Trip to Hogsmeade pt.2

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view post Posted on 14/6/2018, 13:54
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Link parte 1


Si avviò verso il locale Madama Piediburro, con Casey che le trotterellava di fianco. Sembrava contenta di accompagnarla e a Drinky la compagnia non dispiaceva mai, indipendentemente che in quel caso fosse incarnata da una ragazzina di soli undici anni. Per quanto la differenza di età fosse palese, non aveva grosse difficoltà a rapportarsi con lei. L’osservazione della giovane di Grifondoro, poi, la lasciò basita: aveva espresso esattamente il suo stesso pensiero, ovvero quanto fosse inutile e approssimativo incasellare le persone in base a quattro semplici possibilità. Era strano sentire quelle parole uscire dalla bocca di una ragazzina, una riflessione non comune per una della sua età. La rossa ne rimase piacevolmente colpita, notando quanto fosse intelligente e acuta quella stessa bimba che sembrava entusiasta di poter passare del tempo insieme a lei.
Ottima osservazione! E mi trovi completamente d’accordo! Sai, negli anni mi sono detta che forse ci dividessero più per una questione organizzativa che non per una questione prettamente personale. Che poi ci siano dei tratti che accomunino gli studenti delle casate, può essere vero, ma basarsi solo su quello per giudicare un individuo lo trovo totalmente sbagliato. Sei molto sveglia, te lo hanno mai detto?
Non poté evitare di sorridere mentre glielo diceva. Era confortante vedere che nelle nuove generazioni l’apertura mentale stesse iniziando a prendere piede. E se così non fosse stato, se Casey fosse stata un’eccezione, era felice di poterci passare del tempo insieme.
Comunque sappi che purtroppo, per alcuni studenti queste rivalità sono molto sentite. Sentirai anche pessimi discorsi riguardanti cose come la purezza del sangue, la discendenza e questioni del genere…ti prego, non darci mai peso. Mai. E se qualcuno dovesse darti fastidio e farti sentire in un modo in cui non vorresti sentirti, fammelo sapere. Ok?
Probabilmente stava iniziando ad andare un po’ oltre il suo ruolo di semplice persona appena conosciuta, ma non poteva cancellare dalla propria memoria certi ricordi. Aveva la mente piena di immagini in cui altri studenti venivano bullizzati per il loro non essere di sangue puro o essere nati babbani, e se avesse potuto fare qualcosa per quella ragazzina che era dovuta entrare in un mondo totalmente nuovo e diverso da quello a cui era abituata, contando solo su se stessa, lo avrebbe fatto. Una voce interiore le diceva che, se avesse potuto darle una mano o anche solo ascoltarla in uno sfogo, sarebbe stato giusto agire.
Casey accelerò il passo quando furono a pochi metri dal locale. Non contenne l’eccitazione, entusiasmo che venne confermato dalla sua affermazione inerente al fatto che non fosse mai entrata in un locale del mondo magico.
Un’immagine dolcissima agli occhi di Drinky, la quale si apprestò a raggiungerla mentre la vide spingere la porta di ingresso e dirigersi all’interno del locale. Il profumo di prelibatezze la inondò nell’istante in cui vi si trovò all’interno.
Benvenuta allora nel tuo primo locale del Mondo Magico! Comincia a guardarti intorno e pensa a cosa potrebbe piacerti. Se hai domande su qualcosa, io sono qui.
Sorrise mentre con gli occhi cominciò a scandagliare i dolci esposti, alla ricerca dei Profiteroles di Venere.
 
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view post Posted on 17/6/2018, 19:47
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Madama Piediburro appariva come un locale perfetto per le coppiette essendo pieno di pizzi, merletti, fiori e candele profumate su ogni tavolo. Sguardi languidi volavano da una parte all'altra della stanza e un brusio di sottofondo faceva intendere un clima di riservatezza onde evitare che discussioni proibite venissero ascoltate da altri. Casey, poco interessata alle effusioni che le persone attorno a lei si scambiavano, buttò lo sguardo al banco dei dolci in fondo alla saletta da tè. Torte e biscottini decorati davano mostra di sé ricoperti di glasse colorate e ripieni di creme strabordanti da ogni lato, cherubini animati viaggiavano con arco e feretro per la superficie dei menù attaccati al vetro e una donnina dall'aria gentile era intenta a sistemare un set di posate dietro al bancone in legno chiaro. Adocchiando i dolci cercò di nascondere il rossore che il complimento di Drinky aveva scatenato in lei. Evitò il suo sguardo facendo finta che di non aver detto nulla di eccezionale e le disse:
-Ci sediamo vicino alla finestra? I Profiteroles di Venere sembrano buoni.
Mentre la ragazza dai capelli rossi continuò il suo discorso sulle case alle quali gli studenti venivano assegnati andò a sedersi ad un tavolo in fondo che permetteva una vasta visuale della strada. Fino a quel momento non aveva mai incontrato bulli ad Hogwarts, e anzi le parve molto strano che in un posto del genere potessero essercene. A lei appariva come una scuola per persone superiori, e non per il sangue che gli scorreva nelle vene, ma perché credeva che la magia in qualche modo rendesse speciali le persone a livello intellettivo. Ogni giorno quella sorta di aura dorata che Casey aveva costruito attorno al nuovo mondo in cui era stata introdotta veniva sminuita da tutte le rivelazioni che riceveva dalle parole degli altri e osservando quel che avveniva attorno a lei. Ciò non contribuiva per niente al suo umore. Scoprire che effettivamente le persone sono tutte uguali ovunque si vada è demotivante.
- In che modo il sangue dovrebbe essere puro? E perché dovrebbero darmi fastidio? Perché sono orfana? - chiese. Molti ragazzi erano stati ingiusti con lei, ma in orfanotrofio era normale. Era molto semplice provare astio per un compagno se riceveva un trattamento migliore, se possedeva qualcosa che altri non avevano, se veniva adottato o semplicemente perché era considerato migliore agli occhi degli adulti. Casey aveva però la strana dote di essere impertinente e riusciva molto facilmente a procurarsi l'antipatia dei più grandi a causa dei suoi modi un po' arroganti e sarcastici. Per un certo periodo era stata vittima di frecciatine, scherzi e sguardi ben poco benevoli ma fortunatamente le liti che aveva con gli altri non riuscivano mai a terminare con le botte, poiché grazie alla sua inconsapevole magia i nemici venivano distratti da altro ancor prima di iniziare. Spesso nel momento in cui qualcuno stava per avventarsi contro di lei, tutti venivano spezzati in due da un fischio fortissimo nel padiglione auricolare tranne lei, la quale rimaneva interdetta di fronte a quel contorcersi di corpi e scappava via. Non riusciva a comprendere come mai accadesse tutte le volte ma in fondo non poteva che esserne felice. Quando scoprì di essere una strega capì che tutto ciò non avveniva per caso.
La preoccupazione di Drinky al riguardo la spiazzò. Come poteva importarle di lei se si erano appena conosciute? E, davvero, perché qualcuno avrebbe dovuto darle fastidio se non conosceva nemmeno i suoi genitori? In ogni caso se l'avessero fatto si sarebbero trovati coi padiglioni auricolari sanguinanti. Tuttavia l'invito della ragazza a scriverle era un'occasione davvero felice per lei. Finalmente avrebbe avuto qualcuno a cui scrivere come tutti gli altri. Avrebbe potuto passare le sere a meditare su cosa raccontarle e a inventare argomenti di discussione e magari chiederle consigli e farsi spiegare cose sul Mondo Magico. Con un gran sorriso le rispose, anche se non per l'eventualità che qualcuno le facesse del male:

