A volte il passato ritorna

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Lia Soxilia
view post Posted on 2/3/2018, 08:53





scarnice


Ecate Soxilia O'Connor
26 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]


L
ia sapeva che il Ministero era un posto dall'architettura così straordinaria da far sentire piccoli coloro che l'osservavano, quasi come quella chiese medievali dove l'altezza quasi infinita e la spettacolarità dei giochi di luce di rosoni e delle decorazioni interne facevano sentire piccoli e peccatori gli uomini di quel passato lontano. Non c'era mai stata, tranne quando con suo cugino avevano redatto i documenti per ristabilire il loro legame di sangue e quando aveva annullato il verbale della sua morte; ma allora non aveva fatto caso a quei muri così alti, a quella folla di persone che senza nemmeno pensare si dirigeva verso il proprio ufficio quasi fossero piccole formichine, non aveva notato come la sua immagine si riflettesse sui muri in modo comico e spettrale. Ma Lia alle idi di Marzo stava notando solo quello, immobile in quell'immenso corridoio fitto di andirivieni, dimentica di ciò che era andata a fare nel grande luogo magico. La monumentalità di quel luogo la schiacciava e la entusiasmava contemporaneamente, mentre i suoi occhi osservavano il loro riflesso ripetuto alla ricerca di un'indizio che non fosse lei il riflesso; la sua vita era stata per molto come le increspature in un lago, aveva lasciato che il suo corpo fosse sballottato nel mondo e nella vita da quel piccolo movimento creato dal sasso che lei stessa aveva fatto cadere, ed ora cercava in maniera quasi disperata di capire cosa fosse cambiato: beh, semplicemente le increspature erano finite. La sua vita si era assestata di colpo: aveva ritrovato Vath, si era riunita con la sua famiglia conoscendo la sua sorellina, aveva trovato un'amica e stava cominciando a conoscere l'ebrezza dell'amore o di qualcosa di simile; dopo otto anni stava ritrovando la sua pace... Ma allora cosa la teneva lì ferma? Cosa c'era di così spaventoso in questa tranquillità da congelarla fissando il suo stesso riflesso? Cosa cercava in quella donna vestita di una giacca stretta in vita da una spessa cintura e dai capelli raccolti i cui passi producevano un ticchettio continuo? Cosa mai era cambiato nel suo volto? E Vath avrebbe saputo aiutarla?
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view post Posted on 2/3/2018, 13:35
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Issho
Fuji-Tora
«I ciechi hanno la fortuna di non poter vedere le nefandezze di questo mondo»

► Origine: Mezzo-Sangue ► Età: 44 ► Ruolo: Mago Adulto ► Scheda: Qui

Si trovava ancora nei locali ministeriali il ``vecchio`` Issho. Da poco aveva ricevuto la nomina come dipendente ministeriale alla C.M.I. e aveva stretto amicizia, per quanto strana, con un collega futuro di lavoro. Vagava senza meta nell'atrio di quel ministero, tutto d'architettura surreale e monumentale, per certi aspetti gotico, medioevali in generale. La grande altezza dei soffitti e i dettagli architettonici, sottolineavano quella che ritenesse essere l'anima dell'Inghilterra, elegante, seria, precisa e pragmatica, cosi' come lo erano anche probabilmente i suoi dipendenti che ora, si sarebbero visti girovagare come trottole in tutto lo spiazzale chi in cerca di documenti, chi di persone e chi semplicemente andava e veniva da o verso un ufficio dei piu' livelli della struttura. Di indole la confusione lo avrebbe un po destabilizzato, ma Issho sapeva che avrebbe dovuto imparare a conviverci da quel momento...Non poteva certo chiedere il permesso di non veder girovagare ministeriali all'interno del loro campo di gioco. Con passo cadenzato, pesante e accompagnato dal suo bastone, il grosso orientale avanzava nei meandri di quell'atrio, dalla meta ignota. Cercava di captare quanti piu' dettagli possibili dalla vita frenetica di tutti i giorni lavorativi. E' in questo suo guardare, che l'occhio abilitato alla vista fu sorpreso, quasi scosso, di notare una figura femminile non del tutto misteriosa o ignota. Capelli dorati e raccolti, occhi di ghiaccio, statura minuta in armonia col peso. Mostrava una ventina e passa di anni e vestiva in abiti succinti in vita, dolcemente circondati da una spessa cintura. Pensava e rimuginava, ma non riusciva a collegare. La memoria comincia ad abbandonarmi. Avrebbe pensato fra se' e se'. Si avvicinava poco a poco alla figura di donzella, aleggiante nei suoi ricordi in qualche modo sfocato. Era li', ferma e immobile, forse nel mondo dei pensieri, turbata da qualcosa o intristita da altro. Individua insolita, persa nell'enorme vastità della struttura.... una canna al vento. Una struttura pronta a collassare. Chi diamine era?! Vinto dal desiderio di sapere, conoscere o RI-conoscere, il giapponese prese coraggio e si pose dinanzi alla fanciulla, dove avrebbe esordito subito in madre lingua. Shōjo, anata wa watashi no kioku ni arimasu. Dakara, oboete oite kudasai. (Fanciulla, sei nei miei ricordi. Dunque, aiutami a ricordare). Il tono di voce sarebbe stato quasi sorpreso, supplichevole. Non era di certo il miglior dei modi per cominciare un dialogo con quella che sarebbe potuta essere una perfetta sconosciuta, ma nei suoi tratti v'era la presenza di un frammento del passato, di una ragazzina piu' piccola in Giappone, accolta, ospitata e presa discepola da parte del giapponese che, trepidante, aspettava una risposta esaustiva. L'uso della lingua madre era stato adoperato per eliminar qualsiasi fraintendimento. Male che potesse andare, l'interlocutore non avrebbe carpito nessun senso o significato, dando quindi modo a lui di giustificarsi nel migliore dei modi.



