quella più grande avrebbe riposto le cose trovate sul campo, nelle più piccole le fiale delle pozioni in modo che sbattessero, nelle intermedie tutto il resto.
Sì, era pronto, ora doveva solo andare nella Torre del Preside.

Prese la bacchetta di prugnolo e scese in Sala Comune dove ad attenderlo c'era la sua meravigliosa fidanzata Sophie, sarebbero dovuti andare insieme. Lei era già lì, ma essendo un Prefetto era sicuramente più preparata di lui alle spedizioni. L'abbracciò e le diede un bacio casto sulle labbra davanti a tutti, ma stringendola più forte che poteva. Era lei l'unica cosa che lo preoccupava, il fatto che potesse accaderle qualcosa e lui fosse troppo lontano per poterla aiutare. Avrebbe voluto averla al suo fianco ogni istante, allo stesso tempo però avrebbe preferito saperla al sicuro in Sala Comune, dove non avrebbe corso alcun rischio. Elijah non aveva paura per se stesso, aveva paura per Sophie. Le prese la mano e insieme uscirono dalla Sala Comune, li attendeva una lunga passeggiata fino alla Torre del Preside. Camminarono in silenzio, probabilmente ognuno di loro aveva gli stessi pensieri sull'altro. I loro passi erano calmi, erano in anticipo e non avevano alcuna fretta di arrivare nell'ufficio di Peverell. Volevano godersi quei momenti preziosi, camminando piano guardandosi negli occhi.
Arrivati davanti ai gargoyles, Elijah si fermò e guardò Sophie, si chinò e le diede un altro bacio prima di salire verso la porta del Preside. I suoi occhi chiarissimi puntarono poi dritti davanti a sé - Qualsiasi cosa succeda, io sono con te, sempre. Tu pensami ed io ci sarò. Ti amo Sophie, ora e per sempre, non dimenticarlo mai. - poi iniziò a salire le scale con lei. Una volta lì davanti avrebbe bussato, sarebbe entrato e avrebbe salutato il Preside - Buonasera Professor Peverell. A tutti i presenti avrebbe riservato un cenno del capo.


O.T. Post in accordo con Sophie



Statistiche ed equipaggiamento:

Statistiche:

PS: 127/127
PC: 78/78
PM: 72/72
PE: 9

Equipaggiamento:
Indossato:
- Cappa della Resistenza -> Realizzata con scaglie di testuggine e cuoio di Trinoceronte e Drago, resiste a moltissimi colpi e folate di calore/gelo; +8 Corpo; +2 Mana
- Guanti di protezione in pelle di drago

Nel marsupio:
- 1 fiala di Decotto di Dittamo
- 1 fiala di Pozione Corroborante
- 1 fiala di Mors Apparentis

In mano:
Bacchetta Magica ( Legno di prugnolo, Dente di Doxy, Sangue di Pipistrello, semi-rigida, 10 pollici )


 
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view post Posted on 6/3/2018, 17:17
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Caposcuola
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Thalia J. Moran | 17 anni
Cielo di Mercurio
Ps 201 | Pc 138 | Pm 142
Exp 24

L’oscurità ed il silenzio del dormitorio l’avevano inghiottita da più di un’ora: esaminava il contenuto del suo baule a braccia conserte mordicchiandosi il labbro. Così com’era accaduto per il viaggio precedente, anche questa volta l’indecisione regnava sovrana sul buon senso.
Il suo sguardo si rivolse ad un paio di calzature incantate che difficilmente avrebbe potuto utilizzare in un passato troppo remoto; si chinò a sfiorare il suo nuovo mantello, accarezzando la sua stoffa leggera e morbida. Era un articolo di ottima fattura e che, forse, avrebbe potuto esserle d’aiuto.
Lo gettò sul letto, sopra alle fialette di pozione recuperate poco prima e pronte per essere inserite con cura all’interno di una piccola borsa a tracolla di cuoio marrone: era più simile ad una sacchetta, con dei laccetti di corda sull’estremità e una fascia piatta e sottile. Sicuramente sarebbe stata più utile di qualunque altro oggetto avrebbe potuto scegliere di portare con sé.
Una smorfia di fastidio distorse l’espressione concentrata sul suo volto: quel dannato bustino era difficile da indossare e, disgraziatamente, aveva deciso di inaugurarlo in quell’occasione. Si maledì mentalmente, assaporando per un istante il silenzio del dormitorio. Avrebbe dovuto far tesoro di quella quiete: nel luogo in cui si sarebbero ritrovati, così com’era accaduto in occasioni precedenti, la pace sarebbe stata solamente un ricordo.
Lo specchio le rivolse il suo riflesso e pur di non concedersi il lusso della vanità, sistemando quella ciocca ribelle sfuggita dalla stretta morsa dell’acconciatura, si voltò ad esaminare nuovamente i propri averi.
All’indice destro, l’Anello Gemello che l’avrebbe messa in contatto con Nieve Rigos; all’anulare sinistro, una copia dello stesso gioiello le avrebbe permesso di non perdere i contatti con Mike.
Iniziò ad inserire le tre pozioni che avrebbe portato con sé all’interno degli appositi spazi - elastici solitamente riservati a comunissime penne babbane - dopodiché avrebbe piegato con cura il mantello, riponendolo nella borsa.
Sospirò soddisfatta con un sorriso appena accennato ad incresparle le labbra. La Spilla della Scuola di Atene, nascosta agli sguardi dei curiosi, aveva trovato posto all’altezza del cuore sul suo maglioncino blu. Controllò di aver inserito la bacchetta nella tasca dei jeans, dopodiché uscì abbandonando la sicurezza di quella camerata per l’ignoto.


Non aveva notato immediatamente le due colleghe farsi strada verso l’Ufficio del Preside, qualche metro avanti a lei, e non le dispiacque affatto di poterle osservare a distanza, immersa nella propria silenziosa passeggiata.
Si chiese dove sarebbero finiti, chi o che cosa avrebbero incontrato.
Ricordava fin troppo bene la collina sulla quale erano atterrati più o meno dolorosamente e benché fosse stata animata dalle più buone intenzioni, il suo entusiasmo era andato scemando fino a che il gruppo non aveva fatto ritorno ad Hogwarts ed al presente.
Il Messico le aveva insegnato molto e di quell’esperienza avrebbe fatto tesoro se - e la rossa se l’augurò vivamente - ne avesse avuto modo.
Lasciò che le due Prefette si annunciassero all’interno dell’Ufficio, rallentando il passo e fermandosi a qualche metro dai Gargoyle. Quella sarebbe stata la sua prima esperienza all’interno dell’Ufficio del Preside. Scioccamente si chiese se l’anziano mago avesse modernizzato i propri spazi, ma il buon senso le suggerì la risposta. Poco dopo, le due statue le rivolsero uno sguardo arcigno, ma la lasciarono passare senza crearle alcun tipo di problema.

«Buonasera, Preside.» esordì subito dopo, scorgendo l'uomo di spalle, il volto e lo sguardo rivolti al paesaggio visibile dalla finestra. Minerva, la sua fedele fenice, era appollaiata lì accanto, fiera serva di quella comitiva che presto o tardi avrebbe colmato lo spazio di quelle mura.
Salutò le compagne presenti e accennò ad un saluto educato del capo in direzione dei due adulti presenti. Mr Cooper era stato richiamato a coprire la vecchia posizione, mentre il secondo uomo dai capelli rossi le era del tutto sconosciuto.
Si posizionò a lato della scrivania, il viso rivolto alla pesante libreria e ai suoi numerosi volumi.
Non si sarebbe mai abituata a tanta conoscenza racchiusa in una sola stanza.


Inventario
° Bacchetta
° Bustino di Morgana
° Mantello della Disillusione
° Fiala Decotto al Dittamo (x1)
° Fiala Pozione Rinvigorente (x1)
° Fiala Mors Aparentis (x1)
° Anello Gemello (Mike Minotaus)
° Anello Gemello (Nieve Rigos)
° Ciondolo Capello di Veela
° Spilla della Scuola di Atene

Incanti (Classi)
I Classe
II Classe
III Classe
IV Classe (v. Scheda)
V Classe (v. Scheda)

Abilità
Occlumante Apprendista
Danni
-
Riassunto:
Riflessioni varie ed eventuali, Thalia si dedica alla preparazione dell’equipaggiamento e si avvia all’Ufficio di Peverell. Lascia che Eloise e Amber entrino prima di lei, evitando di disturbare la loro conversazione, quindi entra a propria volta salutando il docente ed i presenti (aspettando gli Ateniesi e ficcanasando nella libreria personale di Peverell).


