Atto I, Scena III

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 17/5/2018, 17:56
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Altro giorno, altra lezione, altri compiti da svolgere.

La normale vita di uno studente, direte voi: peccato che quel pomeriggio Wolf non avesse la minima voglia di chiudersi in Biblioteca a preparare l'ennesima relazione per Difesa contro le Arti Oscure, soprattutto non aveva voglia di sbattersi per un professore che si era permesso di umiliarlo. Eppure, eccolo lì, costretto ad ingoiare la propria vanità, un mucchio di libri aperti di fronte a lui e un rotolo di pergamena già concluso, inchiostro freschissimo: non era soddisfatto, però, soprattutto non avrebbe soddisfatto un certo professore di sua conoscenza.

Con fare svogliato - che voglia di fare una pausa e fumare una sigaretta in santa pace - Wolf si alzò dall'ultimo tavolo della Biblioteca, facendo attenzione a non strisciare la sedia, per non incorrere nelle ire della Bibliotecaria, per ritirare i libri già utilizzati e cercarne di nuovi. Non che avesse molte speranze, in realtà, quanti altri libri sull'incantesimo Confundus potevano esistere: Salazar quanto avrebbe voluto trovarsi altrove.

Una volta tornato al suo posto, con altri tre libri da leggere - ma quanti ne esistevano? - si mise inizialmente a rileggere quanto aveva goà scritto, per non commettere il triste errore di ripetersi: dopo qualche minuto, però, le parole cominciarono a confondersi tra loro e Wolf si rese conto di star leggendo la medesima riga per la terza volta, senza comprenderne il significato. Fortuna che si trattava del suo elaborato.

Basta, avrebbe accolto qualsiasi distrazione con un bacio: per favore.

Qualunque distrazione. Era una promessa.


Edited by Wolfgang Bogdanow - 2/6/2018, 13:01
 
Top
view post Posted on 25/5/2018, 07:51
Avatar


Group:
Caposcuola
Posts:
9,886
Location:
Nowhere

Status:


I giorni scorrevano lenti, meravigliosi nella loro concretezza ma morti dentro nel cuore della Corvonero, che ormai non riusciva vedere il mondo con gli stessi occhi di un tempo.

All’interno delle robuste mura del castello, Megan avanzava con passo spedito, stringendo tra le mani tutto il necessario per studiare: quel giorno trasfigurazione avrebbe fatto da protagonista insieme ai suoi pensieri, che ormai riusciva solo a soffocare tra le pagine ingiallite dei tomi presenti nei scaffali impolverati della biblioteca. Quel luogo che amava, meta delle sue lunghe meditazioni ed ore di solitudine, stava per accoglierla ancora una volta e quella era la sua unica consolazione, l’unico momento in cui poteva sentirsi veramente al sicuro.

Sicurezza: non c’era cosa che desiderasse di più al mondo in quel periodo, l’aveva persa da qualche settimana, e con essa si era persa parte di lei; nonostante la forza fosse tanta, più di quanto chiunque potesse immaginare, la maschera che indossava, che si contrapponeva alla vera realtà del suo essere, era difficile da tenere. Da quando i suoi genitori erano morti, aveva finto che tutto andasse bene, mentendo a tutti i suoi compagni e amici, mentre piano piano si spegneva insieme ad ogni sua emozione, giorno dopo giorno.

D’altra parte, la situazione che stava affrontando veniva lenita dal suo nuovo incarico, dalle responsabilità che ne derivavano aggiuntesi alla routine e che per quanto pressanti, amava.

Non le era mai piaciuto impartire ordini, ne eseguirli; ricordava bene come ci si sentisse dall’atra parte e aveva giurato a se stessa di non approfittarne mai. Per lei quella spilla era un grande onore e non avrebbe mai tradito i suoi principi.



Attraversò la soglia della grande stanza, accennando un mezzo sorriso ai due ragazzini del primo anno che le sfiorarono la divisa passandogli accanto, poi poggiò tutto l’occorrente su uno dei spaziosi tavoli della biblioteca trovando posto.

*ci risiamo!*
Dopo un lungo e profondo respiro Megan posò gli occhi sulle prime righe del testo, mentre con la mano destra, che stringeva la piuma bagnata dall’inchiostro nero, scriveva l’inizio di quello che sperava essere un lungo studio indisturbato.

 
Top
view post Posted on 2/6/2018, 11:42
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Si era stancato, aveva davvero bisogno di una pausa: Wolf avrebbe completato il paragrafo che stava leggendo - non aveva davvero idea di cosa ci fosse scritto su quel libro, ma poco importava - per poi alzarsi e uscire a prendere un po' d'aria, a fumare una sigaretta. Detestava interrompersi, lasciare un lavoro a metà, ma se solo fosse rimasto ancora qualche minuto fermo immobile, ad osservare pagine su pagine, a leggerle senza comprenderle veramente, avrebbe dato di matto: con gesti lenti, ma decisi, chiuse i libri aperti dinnanzi a lui, radunando tutto il materiale che aveva sparso sul tavolo nelle ore precedenti - non credeva che qualcuno avrebbe avuto la faccia tosta di rubargli qualcosa, ma non voleva correre rischi inutili. Per maggiore sicurezza, il ragazzo ritirò la pergamena quasi conclusa nel suo zaino, decidendo di portarselo dietro: nel farlo, quasi per sbaglio, sfiorò un pacchettino incartato con cura, di forma rettangolare, atto a celare il proprio contenuto - ancora si stupiva di essere riuscito a ottenere un tale risultato al primo tentativo. Poi, come scuotendosi da quei pensieri, si alzò con la medesima cura e attenzione precedente - non voleva perdere tempo prezioso facendosi sgridare dalla Bibliotecaria - e attraversò l'enorme sala silenziosa, ormai deciso a fumare la sua agognata sigaretta: almeno così si era ripromesso, dopotutto se la meritava.

Mentre camminava, però, una lunga e familiare chioma corvina attirò la sua attenzione, facendogli scordare il motivo per cui si era alzato.

Succedeva ogni volta che la vedeva, ogni singola volta lei gli faceva mancare l'aria e cancellava ogni pensiero - o quasi. Per fortuna che si era ricordato anche quella mattina di mettere nello zaino il regalo per la sua promozione. Per fortuna che aveva deciso di alzarsi proprio in quel momento o avrebbe rischiato di non vederla.


Mi ero ripromesso di baciare qualsiasi persona in grado di distrarmi dai miei studi: il Fato deve volermi davvero bene.

Wolf si era chinato appena sopra di lei, per sussurrare quelle parole al suo orecchio, attento a non sfiorarla per non farla spaventare: forse, prenderla così alla sprovvista non era stata la sua idea migliore, ma non era riuscito a trattenersi - con la sua sola presenza, era riuscita a rischiarargli la giornata. Sperava di fare altrettanto, erano giorni che non si vedevano e, da quello che poteva notare, lei doveva aver dormito poco o male negli ultimi giorni. Che fossero le sue nuove incombenze da Prefetto?

Vuoi davvero rendermi un bugiardo, Meg?

 
Top
view post Posted on 19/6/2018, 00:09
Avatar


Group:
Caposcuola
Posts:
9,886
Location:
Nowhere

Status:


La piuma umettata dall’inchiostro nero posto sul tavolo scorreva sulla pergamena ingiallita, seguendo le linee dettate dalla giovane Corvonero. Finalmente aveva trovato la pace, rifugiandosi dentro quelle scritture, dove la voglia di sapere prevaleva sopra ogni cosa. I libri, in qualche modo, riuscivano a cullarla dolcemente, riempendo quel vuoto che l’avvolgeva oramai da tempo. Immergersi in una storia nuova, conoscerne i dettagli ed imparare da essa, la riempiva di gioia, riuscendo ad allontanarla quanto basta dal presente. 

Non era strano trovarla sommersa fra i grandi volumi in biblioteca o in Sala Comune, abbracciata dalla solitudine, persa nei dettagli di storie che amava immaginare, o intenta ad imparare nuove nozioni di cui sapeva poco e niente.