 
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Lia Soxilia
view post Posted on 2/3/2018, 14:32





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Ecate Soxilia O'Connor
26 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]


I
suoi intensi pensieri parvero sciogliersi al sole quando una voce troppo familiare le pose una domanda assolutamente sensata in quella lingua che non usava da almeno quattro anni; non aveva più importanza ciò che l'aveva bloccata davanti al suo riflesso, ne tanto meno il motivo per cui era al ministero, l'unica cosa che importava alla giovane Veela era quella voce che già una volta le era stata d'aiuto come la luce in fondo al tunnel. Mosse piano il volto, a rallentatore come una scena di un film babbano, i suoi occhi ghiaccio ricercavano la figura che la sua mente ricordava anche se probabilmente l'avrebbe ritrovata invecchiata per colpa dl tempo, eppure quella cicatrice cerulea era indimenticabile come il fido bastone che accompagnava l'uomo. "Issho-sama,shiawase sugite shinzou tomarisou da." (Issho, sono così felice che il mio cuore sembra essersi fermato)
Issho, lo avrebbe riconosciuto fra miliardi, eppure non ne aveva mai parlato a nessuno, era come un suo piccolo segreto che taceva forse anche a se stessa; custodiva quel ricordo con tanta foga e ossessione che forse, ora che cominciava a conoscere i sentimenti, poteva dire di nutrire una sorta di affetto rispettoso verso quell'uomo che l'aveva trovata poco dopo lo Shogatsu e quel suo incontro con la Kannushi che le aveva lasciato le pergamene con rivelata la sua nuova natura: era praticamente una ragazzina, una bambina che aveva compiuto una serie di gesti assurdi e impensabili, che era scappata dall'altra parte del mondo e non aveva più nessuno. Certo, da quel momento troppe cose erano cambiate.
"Issho... sono io... Lia." La voce era un mezzo sussurro timoroso, tinto di un'emozione che ancora non sapeva spiegarsi forse dovuta a quel contrasto netto fra il ricordo di lei e quella che era diventata, forse perché non pensava di ritrovare quel pezzetto del suo passato a Londra così vicino alla sua vita di prima e di adesso.
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view post Posted on 3/3/2018, 13:16
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Issho
Fuji-Tora
«I ciechi hanno la fortuna di non poter vedere le nefandezze di questo mondo»

► Origine: Mezzo-Sangue ► Età: 44 ► Ruolo: Mago Adulto ► Scheda: Qui

A ncora non riusciva a realizzare. Rimase fermo li', attonito, immobile, a squadrar con quel suo occhio tutti i dettagli della ragazza. ...Lia? Avrebbe sospirato docilmente, con la sua rauca voce mezza spezzata per via dei sentimenti e pensieri che ora ritornavano a galla. Nella mente, un brain storming, una rapidissima associazione di idee. Si tuffo' nel passato di qualche anno prima, in una Kyoto solitamente piu' in festa, si concludevano infatti le feste della fine dell'anno, lo Shogatsu. Una ragazzina, ``sciolti`` capelli dorati e occhi di ghiaccio, turbata o forse in fuga da qualcosa era stata adocchiata da lui. Un' altra manovra mentale lo avrebbe portato a ulteriori giorni dopo, ospite a casa sua quella stessa ragazzina incontrata, aveva chiesto aiuto, spiegazioni, consigli e poi...Riemerse alla giornata odierna, fissando pallido lo sguardo di lei. Gioia, stupore, un amore che forse era paragonabile a quello provato per i figli. Lo sguardo sensibile di una donna che ti fissa come suo punto di riferimento. Issho era stato in passato il faro di quella ragazza in un mondo che non era il suo, sempre in agguato e pronta a prendersi parte della ragazza. Apprendista e sensei. Avrebbe perso un paio di minuti, sorridendo e ora portando avanti la propria mano destra, ponendola sulla testa di lei. Sei cresciuta tanto, Lia-san. L'avrebbe avvolta in un caloroso abbraccio che l'avrebbe circondata tutta con la sua statura, mentre avrebbe proferito parole. Oggi il tempo è passato dappertutto, nelle stanze, nelle strade, negli alberi. L’unico posto dove non è passato è in quei tuoi glaciali occhi in volto, che mi chiamano allo stesso modo di tanti anni fa. O mia Lia-san. Avrebbe concluso l'affettivo abbraccio quasi paterno, per ricomporsi, mantenendo meglio che potesse la contentezza e l'eccitazione di aver incontrato forse una cara amica in quella Londra per ora scarna di legami. So che ti starai chiedendo cosa ci faccio qui in Inghilterra e so anche che avrai tante ulteriori domande, ma sara' meglio appartarsi da qualche parte in questo immenso atrio. Sai, qui le voci girano molto facilmente. Avrebbe sorriso, mentre prendendola a braccetto, se avesse accettato, l'avrebbe portata in una delle panchine meno centralizzate in quell'ampio atrio che ora si riempiva di ricordi.


