Leave me but please don’t leave me

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view post Posted on 3/6/2018, 14:35     +3   +1   -1
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Dare un nome alle emozioni è sempre stato complicato, come è sempre stato complicato riuscire a colmare quel vuoto che si sente nel petto e che sembra voler risucchiare tutto, incessantemente. Che poi sono emozioni quelle vibrazioni che senti nel corpo e che nel giro di ore riescono a farti sentire un’aquila, potente e in cima a tutto, e dopo poco ti costringono a sfracellarti per terra?
Ti ritrovi aggrappata in una montagna russa emotiva, non sai mai cosa succederà dopo e la repentinità è l’unica certezza che ti rimane. Hai paura di cadere ma allo stesso tempo non puoi e non vuoi scendere, continui a chiederti come hai fatto a salirci ma sai che sei lì seduta da tutta la vita. Allora cerchi conforto nelle persone, cerchi negli altri le risposte che non trovi, cerchi di tenerteli vicini e di riempire quel vuoto con la loro presenza o condividendoci solo una notte. Ma poi cambi idea e li allontani, perché la paura che ti abbandonino prima loro è troppo grande, perciò è meglio prendersi avanti.
Poi finalmente ci riesci, credi di aver trovato un equilibrio distante dalle tentazioni, distante dalle sostanze che ti permettono di dissociarti e di smetterla di sentire tutto e di sentirlo così forte e vivido. Vuoi divertirti, vuoi fare festa e non ti importa di domani perché il domani non esiste più. E quando finalmente pensi di esserci, sai che ce l’hai fatta, la mente inizia di nuovo a sabotare tutto. Ricominci a sentire e allora l’istinto ti dice di correre, di scappare, di allontanarti e nasconderti. Ti blocca, ti ferma, ti spaventa.
Arrivano le notti in cui sei piena di idee e dormire non ti serve, perdi peso perché la fame non ti appartiene più e il tuo corpo è iper attivato, il mondo diventa un parco giochi ricco di stimoli che la tua mente deve assolutamente cogliere. Sei invincibile.
Crolli di nuovo.
La spirale autodistruttiva ti riabbraccia e ti ricorda che non sei invincibile, che non sei e basta.
Sei compensata, sei funzionale.
Come se bastasse.
Come se davvero servisse questa consapevolezza a cambiare le cose, a darci un senso, a darci un nome. Ti guardi indietro e vedi che tutto quello che hai fatto ti è costato fatica, troppa fatica. Le persone non si rendono conto di quello che hai dentro, e questo è un bene perché vuol dire che a volte funzioni, ma non ti basta. Torni giù.
Sei troppo dicotomica.
Vedere il mondo solo in bianco e nero, ignorare le sfumature. Quando inventeranno un paio di occhiali che permettano di vedere anche i grigi?
Scrivi come ti senti. Scrivi quello che ti passa nella mente.
Ok, lo scrivo. E dunque? Serve davvero? Ad ordine eseguo ma non ne capisco la finalità, però va bene, facciamolo. La paura del giudizio altrui prende il sopravvento, perciò cancelli quello che hai appena battuto e ci rifletti.
Fai una lista delle cose belle che compongono la tua vita, ripetendoti di essere fortunata: un numero cospicuo di amici, una morosa, una famiglia, un tetto sopra la testa, un lavoro, una macchina, una vita sociale attiva, un buon numero di interessi. Sei fortunata ma stai male ugualmente e ti senti in colpa perché sai che dovresti essere felice, sai che dovresti essere grata, ma non ce la fai. Cerchi persone che sappiano cosa voglia dire vivere così, ottieni comprensione da quelli che ti circondano, sguardi d’affetto, di tenerezza, ma non capiscono. Comprendono ma non possono condividere.
Nel frattempo le montagne russe ripartono per l’ennesimo giro e ti metti in attesa, cercando di prevedere se ci sarà una salita o subito una discesa.



Comunque il buon Paolo Fox me l’aveva detto che non sarebbe stato un weekend semplice.