 
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view post Posted on 6/3/2018, 18:06
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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LYNCH △

Uno sbuffo di fumo uscì dalla fessura tra le labbra di Eloise e fu soffiato lontano, verso la finestrella tonda che dava sul cielo scuro. Rifiugiata nella sua succursale, la Tassorosso stava stravaccata sul divano, osservando il soffitto e ripetendo il gesto meccanico - aspira, espira - per tentare di rilassare i nervi.
Dal momento in cui il suo sguardo si era posato sulla freccia non era riuscita a pensare ad altro. Era un dardo significativo, emblematico, che l’aveva accompagnata per metà della sua avventura nel Mondo Antico - a Tenochtitlán, per essere precisi - e che aveva deciso di conservare come simbolo dell'esperienza. Stava appeso al muro, un trofeo sudato, che le ricordava quella corsa contro il tempo per sfuggire ai pericoli, quella cieca dedizione che li aveva spinti alla Piramide. Con ulteriore chiarezza, il suo corpo spezzato - di cui aveva ancora, miracolosamente, entrambi i pezzi - rincarava la simbologia: erano stati incapaci di trafiggere il bersaglio, di raggiungere lo scopo, di soddisfare le aspettative.
Fece un altro tiro e sentì il fumo raggiungere i polmoni. Non mancava molto dall’inizio di una nuova avventura, e chiedersi come sarebbe andata questa volta era inevitabile. Si era premurata di partire leggera, con la pancia sufficientemente piena da avere le energie necessarie per tutto il viaggio. Aveva raccolto in Dormitorio il materiale che le sarebbe servito e si era premurata di essere nel pieno delle forze: era certa di averne bisogno.
Nei giorni precedenti non si era messa a rivangare il passato: era ritornata sulle vicende talmente tante volte da non arrivare impreparata; aveva presentato il conto a quelli che l’avevano lasciato in sospeso e pensava di aver fatto il punto a sufficienza. Tolti gli incubi, di cui sapeva che non si sarebbe mai liberata, si sentiva a posto con se stessa.
Alla luce di ciò che si erano detti lei e Peverell nel loro ultimo colloquio faccia a faccia - occasione in cui, senza mezzi termini, Eloise aveva tirato fuori tutte le sue perplessità - aveva deciso di prestare un’attenzione precisa e curata al libro che le era stato donato il Primo Anno, Vestigia dei Popoli Dimenticati. Aveva compreso che nessun dono veniva a caso e sapeva che qualcuno di loro, degli Ateniesi, avrebbe avuto più informazioni di altri: aveva fatto tesoro della possibilità di essere lei e aveva caricato quella lettura di responsabilità.
Dopo aver spento la sigaretta - rigorosamente girata a mano - nel posacenere, si stiracchiò come un gatto, allungando le zampe il più possibile e sbadigliando rumorosamente. Era sorprendente avere un luogo suo, in cui nessuno, nell’intera Scuola, avrebbe mai potuto mettere piede.
Era tempo di andare: presto Peverell avrebbe aperto la porta del suo Ufficio e li avrebbe condotti nella prossima storia. Controllò che il corridoio del Terzo Piano fosse sgombro e si avviò verso la Sala Comune, dove i suoi averi l’attendevano.

Amber era già davanti alla sua Stanza e, constatando che il loro appuntamento era fissato per due minuti prima, la Lynch le sfrecciò davanti per accorciare i tempi. «AH! È già così tardi? Prendo la roba e arrivo!» Fortunatamente quasi tutto era pronto e, considerato che la metà dei suoi averi magici non avrebbero avuto grandi effetti nel passato, il suo kit di sopravvivenza sarebbe stato esiguo. Si assicurò di centrare Lou, il gatto di Niahndra, con un asciugamano errante, prima di intimargli un messaggio chiaro: «Dì pure a quella traditrice della Alistine che quest’assenza me la segno!» Quello non diede alcun segno di interesse, anzi, si districò dall’asciugamano con veemenza e tornò ad acciambellarsi sul letto, a farsi i fatti suoi.
Con un ritardo cumulativo di cinque minuti, finalmente raggiunse l’amica, mettendosi sull’attenti. «Prontissima!» Non pensava di metterci più di dieci minuti per percorrere tutti i piani che le separavano dall’Ufficio di Peverell, ma avrebbe preferito non tardare per evitare, così facendo, di rimanere tagliate fuori.
Fu con sgomento che accolse le parole che Amber pronunciò poco dopo, quando ebbero quasi raggiunto il Piano Terra. La guardò con stupore per un istante, colta di sorpresa: cos’era successo? La preparazione dell’ultima ora?
Nel lasso di tempo trascorso tra la precedente missione di Atene e quella attuale i tentativi di Eloise nel tirar fuori la questione Atene erano stati diversi, ma raramente l’argomento aveva attecchito. Le era sempre sembrato che si cercasse di evitare qualsiasi sollecitazione e rilettura, a favore di un religioso silenzio di introspezione. Poco tempo prima, quando aveva sottoposto la questione a Horus, si era resa conto che nessuno, eccetto Peverell, era stato disposto a fare un confronto reale sui fatti accaduti. La cosa non poteva farla felice: avrebbe avuto bisogno di rileggere i fatti con i compagni, di rivedere i percorsi, di fare autocritica; ma, tolta la stridula rappresaglia di William Black, non c’erano state molte altre occasioni. «Non saprei quale delle due avventure sia stata la più pericolosa, ma di sicuro a Cluny ero più spaventata...» Certo, una rilettura della durata di qualche metro di dislivello non sarebbe servita a granché, ma era pur sempre meglio di niente. «E impotente, soprattutto.» Era vero, impotente, ma aveva pur sempre portato a termine la missione, consegnando a De Molay il messaggio a lui destinato. Lo stesso non si poteva dire di Tenochtitlán, considerato ciò che il docente di Storia aveva messo in luce durante l’ultimo colloquio. Ripensò alle bestie d’ombra, alla sparizione del Guardiacaccia, all’angoscia provata e all’intervento di Mary. Era stata la prima volta in cui aveva contemplato la morte come possibilità umana.
Avevano raggiunto il Secondo Piano e, gettando lo sguardo su un Arazzo con una scena di caccia intessuta, le sovvenì uno dei modi in cui il Castello le strizzava loro l’occhio per farla giungere in orario. «Per di qua!» Ghignò in direzione di Amber con disinvoltura, sollevando il lembo di stoffa. Davanti a loro stava un cunicolo scuro che le avrebbe portate al Quarto Piano senza sforzo.
«Credo che Cluny abbia dato più soddisfazioni, ma di bestie spaventose ne sono uscite da entrambe le parti.» Stavano percorrendo il passaggio, mentre le torce gettavano luce intensa e ombre scure a intermittenza. Finalmente raggiunsero l’estremità opposta, e sbucarono da dietro una statua. Ripensare alle tre fiere che avevano dovuto affrontare nei cortili interni dell’Abbazia di Cluny la metteva altrettanto a disagio: ancora ricordava la condizione di Niah dopo quello scontro. Un brivido le percorse la schiena, e neanche le stelle che brillavano fuori dai finestroni sembravano essere di alcuna consolazione.
«Sicuramente i cosi fumosi sono stati i peggiori, a parer mio...» Uno sguardo cupo le distorse il volto, come se tutte le cose positive che attribuiva alla Scuola di Atene fossero improvvisamente sparite. «Ma ci divertiremo, sì? Andrà bene. Impareremo un sacco e ci immergeremo per bene nella Storia.» Così doveva essere.
Come Amber, anche Eloise sfruttò il momento di attesa davanti all'ingresso per prendere il respiro prima di gettarsi a capofitto in quella follia. «Pronta?» Ghignò ancora, muovendo il passo verso l’Ufficio del Preside. Tolto l’ambiente circostante, tutto era come le altre volte: Vecchio, Fenice e Libro erano pronti ad accompagnarli nella scampagnata più pericolosa dell’Anno Scolastico.