 
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Lia Soxilia
view post Posted on 9/3/2018, 11:06





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Ecate Soxilia O'Connor
26 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]


P
er alcuni attimi Lia temette che lui non si ricordasse affatto di lei, di ciò che era avvenuto apparentemente una vita prima, eppure quegli attimi volarono via al suono sospirato del suo nome domandato e a quella mano che quasi paterna le accarezzava il viso con delicatezza: non era la prima volta che lui si comportava così, non era la prima volta che ad occhi esterni parevano padre e figlia, eppure per la prima volta Lia sentì le gote rosee bagnarsi di lacrime che non sapeva spiegare. Lia poteva avere degli occhi gelidi ma dentro aveva il caos dell’inferno, in quel turbinio di emozioni che per lei restavano un mistero sapeva con una stoica certezza che ritrovare Issho che ancora la trattava con affetto era un colpo che il suo cuore non era in grado di reggere. Era come sentire che finalmente poteva perdonarsi, che quel suo fuggire disperatamente che non aveva ammesso a nessuno nemmeno a sé stessa era finito: era scappata dall’Inghilterra e dai suoi genitori, ora aveva ritrovato la sua famiglia allargata e stava lavorando proprio a Londra; era fuggita dalla sua vita e dalla sua morte, ora era fiera del suo nuovo essere; era fuggita da Issho e da quello che credeva essere, ora aveva scoperto che lui era arrivato da lei. Nei suoi occhi di ghiaccio che lo fissavano dal basso come fosse ancora una bambina il ricordo passava come un film a colori: ricordava perfettamente come lui l’avesse accolta ancora sconvolta e dispersa quando ancora non capiva il suo nuovo essere, ricordava come l’aveva aiutata ad imparare la cultura del posto, ricordava perfettamente come l’avesse aiutata ad entrare come tirocinante in quell’ospedale e di come l’avesse spronata a dare il massimo, ricordava quella sera prima di scappare…
Quella sera seduti l’uno vicino all’altra a guardare il tramonto di una sera estiva, stavano parlando di quanto fosse tranquillo quel villaggio dove viveva Issho e di alcuni concetti che ancora non capiva la ventunenne Lia, la brezza fresca faceva appena muovere i capelli sciolti e molto più lunghi della ragazza che si era appoggiata alla spalla dell’uomo accoccolandosi mentre il suo animo capiva che amava tutto quello; era una cosa così semplice che razionalmente Lia non sapeva dire cosa avesse di speciale eppure non poteva non ammettere che tutto quello era la cosa più bella che avesse mai vissuto. Nel capirlo aveva alzato il viso davanti a quello dell’uomo convinta che fosse quella la cosa giusta da fare,aveva socchiuso gli occhi e memore di una delle spiegazione che le aveva dato Issho aveva detto poche parole ” Anata wa watashi no Ikigai desu, Issho-sama(Tu sei il mio Ikigai-> il motivo per cui mi sveglio al mattino)” Si era protratta verso di lui per concludere quel momento come aveva visto fare da due innamorati in ospedale qualche giorno prima e che aveva creduto giusto imitare in quel momento e con Issho…
Poi aveva voluto dimenticare cos’era successo le faceva male, ricordava di essere fuggita il mattino dopo il più lontano possibile dal Giappone e da Issho, diretta in Italia pur di dimenticarsi di ciò che aveva fatto. Non era mai successo.
Sono solo un po’ più vecchia, Issho-sama…”Quando Issho l’abbracciò Lia si riprese dal ricordo e quelle lacrime che le avevano bagnato il viso le fece sparire con un gesto rapido, nonostante tutto era ancora molto orgogliosa quella bambina un po’ cresciuta: si il tempo era passato ovunque tranne che nei loro occhi. Ricambiò l’abbraccio stringendosi ad esso come il vento caldo avvolge i fiori di ciliegio in Giappone che tanto Lia aveva imparato ad apprezzare. “Sei stato tu ad insegnarmi il concetto di Nankurunaisa, non mi avevi detto che però il tempo cambia le persone…” Non c’era rimprovero nelle sue parole, ma quell’amorevole dimostrazione della sua crescita non solo fisica ma bensì più caratteriale.
L’uomo le aveva sorriso e l’aveva invitata a braccetto a sedersi un po’ in disparte per evitare di far parlare troppo di loro, certo se Lia non si fosse persa nei ricordi avrebbe sicuramente fatto lo stesso soprattutto perché non sarebbe stato molto felice suo cugino Vath di farsi pubblicizzare dalla giovane cugina in atteggiamenti intimi con un uomo di molto più grande; Issho sembrava volerle raccontare ciò che era accaduto per portarlo lì e lei era entusiasta avrebbe voluto così tanto che Vath e Nixy e Colin lo conoscessero. “Issho-sama, so bene che qui anche i muri hanno occhi ed orecchie… E non credo che il mio caro cugino Vath mi perdonerebbe facilmente se le voci si spargessero.” Un sorriso felice mentre si accomodavano sulla panchina mentre il mondo del ministero continuava la sua vita quasi ignaro di quei due anarchici.
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view post Posted on 9/3/2018, 12:33
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Fuji-Tora
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► Origine: Mezzo-Sangue ► Età: 44 ► Ruolo: Mago Adulto ► Scheda: Qui