Edited by Drinky - 3/6/2018, 20:54
 
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view post Posted on 4/6/2018, 17:57     +3   +1   -1
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Oggi l’assenza del sole non aiuta proprio, anzi.
“Si sta come / d’autunno / sul divano / il disagio”.
Una gioia ce l’ho almeno: faccio parte di quella categoria di persone che lavorano da casa, comodamente spalmate sul divano, col telefono che continua a squillare.
Ehi, sono andati in stampa i biglietti da visita?
Mi cambi la birra sul menù?
No ma va bene...solo che vorrei il logo più grande.
Ma se il logo te l’ho fatto di quelle dimensioni, secondo te, è perché sono presbite o perché mi sono laureata all’Università della Vita (vedi anche “Università della Strada”)? Parliamone.
A volte la mia reazione sarebbe paragonabile a quella di Filippo Nardi quando, e ricordiamocelo tutti, nel lontano 2001, reagì con estrema maturità e contegno all’astinenza da tabacco durante il Grande Fratello.
Trovate qui il reperto che lo dimostra e i miei sentimenti sono resi manifesti al minuto 1:44.
Grazie al cielo il mio cervello mi contiene, altrimenti le bollette le pagherei nel duemilamai, dunque dico addio allo spirito Nardi e ripeto mentalmente mantra volti al non offendere il mio interlocutore.
Penso sia uno dei lati negativi del lavoro come freelance. Non sei dipendente di nessuno ma sei dipendente da tutti...la libera professione è la cortigiana del mondo del lavoro. Ti illude di avere quel senso di libertà dettato dal fatto che hai più o meno gli orari che vuoi, che sei a casa tua e nessuno ti dice nulla se stai ventiquattro ore in pigiama - stai comunque fatturando. Però devi sempre dosare ogni cosa: parole, reazioni, mail, telefonate, messaggi. Sempre essere pronta, presente, sul pezzo.
Sì è vero, non si è mai contenti. Ma in giornate come queste è anche difficile riuscirci, basta guardare fuori dalla finestra per capire che pure il clima della pianura padana si prende gioco di te.

Fate l’amore, non fate i liberi professionisti.


Nella prossima vita, da grande, voglio fare la dipendente statale.



 
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view post Posted on 11/6/2018, 14:26     +3   +1   -1
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Ultimamente quando i pensieri diventano troppi e troppo forti, sento il bisogno di muovermi, quindi capita che spesso mi ritrovi fuori di casa a camminare. Mi aiuta abbastanza.
Cammino un po’ a qualsiasi ora, cammino quando è il cervello che mi implora di impegnare il corpo in modo che tutta quell’energia imprigionata nella scatola cranica abbia una via d’uscita momentanea.
La mia parte preferita di queste uscite è quando passo per i condomini verso l’ora di pranzo, quindi in un lasso temporale che va dalle 12:45 alle 14:00 circa. Ora che fa caldo quasi tutti pranzano con le finestre aperte, il traffico in quelle ore è meno intenso e l’unica cosa che ascolto è il rumore delle posate sui piatti che esce dagli appartamenti.
In un certo qual modo diventa un sottofondo confortante.
Mi piace immaginare chi siano quelle persone, cosa stiano mangiando, di cosa stiano parlando. A volta riesco addirittura a sentirne le voci ma difficilmente colgo l’argomento dei discorsi. Però sento il rumore della ceramica, dello sparecchiare la tavola e mi fa sentire meglio.
Sono dettagli inutili e ancora mi chiedo perché diventino così fondamentali da doverli scrivere, da sentire il bisogno di condividerli sul web, nascondendomi dietro a uno schermo. Conosco persone che potrebbero apprezzarli, però non mi vengono mai in mente al momento giusto.
Magari lo scrivo qui perché, condividendoli solo con me stessa, mi sentirei un po’ il Divino Otelma e presto comincerei ad utilizzare il plurale maiestatis.
Oggi è stato una di quelle camminate con il rumore di posate.
Poi, a spezzare la magia, sono state due lucertole. Una delle due stava trascinando l’altra per la coda, cose che Smack Down con Rey Mysterio spostati proprio - e niente, la natura dà e la natura prende.

In tutto questo mi sono anche avvicinata per bloccare la faida, ma quella che stava avendo la meglio è scappata trascinandosi via l’altra, non so poi come sia andata a finire.


