Candles, shadows and me , Privata

« Older   Newer »
  Share  
Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 16/5/2018, 13:07






Elijah Sullivan


🐍17 Anni 🐍 3° Anno 🐍 Serpeverde 🐍


pMZ6k4q

A scuola cercava costantemente la solitudine e difficilmente la trovava. Anche la sua stanza era diventata ormai un vero serraglio, ragion per cui si recava molto spesso in Biblioteca. Non che questa fosse una novità per Elijah, ma ora era diventata una costante. C'erano quei pomeriggi in cui era disturbato da tutto. La luce, la presenza di persone, il bisbigliare sommesso nel tentativo di non farsi sentire. Tutto era di troppo, tutto e tutti.
Quel giorno aveva un'altra idea per la sua solitudine. Non ci pensò troppo, ma si limitò a prendere il mantello e a mettere nella borsa scolastica il libro di cui aveva bisogno. Controllò che il gatto non avesse fatto danni e che Theo fosse beatamente acciambellato sul lato sinistro della sua teca, il suo preferito. Fece una smorfia e uscì. Aveva il pomeriggio libero e ne avrebbe approfittato per studiare in tutta tranquillità. La sua meta era un luogo che avrebbe sempre voluto vedere ma aveva sempre rimandato, per una cosa o per un'altra. Ora voleva concedersi tutto quello che voleva senza aspettare.
Era una giornata abbastanza luminosa, nonostante le nuvole fossero costantemente ammassate in cielo. Le guardò solo un attimo uscendo, incamminandosi poi verso il Villaggio. Si mosse lentamente passo dopo passo e giunse ad Hogsmeade a tempo di record. Dalla via principale deviò in una di quelle laterali, camminando con calma finchè non vide apparire la scritta della locanda. Finalmente era davanti alla Testa di Porco, Elijah fece un ghigno leggero e si diresse alla porta d'ingresso.
Una volta nel locale si guardò intorno con attenzione scrutando ogni angolo alla sua portata. Le sue labbra si schiusero, era compiaciuto dalla sua scelta. Quel posto era uno spettacolo, perfetto sotto ogni punto di vista.
Sembrava che in quel momento i camerieri fosse occupati in altre faccende e il Serpeverde non se ne preoccupò minimamente. Si accomodò in uno dei tavoli più piccoli, scegliendo quello al lato di una delle finestre. Si, era tutto molto sudicio e trasandato, ma era l'ultimo dei suoi problemi in quel momento. Aprì la borsa e sistemò il libro di Difesa contro le Arti Oscure sul tavolo proprio davanti alla candela.
Una tentazione fortissima quella di allungare la mano e passare il palmo un paio di volte sopra alla fiamma. Bruciava appena, un gradevolissima sensazione. Appena spostò la mano, la fiammella tremolò e poi riprese la sua forma iniziale. Elijah grattò con l'unghia sullo strato superficiale della cera e poi l'osservò perplesso. Aveva un colore strano, come quello del grasso andato a male. Il Serpeverde scosse le dita verso il pavimento, lasciando cadere a terra ciò che gli era rimasto sotto le unghie.
Un ragno apparve senza paura all'angolo del tavolo, evidentemente abituato ad interagire con i clienti come un cane da guardia. Elijah allungò la mano, gli permise di passeggiare dal palmo alle dita, e lo lasciò libero sul davanzale della finestra con molta delicatezza. L'osservò per qualche istante mentre si allontanava lungo il muro prima di dedicarsi al suo obiettivo primario. Aprì il libro e cominciò a leggere con calma. Nessuno avrebbe più distolto la sua attenzione.

4Hn7jyn




 
Top
view post Posted on 21/7/2018, 01:17
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
4,863

Status:




Did you seriously step on my toes?