E cosi' come un fulmine cade giu' dal ciel sereno, cosi' successe all'interno dell'atrio ministeriale...nuovamente. Mr. Vath e' tuo cugino?! Questo si che e' divertente. Esordi' a tono elevato, ricomponendosi subito dopo e sorridendo alla ``ragazzina`` dei suoi felici ricordi giapponesi. Credo avro' assegnato l'ufficio accanto al suo...un tipo particolare il biondo orgoglioso. Forse riusciva a farsi un quadro leggermente piu' chiaro di quello che era stata la vita di Lia, di come quella ragazzina il giorno prima, al tramonto, felice e spensierata riusci' a trovare la forza di un gesto estremo che il giorno dopo, nell'anonimato, l'avrebbe portata a ``scappare`` via dal Giappone. Presero posto sulla panchina; v'era molto spazio fra loro e i dipendenti che nel loro via-vai si muovevano come formiche nei locali dell'istituzione. Non pote' non notare le lacrime appena asciutte in volto della fanciulla glaciale, quasi debole caratterialmente, confusa, ma piena di orgoglio...doveva essere una cosa di famiglia a questo punto. Gia', Nankurunaisa...non ti dissi che cambia le cose perche' ricordo di aver detto ``sistema`` ogni cosa. Noi alla fine dei conti non siam che ``altre cose`` con ``altre`` qualita', sensazioni, carattere, ideologie e volonta'. Sorrise calorosamente solo come lui riusciva a fare verso a chi provava affetto, per poi continuare. Sai, Lia-san...E' proprio quel concetto di sistemazione delle cose che mi ha portato in Inghilterra. Quel giorno, durante il tramonto, l'ultimo giorno, ho sentito, percepito qualcosa nel mio animo che non son riuscito a identificare fino a qualche mese fa. Sicuramente tutte le mie idee ideologiche sulla politica interna e estera hanno contribuito, cosi' come i miei studi sulla lingua, pero' solo giorni fa son venuto a capo dell'inghippo. Sospiro', fissando ora il vuoto, un punto morto della zona, poggiato sul suo bastone. Io odio lasciare le cose a meta'. E quel giorno, quando sei andata via, il mio animo era in subbuglio perche' non avevo completato il mio percorso insieme a te. Tossi' per schiarirsi la voce rauca per ritornar nel mondo terreno con i sensi e rivolgersi alla donna, dandole un amorevole e delicato colpo in testa col bambu'. Sicuramente avrei dovuto aiutarti con questo tuo problema d'orgoglio. Avrebbe detto ironicamente a seguito del colpo, per continuare. Poi forse sarei dovuto fuggire insieme a te. Nelle avventure, gli aiutanti del protagonista delle loro storie son i primi a dover sacrificarsi per il compimento dell'obiettivo. Io mi ricordo di una Lisa-chan inesperta, spaventata e nel caos. Ricordo anche i suoi momenti felici, i suoi apprendimenti con me sulla vita. Ricordo infine la sua richiesta di aiuto, della mia partecipazione e del tramonto estivo...ma non ricordo di averti cercato o aver continuato con te la nostra avventura. Tu avevi ancora il tuo obiettivo da portar a termine,capire chi sei e cosa non sei...cosa vuoi o non vuoi. Poggio' le sue grosse spalle sullo schienale della panchina, quasi addolorato, per riprender. Io, da aiutante del ``tu`` protagonista, non ho continuato la storia. Ho sempre pensato che fosse la tua scelta, forse era bene cosi', forse un tuo desiderio. Non mi son soffermato a rimuginarci sopra...ho digerito subito il problema. E' vero, sei stata poco in Giappone, forse mi ero affezionato troppo presto come un padre ai suoi figli, ma rimane il fatto che il mio, forse, e' stato un comportamento egoista e menefreghista. Da qui riesco a spiegare il fremere del mio animo che non son riuscito a capir a cosa fosse dovuto fino a qualche minuto fa. Questo e' un peccato che forse da oggi posso cominciar a redimere. Sorrise un'ultima volta, mentre fissava nuovamente dritto negli occhi della ragazza. Era sempre stato innamorato dei suoi occhi, avevano un carisma non indifferente: innocenti, forti, delle volte spettrali e specchio della sua anima. Ogni volta che li guardava, partiva in automatico la sua mano destra a scombinarle i capelli. Era un monito, la mano del sen-sei. Ora sei qui, quindi non vedo perche' non dovrei rientrare nei panni dell' aiutante eheeheh. Decise di risollevare l'atmosfera che si era fatta un po triste, smorzando il discorso. Anche questo si sistemera', come abbiamo studiato. Dopo tutto sono il tuo...come dicesti... a si, Ikigai, no?Come era solito fare, di carattere, avrebbe subito lanciato una domanda quasi imbarazzante alla fanciulla, per non tornare piu' su quei tristi pensieri. E soprattutto....hai trovato, come dicono qua, un Boyfriend?