La conoscenza per lei rappresentava tutto, la base sulla quale si ha la possibilità di intraprendere qualsiasi percorso, la sicurezza e l’autonomia. 
In questo spiccava notevolmente, andando ad evidenziare i tratti della sua casa, dimostrando, giorno dopo giorno, che la scelta del cappello, si rivelava sempre più giusta con il passare degli anni.
 Era una Corvonero, ed era orgogliosa di essere diventata un membro rilevante della sua ormai unica famiglia. Era stato un primo grande passo, frutto del numeroso impegno profuso in quegli anni, ma non conosceva limiti ed il voler puntare costantemente più in alto era da sempre una sua priorità, pur consapevole di avere ancora molta strada da fare.



Scriveva sulla pergamena, appuntando le cose più importanti di quelle pagine, cercando di memorizzarne il contenuto. Trasfigurazione le era sempre piaciuta, poter cambiare lo stato delle cose aveva un potere enorme ed un fascino non indifferente che spesso la teneva incollata per ore ed ore sopra i libri. Molti studenti la consideravano una materia inutile e lei li definiva incoscienti, poiché non capaci di comprendere il grado della sua pericolosità. 
Ad ogni modo, la considerava una materia per pochi e si rincuorava del fatto che non a tutti andasse a genio.

Mentre intenta ripeteva fra sé le caratteristiche del Calamus, venne all'improvviso distratta da una voce familiare. Sobbalzando leggermente sollevò la testa piegata sul tomo, tirando di scatto a sé la piuma e lasciando gocciolare l’inchiostro su tutta la superficie in legno. Wolfgang era lì, aveva riconosciuto la sua voce, e per quanto avrebbe voluto controllare la sua reazione, il cuore aveva già iniziato la sua corsa non dandole modo di gestire a pieno quelle sensazioni che, ogni volta, provava quando lo sentiva vicino.

Sentì il suo respiro sfiorarle i capelli, spostarsi sul collo per poi disperdersi, ed i brividi furono inevitabili, come lo scatto che fece voltandosi nella sua direzione. Cercò i suoi occhi, quel paio di occhi chiari che adorava, erano lì che la osservavano sorridenti ed abbandonarsi ad essi, mostrando un sorriso spontaneo ed imbarazzato, fu inevitabile, così come anche l’immagine che quelle parole le avevano costruito nella mente. 
Con delicatezza allungò la mano, portando le dita a sfiorargli le labbra e poi il mento spingendolo via contro ogni sua probabile intenzione.

Il desiderio di baciarlo e frenare l’impulso di farlo sul serio, era ormai sempre più difficile: una propulsione naturale, istintiva, alla quale però non si sentiva del tutto pronta. Da quando lo aveva conosciuto, era cosciente di quanto la pazienza avesse giocato un ruolo importante nel loro rapporto. Lo allontanava e lo avvicinava, sentendosi in trappola di quelle sensazioni di cui voleva liberarsi ad ogni costo ma che, nello stesso tempo, desiderava. Tuttavia, non si era mai sentita pronta a lasciarsi totalmente andare perché dipendere da qualcuno non le piaceva affatto e tantomeno non avere il pieno controllo di sé. Avrebbe mai del tutto abbandonato le sue difese? Forse no, o forse non in quel momento. Ma nonostante tutto, aveva sempre di più la consapevolezza che Wolfgang sarebbe stata quella distrazione di cui aveva realmente bisogno.
«Puoi sempre rimandare la tua promessa.» disse, incurvando le labbra in un sorriso in tralice. Per quanto avesse avuto il desiderio di prendere parte al suo impegno, sperava che Wolfgang capisse che per lei non era il momento adatto. 
Pensò per un breve istante a quella scena, immaginandola, perdendosi dentro di essa, lasciando spazio ad un brivido percorrerle l’intera colonna vertebrale. Non era solo questione di momento, o meglio riusciva a nascondersi bene dietro a questa teoria, in realtà aveva paura di non essere in grado di abbandonarsi veramente a quello che sarebbe stato. Aveva paura di non essere in grado di gestire ciò che sarebbe potuto succedere dopo, e se lo avesse ferito ancora? E se si fosse fatta altro male? Lo aveva giurato a sé stessa quella notte, non avrebbe permesso a nessuno di avvicinarsi, per lui avrebbe mancato parola?

Allontanò la mano, portandola nuovamente sul tavolo, andando a stringere le pagine del libro, arricciandole. La tensione che avvertiva era fin troppa, palpabile, e avere la capacità di lasciarla scivolare via le sembrava così difficile in quel momento.

Nuovamente, condusse il volto verso la pergamena tirando un silenzioso e lungo sospiro: era riuscita a mantenere il controllo anche questa volta ma con più rammarico e più difficoltà, una serie di percezioni che di volta in volta crescevano sempre di più nei confronti del Serpeverde e che alle quali, presto o tardi, avrebbe dovuto arrendersi. Delle volte si spiaceva di quel “gioco” ma era più forte di lei: stare in bilico tra ciò che realmente voleva e ciò che temeva la elettrizzava a tal punto da risultarle difficile frenare alcuni impulsi e probabilmente questo Wolfgang lo aveva capito. Solo uno pazzo sarebbe rimasto dopo tutto, lui forse lo era?
«Dove stavi andando? È strano vederti in biblioteca sai... non avrai mica deciso di studiare?» ghignò, poi sollevò il foglio macchiato «Guarda che casino mi hai fatto fare!» si voltò nuovamente a guardarlo, cercando di mantenere un’espressione seria e decisa, che finì per durare solo alcuni secondi.
Infatti, un sorriso trattenuto a fatica si fece spazio rallegrandole il volto, lasciando cadere quella scenetta che aveva cercato di montare, fallendo nella sua impresa.

«Sono una pessima attrice lo so, però puoi sempre sederti. Non sia mai ti dovesse servire una mano, ti consiglio di cogliere l’attimo!» tamburellò con le dita sul legno, facendogli cenno di sedersi.
Se c’era una cosa che amava del loro rapporto era il costante prendersi in giro, questo lo rendeva vivo, riuscendo a non stancarla mai.

«Allora?» chiese sollevando appena il sopracciglio sinistro 
«Prego Mr. Bogdanow, si accomodi!»

 
Top
view post Posted on 12/7/2018, 10:12
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Quando lei si girò di scatto, Wolf potè ammirare i suoi occhi magnetici, che ogni volta gli facevano dimenticare il mondo circostante: non poteva dimenticare, però, quelle dita così gentili che gli sfiorarono le labbra prima, il mento dopo allontandolo leggermente da lei. Trattene a fatica un sospiro, sapeva che sarebbe successo - decisamente la Biblioteca non era il posto migliore per quello che le aveva detto, non aveva voglia di farsi cacciare fuori - ma per un secondo infinitesimale aveva sperato, doveva ammetterlo.

Sappi che ci conto, ragazzina. scherzò, per far capire a Megan che non si era offeso dal suo rifiuto e che non le avrebbe messo pressione su qualcosa di così delicato come il loro rapporto - a volte aveva come l'impressione di camminare sopra un filo incredibilmente resistente, ma al tempo stesso così fragile che un semplice passo troppo pesante avrebbe potuto distruggerlo. Distruggere qualcosa che stava nascendo in quel momento, ma a cui, inevitabilmente teneva senza riserva alcuna. Tuttavia, sembrava che nonostante i suoi tentativi di smorzare la tensione, ci fosse qualcosa che la impensieriva in quel momento - almeno quella era l'impressione che dava, mentre stringeva le pagine del libro su cui stava studiando, arricciandole al punto che temette arrivasse a romperle.

Stai bene? Il mio era uno scherzo innocente, non farei mai qualcosa che potesse offenderti.
Quelle parole le aveva susssurrate, quasi imbarazzato nel pronunciarle, ma qualsiasi attimo di tensione avesse colpito Megan, un istante dopo era scomparso, lasciandolo divertito, ma confuso da quel cambiamento tanto repentino.