GEARSSTATS
Bacchetta Legno di Sequoia, Piuma di Ippogrifo, 11 policci e 1/4, Rigida
Spilla della Scuola di Atene
Collana Fading in the Dark Permette all’individuo di diventare momentaneamente inconsistente e sfuggire così agli attacchi diretti ad infliggere danni fisici. Utilizzabile un turno per quest. Tempo di ricarica 1 giorno on gdr.
Sacchetta legata alla cintura
Nanosticca Fa diventare alto poco più di 30 cm (Non modifica la forza fisica/magica del pg, diminuisce solo le proporzioni del corpo. Dura un solo turno)
Polvere Buiopesto Peruviana Peruviana Polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è’ in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti.
Caramella d’Illusione Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero.
Una fiala di Decotto al Dittamo
Una fiala di Pozione Mors Aparentis
PS 199/199
PC 128
PM 123
EXP 26.5
AZIONIDANNI
png
Rintanata nella sua succursale, Eloise si prepara mentalmente ad affrontare il viaggio. Terrà ben presente com’è andata la scorsa volta e le informazioni ottenute da Vestigia dei Popoli Dimenticati. Torna in dormitorio, becca Amber, e salgono insieme ripassando gli eventi precedenti. Profondo respiro, e si parte.

 
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view post Posted on 6/3/2018, 19:39
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melSn7B



L’ora era giunta.
Sistemandosi il mantello sopra la sua classica divisa di Hogwarts, scese rapidamente le scale per arrivare al quinto piano.
In quell’anno erano cambiate tante cose, specialmente una che voleva ripetere ad alta voce davanti all’entrata della Torre del professore di Storia della Magia.


«Peverell ha fatto I soldi»

Disse con aria seria mentre iniziava a pensare a come si fosse riuscito a sbarazzare della Professoressa Bennet.
Che l’avesse presa a librate sulla nuca o avesse ricorso al più semplice escamotage di tutti, ossia veleno nel bicchiere di vino?
Senza star troppo a cincischiare sul da farsi, visto che non voleva assolutamente tardare a quell’evento di importanza globale nella scuola, salì le scale per poi accedere alla Sala.
Quel colore blu intenso lo fece sentire a casa mentre, ignaro di chi conosceva o meno, si appoggiò sulla parete.
Chi diamine c’era dell’età sua? Anche quella volta sarebbe dovuto essere il badante di tutti quei ragazzi?
Non fece tempo nemmeno a pensarlo che notò un nuovo personaggio dai capelli estremamente rossi.
Chi era quello? Era per caso il fratello maggiore della Lynch?
Senza ulteriori indugi sulla sala, visto che il tempo presto o tardi lo avrebbe prodigato ad impegnarsi più del dovuto, iniziò a toccare la spilla che aveva appuntata al petto.
Molto presto, sarebbe tornato a vivere delle avventure a lui interessanti, che sicuramente rimanevano maggiormente impresse nella mente rispetto a quelle scritte sui libri. Non vedeva l’ora che tutto iniziasse.





- Punti salute: 295
-Punti Corpo: 263
-Punti Mana: 274
-Punti Esperienza: 67
-Vocazioni: Legilimens, Elementalista inesperto (Acqua)

Daddy arriva nell’aula e dopo aver dato un’occhiata in giro si sofferma alcuni secondi su Aiden. Tutto finisce qui, scusate il post orrendo

- Oggettistica:

1)Ciondolo della Fenice: chi indossa questo ciondolo, composto da una piuma di fenice e una sfera molto resistente
che contiene sangue di drago ungherese, non viene percepito da alcuna creatura magica nell'ambito di gioco in cui si trova
(licantropi trasformati compresi). Ha quindi la possibilità di agire indisturbato eliminando il contatto visivo
con le creature magiche.


2)Anello:
Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.

3)Calzature degli Elfi: Scarpe prodotte dagli elfi, migliorano gli incantesimi.


4)Mantello della resistenza: Protegge dalle fiamme.

5)Mantello Awards: Oggetto di grandi avventure, legame di intensa follia: un Simbolo, dunque, del lavoro di squadra, dell'unione e della condivisione della migliore stravaganza di tutti i tempi e di tutti i mondi. La bandiera della Squadra Vincitrice è stata stracciata e ad ogni membro del team stesso verrà consegnato un semplice fazzoletto, un pezzo di stoffa del colore che tanto lo ha caratterizzato nel corso del torneo. Tale straccio presenta sul tessuto lo stemma di Penrose, il triangolo impossibile, e potrà essere portato come foulard o come fascia per capelli, ma il suo potere consiste nel mutare dimensioni a seconda della volontà della persona che lo indossa; potrà dunque ingrandirsi per divenire un mantello lucente, dai contorni scuri e dallo stile classico ma elegante, da mettere nelle sere d'estate per coprirsi dal vento oppure nelle giornate invernali per contrastare il freddo pungente o la neve ribelle. Gloria e fama saranno dati a coloro che indosseranno tale veste, poiché il simbolo degli Awards sancirà per sempre il loro scacco matto al Labirinto dei Fandom e non solo. Possibilità di renderlo nuovamente fazzoletto. Attenzione: ogni cambiamento, da straccio a mantello e viceversa, si attiverà con la semplice volontà.
6)Cuspide Scarlatta:Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale.

7)Guanti di pelle di Erumpent:Se colpiti rimbalzano gli incantesimi (1a e 2a classe diretti alle mani), la resistenza della pelle permette una presa salda e quasi impossibile da sciogliere.


- Attivo:
-Spilla Scuola di Atene
- Pozione dell'invisibilitá:Rende colui che la beve invisibile. (Durata: 20 minuti per ogni boccetta)
- paio di Orecchie oblunghe
- caramella dell'illusione
- polvere Buiopesto
- Pacchetto di Sigarette alle Erbe Magiche alla Belladonna



- Classi e Incantesimi:

*PRIMA CLASSE - tetto minimo 1 - tetto massimo 2 exp
*SECONDA CLASSE -tetto minimo 2 - tetto massimo 6 exp
*TERZA CLASSE - tetto minimo 5 - tetto massimo 15 exp (No Fattoriam)
*QUARTA CLASSE - min 11exp e 15 anni di età - max 25 exp e 17 anni (No Circumflamma,Colossum)
*QUINTA CLASSE - min 17exp e 16 anni di età - max 36 exp e 19 anni di età (Anche Stupeficium e Plutonis)
*SESTA CLASSE - min 24 exp e 17 anni di età - max 55 exp e 20 anni di età (Solo incantesi appresi durante le lezioni e Nimbus Grado)
*SETTIMA CLASSE - min 29 exp e 18 anni di età (Incanti appresi Protego Totalus)
 
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view post Posted on 6/3/2018, 20:25
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Sophie