8icPJ82

weariness
Ciò che più desiderava era a pochi passi da Lei. Le sarebbe bastato svoltare l’angolo, scendere le scalinate strette oltre l’arco, camminare velocemente oltre le cucine e giungere in Sala Comune. Il letto a baldacchino, fresco e tranquillo, era lì ad attenderla.
Poteva già avvertirlo, il dolce sollievo della testa pesante che trovava ristoro tra i freddi e morbidi cuscini. Ci si sarebbe gettata di peso, tra quelle lenzuola candide e, a quel pensiero, ormai giunta al piano terra, Emily aveva già slacciato il nodo perfetto della cravatta.
« No, vi dico che era il turno di Sullivan! »
Istintivamente, la Serpina si fermò, implorando la propria stanchezza, *fa che io abbia sentito male*. L’idea di aver appena udito le prime parole di una lunga arringa, epilogo di uno scontro verbale, e che dovesse necessariamente intervenire, le fecero accapponare la pelle dalla frustrazione.
« E a noi hanno detto che ci avrebbe accompagnato qualcun altro. E che lo avremmo trovato qui alle 17. Non per essere scortese ma… Voi siete qui. E sono le 17.
Piegando appena le labbra mentre con una piccola piroetta di voltava in direzione della fonte di quel litigio, Emily si disse che il discorso non faceva una piega. Era salva.
« Ed io dico a voi, stupidi mocciosi arroganti, che non posso accompagnarvi io. Visto che non voglio sprecare il mio prezioso tempo perché i vostri Prefetti se ne stanno a ciondolare come fannulloni, mi seguite da Midnight e spiegate a lui la situazione. O… O dal Preside! Forza.
Era salva? La sgradevole voce di Gazza, priva di concordanza a senso, le arrivò con un’ondata di disgusto e disprezzo rispondendo alla sua tacita domanda: no, non lo era.

« Un momento. »
In pochi passi Emily aveva raggiunto il grande Portone scuro che affacciava sugli esterni di Hogwarts e s’era affiancata al gruppo di Serpeverde e Tassorosso che sostavano davanti alla pergamena affissa in bacheca. Ogni giorno, alle 17, un Prefetto o un Caposcuola o un Docente, avrebbe accompagnato gli studenti del primo anno per una breve passeggiata ad Hogsmeade. Quel giorno, sembrava che l’incaricato si fosse dato alla macchia.
« Oh, la Cavalleria. Vado bene. » , affermò il Custode con la fronte corrugata e lo sguardo accigliato. Mai una volta che Gazza fosse contento di vederla! « Un certo Bullinan doveva accompagnarli oggi. Ma se non si esce per un giorno, non muore nessuno, no? Troppo lusso al giorno d’oggi! »

Gazza era conosciuto come un fiero sostenitore della Casata Verde-Argento ma tra lui ed Emily non correva buon sangue. La Serpina, dopotutto, non aveva mai avuto problemi nel mostrargli il suo più sincero, profondo e disgustato disappunto.

