I segreti di una mente rumorosa

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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 9/5/2018, 14:13






Elijah Sullivan


🐍16 Anni 🐍 3° Anno 🐍 Serpeverde 🐍


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Aveva iniziato a preparare i compiti di Astronomia e non era per niente soddisfatto di quello che vedeva sulla sua pergamena. Aveva seguito con estremo interesse la lezione della Professoressa McLinder sui modelli astronomici e ne era rimasto totalmente affascinato. Gli era sempre piaciuto stare con il naso all'insù a guardare le stelle, erano perfette e non parlavano. Grandissimo pregio.
L'Eccellente ++ nel primo compito l'aveva soddisfatto, ma non completamente. Doveva trovare modo e maniera per trasformare quella E in una O. Era schifosamente ambizioso, la considerava la sua qualità migliore, ragion per cui non si dava per vinto nemmeno morto.
Il giorno precedente aveva passato il pomeriggio libero in Biblioteca, tirando giù volumi di ogni sorta che trattassero di Galileo e compari. Tutte cose piuttosto sterili che non arrivavano ad eviscerare l'argomento come lui avrebbe voluto.
Se voleva migliorare i voti in Astronomia c'era un'unica soluzione, cospargersi il capo di metaforica cenere ed andare dalla Professoressa per farsi consigliare qualche testo mirato. Chissà, parlandoci di persona, sarebbe riuscito a capire gli sbagli del precedente compito, così da non ripeterli in quello che stava preparando con tanta cura.
Appena finita la lezione di Pozioni, tornò in Sala Comune senza guardare in faccia nessuno. L'unica attività che si concesse fu tornare in stanza e riporre nel baule il libro e le fiale. Tolse la cravatta che aveva macchiato con uno schizzo di pozione e ne indossò una pulita con tutta la calma del mondo. Controllò che Theo, la sua natrice nera, fosse nella teca e che Stefan fosse appallottolato sopra alle sue pantofole. Tutto a posto e niente in ordine, come sempre.
Dopo qualche minuto era già nei Sotterranei, gelidi e umidi nonostante la Primavera, e ci mise appena un minuto ad imboccare la scala che l'avrebbe portato ai piani superiori. Mentre saliva pensò che, dato che andava da un professore, avrebbe potuto farsi firmare un permesso per il Reparto Proibito. Cosa buona e giusta in certe situazioni. Ecco, mentre meditava sulle sue possibili malefatte future, sentì un rumore secco e un leggero senso di nausea; le maledette scale avevano cambiato rotta.
Ricordava ancora il giorno dello Smistamento, la traversata in barca del Lago Nero era stata un incubo. Aveva scoperto, nel modo peggiore, di soffrire di mal di mare e la situazione non era affatto migliorata. Strizzò gli occhi e trattenne il fiato fino a che le scale non si agganciarono al nuovo pianerottolo. Poco male, avrebbe raggiunto la Torre facendo un giro leggermente più lungo, ma non era un problema.
Quando arrivò in Aula scoprì che la McLinder non c'era. Probabilmente a quell'ora era già in ufficio...al primo piano. Tutto da rifare, soprattutto le scale e in discesa era anche peggio. Tornò velocemente sui suoi passi e riuscì ad arrivare al primo piano senza intoppi.
Giunto davanti alla porta fece un respiro profondo, chissà cosa l'aspettava? Quando era andato da Peverell era schizzato fuori un Dizionario con una certa predilezione per l'atletica, sperò vivamente che - aprendo la porta della professoressa di Astronomia - non lo cogliesse in faccia una stella cometa. Bussò con decisione alla porta - E' permesso ?



 
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view post Posted on 17/5/2018, 09:09
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ATENA MCLINDER | DOCENTE DI ASTRONOMIA | ♪
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Una pioggerella leggera batteva contro i vetri della finestra. Erano giorni, ormai, che continuava a scendere incessante, come se qualcuno si fosse dimenticato di spegnerla. Il cielo era ricoperto da spessi strati di nuvole bianche, chiazzato qua e là da striature più scure: sembrava che in quei punti si fossero incastrati tutti i pensieri del mondo, forse troppo pesanti per oltrepassare le trame di quel biancore, quasi innaturale.
Non c’erano stati temporali, nelle ultime ore, né la loro minaccia incombeva all’orizzonte; soltanto una pioggerella fine, silenziosa e ostinata, impregnata dell’odore di terra e di erba fresca, continuava a cadere, senza mai stancarsi.
Atena sedeva su uno dei divanetti celesti al centro della stanza; aveva un libro tra le mani e l’espressione assorta; una ruga le solcava la fronte. Quel pomeriggio non aveva alcuna lezione in programma ed era stato con sollievo, quasi con avidità, che si era immersa nello studio di alcuni testi. Era uno dei vantaggi della sua professione: poter attingere in qualunque momento alle radici della Conoscenza; senza dover rendere conto a nessuno, senza dover fare alcuno sforzo.
Di tanto in tanto, dalla sua postazione, si sporgeva in avanti, intingendo la piuma nell’inchiostro denso e annotando qualcosa su una pergamena bianca. Altre volte, invece, alzava lo sguardo dalle pagine del libro, portandosi l’indice alle labbra: inseguiva un ragionamento o ascoltava semplicemente il silenzio, cibandosi di quell’assenza come se fosse stata aria.
Amava il silenzio.
Ne aveva sempre avuto bisogno, sin da ragazzina, come si ha bisogno di una tana in cui rifugiarsi. I pensieri, da soli, facevano troppo rumore, e lei aveva l’impressione che ogni altro suono, aggiungendosi alla voce chiassosa di quei pensieri, provocasse una sorta di stridore fastidioso, alla pari di unghie contro il muro.
Eppure, era strano, da quando era ad Hogwarts capitava spesso che dal vuoto lasciato da un momento di silenzio riaffiorassero i fantasmi del passato. Prendevano forma davanti a lei, come ombre o echi di ricordi lontani. Così vividi da sembrare quasi reali - voci, profumi, risate, carezze sulla pelle. Talvolta la coglievano talmente alla sprovvista che sembrava la colpissero allo stomaco, proprio lì, all’imboccatura, dove ti toglie il respiro. Tuttavia non li rifuggiva. Una parte di lei, anzi, forse li cercava addirittura: unico filo sottile, trasparente, che ancora le diceva che un passato c’era stato.

*Sei silenzioso, oggi*. Willy non rispose, i polpastrelli le accarezzavano il braccio, risalendo, fino a scostarle i capelli dal collo.
"Ho visto una stella cadente" disse poi. Atena alzò istintivamente lo sguardo al soffitto: le due Lune erano ancora al loro posto, come sempre; di stelle, invece, ne mancava qualcuna, ma a loro piaceva cambiare, di tanto in tanto.
*Si, ultimamente succede spesso, sai* le labbra si inclinarono divertite, nell’accenno di un sorriso.
Lui rise sommessamente, scuotendo la testa. Chiuse gli occhi.

