An Unexpected Ally?

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view post Posted on 8/5/2018, 16:29
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss

Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Irlandese

La piuma dell’Auror grattò con estrema violenza sullo strato di pergamena che aveva davanti a sé, sul punto di smussare la punta oltre che a bucare il rotolo. La propria calligrafia era sì elegante ed ordinata ma talmente marcata e pesante che chiunque avesse letto quel rapporto avrebbe facilmente intuito l’umore dell’uomo.
Nervoso e teso come una corda di violino, Weiss alzò la testa di scatto quando udì l’inconfondibile rumore di stoffa lacerata, pronto ad estrarre la bacchetta e dar battaglia al responsabile che lo aveva fatto scattare come una molla. Gli occhi blu captarono la figura della gatta intenta a liberare gli artigli dal tessuto che rivestiva uno dei braccioli del divanetto che teneva in ufficio. Assottigliò lo sguardo e la ridusse in cenere con uno sguardo carico di severità, una minaccia silente a trasfigurarle quei cazzo di artigli in gustosi marshmellow, rendendola così incapace di danneggiare qualsiasi mobile alla propria portata.
«Sei proprio una stronza!» grugnì, mentre uomo e felino si fissavano negli occhi. In tutta risposta l’Auror ricevette un sommesso maow da parte di Ginga. Sospirò e la lasciò perdere, aveva ben altre cose a cui pensare.
Il rotolo di pergamena venne improvvisamente ridotto a brandelli quando la frustrazione lo colse in fallo, per poi gettare quella manciata di coriandoli in un punto indefinito dietro di sé. Tanto avrebbe pulito la McFloo, perciò non si prese nemmeno la briga di sprecare la sua mira per fare centro nel cestino appena sotto la scrivania.
Due giorni prima era stata tenuta una raccolta firme ad Hogsmeade, come era stato preannunciato in un articolo della Gazzetta del Profeta, contro il Ministero della Magia e di alcuni suoi addetti, gli Auror in particolare, per mancata efficienza nei confronti della sicurezza nazionale. Ma l’attuale Ministro della Magia, Camille Pompadour, e l’attuale Capo Auror, nonché suo stesso superiore, Rhaegar Wilde, erano stati la principale fonte di discussione. Accusati di non farsi vedere al pubblico, di non fare un beato ciuffolo per la Comunità Magica del Regno Unito e d’Irlanda, di girarsi dall’altra parte al primo cenno di pericolo.
Eppure Rhaegar si era fatto vivo alla raccolta firme, aveva fronteggiato la bellissima donna dai capelli scuri e che era stata messa a nudo da uno scherzo, presumibilmente attuato da alcuni bambini, ma che ella aveva collegato a qualcuno fedele al Ministero, a Camille. Ma la Ministra, per l’appunto, dov’era finita? Sapeva cos’era successo ad Hogsmeade e dell’articolo che aveva smosso diversi animi e accalappiato qualche firma contro la sua figura politica? Perché non reagiva? Che Rhaegar non l’avesse ancora messa al corrente?
Veloce come un fulmine, il fulvo della bella Irlanda piantò baracca e burattini e si fiondò fuori dal proprio ufficio, sbattendo la porta con una potenza tale che per poco non staccò di netto la propria targhetta identificativa posta sull’ingresso. Con solo una misera - ma nuova di pacca - maglietta della Guinness e dei jeans chiari, uscì di gran carriera dal Quartier Generale, intenzionato a raggiungere il Primo Livello e bussare la porta della Ministra. E poi? Cosa le avrebbe detto? “Scusami Camille, ti volevo avvisare che c’è gente che ti vuole fuori dai piedi?”
Forse avrebbe fatto meglio a muoversi con cautela, misurare le parole e non rischiare un definestramento da parte della Ministra per mancanza di tatto e linguaggio consono verso una figura politica come quella della Pompadour. Si passò una mano tra i capelli, il ciuffo che non voleva saperne di starsene apposto, vagamente umido per il nervosismo che lo stava facendo sudare come un muflone in pieno Agosto.
Stava per mettere piede nell’ascensore quando si ricordò che non era il massimo irrompere nell’ufficio della Ministra senza portare qualcosa che potesse smorzare la tensione di quella sua improvvisa entrata di scena. Afferrandosi il capo in un gesto disperato, l’Auror tornò indietro in fretta e furia, cercando tra i propri liquori nell’apposito scaffale uno che potesse essere gradito dalla Pompadour. Optò per una crema di whiskey, infine.
La sua ascesa al Primo Livello fu rapida, ma comunque carica di tensione. Camille lo avrebbe ascoltato? Avrebbe gradito l’aiuto che il prode Auror voleva offrirle? Tuttavia, Aiden sapeva di dover approfittare di quell’incontro che aveva deciso di azzardare per conoscere meglio la donna, dato che non sapeva molto di lei, solo voci di corridoio. Ovviamente non credeva alle cattiverie partorite dalle piume della Gazzetta, ma doveva comunque vedere con i propri occhi che tipo di Strega fosse e decidere se ne valeva la pena.
Aiden Weiss era un Auror con uno spiccato senso del dovere, con dei valori e un profondo senso di Giustizia. Qualsiasi cosa avesse scelto di fare, l’avrebbe fatto per la Comunità e non per sé stesso, perciò rischiare una punzione con Rhaegar per quella sua improvvisa iniziativa con Camille non gli importava, in cuor suo Aiden sapeva che stava facendo una cosa giusta e che non cozzava con i suoi principi morali. Non avrebbe smesso di combattere per il Bene, mai e poi mai, nemmeno se Rhaegar gli avrebbe strappato via il Distintivo e fatto ingoiare per non essersi consultato con lui prima.
I rischi andavano affrontati a testa alta e con coraggio e quello il rosso ne aveva da vendere.
Trasse un profondo respiro e non sfoggiò il suo miglior sorriso: fare la figura del coglione con la Ministra già nei primi secondi sarebbe stato controproducente, non si sarebbe fidata di un Auror che la prendeva alla leggera. Così rimase composto e serio, mentre le sue forti nocche andarono ad impattare con una certa forza, quasi con prepotenza, sulla porta dell’ufficio del Primo Ministro.
Ora non poteva più tirarsi indietro, le danze erano state aperte e il gentil Cavaliere attese con pazienza che la Dama del castello aprisse i battenti, per accoglierlo o per liquidarlo.