Armstrong


☽ Cielo della Luna ☾



jMd0xoS

La Scuola di Atene era per lei qualcosa di estremamente nuovo. Aveva sentito parlare, in giro nei corridoi del Castello, dai compagni della sua Casata e non, di alcune gloriose avventure a cui avevano preso parte. Ammise che per un certo periodo di tempo li aveva invidiati, in un certo senso, eppure non era del tutto convinta che, qualora si fosse trovata in quella "cerchia", avrebbe accettato di prenderne parte in tutto e per tutto. Eppure, quel momento era arrivato. Il suo nome era riportato nella Bacheca del Professor Peverell, proprio sotto quello del suo compagno non solo di Casata, ma anche di vita. Trascorse i giorni seguenti a martoriarsi l'anima, nella perenne indecisione di partecipare o meno a quello che doveva essere un invito da parte del Preside. Era convinta che avrebbe passato la sua intera permanenza a scuola nel pentimento di non aver accettato. Tra l'altro, sapeva che Elijah ci teneva enormemente, e mai e mai poi gli avrebbe permesso di fare una cosa del genere da solo. Lei, nelle sue vesti da Prefetto, aveva cominciato a sentire quella necessità di proteggerlo fin da quando era arrivato, fin dai suoi undici anni. Ora che era cresciuto, le parti sembravano essere invertite: era lui, da qualche mese a quella parte, ad avere quell'istinto di protezione nei suoi confronti. La loro non era più una relazione Prefetto-Studente, ma molto, molto di più. Elijah Sullivan era una di quelle persone, se non l'unica, a cui lei non si sentiva superiore, anzi. Per Sophie, lui era linfa vitale.
Aveva accettato di buon grado di prendere parte a quell'avventura, non solo per lui, ma anche per se stessa. Il Professor Peverell era uno di quei Docenti che la Serpeverde aveva sempre stimato, fin dal suo arrivo a Hogwarts. Un'ora prima del fatidico incontro, era nel suo Dormitorio. Durante le sue ronde, era solita portare con sé uno zaino contenente tutto l'occorrente che presumibilmente le sarebbe stato necessario qualora malauguratamente si fosse trovata nei guai, ma in alcune di quelle occasioni poté constatare quanto fosse scomodo. Optò dunque per una borsetta a tracolla in cuoio, di colore nero opaco, che presentava una tasca grande all'interno, e due tasche più piccole all'esterno. Nella tasca più grande avrebbe riposto un paio di guanti di protezione, l'immancabile Cappa della Resistenza e gli Orecchini di Drago. Nella tasca esterna più a portata di mano, invece, avrebbe trovato tre fiale piene. Sul dito medio della mano sinistra era presente l'Anello Nosferatu, proprio accanto all'anello donatole da Elijah, che non avrebbe tolto nemmeno in punto di morte. Al collo, una catenella con due ciondoli. Indossò un paio di leggings per avere maggiore agilità, una felpa abbastanza larga e comoda e sopra di essa appuntò per bene il Mantello della Disillusione, col cappuccio calato sulle spalle. Fece un respiro profondo e scese le scale che dal Dormitorio portavano in Sala Comune, dove si era data appuntamento con Elijah. L'espressione del suo viso era completamente preoccupata, quasi stravolta. Si assicurò che l'elastico per capelli fosse attorno al polso, poi alzò gli occhi in direzione delle scale del Dormitorio Maschile. Era probabilmente la prima volta che Sophie non accolse l'arrivo del suo fidanzato con un sorriso enorme stampato sul volto, ma cosa poteva farci? Non riusciva a mascherare le sue emozioni, lo faceva già fin troppo spesso durante l'arco della giornata. Ricambiò il suo bacio e lo strinse forte a sua volta, talmente forte da sembrare volergli togliere il respiro. A passo lento, si goderono la strada che portava all'ufficio del Preside, e, per la prima volta, sperò che non arrivassero mai. Perché le scale non cambiavano quando dovevano cambiare?
Giunti di fronte ai Gargoyles, ella incontrò nuovamente il suo sguardo. Elijah avrebbe potuto notare nei suoi occhi la paura, che non era una paura qualsiasi, ma la paura di perderlo. Se solo gli fosse successo qualcosa di brutto, lei, seppur non colpevole, non se lo sarebbe mai perdonata. Le labbra di Sophie furono inizialmente titubanti, su quelle di lui, ma quel disagio che provava in quel momento la portò a stringersi tra le sue braccia e far durare quel bacio quanto più avrebbe potuto. Ascoltò le sue parole, dopo essersi staccata, senza mollare le mani di lui. Fece un respiro profondo mentre le sue iridi chiare penetravano quelle di Elijah, poi annuì brevemente.

- Ti amo...- Si limitò a dire, ma in un tono di voce caldo e nello stesso tempo tremante. Non sapeva quanto tempo avrebbe potuto trascorrere con lui prima che tutto cominciasse, e fu per quel motivo che il suo istinto le diceva di fare dietrofront e trascinarlo con sé in Sala Comune. Ma il coraggio che da sempre le era mancato doveva, in un modo o nell'altro, venir fuori, prima o poi. Le statue di Gargoyles li fecero passare senza troppi complimenti e, giunti di fronte alla porta dell'ufficio, avrebbe atteso che Elijah bussasse. Una volta all'interno, avrebbe sentenziato, con quel tono ancora titubante, un breve saluto.
- Buonasera. -


Statistiche:
PS: 157
PC: 91
PM: 101
Punti Exp: 15

Inventario:
~ Bacchetta: Legno di Abete, corda di cuore di Drago, 9 pollici e mezzo, semi-rigida (tasca dx mantello)
~ Guanti di protezione in pelle di drago (borsa, tasca interna)
~ Cappa della Resistenza (borsa, tasca interna)
~ Orecchini Di Drago (borsa, tasca interna)
~ Mantello Della Disillusione (addosso)
~ Anello Nosferatu: Induce la PAURA in uno o più PG o PNG. Usabile 1 volta per Quest. Utile per incanti e pozioni oscure. (dito medio mano dx)
~ Ciondolo "Giada delle Fate" (attorno al collo)
~ Ciondolo con Scaglia di Basilisco (attorno al collo)
~ Una fiala Decotto Tiramisù (borsa, tasca esterna)
~ Una fiala Pozione Rinvigorente (borsa, tasca esterna)
~ Una fiala Pozione Mors Aparentis (borsa, tasca esterna)


Incantesimi:
~ Prima classe completa (esclusi proibiti)
~ Seconda classe completa (esclusi proibiti)
~ Terza classe completa (esclusi proibiti)
~ Essenza Converto
~ Sectumsempra


 
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Mary_Evans
view post Posted on 6/3/2018, 23:18







Mary Evans

14 anniStudentessaII anno CorvoneroschedaOutfit


I
l giorno tanto atteso era infine giunto. Nel cuore della Corvetta si erano dati battaglia numerosi sentimenti, in una lotta estenuante che aveva provato non poco l’ancora giovane ragazzina. Sin dal momento in cui aveva ricevuto l’invito alla seconda missione non aveva potuto fare a meno di interrogarsi sulla scelta da compiere. Accettare? Esporsi a nuovi pericoli e innumerevoli prove che l’avrebbero fatta sentire un’incapace rispetto ai più ben abili membri del club? Era davvero quello ciò che desiderava? Questo fu il primo pensiero che le balenò per la mente inducendola ad accantonare sul momento l’offerta. Eppure, man mano che i giorni si susseguivano, una nuova sensazione a lei anche troppo familiare, si faceva largo nella sua testa prepotentemente dapprima come dubbio, per poi insinuarsi più affondo nelle sue cervella fino a diventare un’ossessione. Era davvero quello il modo con cui desiderava porre fine alla sua partecipazione al club? Voleva veramente essere ricordata dai posteri come l’ingenua e paurosa matricola che si era data alla fuga non appena il gioco si era fatto più duro? Assolutamente no, il suo orgoglio glielo imponeva categoricamente. Il gufo che le era stato spedito non era galeotto di un messaggio di morte (ma sadico sì), ma piuttosto di una speranza di riguadagnare la propria dignità. Avrebbe dimostrato a Peverell che non era più la ragazzina impaurita della prima missione, si sarebbe rimboccata le maniche aiutando il resto del gruppo fino a quando le sue nuove conoscenze glielo avessero consentito. La scuola le aveva insegnato nuovi incantesimi e come sfruttarli al meglio, mentre il Quidditch le aveva insegnato a governare le proprie emozioni, ad attendere il momento propizio anziché pretendere di ottenere immediatamente quanto il suo animo desiderava; ciononostante il sangue riottoso ribolliva ancora nel suo profondo, testimone della sua natura violentemente impulsiva. Non aveva cercato di eliminare il suo Io in quell’intervallo di tempo trascorso dal primo evento, quello sarebbe stato impossibile e soprattutto controproducente, semplicemente si era allenata ad incanalarlo verso mete più definite. Si era impegnata tanto e duramente per far si che la mente fosse in grado di prendere il sopravvento sul cuore anche nei momenti più sconfortanti e sebbene ciò le costasse un enorme sforzo, Mary poteva considerarsi sufficientemente soddisfatta del risultato. Solo quando quel suo allenamento psicologico fosse giunto al termine, avrebbe potuto considerarsi una degna adepta di Priscilla.