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Silenzio. Poi ci fu un colpo alla porta, deciso. Qualcuno aveva bussato. Le ombre svanirono, come fumo spazzato via dal vento e lei tornò con la mente al momento presente.
«Avanti!»
SI schiarì la voce, riponendo la piuma nella boccetta e chiudendo il libro sulle ginocchia. Si voltò verso l’uscio. Non appena l’ospite avesse fatto il suo ingresso, Atena avrebbe riconosciuto nel giovane il neo Prefetto Serpeverde, Elijah Matthew Sullivan: un ragazzo alto, dai capelli chiari, studente del terzo anno del corso di Astronomia. Aveva corretto il suo compito appena il giorno prima e le risposte dell’elaborato erano ancora vivide nella memoria della Docente. Il compito stesso, in quel momento, si trovava insieme agli altri nella pila riposta ordinatamente in un angolo del tavolino. Sopra la pila era posato un recipiente in vetro trasparente, dai bordi alti e ondulati, contenente alcune stelline di carta - era solita tenerne sempre una scorta a portata di mano, da quando erano iniziate le lezioni.
«Signor Sullivan, prego si accomodi» accolse il ragazzo con un cenno del capo e con un gesto della mano gli fece segno di prendere posto sul divanetto di fronte a lei.
«Lascia che ti offra qualcosa – mi concedi di darti del tu?» chiese, sorridendo educatamente, mentre con cortesia avvicinava al giovane un piccolo vassoio con alcuni cioccolatini. Il cioccolato era rigorosamente fondente, come piaceva a lei – non sopportava il sapore dolciastro dello zucchero che si appiccicava alla gola, quasi graffiandola.
«A cosa devo la tua visita?» avrebbe infine concluso, una volta terminati i convenevoli di rito.
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 19/5/2018, 12:44






Elijah Sullivan
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Non fu lunga la sua attesa e neppure la visita vana. La voce della professoressa lo raggiunse al di là dell'antico legno dopo qualche istante. Elijah aprì la porta senza esitazioni e si ritrovò dentro una stanza spettacolare. Sollevò lo sguardo verso il soffitto altissimo, dove miriadi di stelle sembravano osservarlo con curiosità. Le sue labbra si schiusero per la sorpresa. A quanto pareva quello di Peverell non era l'unico ufficio in grado si lasciarlo senza fiato. Erano ritrovi diversi ma ugualmente intriganti. I suoi occhi chiarissimi esplorarono veloci ogni angolo che potevano raggiungere e lo fecero senza crearsi troppi problemi. Non era solo quel soffitto ad attirare la sua attenzione ma anche le librerie il cui corredo di oggettistica era senza pari per quella materia.
Fu la voce della docente a riportarlo alla realtà, dato che il Serpeverde aveva dimenticato per qualche istante il motivo della sua visita. Fece un leggero inchino con il capo e si accomodò sul divanetto che lei gli aveva appena indicato.
- Grazie... - si guardò di nuovo intorno - il Suo ufficio è davvero bello Professoressa, come un primo volo sulla scopa. Ed era esattamente quella sensazione che aveva provato, un misto di stupore ed impotenza. Appoggiò la schiena sul morbido divanetto celeste, assumendo la posizione più comoda possibile. Non era affatto agitato, anzi si sentiva perfettamente a proprio agio. La richiesta della docente di potergli dare del Tu, lo fece sentire decisamente in pace con se stesso.
- Certo che può, professoressa McLinder. La mano sinistra scese morbidamente sulla seduta del divano. Le dita rilassate si muovevano lente mentre accarezzavano la tappezzeria. L'altro braccio era all'altezza di metà coscia, la mano completamente in balia della forza di gravità.

Appena vide spuntare i cioccolatini si illuminò d'immenso. Per un malato del cioccolato come lui saltava all'occhio che si trattava di cioccolato fondente. Avevano un lucentezza quasi brillante e il tono del marrone raggiungeva una profondità che solo una purezza almeno al 90% è in grado di dare. Sorrise deliziato.
- Solo il veri amanti del cioccolato sono in grado di apprezzare le delizie che regala l'amaro del fondente - la mano che prima dondolava senza un perché, si allungò verso il vassoio. La punta di pollice e indice raccolsero uno dei cioccolatini sul bordo, facendo attenzione a non sfiorare gli altri - Grazie - una sola parola prima di portarlo alla bocca. Sublime era l'unico aggettivo all'altezza della descrizione. Lo assaporò lentamente, perché il cioccolato era poesia e non si interrompe una poesia. Appena iniziò a sciogliersi tra la lingua ed il palato, Elijah chiuse per un attimo gli occhi in perfetto silenzio. Non emise un suono finchè il cioccolatino non si fu completamente consumato. Era da maleducati parlare con la bocca piena e lui non faceva parte della categoria. Sua madre l'avrebbe ucciso per molto meno. Mentre l'ultimo sentore di cioccolato gli scendeva nello stomaco, arrivò la domanda di rito da parte della docente.
La mano destra prese di nuovo posto poco sopra al ginocchio ed Elijah fece un sorriso tranquillo, annuendo prima di parlare.
- Ho visto il voto del mio primo compito, Professoressa, e le sono davvero grato per il giudizio e le belle parole che ha speso per me. Nonostante questo la mia ambizione mi impone di migliorarlo il più possibile. Sono stato in Biblioteca ma nessuno dei testi che ho consultato mi ha davvero soddisfatto. E' per questo che sono venuto qui oggi, per chiederLe un consiglio su dei libri da leggere per poter migliorare la mie conoscenze ed alzare i miei voti nella Sua materia. Le sembrerà una richiesta sfacciata, ma a me è sembrata quella più sensata. Era certissimo che la Professoressa McLinder era in grado di indicargli senza problemi il libro più appropriato per riempire le sue lacune. Era inutile perdere tempo tra gli scaffali in una ricerca infruttuosa, quel tempo avrebbe potuto utilizzarlo per studiare. Per come la vedeva lui, l'ottimizzazione era alla base di tutto.




 
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view post Posted on 13/6/2018, 22:02
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ATENA MCLINDER | DOCENTE DI ASTRONOMIA | ♪
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Di rado, nella sua vita, Atena aveva osservato qualcuno gustare con tanta delizia un pezzo di cioccolato. Si poteva addirittura affermare che la predilezione che il giovane sembrava mostrare nei confronti di quei rettangolini lisci e scuri – sicura garanzia di un 90% di pregiato cacao purissimo – fosse qualcosa che rasentasse la reverenza. Per un istante, rimirando l’estasi espandersi sul viso, fu tentata di assaggiare lei stessa uno di quei cioccolatini, nel dubbio che si fossero improvvisamente tramutati in qualcosa che il suo palato non avesse ancora assaporato, vera gioia e sublime piacere delle papille gustative.
Tuttavia il buon senso la suggerì di trattenersi, limitandosi ad assistere, curiosa, alla scena. Quando infine la magia svanì, come un invisibile alone di luce che lentamente si affievolisce fino a disperdersi nel nulla, il Prefetto riaprì gli occhi, tornando con la mente, l’anima e il corpo al momento presente.
Atena inclinò appena il capo di lato, pronta a recepire la motivazione che aveva portato il suo ospite a farle visita.