 
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view post Posted on 13/6/2018, 09:03     +5   +1   -1
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Allora visto che questo non vuol essere solo un blog di sfogo ma anche una sorta di diario in cui ricordare certi avvenimenti importanti, oggi parleremo di consigli per gli acquisti e di come sperperare sapientemente i propri averi.
Ecco dunque che scrivo dell’acquisto effettuato or ora in modo da non dimenticarlo mai.
Ho appena ordinato una statuetta raffigurante un anziano che guarda i cantieri; secondo il sito, se accostato in prossimità del luogo di lavoro, dovrebbe dare un incremento della produttività. Effettivamente avere una persona agée che ti fissa mentre lavori, ti fa sentire giudicata e quindi dovrebbe farti lavorare meglio.


Queste sono le giustificazioni che mi sono data quando mi sono resa conto di aver davvero speso soldi così. Soldi che potevo benissimo spendere in altro modo.

E quindi speriamo funzioni davvero così da sentirmi meno “bambina speciale”.

Allego foto prese dal sito in questione in modo che tutti ne possiate godere appieno.

eHNBtUw

jrM8VCU

 
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view post Posted on 17/6/2018, 00:53     +3   +1   -1
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Ho sempre odiato la notte.
Ho sempre amato la notte.
In questo momento della giornata ho fatto le cose più assurde e più divertenti della mia vita e, sempre in questo momento, ho avuto i pensieri peggiori e vissuto le angosce più grandi.
L’estate la rende più semplice: lo stare fuori, il bere, la compagnia. Queste cose riescono ad alleggerire tutto.
Però, alla fine, l’appuntamento che ti attende con te stesso a letto è inevitabile. E per quanto tu possa dividere il letto con qualcuno, sai che se rimani sveglio non puoi sfuggire alla solitudine.
Ti ritrovi con gli occhi appesantiti, come se nelle palpebre qualcuno avesse versato della sabbia, ti giri e rigiri tra le lenzuola ma non riesci a trovare la posizione giusta. Il tuo cervello ti suggerisce di staccarti dal cellulare, staccarti da qualsiasi fonte luminosa, chiudere gli occhi e iniziare a farti uno dei tuoi film mentali. Accedi alla tua memoria e la vedi come una vecchia videoteca, scegli il film giusto e lo fai partire. La pellicola immaginaria finisce, ti senti un po’ meglio ma sei ancora sveglia.
Ripensi alla serata appena passata, alle risate, ai bicchieri che si scontrano, agli abbracci. Tutte cose molto confortanti. Ma lo stesso, non dormi.
Allora decidi di riprendere in mano il cellulare per controllare che ora sia e in men che non si dica, sei nuovamente sui social a guardare gli sprazzi della vita che gli altri hanno deciso di condividere.
Capisci che non puoi farci nulla: la notte si è da soli. La notte è la tua unica compagnia, siete tu e lei e basta.
Se accetti questo pensiero e ti va bene, in quel momento prendi sonno.
Altrimenti ti ritrovi a scrivere con periodi brevi come quelli di Fabio Volo, sperando che, complice la stanchezza accumulata durante un weekend movimentato, il tuo corpo ceda e ti permetta di aprire gli occhi quando si sarà fatto giorno.

Ma il mio cervello evidentemente ha un modo tutto suo di accettare la notte come unica compagnia, quindi ho appena speso un sacco di soldi per una maglia delle Spice Girls perché, quando proprio col sonno va male, faccio shopping online.



 
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view post Posted on 22/6/2018, 20:56     +1   -1
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Perciò vattene veloce
Ma fai piano
Ti chiudo in un cassetto
Mollami la mano



 
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view post Posted on 25/6/2018, 11:13     +2   +1   -1
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Queste giornate di fine giugno che sanno di ottobre mi fanno salire l’odio.
Una passa nove mesi, praticamente una gravidanza, aspettando che arrivi finalmente il sole, il caldo e poi invece fa freddo e sono 20°.
Perché parliamone, io ho capito che a tanti piace l’inverno, che ci si veste pesanti, ci si fanno le coccole sotto al plaid, si beve la cioccolata calda.
Ma in inverno è tutto morto.
In inverno è buio, in inverno si vive in slow motion.
La vera svolta sarebbe andare in letargo, eppure non si può.
Le giornate non passano mai, il freddo ti entra nelle ossa, se provi a scrivere un messaggio con il cellulare la mano sembra mezza paralizzata.
Dunque che c’è di bello nell’inverno? Che c’è di bello nel freddo?
Sono anni che provo a farmelo piacere, a trovarci il famoso lato positivo, e lui ogni anno per ringraziarmi dei miei sforzi, sembra durare di più portando con sé pessimi pensieri, pessimi ricordi.
Magari, invece che stare qui a rompere le palle in un forum, sfogando le mie frustrazioni su una determinata stagione, dovrei semplicemente trasferirmi. Verissimo.
Perciò vi dico: se qualcuno ha voglia di darmi un tetto in posti che presentano una primavera/estate perpetua, venghino signori venghino.