Questo è perchè di solito studio meglio in Sala Comune, mia cara, ma questa ricerca sull'incantesimo Confundus mi sta facendo impazzire: non so proprio perchè mi impegno, poi, al massimo riuscirò ad ottenere un Accettabile... le sue parole erano uscite più acri di quanto avesse voluto, ma doveva ammettere che ultimamente aveva iniziato a trascurare le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure dal momento che i risultati ottenuti non corrispondevano all'impegno messo, al contrario di altre materie - oh beh, che il professor Midnight lo avesse preso in antipatia era una sensazione ricorrente da quando l'aveva messo in imbarazzo davanti ad Eljiah: chissà perchè se ne stupiva ancora ... non volevo rovinarti lo studio - e il foglio di pergamena, proprio non era mia intenzione quello - ma se mi dici che non ci sono problemi, allora recupero i miei libri e arrivo.

Wolf attese la sua risposta e, all'ennesimo invito di Megan, si diresse velocemente al suo tavolo e recuperò i libri abbandonati pochi istanti prima, per poi tornare dalla ragazza: si sedette accanto a lei, facendo attenzione a non invadere il suo piano di studio e posando i tre grossi tomi innanzi a lui, poi tirò fuori dallo zaino il rotolo di pergamena quasi concluso, a cui avrebbe ricominciato a lavorare tra qualche minuto - il regalo glielo avrebbe dato prima di andarsene, ora non era il momento giusto.

E lei Miss Haven, cosa starebbe studiando in questo momento?
 
Top
view post Posted on 12/7/2018, 18:41
Avatar

You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

Group:
Caposcuola
Posts:
4,390

Status:



Calme e placide acque lambivano la spiaggia sassosa, mentre il vento accarezzava dolcemente le chiome degli abeti della Foresta Proibita. Qualcuno rideva, qualcuno che non riusciva a vedere chiaramente, e la voce di un ragazzo - calda e suadente - invitava la ragazza a smetterla.
Poi, il silenzio ed i suoni della natura.


Fu con un mugugno insoddisfatto che la Tassorosso si massaggiò le tempie, dopo aver abbandonato la piuma sulla pergamena vergata in bella calligrafia.
*L’ho rifatto, non ci posso credere.*
Si guardò attorno, fingendo di cercare l’ispirazione giusta per proseguire, provando invece a scoprire in quale testa - tra quelle chine vicino a lei - si fosse intrufolata senza permesso. Un ragazzo, al tavolo di fronte al loro, non la guardava più e si massaggiava le tempie stranito, come se quell’improvviso mal di testa fosse arrivato all’improvviso e senza motivo.
«Solito capogiro, Moran? »
Si voltò a guardare la Rigos, immaginando che l’avesse osservata per tutto il tempo. Non le aveva mai confidato il suo segreto, la ragione di quel breve e significativo dolore alle tempie che le impediva di guardare negli occhi chiunque senza provare l’impulso di scoprire di più attraverso un canale del tutto preferenziale. Come Prefetto avrebbe potuto far tesoro di quell’abilità, ma si sentiva intimamente in contraddizione e per questo evitava di abusarne. Nel pieno delle sue capacità l’intento si traduceva in realtà, ma in quel momento il saggio sulla Trasfigurazione Molecolare e sui primi incanti spiegati dal Prof. Channing la stava mettendo a dura prova. Era chiaro che la Biblioteca - un luogo tanto prediletto - stava diventando per lei una continua prova ed un misero fallimento.
«Me ne torno in Sala Comune, Nì.» annunciò contrita, chiudendo il manuale di Trasfigurazione e infilandolo nella borsa «Non combinerò niente con questo mal di testa, spero che te la caverai meglio di me.»
Nieve aveva obiettato, naturalmente, e a poco erano serviti i tentativi della Tassorosso di farla restare incollata ai libri. «Guarda che devi fallire Difesa, non Pozioni. Quella la devi studiare bene.»
Le sorrise compiaciuta, nonostante l’espressione della bionda non fosse delle più soddisfacenti in quel momento. Doveva ancora scendere a patti con la scelta di Nieve di fallire un esame come Difesa Contro le Arti Oscure e, benché l’Esercito fosse l’unica ragione dietro quella decisione, Thalia ancora non riusciva a capacitarsi di come Nieve sarebbe riuscita a convivere con quel genere di sacrificio sulla coscienza. Inconcepibile, aveva pensato qualche settimana prima, eppure tutto sembrava averle condotte nell’unica direzione possibile.

Svignandosela dal fondo della Biblioteca e risalendo la fila dei tavoli centrali con Nieve al suo fianco, Thalia non poté non accorgersi dell’unica presenza nel suo campo visivo che avrebbe potuto mandare a monte i buoni propositi contro l’intromissione non richiesta nella mente di qualcuno.
Megan Milford-Haven si stava intrattenendo in Biblioteca, come il giorno in cui l’aveva conosciuta, con un ragazzo dai capelli biondi. Non aveva idea di chi fosse lui, ma lei era diventata da poco il secondo Prefetto di Corvonero. *Ora potremmo giocare davvero ad armi pari.* pensò sarcastica, avvicinandosi a passo svelto ai due con tutta l’intenzione di superarli. Ci sarebbe riuscita se la manica della sua uniforme non fosse stata arpionata dalle dita ossute e affusolate della Rigos. Il contraccolpo le fece scivolare per terra il manuale di Pozioni che aveva prestato alla Grifondoro, causando un botto che fece trasalire un gruppetto di Tassorosso in un angolo e la povera Madama Pince, appollaiata su una scaletta lì accanto.
Scoccandole uno sguardo furente, dal quale si poteva evincere il senso dell’occhiataccia, si accorse di come - impercettibilmente - le labbra della compagna stessero sillabando una parola ben nota ad entrambe.
*Esercito?*
Con un cenno del capo, la Rigos indicò la Milford-Haven e il Serpeverde con lei. Stralunando gli occhi, si maledì per non essere stata più convincente: attese qualche minuto, prima di avvicinarsi alla coppia. La Rigos aveva deciso di impicciarsi e la Rigos avrebbe fatto gli onori di casa.
*Poco ma sicuro.*


Thalia J. Moran | 17 anni | Prefetto Tassorosso




Edited by Thalia Moran - 12/7/2018, 21:36
 
Top
view post Posted on 15/7/2018, 14:38
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,688

Status:




«Non è come pensi,» esordì, frizzante, riponendo piume, inchiostro e pergamena nella tracolla senza il minimo rimpianto. Avrebbe trovato il tempo per dedicarsi a Pozioni dopo la ronda serale, nel silenzio della Sala Comune deserta, giocherellando con Ania e divertendosi ad assumere le posizioni più buffe per stimolare la concentrazione: a testa in giù sul divano, in ginocchio davanti alla poltrona, distesa sul tappeto in prossimità del camino, spalmata malamente sul vetro dell’alta finestra. «È che non mi piace mandarti a zonzo da sola, quando sei in questo stato da fantasma arcigno. Ho sempre paura che ti capiti qualcosa, tipo uno svenimento o che altro. Preferisco accompagnarti almeno fino alla Sala Grande: per la tua gioia mi fermerò lì a studiare un altro po’, a meno che non ci sia il mio professore preferito.» Ghignò, mentre riponeva il libro nello scaffale e decretava sufficienti le informazioni reperite per completare la ricerca sui gusci di tartaruga. Rispose con un sorriso alle silenti proteste di Thalia e la invitò a fare strada. «In quel caso, troverò un altro posto per studiare. Sul mio onore!»