« Sullivan. Si chiama Sullivan », intervenne con voce seria e contrariata. Avrebbe volentieri aggiunto dell’illetterato ma davanti ai Primini era meglio non sfoggiare insulti. Non ora che era ancora Caposcuola, *maledetta spilla*.
« Non si preoccupi signor Gazza, continui pure con le sue… Faccende. » , aggiunse senza dare all’uomo la possibilità di ribattere al suo precedente appunto, mentre lo sguardo prendeva di mira lo scopettone alle sue spalle, « Il Prefetto Sullivan ha chiesto a me di sostituirlo. Andiamo. »
Così Emily sparì oltre il Sigillo di legno del Castello, alla testa di un piccolo gruppetto di Primini tutti sghignazzanti. Non aveva avuto modo di godersi la reazione di Gazza ma potè giurare di averlo sentito ululare internamente di rabbia.
anger
Rabbia era quanto provava la Serpina mentre camminava su e giù per le viuzze del villaggio. L’unica ed ultima volta che aveva accompagnato una primina in quella passeggiata, l’aveva beccata a sbaciucchiarsi con un suo conoscente. Com’è che si chiamava? Ricordava vagamente un nome spagnolo. Spazzò via quell’inutile ricordo come si fa con un insetto indisponente che svolazza davanti al viso e si lasciò cadere su una panchina. I ragazzini erano appena entrati nell’ennesimo negozietto della cittadina magica; euforici ed eccitati come Schiopodi appena nati, Emily si chiese quale problema avessero. Lei non era così, alla loro età.
*Ma guarda che eri strana tu, a quell’età, non loro*; la coscienza risuonò in tutta la sua sfacciataggine ma, la cosa peggiore, era che quel pensiero s’era palesato con il piacevole suono della voce di Arya.
A pensarci, Emily non si rese conto di sorridere; Von Eis le mancava, nonostante tutto. Le mancavano le loro prese in giro.
Lasciando scivolare le braccia esili sul bordo del banco, gettò il capo vermiglio all’indietro, sospirando al cielo torbido. Fu in quell’istante che riconobbe una figura fin troppo familiare fare capolino oltre le casette che si addossavano le une sulle altre.
Pochi passi e Elijah scomparve nuovamente per il pendio di una via isolata, oltre l’angolo della pietra viva dell’ultimo negozio. Dove stava andando?
C’era solo un locale, in verità, oltre quella strada ed Emily s’era promessa di non metterci più piede.
Quel giorno, sarebbe venuta meno al suo stesso giuramento.
Serrando i pugni, ora che la frustrazione s’affacciava nuovamente sui delicati zigomi, richiamò a sé gli studenti del Primo Anno.
« Ma abbiamo ancora dieci minuti! », tentò un ragazzetto dai grandi occhiali che gli pesavano sul naso a patata.
Abbassando lo sguardo su di lui ed incrociando le braccia al petto, Emily lo sfidò a continuare e lui, ragionevolmente, tacque. Per alcune cose, la carica di Caposcuola era più che utile.
vengeful
Il piano era semplice e colmo di soddisfazione: riportare i primini ad Hogwarts, correre di nuovo ad Hogsmeade, raggiungere la Testa di Porco, prendere per i perfetti capelli Sullivan e fargli saggiare il legno sporco del locale. Per colpa sua, aveva letteralmente mandato all’aria i pigri piani del suo pomeriggio libero; quel che ormai ne restava, erano poche ore prima di un’intensa ronda notturna.
L’unico segno distintivo di quel postaccio era una testa di cinghiale mozza che macchiava di sangue rappreso un panno bianco. Ciò doveva bastare a tenere lontano ogni visitatore giunto lì per sbaglio. Chi sano di mente avrebbe mai messo piedi lì di sua spontanea volontà?
La vocina nella sua testa, ridacchiando, le propose il nome di Bullinan.
Con un ultimo sguardo all’insegna malridotta, Emily spinse con un calcio – la maniglia era stomachevolmente unta – la porta di legno consunto annunciando la sua schifata entrata.
Non ci mise molto prima di trovarlo seduto ad uno dei tavoli malridotti, dopotutto non era difficile riconoscere una presenza in mezzo al nulla più desolato – e desolante.
Per un momento aveva sperato di essersi sbagliata, che il Prefetto non fosse lì; avrebbe potuto girare i tacchi e andarsene. Per la sfortuna di entrambi, invece, il ragazzo doveva trovare quel posto stranamente rilassante, tanto da renderlo il rifugio perfetto in cui studiare, *E poi sono io quella che ha problemi*.
Pochi passi e fu immediatamente davanti a lui. In un gesto dettato dal fastidio più puro, non curante della sporcizia che poteva ricoprire la superfice del legno consumato, sbatté entrambi i palmi sul tavolo, chinando il volto in sua direzione per fronteggiarlo.
Già sentiva lo sporco penetrare sotto la pelle nivea ma, ingoiando quel ribrezzo, Emily puntò gli occhi freddi sul volto del suo Prefetto.


« Non hai dimenticato nulla? »