Rivoglio il sole. Ridatemi il sole.
Il mio umore ne ha seriamente bisogno.


P.S. il Natale poi è la cosa peggiore in assoluto.

P.P.S. mi lamento un sacco, lo so. Però ho anche dei difetti.


 
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view post Posted on 28/6/2018, 14:16     +1   -1
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view post Posted on 5/7/2018, 13:11     +2   +1   -1
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Esistono legami che vanno oltre, rapporti che si sono instaurati negli anni, nati come obbligo ma portati avanti per volontà di entrambe le parti.
Io ho la fortuna di averne uno, di possedere quella persona con cui ho condiviso esperienze dolorosissime, con cui sono mutata e che sa esattamente cosa io stia provando in determinati momenti.
Ieri è successo di nuovo dopo tanto tempo.
In un momento difficile, in un flashback orrendo, c’eravamo e l’abbiamo rivissuto. Ci sono state aperte le ferite che condividiamo con rabbia, con violenza.
Ieri il nostro sguardo, quando si è incontrato, ha fatto sì che ci parlassimo senza aprire bocca.
Non ho mai creduto alla telepatia, però in un certo senso ieri l’ho vissuta: sentivo quello che sentivi, sentivi quello che sentivo. In pochi minuti ci siamo dette tutto in assoluto silenzio, prima di andare incontro all’esplosione, e per quanto il seguito sia stato complicato ti ringrazio, anche se probabilmente non lo leggerai mai.
E ringrazio di averti, sangue.
Lo scrivo perché non voglio dimenticarlo anche se spero che non debba più accadere in determinate circostanze.
Lo scrivo perché nel brutto, è stato qualcosa di bello, è stato qualcosa di nostro.
Forse è questo quello che dicono riguardo ai gemelli: che sono connessi, che riescono a sentire quello che l’altro sente.
E per quanto né il nostro giorno di nascita né l’anno coincidano, credo che quella connessione appartenga anche a noi.

Grazie since 1993.





Edited by Drinky - 6/7/2018, 14:36
 
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view post Posted on 16/7/2018, 17:12     +2   +1   -1
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Infetti la ragione.


 
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view post Posted on 20/7/2018, 22:42     +5   +1   -1
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Oggi ero esattamente dove dovevo essere. Dopo un anno, sono finalmente tornata nel mio safe place, l’unico posto al mondo in cui riesco a stare da sola, senza sentirmi sola. Ho alle spalle un anno complicato e pesante e, per la prima volta oggi, solo per dieci minuti, sono riuscita a bloccare quel flusso continuo di pensieri che generalmente mi accompagna ogni giorno e a cui fatico a stare dietro. Speravo che mi aiutasse a chiarirmi le idee, mi aiutasse a prendere una decisione, ma me ne sono andata ancora più confusa. Ho tante cose che vorrei avere fisicamente presenti perché, tenerle nella mia testa, non mi basta più. Eppure non mi muovo e rimango immersa nelle paranoie di cui sono artefice, preoccupandomi di rimanere a galla e respirare.
Alla fine dei conti, il mio problema più grande sono io.
Perché non vendono il coraggio in comode fialette da iniettare intramuscolo? O in pillole. Anche in supposte mi andrebbe bene, giuro!

Poi comunque me ne sono dovuta andare dal mio posto felice non tanto perché volessi, quanto perché, giocando con degli scoiattoli, uno di loro mi ha involontariamente graffiata e io mi sono impanicata di brutto. Sono corsa in BEN DUE farmacie a chiedere assistenza, terrorizzata da aver contratto qualche strana e brutta malattia. Che ansia.

Lo scoiattolo in questione, l’incriminato, l’ho chiamato Frittomisto. Ha un musetto meraviglioso ma degli artigli che porca troia.