Non appena finì di cenare abbondantemente, risalì in dormitorio e raccolse tutto ciò che aveva precedentemente ordinato nell’armadio. Era stata particolarmente attenta a non farsi vedere né da Sophia né da Violet, mentre preparava le provviste; non voleva rispondere alle loro domande né tanto meno essere costretta a rivangare i suoi errori. Voleva solo dimostrare che aveva imparato da essi a tutti, a Peverell, ma in primis a se stessa. Si infilò lo zaino in spalla e chiuse la porta alle sue spalle senza voltarsi; ormai la decisione era stata presa. Scese le scale che la dividevano dal quinto piano con calma e poi percorse la strada che l’avrebbe condotta al nuovo ufficio del professore. Chissà se l’uomo avesse deciso di mantenere lo stesso arredamento del’ufficio al secondo piano o se l’avvento della nuova carica, lo avesse indotto a dare una rispolverata più “giovanile” all’ambiente.
Una volta arrivata all’uscio, bussò in modo da annunciare la propria presenza, per poi infilarsi all’interno della stanza salutando i presenti con un caloroso : “Buonasera a tutti”. Guardandosi attorno avrebbe notato numerosi volti nuovi, alternati ad altri più o meno noti. Avrebbe studiato per qualche secondo gli altri Evocati, in modo da farsi una grossolana idea riguardo al gruppo con cui si sarebbe dovuta avventurare in mondi antichi e sanguinosi, prima di disporsi in un angolino in fondo alla stanza. Avrebbe atteso là l’arrivo degli ultimi Ateniesi senza proferire parola con nessuno, da quando aveva messo piede nel locale il senso di vergogna provato in precedenza le aveva attanagliato nuovamente lo stomaco ed in quel momento non desiderava dare spiegazioni a nessuno. Necessitava solo di un attimo di calma, per respirare affondo prima dell’arrivo dell’ormai imminente tempesta.
PS: 216 ☘ PC: 178 ☘ PM: 173 ☘ EXP: 18



Riassunto: Tante pare (Fateci l'abitudine) e l'arrivo nell'ufficio

Incantesimi:
1° Classe: Completa
2° Classe: Completa
3° Classe: Completa esclusi i Proibiti


Equipaggiamento:
- Sovrappantaloni in pelle:
Realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe (1a, 2a classe).

- 1 Skeleton's Hand:Mano destra
Non invadente ma resistente agli urti, presenta uno Zaffiro sull'anulare. Favorisce l'agilità alla mano dove è posizionata.

- 1 Orecchini Blue eyes:
Con questi orecchini nulla potrà sfuggire al vostro sguardo. Nell'orbita di pietra di luna, infatti, vi è una pupilla che osserva curiosa ogni cosa che le giri intorno. Non volete perdere d'occhio qualcuno? Basta sussurrare il nome dell'individuo all'orecchino ed esso lo osserverà in ogni minimo secondo, un solo movimento sospetto e la pupilla comincerà a vibrare. Decisamente utile per chi non vuole perdere di vista nessuno.

- 1 Collana Orecchie di Elfo:
Acuisce il senso dell’ udito consentendo di cogliere tutti i discorsi effettuati da persone situate nell’ arco di non oltre 20 metri. Non è in grado di registrare le conversazioni ed essendo costituita da orecchie è sensibile all’ incanto Muffliato.

- Cintura da Samurai:
Molto leggera. Permette di stringere a sufficienza ma, con la sua magia, riesce dare un senso di freschezza e libertà al mago nei movimenti.

- Copricapo Egiziano:
Questo copricapo protegge nel vero senso della parola dall’ombra e dalle escoriazioni, e ha l’utilità di favorire la concentrazione a chi lo indossa.

- Drago d'Artificio: Sacchetta medievale
Produce un Drago di fuochi d'artificio che si muove nel cielo per 15 minuti, per poi scomparire in un fenomenale soffio di fuoco. Spaventa e stordisce creature di piccola-media taglia, magiche e non, per 1 turno.

- Polvere Buiopesto Peruviana: Sacchetta medievale
Polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti. Ottima in caso di pericolo per una fuga immediata.
Ogni scatola contiene polvere sufficiente per un solo utilizzo.

- Caramella d’Illusione: Sacchetta medievale
Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero!

- 1 Fiala di Pozione al Dittamo Sacchetta medievale

- 1 Fiala di Pozione Tiepidario Sacchetta medievale

- Sacchetta Medievale: Fianco destro
Comoda sacca in cuoio e pelle conciata, presenta robuste cuciture e due piccole cinghie sul davanti che assicurano la chiusura. Agganciabile alla cinta tramite due passanti posti sul retro.
All'interno è stato praticato un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile.
Copia: Possibilità di contenere 5 oggetti di medie dimensioni

- Avversaspecchio da Tasca: Tasca sinistra
Prototipi di primi Avversaspecchi, nacquero a Londra nel periodo in cui Jack Lo Squartatore seminava il terrore. Piccino e compatto, sta in una mano: in ottone laccato o intarsiato, per uomini e donne, lo specchio rifletterà delle ombre che si faranno sempre più distinte man a mano che eventuali pericoli e/o nemici si avvicinano al proprietario dello specchio.
Disponibile in: oro/nero, nero con decorazione floreale. Incisione su richiesta.

- Anello del coraggio: pollice sinistro
Evocando la sua forza contro un unico nemico ben preciso, sarete molto avvantaggiati nello scontro contro di lui per un po' (durata da 2 a 5 azioni, attacco e difesa raddoppiati nei confronti di un unico avversario)

- Anello del Potere: dito medio sinistro
Blocca in quest l'avversario per due turni.

- Mantello di Disillusione:
Realizzato con pelliccia di camaleonte , il Mantello di Disillusione rende una buona , anzi ottima mimetizzazione, se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto esso sembrerà donarti l'invisibilità.

- Zaino con 2 litri di acqua e delle barrette energetiche


Modificato con il consenso di Peverell


Edited by Mary_Evans - 12/3/2018, 23:08
 
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view post Posted on 6/3/2018, 23:26
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entropia.

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16 Anni ↝ Prefetto Grifondoro ↝ III anno

Nieve Rigos

PS: 151/151↝ PC: 119/119 ↝ PM: 118/118 ↝ PE: 13


N
ell'abbandonare l'ufficio del Preside, quasi un anno addietro, Nieve aveva provato una sensazione di stordimento che le aveva impedito di gioire della notizia in un primo tempo. Aveva proceduto lungo le scale con espressione interdetta e si era lasciata alle spalle i gargoyle con un inconsapevole gesto di saluto, convinta che potessero risentirsi del contrario. Aveva impiegato un'intera notte di riflessione per venire a patti con la realtà e realizzare che, perdonando la sua ignoranza in materia, l'uomo avesse deciso di introdurla nel novero di studenti delle cui avventure lei sapeva poco o nulla per sua stessa ammissione. Ed era stato necessario un numero di ore altrettanto nutrito perché ammettesse di provare un certo compiacimento alla luce di quella scelta.

Con il messaggio stretto tra le mani e la piccola tracolla ancorata al corpo, Nieve diede un'ultima occhiata al suo letto e si allungò per lasciare una carezza ad Ania. Non sapeva cosa l'aspettasse. Non sapeva quanto sarebbe mancata. Non sapeva neppure se e in che condizioni avrebbe fatto ritorno. Quel poco che aveva appreso nel corso dei mesi passati le era servito a comprendere che le missioni fossero ben più complesse di una gitarella al museo; e che partire con una certa preparazione — d'animo, nonché strumentale — potesse garantirle una (forse mezza) chance di resistenza in più. Deglutì a vuoto e i polpastrelli affondarono brevemente nel pelo morbido del felino. Infine, si costrinse a lasciare il dormitorio, consapevole che il timore di non essere all'altezza rischiasse di fungere da deterrente in modo ben più efficace della paura stessa. Si mosse a passi lenti lungo la scalinata e fino alla Sala Comune. Com'era sua abitudine fare prima di ogni ronda, sottopose il luogo di ritrovo a una rapida ispezione visiva e sorrise: Lavender, una giovane matricola che un paio di mesi prima era diventata sua compagna di stanza, stava china sui libri e scriveva freneticamente, allungando di tanto in tanto la mano verso un sacchetto di dolci per darsi la carica; Francis, davanti al camino con la solita zazzera scarmigliata che spuntava sopra lo schienale del divano, lanciava palle di carta nel fuoco e le guardava farsi polvere tra le fiamme. Ancora una volta, l'istinto le suggerì di rimanere. Era tutto così sicuro, familiare e accogliente tra quelle mura che non faticava a immaginarsi mentre raggiungeva l'uno o l'altra per scambiare quattro chiacchiere e trascorreva in buona compagnia il resto della serata. Infido, il suo corpo s'irrigidì quasi a volerla invogliare in tal senso. Nieve diede una scrollata di spalle, inarcò le sopracciglia sopra gli occhi comunicativi e si rivolse l'espressione di reprimenda che utilizzava ogni qualvolta doveva costringersi a fare qualcosa di particolarmente sgradito. Quando oltrepassò la soglia e si immise nel freddo corridoio della torre d'astronomia, perfino la Signora Grassa le risultò cara e, con lei, il suo incessante ciarlare. Allungò il passo, rigida come un ciocco, per impedirsi di mollare e si precipitò giù per le scale.