«Non è affatto una richiesta sfacciata.» accompagnò l’asserzione con un gesto della mano, come se volesse scacciare quell’insinuazione al pari di una mosca. Aveva sempre apprezzato la curiosità e la determinazione nel voler approfondire le proprie conoscenze; eppure, nel ragazzo, un simile interesse sembrava nascere ed alimentarsi da un'affermata ambizione e dall’esigenza di superare continuamente i propri limiti, più che da un amore per il Sapere in se stesso. Qualità da ammirare, senza alcun dubbio, ma non prive di ombre, da incanalare sapientemente nella giusta direzione.
«Mi chiedi un libro per migliorare le conoscenze ed alzare i voti…» ripeté pensierosa. «Vediamo» prese a camminare lentamente accanto al divanetto, incrociando le braccia e tamburellando l’indice sulle labbra. «Per ottenere un buona valutazione, anzi, un’eccellente valutazione, è anzitutto essenziale la precisione: sii preciso nel riportare le informazioni enunciate a lezione, non trascurarne nemmeno una. E’ la base. Ha un grande valore anche la forma, cura il lessico, evitando espressioni banali; rifletti sui concetti che vuoi esprimere e riportali in modo originale. Nel compito hai detto che ami disegnare, dico bene?» cercò con lo sguardo una conferma da parte del Prefetto. «Precisione e originalità sono ciò che rendono apprezzabile anche un disegno. Soltanto a questo punto, dopo aver gettato delle solide basi, puoi arricchire l’elaborato con ulteriori approfondimenti, così come solo dopo aver disegnato il soggetto principale puoi dedicarti ai dettagli».
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La premessa era stata lunga, Atena aveva presentato ciascun concetto con tono risoluto, al ritmo lento dei passi che incidevano sul pavimento, avanti e indietro: riteneva infatti
essenziale che il ragazzo, perseguendo la volontà di spingersi oltre, non perdesse di vista il punto centrale. Era un'insidia piuttosto comune, quando c’era di mezzo l’ambizione – o questo, perlomeno, era ciò di cui la Docente era convinta. «La sola regola è: lasciati guidare dai tuoi interessi. Voglio che dalla trattazione ad emergere sia tu sulle ultime parole arrestò il passo e l’indice, fino a quel momento posato sulle labbra, puntò verso di lui.
«Ad esempio, mi ha incuriosito molto quando hai accennato agli Atlantidei. Dì un po’, da dove nasce questa tua passione?» quella parte del compito le era rimasta particolarmente vivida nella memoria, provocandole stupore e divertimento al tempo stesso; al ricordo, tentò di nascondere un sorriso, ma non riuscì molto bene nel suo intento, sicché dalle labbra ottenne una sorta di curva disegnata un po’ di sghimbescio. L’interesse nei confronti dell’argomento era tuttavia sincero, e non vi era alcun giudizio nei confronti dello Studente.
«Un’antica civiltà, un passato lontano avvolto nel mistero... Forse ho qualcosa che può fare al caso tuo.» parlò a voce bassa, quasi tra sé e sé, dirigendosi verso la libreria che rivestiva le pareti; le dita scorsero sui dorsi delle copertine – ora lisce e levigate, ora ruvide, dai bordi sfilacciati – accostate una accanto all’altra lungo i ripiani del mobile. Si concentrarono sui volumi riguardanti la Storia dell’Astronomia, argomento affrontato nell’ultima lezione con gli Studenti del terzo anno. Lo sguardo sembrò scartare la maggior parte dei tomi presenti, ma di tanto in tanto ne estraeva qualcuno, impilandolo tra le braccia.
Nel frattempo, fuori, la pioggia continuava a tamburellare leggera sui vetri sottili, annullando di contrasto ogni altro suono che proveniva dall'esterno; all'interno, invece, nella luce bianca e ovattata che si spandeva nella stanza, anche il suo stesso respiro o il frusciare delle vesti sembravano avere un rumore proprio.
Tornò infine al divanetto, posando i libri collezionati sul tavolino. Su alcune coste, in lettere dorate o argentate, era possibile intravedere il titolo:
“Storia dell’Astronomia Magica: Volume IV - I Centauri”, “Le mappe celesti dei Centauri: racconto del furto che ha scosso il mondo della Magia”, “Centauri: tutti gli scritti”, “L’Astronomia Centaura raccontata da uno di loro: misteri e segreti” e un ultimo, alquanto ambiguo, “Centauri fantastici e dove trovarli”.
«Cosa ne pensi dei Centauri?».
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 23/6/2018, 18:10