- Va bene! -

 
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view post Posted on 21/6/2018, 00:06
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Vada per i Profiteroles di Venere, ne devo comunque prendere da portar via…e ok per quel posto!
Continuava a sorridere nel vedere l’entusiasmo che, una cosa piccola e semplice come entrare in un locale di prelibatezze, portasse sul volto della ragazzina. A volte sono davvero le piccole cose a cambiare la giornata, basta solo ricordarsi di osservarle, di guardarle oltre che vederle. Era bello vedere quella spensieratezza giovanile, quell’avventurarsi nel mondo un passo alla volta trovando ogni cosa interessante e degna di essere osservata, studiata e capita. La rendeva felice vedere che, nonostante fosse orfana e quindi non avesse avuto un’infanzia propriamente semplice, Casey mantenesse quella purezza che aveva rischiato le venisse strappata via. Che fosse stata fortuna o che fosse stato un lato molto forte del carattere dell’undicenne, all’ex Serpeverde non importava, ci teneva solo che non lo perdesse, che rimanesse così. Più la guardava avventurarsi nel locale e raggiungere il posto che avevano deciso di occupare, più sentiva in lei crescere il bisogno di accudirla.
*Ma che è? Ho solo ventiquattro anni, non posso volere già una figlia…posso?*
Era una sensazione strana che non aveva mai provato prima: le erano sempre piaciuti i bambini e prima o dopo ne avrebbe certamente voluti di suoi, ma ancora non aveva preso in considerazione l’idea seriamente, dandosi priorità e obiettivi diversi e rimandando questa decisione a quando si sarebbe sentita sufficientemente matura. Eppure sentiva il bisogno di proteggere quella ragazzina, di farle da guida, di trasmetterle le informazioni che aveva appreso cercando di far sì che evitasse di cadere nei suoi stessi errori. La cosa che più la sconcertava, oltre che questa sensazione in sé, era che fosse nata in maniera del tutto repentina, verso qualcuno che conosceva da pochi minuti. L’istinto materno in Drinky era parecchio sviluppato per quanto, esteriormente, non fosse una cosa scontata e che permetteva di lasciar intravedere a molti…ma sentirlo così vivo e attivo in quel momento, la spaventava.
Non che non fosse una modalità a cui dovesse abituarsi: lei era sempre andata molto a pelle nel relazioni, generalmente si fidava fin troppo degli altri e tendeva ad affezionarsi in fretta, provando emozioni intense in maniera abbastanza rapida - cosa che ad altre persone avrebbe richiesto più tempo. Però proprio questa sua modalità sempre velocissima, la infastidiva non poco e la faceva sentire un’essere irrazionale capace di nutrirsi solo di emotività.
Che poi, in realtà, magari Casey nemmeno aveva bisogno del suo aiuto. Per quanto ne sapeva poteva benissimo avere dei genitori affidatari, dei padrini o madrine che stessero pensando a lei e da cui sarebbe tornata durante le vacanze. Cercò di bloccare la propria mente dal continuo divagare ed elucubrare sulle diverse teorie per riconnettersi alla realtà, giusto in tempo per sentire la giovane Grifondoro porle domande riguardo alla purezza del sangue e sul perché qualcuno avesse mai potuto darle fastidio.
*Come diavolo si fa a spiegare ad una ragazzina così dolce che esistono persone orribili? Forse non spetta a me questo compito…però non voglio che non sappia. Non voglio che si fidi a priori e poi rimanga fregata.*
Stava cercando il modo più semplice per affrontare l’argomento, senza creare paranoie inutili a Casey ma cercando di renderla consapevole di alcune eventualità nelle quali, forse, si sarebbe dovuta imbattere.
Vedi, hai presente che nelle favole ci si riferisce ai nobili come a persone di sangue blu? Ecco, i cosiddetti purosangue potremmo definirli quelli con il sangue blu. Non perché siano speciali o siano davvero nobili, ma semplicemente perché discendono da famiglie di soli maghi. Ora, tra queste famiglie di purosangue purtroppo ce ne sono alcune che credono sia giusto così, che credono che maghi e babbani non dovrebbero mescolarsi e procreare. Purtroppo queste stesse persone si riproducono e inculcano ai propri figli queste idee che, se mi permetti, sono idiote. Adesso non è detto che ti capiterà e non te lo auguro minimamente, ma se dovesse essere che qualcuno ti dà fastidio perché tu non sai chi siano i tuoi genitori e quindi non sai come sia il tuo sangue, numero uno me lo vieni a dire, numero due cerchi di darci il minor peso possibile. Sono solo degli stupidi quelli che credono a queste cose, e se li pungi vedresti che il loro sangue è rosso, proprio come il tuo, come il mio e come quello di chiunque…non bisognerebbe mai fare differenze del genere. Anche perché alcuni dei peggiori maghi che ho conosciuto, a livello proprio di potere e capacità di gestione della magia, erano dei fierissimi purosangue. Dunque esserlo o non esserlo non cambia assolutamente nulla.
Le sorrise cercando il suo sguardo e sperando che non fosse stato un discorso troppo pesante per una ragazzina così giovane, ma le pareva abbastanza sveglia da cogliere senza troppi problemi. Doveva aver fatto piacere a Casey l’invito a scriverle in caso avesse avuto bisogno, perché le aveva risposto affermativamente in maniera parecchio gioiosa.
Ovviamente non devi scrivermi solo se ti succede qualcosa di brutto. Puoi scrivermi anche quando ti annoi, se hai bisogno di un consiglio, se ti senti sola. Insomma vedi tu, sappi solo che io ci sono.
Aggiunse mentre tirava la sedia verso di sé e si preparava a sedersi.
Allora questi profiteroles…li preferisci alla crema, alla panna cotta o al cioccolato?