"Se non vogliamo fare una cosa, il modo migliore per affrontarla è buttarsi a capofitto," ricordò a se stessa lungo il tragitto, scandendo ciascuna parola perché il messaggio penetrasse nel suo animo. "Come quando andiamo in Infermeria e facciamo finta di star male per saltare una lezione?" sopraggiunse, acuta, la voce della coscienza e la colse di sorpresa, facendola arrossire. Nieve la zittì con una certa impazienza: le occasioni in cui l'aveva fatto erano studiatamente circoscritte e, inoltre, non c'erano state conseguenze. Non aveva senso star lì a recriminare, ribatté con il chiaro intento di troncare di netto la conversazione. Le fu sufficiente voltare l'angolo per trovare la distrazione necessaria a raggiungere, pur in modo diverso, lo stesso obiettivo: il capriccio dell'ultimo momento di una rampa di scale modificò la traiettoria prefissata senza lasciarle via di scampo. Imprecò di malagrazia, batté i piedi sul pavimento in preda a un'ironica forma di esaurimento — proprio lei che aveva quasi dato forfait? — e prese a correre in su e in giù per ovviare al problema destinazione. Giunse in prossimità dell'ufficio del preside col fiatone e la fronte appena imperlata di sudore. Portò le mani all'altezza delle clavicole e allentò il nodo del mantello della disillusione, prima di gettare un lembo di tessuto oltre la spalla e tamponare la pelle del volto con l'altro. Sotto, indossava un pantalone nero e un maglione a collo alto dello stesso colore, gli stessi indumenti che aveva preso a utilizzare per le ronde in giardino. Fece il suo ingresso sulla scia del brusio che sentiva provenire dall'interno, ancora non del tutto ricomposta e col viso accaldato.

«Buonasera,» esordì a voce più alta di quanto avesse previsto nel tentativo di mascherare l'affanno che le rendeva irregolare la respirazione. Diede una rapida occhiata ai presenti per scorgere più volti noti di quanti se ne fosse aspettata: Aiden, Amber, l'irriverente Lynch, la garzona di Magie Sinister, il Prefetto Serpeverde e il Caposcuola Corvonero di cui non riusciva mai a pronunciare il cognome. Il suo volto si aprì in un sorriso nell'individuare Thalia e un'ondata di sollievo la travolse. Senza pensarci troppo su, si fece spazio per poterla affiancare. «Cosa vedono i miei occhi: una Moran selvatica allo stato brado,» le sussurrò a denti stretti, muovendo impercettibilmente le labbra. Lo sguardo oscillava tra il preside e la possente scrivania attorno alla quale erano riuniti.


RiassuntoBreve accenno allo sgomento e al compiacimento per essere stata scelta, un anno prima, per la missione. Nieve se la fa quasi addosso dalla paura e pensa più volte di rimanersene in stanza, o in Sala Comune, o di infilarsi nel quadro della Signora Grassa pur di non andare. Quando si convince a muoversi per non fare tardi — tra un discorso e l'altro in stile Smeagol-Gollum —, le scale complottano contro di lei e la costringono a una corsa all'ultimo minuto per raggiungere l'ufficio. Ovviamente fa tardi (rispetto agli altri) e si avvicina a Thalia per non sembrare l'unica sfigata senza amici.

Equipaggiamento
◆ Bacchetta
◆ Anello del Coraggio
◆ Anello Gemello legato a Thalia Moran
◆ Mantello della Disillusione
◆ Piccola borsa a tracolla contenente:
- Decotto al Dittamo (x1)
- Pozione Mors Aparentis (x1)
- Pozione Rinvigorente (x1)
- Guanti dell'Eroe Caduto

 
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view post Posted on 6/3/2018, 23:32
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A_STARA_STARA_STARA_STAR

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Un lungo e lento respiro; quella serata sarebbe iniziata così. In piedi davanti al grande specchio presente nel suo dormitorio, Mike non avrebbe potuto mentire a se stesso. Se in un primo momento era stato l’orgoglio a prevalere, ora si trovava lì, pieno di dubbi e lacerato da un crescente nervosismo. Come avrebbe vissuto quel nuovo incontro? Sapeva a cosa stava per andare incontro e sapeva che, ormai, quello stesso orgoglio non gli avrebbe permesso di tirarsi indietro. Sarebbe andato avanti ancora una volta, per se stesso.
Mentre lo sguardo fissava l’immagine riflessa in quella superficie, la mente già si stava abbandonando verso i ricordi del precedente incontro. Quanto poteva dire di essere cambiato da allora? Certo, quella sera sarebbe partito con un piccolo vantaggio dato dall’esperienza messicana che, seppur traumatica e per certi versi sconvolgente, gli aveva permesso di aprire gli occhi su quel tipo di avventure.
La Storia avrebbe così regalato al Prefetto un’occasione per sviluppare nuove interconnessioni tra gli eventi più importanti del passato e, perché no, anche un’opportunità per mettersi in gioco in una nuova sfida; difficile, dura, ai limiti della resistenza umana, ma pur sempre una sfida.

Da quella riflessione Mike trasse la forza per muoversi da lì dopo aver dato un ultimo sguardo all’orologio. Doveva sbrigarsi se non voleva fare tardi. Da una vicina sedia afferrò così un borsello che riempì con alcune delle sue preziose fialette e, mentre già pensava di dirigersi verso l’uscita della sala comune, un altro paio di manufatti opportunamente selezionati finirono nel suo ristretto bagaglio.
Memore della precedente esperienza, non avrebbe badato più di tanto al vestiario ma, al contrario, si sarebbe diretto all’incontro con la normale uniforme scolastica a cui avrebbe posto solamente un piccola modifica; la preziosa spilla da prefetto avrebbe infatti lasciato spazio all’emblema della Scuola di Atene.
A quel punto, non ci sarebbe stato spazio per nessun ripensamento. Mike abbandonò così i sotterranei e, in completo silenzio, si incamminò verso il nuovo ufficio del Professore. In condizioni normali avrebbe potuto abbozzare una battuta su quella nuova ubicazione, piuttosto scomoda e lontana dai sotterranei, ma la tensione sembrava già molta, a discapito delle apparenze. Immerso nel suo silenzio, quasi non si sarebbe accorto di essere di essere giunto a destinazione e, dopo essersi concesso una rapida occhiata ai Gargoyles, avrebbe proseguito oltre.
Nulla ormai sembrava aver più importanza davanti a quella porta socchiusa; un ultimo respiro per farsi coraggio e, anche il Serpeverde sarebbe finalmente entrato.

Buonasera.
Avrebbe formulato un veloce saluto prima di indirizzare i propri occhi sul gruppetto già radunato in quella stanza. I volti noti sembravano molti e, uno in particolare, sembrò rasserenare il suo animo inquieto. Thalia era infatti già entrata nella stanza ma, prima di rivolgersi a lei, il Prefetto scrutò una seconda volta la figura di un uomo rosso e barbuto che tutto sembrava tranne che in età scolastica. Perché si trovava lì se era già presente un accompagnatore? Si trattava forse di un luminare nel campo della Storia Magica? Ancora qualche attimo e, con ogni probabilità, lo avrebbe scoperto.

Riassunto: Tra una riflessione e un momento di silenzio, Mike si prepara e raggiunge il quinto piano. Sguardo generale verso i suoi compagni di avventura, con un occhio di riguardo verso Aiden.