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 15/3/2018, 15:44





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Ecate Soxilia O'Connor
26 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]


I
ssho era rimasto quasi piacevolmente colpito dalla parentela che Lia aveva appena palesato, almeno quanto lei era rimasta sorpresa del fatto che l'uomo si ritrovasse a lavorare proprio accanto al cugino: "Così hai già avuto modo di conoscere una parte della mia famiglia, Issho-sama, mi aspettavo almeno di poterteli presentare prima io."
Seduti su quella panchina nuovamente insieme, Issho le spiegò che il tempo sistemava le cose cambiandole e lei lo aveva appreso bene ora più che mai lo sentiva suo come concetto, eppure se quella sera il tempo li aveva allontanati creando nella giovane quell’illusione edipica che l’aveva portata ad agire in maniera quasi infantile ora l’uomo sembrava sentirsi in colpa per averla lasciata fuggire. Da come le stava spiegando si era sentito come il grillo parlante o la fata madrina di Lia a quel tempo che però l’aveva abbandonata quando lei era fuggita, insisteva quasi sul fatto che lui avrebbe dovuto esserle d’aiuto e sacrificarsi per primo eppure così non era stato; Lia aveva sorriso massaggiandosi la testa quando il bamboo le aveva colpito la testa e gli aveva rivolto una linguaccia come una bambina offesa, eppure ascoltava quella sorta di racconto di come Issho avesse visto la loro storia. Era così strano vedersi con gli occhi di lui e pensare a come fosse cambiata nel tempo. Lui si era sentito un egoista, aveva accettato la sua partenza subito senza troppi problemi e quella cosa aveva in parte ferito e rabbuiato la giovane Veela però sapeva che poteva essere così: lei in fondo era andata via, non era nulla per lui tranne che un peso a cui insegnare.
Lia gli prese una mano fra le sue e cercò di fargli capire che non aveva nulla da cui redimersi: “Issho-sama, ero una ragazzina giovane molto più simile ad una bambina che stava cercando di capire come adattarsi al mondo dopo quella decisione che l’aveva cambiata… Ero una ragazzina innamorata del suo insegnante e scappata per la vergogna di qualcosa che non ha ancora compreso… Ma non sono più quella ragazzina, ho viaggiato tanto e ho deciso di riappropriarmi della mia vita, di tornare a casa e ritrovare mio cugino e i miei genitori, ho capito che per conoscere nel modo più completo devo vivere quelle emozioni che vedevo negli occhi di altri… Non ti devi perdonare di niente mio Issho-sama, a volte anche gli aiutanti devono lasciare il protagonista combattere da solo perché impari a cavarsela. Io ci sono riuscita e la vita mi ha regalato una splendida sorellina e un’amica meravigliosa.” Lia era stata decisa nel suo discorso e non aveva lasciato gli occhi del suo sensei per nemmeno un istante, eppure la mano di lui le aveva scombinato i capelli e lei non aveva sentito quella rabbia che aveva imparato essere del demone celato.
L’uomo le aveva ricordato la parola, il concetto, con cui lei aveva cercato di dirgli molto tempo prima quei sentimenti che credeva di provare e che ora sapeva essere solo un grande affetto; Lia sorrise e alla domanda sul suo ragazzo, boyfriend come aveva detto Issho, aveva appena sorriso: no, Maurizio non poteva considerarsi tale anche se era piacevole starci insieme. “Issho-sama, non ho ancora trovato il mio vero Ikigai, ma ho capito che forse prima devo capire meglio come funziona la socializzazione… Infatti sto uscendo con un ragazzo. E tu invece, hai trovato la tua compagna?” Aveva imparato a scherzare e a provocare e in quell’occasione Lia aveva voluto proprio fare quello.
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view post Posted on 16/3/2018, 15:30
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Issho
Fuji-Tora
«I ciechi hanno la fortuna di non poter vedere le nefandezze di questo mondo»

► Origine: Mezzo-Sangue ► Età: 44 ► Ruolo: Mago Adulto ► Scheda: Qui

Ma tu guarda questa scapezzata di un'allieva eheheh. Rise di gusto all'ironica provocazione della donna dai capelli dorati. Era quasi uno strano fenomeno assistere per lui a una sua scenata in quei toni e sentimenti ,non era mai stata una ragazza tale, sempre spenta, su un altro mondo e confusa, ora appariva come spavalda, decisa, motivata e sicura, oltre a esser felice e riconoscente per certi aspetti al giapponese. Dal mio canto non mi son mai messo in cerca, ne ho mai abboccato a qualche avance...Son un lupo solitario sotto quel punto di vista e l'eta' credo che oramai sia leggermente avanti per permettermelo. Ma sai una cosa? Sto meglio cosi'. Tu invece hai detto di aver appena aperto il mondo alla socializzazione ? Bene. Sorrise, vedendo sempre negli occhi di lei quella ragazzina viaggiante in Giappone. Era veramente stupefacente il come fosse mutata in cosi' relativamente poco tempo ed era altrettanto interessante il come cambio' i modi di affrontare la vita. Ricorda bene Lia-san, che adesso che hai la famiglia accanto, amici e futuri amori, non aver paura di aprirgli l'animo in situazioni difficili e dolorose. Il dolore può badare a se stesso, ma per capire il pieno valore della gioia bisogna avere qualcuno accanto con cui condividerla. Condividere, in amore, non significa tenere il bilancio di chi fa questo o quello, di chi fa più di un altro. Vi sono momenti in cui dobbiamo dare di più di quanto riceviamo, ma ve ne saranno altri in cui avremo bisogno di ricevere più di quanto saremo in condizione di donare. I legami sono tutto e oserei dire la risposta a tutto. I Kami ci hanno dato due mani, una per ricevere e l’altra per dare. Non siamo cisterne che accumulano; siamo canali che condividiamo. E' questo quello che reputo il piu' grande insegnamento. Si sistemo' meglio sullo schienale della panchina, distogliendo ora lo sguardo dalla ``studente`` per fissare l'immenso atrio ministeriale da una posizione piu' in disparte. L’abbondanza combinata con il``ciascuno per se`` produce miseria, mentre la condivisione, anche nella frugalità, produce la soddisfazione di tutti, cioè la gioia di vivere. Questo deve essere il compito della retta e giusta persona. Chi non sa condividere è malato nelle sue emozioni. Quindi.... col sorriso stampato in faccia si rivolse un'ultima volta alla ragazza, cercando di nascondere quanto piu' possibile l'aria dello scherzo. Voglio conoscere questo ragazzo. Mettergli in chiaro qualche cosa! Sbuffo' reggendo a malapena. E soprattutto, usciamo da questo posto che non ne posso piu' per oggi di confusione. Andiamo a bere qualcosa qui fuori. Sorrise e si alzo', impugnando saldo il suo bambu' e porgendo la mano con fare galante alla ragazza per accompagnarle l'alzata. Decidi tu dove andare...son poco pratico.