Se possibile, saremmo pronte per ordinare :*-*:
 
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view post Posted on 21/6/2018, 10:22
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♡ garzone da madama piediburro ♡ 12 anni ♡

Tutti i marshmallow alla fragola del mondo non avrebbero potuta prepararla a quell’esplosione di rosa che era Madama Piediburro. Non che le dispiacesse quel colore, anzi: crescendo non aveva fatto che notare che il rosa fosse uno dei colori più sottovalutati, forse anche complice il fatto che venisse facilmente associato ad una femminilità molto “confetto”. Per lei invece il rosa, così come il lilla, era un toccasana per l’umore e riusciva ad allontanare facilmente i pensieri legati agli incubi ricorrenti che si portava dietro. Non a caso aveva deciso di presentare la domanda per lavorare proprio in quel locale, così da potersi perdere in un ambiente che le donava una gioia che faceva anche fatica a quantificare.
Le prime clienti entrate nel negozio da quando era iniziato il suo turno avevano da poco preso posto: Lavender scacciò la sua “ansia da prestazione” da prima volta e si diresse verso di loro con un sorriso felice.
Avvicinandosi riconobbe Casey Bell, una grifondoro del primo anno che aveva già incrociato in Sala Comune ma che non aveva ancora conosciuto bene; si ripromise di avvicinarsi alla ragazza non appena l’avesse incontrata di nuovo, dopotutto nella stessa casata era meglio conoscersi tutti e aiutarsi a vicenda con le faccende scolastiche e non.
L’altra ragazza non la conosceva: nonostante sembrasse molto giovane, era sicura di non averla mai incrociata ad Hogwarts, quindi pensò che potesse essere un’amica o una parente di Casey, magari una sorella maggiore? Da come le vedeva chiacchierare la tesi reggeva abbastanza bene.
Una volta avvicinata al tavolo tirò fuori il suo blocchetto per le ordinazioni dal grembiule da cucina- rigorosamente bianco e rosa con un bel fiocco dietro la schiena - e rivolse il suo sorriso più largo alle due ragazze: «Buongiorno, ragazze! Cosa vi porto oggi? Se non ci ho visto male mi pare che abbiate già adocchiato i profiteroles: li ho assaggiati stamattina e sono pazzeschi!»
“Hey, sei qui per servire i clienti, non per fare conversazione!” “Ma sembrano così simpatiche!”
Dopo la strigliata mentale portò la penna al blocchetto, pronta a prendere l’ordinazione senza far più sprecare tempo alle due streghe.

 
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view post Posted on 23/6/2018, 16:15
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Drinky era amabile. Di tutto quel che le disse, ciò che le sue orecchie captarono con più vigore fu un palese senso di protezione che la donna elargiva nei suoi confronti. Perché sprecarsi per Casey? La bambina arrossì e districò dalla sua mente ogni forma di diffidenza che avrebbe potuto avere verso la ragazza dai capelli rossi che, a quanto diceva, si preoccupava per lei. La sua apprensione non riguardava unicamente la possibilità di esser discriminata per il suo sangue. C’era qualcos’altro nei suoi occhi che si infiltrava fra le frasi e le richieste di uno scambio epistolare. Le motivazioni potevano essere varie: il fatto che Casey si fosse rivelata un’orfana poteva averla impietosita e stuzzicato il naturale istinto materno di ogni essere femminile oppure dietro quel viso affabile e giovane si nascondevano intenzioni ben più oscure. Questi pensieri sfiorarono di striscio il cervelletto della ragazzina che non riuscì a dargli così tanta importanza. Era così emozionata di quella conoscenza e di tutte le opportunità che poteva darle. Sorridente le annuiva, ripetendosi che Drinky era troppo bella per essere una psicopatica in cerca di piccole vittime.
- Fino ad ora nessuno mi ha trattata male - le disse. Nella sua casa nessuno sembrava aver mai trattato argomenti del genere, e nessuno in giro per il castello le aveva mai detto nulla. Nessuno le aveva tirato occhiatacce, nessuno l’aveva fermata per parlare delle sue origini. In fin dei conti la sua figura era talmente esile e silenziosa da non destare la curiosità e l’attenzione degli sguardi al suo passaggio. Amava stare per i fatti suoi, porsi domande, navigare fra i suoi mondi immaginari e fare i grattini a Julius. Le uniche conversazioni che aveva avuto con qualcuno erano state causate da un suo stesso interessamento o da un casuale scontro di intenti.
- Comunque se cercassero di prendermi in giro per il mio sangue cadrebbero come pere cotte sull’asfalto. Io non so se i miei genitori erano dei maghi o dei babbani.
Sicuramente l’opzione più allettante per i suoi sogni era la prima. Se essi fossero stati dei babbani era molto probabile che avendo capito di aver creato una bambina “anormale” avessero deciso di disfarsene. Perciò l’idea di essere una purosangue era più congeniale alla creazione di un valido motivo per cui l’avrebbero lasciata in un orfanotrofio. Forse erano morti per qualche nobile causa e lottando contro un mago oscuro per proteggerla. E se fossero stati vittime di una maledizione? Forse erano imprigionati da qualche parte e lei doveva diventare una strega per riuscire a liberarli!
- Però come fanno dei babbani ad avere figli con poteri magici? Se è così vuol dire che la magia è una sorta di talento, come la predisposizione per il disegno o per la musica, e non un privilegio. Può accadere il contrario, cioè che dei maghi abbiano figli non maghi? - le parve assurdo che certi ragionamenti avessero preso piega nel Mondo Magico. Evidentemente non era tutto “perfetto” come lei credeva, anzi, sembrava tutto più crudele e oscuro rispetto al Mondo Babbano. Il potere spesso porta all’estremizzazione degli istinti, e se essi sono volti all’oscurità, con la magia sembra non esserci via di scampo.
Una nuova figura le interruppe. Apparì con grazia al loro tavolo in un grembiule rosa come tutto quel che apparteneva al locale. Casey riconobbe in lei una sua compagna di casa, Lavender Lovcraft. Non si erano mai parlate ma si erano incrociate spesso a lezione e in Sala Comune. Le era sempre sembrata fin troppo diversa dal suo modo di essere, così femminile (tanto da lavorare in un locale pieno di fiocchi e confetti), sempre con un sorriso al posto del solito broncio di Casey, sempre al centro dell’attenzione. Era amabile, era bella, era solare.