Mike T. Minotaus
PS: 177 PM: 107 PC: 108 EXP: 19,5
Equipaggiamento:
Fiala Sanguinaria Velenosa (borsello)
Fiala Pozione dell’Illusione (borsello)
Bottiglietta d’acqua (borsello)
Guanti del Minatore
Anello Gemello (permette la comunicazione con Thalia)
Polvere buiopesto (tasca)
Spilla di Atene
Bacchetta

 
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view post Posted on 6/3/2018, 23:41
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Megan Milford-Haven 15 AnniCielo della Luna

Per Megan sentirsi pronta era sempre stato facile, la sicurezza e la fiducia che poneva in sé era tanta, a volte anche troppa, ma in quel momento doveva ammettere di sentire le gambe tremare ed il cuore tamburellarle impazzito nel petto.

Un sospiro strozzato uscì dalle labbra rosee, mentre con delicatezza pettinava le lunghe ciocche brune. Lo sguardo fisso nel suo riflesso, studiava attento l’immagine di una studentessa del secondo anno: una quindicenne con tante responsabilità e tante domande, una ragazzina con la voglia di imparare e di imporsi all’interno delle possenti mura in pietra.

Il viso corrugato dai mille pensieri spegneva gli occhi cangianti della Corvonero, troppo concentrata su ciò che di lì a poco avrebbe affrontato. Le sembrava ieri, invece era passata più di qualche settimana dall’incontro con il Preside e non aveva smesso nemmeno per un istante di pensare alle parole pronunciate all’interno di quella stanza, la curiosità che l’aveva accompagnata e la decisione di prendere parte alla Scuola di Atene.
Esigui minuti la separavano dall’evento e, nonostante l’ansia si fosse attanagliata ad ogni parte del suo esile corpo, non avrebbe mai mollato.

Aveva detto “sì”: una promessa a sé stessa, una parola di fiducia data all’importante figura di Hogwarts e non poteva esserci nulla che rompesse quel “patto”, non sarebbe stato da lei, non si sarebbe mai arresa alla paura di non essere in grado; era stata scelta e doveva esserci un motivo.



Dopo un’attenta congettura, aveva posto tutto l’occorrente nella borsa a tracolla, al suo interno vi erano una sfilza di oggetti probabilmente validi per il suo viaggio, mentre alcuni l’indossava già. Sperava di poterli trovare utili in quell’esperienza, desiderava di poterne trarre perfino il vantaggio da alcuni di essi.



I lunghi passi decisi attraversarono i corridoi dell’antica scuola, la sera era ormai giunta, ed il cielo già scuro dava spazio alle stelle di manifestarsi come piccole macchie luminose sparse, oscurate da qualche nuvola candida; l’ora del coprifuoco era alle porte, ed il castello vuoto faceva da spettatore.
Nel silenzio assordante, Megan continuava la sua lunga camminata, la mole di scale che stava per affrontare non era che un gioco da ragazzi per lei che, abituata alla chiocciola della Torre Nord, ormai affrontava senza troppa fatica. Giunta all’ultimo scalino i due Gargoyle anticipavano l’entrata dell’ufficio del Preside; era di nuovo lì e, questa volta, seppur non fosse in grado di comprendere cosa avrebbe affrontato, riusciva ad avere l’adeguata cognizione di dover fronteggiare qualunque cosa si fosse presentata, con decisione e fermezza, non avrebbe concesso all’ansia di far da protagonista.

A soli pochi centimetri dalle due statue in pietra, poté notare queste ultime lasciarle il varco libero, forse consce di chi avrebbe varcato la soglia quella sera. Si lasciò trasportare dalla scala animata fino a giungere davanti alla grande possente porta in quercia; una leggera spinta al legno socchiuso, qualche passo in avanti e finalmente era arrivata.

«Buonasera.» un cenno del capo accompagnò il saluto cordiale rivolto al Professore, poi orientò un mezzo sorriso ai volti conosciuti. 

Era decisamente sola, non che le importasse qualcosa, ma avrebbe dovuto far fronte ad una sfida personale non indifferente. La collaborazione, per quanto fosse a conoscenza della parte fondamentale che aveva nel lavoro di squadra, non era mai stata il suo punto forte, era da sempre abituata ad agire in solitaria, senza alcun aiuto. Non voleva essere un peso per gli altri, una colpa per delle azioni svolte in modo errato; voleva essere l’unica responsabile dei suoi atti, senza che questi ultimi gravassero su altre persone.
Di sensi di colpa ne aveva avuti abbastanza e non avrebbe dato modo ad altri di farsi largo nella sua mente già tormentata, a patto che questi non fossero necessari. Un mancato coraggio? Probabile, ma non le importava. Nel suo profondo sperava che quell’avventura fosse un’esperienza solitaria.





Inventario:
» Bacchetta - Legno di Ciliegio, Lacrima di Veela,10 pollici, semi rigida (legata in vita)
» Borsa a tracolla medie dimensioni (spalla sx)
» Ciondolo Giada delle Fate (al collo)

» Polvere Buiopesto Peruviana (nella borsa)

» Nanosticca (nella borsa)

» Gigansticca (nella borsa)
» Mantello della Disillusione (lo indossa)


» Ciondolo della scaglia di Drago (al collo)

» Guanti del Minatore (nella borsa)

» Anello Difensivo: Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche da Avada Kedavra, ma poi si spezza. Usabile (anulare mano dx)

» Filtro Sonno Leggero (nella borsa)

Statistiche
PS: 145
PC: 91
PM: 98
Exp: 7,5

Classi incanti
» I Classe
» II Classe
(eccetto Orcolevitas)
» III Classe
(Iracundia, Protego, Arania Exumai, Lacarnum Inflamare, Extinguo, Algor Flamma)


Riassunto
Il post è principalmente incentrato sulle sensazioni di Megan riguardo l'Evento, fino all’arrivo nell'ufficio di Peverell seguito da un saluto al professore e un sorriso rivolto ai presenti.

 
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view post Posted on 7/3/2018, 00:54
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Cadeva.
E non sapeva da quando, non sapeva per quanto. Il buio lo circondava e non ne aveva memoria alcuna, mentre le mani per la prima volta da giorni risultavano ferme, immobili, senza tremare neanche una volta. Avrebbe dovuto sorridere o perlomeno avrebbe dovuto provarci; avrebbe abbozzato anche solo un'espressione di cordiale rilassamento, di quella tranquillità che non riusciva a comprendere come in passato. Ed invece, alla presenza dello Specchio della Vera Apparenza, dono intenso di una Corvonero che non vedeva da più di un anno, Oliver percepiva soltanto il distacco: da se stesso, dal mondo, dai suoi pensieri e perfino dal riflesso che scorgeva, realistico nella sua magia, vinto dalla verità non solo come incanto. Il potere dello specchio metteva a nudo: anima e corpo, anima sul corpo; come in un'estensione l'una dell'altro e viceversa, le ferite nascoste divenivano ora visibili e lo Specchio sembrava godere di quel danno che era in grado di concretizzare. C'era qualcosa di sbagliato e per Oliver la sola consapevolezza equivaleva ad una speranza. Se davvero il suo spirito era così compromesso, non era un caso se in quel momento il proprio aspetto, magico nell'oggetto che ammirava e disprezzava insieme, risultasse tanto maciullato. Sanguinava copiosamente: dal braccio sinistro a quello destro, dall'altezza spalla fino ai gomiti delle braccia e ancora, senza mai fermarsi, marcando l'epidermide un tempo curata, del tutto liscia al contatto, immacolata. Un graffio aveva stravolto l'ordine del petto, che in quell'attimo si alzava ed abbassava al ritmo di un respiro affannato. Non c'era un lembo di pelle non punta dalla sofferenza e quasi dava l'impressione che si trattasse di una ragnatela di ferite. Martire di se stesso, la bocca del ragazzo si schiuse lentamente, spirando un soffio sullo specchio. Il vetro appannato, la testa che girava a dispetto delle mani ferme, Oliver indietreggiò di un solo passo. Quando fu via dallo specchio, ricoperto da un largo maglione ormai dismesso, il Mago si diresse via dal dormitorio, via dalla propria Sala Comune, via dai segreti della sua anima. E per qualche motivo, si sentì meglio.

