In cerca di lavoro

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Ruiz_
view post Posted on 27/4/2018, 20:38




Penelope si era trasferita da qualche tempo in una casetta poco agiata ad Hogsmeade con la madre. La ragazza si rendeva utile come poteva e cercava di aiutare sua madre il più possibile in casa o nel piccolo giardino sul retro della casetta, coltivando delle ottime verdure e rimediando al cibo in questo modo. Raramente aveva sostenuto la madre economicamente, se non addirittura mai, pensava Penelope facendo mente locale. Non poteva di certo fare affidamento sui lavoretti saltuari che trovava in giro per Hogsmeade di tanto in tanto ed il più delle volte pagati miseramente. L'estate passata, ad esempio, aveva prestato aiuto presso la casa di un'anziana signora, una certa Spotwick, una strega senza famiglia quasi sempre con la luna storta. Aveva pulito la sua vecchia stamberga dalla polvere eccessiva che la proprietaria accumulava per anni prima di far riaffiorare i mobili alla luce del sole sotto gli strati di deposito polveroso il tutto ripagato con pochi zellini utili a ripagare a stento una burrobirra ai Tre Manici di Scopa.

Da qualche giorno gli era arrivata voce ascoltando per caso due streghe ingobbite sul lungo viale centrale acciottolato del villaggio di Hogsmeade che vi era lavoro disponibile al Testa di Porco, il vecchio pub all'angolo abbandonato a sé stesso. Senza indugiare la mattina seguente Penelope si precipitò al pub a cercare il proprietario per discutere della questione.
Con sua grande gioia gli fu dato appuntamento proprio la sera stessa alle otto per un colloquio...
 
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view post Posted on 27/4/2018, 22:09
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Dalle cucine della Testa di Porco giungevano rumori così strani e soprattutto così forti da poter attirare l'attenzione di un passante anche a quindici metri di distanza; toc, toc, toc, un continuo martellare, come un'ascia che senza freni si abbatteva chissà su quale povero sfortunato. Il collo del pollo appena sgozzato non era tanto facile da disossare e colpo dopo colpo, il vecchio cuoco faceva sempre più fatica nel suo spiacevole intento. Si asciugò la fronte con la mano sinistra, libera dallo strumento, mentre una goccia di sudore cadeva sul tavolo da cucina. Non c'era molto spazio in quel momento sulla superficie che aveva considerato e ovunque si notavano pentole, piatti, bicchieri e posate ancora da lavare: qualcuna più incrostata dell'altra, qualcuna più pulita, tutto sommato non era una visione tanto diversa dalla normale abitudine di quelle sere. E con l'arrivo di un gruppo di Megere, tutte desiderose di soggiornare nella stessa camerata e tutte pronte e puntuali a cenare nello stesso momento, non c'era neanche poi chissà quanto tempo per poter affrettarsi con le pulizie. O per curare l'aspetto esteriore più del dovuto. Un colpo di bacchetta, tanto pigro quanto folgorante per descrivere lo stato d'animo del cuoco in quella giornata senza apparente conclusione, e finalmente un secchio d'acqua e sapone si sospese a pochi metri da terra, mentre un mestolo si trasfigurava in una spugna e lo sciabordio dell'inizio pulizia si insinuava nella calda stanza fin troppo affollata; quando l'Elfo Domestico di turno quella sera si avvicinò per portare una notizia ancor più stravagante del solito, perfino più dell'ordinazione di drink a base di curry e sangue di mooncalf da parte delle Megere, per poco il vecchio sostituto di Aberforth Silente non sputava tutto il rancore covato fino a quel momento. A quanto pareva, qualcuno aveva avuto l'ardire di presentarsi per quel posto di lavoro ancora libero. E tra le altre cose, il bacucco del proprietario non aveva avuto alcuna memoria nel comunicare quell'appuntamento appena improvvisato con chissà quale vittima innocente. Un ultimo colpo di ascia e finalmente la testa del pollo si staccò dal corpo. Il cuoco si asciugò le mani sul grembiule che portava, liberandosi della fascia scura ai capelli e incantando mestoli e pentole per continuare a cucinare anche in sua assenza; sperava con tutto il cuore di non trattenersi più del dovuto e quando uscì dalla cucina, dirigendosi verso la candidata che la creatura gli aveva indicato, cercò addirittura di cancellare dal volto quell'espressione contrita che si ritrovava per stanchezza e troppo lavoro da portare ancora a termine. Con i capelli scuri e unti, gli occhi piccoli e neri, il fisico smunto e alto, gli zigomi alti e una semplice divisa da cuoco, macchiata in più punti di salse e chissà quali altre cose, il sostituto del proprietario si presentò rapidamente.