 
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view post Posted on 27/7/2018, 15:05     +4   +1   -1
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Allora, partiamo dal presupposto che sono una cazzona (ma che poi non ho capito: nei mini blog c’è l’obbligo di censura? Se sì, chiedo ai mod di sostituire quella parola con “fringuella”. Se no, lasciate così che rende meglio.) e che invece di lavorare, mi perdo via nei miei pensieri. Stavo scorrendo il mio Facebook, nella sezione dei ricordi, e ho letto un mio post del 2009 in cui mi lamentavo perché non capivo i moduli nella matematica - argomento che mi è ancora oscuro ndr - con sotto un commento della mia ragazza dell’epoca. Una delle ragazze dell’epoca, che oggi mi pare abbia sui trent’anni, è sposata e ha da poco avuto un bambino. Lo so grazie ai social, grazie al passaparola, ma lei non fa più parte della mia vita da un sacco di tempo. Però, in quel post, commentava cercando di spiegarmeli perché in quel periodo, in quell’istante, io per lei ero importante. E allora la mia mente si è messa a divagare su quanto siano assurdi i rapporti umani, specie nell’ambito delle relazioni amorose o di amicizia stretta. Le persone si scoprono, si tolgono le maschere, si fidano e costruiscono qualcosa…per poi tornare ad essere sconosciuti. Dove viene messo tutto quello che c’è stato in mezzo? Rimane un ricordo? Esiste un archivio, in un universo parallelo, che contiene tutti i filmati e gli scorci di vita condivisi?
Generalmente non mantengo un rapporto con le mie ex. Ho, tipo da sempre, questa idea che, se sei arrivato a stare insieme ad una persona, non potrai mai tornarci amica perché sarebbe un downgrade: puoi solo chiuderci.
Certo, sono ancora in ottimi rapporti con alcune di loro, specie con quelle che non ho amato, ma con quelle con cui c’è stato di più ora c’è il nulla assoluto.
Non è paradossale?
E allora uno dovrebbe chiedersi che senso abbia stabilire dei contatti così forti con gli altri, se poi comunque siamo destinati a perderci. Ma come si dice? "Non è importante la meta, è importante il viaggio” o una cosa del genere.
Però fa strano tornare indietro e capire che tu, nel 2009, eri importante per A. E nel 2010 sei stata importante per B, C e D. Nel 2011 per E ed F.

Siamo davvero l’animale più strano di questo mondo, noi esseri umani.

Che poi comunque pago fior fior di quattrini per andare in terapia, e ancora mi trovo a cercare di rispondere a questi quesiti esistenziali piuttosto inutili, invece che lavorare.

Torno a fare cose grafiche e a fatturare, ma sarebbe bello se mi pagassero per questi pipponi mentali.



 
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view post Posted on 30/7/2018, 10:58     +1   +1   -1
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Facebook mi dice che, nel 2010, scrivevo questo:

Se non credi in un sogno, esso scompare. E a volte, ti dicono qual è il sogno a cui credere.
E a volte, il tuo sogno è così potente da risucchiarti ogni singola particella, ogni singolo respiro.
E a volte, smetti di crederci. E quando smetti di crederci, è per sopravvivere.
E quando non ci credi più, il mondo ti crolla addosso.


E devo dire alla me sedicenne che sono d’accordo anche ad oggi, perché è applicabilissimo anche a questo periodo.
Forse lei era più saggia della me attuale.

 
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view post Posted on 4/8/2018, 09:44     +4   +1   -1
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Ci distruggiamo un passo alla volta ma non abbiamo il coraggio di riconoscerlo. Lottiamo, sanguiniamo e ricominciamo.
Vorrei davvero avere le spalle abbastanza larghe, o vorrei le avessi tu. E ti giuro che ci sto provando, che sto chiudendo tutto in un cassetto in attesa che scompaia per fare posto ad altro, però è sfiancante. Ogni giorno è una prova diversa mentre io ho bisogno di andare in vacanza: è agosto, dopotutto.
Non mollerò finché non mi distruggerà completamente, però sì, vorrei essere al mare e fingere per qualche ora.


Maledetta sindrome premestruale; odio te e gli sbalzi ormonali che mi provochi rendendomi piangente e isterica. Sei inutile.

 
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view post Posted on 7/8/2018, 14:47     +1   +1   -1
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La paura di innamorarsi non esiste.
Esiste quella di poterlo trovare diverso da come immaginavi e non poter incolpare nessuno.

 
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