Eccomi Camillina, in armatura e spada alcol in mano :ihih:

 
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view post Posted on 22/5/2018, 01:04
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Tic Tac, tic, tac, tic, tac.
Quel rumore era così odioso e quell'affare così dannatamente fastidioso. Continuava a guardarla con aria di sufficienza, come a volerle mettere pressione. Alzò lo sguardo dall'ultimo sondaggio, era esausta. Appallottolò il foglio pieno di cifre e lo lanciò verso la pendola ma la distanza era troppa e la palla di carta piombò sul pavimento senza neanche rotolare su sè stessa.
Per niente soddisfatta, agguantò un mestolo e lanciò anche quello ma aveva una mira peggio di una ciofeca e il mestolo impattò contro la parete schizzando all'indietro.
Si guardò intorno, alla ricerca di altre munizioni ma l'unico oggetto degno di pregio era la palla di vetro babbana che non avrebbe mai sacrificato.
Alla fine si disse che la pendola, tutto sommato, le piaceva e che sarebbe stato un peccato se, malcapitatamente, si fosse rotta.
Si disse anche che doveva smetterla di angosciarsi, aveva fatto tutto il possibile e anche l'impossibile per far funzionare quel dannato mondo magico. Aveva lavorato giorno e notte, con la pioggia e con il sole e se davvero i più auspicavano un cambiamento, probabilmente non si meritavano niente.
Sarebbe tornata in Francia, nella sua amata Bretagna. Avrebbe comprato una villetta vicino a Brest, magari sull'Atlantico. Amava il mare, amava i giardini e amava gli arredamenti moderni. Quell'ufficio non le era mai piaciuto, era scuro, poco luminoso e i rivestimenti parevano tovaglie in stile rococò.
Animata da nuova verve, si alzò per recuperare i morti in battaglia. Il foglio appallottolato finì nel cestino, il mestolo no, era uno degli arnesi più utili che conoscesse e doveva essere resuscitato.
Si sforzò di non pensare alla Gazzetta. Non aveva mai avuto un rapporto idilliaco con quel giornale, già dai tempi ormai remoti della Bennet. I giornali scrivevano sempre un mare di stronzate, soprattutto se non avevano alcuna fonte attendibile cui attingere. Il Ministero non fa nulla! Il Ministro si lima le unghie! Il Ministro gioca a battaglia navale con il Capo Auror mentre la gente muore! In fin dei conti era tutta colpa di Rhaegar, se non avesse ascoltato le sue stramaledette oratorie e non si fosse sopravvalutata, a quest'ora il mondo magico si sarebbe meritato Remus Lupin e Voldemort.
Agitò il mestolo come se si trattasse della scure del boia.
Forse avrebbe dovuto lasciare Londra per quel giorno e tornare a Hogwarts e ai suoi amati calderoni. Fare intrugli era una delle poche, pochissime cose che riuscivano a rabbonirla e a farle dimenticare quanto fosse tapina e derelitta.
Certe volte invidiava Rhaegar e la sua capacità di cambiare umore dopo essersi ingozzato di ciambelle. Era molto più facile e meno faticoso raggiungere la pace dei sensi in quel modo.
Decise di dedicarsi a O' Brien, in funzionario scozzese che aveva denunciato la scomparsa della sua amatissima Capra Guendalina.
Guendalina aveva bloccato un'intera Sezione, avevano fatto tutti front comune e le ricerche intorno alla fattoria O'Brien duravano ormai da due giorni.
Meglio le capre vere insomma.
Arricchita psicologicamente da quei buoni propositi, visse come un ulteriore fastidio l'arrivo inatteso di un ospite che pareva volesse buttare giù la porta a suon di pugni.
Bum bum bum. Peggio del tic tac, tic tac
.