Nelle ore trascorse in biblioteca, il flusso di menti disperate alla ricerca d’ispirazione aveva fornito a Nieve una buona forma d’intrattenimento. Annoiata dalla prospettiva di stare china sui fogli, la Grifondoro aveva finito per impicciarsi degli affari altrui più di quanto non fosse solita fare; proprio in quell’occasione, aveva notato le dinamiche stuzzicanti in atto tra Wolfgang e una studentessa dalla folta chioma scura. Con la piuma incastrata tra il labbro superiore e il naso, ne aveva studiato i gesti con crescente interesse. Solo quando la coscienza l’aveva rimproverata per un tale spreco di energie – se riusciva elucubrare sui possibili intrighi amorosi dei due, la stanchezza non era di certo una scusa plausibile per giustificare la sua svogliatezza in fatto di testuggini! – e le aveva intimato di lasciarli in pace, aveva distolto lo sguardo. Dunque, si era fatta trascinare da un fiume di riflessioni libere .
Chi era l’amichetta di Wolfgang? E perché le sembrava di averla intravista di recente, ma non aveva idea del quando e del dove? Perdio, come voleva sapere chi fosse! L’indomani, era di turno Wolfgang da Safarà? No, no, toccava a lei. E il datore di lavoro le avrebbe assegnato qualche consegna interessante? Oh, sperava che non la inviasse di nuovo a contrattare con quel fornitore cinese dall’insopportabile parlata veloce! Doveva sempre sbracciarsi come un ausiliario del traffico per farsi capire!
Seguendo la scia dei passi di Thalia, era sul punto di riprendere il filo delle precedenti riflessioni, persuasa di concedere una tregua all’amica per non peggiorarne il mal di testa, quando il riverbero di un’insoddisfazione a lei nota le impose di fermarsi. Fece scattare il capo in direzione di un preciso tavolo alla sua sinistra, sondò il terreno e prese una decisione. Incurante del trambusto generato dalle sue azioni, bloccò Thalia e l'avvisò a modo suo – senza emettere un suono, le labbra sillabarono la parola "Esercito". Solo allora, si prese la briga di dare un’occhiata in giro.

«Ha mal di testa,» fece con tono conciliante nella speranza di giustificare entrambe. «Abbiate un po’ di comprensione!» Disinvolta, costeggiò il tavolo occupato da Wolfgang e scortò Thalia fino alla sedia che stava di fronte con lo zelo di un’infermiera assai accorta. «Wolfy! Questi posti sono occupati? Non vorremmo disturbare, ma questo zuccherino,» e indicò Thalia, poggiandole la mano sulla spalla, «ha bisogno di sedersi un attimo. Possiamo?» Lo sguardo si sarebbe spostato sulla giovane al fianco del ragazzo per averne il permesso. Senza troppe cerimonie, inclinò il capo all’indirizzo del materiale di cui era circondato Wolfgang e gli rivolse un sorriso sghembo, a tratti comprensivo e a tratti divertito. «Midnight, eh? Hai tutta la mia comprensione!»

La cautela le impose di approcciare la questione dalla distanza. Era fondamentale comprendere quale posizione i due ragazzi avessero rispetto all’insegnante, prima di esporsi. Per il resto, Nieve si sarebbe limitata a giocare il ruolo del topo con la noce: col tempo, se le condizioni fossero state feconde, ne avrebbe bucato lo spesso rivestimento.


Miei cari, perdonate il ritardo di quest’intervento, ma confesso: me n’ero totalmente dimenticata. :fix:
Ad ogni modo, che l’arruolamento abbia inizio! :flower:
 
Top
view post Posted on 26/7/2018, 23:28
Avatar


Group:
Caposcuola
Posts:
9,886
Location:
Nowhere

Status:


«No assolutamente, non ti devi scusare…» scosse la testa «…ti aspetto.» 

Volse poi lo sguardo verso il tomo, osservando come le goccioline d’inchiostro avevano bagnato l’intera pagina cancellandone il contenuto; tuttavia solo alcune parole erano leggibili e Megan con il dito ne sfiorò il contorno. Quel gesto, delicato e accorto, la portò nuovamente nel passato dove i pezzi di una vita trascorsa si ricostruivano e distruggevano in brevi ed esigui istanti.



La luce calda penetrava dalle ampie vetrate della stanza illuminando gli angoli più nascosti. Uno spiraglio di luce baciava lo scrittoio dove fogli di pergamena poggiavano arrotolati ed uniti da un nastro di seta nero, affiancati da fogli bianchi, piume ed inchiostro. Aveva attraversato lo studio silenziosamente, lasciando la porta socchiudersi per non fare alcun rumore. Con passi lenti e accorti si era poi avvicinata all’ampia scrivania e poggiando le mani sulla grande poltrona in pelle rossa, sollevò il suo esile corpo con la forza delle braccia, trovando la giusta posizione che le avrebbe consentito di arrivare a scorgere i cumuli di carta e gli oggetti sistemati con cura e perfetta simmetria sopra all’elegante legno in noce. Allungò la mano verso la lettera chiusa che poggiava sulla striscia di pelle che attraversava la parte centrale del ripiano: nessun mittente, solo un unico destinatario, suo padre.


Sapete ciò che dovrà essere fatto.
Non c’è più tempo.






Dieci semplici parole che potevano rappresentare tutto o niente ma che inevitabilmente la fecero sobbalzare. Un fremito di angoscia le attraversò il corpo scaricandosi con uno scatto sulla boccetta d’inchiostro poco distante dal suo braccio. Un tonfo e la macchia nera si espanse ricoprendo parte del lastricato, lasciando spargere i frammenti di vetro lungo la stanza. Con esso cadde anche la missiva che aveva tenuto fra le mani e che ora giaceva sul pavimento, l’inchiostro ne aveva cancellato ogni traccia, rimaneva una sola ed unica parola: tempo. Si affrettò a raccoglierla, sporcandosi le mani stringendola tra le dita in un pugno stretto, anche se ormai non era più che se un semplice foglio di carta nero.
«Meg, guarda cosa diavolo hai combinato?!» gridò Eloise entrando in stanza furiosa «Cosa ci fai nell’ufficio di papà, sai che non ti è permesso stare qui!» 
Senza dire alcuna parola, con gli occhi colmi di lacrime si alzò attraversando la soglia, lasciando cadere a terra il foglio di carta stropicciato.





Tempo, gli occhi fissavano quella semplice parola fino a quando 
con uno scatto chiuse il libro scuotendo il capo: i ricordi iniziavano a pesarle molto più del dolore in sé e la consapevolezza di non poterli fermare in alcun modo, la logorava dentro giorno dopo giorno. D’improvviso, le parole di Wolf la richiamarono nel presente, concedendole il giusto pretesto per scrollarsi la sensazione che quel frammento di memoria le aveva incollato addosso.
Forse lentamente i pezzi del puzzle sarebbero tornati al proprio posto, tuttavia non sapeva se avrebbe resistito una volta scoperta la verità. 

Abbozzò un sorriso e socchiuse le labbra con un lento sospiro per poi concedere la risposta alla domanda che il Serpeverde le aveva rivolto.

«Trasfigurazione… e credo che una pagina del libro sia andata.»Alzò le spalle «Cosa succede con il professor Midnight? Sai che si mantiene stretto con i voti, ormai ci ho fatto l’abitudine. Sono dei semplici voti, vedila così e non dargli soddisfazione.» affermò, senza minimamente considerare quanto anche lei si fosse arrabbiata al tempo, leggendo la sfilza di "A" il primo periodo in cui il docente aveva messo piede nella scuola. Il comportamento assunto dal professore non le piaceva affatto eppure non si era mai arresa; delle volte odiava la sua caparbietà, poiché si ritrovava ad impiegare sempre più tempo ed impegno in compiti cui risultato era ogni volta lo stesso. Con il tempo, però, aveva imparato a fregarsene, dando per certo che quei voti fossero solo inutili parole scritte su carta, da un giovane docente con evidenti manie di grandezza, ed indispensabili solamente per una media scolastica. Era troppo orgogliosa e sicura di sé per lasciare che quei voti la scalfissero in qualche modo, così si adeguava a fare buon viso a cattivo gioco e doveva ammettere che le riusciva molto bene.

D’improvviso, il discorso appena nato finì per interrompersi con l’entrata in scena dei due Prefetti: Nieve, seguita da Thalia, avanzò affiancando Wolfgang palesando una pessima scusa con la quale, senza troppi complimenti, trovò posto sulla sedia in legno. La Corvonero sorrise divertita alla vista di Thalia, che sembrava essere vittima della situazione, posò gli occhi su di lei per qualche istante inarcando le sopracciglia in un’espressione sorpresa: da quanto tempo non vedeva quella faccia tosta, ne erano passati di giorni da quando nello stesso luogo, appena fuori dall’uscio, si erano scontrate dando vita ad un dibattito dai toni accesi e provocatori. Per cosa poi? Per una stupida boccetta d’inchiostro aperta. Ricordava bene però che non fu quello il punto, fu l’arroganza ed il controllo del potere esercitato dalla Tassorosso, allora già Prefetto. Forse era passato poco più di un anno ma Megan ricordava quell’episodio come fosse ieri: era stata vittima di un gioco che aveva saputo gestire, sebbene avesse rischiato di cadere in errore più volte. Rammentava di come l’irlandese l’avesse provocata invitandola anche a colpire e di quanto quell’idea l’avesse sfiorata per più di un singolo istante. Tuttavia, nonostante le scuse e la mano stretta in segno di resa alla fine di tutto, non riusciva a non nutrire ancora un del rancore. Sentiva il desiderio di riscatto attraversarle la mente lentamente ora che giocavano ad armi pari, ora che anche lei indossava la spilla.