 
Top
Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 22/7/2018, 17:07






pMZ6k4q

Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Gli occhi chiarissimi del Prefetto scorrevano veloci sulla pagina del libro. Ogni tanto si concedeva qualche breve momento per prendere appunti su una delle pergamene che aveva portato con sé in quella sala studio improvvisata. Era decisamente contento della sua scelta, un posto perfetto per studiare senza troppe distrazioni. Scostò la pergamena, allontanandola leggermente. Tornò a tuffarsi nelle pagine di Difesa contro le Arti Oscure. Doveva preparare un compito per il professor Midnight e non aveva assolutamente intenzione di fare brutta figura. Non aveva abbandonato il suo obbiettivo nemmeno un attimo, nonostante la difficoltà fosse estrema.
Un tonfo sul suo tavolo distolse la sua attenzione dal testo. Gli occhi si mossero sulle mani dalla pelle chiara che poggiavano sicure davanti a lui. Non aveva bisogno di guardarla in faccia per sapere chi fosse, quella voce apparteneva alla sua Caposcuola. Nonostante non si fosse mai intrattenuto a parlare con lei in privato, l'avrebbe riconosciuta senza problemi. Il tono autoritario che emanava la domanda fu solo la conferma a ciò che già sapeva.
Prima di sollevare lo sguardo, Elijah si concesse qualche istante per analizzare la frase e capì immediatamente dove Emily voleva andare a parare. Era successo di nuovo ed essendo lui a Hogsmeade non ne aveva pagato le conseguenze in prima persona.
Non sollevò lo sguardo, ma la sua mano destra si infilò con calma nella tasca dei pantaloni. Il Serpeverde spiegò il foglio che custodiva con cura e lo sistemò rivoltò verso la sua interlocutrice lisciandolo con cura. Erano i suoi turni. La punta del dito indice si mosse fino alla casella che indicava quel pomeriggio, dove troneggiava la scritta "Libero" in tutta la sua bellezza.
Solo in quel momento Elijah sollevò lo sguardo a cercare quello di Emily - No, non ho dimenticato nulla - il suo vocione risuonò nella sala del locale - devo fare la ronda notturna, Hogsmeade mi tocca tra due giorni - precisò mentre il dito si muoveva ad indicare il primo turno che avrebbe dovuto svolgere quel giorno.
- Non è la prima volta che devo discutere perché alcuni primini sono convinti che io debba accompagnarli e non è il mio turno. Per evitare problemi con quell'idiota che mi storpia sempre il nome, li ho accompagnati comunque io, anche se ero libero. E' successo già tre volte e mi sembra di capire che questa volta hanno incastrato te, giusto?
I suoi occhi si strinsero per la rabbia che provava ogni volta che si presentava quella situazione. Aveva sempre ricontrollato i suoi turni e sapeva di essere nel giusto, ma non aveva potuto scoprire chi fosse il furbacchione che scaricava sempre la rogna a lui anche quando non gli toccava.
- Non so chi sia che spaccia il suo turno con i primini come se fosse mio, ma se lo scopro gli servo un Silencio e poi inizio a scuoiarlo un pezzo alla volta, partendo dalle dita dei piedi e senza usare la Magia.
Il suo sguardo era gelido, nemmeno un muscolo del suo corpo si mosse a parte quelli delle labbra. Una parte di lui iniziava a ribollire, più di una parte. Non solo era stato di nuovo messo in mezzo nel suo pomeriggio libero ma la cosa era ricaduta sulla sua Caposcuola. Oltre a questo non gli era piaciuto che Emily avesse subito pensato che non avesse svolto il suo dovere e che avesse scaricato i suoi turni su un altro andando a farsi gli affari suoi.
- Come mai ho la sgradevole sensazione che tu abbia dato per scontato che non avessi svolto il mio dovere? - rimase un attimo in silenzio e precisò - Non ho mai saltato un turno che mi toccava. Mai. - il tono era tranquillo ma deciso e fermo sulla sua posizione. Elijah non era il tipo che se la faceva addosso davanti alla sua Caposcuola o ai professori, soprattutto se non sussisteva alcun motivo. Ma lì non era questione di strafottenza, non c'entrava proprio nulla. Se sapeva di avere torto, avrebbe fatto ammenda, pur senza abbassare lo sguardo, la furbizia prima di tutto. Ma non era quello il caso. Era alla Testa di Porco perché era libero. Punto.
Chiuse il libro con un colpo secco, ormai la concentrazione si era imbarcata verso altre rotte. Si sentiva punto nel vivo dalla poca fiducia di Emily, lei non era Gazza. Di quello che pensava o diceva quel buffone di Magonò gliene fregava meno di zero, anche se l'ultima volta che gli aveva dato del lavativo senza motivo...beh, aveva dovuto contare mentalmente fino a duemila per non mollargli un pugno su naso, che probabilmente qualcuno gli aveva già spezzato a giudicare dallo stato in cui albergava. Si era fermato solo per la sua Casa, per la spilla che portava e, soprattutto, perché c'erano troppi testimoni. Si era ripromesso che durante una delle ronde notturne, se mai fosse incappato nel Custode, le avrebbe pagate tutte con gli interessi. Sarebbe sembrato uno sfortunato incidente e nessuno avrebbe mai scoperto che era lui il colpevole. Doveva essere di notte e fuori dal Castello dove non c'erano quei guardoni dei quadri, sempre pronti a spifferare tutto.
- Visto che hanno rovinato il pomeriggio ad entrambi, mi permetti di offrirti qualcosa? - le indicò la seduta di fronte a lui, il palmo rivolto verso l'alto.