"Ohhh, avanti"

E che diamine.
Brandiva ancora il mestolo.


 
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view post Posted on 22/5/2018, 14:16
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Aiden Weiss

Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Irlandese

Nel silenzio tombale del corridoio, le orecchie dell’Auror percepirono distintamente una voce femminile provenire al di là della porta, in un tono visibilmente altisonante, invitando l’ospite inatteso ad entrare.
Per un momento aveva sperato che non ci fosse nessuno, ormai talmente nervoso dall’essere ad un passo dall’infarto, nonostante la sua età e la sua ottima salute. Già si immaginò l’ennesima stronzata partorita da quell’idiota patentato di Bagley, il cui titolo di testa recitava “Giovane Auror trovato morto per infarto davanti alla porta della Pompadour!”, per poi iniziare a tessere calunnie ai danni della donna. Insomma, anche se il titolo avrebbe potuto rispecchiare la realtà dei fatti, non aveva alcuna intenzione di dare a quello scimunito di Bagley l’opportunità per gettare ancora più sterco di Drago su Camille.
Deglutì a vuoto e raccolse tutto il suo stoico coraggio, per poi avvolgere la maniglia della porta con una tale forza che avrebbe potuto staccarla di netto, al minimo movimento. Si concentrò dal non presentarsi alla donna in maniera più brusca di quanto non avesse già anticipato con la sua bussata, perciò spalancò la porta con delicatezza e un certo riguardo, facendo così capolino nell’ufficio.
Il locale in cui la Ministra amministrava il proprio ruolo passò decisamente in secondo piano dopo una rapida occhiata: tutto quel disordine sembrò essere stato messo lì apposta per evitare sguardi curiosi, indiscreti, spingendo gli ospiti a fissare la propria attenzione solo ed esclusivamente sulla padrona di casa. E fu esattamente ciò che fece Aiden. I suoi occhi blu deviarono la traiettoria di tutto quel caos per posarsi in automatico sulla Pompadour.
Era una bella donna, forse una delle poche davvero meritevoli della nomea di Dea in Terra, eppure quel mestolo che reggeva in mano a mo’ di scettro sembrò guastarne l’immagine sublime e divina. Era un po’ come ascoltare la musica in uno di quei strani aggeggi Babbani, i mangianastri o qualcosa del genere, in cui all’improvviso l’oggetto si inceppa e piuttosto che continuare a riprodurre soavi note musicali se ne esce di testa sputando del nastro scuro ovunque, rovinando tutto quanto. Ecco, la scena davanti a sé era pressoché simile e non poté che accreditare la colpa a quel miserabile di un mestolo.
Con un sopracciglio alzando, confuso, non capendo se aveva appena interrotto qualcosa di importante che implicasse - appunto - l’utilizzo del mestolo, fissò la donna negli occhi. Erano di un viola magnetico. Magnifici.
«Perdoni il disturbo, miss Pompadour.» mormorò in tono piatto, mostrandosi sicuro e mascherando il nervosismo. «Sono l’Auror Aiden Weiss e mi chiedevo se poteva concedermi qualche minuto del suo tempo.» Sebbene non fosse nella sua indole mostrare il Distintivo, Aiden infilò la mano nella tasca sinistra dei jeans ed estrasse il proprio Distintivo Auror da mostrare alla Ministra come prova.
Dopo che ebbe riposto nella tasca l’oggetto, l’Auror si premurò di chiudere la porta alle proprie spalle, senza troppe cerimonie o qualsivoglia invito o protesta, ormai era lì e non si sarebbe schiodato facilmente. «Non sarei qui se non fosse importante e non le piacerà… proprio per niente, no!» Onesto, diretto, senza troppi giri di parole. Weiss sospirò e indicò la bottiglia di liquore tra le sue mani con un cenno del capo, senza però aggiungere altro. Era palese che l’aveva portata per addolcire la pillola e non servivano spiegazioni di troppo. Ma sarebbe davvero servito o Camille avrebbe comunque dato di matto una volta appresa la notizia?
Il fulvo rimase in piedi, in tutta la sua altezza, come un soldato davanti al suo Generale in attesa di ordini, in silenzio.