Quando entrambe le ragazze furono sedute difronte a lei, Megan trattenne un lieve ed impercettibile disappunto che si rivelò in una semplice parola, non appena Nieve parlò.

«C-come?!» raggrinzò le sopracciglia, lasciando scorgere un espressione confusa. Non riusciva a comprendere come era possibile che la Grifondoro conoscesse l’argomento che lei è Wolfgang avevano appena affrontato. «Si sente così tanto?» spostò lo sguardo sul ragazzo in cerca di una spiegazione. Non conosceva bene il Prefetto e non aveva mai avuto il piacere d’intraprendere un dialogo con lei; tuttavia, in quello stato di totale sbigottimento, avrebbe preteso delle risposte.


 
Top
view post Posted on 1/8/2018, 17:39
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Sembrava che Megan fosse persa nel suo mondo, ma che le sue parole la riscossero: era evidente che ci fosse qualcosa che non andasse in lei, ma proprio non riusciva a capire cosa fosse - c'era come un muro, che non poteva abbattere: o meglio, non era quello nè il luogo nè il momento giusto per abbattere un tale muro. Meglio concentrarsi sul presente e sulla risposta della ragazza, rimanere su argomenti più leggeri almeno durante la loro permanenza in Biblioteca: nel momento in cui sarebbero usciti a fare una pausa, ecco, in quel momento avrebbe provato a informarsi sulla sua aria così stanca.
Ti ho mai raccontato di quella volta che ha provato a farmi passare da idiota davanti a Sullivan? Per i voti ormai dovrei averci fatto il callo, ma avrei voluto dimostrargli il contrario: peccato che una sfilza di striminzite A possano dimostrare ben poco.
Un botto improvviso, proprio a pochi centimetri da lui, distolse la sua attenzione: ma che diavolo... non se ne era proprio accorto, ma accanto a loro erano appena arrivate altre due studentesse. Stava proprio diventando una persona importante, no? Cioè, poteva capire che Nieve si fosse fermata a salutarlo - almeno a livello inconscio, non erano proprio amici al di fuori del lavoro - ma proprio non si spiegava perchè i Prefetti di Grifondoro e di Tassorosso fossero tanto interessati a parlare con lui: probabilmente erano più interessati a Megan, in realtà. Dei, si sentiva abbastanza circondato in quel momento: mancavano solo Eljiah o Mike e avrebbero pouto iniziare una bella riunione dei Prefetti. Eppure, dopo aver giustificato il comportamento della sua collega, Nieve si rivolse a lui - strano. Wolf scambiò uno sguardo confuso con Megan, alzando leggermente le spalle come a spiegarle che lui, con quelle due, non avesse nulla a che fare - almeno in quel momento - ma avrebbe aspettato il suo consenso prima di permettere loro di sedersi.
Siate nostre ospiti - non sapeva per quale motivo Nieve fosse tanto interessata a ciò che stesse facendo in quel momento dal momento che al di fuori dal Safarà non avevano un vero rapporto: oddio, una mezza idea ce l'aveva, ma dubitava che fosse la sua reale intenzione -Sai com'è Rigos, i compiti non si svolgono da soli, mio malgrado: e, purtroppo, sappiamo entrambi quanto siano puntigliosi certi professori.
Uno in particolare, ovviamente, lo era anche più degli altri ma - anche se era disposto a esporsi con Megan - non voleva parlare di un argomento tanto delicato davanti a qualcuno che ancora non conosceva, ossia il Prefetto di Tassorosso. Se fossero stati al Safarà, se si fosse trattato di lavoro non avrebbe avuto alcun dubbio a fidarsi di Nieve: in questi anni si erano divisi il lavoro di Commessi e non aveva avuto mai motivo di dubitare di lei, sapeva quanto fosse affidabile. Lamentarsi di un professore, però, era una faccenda delicata, che avrebbe potuto costargli non solo una punizione esemplare, ma anche la sottrazione di non pochi punti, attirandogli così le ire della propria Caposcuola e dei Prefetti - neppure Sullivan avrebbe potuto perdonargli un comportamento tanto incosciente.
La sua pausa sigaretta era ormai un ricordo lontano.



Edited by Wolfgang Bogdanow - 1/8/2018, 19:01
 
Top
view post Posted on 4/8/2018, 13:34
Avatar

You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

Group:
Caposcuola
Posts:
4,390

Status:



*Io giuro che la rinchiudo in uno sgabuzzino con Midnight.*
Non poté esimersi dal pensare ad una punizione peggiore per la Rigos che, incurante dei suoi sentimenti, la stava lasciando alla mercé degli sguardi dei compagni; come Prefetto aveva sempre cercato di mantenere un contegno tale per cui la sua posizione non potesse mai e poi mai essere messa in discussione. Chiaramente, come avrebbe dovuto capire già da molto tempo, la sua amicizia con Nieve aveva minato le basi di quello stile di vita costruito con tanta fatica e dedizione.
Costretta a seguirla come un anatroccolo smarrito, si ripromise di far pagare alla Grifondoro lo scotto della vergogna provata in quei frangenti: se ripensava a tutte le volte in cui le aveva fornito supporto e garantito un sincero affetto, quasi fraterno, ora si pentiva amaramente di non essere riuscita a smussare almeno un poco le sue inclinazioni.
Usarla come cavallo di Troia per infiltrarsi in una conversazione del tutto privata e, per giunta, davanti alla Milford-Haven! Sulla sua reputazione, ora, aleggiava un’ombra ben più grande delle macchie d’inchiostro che la Corvonero le aveva impunemente gettato contro.
*Rigos, aspetta e vedrai.*

Il suo sguardo incrociò quello di Megan per una frazione di secondo e tale fu l’imbarazzo per essere stata trascinata in una conversazione a quattro mai davvero desiderata, che si costrinse a guardare altrove, reggendo il gioco all’amica. In cuor suo si augurava che la Rigos avesse le sue buone ragioni - valide soltanto per lei - e si limitò a tacere, consapevole che presto o tardi tutti i nodi sarebbero venuti al pettine.
Se ‘Esercito’ era la parola chiave di quell’incursione non pianificata, immaginò che fosse proprio Midnight l’argomento principe della giornata. Incredibilmente, riuscì a rilassarsi, appoggiando la borsa a terra ed il manuale di Pozioni sul tavolo. Il mento appoggiato al palmo destro e lo sguardo perso oltre un punto imprecisato alle spalle della Corvonero avrebbero sancito il suo parziale estraniamento dalla situazione: se doveva proprio fingere di stare male, tanto valeva interpretare il ruolo del malato immaginario al meglio delle sue possibilità.
Sospirò un paio di volte, tossicchiò e si mosse nervosamente sulla sedia; il ruolo le stava incredibilmente stretto, forse perché in vita sua aveva sofferto così poco i malesseri stagionali e quelli occasionali - come le lievi emicranie - da non essere avvezza a mostrarsi debole in pubblico. Sfregò delicatamente il volto con le mani, oscurando gli occhi con entrambi i palmi. Non aveva dimenticato la visione di poco prima, il senso di colpa che sordidamente si era fatto strada nel preciso momento in cui si era resa conto di aver oltrepassato un limite invisibile; non aveva nemmeno scordato il mal di testa che con le sue fitte, nonostante l’intensità minore, la stava affaticando enormemente.