«Sai sgozzare un pollo? Conosci la differenza fra salsa agrodolce di Doxy e salsa in dolce di Doxy? Sai cucinare per una Megera? Se la risposta a queste domande è sì, allora sei assunta.»

E ad un tratto gli si presentò il dubbio circa il vero motivo di lavoro della giovane donna appena incontrata. Il cuoco spostò il peso alla gamba sinistra, osservando di sottecchi la persona di fronte.

«Oppure non sei qui per il posto in cucina? Sei qui per quello di cameriera, eh? Eh parla, eh.»

Inizia il tuo colloquio di lavoro per il posto di garzona al pub. Cerca di ampliare la narrazione, di descrivere il tuo stato d'animo, i tuoi obiettivi, anche le tue impressioni circa lo stravagante e rustico ambiente che ti circonda, così come il tuo parere sull'uomo che hai appena incontrato. Come sempre, ciò che descrivo è ciò che vedi, ma la libertà - nei limiti del reale e senza esagerare - è sempre bene accetta. Per dubbi/domande, scrivimi per mp quando desideri.
 
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Ruiz_
view post Posted on 28/4/2018, 00:13




Per Penelope quella sera arrivò più in fretta del solito,l'ansia del colloquio si faceva sempre più viva, nonostante la giovane strega era abituata ad interagire con gli sconosciuti
e non aveva sofferto di ansia più di altri.
Alle otto in punto la ragazza si ripresentò al vecchio pub Testa di Porco.
Con il buio serale l'edificio appariva ancora più disastrato e tetro l'unico accorgimento positivo erano le luci basse dell'interno che trapassavano i vetri delle sgangherate finestre e illuminavano
un breve tratto di strada all'ingresso del pub.
Con passo incerto avanzò verso il portoncino di legno usurato e spinse per farsi strada all'interno, annunciando il suo arrivo con un sonoro e fastidioso cigolio dei cardini della porta.
L'odore che dentro si respirava era tutt'altro che buono.
La forte esalazione di umidità, di muffa quasi annebbiava la mente.
L'ambiente era poco illuminato e il legno era evidente in ogni parte del negozio,dal pavimento alla mobilia.
Non c'era anima viva, dal fondo del locale però si udivano rumori che segnalavano la presenza
di qualcuno, poco dopo infatti da quella che sembrava essere la cucina, uscì un uomo dall'apparenza poco affidabile.
Dal grembiule sporco probabilmente di sangue, era evidente che fosse il cuoco e Penelope si chiese tra se, se aveva davvero bisogno di quel lavoro. I suoi pensieri furono mozzati dalla voce dell'uomo che con tono apparentemente seccato gli chiese se la ragazza fosse capace di sgozzare un pollo,
se sapesse la differenza fra la salsa agrodolce di Doxy e salsa in dolce di Doxy e se sapeva cucinare per una Megera.
Le domande del cuoco arrivarono nella testa di Penelope in modo disparato e prima di rispondere fece ordine tra le varie parole riflettendo accuratamente sulla differenza tra salsa agrodolce e salsa in dolce di Doxy ed esitando qualche secondo, con gli occhi verso il soffitto disse:<< Certo che so
sgozzare un pollo>>
.
Penelope non lo aveva mai fatto ma non le sembrava una cosa tanto difficile, poi stringendo gli occhi a fessura ragionò ancora sulle salse ricordando di aver assaggiato una volta una Merendina Marinara e aver vomitato subito dopo a causa dell'effetto del veleno di Doxy. <<si! Ovvio che si... >>la sua faccia si contorse in una smorfia che doveva però assomigliare a un sorriso <<se so cucinare per una Megera?
Una sciocchezza>>
fece fatica a deglutire.
Rispose all'ultima domanda dell'uomo, posta secondo il suo parere in modo piuttosto sgarbato e spazientito <<cameriera! >> affermò decisa sperando di doversi limitare a quell'impiego, mantenendo un sorriso forzato.