 
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view post Posted on 31/5/2018, 23:36
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Oddio.
Aveva avuto la sfortuna di subire un incontro ravvicinato con un Auror - anzi con due Auror - una-sola-volta.
Rhaegar le aveva piazzato Copperfield e Landmark alle costole per un bel po' di tempo con l'utopico scopo di darle protezione in un momento non troppo tranquillo. In realtà, con quei due idioti nei paraggi, aveva rischiato di morire nove o dieci volte sfruttando più bonus di quanti un gatto potesse aspirare.
Per cui, qualsiasi reazione non propriamente ortodossa in quel frangente era più che giustificata.
Si trovava nell'indecisione più totale.
Non sapeva se alzare gli occhi al cielo, cimentarsi in un ulteriore e difficile lancio del mestolo con bersaglio in movimento o mettersi a frignare battendo i piedi.
Alla fine decise che le ultime due opzioni le sarebbero costate troppa fatica e optò per la prima.


"Non c'è bisogno che mi mostri il distintivo Signor Weiss, la conosco di fama"

Rhaegar le aveva parlato della sua sospensione.
Non lo invitò ad entrare nè poteva invitarlo ad uscire, dato che si era premurato di chiudersi la porta alle spalle.
Si prese quindi una manciata di secondi per studiarlo.
Era decisamente alto, aveva colori e fattezze proprie di un irlandese doc e un'età presumibilmente vicina alla sua.
Non si sentiva a disagio sotto il suo sguardo magnetico, era piuttosto ovvio che anche lui la stesse osservando per capire chi diamine avesse di fronte. Forse cercava di capire se era diversa da come la dipingevano i giornali?


*Camille, la tua sta diventando un'ossessione*

Sbattè l'estremità del mestolo contro il palmo della mano, come a volersi dare un contegno mentale.
Naturalmente il fatto che fosse lì per qualcosa di importante e che questo qualcosa non le sarebbe piaciuto la allarmò.
Che Rhaegar si fosse cacciato in qualche casino?
Forse il corridoio appena fuori l'Ufficio era un focolaio di proteste con gente che agitava i forconi?


*Mo basta Camille, pigliati un calmante!*

Fu allora che, seguendo il gesto di Aiden, abbassò lo sguardo e vide la bottiglia che lui stringeva tra le mani.
Perdinci, doveva essere proprio una catastrofe se un perfetto sconosciuto la istigava silenziosamente all'alcolismo.
Presa da mille pensieri nefasti gli si avvicinò fermandosi a un passo. Dovette alzare lo sguardo per incontrare quello dell'Auror.


"Un dono piuttosto insolito il suo ..."

Allungò le mani per prendere la bottiglia e, in cambio, gli consegnò il mestolo.

" ... immagino sia la cura che mi permetterà di affrontare la dura realtà. Gentile pensiero, la ringrazio"

Non sapeva davvero come gestire quella strana situazione ma si sforzò di mantenere la calma proverbiale di cui andava fiera.
Girò lentamente su sè stessa e raggiunse la scrivania poggiandovi sopra la bottiglia.


"Ma la prego, mi illumini"

Gli Auror non erano mai ambasciatori di buone notizie, ormai ci aveva fatto il callo.