Il tono sorpreso di Megan l’avrebbe fatta sorridere se solo avesse potuto mostrarsi divertita e ripagata dall’intera vicenda: era chiaro che la ragazza non si aspettasse un’intraprendenza simile da parte di Nieve, né - forse - che i due si conoscessero a tal punto.
Avvicinandosi al tavolo, poco prima, si era fatta una mezza idea su quei due e di certo non aveva intenzione di impicciarsi. Non più del necessario almeno.
Probabilmente - cercando di dare un senso al comportamento del nuovo Prefetto Corvonero - anche lei si sarebbe stupita di scoprire quale rapporto intercorresse tra Mike ed Alice Lastrange: sempre che ve ne fosse uno, si sarebbe chiesta come trascorressero i tempi morti tra un cliente e l’altro, se potessero considerarsi amici e via così, in una spirale senza fine di ragionamenti futili. La gelosia non faceva per lei, non in dosi eccessive perlomeno, e comunque era chiaro come il sole che Megan non avesse del tutto gradito la loro intromissione. Per tale ragione, dunque, la Tassorosso fu mossa da un moto di compiacimento ancor maggiore e scoprì finalmente il viso soltanto quando il Serpeverde proferì parola.
«Credo che Nieve abbia interpretato il discorso dagli appunti del qui presente.» aggiunse frettolosamente, indicandoli con l’indice e scoccando un’occhiata divertita alla Corvonero.
La vaghezza del Serpeverde fu come un campanello d’allarme, quasi che il ragazzo - con un'evidente amarezza nella voce - temesse di far presente il suo disprezzo per quel docente ‘puntiglioso’. Si sentiva in dovere, quindi, di esternare la comune antipatia verso quell’uomo, così da mettere a proprio agio i presenti.
«Se parliamo di quel genere di persona, stai certo che ti capisco alla perfezione.» sussurrò con enfasi, sorridendo appena «Credo che nessuno, qui dentro, lo ami particolarmente.»
Si aspettava che Nieve dicesse qualcosa da un momento all’altro, quindi si affrettò a presentarsi, porgendo al ragazzo la mano destra al di sopra del tavolo.
«Thalia Moran, piacere.»
Gli sorrise educata, prima di stiracchiare le labbra in un finto spasmo di dolore e portando nuovamente la mano alla tempia. Forse la scenetta si sarebbe dovuta protrarre ancora un po’, ma il realismo non sarebbe di certo mancato.


Thalia J. Moran | 17 anni | Prefetto Tassorosso


 
Top
view post Posted on 7/8/2018, 21:55
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,688

Status:




«È proprio come dice lei,» fece eco a Thalia con un blando gesto della mano in direzione degli averi di Wolfgang, un istante dopo aver preso posto. Dunque, le rivolse un sorriso complice. Sapeva che avrebbe pagato cara quell'esibizione di sfacciataggine, eppure le era impossibile dissimulare un certo divertimento. L’argomento era caldo, spinoso, potenzialmente rischioso per ciascuno dei presenti e, tuttavia, Nieve si muoveva in una condizione di perfetto agio. Non era il primo arruolamento al quale si dedicava e la compagnia dell’amica non avrebbe potuto che giocare a suo favore. Si compiacque dell’intervento di Thalia, pertanto, e annuì con vigore. Poi, le labbra cedettero allo sgomento. «Dio, hai proprio ragione a dire che sono una selvaggia,» esclamò, mentre rivolgeva alla Tassorosso uno sguardo civettuolo. In parte, sperava che quella concessione ai propri danni potesse blandire l’amica e diminuirne il fastidio. «Wolfgang, lei è Thalia. Thalia, lui è Wolfgang.» A quel punto, le iridi chiare cercarono il viso della Corvonero. «E io sono Nieve, per quel che vale.»

Il sorriso che si aprì sulle sue labbra non avrebbe potuto essere più cordiale e genuino. Incurante del disagio causato ai ragazzi con quell’improvvisa intromissione, Nieve procedeva senza troppe remore, disinvolta. Non erano bastate né l’amicizia altolocata con Thalia, né le lezioni (e annessi approfondimenti) di Astaroth a mitigarne il dirompente candore. Le era propria una spontaneità che non conosceva finzioni e che, ne era certa, l’avrebbe messa nei guai presto o tardi. Perciò, benché avesse colto nel tono dell’amica un accenno di rimprovero sufficiente a metterla in guardia e nonostante le espressioni mezzo sorprese e mezzo confuse di Wolfgang e della Corvonero si fossero aggiunte a conferma dell’avventatezza delle sue azioni, la Rigos si muoveva con tranquillità. Comprese, un istante prima di prendere nuovamente parola, la ragione del suo entusiasmo: non soltanto l’Esercito era sul punto di ottenere due nuove, potenziali reclute, ma le era capitata tra capo e collo la distrazione dallo studio nella quale aveva sperato per ore. Era a dir poco radiosa!

«Scusatemi per la brutale intromissione! Mi sono sempre ripromessa di non fare la ficcanaso e, guada un po', eccomi qui proprio a ficcanasare.» Ridacchiò. «A proposito di certi puntigli, credo di dover apportare una correzione alla mia presentazione di poco prima.» Si alzò per concedere un impercettibile inchino a beneficio di Wolfgang e Megan. «Miss Scadente o, più recentementemente, Miss Accettabile menomenomeno, per servirvi!» Tornò a sedere, esibendo un’espressione incerta, prima di allungare una mano verso la pergamena del collega garzone e sfiorarla coi polpastrelli. «Anche se mi rendo conto che, considerata la situazione, i miei servigi non possano essere più di tanto graditi. Come sono convinta, del resto,» lo sguardo saettò dall’uno all’altro dei due per sondarne la reazione, «che il professore in questione vi sconsiglierebbe caldamente di studiare insieme a me. Pare che la mia inettitudine sia tale da farvi correre il rischio di un contagio.» Sentì il bisogno di spostare l'attenzione sul viso di Thalia. Il rosso dei capelli e l’epidermide screziata di efelidi le infusero una sensazione di familiare benessere, strappandole un sorriso tenero. «Thalia è una specie di esperimento: finora, ci tengo a informarvi che è immune alla mia ignoranza, alla mia indolenza e al mio pressapochismo.» Tornò a guardare i suoi interlocutori con un’espressione insinuante dipinta sui lineamenti marcati. «In ogni caso, contiamo di rimanere non più di qualche minuto, giusto il tempo che lei si rimetta un attimo in sesto. In questo modo, scongiuriamo qualsiasi diffusione epidemica. Toglierò il disturbo ben prima che le vostre pergamene possano subire la mia malevola influenza. E voi pure, ovviamente!» Focalizzò la propria attenzione su Megan, insistente. «Non mi perdonerei mai, se i vostri voti in Difesa risentissero della mia presenza…»

La toccava piano. O forse no?
 
Top
view post Posted on 20/8/2018, 22:43
Avatar


Group:
Caposcuola
Posts:
9,886
Location:
Nowhere

Status:


Quella sì che sembrava essere una perfetta scena comica dei migliori teatri del West End e Megan doveva ammettere di trovarla molto divertente. Lo sguardo confuso di Wolfgang le bastò per capire che fosse totalmente estraneo ai fatti, scaturendo in lei un minimo di curiosità in più; forse avrebbe potuto godere di quell’assurda scenetta, forse aveva trovato una distrazione più che appetibile. Così sorrise alle affermazioni del ragazzo, abbassando leggermente il capo ed osservando con attenzione ciò stava succedendo. I suoi occhi non si staccarono un solo istante dalla Tassorosso: uno sguardo di sfida, di insistente provocazione che si evidenziò in un mezzo sorriso non appena lei parlò.
«Oh… beh!» alzò le sopracciglia accentuando il suo sguardo malizioso, non l’aveva bevuta affatto.
Successivamente le iridi blu si spostarono sul giovane viso candido della Grifondoro. Il suo modo di fare le piaceva molto e non poté nascondere un sorriso divertito.
«Megan Milford-Haven!»
Tese la mano che si strinse con decisione a quella della ragazza. La disinvoltura con la quale si muoveva, senza alcun timore, ed i suoi modi di fare così sicuri avevano creato in Megan la sensazione di trovarsi davanti ad una persona trasparente, questo la convinse abbastanza da poterle dare quel pizzico di confidenza in più.
«Beh, Nieve…» allargò le braccia in segno di invito «…credo allora che ci siamo già viste da qualche parte e che tu mi abbia influenzato, perché potrei definirmi anche io Miss Accettabile!»
Che il professore fosse un problema per molti all’interno del castello le era parecchio noto, eppure sentire quella confessione accese in lei una nota di soddisfazione a cui non poté resistere.
«Il professor Midnight sfoga la sua frustrazione in due modi: pettinando la sua meravigliosa chioma lucida ogni due per tre e mettendo voti bassi.» ghignò, poi alzò le spalle sbuffando «D’altronde ognuno ha i suoi metodi… rispettabilissimi!» tese le labbra in un sorriso allusivo.
Dalle sue parole era palpabile l’indifferenza che aveva nei confronti del professore di Difesa, da tempo si era arresa ai suoi metodi e ben poco le importava di lui. Tuttavia sapeva fingere benissimo, assistendo alle lezioni con un certo interesse, studiando con altrettanto ma mai aveva dato la soddisfazione a Midnight di provare irritazione quando lui passava tra i banchi, consegnando i compiti con un sorrisetto di puro godimento stampato in volto.
«Milford, ho visto progressi! Ma dovresti impegnarti maggiormente. A+»
*Che novità! Tu invece dovresti scendere dal piedistallo.*
Con un sorriso educato e accorto annuiva, battendo le palpebre fingendo un ingenuità mai avuta. «Ha ragione professore, sarà per la prossima volta. La ringrazio!» si girava verso la sua compagna con una smorfia di disgusto, stando attenta a non farsi vedere.
Nonostante tutto amava quel genere di confronto, perché entrambi sapevano di giocare in maniera ben pensata. Megan si divertiva, forse aveva preso quelle lezioni con talmente tanto godimento che non riusciva a pensare ad un qualcosa di diverso. Un "amore et odio" che da anni andava avanti indisturbato. Non aveva nulla contro di lui, o meglio non le importava di avercela, perché tanta soddisfazione? Certo se lui le avesse pestato i piedi, lì sarebbe stata un’altra questione.
«Oh… Quindi tu Moran hai conquistato il Professore?»
Si rivolse in fine alla Tassorosso, con in volto un ghigno beffardo. Non credeva nella sua espressione nemmeno un po’, per quello voleva attirare il suo sguardo. Un'espressione da malata immaginaria che cercava di sfuggire da qualcosa, ma da cosa? Doveva trovare un pretesto per stuzzicarla un po’, per provocarla tanto quanto bastava per vedere una sua reazione.
Ci sarebbe riuscita?

 
Top
view post Posted on 22/8/2018, 18:22
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Il Prefetto di Tassorosso appoggiò il libro sul tavolo, dopo aver appoggiato la borsa su terra - sembrava che quello che avesse affermato Nieve fosse esatto, che quella ragazza non stesse bene: si stava agitando sopra la sedia su cui si era seduta, tossiva e si sfregava il viso con le mani. Non sapeva proprio cosa aspettarsi da quella ragazza, ma era evidente che Megan non fosse completamente a suo agio con quello che stava accadendo in quel momento - era mai uscito l'argomento di Nieve prima? Era quasi del tutto certo di averle detto che il Prefetto di Grifondoro era la sua collega al Safarà e in realtà il loro rapporto iniziava e si concludeva con quel piccolo particolare - certo, i loro rapporti erano amichevoli, non era raro che si scambiassero i turni o si aiutassero durante l'orario di lavoro. Non era mai capitato, però, che lui e Nieve interagissero tra di loro al di fuori dei confini del negozio - tutta quella situazione non aveva senso: era completamente assurda e per qualche strano motivo si stava divertendo.
Eppure quella ragazza a lui ancora sconosciuta sembrava essere l'unica persona a decidere di introdurre definitivamente il discorso, per metterlo a suo agio: apparentemente, pur non conoscendo praticamente nulla di loro, sembrava che tutti avessero qualcosa in comune - la poca simpatia per un professore in particolare. Dorian Hades Midnight.
Wolfgang Bogdanow, ma preferisco il nome Wolf se non ti spiace - rispose al Prefetto di Tassorosso, che si presentò come Thalia Moran, stringendole la mano destra da sopra il tavolo. A quel punto, anche Nieve decise di intervenire, per completare le presentazioni, dandogli lo spunto per presentarle Megan - tuttavia, prima che potesse anche solo pensare di fare ciò, lei lo precedette, presentandosi da sola.
Continuava ad essere confuso sul perchè un simile raduno di personalità avesse deciso di interessarsi tanto a lui, continuava a sospettare che fosse Megan il centro del loro interesse e che lui fosse semplicemente un semplice spettatore. Le successive parole di Nieve, però, suscitarono in lui un ghigno divertito: apparentemente la loro comune antipatia per il professore di Difesa contro le Arti Oscure derivava da un comune problema - il comportamento della ragazza non gli era inusuale, ma il teatrino che aveva messo in atto era talmente divertente che Wolf dovette trattenersi dallo scoppiare a riderle in faccia, facendo rischiare che tutti loro venissero cacciati dalla Biblioteca.
Oh, beh, non devi preoccuparti così tanto: il voto più alto che ho preso nella sua materia è stato Accettabile ++, quindi non credo che la situazione possa peggiorare tanto drasticamente.
Inoltre non voleva che Thalia si sentisse male nel tragitto fino ai Sotterranei, dove presupponeva ci fosse la sua Sala Comune: quindi, per lui, potevano rimanere seduti su quel tavolo ancora per un po' di tempo. Certo, sembrava che il loro argomento di conversazione stesse vertendo su una persona in particolare, ma al momento tutti concordavano sui sentimenti da provare nei suoi confronti. La risposta di Megan, poi, fu talmente caustica che dovette faticare a lungo per evitare di scoppiare a ridere - il pensiero della Bibliotecaria e la minaccia di essere bandito da quel luogo aleggiava costantemente su di lui, soprattutto a causa dell'avvicinarsi degli esami di fine anno scolastico.
Il professor Midnight - alla veneranda età di ventidue anni - dovrebbe aver compreso che ci sono modi più salutari per sfogare la sua, come dire, frustazione repressa.
Forse era stato troppo "grafico" nel suo commento, ma gli era uscito spontaneo e doveva ammettere di aver pensato pià volte che tutto ciò che servisse al Professore fosse - beh, forse era meglio censurare anche i propri pensieri.
 
Top
view post Posted on 26/8/2018, 20:38
Avatar

You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

Group:
Caposcuola
Posts:
4,390

Status:



«E quando mai avrei torto?» sussurrò, inclinandosi verso di lei e ammiccando con un’espressione maliziosa in volto. Il primo passo verso la conquista della rivincita era dolce come il miele, ma sapeva che a tirare troppo la corda con Nieve si rischiava di finire per terra con tanto di dolore al fondoschiena. Se non altro, poteva dire di essersi presa un piccolissimo acconto e tanto sarebbe bastato - almeno per il momento - al suo orgoglio ferito.
Invidiava la spontaneità di Nieve, per certi versi avrebbe desiderato sradicargliela in un impeto incontrollato per impossessarsene e sentirsi, finalmente, libera. Libera dalle rigide regole con le quali era stata cresciuta, libera persino di sbagliare di tanto in tanto. Libera, insomma, da se stessa. Immaginava che questo fosse lo scotto da pagare per essere la controparte razionale di quel meccanismo ben oliato che era la loro amicizia: dove l’una sfondava una porta, l’altra si scusava cercando di accomodare un risarcimento. *Praticamente sono la sua assicurazione sulla vita.*
Persino in quel momento ascoltando le scemenze sull’intromettersi e di quanto le dispiacesse - per inciso, non le credeva affatto e non pensava che la Haven si sarebbe bevuta una simile fandonia - Thalia dovette ammettere che quello fosse il punto di forza di Nieve: essere talmente sincera, anche nella menzogna, da spiazzare chiunque avesse osato contraddire la sua versione dei fatti. In ogni caso, la Rigos avrebbe tenuto il coltello dalla parte del manico.
«Sono vaccinata contro la tua inettitudine, Rigos.» sospirò, massaggiandosi le tempie - per un attimo aveva scordato di essere lei quella indisposta! - «E a questo punto direi che il tuo passaggio da Scadente ad Accettabile menomenomeno sia da imputare alla mia benefica influenza su di te. Fossi in te non mi lamenterei.»
A quel punto non poté fare a meno di ricambiare il suo sorriso, ammiccando eloquentemente nella sua direzione *Due a Uno, Rigos.*