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 7/4/2018, 17:38





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S
i vedeva che lui non la riconosceva in quel suo nuovo esporsi, si vedeva che la trovava cresciuta e cambiata, si vedeva così bene che Lia quasi si sentì spaesata e orgogliosa di sé stessa eppure quanta strada e quante vite aveva dovuto abbandonare per arrivare a quel bellissimo punto. Issho si considerava troppo vecchio per trovare il suo Ikigai eppure Lia sperava che un giorno ci fosse anche per lui quel dono che la vita faceva, non sapeva ancora come la vita scegliesse a chi donarlo ma avrebbe trovato una risposta.
Issho sarebbe sempre stato il suo insegnante e il suo primo vero legame affettivo, era più di suo padre e stranamente meno di suo cugino per cui nutriva affetto anche senza comprenderlo a pieno. "Dolori... Issho-sama, ma perché condividere il dolore? Non faccio più male a condividerlo? Mi sembra strano doverlo condividere mio sensei." Lia era perplessa e lo guardava come si guarda chi ha la fonte delle risposte alle domande più arcane, eppure il viso di Mireen la fece riflettere fino a farle raccontare del loro incontro. "Quando incontrai la mia nuova amica dividemmo una fetta di torta, lei non voleva mangiarla da sola perché le ricordava la perdita di una persona a lei molto cara ed io accettai,parlò di ciò che le era successo e mi chiese del tatuaggio di cui non parlava da prima di incontrarti Issho-sama. Quando le dissi cosa avevo fatto mi abbracciò, mi disse che voleva sapere tutto perché più sapeva più poteva renderci più normali. Parlammo di queste nostre ferite, ma non ricordo di essere stata male. In realtà non so nemmeno perché ad una ragazza appena incontrata ho raccontato tutto." Lia sorrise. Solo in quel momento, mentre pronunciava quel racconto che non aveva un reale collegamento con ciò che le diceva il suo sensei, Lia capì quello che Issho e che i Kami volessero dire: non aveva solo condiviso con qualcuno il suo più grande dolore ma facendolo aveva trovato un'amica e scoperto un'emozione; negli anni in Giappone Lia aveva appreso i fondamenti di due grandi religioni che si mescolavano e si separavano continuamente, li aveva imparati come se fossero solo storie senza un valore ma in quel momento capì una delle quattro affermazioni. "I kami ci ricordano di proteggere e mantenere in armonia la nostra famiglia e di non cadere in atti egoistici, perché nello Shinto non vi è posto per l'egocentrismo... Non ci avevo mai pensato, Issho-sama... Sono stata così egoista con la mia famiglia quando scappai... Anche tornare è stato un gesto egoistico... Ho provocato dolore, però negli occhi di mio padre e della mia sorellina ho trovato un'amore che non ha senso... Un po' come quello che è successo fra me e la mia amica... Intendevi questo con la condivisione del dolore, Issho-sama? Permettere agli altri di vedere il nostro dolore e a noi di vedere il loro?" Aveva ancora molto da imparare la giovane Lia e una lunga vita per poterlo fare. Poi il suo maestro le fece un buffetto che la fece ridere, voleva incontrare Maurizio per metterlo ben in guardia e Lia lo trovò assolutamente poco serio come comportamento, ma la divertiva: trovarlo e ritrovarsi era qualcosa che stava cominciando ad apprezzare.
Era arrivato il momento di uscire e finalmente fargli vedere un po' cosa riservava Londra ad occhi stranieri; Lia lo prese per mano come una bambina che trascina alle giostre un genitore e lo accompagnò fuori verso il suo luogo preferito e che forse anche Issho avrebbe apprezzato. "Qui vicino dove abito c'è un parco bellissimo con un piccolo gazebo bianco con qualche sedia e un roseto, è il posto più bello di Londra e poi c'è Diagon Alley devi assolutamente vederla Issho-sama, te ne innamorerai!"
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view post Posted on 12/4/2018, 11:35
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«I ciechi hanno la fortuna di non poter vedere le nefandezze di questo mondo»