Elijah Sullivan
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Aveva ragione, non l'aveva mai fatto. Aveva sempre studiato come un matto per sete di conoscenza e svolto con diligenza i suoi compiti per arrivare al massimo. Aveva cercato di dimostrare a sua madre, Esther Montague, di che pasta era fatto, che era degno di ricevere quell'anello che voleva tantissimo. Si sentiva un Serpeverde, lo era fino al midollo, nonostante la sua ossessione per i libri. Il suo essere così fiero di essere un adepto di Salazar, sicuramente non l'aveva ereditato da suo padre. Quello era il gene che sua madre aveva seminato in lui e che, volente o nolente, stava crescendo senza controllo.
Nei compiti ci aveva messo sudore, tempo ma mai se stesso, mai quella parte che faceva la differenza. Era davvero quella la chiave?
Non sapeva se fosse giusto o sbagliato, ma avrebbe seguito il consiglio della professoressa McLinder. Non gli costava nulla provare e se lei aveva ragione...beh, le avrebbe comprato una scatola di cioccolatini super fondenti per ringraziarla.
- Gli Atlantidei? Sì - sorrise all'indirizzo della donna, mentre trovava una posizione più comoda sul divanetto che gli permettesse di conversare meglio - Beh, credo di avere una vera ossessione per la Storia in generale. Amo da matti la Storia Antica, soprattutto quella romana, greca ed egizia. Ovviamente poi Storia della Magia e gli Atlantidei sono la base di tutto. Loro sono qui anche senza esserci, e questa è la Magia più grande.
Poi c'era il disegno, quella parte di lui così profondamente radicata. Elijah rimase per un attimo in silenzio, non un silenzio pesante ma leggerissimo. In quel silenzio qualcosa si accese dentro di lui. Era tutta lì la chiave. In ogni disegno che faceva ci metteva sempre tutto se stesso, nei tratti che faceva apparire sulla carta intonsa c'era sempre qualcosa di suo. Quando disegnava si faceva trasportare lontano, una sensazione simile a quella del volo, ma che andava molto più a fondo. Semplicemente doveva imparare a scrivere i compiti come se li stesse disegnando. Magari un poco forzata come idea, ma sicuramente un sistema più valido di quello che aveva adottato fino a quel momento. Doveva solo far uscire se stesso, doveva lasciarsi andare.
- Si, adoro disegnare. Generalmente faccio ritratti perché mi piace cogliere l'essenza delle persone, quella scintilla che tutti - in modo diverso - hanno negli occhi - non riusciva davvero a credere dove lo stesse portando quel discorso. Non era una strada senza uscita, no! Era una strada che si diramava in tutte le direzioni, era solo una questione di scelte e di eventualità - devo imparare a disegnare me stesso, se interpreto bene parte delle sue parole.
Rimase ad osservarla mentre faceva scorrere le dita sul dorso dei libri, un elegante arpeggiare che ricordava quello di un pianista su ebano e avorio. La McLinder aveva un suo stile innato, era innegabile, e non veniva solo dai deliziosi cioccolatini che aveva scelto di fargli assaggiare.
- Se si tratta di civiltà antiche, è un argomento di mio gusto - la sua voce non riuscì a celare l'entusiasmo che scaturiva dal viaggiare in acque a lui congeniali e gradite. Non c'era civiltà antica che non valesse la pena essere studiata e capita. Un po' come quei cioccolatini che continuavano a sfidarlo costantemente. Beh, non c'era niente di male se ne prendeva un secondo, no? In fondo glieli aveva offerti e sarebbe stato maleducato - parecchio maleducato - non mostrare quanto avesse gradito.
Guardava la professoressa tremendamente incuriosito, ma l'altra parte dei suoi sensi era tesa all'afferrare un altro cioccolatino. Si, era un drogato, e ne era totalmente consapevole. Se non avesse avuto le scorte inviate da suo fratello giornalmente, sarebbe sicuramente impazzito.
Oh, accidenti !! Quante storie!! Visto che doveva aspettare che la professoressa trovasse qualcosa nella sua libreria, tanto valeva ingannare l'attesa. Non era solito parlare a sproposito, quindi decise di impegnare la bocca in qualcosa di silenzioso e appagante. Prese un altro cioccolatino tondo tondo e lo portò alla bocca con calma. Di nuovo quella sensazione meravigliosa, impareggiabile sotto ad ogni aspetto.
«Cosa ne pensi dei Centauri?».
Fece appena in tempo a far sparire il cioccolatino nel luogo di non ritorno che la professoressa tornò verso di lui. Anche se si fosse accorta del bis, questo non aveva intralciato la conversazione. La tempistica è tutto.
Rimase qualche istante senza parole davanti a quei libri che gli stava proponendo, ma espresse il suo pensiero con assoluta sincerità - Mi crede se le dico che non ho mai pensato ai Centauri come ad un'antica civiltà, ma esclusivamente come popolo mitologico e magico? Non mi sono mai soffermato a considerare la questione sotto questo aspetto.
Probabilmente non ci faceva una bella figura, ma era abituato ad essere sincero. I suoi occhi chiarissimi si mossero dalle copertine di quei libri meravigliosi al volto della docente.
- I Centauri sono molto particolari, possiedono una fierezza ed un orgoglio in cui mi riconosco molto.
I Centauri facevano categoria a parte ed erano tra le poche Creature Magiche che gli piacessero - E' innegabile, li apprezzo molto. - confessò senza problemi.
La mano che prima aveva avuto come unico interesse il cioccolato, ora carezzava quelle copertine come se fossero il volto di una bella ragazza. L'effetto che avevano su di lui i volumi antichi era davvero difficile da spiegare, ma erano sempre una freccia che arrivava dritta al cuore - Davvero me li lascia leggere, professoressa? - chiese incredulo come un bambino - Sono fantastici.
Sorrise mentre il tatto gli riportava la consistenza di quelle copertine e già sapeva aveva una mezza idea di come affrontare il prossimo compito.


 
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view post Posted on 8/11/2018, 19:56
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Atena alzò un sopracciglio con fare curioso.
«Questa è la prima volta che sento uno Studente parlare con tanta entusiasta convinzione della Storia della Magia e degli Atlantidei» disse, un misto tra l’accomodante e il divertito. La posizione del ragazzo era alquanto insolita, su questo non v’era dubbio, ma non fece alcunché per dissuaderlo dalla propria opinione. Del resto, non trovava nulla di male in un simile interesse. Forse avrebbe addirittura portato a piacevoli sorprese.
«Esattamente, apprezzo particolarmente veder emergere un tocco personale, una sorta di pennellata di colore su una tela di grigi: questo è ciò che attribuisce un valore unico ad un elaborato e che lo distingue da tutti gli altri.» continuò, riprendendo il paragone con il disegno. «Il resto è solo noia». Valorizzava scelte intrepide e coraggiose, in grado di smuovere le emozioni e solleticare la fantasia. Le piaceva che ogni Studente fosse posto nelle condizioni di esprimere se stesso come meglio credeva e auspicava di riuscire in un simile intento. Si sarebbe rivelato un obiettivo troppo audace per un ragazzo al terzo anno? Forse. Ma era certa che mostrare le vette più alte al Serpeverde non avrebbe certo portato sconforto nel suo animo. Ad ogni modo, pensò, al di là di metafore e paragoni più o meno comprensibili ed apprezzabili, il Prefetto avrebbe pur sempre potuto – molto semplicemente – avvalersi dello strumento pittorico per veicolare i concetti espressi a lezione. Il punto chiave rimaneva il medesimo.

Sz2zguy
Non le passò inosservato, nel momento in cui posò i libri sul tavolo, la bizzarra sparizione di una notevole quantità di cioccolatini dal vassoio argentato. Indugiò un secondo in più con lo sguardo su quella porzione di spazio, ora
drammaticamente vuota, in cui non restavano altro che insicure linee di cioccolato a segnare i bordi quadrati dove fino a poco prima erano disposti i dolcetti fondenti. Le dita stesse, come arrestando ogni movimento, si fermarono, le punte a sfiorare le copertine dei volumi. Durò soltanto un attimo, in una sorta di singhiozzo sulla linea del Tempo, dopodiché ogni cosa tornò a fluire alla consueta velocità. Senza dire nulla, anche Atena riprese posto di fronte al Serpeverde.
Il ragazzo prese tra le mani i testi, valutando il loro contenuto ed accarezzandoli quasi con venerazione, come si fa con un cofanetto contenente un prezioso tesoro. Fu lieta di aver incontrato il suo interesse, e ancor più lieta che affermasse di non conoscere pressoché nulla dell'argomento: quale sensazione poteva essere più appagante per una giovane mente se non il sentire il tepore caldo di nuove conoscenze bagnare l'animo?