 
Top
view post Posted on 14/9/2018, 15:49
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
4,863

Status:




Did you seriously step on my toes?

8icPJ82

intrigued
Quando una persona non ti guarda negli occhi, due possono essere le ragioni: non gli interessa cosa stai dicendo o, ancora peggio, non gli interessa un bel niente di te.
Non sapremo mai quale delle due cose avesse urtato Emily in quel momento ma si può con certezza dire che risultava ancora più infastidita, al punto che, broncio sul volto irritato, non si degnò nemmeno di calare lo sguardo sul foglio di carta che Sullivan aveva tirato fuori.
Le iridi chiare rimasero a fissare quel volto menefreghista e, improvvisamente, la voglia di schiacciarne le guance ossute contro al tavolo si palesò in tutto il suo rancore.
Quando Elijah alzò finalmente gli occhi, ritrovò una Caposcuola che non provava alcun interesse per quei dannati turni e, per quanto le prove esposte fossero dalla parte del ragazzo, ad Emily importava ben poco. Lui aveva appena scavato più a fondo nella propria fossa e non solo perché lei aveva dovuto pagare le pene di un problema che non era stato risolto ma perché odiava quando le persone la trattavano con sufficienza. Poteva normalmente accettarlo, di solito ricambiava con pura e costante indifferenza ma quando era la sua autorità ad essere esposta, quando il suo ruolo richiedeva la massima attenzione, sarebbe stato meglio, per i diretti interessati, rispondere all’appello come soldatini in miniatura.

« Perché provare a risolvere il problema una volta per tutte ti pesava troppo, vero? »
Con un insolente ma delicato sbuffo, la Serpina ritirò le mani dal lerciume e incrociò le braccia al petto. Con premura chirurgica fece attenzione a non sfiorarsi gli abiti nemmeno con la punta delle dita altresì immacolate ma un brivido le percosse comunque la schiena.
« E se tu non risolvi questa situazione, ti ritroverai ad implorarmi perché scuoiarti è una goduria in confronto a quanto vorrei farti in questo momento. »
Sostenne lo sguardo arrabbiato del ragazzo, osservandolo dall’alto ora che poteva permetterselo: se Sullivan fosse scattato in piedi, l’avrebbe certamente superata di una bella manciata di centimetri.
« Non ti facevo così perspicace ma bravo, hai indovinato. Ho dato per scontato che non avessi svolto il tuo compito perché do per scontato che nessuno lo faccia. Se tu avessi sistemato questa situazione al principio, infatti, non starei qui a rovinarmi il pomeriggio. Vedi di farlo alla svelta. »
Non si diede il tempo di ascoltare una risposta: per quanto le riguardava il discorso era terminato e risolto lì anzi, prima o poi si sarebbe anche vendicata in qualche modo. Voltata dunque la schiena, senza alcun ossequio, stava per dirigersi all’entrata di quel postaccio; dopotutto, se a Sullivan piaceva comportarsi da saccente menefreghista, Emily adorava ripagare con la stessa monet--- *Eh?*
Aveva sentito male o il Serpeverde le aveva appena offerto da bere per… “Farsi perdonare”?

« Vendono qualcosa, qui, che non sia maleodorante Vaiolo di Drago liquido? », mentre parlava, non preoccupandosi minimamente di offendere qualche presente, arrestò il passo voltandosi verso di lui.
Inclinato il capo vermiglio, con lunghe ciocche a coprirle il viso costernato da efelidi, Emily l’osservò con curiosità.