Edited by Morganah - 22/5/2018, 15:34
 
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view post Posted on 9/5/2018, 18:51
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Man mano che la candidata d'eccezione rispondeva alle sue domande, ponendo positivamente l'accento a quei requisiti di grande valore, l'uomo pensava tra sé e sé di essere stato finalmente benedetto dalla fortuna: non avrebbe dovuto intrattenere alcuna conversazione, avrebbe affidato il posto vacante in cucina, accanto a lui, a quella Strega anche attraente e tanto sarebbe bastato per tornare ai fornelli, senza troppi giri di parole. Era già sul punto di stagliarsi un intenso sorriso sul volto smunto, pronto ad abbandonare il grembiule sporco di macchie di varie entità, pronto a servire quel gruppo rumoroso di Megere entrato da poco al locale, quando ogni cosa parve precipitare a picco. E fu con malcelata rabbia che comprese che ogni piano e sollievo, ogni speranza e certezza accumulata fino a quel momento, altro non erano che un ennesimo scherzo del destino che gli spettava: la donna aveva optato per un ruolo diverso, quello da cameriera. Non una cuoca, non un aiutante, non solo perlomeno. Digrignò i denti, dicendosi di non essere stato chiaro fin dal principio e concedendo all'altra una seconda - ed ultima, ovviamente - possibilità vera e propria.

«Cameriera, eh? E che mi frega della tua specialità di sgozzare i polli, se vuoi fare la cameriera, eh? Aah che perdita di tempo! Sediamoci, va', e tu-»

Schioccò le dita, indice e pollice, attirando l'attenzione dell'Elfo Domestico di passaggio in quel momento con un piatto fumante di quello che sembrava essere in tutto e per tutto salmone grigliato con contorno di patate al forno.

«Portaci due calici due bicchieri di Gallese Verde, l'assenzio dico! E fai in fretta.»

Non aveva avuto la gentilezza di chiedere alla diretta interessata cosa volesse bere, se fosse astemia o giù di lì, ma perlomeno aveva avuto l'accortezza di considerare qualcosa di fresco - e di gran lunga forte - per un colloquio di lavoro vero e proprio. Faceva progressi, a ben vedere.

«Mi chiamo Ximo. Non Scimo, non Scemo, ma Ximo, come Csimo. Chiamami come ti pare, tanto sono di turno solo questa settimana, poi a te ci penserà Aberforth e quella piccoletta di Hogwarts. Allora... come hai detto che ti chiami? Cosa ti porta proprio alla Testa di Porco?»
 
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Ruiz_
view post Posted on 22/5/2018, 14:13




Penelope perdeva la pazienza molto facilmente il più delle volte, odiava approcciarsi a soggetti sgarbati e sudici come quel cuoco, dopotutto è pur sempre stata una Purosangue e non aveva avuto troppe persone lerce tra i piedi a parte i folletti che servivano da anni la sua nobile famiglia.
Mantenne quel po' di calma che gli rimaneva in corpo e respirando a pieni polmoni trovò la forza di non reagire bruscamente, il lavoro gli serviva più dell'aria in quel momento perciò si promise di restare neutrale e apparentemente gentile alla persona che aveva di fronte nonostante quest'ultima non si
sforzava minimamente di rivolgersi dignitosamente a lei.
<<Me lo ha chiesto lei se sapevo sgozzare i polli...>> disse calma la ragazza adocchiando il folletto malcapitato a cui si stava rivolgendo l'uomo.
Ordinò due bicchieri di Assenzio Verde.
Penelope non aveva mai amato troppo quel tipo di bevanda avrebbe gradito più volentieri un goccio di Whisky Incendiario perlomeno gli avrebbe riportato alla mente bei ricordi di un passato non troppo lontano distogliendo l'attenzione dalla situazione che gli si presentava in quel momento.
L'uomo finalmente ebbe il buon senso di presentarsi e per qualche baggiana ragione fece quasi sorridere la ragazza in quanto gli parve un modo buffo di esprimere il proprio nome.
<<Io mi chiamo Penelope Seaworth>> rispose Penelope alla sua domanda, <<...e a portarmi qui è l'esigenza di lavoro immediato.
Non sono ricca, non si lasci ingannare dal mio cognome ...
>> precisò onde evitare fraintendimenti e lasciare che la mente dell'uomo divagasse in pregiudizi comuni legati al nome della sua famiglia.
<<Ho mangiato spesso in questa locanda ma vorrei specificare che non è nella lista dei miei pub preferiti, tuttavia potrei dare una mano a dare una pulita o come si dice un tocco da donna qui dentro, sono certa che attirerebbe la clientela di Hogsmeade decorosamente.>>
Non aveva bisogno di ricorrere alla magia per rendere accogliente un posto si disse tra sè e sè.
Ritornò con i piedi per terra e fece un sorriso a trentadue denti al cuoco sperando di non aver aumentato la rabbia nei suoi confronti.