«Certo, puoi prenderli. Spero tu possa trovare in essi le risposte che stai cercando. Me li restituirai non appena avrai consegnato il prossimo compito. Abbine cura, bada bene, tengo molto ai miei libri. Sono volumi rari.» sottolineò il senso delle parole con un’occhiata eloquente. Sicuramente avrebbe recepito il messaggio. «Se non c’è altro, Elijah, direi che puoi andare.» Ogni discorso sembrava essere giunto al capolinea; attese, guardandolo in viso, la conferma da parte del Prefetto.
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 18/11/2018, 17:29






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


Non era una novità per lui che Storia della Magia non fosse molto gettonata tra gli studenti della scuola. Lui faceva parte di quel gruppo ridotto che invece l’adorava. Scosse appena la testa, in un movimento quasi impercettibile. Il sorriso invece sarebbe stato decisamente evidente agli occhi della docente di Astronomia.
- Mi piace la Storia, ma non solo quella della Magia. Sono molto affascinato dalla Storia Antica, soprattutto Grecia e Roma. Trovo che i saggi storici aiutino a capire molte cose del nostro presente.
Era vero, dato che la Storia in generale tendeva spesso ad essere ciclica nella sua diversità.

Fu felice di quanto la McLinder tenesse in considerazione le note personali che emergevano da un compito. Era evidente, però, che non stesse apprezzando allo stesso modo la misteriosa dipartita dei cioccolatini. Negare, negare, negare fino alla morte. Era una cosa che aveva appreso fin da piccolo. Certo, in quel caso, era piuttosto evidente dove fossero finiti gli scomparsi. La professoressa, a sua volta, non poteva negare il fatto che lui fosse una cassaforte niente male per i suoi ex cioccolatini.
Rimase del tutto impassibile, lasciando che i suoi occhi si concentrassero solo sul volto della donna. Mai abbassare lo sguardo in certe situazioni, anche se i fatti ti hanno già condannato. Ovviamente, non avrebbe perso del tempo a cercare inutili spiegazioni. In quel caso sarebbe suonato come uno scusarsi che, a suo modo di vedere, non aveva alcun senso. Lei aveva offerto, ma non gli aveva detto di mangiarne solo uno. Contò rapidamente con la coda dell’occhio gli spazi vuoi. Oh, beh, nove era un numero più che giusto per dimostrare quanto avesse gradito.
- Oh, grazie mille! - esclamò alla vista dei libri.
Era certo che, con un’attenta lettura di quei testi, sarebbe riuscito a consegnare un compito all’altezza delle aspettative della docente. Accarezzò la copertina del volume più vicino, come se fosse la guancia di una bella ragazza, quindi sollevò gli occhi chiarissimi a cercare quelli di Atena.
- Ne sono onorato, professoressa McLinder, ne avrò cura come se fossero miei, anzi molto di più – raccolse con calma i libri che la donna gli aveva offerto, poggiandoli sulle cosce – glieli renderò quando consegnerò il compito. Grazie mille.

A fronte dell’invito della donna a congedarsi, Elijah si concesse qualche attimo di silenzio.
- C’è altro – dritto al centro del bersaglio come era sua abitudine – Vorrei chiederle se fosse così gentile da firmarmi un permesso per il Reparto Proibito, in modo che possa approfondire le mie conoscenze. Gliene sarei estremamente grato.

 
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view post Posted on 20/11/2018, 10:00
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ATENA MCLINDER | DOCENTE DI ASTRONOMIA | ♪
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Per un momento Atena si era rilassata, proiettandosi con la mente nell’immediato futuro e pregustando la dolce sensazione di essere nuovamente sola nel suo Ufficio e potersi dedicare alla lettura dei suoi antichi tomi – magari assaporando uno di quei cioccolatini rimasti: la loro fulminea sparizione l’aveva portata, come capita spesso quando si viene privati di qualcosa, ad un singolare languore e al desiderio di godere a pieno di quei quadratini di puro cioccolato.
Ma c’era dell’altro. La Docente sollevò un sopracciglio, curiosa, inclinando appena la testa da un lato. La richiesta del ragazzo catturò immediatamente la sua attenzione, e i pensieri sfuggirono lesti dall’invitante vassoio che si frapponeva tra loro.

«Un permesso per il Reparto Proibito?» disse, portandosi la mano al mento con fare pensieroso.
«No, non se ne parla, Sullivan.» fu la prima, immediata, risposta. Il tono fermo e conciso sembrava non ammettere repliche, così come il gesto con cui accompagnò le parole, come se volesse scacciare una mosca o un altro insetto fastidioso. Nel Reparto Proibito erano custodite conoscenze potenti, ma anche pericolose. Forse troppo per un ragazzo del terzo anno. Decisamente troppo per uno dei suoi alunni.
Inspirando profondamente, tornò a rilassare le spalle e la voce, accingendosi a proseguire.

«Ciò che mi chiedi non è un permesso da prendere alla leggera, né è così facile da ottenere. Anzi, direi che i casi in cui viene concesso sono piuttosto rari e rappresentano l’eccezione. La Biblioteca di Hogwarts è abbastanza fornita da riuscire a soddisfare gran parte delle curiosità di uno Studente del terzo anno, e anche di più.». Sondò con lo sguardo il Serpeverde, stavolta soffermandosi su di lui con maggiore intensità, come osservandolo da una luce diversa: oltre i panni del Prefetto e dello Studente zelante, valutando le intenzioni e la rettitudine della sua persona. Un’analisi che i mesi passati al Quartier Generale aveva reso più attenta, ma che la scarsa conoscenza del ragazzo faceva laconica. Lasciò che il rumore della pioggia contro il vetro riempisse il breve istante di silenzio che seguì le sue parole. «So bene che il Reparto Proibito esercita una profonda attrazione negli animi degli Studenti; immagino il motivo risieda principalmente nel nome che porta: “Proibito”.» un angolo delle labbra si inclinò appena. «Sono rare le persone immuni dal fascino del mistero - *e forse piuttosto noiose* - ma ciò che viene custodito in quel Reparto può essere anche molto pericoloso e facilmente fraintendibile da chi gli si avvicina in modo superficiale o senza il dovuto spirito critico. Vorrei sapere da te per quale ragione, esattamente, sei interessato a questo Reparto? Quali argomenti vorresti approfondire o…quali incanti suscitano la tua curiosità?». Era una domanda lecita e dovuta. Dal momento in cui Elijah aveva sollevato l’argomento, Atena non poteva fare a meno di sondare le intime ragioni che avevano portato il Prefetto ad interessarsi ai tomi proibiti. Quali erano le reali motivazioni all’origine della richiesta? Era consapevole di quanto stava domandando? Aveva uno scopo preciso? E in questo caso fino a che punto sarebbe stato disposto a condividerlo con l’insegnante?
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Naturalmente non è un no tassativo, dovrai persuadere Atena, da qui in avanti tutto dipenderà da te! ☆
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 21/11/2018, 11:41