 
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view post Posted on 1/6/2018, 19:14
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Aiden Weiss

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Esasperata.
Aiden notò una certa irritazione sul volto della Ministra quando si presentò come un Auror. Certo, gli Auror erano uno dei Dipartimenti maggiormente discutibili negli ultimi tempi, sempre nell'occhio del ciclone, riempiti di critiche e delle peggiori diffamazioni riguardo alla loro inefficienza, alla loro disorganizzazione e della scarsa protezione nei confronti dei civili. Che persino la Pompadour nutrisse dei dubbi nei confronti della propria élite?
Forse è solo stanca. Forse altri Auror sono venuti a parlarle e deve essersi bella che rotta! pensò, ma le proprie teorie vennero bruscamente interrotte dalla frase della donna.
Indeciso se restare ed ingoiare il rospo che gli stava scomodamente sul gozzo, se mettersi a graffiare la porta come un animale caduto nella tana del leone come solo un vero fesso sapeva fare, piagnucolando il proprio pentimento nell'essersi fatto venire un’idea tanta bislacca quanto idiota; oppure spararsi in bocca una Bombarda nel disperato tentativo di rimanerci secco e risparmiarsi una simile vergogna. Alla fine optò di tenersi il rospo e sperare di digerirlo con i suoi potenti succhi gastrici.
La parola fama lo fece sbiancare all'improvviso, palesando il suo più che totale disagio, anche se, dentro di sé, il fulvo stava schiumando di rabbia. Come delle allegre e pettegole comari qualcuno dei propri colleghi si era concesso del gossip con la Pompadour sul suo conto e la cosa non gli piaceva, proprio per niente. Indipendentemente dal tipo di fama, bella o brutta che fosse, per Aiden era come aver ricevuto uno schiaffo a tradimento da qualcuno a cui aveva dato piena fiducia. L’Irlandese amava muoversi nell'anonimato, non essere sulla bocca di tutti, odiava in maniera viscerale essere al centro dell’attenzione, preferendo di gran lungo restare dietro le quinte.
Oltre al pallore paragonabile a quello di un lenzuolo appena lavato e sbattuto ripetutamente con una tale cattiveria tipica di una vecchia ultra ottantenne, Weiss si morse un labbro al fine di contenere il proprio disappunto per quella rivelazione, limitandosi a grugnire poche parole a riguardo. «Confesso di non essere particolarmente contento di essere noto a qualcuno, indipendentemente che sia una notorietà positiva o negativa, ma siete la Ministra perciò presumo sia un vostro diritto sapere qualcosa sul conto di ogni Auror sotto il comando di Rhaegar.»
E poi partirono i classici filmini mentali, mentre l’uomo studiava la Strega - quello sbattere ripetutamente il mestolo sul palmo della mano era un messaggio subliminale? - e cercava di catalogarla come meglio poteva. Lo sguardo del Mago era indecifrabile, neutro, privo di qualsiasi emozione, come un perfetto Gargoyle, mentre dentro la sua Mente regnava il Caos.
Chi aveva detto cosa? Camille sapeva forse della sua sospensione e della causa di una tale punizione? Quando era avvenuto? Perché?
E se non si fida di me? Se non volesse il mio aiuto? Se non fossi abbastanza? Cosa pensa di me? Trip infiniti, in un loop che non poté evitare e che non sapeva come uscirne.
Quando vide Camille avvicinarsi, l’Irlandese dovette abbassare lo sguardo a causa della sua notevole altezza. Nella sua famiglia era il più alto di tutti e c’era un motivo se sua zia lo chiamava amorevolmente spilungone.
«In realtà è tipico di me fare doni, ma suppongo che questo dettaglio non rientri nel mio curriculum. Peccato… E pensare che do grande valore alla cavalleria e al bon-ton!» mormorò mentre lasciava la presa sulla bottiglia. Inaspettatamente, però, la donna pensò di attuare un buono scambio, passandogli a tradimento il mestolo. Aiden alzò un sopracciglio e fissò l’oggetto con aria del tutto interrogativa. Che doveva farci con quello?
Mentre se lo rigirava tra le mani, l’Auror scrollò le spalle. «Se una bottiglia di liquore potesse curare tutti i guai che intasano il nostro Paese, beh, sarebbe fantastico! Ma temo che purtroppo potrebbe solo lenire la cosa, l’impatto iniziale, diciamo.»
Mosse qualche passo verso la scrivania della Pompadour e si piazzò davanti ad essa, le braccia serrate sul petto muscoloso, da cui il mestolo sporgeva in un lato, conferendo all'uomo un’aria quasi minacciosa oppure divertente e buffa, in base alle varie prospettive.