Edited by Morganah - 22/5/2018, 15:36
 
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view post Posted on 24/5/2018, 16:06
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Che Ximo non fosse avvezzo agli affari pubblici, né più né meno di quelli privati, non era di certo un mistero per tutti coloro che lo conoscevano. Non si interessava minimamente a quanto non fosse di proprio vantaggio, a quanto non riguardasse un tornaconto del tutto personale. Così si ritrovò per un attimo in confusione, arrivando a chiedersi per quale assurdo motivo la ragazza avesse fatto una tale specifica in merito al cognome: era importante, era famoso, era straordinariamente nobile? Poco ma sicuro, a lui non avrebbe fatto né caldo né freddo. Fu salvato all'ultimo secondo dall'arrivo dell'Elfo Domestico che lavorava di tanto in tanto in quel locale come cameriere, mentre alle sue spalle due bicchieri di vetro perlaceo, color giallo pastello, volteggiavano pigramente. Le bevande si posarono lentamente sul tavolo al quale la coppia si era seduta, un attimo dopo con un'ultima occhiataccia infastidita, Ximo liquidò di malo modo la creatura magica. Un bop, leggero eppure squillante, e l'Elfo Domestico si Smaterializzò lontano, rientrando alle sue faccende in cucina. C'era sempre un pollo da sgozzare, mai dimenticarlo davvero.

«Bevi, il nostro Gallese Verde ti fa sputare budella infiammate dallo stomaco. AH questa era buona, eh? Tieni»

Spinse il bicchiere verso la ragazza, trascinandolo senza problemi sulla superficie in legno del banco. Non c'erano molti clienti quella sera, ma non era alta stagione e andava bene così, per Ximo soprattutto che non era affatto il proprietario della Testa di Porco. All'interno del calice ondeggiò per un istante soltanto il liquido verde, dal profumo forte, alcolico in ogni goccia del suo contenuto. Il cuoco d'eccezione ne mandò giù un lungo sorso, facendo poi schioccare la bocca in uno strano suono. Sorrise, per la prima volta, per poi mostrarsi anche subito più gentile del suo solito.

«Dammi del tu, eh, mica ti succede qualcosa. Comunque apprezzo molto l'onestà, lo dico sempre al vecchio Aberforth: mai avere principianti, il lavoro fa già di per sé schifo, se poi dobbiamo pure fingere di esserne entusiasti... ci si vede a Capodanno.»
Sbuffò, divertito. «Ma tu mi piaci, Penelope. E dimmi un po', se dovessi descrivere questo posto in cinque parole, quale useresti e perché? E soprattutto, perché non - che so - i Tre Manici di Scopa? Il succo è questo: se ti assumo, abbiamo la sicurezza che non ci abbandoni il giorno dopo per complicarci la vita?»
 
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Ruiz_
view post Posted on 26/5/2018, 22:35




Le bevande precedentemente ordinate dall'uomo arrivarono, per fortuna, in un baleno.
I due bicchieri si posarono sul tavolo, uno di fronte all'altro rispettivamente nei posti dove stavano seduti Penelope e il cuoco. L'aspetto verdognolo e torbido del liquido all'interno di essi non era dei più invitanti ma nonostante ciò la ragazza si fece coraggio. Afferrò il bicchiere, lo alzò in salute accennando un sorriso e tutto d'un fiato, cercando di sentirne il sapore il meno possibile, mandò giù il Gallese Verde, avvertendo subito dopo un certo restringimento alla gola che si concluse solo dopo diversi colpi di tosse. <<O...ottimo, dav-vero ottimo...>> disse la ragazza tra un colpo di tosse e l'altro cercando di riprendere aria.
L'uomo che aveva di fronte per la prima volta mostrò un sorriso, ma Penelope non era sicura del fatto che lo fece per puro caso o in risposta al pietoso e ridicolo scenario a cui aveva assistito.
In realtà il burbero con cui stava parlando sembrava più umano del previsto. Questa volta appariva più sciolto e fece sorridere più di una volta Penelope per il modo in cui parlava del lavoro al Testa di Porco.
Chiese di descrivere quel luogo in cinque parole. Penelope ci pensò per qualche secondo e riflettè che in fondo "Pub La Testa Di Porco" era una descrizione più che accurata, tuttavia rispose: <<Dunque vediamo...mh...Vecchio, buio, sudicio, puzzolente e...per quanto possa sembrare irreale, Familiare.>> evidenziando il solito sorriso accentuato che aveva già mostrato prima.
Continuò...<<I Tre Manici di Scopa, secondo il mio modesto parere, sta trasformando la sua immagine a Hogsmeade. Troppo popolare e pieno di ragazzini rumorosi. Qui invece...beh guarda tu stesso...> si ricordò di dargli del Tu, e fece notare la locanda deserta, osservando che era fin troppo deserta e tornò al discorso come se nulla fosse.
<< Abbandonarvi? Complicarvi la vita? Io? >> ridacchiò divertita <<Probabilmente avreste la vita meno complicata se non mi assumeste affatto. Ma io questo non lo voglio>> concluse supplichevole.