- Ciao Lavender - la salutò con un sorriso, cercando di non lasciar trasparire quel po’ di invidia che provava nei suoi confronti. Il modo di presentarsi e di chiedere l’ordinazione della concasata apparve cordiale e insieme affabile come chi è sicuro fin dal principio di ottenere approvazione. Lei non sarebbe mai riuscita a porsi in quel modo, anzi, di sicuro, col suo carattere impulsivo e impetuoso si sarebbe sempre riuscita a guadagnare l’antipatia dei coetanei.
- Hai proprio ragione, io volevo assaggiare i Profiteroles! - disse simulando una semplicità fin troppo complicata per il suo modo di essere. Non voleva far vedere quella sua difficoltà. Si consolò riflettendo che, come sempre, dopo un po’ di tempo ogni forma di imbarazzo riesce a svanire.

 
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view post Posted on 27/6/2018, 14:54
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Erano sedute una di fronte all’altra e Drinky poteva studiare meglio la sua interlocutrice: ne studiava il viso cercando di captarne dettagli che rivelassero di più sul suo essere. Per quanto la fisiognomica fosse una disciplina pseudoscientifica, alla quale la rossa non sentiva di potersi affidare ciecamente, credeva comunque che attraverso piccoli movimenti, posizioni e particolari, uno sguardo ben attento sarebbe stato in grado di coglierne l’essenza. Una tecnica che difficilmente utilizzava con gli altri, ma con Casey era diverso; si chiedeva se i due angoli della bocca che stavano sempre in su rispecchiassero un carattere solare o se fossero una maschera che la ragazzina avesse dovuto indossare per superare determinati periodi difficili. Altrettanto la frangetta, la quale poteva essere semplice scelta estetica oppure una sorta di protezione, un sipario effimero dietro cui nascondere ciò che viene definito "lo specchio dell’anima” e poter scrutare gli altri senza doversi mai scoprire. Era convinta che la giovane Grifondoro non fosse una bambina qualsiasi…lo si capiva da come si esprimeva, dagli sguardi curiosi che lanciava, macchiati di un tipo di intelligenza e riflessione distanti da quelli consoni per la sua età. Era quello il motivo per cui sentiva una tale connessione con la ragazzina? Il fatto che fosse così sveglia? O il fatto che avesse avuto alle spalle un’infanzia difficile?
*Vai a sapere te…boh.*
Non le era chiaro ma non le andava nemmeno di farsi dominare dalle paranoie per l’ennesima volta: erano ventiquattro anni che vincevano sempre loro.
Ascoltò la ragazza mentre le diceva che fino ad allora nessuno l’aveva trattata male e che, anche se avessero obiettato qualcosa riguardo al suo status di sangue, non avrebbero avuto prove a cui appellarsi in quanto lei stessa non sapeva chi fossero i suoi genitori.
Tirò interiormente un sospiro di sollievo, per quanto immaginò la difficoltà che avrebbe potuto provare la ragazza nel non sapere da chi fosse stata generata. Era come se ciò la rendesse nuova, un individuo a sé, con una storia da crearsi autonomamente. Per quanto si dimostrasse matura era pur sempre una ragazzina bisognosa di affetto e cure, qualcuno che aveva bisogno di sapere che non era sola al mondo e che, in caso di bisogno, avrebbe avuto un sostegno. Che fosse stato quindi il destino a farle incontrare? Possibile, ma era ancora presto per dirlo. Fatto sta che Drinky non trovava comune stringere amicizia con una persona tanto più piccola di lei, né di sentire questo bisogno di prenderla sotto la sua ala. Non solo non lo trovava comune: non le era mai successo nella vita.
Ma in generale ad Hogwarts come ti trovi? Immagino sia tutto nuovissimo per te…ti piace per adesso?
Probabilmente Hogwarts era meglio di qualsiasi orfanotrofio o luogo in cui i bambini senza genitori potessero stare - per quanto fino a poco fa lei stessa avesse criticato alcune chiusure mentali di certi studenti, Hogwarts era comunque un ambiente ottimo. Un posto che costringeva ad imparare a relazionarsi con gli altri, a capire i meccanismi della convivenza con altre persone ma in maniera meno soffocante.
Ascoltò con attenzione la domanda posta da Casey: la giovane Grifondoro si chiedeva come funzionasse la magia, se fosse un talento o un privilegio, cercando di capire se, dei maghi, avessero mai potuto avere un figlio babbano. Era una domanda molto interessante a cui Drinky in realtà non aveva mai pensato. I suoi le avevano sempre insegnato che, semplicemente, era così: com’era nata coi capelli rossi, era nata strega e doveva comportarsi di conseguenza. Faticava dunque a vedere la magia come un vero e proprio talento, la vedeva più come una caratteristica…una magnifica caratteristica sulla quale la maggior parte della popolazione mondiale non poteva contare, ma nulla di più.
Sai, non ho mai capito bene come funzioni la trasmissione della magia. Dovrebbe trattarsi di genetica, il gene magico se non sbaglio sarebbe dominante ma non ho idea di come funzioni per i nati babbani…I nati babbani sono i maghi nati da genitori babbani. Poi ci sono i cosiddetti mezzosangue, che penso siano la maggioranza, e sono gli individui nati da un genitore babbano e un genitore mago. E sì, per quanto raro può essere che due genitori maghi generino un figlio senza poteri o con poteri limitati, che in gergo viene chiamato magonò. Ma queste sono solo etichette, catalogazioni abbastanza inutili a mio avviso…in ogni caso mi informerò su come funziona e ti manderò un gufo non appena lo scoprirò.
Le fece l’occhiolino e le sorrise, rendendosi conto che aveva risposto solo a metà delle domande poste. La magia quindi era un privilegio o un talento? Buttò l’occhio al di là del tavolino, notando una figura con un grembiule rosa che si avvicinava a loro.
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità…
*Spiderman. Stai citando Spiderman.*
Ehm…non è una frase mia. Però il concetto che ci sta dietro lo trovo corretto. Vedi, per come la vedo io non conta tanto che sia un talento o un semplice privilegio, conta come viene utilizzata. E’ indubbio che un mago abbia molti vantaggi rispetto ai babbani, e questi vantaggi comportano anche dei doveri in modo da mantenere sempre una parità tra i due mondi. Se non sono chiara, bloccami pure!
Ma ci pensò una ragazza molto dolce a fermare il suo discorso, la stessa che poco prima Drinky aveva visto dirigersi nella loro direzione. Aveva un bel sorriso caldo e un tono gentile. Vista l’età e il fatto che Casey conoscesse il suo nome, era facile intuire che fosse anch’essa una studentessa di Hogwarts. Aspettò che la piccola Grifondoro finisse di parlare e, girandosi per guardarle negli occhi, sorrise.
Ciao! Esatto, come hai ben potuto intuire i profiteroles sono la nostra scelta. Me ne potresti portare uno per tipo, gentilmente?
Visto che Casey non aveva espresso una preferenza sui gusti, pensò di ordinarne uno per ogni gusto in modo che avesse modo di assaggiarli e di decretare quale le piacesse di più.