Edited by Emily Rose. - 14/9/2018, 17:33
 
Top
view post Posted on 14/9/2018, 18:35
Avatar

We are all immortal until proven otherwise

Group:
Caposcuola
Posts:
4,836

Status:


Casey Bell

png

Chi avrebbe mai potuto immaginare che una ragazzina della sua età avrebbe potuto servire alcolici in uno dei locali più malfamati dei quartieri magici inglesi? Probabilmente non era una cosa di cui vantarsi ma a KC piaceva eccome quella situazione. Aveva occasione di vedere e conoscere persone piuttosto bizzarre e di ascoltare conversazioni che avevano dell'assurdo. A volte però era difficile non avere paura di fronte a certi individui, specie se questi grondavano sangue e chiedevano una stanza al piano di sopra... Ma quelli erano affari di Aberforth e lei era sicura che mai nulla di malvagio sarebbe potuto accadere fra quelle quattro mura consunte.
Quando si trattava di servire alcolici KC era quasi contenta. Il motivo era che questi erano una delle maggiori richieste dei visitatori del Testa di Porco, e ciò voleva dire che le bottiglie venivano cambiate frequentemente e che erano gli unici oggetti lì dentro che non erano rivestite da uno spesso strato appiccicoso di polvere. Dunque non aveva alcun ribrezzo nel toccarle e aveva quasi imparato a maneggiarle come una discreta barman. Quando si trattava di servire dei piatti o di apparecchiare la tavola, beh... lì c'era da indossare i guanti. Se Drinky avesse saputo dove lavorava sicuramente avrebbe avuto qualcosa da ridire.
Era una giornata piuttosto tranquilla e lei era accovacciata sul bancone a leggere un libro sulle creature mistiche. Un ragazzo si era seduto a un tavolo in uno degli angoli più polverosi del locale e a lei venne un conato al pensiero di dover passare una pezza per raccogliere tutte le ragnatele marcite negli anni su quella superficie, ma decise di lasciar perdere: con mille posti liberi aveva deciso di mettersi proprio lì, il che voleva dire che non gli dava per nulla fastidio. Fece per avvinarsi al tipo con un taccuino quando qualcun'altro entrò riducendo la fragile e vetusta porta del locale quasi in mille pezzi. Una ragazza furente e rossa quanto i suoi stessi capelli si avventò al tavolo occupato dal ragazzo e - a questo punto Casey fu pervasa da un altro conato - incurante della sporcizia accumulatasi, ci sbatté sonoramente i pugni. A quel punto la ragazzina fece un passo indietro. Non le sembrò quello il momento adatto per introdursi nella discussione e si spinse dietro il bancone senza destare alcun tipo di attenzione. I due presero a discutere, chi a bassa voce e con calma, chi a voce alta fregandosene di trovarsi nella sala di un pub. Tutt'a un tratto però la ragazza sbuffò con sarcasmo una frase che voleva essere una sorta di richiamo per un servizio e KC si decise a prendere un panno umido, due menù e alcuni fazzoletti da disporre ai due clienti nel caso in cui il contatto del lerciume con la loro pelle fosse stato insopportabile. Giunta al tavolo prese il panno e cominciò a strofinarlo schifata sul legno.
- Scusa, alza il libro se puoi... - disse al ragazzo mentre passava la pezza sotto di questo - ... prima che diventi portatore di chissà quale malattia.
Poi prese il taccuino con la sua biro e disse:
- Buonasera! Non vi consiglio nemmeno di toccare il menù, e se ve lo state chiedendo, al proprietario piace tenerlo così il locale. Ci ho provato in tutti i modi.
Poi si girò verso la ragazza:
- Se desideri qualcosa di forte ti posso fare un Whisky Incendiario doppio. Altrimenti posso provare a recuperarti qualcos'altro. Ditemi pure!