Fuggire all'attenzione di Pix il Poltergeist, quella sera, richieste più energia del previsto. Al terzo piano il furfante svolazzava come se non ci fosse un domani, al secondo era apparso non appena Oliver aveva svoltato l'angolo, al pianoterra era di nuovo visibile in un baluginio di colori, tempere e sfumature che si alternavano con i bagliori delle torce serali già accese. Soltanto imboccando corridoi su corridoi diversi, conosciuti per l'esperienza di ronde notturne piuttosto comuni alla sua persona, Oliver finalmente si era liberato di quell'ostacolo. E quando la distrazione divenne palese alla sua stessa attenzione, quando ricordò che il nuovo ufficio del Professor Peverell, al seguito della sua nomina a Preside di Hogwarts, fosse stato spostato in una Torre ai piani superiori, per Oliver non restò che mordersi la lingua e ripercorrere la strada a ritroso, a passo rapido. Quando finalmente fu a breve distanza dal luogo di suo interesse, il Caposcuola si concesse un attimo di riposo, in modo da riprendersi totalmente dalla stanchezza accumulata nella discesa e poi salita. Le rampe di scale non avevano giocato brutti scherzi quella sera e tanto sarebbe bastato per far sorridere Oliver in modo positivo, rassicurante, perfino con speranza. Ma non fu capace di abbozzarne neanche un'ombra, a riprova del fatto che qualcosa fosse all'orizzonte, qualcosa fosse dietro l'angolo. Non avrebbe saputo dire né come né quando, non avrebbe saputo spiegarsi se non con una sensazione: partiva dal cuore e sviscerava il suo potere ad ondate in tutto il corpo, coinvolgendo la mente quasi totalmente. Era pronto, tuttavia, per un'avventura che anticipava sorprese e straordinarie rivelazioni, come sempre. Viaggiatore del Tempo, ancora una volta, Oliver fece il suo ingresso nell'ufficio del Preside. Un cenno cordiale al docente, aggiungendo un saluto, fu tutto ciò che disse.
«Buonasera, Sir Peverell. Buonasera a tutti.» Lo sguardo cercò il tramite che avrebbe dato inizio ad ogni cosa: un salto dal Presente al Passato era tutto ciò che chiedeva, per sempre.


Riassunto
Al seguito di un tête-à-tête con il suo stesso riflesso (cfr. unicum Specchio della Vera Apparenza), Oliver scopre di essere sia turbato sia emozionato e senza comprendere il suo stato d'animo pienamente, giunge in ufficio, salutando i presenti.

Statistiche
Punti Salute 245 | Punti Corpo 231 | Punti Mana 248 | Punti Exp 36

Abilità Divinatore | Incanti I, II, III, IV classe.

Inventario attivo

» Bacchetta magica | Spilla Atene
» Pozione Essenza d'Elfo & Annullamento
» Mantello della Disillusione
» Bracciale di Damocle doppio incanto in un post
» Nanosticca rimpicciolisce ad un'altezza di 30 cm
» Rubino di Enrico VII aumenta la vista fino a vedere a 500 m di distanza per due turni

 
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view post Posted on 7/3/2018, 01:38
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William Black
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IV Anno | Serpeverde

L'invito del docente di storia, quell'anno, era arrivato con una certa puntualità. Peverell poteva essere un uomo eccentrico, bizzarro alle volte, ma aveva una sua metodicità, dettaglio che William non poteva che apprezzare. Fin da quando aveva messo piede ad Hogwarts, Black era sempre riuscito ad entrare nell'élite del docente , non senza un certo orgoglio. Per quanto non si facesse altro che parlarne male, alla fine tutti volevano partecipare. Erano esperienza dure, per alcuni fin troppo, per altri troppo enigmatiche ma al momento erano l'unica vera sfida sul campo che quella scuola avesse saputo offrirgli. William poi, aveva partecipato con una certa dedizione, alle volte forse andando fuori dai binari ma sempre con cognizione di causa. Se dunque l'invito via gufo non lo aveva sorpreso, di inaspettato vi fu una dicitura ben chiara, contenente un dettaglio che stravolgeva una delle meccaniche con cui la scuola di Atene si era distinta, fino a quel momento: il caposquadra era già stato deciso. Da che il serpeverde ne avesse memoria, erano sempre stati gli studenti a scegliere la propria guida e quest'ultima a scegliere il vice. Il fatto che Albus avesse cambiato quella formula era forse dovuto a qualche spiacevole avvenimento dovuto alla scorsa spedizione? Sfortunatamente William non aveva modo di ragionarvi troppo su; essendosi separato dal gruppo a circa metà della spedizione, poteva essersi perso eventuali atteggiamenti che avevano portato Toobl e Alistine a costringere Peverell ad intraprendere una nuova strada. Era palese comunque che cambiare formula significasse anche andare in contro a nuovi rischi, in quel contesto, l'avere un leader forzato, avrebbe potuto indispettire i più e spingerli a non ascoltarlo. In altre circostanze la cosa non lo avrebbe preoccupato troppo, ma il nome del capospedizione scritto in quella pergamena era il suo, William Black.
Si chiese se anche gli altri, all'interno del loro invito, avessero avuto la stessa informazione. Conoscendo le dinamiche in cui il docente sceglieva costantemente di muoversi, probabilmente la notizia sarebbe stata una sorpresa per chiunque se non per lui. Mettendosi una mano sulla fronte, si rassegnò all'idea di mantenere la cosa nascosta fintanto che non fosse arrivato il fatidico giorno segnato per l'ultimo incontro de La Scuola di Atene. Non poteva negarlo, l'essere stato scelto da uno dei docenti ritenuti più severi nella valutazione degli elaborati, certo lo lusingava ma allo stesso tempo sentiva il peso di dover trainare un numeroso gruppo di studenti, molti con i quali non aveva mai condiviso neanche lo spazio in biblioteca. Ad ogni incontro vi era sempre qualche nuova leva e le voci che circolavano all'interno della scuola certo non descrivevano Black come il più socievole degli studenti. Come se non bastasse, essere scelto da Peverell significava anche sostenere il peso della responsabilità che ne derivava. Certo ora si aspettava da lui più di quanto non avesse fatto nelle scorse spedizioni e questo gli tagliava via ogni possibilità di separarsi dal gruppo per ritrovare un approccio solitario alla missione. Poggiò la pergamena sul comodino e si distese sul letto del suo dormitorio, incrociando le braccia dietro la nuca e osservando il soffitto chiedendosi se sarebbe stato in grado di gestire quella situazione. Aveva più paura di quei ragazzi che non delle Chimere e delle Ombre che il mondo del passato gli aveva costantemente mandato contro. Strinse i denti e chiuse gli occhi; lo avrebbe fatto, gli sarebbe stato d'aiuto per imparare a gestire una cerchia più o meno numerosa di persone. Prima o poi, del resto, avrebbe dovuto farlo.


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Venerdì sera William fu uno degli ultimi ad arrivare all'interno dell'ufficio. Era la prima volta che tardava, i suoi modi schematici lo avevano sempre portato a rispettare gli orari con una certa rigidità. La disciplina, in quell'occasione, venne meno nel momento nel quale quell'esperienza iniziò a turbarlo. Benché in giro non si facesse altro che dire quanto massacranti fossero le "scampagnate" che Peverell organizzava per loro, Black aveva sempre trovato un masochistico divertimento nell'uscire sempre vittorioso da sfide tanto ardue. A preoccuparlo erano gli sguardi che avrebbe ricevuto nel momento in cui il docente avesse chiarito a tutti quale sarebbe stato il suo ruolo all'interno della spedizione. Fatto il suo ingresso, il serpeverde non sentì la necessità di scusarsi per il ritardo e si limitò a prendere posto li dove vi fosse rimasto spazio. Con il volto immobile e le braccio incrociate, si limitò a spostare lo sguardo di figura in figura, osservando le vecchie glorie e le nuove leve. Oltre al guardiacaccia, quella volta vi era un ragazzo che non aveva mai visto in giro per la scuola e che non aveva l'aria di essere uno studente. Vi sarebbero state due balie? Certo questo la diceva lunga su quanto scadente fosse stato il servizio degli ultimi due accompagnatori. L'ultima occhiata venne lasciata in serbo per il docente che, accompagnato dalla sua fiera fenice, come al solito aveva tutte le risposte alle domande che fluttuavano senza meta nelle menti di tutti, una tra tutte: in quale epoca e contesto storico sarebbero finiti in quell'occasione?

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