Ok, ti chiederei di scalare dal mio conto tre profiteroles di Venere se non è un problema :fru:
 
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view post Posted on 27/6/2018, 17:27
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Lavender appuntò sul suo taccuino l’ordinazione, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno. «Qualche minuto di pazienza e torno subito da voi!» Rivolse un nuovo sorriso alle due e si diresse a preparare i profiteroles. I suoi preferiti erano quelli al cioccolato ma era convinta che le due ragazze avrebbero apprezzato anche quello alla crema e quello alla panna cotta. Poggiò delicatamente i tre profiteroles in un piattino bianco a tema floreale, munendo il vassoio anche di un paio di piattini in più, forchette e un paio di cucchiaini per dolci, lasciando alle due giovani la scelta su come mangiare i dolci.
Tornò subito dopo al tavolo, mettendo il piatto con i profiteroles al centro e posando davanti ad ognuna delle ragazze un piattino pulito con accanto forchetta e cucchiaino.
«Ci vediamo in Sala Comune, Casey!» Strizzò l’occhio alla sua compagna di scuola, sperando davvero di riuscire ad incontrarla presto per farci quattro chiacchiere, salutando poi con un cenno del capo e un sorriso anche l’altra ragazza. «Buon appetito e buona giornata, ragazze!»
Detto ciò tornò al suo posto in attesa di servire altri tavoli, sapendo che presto dal tavolo delle due avrebbe potuto vedere ben più di un cuore scintillante evocato dai profiteroles.
Ecco a voi, bellezze! Se ci fosse bisogno fatemi un fischio e torno.
Buon proseguimento!
:flower:
 
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view post Posted on 28/6/2018, 12:52
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Casey salutò con un sorriso la sua compagna, tradendo nel modo in cui l’accompagnò con lo sguardo fino al suo ritorno dietro al banco un genuino desiderio di avvicinarsi di più a lei. Sarebbe stato bello trovare un’amica all’interno della propria casa, condividere qualcosa con lei e magari fare qualche avventura insieme.
I profiteroles che Lavender aveva portato sembravano deliziosi e un vero toccasana per l’umore grigio che la stagione autunnale portava con sé. *Uno alla panna, uno alla crema e uno al cioccolato* contò con lo sguardo Casey, sentendosi confusa come se si trovasse di fronte a una delle scelte più importanti della sua vita. Quale assaggiare per primo? Beh, avvicinò la forchettina dorata e decorata con delle roselline a quello che sembrava strabordare di panna cotta, ne tagliò un pezzettino e lo mangiò. Non appena sentì il sapore caldo e cremoso del ripieno un cuoricino rosso ciliegia iniziò a rotearle attorno alla testa e le si posizionò su una guancia come un tenero bacio, per poi svanire sinuosamente al contatto.