► Origine: Mezzo-Sangue ► Età: 44 ► Ruolo: Mago Adulto ► Scheda: Qui

Ascolto' con gioia la brevissima storia della discepola circa l'aprirsi al dolore, al condividerlo e a scoprirne cose. Se prima sembrasse titubante sul senso, la ragazza stessa riusci' a trovare il nodo della matassa mentre lo esponeva. Esatto Lia. Aprirsi a tutto rende le persone libere di accettare e resistere a tutto. Chi si apre al dolore, apre anche alla felicita' di qualche momento. Non a caso i discorsi si riducono sempre a bene o male, a Ying e Yang, uno che genera l'altro e alla luce e all'ombra. I sentimenti umani sono controversi, uno il contrario di un altro e uno presupposto dell'altro. Chi scopre cio', chi lo capisce, e non e' semplice, diventa una roccia. Sorrise, mentre guardava il volto scaltro di lei alla battuta sul ragazzo. Ora la ragazza lo prendeva per mano, incitandolo e avanzando con impeto e molta voglia per mostrargli un bel posto di Londra e Diagon Alley, che riteneva fossero luoghi stupendi e tappa fondamentale. A si eh? Diagon Alley ho gia' avuto modo di conoscerla, potremmo andare diretti a questo parco mia cara. Si aiutava col bastone mentre la fanciulla faceva da guida. L'atrio del ministero era oramai alle spalle, il sistema di ascensori li avrebbero riportati in superficie e la giornata sarebbe trascorsa all'esterno ora, in uno spazio di tempo fermo e tornato al passato, ai ricordi della ragazzina con il giovane sul campestre Giappone nei giorni di fioritura dei ciliegi. L'aria fresca, il vento docile e la luce chiara di quella terra, aveva impresso a calce nella mente dell'omone il ricordo di quelle giornate spensierate e felici e da questo stato di simil zen, fu portato con i piedi per terra dalla vista del panorama ora difronte a lui. La camminata sosto' dinanzi a un verde e fiorito parco, dal gazebo centrale in bianco panna con un roseto che vi si arrampicava con delle sedie intorno come postazione di riposo. Era uno spettacolo. Anche il clima aiutava quella giornata, solare e splendente, atipico per Londra. O mia cara. Non ho mai scovato quest'angolo di paradiso. Sorrise ulteriormente mentre si grattava il capo. Contrariamente a prima, fu lui ora a prender il via con il suo passo pesante per prender posto sotto quel magnifico gazebo e annunciare alla ragazza. Ricorda Lia, l'uomo che si e' assicurato il controllo sulla natura, ha ampiamente superato il controllo su se stesso. Sai a cosa mi riferisco. Butto' li' una domanda riflessiva molto soggettiva e personale. Era l'ora di osservare la qualita' di pensiero maturata, nuova e intrigante della sua allieva a distanza di anni. Era cresciuta tanto, in tante cose e non poteva non mettere ora alla prova le sue nuove assimilate lezioni personali e del tempo. Tutti vogliono tornare alla natura ma nessuno vuol andarci a piedi.


 
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Lia Soxilia
view post Posted on 7/5/2018, 14:57





scarnice


Ecate Soxilia O'Connor
26 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]


R
egent's Parck era bellissimo in quella luce del pomeriggio, Lia amava come la luce cadesse fra le fonde degli alberi e colorasse di vita quel posto, le era sempre piaciuto; era per quello che quando aveva deciso di tornare aveva invitato Vath proprio lì, eppure ora le ricordava solo che lei non avrebbe mai avuto la fortuna di lui: chi ma si sarebbe innamorato realmente di lei? Era una Veela, una creatura ingannevole e affascinante che giocava con i sentimenti umani; poteva mentirsi quanto voleva ma anche Vath cadeva al suo incantesimo e Maurizio sicuramente si era sciolto solo per quello. Chi mai poteva volere accanto un mostro come lei?
"Issho-sama... Come fate voi a non cadere sotto l'inganno del mio essere?" lo aveva chiesto, alla fine dopo anni di tacito silenzio dove non aveva osato lo aveva chiesto.Aveva bisogno di sapere che c'era un modo anche per lei di provare e di conoscere quel mondo che Vath e Maurizio sembravano aver conosciuto, altrimenti avrebbe dovuto rassegnarsi e forse sarebbe finita come il dottor von Kraus suo collega con cui aveva avuto il piacere di parlare. Ora che i sentimenti l'avevano contaminata, Lia faticava a passare le serate come faceva ad Hogwarts e ci aveva provato: non lo aveva detto a nessuno, nemmeno a Vath, ma negli anni passati aveva cominciato a capire che quando nelle sere della sua adolescenza spariva dalla scuola per lasciare che la sua mente si liberasse e si aprisse a nuove tesi la scelta che compiva non era esclusivamente per pura conoscenza; a quel tempo non lo capiva, ma dopo aver lasciato il Giappone aveva scoperto che se andava in un locale in suo interesse si manifestava identico e ciò l'aveva lasciata scombussolata per molto fino a che non aveva trovato Silia.
Forse era proprio questo di cui parlava Issho in quella sua domanda di pensiero. Lia non sapeva se era giusto ciò che stava per dire, eppure sentiva che era la sua risposta. "Jones Issho-sama... Non so se ciò che diceva fosse giusto... Credo molto di più che colui che trova il controllo di sé stesso abbia trovato il modo per relazionarsi e riconoscersi nella natura, figlia dell'Iperuranio tanto quanto l'uomo. Ed è per quello che osservando opere e natura il nostro spirito si smuove consapevole di riconoscersi in idee. " Le era caro quel tema, soprattutto perché ultimamente aveva scoperto che avrebbe dovuto lottare molto contro sé stessa per ottenere il controllo.
PS: 168 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 25