 
Top
Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 19/9/2018, 14:48






pMZ6k4q

Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Valutò con attenzione tutte le reazioni della sua Caposcuola e agì di conseguenza. Emily era una tosta, per lei nutriva un’ammirazione smodata. Sebbene fosse fortemente infastidito dal fatto che lo stesse bacchettando, rimase totalmente impassibile, gli occhi fissi in quelli blu di lei. Una parte di lui sapeva che aveva ragione e che avrebbe potuto archiviare la cosa prima che si ripetesse, l’altra parte era fermamente convinta di essere nel giusto. Era come stare in bilico sopra ad una pallina, prospettiva interessante.
- No, non mi pesava – parlò lentamente guardandola, cadenzando ogni parola – speravo che non si ripetesse.
All’idea di essere giustiziato da lei, fece un ghigno. Doveva ammettere che non sembrava poi così male, se vedevi la cosa dalla giusta prospettiva.
- Entro domani a quest'ora la cosa sarà risolta e verrai da me informata su ogni dettaglio della faccenda. Hai la mia parola.
Quando Emily arresto la sua ritirata, Elijah capì che stava valutando la sua offerta. Non aggiunse altro, ma sorrise leggermente alla sua battuta sul Vaiolo di Drago.
Mentre erano ancora lì nel pieno delle trattative, si presentò la cameriera che nessuno di loro due aveva chiamato al loro tavolo. Non solo si presentò non invitata e nel momento meno opportuno della conversazione, ma iniziò a parlare a ruota libera e a ...spolverare?
Elijah saltò su il più velocemente possibile, ma non riuscì a non essere investito da una nuvola di polvere.
- Ma che accidenti…!!!?? - indietreggiò, ma i suoi pantaloni erano più sudici della pezza che la tipa stava usando in preda al virus delle pulizie.
Ora si che avrebbe voluto tanto sapere le finezze che la Rose voleva tanto riservargli. Non erano nulla in confronto a quello che aveva in mente per Spolverina. Non solo lo aveva sommerso di polvere, ma aveva infilato la pezza sotto al suo libro. L’aveva afferrato appena in tempo. Ovviamente lei non lo sapeva, ma chi toccava le sue cose aveva delle bassissime prospettive di uscirne sano e la cosa si riduceva all’osso se si trattava di un libro.
Il primo istinto gli suggeriva di prenderla di peso e usare lei al posto della pezza su tutti i tavoli e, completata l’opera, passare al pavimento. Lì si che avrebbe avuto delle degne soddisfazioni e il tripudio finale sarebbe arrivato con i gabinetti.
Emise un grugnito inarticolato e tirò fuori la bacchetta. Bastò un attimo e la polvere scomparve, non i suoi istinti omicidi nei confronti di Spolverina. Cercò gli occhi della sua Caposcuola, sperando che non avesse subito la sua stessa sorte.
- Sei pregata di far sparire quella pezzetta – i suoi occhi chiarissimi, che la stavano fulminando dall’alto del suo metro e ottantatre centimetri, non promettevano nulla di buono. Se la tipa non avesse seguito alla svelta il suggerimento, gliela avrebbe fatta mangiare, e a quel punto anche il piatti del locale le sarebbero sembrate delle sublimi prelibatezze.
Si voltò verso Emily, indicandole la sedia con la mano – Per favore. Vorrei avere l’onore ed il piacere di bere qualcosa con te.
Avrebbe atteso in piedi finché la sua Caposcuola non si fosse seduta, quindi l’avrebbe imitata accomodandosi di fronte a lei. Non aveva idea se Emily avesse intenzione o meno di seguire il consiglio riguardo al Whisky Incendiario, ma lui avrebbe fatto di testa sua, come sempre.
Afferrò il menu, ignorando tutte le sue raccomandazioni su improponibili malattie mortali, e fece scorrere gli occhi velocemente su quello che proponeva. Ci mise pochissimo a decidere e solo in quel momento sollevò lo sguardo – Per me una bottiglia di Vodka delle Ebridi con due bicchieri, per favore, nel caso anche lei volesse assaggiarla. Grazie.
Dopo quello, sperò vivamente che evaporasse dalla sua vista il più velocemente possibile. Il suo autocontrollo non sarebbe rimasto ad oltranza in odore di santità.

1 bottiglia di Vodka delle Ebridi
( da scalare sul mio conto anche quello che ordina Emily :fru: )

per CaseyBella una fornitura annuale di pezzette mangia polvere che mordono ogni volta che le utilizzi :flower:


 
Top
5 replies since 16/5/2018, 13:07   236 views
  Share