- Mamma mia, sono buonissimi! – disse – Devi assolutamente provarli, Drinky! –
Non appena quel turbinio di saporì sfumò lasciando un retrogusto di vaniglia, la bambina tornò con la sua mente al discorso che si era protratto fino all’avvento dei profiteroles sul loro tavolo, enorme e degna distrazione alla quale non potevano sfuggire.
“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Casey era sicura di aver già sentito quella sentenza, forse da uno di quei film che si potevano vedere nella videoteca vicino la street dell’orfanotrofio. Ciò nonostante le apparve assolutamente vera. Per quanto si sentisse inutile lì a Hogwarts e i suoi primi risultati fossero quasi del tutto scadenti, si sentiva leggermente in dovere di far qualcosa. Ma cosa? Era questo il punto! Non sapeva chi fosse, non sapeva da dove venisse. Nessuno le aveva insegnato a prendersi cura di sé e a controllare la magia. Soprattutto nessuno le aveva insegnato a cosa servisse. Se però un uomo era in grado di modificare le leggi della natura tramite una bacchetta allora doveva sicuramente sfruttare le sue capacità per compiere qualcosa, e sicuramente qualcosa di utile. D’altronde perché non avvalersi dei propri talenti, perché tenerli nascosti?

- Hogwarts è bellissima. Mi piace tantissimo ed è meglio dell’orfanotrofio. È solo che… - guardò un attimo il piattino davanti a lei e le briciole del dolce che aveva appena mangiato. Le veniva un po’ difficile ammettere le sensazioni che provava, però era sicura che Drinky non l’avrebbe derisa e che soprattutto l’avrebbe potuta aiutare - … mi sento come se non appartenessi del tutto a questo Mondo. Fino ad ora non ho reso in maniera del tutto soddisfacente, in particolare in Incantesimi. E per questo mi sento continuamente giudicata dai professori e dai compagni. D’altronde io non conoscevo la magia fino a poco tempo fa e all’inizio non riuscivo a credere di essere una strega. Tuttavia stento a crederci anche adesso. Non mi sento in grado, non quanto i miei compagni. Ho la sensazione che da un momento all’altro mi rispediscano indietro avendo capito che hanno commesso uno sbaglio nel giudicarmi.
La sua voce mentre parlava subiva le interferenze della tristezza. Temette quasi di mettersi a piangere, avvertendo che il suo tono si stava spezzando e su alcune parole, in particolare nell’ultima parte dei suo discorso, si riduceva quasi a un sibilo. Terminò e dissimulò ogni traccia di contrizione poggiando la schiena sulla sedia e piegando il capo verso il basso, in modo tale che la frangetta le coprisse il volto. Non voleva far vedere di esser scossa, neanche a Drinky. Non avrebbe mai voluto farle vedere quanto lei fosse debole.

 
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Quindi è una tua concasata?
Domandò a Casey, seguendo con lo sguardo la ragazza che aveva appena salutato e ringraziato.
Sorrise mentre guardava la piccola Grifondoro intenta ad assaggiare il profiteroles ripieno di panna cotta e rimanerne estasiata. Era bello come un semplice cibo, a volte, potesse influire sull’umore delle persone migliorandolo e come spesso un pasto diventasse un modo eccezionale di condividere un’esperienza con qualcuno. La bellezza di quel momento veniva accentuata dal modo di fare che aveva Casey - da quando erano insieme, affrontava molte cose con purezza, con entusiasmo, come se il mondo fosse un miscuglio di stimoli che accoglieva con entusiasmo e curiosità. Era un piacere vederla gustare quel piatto e, dalle poche parole che aveva detto, Drinky riuscì a capire un po’ di più di quella ragazzina: lei aveva trovato quel profiteroles eccezionale e la prima cosa che aveva pensato di fare, non era tenerselo tutto per sé e divorarlo…le aveva detto di assaggiarlo. Voleva dividerlo con lei, voleva permettere anche alla rossa di poter sentire quanto fosse buono. Piccolezze all’apparenza, ma erano dettagli su cui lei si fissava particolarmente quando spendeva del tempo concentrandosi sulle altre persone.
Oh, lo so bene che sono buonissimi! Quello alla pannacotta è il mio preferito, sta in pole position. Poi adoro quello alla vaniglia e per ultimo quello al cioccolato. Assaggiali pure tutti e, anzi, se capisci quale ti piace di più mangialo pure tutto!
Dicendolo aveva appoggiato un gomito sul tavolo e, con la mano sulla guancia, si teneva su la testa leggermente piegata verso destra, aspettando che Casey provasse anche gli altri due dolci.
Però la giovane, rispondendo alla sua domanda, portò sul tavolo i suoi sentimenti di inadeguatezza verso ciò che stava vivendo ad Hogwarts. Le aveva spiegato come non si sentisse totalmente appartenente al mondo magico e di come si sentisse giudicata da professori e compagni. Aveva poi sottolineato come la causa potesse essere imputata al suo status di orfana, cresciuta completamente estranea a quella che era la magia, e ammettendo una carenza in Incantesimi e la paura che la cacciassero. Per Drinky era molto faticoso non farsi trasportare emotivamente dai racconti di quella ragazzina che voleva sembrare più grande, che forse aveva sofferto molto senza averlo ancora realizzato pienamente e faceva fatica a scendere a patti con se stessa. Alla rossa sembrava abbastanza ovvio che, proprio per il suo passato, Casey avrebbe avuto qualche difficoltà in più rispetto ai compagni figli di maghi o comunque cresciuti all’interno di un nucleo famigliare che avesse permesso loro di sentirsi valorizzati, gettando le basi per lo sviluppo di una buona autostima; gli occhioni nascosti dietro la frangetta, però, quelle cose non le avevano avute. Dunque perché faticava a rendersi conto che fosse già tanto essere riuscita anche solo ad ambientarsi in posto come Hogwarts? Sentiva sempre di più il bisogno di proteggerla e di cercare di farle fare pace con se stessa, solo non sapeva come.
Penso sia normale che tu ti senta così, sai? Per te è tutto nuovo è il cervello, quando viene sottoposto a continui stimoli, dopo un po’ si stanca. Questo non vuol dire che sarà sempre così difficile, anzi, solo che devi darti tempo e cercare di essere il meno severa possibile con te stessa. Sei parte di questo mondo tanto quanto lo sono io e le persone che adesso stanno passeggiando per Hogsmeade, ricordatelo sempre. Sentirsi giudicati dai professori poi, è normale…vengono pagati per quello. E per i compagni, cerca di darci il meno peso possibile ma, soprattutto, cerca di non giudicarti negativamente tu.
Cercò lo sguardo oltre il sipario fatto di capelli che la piccola Grifondoro aveva fatto calare per nascondercisi dietro: probabilmente parlare di quelle cose la imbarazzava, le era sembrata una ragazzina che per quanto poco matura, volesse dare un’idea di sé come forte e capace.
Sono certa che diventerai una strega potente e preparata…devi solo darti tempo. Per quanto riguarda Incantesimi invece, se vuoi posso darti una mano io. Me la cavavo abbastanza bene in quella materia, quindi se hai domande o bisogno sentiti libera di contattarmi.
Nel periodo di vacanza magari avrebbe potuto insegnarle qualcosa di persona visto che, per quanto le leggi magiche fossero chiare sul divieto dei minorenni di compiere magie al di fuori della scuola, la pura parte teorica non avrebbe fatto male a nessuno.
Che cosa farei durante le vacanze di Natale o quelle estive? Pensi di tornare in orfanotrofio?
Le faceva male pensarla chiusa in un orfanotrofio: nessun bambino si meritava di non aver qualcuno da cui tornare ma Casey…quella ragazzina così dolce e intelligente, ai suoi occhi, se lo meritava ancora meno.
 