 
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view post Posted on 7/5/2018, 23:05
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Issho
Fuji-Tora
«I ciechi hanno la fortuna di non poter vedere le nefandezze di questo mondo»

► Origine: Mezzo-Sangue ► Età: 44 ► Ruolo: Mago Adulto ► Scheda: Qui

Interessante... Penso' ad'alta voce, mentre ora lentamente si grattava la basetta destra, come se fosse pronto a un ulteriore meditazione, nonche' lezione alla studente che gli era accanto ora seduta. Vedi bene Lia-chan, relazionarsi alla natura e riconoscersi in essa e' un'ottima chiave di interpretazione della vita, anche quando e' complicata. E' inutile opporsi alla vita, ai problemi in generale. Accettare significa abbandonare le ragioni e il dolore in fondo all'anima, questo è il prezzo della saggezza. Sei sicuramente piu' saggia adesso, messa a confronto di anni fa. Sorrise, mentre si alzava un fresco alito di vento che andava a smuovere i capelli di lei dorati, come un battesimo della natura sulla propria creazione, la donna. Controllare la natura sarebbe un errore. Contrariamente, bisogna intercettarla e cavalcarla. Mantieni integra la tua mente, la tua anima, il tuo spirito per risolvere ogni conflitto interiore. Cio' che la natura e' in te, dunque, accettala e risolvila pacificamente seguendone la scia. Stabilire quella relazione con la natura che dicevi tu, mia cara, aiuta ad alimentare quella forza nel resistere, accettare e vivere la natura stessa delle cose, esterne e soprattutto interne, che noi individuiamo in quei conflitti spesso impossibili, superficialmente parlando, da combattere. Sosto' un attimo il proprio monologo, osservando il vuoto del verde difronte a loro. L'odore, piu' profumo, proveniente dai fiori nei pressi del luogo appena scoperto, lo aiutavano ad affrontare quello che era il rimorso nel non aver avuto possibilita' e forza, negli anni passati, di far questi discorsi all'allora ``piccola`` ragazza, basilari e forse fondamentali per chi era in cerca di aiuto. Il vento cesso' ora di soffiare le sue fresche brezze. Lo sguardo dell'orientale,invece, riprendeva vigore e animazione, andando a fissare gli occhi splendidi di lei, finendo di pronunciarsi in quella quasi ``noiosa``, probabilmente dalla parte della ragazza in ascolto, lezione fine a se stessa. Ti accorgerai di quanto tu possa essere forte, indomabile, eroina e giustiziera mia Lia-san. Cambio' ora il titolo onorifico della studente. La vide cresciuta e maturata e quindi gli spettava una maggiore onorificenza. Scopri, accetta, relazionati alla tua natura e diventa forte. Un ultimo invito del giapponese, con la voce rauca, profonda ma leggermente piu' alta ando' a terminare il discorso. Subito a contornare l'invito, si alzo' per pochissimi istanti un forte vento funesto, quasi preoccupante per la gente che era nei pressi, come se fosse passato un piccolo ``tornado`` per quel posto paradisiaco. Il fermo, silenzio totale, il nulla. Solo uno sguardo fisso fra i due. Quasi un giuramento

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 15/5/2018, 16:41





scarnice


Ecate Soxilia O'Connor
26 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]


L
ì seduti su panchine di legno il suo sensei aveva ancora da insegnarle con quei modi che avevano fin dalle chiacchierate sulla veranda della casa giapponese; erano passati anni e lei era ancora la piccola allieva pronta ad imparare. Stava ascoltando il suo sensei e gli avrebbe risposto se l'aggeggio babbano non avesse suonato distraendola: un messaggio da Vath le comunicava che il loro appuntamento per pranzo era confermato e non poteva mancare assolutamente, ecco cos'era andata a fare al Ministero prima di incontrare Issho. Ricordò la telefonata con il cugino che la invitava a pranzo per farle un annuncio stupefacente e lei era voluta andare al Ministero prima per poter passeggiare con lui prima del pranzo. Poi aveva perso il contatto con la realtà e aveva ritrovato il sensei perdendo di vista quel pranzo importante.
Lia si alzò di scatto fissando il cielo luminoso con un sorriso, poi si rivolse al maestro facendogli un leggero inchino rispettoso come aveva imparato anni addietro. "Issho-sama, resterei ancora a parlare ma il mio caro cugino mi attende, credo voglia informarmi di qualcosa di grande. Spero di rivedervi presto." Poche parole dette col sorriso poi era corsa via in direzione del ristorante lasciando che la scia di capelli biondi risplendesse al sole: Issho non le aveva risposto riguardo la sua maledizione, eppure Lia sapeva che non esistevano immuni.
PS: 168 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 25


 
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12 replies since 2/3/2018, 08:53   177 views
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