«Au contraire.» - ribatté pronta alla provocazione della Milford-Haven.
Il suo tono era chiaramente un guanto di sfida e un Moran, da che mondo è mondo, non si sarebbe mai tirato indietro.
«Il mio rapporto col signor Frivolezze è assolutamente uguale a quello che avete voi. Con un briciolo di zelo in più da parte mia, lo ammetto.»
Non era quello il momento adatto per vantarsi, anche perché c’era ben poco di cui gioire. La sua pagella contava sfilze di Oltre Ogni Previsione, un risultato ben più che soddisfacente se si consideravano i requisiti che gli studenti del quarto anno dovevano soddisfare: ci si aspettava maturità, consapevolezza e maestria, il tutto finalizzato agli esami del quinto anno. Una prassi che, prima dell’arrivo del Midnight, la Tassorosso aveva continuato a perpetrare senza difficoltà. L’arrivo del giovane docente ad Hogwarts aveva infranto in tutto o in parte i suoi sogni. L’orologio che segnava il tempo in cui Midnight avrebbe potuto minare definitivamente il suo destino sarebbe scoccato di lì ad un anno - o poco più - e la situazione richiedeva una soluzione immediata, prima che fosse troppo tardi. I suoi sogni non potevano certo essere messi in secondo piano da un damerino viziato di soli quattro anni più grande. No, sarebbe stato uno smacco troppo forte.

Si limitò ad annuire alla richiesta di Wolfgang, comprendendo le ragioni di una simile scelta. Un nome altisonante come il suo poteva indurre in errore chiunque si relazionasse a lui per la prima volta. Sembrava un ragazzo tutto d’un pezzo, a vederlo, ma dall’animo estremamente buono. Una rarità, considerati i Concasati. *Mike è naturalmente l’eccezione delle eccezioni*
«Tu guarda!» esclamò sinceramente divertita, ridacchiando sommessamente alla considerazione finale di Wolfgang e tappandosi la bocca. La bibliotecaria le fece cenno di tacere e per tutta risposta la rossa si chinò ancor di più sul tavolo «In effetti, caro mio, penso tu abbia ragione.»
Oramai il teatrino poteva considerarsi concluso, se non altro perché in mezzo a tutto quel sussurrare e ridacchiare, il mal di testa le era passato per davvero.
«A questo punto mi sembra chiaro che voi due siete le persone che fanno al caso nostro.» annunciò in un bisbiglio «Ma lascio a Nieve il compito di spiegarvi perché noi siamo davvero ciò di cui voi avete bisogno.»
A quel punto cedette la parola a Nieve, sorridendo alla bibliotecaria che, proprio in quel momento, aveva cercato di allungare il collo e tendere le orecchie nella loro direzione.
*Fatti i fatti tuoi, brutta megera!*


Thalia J. Moran | 17 anni | Prefetto Tassorosso


Inutile dire che a questo punto mi sento di paragonare me e Ninuzza a loro Click dal minuto 1:00
 
Top
view post Posted on 30/8/2018, 14:01
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,688

Status:




Una risata argentina seguì le parole di Megan. Nieve le concesse la propria approvazione con un cenno di assenso. Poi, scosse il capo con fare volutamente teatrale e si passò la mano tra i capelli, insistendo sulla ciocca argentata che era scesa a solleticarle il volto. Aveva ancora le dita intrecciate alla chioma, quando si esibì in un’espressione ammiccante ed aggiunse: «Be’, Megan, dovresti saperlo che un ciuffo è per sempre!» A quel punto, recuperò una certa padronanza di sé e spostò l’attenzione su Wolfgang. Abbassò lo sguardo, mordendo il labbro inferiore per trattenere il riso, mentre ponderava se condividere o meno un'informazione con i presenti. Bastarono una manciata di secondi e il ricordo della punizione che le era stata assegnata a decretare il risultato finale delle sue elucubrazioni. «Oh, ma fa anche quello, Wolfy! Pare che abbia trovato in una certa professoressa dai grandi occhi blu il lacchè di cui aveva bisogno per godersi il conforto di un bel letto caldo, tutte le volte che la penna rossa non riesce a soddisfarlo a dovere.» Lanciò una rapida occhiata a Thalia e le rivolse un sogghigno. Lei sapeva già. «Pare che sia, uh!, un insegnante così, uh!, estremamente dotato, uhhhh!,» esclamò con voce sognante, tra un sospiro e l’altro, battendo le palpebre con fare esageratamente candido, in una chiara imitazione dei modi della McLinder. Bastarono uno sbuffo e una smorfia di disgusto, perché l’interpretazione avesse fine. Dunque, rivolse ai due un sorriso malandrino. «O, in alternativa, c’è chi si accontenta di poco!»

Sulla scorta dell'invito dell'amica, Nieve fu lesta ad attingere alla tracolla per recuperare la bacchetta. Dopodiché, badando bene a non essere colta sul fatto, castò una manciata di Muffliato all’indirizzo delle persone a loro più vicine. Dovette attendere qualche minuto in più per assicurarsi che l’incantesimo colpisse anche la bibliotecaria, che non la smetteva un attimo di allungare il collo nella loro direzione. Depose il catalizzatore sulle cosce, ammiccando verso Thalia.

«Poi, non dire che non imparo,» disse con l’intenzione di far notare all’amica i progressi ottenuti dal giorno in cui avevano designato l’ufficio vuoto al terzo piano come quartier generale dell’Esercito del Mezzogiorno. Si fece avanti sulla superficie del tavolo per ridurre le distanze con Megan e Wolfgang e assunse un’espressione autorevole. «La questione è più seria di quel che potreste pensare. Ve la faccio breve, perché non mi piacciono i giri di parole: vogliamo liberarci del Midnight,» Ridacchiò, cogliendo il sobbalzo della Moran. «Accademicamente parlando, s’intende. E non è solo una questione di voti. Penso che a tutti sia capitato di prendere un Accettabile qualsiasi prima del suo arrivo o, almeno, così è stato per me. Il problema è la combo pretenziosità-insegnamento-mortificazione. Lui non vuole prepararci. Utilizza l’aula come palcoscenico per fare sfoggio della sua vanità e ostentare la sua presunta preparazione. Siccome è piccolo e tendenzialmente stupido, ben pensa di innalzarsi sprofondando noi. Se lo facesse in privato, sarebbero anche affari suoi. Ma io non voglio arrivare a terminare i miei studi…» Si prese una pausa di riflessione. Inclinò il capo, le labbra piegate in un sorriso. «Beh, ammesso che me li faccia finire, è chiaro… Dunque, non voglio arrivare alla fine sapendo meno di quello che potrei e con una valutazione che mi preclude alcune strade. Potrei tollerarlo se fossi inetta, e io possibilmente lo sono anche, ma non accetto che sia lui a deciderlo per i suoi sporchi giochetti. Lo facesse con Occhi Blu, nell’intimità delle loro stanzette, uhhhh!…» Tornò McLinder per un attimo, infine si ricompose. «Per riuscirci, stiamo mettendo insieme un Esercito di studenti: vogliamo raccogliere prove del malcontento che si è diffuso da quando è arrivato, dell’ingiustizia dei suoi voti e del fatto che, salvo qualche rara parentesi, il rendimento scolastico nelle materie gestite da lui sia calato drasticamente.» Le scappò un grugnito di disapprovazione. «Il bello è che potrei perfino soprassedere tutto questo, se non si prendesse la briga di mortificare chi ha davanti. Non so come funzioni nelle vostre Casate, ma ci sono Grifondoro che disertano le lezioni e altri che frequentano più l’infermeria che la Sala Comune. E’ intollerabile!» Gli occhi si spostarono alla ricerca di quelli di Megan. «Quello che dovete fare è…» Sorrise. «Credo che Thalia saprà essere molto più puntuale ed esplicativa di me. Moran?»


Vogliatemi bene! :gelato:
 
Top
22 replies since 17/5/2018, 17:56   778 views
  Share