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view post Posted on 13/7/2018, 15:44
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- Sì, Lav è una mia compagna di casa, ma non ci siamo mai conosciute realmente - disse dopo aver inghiottito il suo profiterole. Si passò una tovaglietta ricamata di roselline rosa agli angoli della bocca e continuò:
- E' strano, perché stiamo nello stesso dormitorio. Ma siamo solo all'inizio dell'anno, probabilmente avremo modo di farlo in futuro.

Effettivamente, pensò, non era ancora riuscita a scambiarsi più di un saluto con le sue compagne di dormitorio. Allo stesso modo passando così poco tempo all'interno della Sala Comune, alla quale preferiva senza dubbio la biblioteca o un buon albero per studiare, così rumorosa e piena di ragazzi di ogni classe ed età, non aveva stretto rapporti con nessun suo concasato. Probabilmente avrebbe potuto provarci sin dall'inizio dell'anno ma forse non lo desiderava poi così tanto dato che non si era mai arrischiata a fare il primo passo. Era senza dubbio più semplice osservarli e commentarli nella sua testa da lontano, in un un angolo ricavato unicamente per lei. Annuì a quanto detto da Drinky a proposito della sua escalation e sfoderò nuovamente la forchettina dorata del Madama per sbocconcellare il profiterole al cioccolato. Lo divise prima a metà, poi in quarti e, con un sorrisetto soddisfatto per le sue capacità di misurazione, prima di portarsene uno alla bocca le chiese:
- Tu avevi degli amici ad Hogwarts? -
Mentre Drinky parlava Casey teneva lo sguardo fisso sul piatto. Faceva un'enorme fatica a dirsi debole, ad ammettere che in qualcosa non era "in grado". Fino a quel momento qualsiasi insegnante, adulto, o giù di lì, aveva riconosciuto delle capacità in lei, una spiccata vivacità mentale, abilità di sintesi, di comprensione, di sicurezza. Era la prima volta in cui non riusciva minimamente in qualcosa e per questo aveva cominciato a mortificarsi, a considerarsi inadatta. Sì, forse alcuni docenti erano più severi di altri, ma Casey non tollerava a priori di non essere subito sulla cresta dell'onda, fino a considerare che se non aveva dei riscontri positivi allora quella cosa non faceva per lei. Perciò le parole di Drinky furono vane. Forse un giorno, dopo un improvviso e ben poco giustificabile "Oltre ogni previsione" in Incantesimi, Casey avrebbe cambiato idea, correndo il rischio di indossare il secondo volto di Narciso. Di conseguenza la piccola lasciò che la donna terminasse il suo discorso e preferì non dire nulla se non un "grazie" conclusivo aggraziato dall'ombra di un sorriso.
- Comunque hai ragione: al primo posto stanno i profiteroles alla panna cotta, al secondo quelli al cioccolato. Adesso assaggio quelli alla crema.

Prese ancora una volta la forchettina ma con meno partecipazione delle prime due, conscia del fatto di aver ormai dato il suo verdetto e la sua preferenza sul ripieno. Tagliò una fettina minuscola, un bordo, una piccola protuberanza di pasta giallina, riuscendo a far a malapena fuoriuscire una gocciolina di crema pasticcera da una piccola bolla d'aria dell'impasto. Non si accorse della pochezza del suo nuovo boccone, presa dalla domanda che Drinky aveva appena formulato e destato in lei un certo allarme. Non ci aveva mai pensato, non le era mai venuto in mente anche se era ovvio che ci sarebbero state delle vacanze.
- Ah, già. Non lo so. Devo tornare per forza? Anche se penso che la mia amica Sarah si offenderebbe se non lo facessi.