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


Non si scompose minimamente in seguito alla reazione della docente, non si aspettava nulla di diverso. Quella richiesta portava con sé non solo quel tipo di esternazione, ma anche una serie di domande alle quali non aveva alcun problema a rispondere.
Gli occhi chiarissimi del Serpeverde studiarono quelli della professoressa, nessuna emozione traspariva dai suoi giovani lineamenti già marcati dalla linea della barba.
- Cosa le fa pensare che io stia approcciando questa cosa alla leggera? - la schiena cercò di nuovo una posizione comoda sul divano. Elijah sistemò con attenzione i libri sul lato sinistro, mentre la mano destra tornò a cercare il velluto.
- Dietro a quel cancello ci sono centinaia di libri. Li guardo da lontano e non posso leggerli ed é una cosa che mi fa impazzire – non smise mai di guardarla nemmeno per un istante. Abbassa lo sguardo solo chi ha qualcosa da nascondere e lui era totalmente pulito - perché sono nella scuola se poi agli studenti ne viene vietata la lettura? Non dovrebbero servire per arricchire la nostra formazione?
Il discorso era tremendamente complesso. Era un po' come gettare a terra una matassa perfettamente avvolta e, mentre si srotola, scopri che possiede molti capi diversi.
- Proibito e mistero non sono la stessa cosa. Proibito è qualcosa che sai che c’è e che ti viene negato. Mistero è qualcosa che ignori, che ti sorprende di volta in volta. Hanno però una cosa in comune. Entrambi hanno la capacità di attirare – occhieggiò di sfuggita i cioccolatini sopravvissuti per poi portare di nuovo lo sguardo sulla docente di Astronomia – Il Proibito, però, una volta raggiunto perde completamente di interesse. Il Mistero, invece, si carica di nuova energia di volta in volta.
Elijah era un mix letale, un macigno inarrestabile. Sangue Serpeverde misto a quello Corvonero. Ambizione e curiosità amalgamate alla perfezione.
Di fatto, quando pensava alla parola Proibito, il suo immaginario viaggiava su percorsi ben diversi da quelli che portavano in Biblioteca. Per lui i libri riassumevano il Sapere, al Proibito dava un significato ben diverso.
- Cosa cerco? Niente di preciso – l’indice di Elijah riprese a carezzare il velluto in un modo che evinceva dedizione assoluta. Piccoli cerchi concentrici, sempre più piccolini, alternando tutte le dita della mano destra - carezzerei le coste con le dita, leggendo i titoli. Lascerei che succeda come con la bacchetta, mi farei scegliere da uno di loro. I libri sanno sempre ciò che voglio e non mi deludono mai. E’ uno scambio alla pari. Io leggo loro e loro riescono a leggermi dentro meglio delle persone.
Fece una piccola pausa, lasciando che quel silenzio comunicasse meglio ad Atena le sue parole – Per favore, professoressa. Non voglio fare niente di male, voglio solo leggere. Può accompagnarmi se vuole.

Pensavi di esserti liberata del velluto?
Tadaaaaan! E invece no! :bello:



 
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view post Posted on 24/11/2018, 12:23
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ATENA MCLINDER | DOCENTE DI ASTRONOMIA | ♪
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Mentre il ragazzo parlava, Atena si alzò, prendendo a camminare lentamente lungo la stanza; i passi sembravano seguire i tratti di una linea immaginaria, conosciuta solo da lei, disegnando un semicerchio intorno al divanetto su cui sedeva lo Studente. Aveva una mano posata sul mento, l’altra incrociata intorno alla vita e di tanto in tanto riportava lo sguardo su di lui, quando lo riteneva necessario per saggiarne l’espressione o le movenze. Soppesò tra sé ogni asserzione, talvolta inclinando appena l’angolo delle labbra come per trattenere un sorriso, la cui natura restava tuttavia indecifrabile.
Non appena ebbe concluso di parlare, si arrestò, osservando per un istante il picchiettare della pioggia e le scie delle gocce lungo il vetro della finestra.

«Rispondi alla tua stessa domanda.» lo esortò, decisa, riprendendo a camminare, come se i passi fossero alimentati dagli ingranaggi dei pensieri. «Perché alcuni libri sono Proibiti? Riesci a comprenderlo?».
Aveva l’impressione che le motivazioni esposte dal Serpeverde fossero guidate – si – da un’attrazione nei confronti della lettura, ma al tempo stesso che fossero condite di una certa dose di romanticismo e poesia: ancora lontane dal reale fulcro della questione, accarezzavano il problema solo rimanendo su un piano superficiale. Fu proprio questo sentore, come una spezia amara, a lasciarle un cattivo sapore in bocca. Nonostante il desiderio di arricchire la propria conoscenza fosse ammirevole, vi erano saperi pericolosi, magie oscure e potenti, casi in cui il “venire scelti” da un libro avrebbe portato alla rovina. Ne era consapevole?
Ciò che gli chiedeva, e che si aspettava da lui, era che facesse uno sforzo mentale e assumesse uno sguardo critico attraverso cui valutare le sua stessa richiesta. Senza un simile passaggio, l’accesso al Reparto Proibito restava fortemente sconsigliato.

«Concederesti davvero l’accesso al Reparto Proibito a ciascuno Studente? Se si, perché? Se no, perché? Rifletti prima di parlare.»
Avrebbe quindi atteso la risposta del Prefetto, infine avrebbe proseguito, ponendo lei stessa l'accento su quanto le interessava.
«Vedi, nel Reparto Proibito non sono custoditi libri di favole o semplici enciclopedie del sapere. Vi possono essere ombre e demoni intrappolati tra l’inchiostro dei libri, più seducenti di qualunque altra cosa; puoi trovare testi di Magia Oscura che nel migliore dei casi sono in grado di saltare dagli scaffali e azzannarti il viso - o nel peggiore possono evocare le tue più profonde paure ed angosce, o addirittura imprigionare un pezzo della tua anima. Ne sei cosciente? Come ti comporteresti?»
Le risposte che chiedeva non erano univoche, con ogni probabilità non esisteva nemmeno una risposta corretta e una sbagliata - o forse non era esattamente così?
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 28/11/2018, 15:24