 
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view post Posted on 27/5/2018, 16:39
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Un altro sorso, ancora una volta, infine una terza, una quarta, una quinta, tutte così rapidamente - di seguito - da far arrossire bruscamente il volto del rozzo cuoco del momento, che a stento riuscì a trattenere un singhiozzo fastidioso. Si portò entrambe le mani alla bocca, come a premervi sopra nella speranza di trattenere sospiro e respiro insieme; contro ogni aspettativa, poi, schioccò le dita e a gran voce gridò al suo cameriere, il povero Elfo Domestico di passaggio, di portare un altro giro. Quando il Gallese Verde giunse per magia al suo tavolo, sospendendosi a pochi centimetri dal volto già rubicondo e accaldato del Mago, quest'ultimo lo afferrò al volo con leggerezza, avvolgendovi le dita della mano destra contro il vetro incrostato di sporco. Aveva ascoltato la risposta della ragazza con attenzione, anche se malcelata, e non aveva potuto nascondere un sorriso non più di circostanza, quanto del tutto genuino. Aveva del potenziale, eccome se ne aveva. Sul viso comparve un'espressione tra il divertito e il falsamente lusingato, attratto dagli aggettivi che l'altra aveva scelto per la descrizione della Testa di Porco. Avrebbe potuto vantare un certo livello di furbizia, sfidando il Mago con un interesse non del tutto autentico, palesando il suo desiderio di lavorare in quel pub "straordinario, incantevole, eccezionale", ma avrebbe poi avuto effettiva riconoscenza? Ximo apprezzava molto più la sincerità che la presa per il culo: e il galateo, per lui, era già morto in partenza. Si pulì le labbra con il dorso della mano sinistra, prima di prendere parola e continuare così la conversazione preziosa.

«I Tre Manici di Scopa è per ragazzi,
la Testa di Porco è per gli uomini.»


Il suo inglese tradì una nota orientale, diversa, un accento che non era puramente britannico, non di certo di quel posto, ma comunque così squillante da poter far sorridere. Aveva colto il senso che Penelope si era così impegnata a comunicare, ma per quanto quella specifica lo avesse sorpreso positivamente, quasi con ironia, allo stesso tempo non aveva ancora dissipato la sua sensazione di essere preso per i fondelli. La sua più grande paura era quella di assumere qualcuno che nel giro di neanche una settimana sarebbe poi scomparso, perché il vero proprietario di quel locale - Aberforth - era stato chiaro nelle sue intenzioni fin dal primo momento: non accettare richieste alla leggera. La Testa di Porco non era la Reggia di Regnanti d'eccezione e per quanto Ximo volesse credere il contrario, faceva fatica ad immaginare Penelope - così bella e così giovane - in quel posto.

«Mi piaci, non lo nego.
Ma sei una Principessa, qui ci sono spesso presenze poco affascinanti. Potresti dover entrare in contatto come cameriera con clienti rozzi, maleducati, e non sempre propriamente umani. Arrivano di tanto in tanto anche Mezzogiganti, Vampiri, Megere e chi più ne ha, più ne metta. Hai già esperienze in questo tipo di relazioni? Sapresti reggere il confronto anche in situazioni simili?»

Ti prego di non modificare i tuoi post in nessun caso: anche se solo per un errore di distrazione o battitura, contattami prima per messaggio privato.
 
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7 replies since 27/4/2018, 20:38   171 views
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