Lo sguardo cadde sulla porta d’ingresso in modo arcigno, quasi minaccioso, consapevole di non poter rischiare che qualcuno spiasse una simile conversazione, non se voleva garantire a Camille un margine di vantaggio. Roteando il mestolo nella mano sinistra come se stesse brandendo una spada, si avvicinò alla porta mentre con la destra sfilò la bacchetta, per poi puntarla contro l’entrata e permettendo che l’incanto Muffiliato facesse il suo sacrosanto dovere, impedendo a persone indesiderate di entrare in possesso di eventuali dettagli che sarebbe potuti venire fuori da quel dialogo tra l’Auror e la Ministra.
Ritornò davanti alla scrivania, con la stessa identica possa che aveva assunto originariamente prima di agire sulla porta, per poi prendere la parola e dare vita a quel difficile rapporto che sapeva di doverle fare. «Circa una settimana fa, giorno più o giorno meno, mia madre mi spedì il ritaglio di un articolo della Gazzetta del Profeta. Questo articolo era contro voi e Rhaegar e dato quanto è accaduto alla Congrega dei Duellanti e la conseguente fuga del criminale responsabile di tante morti, un giornalista ha colto la palla al balzo con l’intento di mettere in cattiva luce voi, Rhaegar e l’intero Dipartimento Auror, sperando di ottenere consensi da parte della Comunità.» Una breve pausa, il tempo di grattarsi il mento barbuto e rossiccio con il mestolo, per poi riprendere con calma, affinché la Pompadour avesse tutto il tempo che voleva per assimilare la notizia, di misurare lui stesso le parole e controllarsi dal non iniziare a sbottare in preda alla frustrazione. «Il suddetto articolo, condito con accuse di negligenza e tutto quel popò di stronzate che rendono il minestrone più disgustoso di una Pozione Polisucco, parlava anche di una raccolta firme contro il Ministero, da presentare al tribunale del Wizegamot così che possano estromettere sia voi che Rhaegar!» Le ultime parole gli uscirono in un ringhio sommesso, nervoso. Aiden amava e rispettava Rhaegar, era il miglior Capo che avesse mai potuto desiderare e che avrebbe seguito sempre e ovunque. La devozione che nutriva nei confronti del Capo Auror era impossibile da calibrare, lui stesso a volte se ne stupiva, ma era anche vero che glielo doveva data la sua comprensione e umanità quando il rosso aveva commesso il primo sbaglio. Rhaeagar lo aveva ascoltato, consigliato, sgridato e spronato a migliorarsi, ma oltre a ciò non lo aveva cacciato via a calci del posteriore, gli aveva dato un’opportunità.
In cuor suo, in quel preciso momento, il Mago sperò vivamente che se la stesse giocando bene quell'opportunità.
«Questa raccolta firme si sarebbe tenuta ad Hogsmeade dallo stesso giornalista che aveva scritto l’articolo. Come potrete immaginare, miss Pompadour, sull'articolo non era riportato il nome dell’autore, così ho pensato di fare un salto io stesso e controllare che la situazione non degenerasse, oltre che a voler vedere in faccia quello screanzato figlio di una Megera!» La mano che stava reggendo il mestolo si serrò con una prepotenza tale che le nocche sbiancarono. Digrignò la mascella e continuò ad autocontrollarsi, sebbene a volte gli uscissero certe parole piuttosto colorite. «Mi sono camuffato e sono stato nascosto tra le ombre delle abitazioni e… rullo di tamburi… l’autore non era altro che una donna! Era bella, molto bella, altezza nella media, vestita di nero, con dei lunghi capelli di un castano scuro o almeno mi è parso tale dalla distanza a cui mi trovavo.» Cercò di dare un identikit della giornalista il più accuratamente possibile, ma dovette tacere riguardo alle due indomite gemelle che aveva visto quando delle Bombe Denundanti erano piovute dal cielo. Se avesse potuto avrebbe arrossito al ricordo, eppure si convinse a mantenersi serio e dignitoso davanti alla Ministra.
Avrebbe concesso alla Pompadour di esprimere qualche considerazione in merito a quella prima parte del rapporto e sollevato le dovute quanto lecite domande. C’era dell’altro, indubbiamente, si poteva benissimo leggerglielo negli occhi ma che stava attendendo la licenza della donna nel proseguimento del discorso.
Perciò attese.



Edited by Aiden Weiss - 2/6/2018, 09:39
 
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