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


La conversazione con Atena stava diventando estremamente interessante, esattamente il tipo di scambio che il Serpeverde adorava. La maggior parte degli studenti si sarebbe trovato in difficoltà davanti a quella sorta di interrogatorio, Elijah però si sentiva del tutto tranquillo. Era fiero delle sue ragioni e sapeva sempre trovare il modo di argomentarle.
- Sono proibiti perché potrebbero essere usati in modo scorretto se cadessero nelle mani sbagliate. E per mani sbagliate si intente troppo maliziose o ingenue. Ovviamente potrebbero esserlo comunque anche per chi sta nel mezzo e non affronta la faccenda nel modo giusto.
Era così che si reputava lui, un cittadino della fascia di mezzo. Uno che non cercava nulla di pericoloso, ma che aveva smesso di pensare alle favole da un pezzo. Ecco, per essere esatti, diciamo che non ci aveva mai pensato.
- Concederei l’accesso a degli studenti che lo meritano e che lo vogliano fare a scopo puramente accademico e, ovviamente, sotto la supervisione di un docente che gli faccia da guida.
Sì, era vero! I libri di Magia, soprattutto quelli di Magia Oscura, non erano lontanamente paragonabili a quelli babbani. Spesso non erano solo libri, ma entità dotate di vita propria e per quello non andavano sottovalutati. Per lo stesso motivo però non dovevano e non potevano essere ignorati.
- Ha ragione nel dire che molti di quei libri sono estremamente pericolosi, ma è anche vero che la nostra Biblioteca non è l’unico luogo dove uno studente – più o meno esperto - possa venire a contatto con essi. Credo che non ci debba essere detto semplicemente di evitarli, ma ci debba anche essere insegnato come relazionarci con essi, come comportarci se ce ne troviamo uno tra le mani. Io credo che questo sia un aspetto molto importante della cosa. Io sarei onorato se volesse guidarmi, e anche molto grato per la sua eventuale disponibilità nei miei confronti.
Il suo discorso si stava incanalando su strade complicate, ma non perché lo fosse il discorso in sé. C’erano delle parole di Atena che fecero breccia nel Serpeverde, ma purtroppo non avevano niente a che fare con i libri, con la conoscenza o con il Reparto Proibito. Era qualcosa che riguardava lui soltanto, qualcosa che gli scoppiava dentro in maniera fragorosa, ma nessuno se ne rendeva conto. I suoi demoni erano suoi, rabbiosi e affamati come il primo giorno.
- Io ho imparato a convivere con le mie paure, a farle diventare la mia forza – gli occhi si abbassarono un attimo per poi tornare sul volto della docente – il demone che mi azzanna il viso da quando sono bambino è molto peggio di quello che potrei trovare in un libro. Lei ha già distrutto la mia anima molte e molte volte, ma io sono ancora qui.
Non sapeva se fosse giusto o sbagliato, ma sentiva che aveva il bisogno disperato di parlarne con un adulto, poco importava se si trattava di un docente. Il fatto che Atena fosse una donna rendeva il suo bisogno ancora più forte, una figura femminile adulta in cui poter riporre la sua fiducia senza condizioni.
Era davvero arrivato quel momento?


 
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view post Posted on 18/12/2018, 10:51
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ATENA MCLINDER | DOCENTE DI ASTRONOMIA | ♪
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Il giovane si prodigò in una risposta cauta, precisa, sotto molti punti di vista impeccabile. Si poteva dire che l’asserzione del Serpeverde fosse quasi da manuale. Per certi versi, forse, analizzava la problematica da un’angolazione ancora superficiale, ma lentamente il pensiero del ragazzo si stava inoltrando nelle questioni che premevano ad Atena: la Docente lasciò che Elijah le prendesse in considerazione, le soppesasse tra sé e, senza fretta né forzatura alcuna, si formasse una propria opinione a riguardo. Il ragazzo, dal canto suo, sembrava propenso a mettersi in gioco, senza disdegnare le riflessione che gli erano richieste.
«E’ corretto quello che dici, non tutti posseggono lo spirito adeguato per affrontare letture proibite; non dimenticarlo, si peccherebbe di superficialità, e la superficialità talvolta può essere distruttiva.»
Atena sorrise tra sé quando il Prefetto le menzionò la necessità che un Docente facesse da supervisore ai ragazzi che volessero accedere al Reparto Proibito. Era un’asserzione che aveva in sé un che di ingenuo e innocente, e si stupì ancor di più quando le propose di farsi carico lei stessa del fantomatico compito - *per carità, ci mancherebbe altro!*
«Questo lo dovresti chiedere al tuo Capocasa» disse divertita. «E in ogni caso, mi auguro che se mai otterrai un permesso per il Reparto Proibito, tu non abbia certo bisogno di un accompagnatore.» Un angolo delle labbra si sollevò appena, in modo furbo e curioso.
«Fortunatamente la Scuola ha escogitato un sistema di accesso al Reparto Proibito a mio parere più che mai funzionante.» insomma, ai Docenti non era richiesto di fare da guida a degli sprovveduti e solo gli Studenti che avevano un reale interesse, un motivo più che valido e una sana consapevolezza avrebbero potuto accedervi, seppur per un tempo limitato.
Annuì alle ultime parole del ragazzo. Sembrava sicuro di sé ed Atena lo soppesò socchiudendo appena gli occhi, valutando gesti, parole e silenzi. Una parte di lei ebbe l’impressione che non avesse il pieno controllo dei propri demoni interiori, ma forse era soltanto una sensazione, o un’ingannevole afferenza. Di certo si riferiva a fatti ed eventi precisi – percepiva le immagini materializzarsi tra gli ingranaggi della sua mente – e per questo non indagò oltre: era un territorio che non la riguardava.
«I demoni sono imprevedibili, difficile sapere fino a che punto sia è possibile controllarli.» si limitò a dire in tono conciso e compito, affinché non fosse eccessivamente, e ingenuamente, sicuro di poter affrontare a priori ogni situazione.
«Sai, Elijah» continuò, riprendendo il filo del proprio ragionamento. «C’è solo una questione che ancora mi lascia perplessa: dalle tue parole ho avuto l’impressione che tu desideri entrare nel Reparto Proibito semplicemente per poterlo visitare ed accedere così al completo sapere custodito nella Biblioteca, lasciandoti…ispirare sul momento? Vorrei invece che facessi uno sforzo e ti ponessi un obiettivo concreto: avrai sicuramente un argomento che ha destato il tuo interesse, forse inconsapevolmente, una tematica che è all’origine del tuo desiderio di andare oltre le conoscenze – per così dire - canoniche.» gli chiedeva di compiere un ultimo sforzo e di indagare ancora più a fondo in se stesso, alla ricerca delle ragioni e delle tematiche, concrete, che avrebbe voluto approfondire. Il Reparto Proibito, del resto, non era una sorta di museo che si poteva visitare alla cieca, non per uno Studente alle prime armi.
«E…dimmi, sei interessato alla Magia Oscura?» una domanda a bruciapelo, diretta e inequivocabile, ma formulata in tono leggero e apparentemente ingenuo, come se gli stesse chiedendo quale fosse il suo gelato preferito. Nessun segno, nei lineamenti rilassati o nello sguardo, indicava cosa si sarebbe aspettata in risposta. Ancora con una mano sotto il mento, attese curiosa le risposte del Prefetto.
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 28/12/2018, 18:16






