Time is a Joker, Quest di crescita Arya Von Eis

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Arya Von Eis
view post Posted on 7/4/2018, 15:09




Il tempo scorreva sempre in modo particolarmente bizzarro, ovviamente, pensandoci razionalmente, era indubbio che un secondo fosse sempre un secondo, che un minuto fosse sempre un minuto, un’ora sempre un’ora e così via, ma sotto un punto di vista più soggettivo, più emotivo, ogni istante pareva avere valenza diversa e così trascorrevano i giorni, alcuni più veloci, più frenetici, altri, come quello in corso, più lenti, eterni, noiosi, così noiosi che la noia sembrava pervadere ogni fibra del suo essere.
In realtà non era un giorno diverso da tutti gli altri, probabilmente quello stato era dovuto alla frenesia di quelli precedenti, le lezioni, lo studio, qualche faccenda extra, la luna piena, il tutto l’aveva così tanto tenuta occupata che, ora, in quella tranquilla giornata senza impegni, senza obblighi, si sentiva particolarmente vuota.
Per una strana coincidenza di eventi non aveva lezione, solo una, più tardi, molto più tardi e la cosa, nei giorni precedenti, le aveva sollevato il morale, si sarebbe potuta intrattenere sotto le coperte più a lungo, si sarebbe potuta dedicare a ciò che più le piaceva senza dover correre a destra e a sinistra, ma, ora, non pareva più così entusiasmante.
Era quasi ora di pranzo e sotto le coperte ci stava solo per noia, giusto perché non aveva trovato di meglio da fare, magari si sarebbe potuta alzare per andare a mangiare qualcosa, fare due passi in giardino, insomma, qualsiasi cosa, ma la voglia faticava ad arrivare.
La situazione non mutò minimamente per il resto della giornata, solo l’arrivo di quell’unica lezione le diede un minimo di energie, con calma, senza troppa enfasi, indossò ordinatamente la divisa, il che, già di per sé, doveva esser sintomo di noia, di solito andava sempre così di corsa che già era tanto se si ricordava tutti i pezzi, figuriamoci il metterli pure tutti in ordine, ma quello era un dettaglio che pochi avrebbero notato.
S’incamminò su per le scale, raggiungendo l’aula, una lezione tranquilla, ma che, per lo meno, le aveva riattivato qualche neurone, così, approfittando di quella ritrovata energia, decise di rintanarsi in biblioteca, il dormitorio l’aveva annoiata abbastanza, non far nulla per non far nulla, per lo meno aveva la speranza di una qualche ispirazione fornita da quella montagna di libri, per un semplice calcolo delle probabilità, almeno uno, uno tra tutti, avrebbe dovuto attirare la sua attenzione e la sua curiosità.
Non fu esattamente così, ma si tenne occupata comunque, finì ciò che le restava per il giorno seguente e senza troppe speranze iniziò una caccia al tesoro a ogni volume in cui si facesse riferimento ai licantropi.
Erano passati anni da quel primo spiacevole incontro, ormai si poteva presumere che conoscesse bene ogni sfaccettatura di quella maledizione eppure era convinta non fosse così, come per tutto, era sicura che ci fosse sempre qualcosa da imparare, qualcosa di nuovo da scoprire, qualche dettaglio, qualcosa in cui ancora non le era capitato d’imbattersi e, onestamente, non le sarebbe dispiaciuto esserne leggermente informata prima.
Storcendo leggermente il naso pensò che poteva esserci una via più semplice, magari non onnisciente, ma di sicuro più informata ed esperta di lei, ma era troppo orgogliosa per rivolgersi a chi l’aveva messa in quella situazione, così, con tutta l’ostinazione di cui era capace, continuava a spulciare ogni singolo tomo, senza però soddisfacenti risultati, tutto sapeva di già letto, di già visto, di già vissuto, nessuna nuova nozione, che davvero avesse esaurito la sua conoscenza? Poteva davvero essere che conoscesse già tutto ciò che c’era da conoscere?
Scosse il capo, era convinta di no, nessuno poteva avere una tale presunzione, men che meno lei.
Di nuovo il tempo le giocò un brutto scherzo, o forse non poi così brutto, al contrario di quanto successo nella prima parte della giornata, quelle ultime ore erano passate fin troppo velocemente e, presto, si rese conto che la biblioteca si era svuotata, solo poche anime, in procinto anch’esse di abbandonare quel luogo.
Diede una rapida occhiata all’orologio, il coprifuoco si avvicinava, forse era il caso di riporre il libri al loro posto e di tornare in sala comune, mentre ricercava la loro esatta collocazione lo sguardo si posò su uno dei pochi luoghi di quella scuola che, ancora, non aveva avuto il piacere, o il dispiacere, di visitare, il tanto misterioso Reparto Proibito
Si era spesso chiesta cosa vi fosse custodito, che tipo di libri potesse contenere, come mai fossero preclusi agli studenti, ma non aveva mai sentito l’effettiva necessità di visitarlo, bene o male aveva sempre trovato il modo di reperire le informazioni che le servivano, di soddisfare le proprie curiosità, quindi non si era mai troppo interessata a quell’ala.
Mai, almeno fino a quel momento, mentre riponeva l’ultimo tomo una vocina le insinuò un dubbio
*E se lì ci fosse qualcosa di più, si dice che vi siano custodite le cose più terribili, più pericolose, perché non i licantropi?* con la coda dell’occhio osservò l’ingresso *Tentar non nuoce*.
Avrebbe potuto aspettare il giorno seguente e tentare vie più consone, chiedere l’autorizzazione a un docente inventandosi una qualsiasi motivazione, ma si sa, l’occasione fa l’uomo ladro e quale occasione migliore di quella?
La biblioteca era vuota, il coprifuoco si avvicinava, da ex prefetto conosceva perfettamente come funzionavano le ronde delle varie cariche scolastiche e non, sapeva come muoversi in quel luogo e, da non sottovalutare, poteva vantare delle doti fuori dalla norma, cosa che le avrebbe permesso di percepire anticipatamente l’arrivo di qualcuno e di mutare direzione o nascondersi silenziosamente e velocemente per evitare di essere scoperta.
Nell’ombra, evitando l’ultimo giro di perlustrazione della bibliotecaria, avrebbe atteso che la biblioteca fosse completamente vuota, attenta a percepire ogni minimo suono, ogni minima vibrazione, ogni minima variazione ambientale che avrebbe potuto attirare i suoi sensi, avrebbe atteso il momento più propizio per addentrarsi nel Reparto Proibito, curiosando qua e là, certo, cercava qualcosa in particolare, ma, visto che c’era, poteva anche guardarsi intorno, certo, senza dimenticarsi di restare all’erta.