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


Gli occhi di Elijah rimasero fissi in quelli della docente per tutto il tempo. Non aveva alcun tipo di problema a rispondere alle domande, non aveva nulla da nascondere. Aveva le sue idee. Alcune erano ben chiare, altre ancora tutte da definire. In entrambi i casi, però, erano alimentate dal fuoco vivo della determinazione. Non aveva la certezza di poter raggiungere tutti i suoi obiettivi, ma avrebbe fatto ogni cosa in suo potere affinché accadesse. Era un Serpeverde e l’ambizione faceva parte del suo bagaglio genetico, proprio come i suoi occhi chiarissimi.
- E’ da stupidi affrontare le cose con superficialità. Equivale a pensare di essere al di sopra di tutti e nessuno lo è.
La mano, orfana dei cioccolatini e di qualcosa da bere, riprese il suo insano vagare sulla tappezzeria del divano. La tentazione era davvero troppo forte e, sebbene cercasse di trattenersi, le dita tornarono ad accarezzare quella stoffa così liscia e invitante.
- Non credo di averne bisogno, ma era solo per sottolineare che non ho nulla da nascondere a riguardo.
L’idea di andare da Midnight a chiederli di fargli da anfitrione nel Reparto Proibito gli faceva sollevare tutti i peli delle braccia effetto micio. Era indubbiamente preparatissimo al riguardo, considerando che era la sua materia d’insegnamento, ma era certo che la cosa fosse assolutamente da evitare per vari motivi. Non avrebbe accettato, facendogli notare che uno con solo E nella sua materia non fosse assolutamente nella posizione di ambire a tanto sapere. Nel caso improbabile che gli avesse mai concesso l’onore della sua compagnia, glielo avrebbe fatto pesare fino alla fine dei suoi giorni. Se c’era una cosa che Elijah detestava, era che le cose gli pesassero.
- Combatto i miei demoni da quando ho tre anni, professoressa, e credo che non siano più in grado di sopraffarmi.
Non era una questione di boria, la sua, ma semplicemente l’aver preso coscienza di quella che era la sua vita in ogni dettaglio. Non sapeva quello che gli riservava il futuro, ma sapeva bene su quale basi sarebbe andato a costruirlo. C’erano alcune cose in lui tremendamente radicate, cose che l’avevano divorato così nel profondo che era impossibile cercare di deviare la ruota su una strada diversa. Aveva imparato ad adattarsi alla situazione e, soprattutto, a combatterla a viso aperto. Era per quello che i suoi demoni non gli facevano più paura da tempo.
- Si, mi interesserebbe molto documentarmi sugli incantesimi dell’acqua, come il Neptuno e il Neptuno Dei Aqueormotus.
Era sempre stato affascinato dall’acqua. Tutti erano portati a ritenere il fuoco l’elemento più forte, ma il Serpeverde non era mai stato d’accordo. Per lui l’acqua possedeva una forza e una potenza che andavano oltre, così come la terra. Era inoltre un lettore accanito di Storia Antica e Nettuno, alias Poseidone, era sempre stato il suo favorito. Non c’era Zeus con i suoi fulmini che potesse contrastare il potere e la vastità dell’acqua. Oltre a questi argomenti puramente accademici, amava l’acqua come elemento. Gli piaceva passare del tempo immerso nella vasca del Bagno dei Prefetti, lo aiutava a pensare. Era l’effetto positivo che il contatto fisico con l’acqua aveva su di lui.
Ci aveva girato abilmente intorno, ma alla fine era arrivata a fare esattamente la domanda che il Serpeverde si aspettava fin dal principio. Non gli dispiaceva risponderle, in fondo era una domanda giusta arrivati a quel punto del discorso. Era normale che un docente ci andasse cauto, soprattutto con tutto quello che era recentemente successo. Gli studenti si erano trovati in pericolo ed era gioco forza che nessun insegnante avrebbe rischiato che questo potesse accadere di nuovo, anche se in misura minore.
- Devo esserlo mio malgrado, non crede? Se a scuola mi viene insegnato a difendermi da essa, devo anche sapere contro cosa sto combattendo. Le lotte senza costrutto non mi interessano, preferisco sapere contro chi mi sto fronteggiando. Non mette in una posizione di vantaggio, certo, ma sicuramente aiuta a muoversi. E’ da incoscienti e presuntuosi andare ad uno scontro a fuoco armati solo con spada, si parte già sconfitti


 
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view post Posted on 14/1/2019, 10:37
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ATENA MCLINDER | DOCENTE DI ASTRONOMIA | ♪
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Un angolo delle labbra si increspò appena, all’ultima affermazione del Serpeverde. Era cauto, ma anche sicuro, le risposte sembravano studiate e se vi erano in lui ombre o titubanze di sorta, non le dava a vedere. Una parte di lei si incuriosì, più di quanto non lo fosse stata durante il resto della conversazione: avrebbe voluto sondare più in profondità cosa si celava oltre quella superficie apparentemente così salda e impenetrabile. Chissà perché era una sfida che l’affascinava sempre: l'essere umano, con i suoi demoni e le sue debolezze interiori, era un mistero che sussurrava costantemente al suo orecchio di essere avvicinato.
«Sai Sullivan, potrei quasi rivalutare la tua proposta di accompagnarti. Potrebbe rivelarsi l’occasione giusta per una conversazione quanto mai piacevole ed entusiasmante.» soppesò a lungo il giovane, mordendosi appena il labbro inferiore e inseguendo il filo di un pensiero, che tuttavia evitò di palesare.
«Ma per ora» riprese, come ridestandosi e tornando al momento presente «porgimi pure il foglio del permesso – immagino, dalla tua sicurezza, che tu l’abbia portato con te.» attese quindi la conferma da parte del ragazzo, poi si avviò a passo celere verso la scrivania e, chinandosi in avanti, intinse la punta della propria piuma nella boccetta nera dell’inchiostro; con un tratto sicuro ed elegante, vergò il modulo con la propria firma.
«Bada bene, il permesso è valido per una sola entrata. Se ti metterai nei guai o se, volontariamente o scioccamente, metterai in pericolo altri Studenti, la punizione sarà certa e severa. Senza contare che la tua Casa potrebbe perdere gran parte dei punti che con tanta fatica ha accumulato.» Lo ammonì, chiara e concisa, accompagnando le parole da un’espressione che non ammetteva eccezione alcuna.
Infine si ammorbidì, tornando a porgergli la pergamena.

«Ricorda, se dovessi avere dubbi o se la tua visita facesse sorgere nuovi interessi, sono a tua disposizione.»
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Perdona il post striminzito, le vacanze natalizie – e il loro strascico - mi hanno assorbita completamente e non volevo farti aspettare oltre.
Hai il tuo permesso firmato, valido, come da Regolamento, per una sola entrata. Fanne buon uso!

Quanto a noi, resta aperta la possibilità, sicuramente intrigante, di approfondire la chiacchierata, magari in tempi più felici!
 
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13 replies since 9/5/2018, 14:13   410 views
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