Statistiche:
• Punti Salute: 184
• Punti Corpo: 103
• Punti Mana: 105
• Punti Esperienza: 34

Equipaggiamento:
Non essendo una cosa programmata, ma avendo colto l’occasione, Arya ha solamente ciò che in scheda risulta nel suo “inventario attivo”, cose per lo più senza valore magico come il braccialetto col nome che ha da quando è nata, quello celtico che si è comprata, un buono drink omaggio, mentre di rilevanza magica ha:
- Bacchetta
- Bracciale Aspide notturna: Questo bracciale, ricoperto da squame di aspide notturna, dona al mago la capacità di percepire se nell'ambito di gioco sia presente un oggetto sotto incantesimo, e incrementa la resistenza contro la magia nera. (+3 mana, +3 corpo)
- Specchio comunicante (l'altro è in possesso di Emily C. Rose): Permette a due persone distanti di comunicare tra loro
 
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view post Posted on 10/6/2018, 21:13
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Il Fato

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on era da tutti arrivare a comprendere la vera essenza del Tempo. Sovrano del mondo forse più dello Spazio, era lui a scandire lo scorrere di passato, presente e futuro nei vari universi, a rinnovare il continuo ciclo di Vita e Morte, l'eterna battaglia tra bene e male, tra esistenza e nulla. Ben pochi, o forse nessuno, ne conoscevano i segreti e quei pochi pazzi che avevano provato a sfidarlo e a piegarne i confini erano finiti col fallire miseramente o col farsi male. Non vi erano incantesimi in grado di controllarlo o pozioni in grado di ingannarlo, non c'erano rune capaci di addomesticarlo, non c'erano maledizioni in grado di fermarlo... o per lo meno, se qualcosa esisteva, non era di certo dato ai comuni maghi e streghe saperlo. C'era poi chi il Tempo lo sfidava a modo suo, o forse era costretto a farlo, saltando completamente interi periodi della propria vita in una crescita forzata dovuti alla propria esperienza. Arya Von Eys, poteva essere certamente considerata un'ottima rappresentante di quella categoria: morsa da un lupo mannaro in giovane età, era stata obbligata a compiere un salto in avanti negli anni per arrivare a comprendere e a convivere con il virus della licantropia, nonostante la sua anima fosse ancora intrappolata nel corpo di un'adolescente.

Non ebbe problemi ad arrivare al Reparto Proibito senza essere scoperta, almeno per quello poteva ringraziare i suoi attributi sovrannaturali, la capacità di muoversi in silenzio e nell'oscurità come una fiera famelica nella foresta. Se la Biblioteca poteva essere considerato un posto piuttosto lugubre e inquietante di notte, non diversa era l'atmosfera nel reparto proibito, cui ragnatele e coltri infinite di polvere rendevano la zona particolarmente spettrale. I grandi scaffali pieni zeppi di libri, si susseguivano ordinatamente creando delle ben visibile corsie che, diversamente dal reparto solitamente accessibile, erano molto più strette, vederne la fine, praticamente impossibile. Non vi erano tavoli o seggiole di alcun sorta, il posto non doveva essere destinato a visite lunghe... probabilmente chi riusciva ad accedervi era destinato a rimanerci giusto il tempo di portarsi via un prezioso libro. Non vi erano targhette ad indicare gli argomenti trattati dai tomi, come poteva fare la Serpeverde a trovare ciò che andava cercando?


Edited by MasterHogwarts - 10/6/2018, 22:30
 
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