Edited by Casey Bell - 13/7/2018, 17:39
 
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Aveva senso che Casey e tale “Lav” non si fossero ancora conosciute nonostante condividessero lo stesso dormitorio; era passato poco tempo dalla sua ammissione ad Hogwarts e la ragazzina con la frangetta faceva parte di quelli del primo anno, delle matricole, generalmente poco considerate dagli studenti più grandi. Però sperava che potessero fare amicizia, in futuro, e che magari stringendo un rapporto con quelli della sua età, Casey riuscisse ad arginare quella vocina che pretendeva che lei brillasse fin da subito. Probabilmente aveva quelle alte aspettative su di sé proprio a causa del suo passato, consequenziali alla consapevolezza di non conoscere le proprie radici e al senso di abbandono che può provare un bambino cresciuto in orfanotrofio, in una realtà diversa da quella vissuta dalla maggioranza delle persone. Magari, alzare sempre l’asticella su ciò che desiderava essere, le aveva permesso di non sentire più il dolore, diventando lei stessa l’adulto a cui fare riferimento e a cui dover rendere conto e da rendere in un certo senso orgoglioso…un adulto che, però, aveva ancora una maturità limitata.
O forse no.
Osservò come Casey sezionasse accuratamente il profiterole, dividendolo in quarti con una maestria meccanica e sorrise di fronte a questa sua nuova caratteristica. Le era difficile non sorridere alla ragazzina, la sua presenza le smuoveva qualcosa dentro che faticava a identificare. La considerava sicuramente un soggetto molto interessante.
Alle sue parole, la mente fu invasa dai ricordi dell’adolescenza e di come Hogwarts fosse stata una ribalta per la sua vita sociale, molto scarna e dolorosa quando era ferma nel mondo babbano. La sua mente passò in rassegna le immagini dei suoi amici, alcuni Grifondoro, alcuni Tassorosso e alcuni Corvonero…e poi il suo gruppetto dei Serpeverde. Vedeva il viso di Paula che si distorceva ogni volta che lanciava un commento acido, nascondendo il cuore d’oro che possedeva, quello di Olly che aveva sempre un abbraccio pronto ed era un ottimo confessionale e quello di Will, i duelli fatti con lui nel cuore della notte e il costante prendersi in giro. Era stata fortunata, con loro anche i momenti difficili si erano alleggeriti ed erano stati superati e con loro si era sentita giudicata solo quando avevano davvero ragione nel farlo. L’immagine poi si spostò su Law…scosse la testa per distogliersi da quel volto, cercando lo sguardo di Casey.
Sì, avevo amici da Hogwarts. Quando frequentavo le scuole babbane, ne avevo solo uno…ma era diverso. Io ero diversa. E i bambini potevano essere crudeli.
Poi ad Hogwarts è cambiato. Mi sono fatta un buon numero di amici, ma solo pochi erano davvero importantissimi. E tu invece? Sei già riuscita a fare degli amici?
Attendeva che la ragazzina assaggiasse anche quello alla crema, per vedere se quello al cioccolato potesse perdere il suo secondo posto sul podio. Quasi tutti amano il cioccolato e pochi sanno apprezzare la bontà della crema, la delicatezza della vaniglia e la sua freschezza. Il cioccolato è sempre il protagonista, l’estroverso, e tutti si dimenticano della timida crema che in realtà ha molto da offrire.
Casey non sembrava particolarmente entusiasta all’idea di rientrare durante le vacanze natalizie, e le chiese anche se fosse dovuta tornare per forza all’orfanotrofio, riferendosi al fatto che una sua amica ci sarebbe rimasta male in caso avesse deciso di non tornare. Da quel che sapeva, non era obbligatorio lasciare la scuola per le vacanze invernali e poteva capire come l’idea di tornare in un orfanotrofio non fosse propriamente allettante. Però da una parte le sarebbe piaciuto rivedere quella ragazzina a cui si stava affezionando dopo pochissimo tempo trascorso insieme. Si immaginava di portarsela in giro per Londra, farle vedere Holland Park e altri posti che considerava belli, portarla al cinema, darle una mano con incantesimi.
*Ma tutto questo cosa vuol dire?*
Beh, se tornassi nel “mondo babbano” per le vacanze e se l’idea non ti suona troppo strana, potremmo vederci in quel periodo. Potrei portarti un po’ in giro e aiutarti con incantesimi. Ma solo se vuoi!
Il suo tono era passato sulla difensiva. Obiettivamente un adulto che chiedeva ad un bambino di trascorrere del tempo insieme poteva suonare strano e molto, molto fraintendibile. Però, il sentimento che muoveva Drinky verso quella nuova conoscenza, era qualcosa di ancora inesplorato per lei, una voglia di proteggerla, di farle da guida e di insegnarle ciò che lei aveva appreso. Credeva che a Casey un po’ di distrazione sarebbe servita e che, il sentirsi apprezzata per quello che era, potesse aiutarla ad essere più indulgente con se stessa e con i risultati accademici. Mirava al farla sentire parte al cento per cento della comunità magica, senza permetterle di sentirsi sola o abbandonata.
 
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Il sapore morbido e fresco della crema si era impossessato della sua bocca e aveva rivelato il volto amarognolo e indiscreto del cioccolato fondente assaggiato prima. Casey ebbe da ricredersi sulla sua superiorità e dopo aver buttato giù quel quartino ammise:
- E no, eh. Cioccolato giù. Crema regit!
Con un piccolo riso mise giù la forchettina e guardò Drinky ritornando alla sua solita spensieratezza. Ascoltandola ragionò sul fatto che effettivamente anche lei era cambiata da quando era arrivata ad Hogwarts, solo che era avvenuto tutto di botto. Improvvisamente un tizio del Ministero era venuto a trovarla in orfanotrofio per dirle che era una strega e per portarle la lettera. Da lì un'ondata di emozioni e di idee l'aveva investita e l'aveva portata ad aprirsi al Mondo Magico dimenticandosi del tutto di ciò che era e che aveva prima di allora. Si era dimenticata di Sarah e l'aveva lasciata lì, fra le grinfie alle ragazze più grandi e senza cervello; si era dimenticata della sua vita quotidiana al Saint Vincent. Per tutto il mese di Settembre aveva pensato che le sofferenze vissute in quel posto erano valse per arrivare fin lì per poterle superarle dall'alto della Torre di Astronomia, nella Casa dei Grifondoro e con in mano una bacchetta magica che tutto poteva aggiustare, almeno apparentemente. Ma Sarah non era venuta con lei, non era una strega, era una babbana, e sarebbe dovuta rimanere con loro, senza una guida e sotto le bacchettate delle stupide istitutrici. Sapeva anche che per lei era difficile essere ancora adottata. Quale coppia vorrebbe un figlio senza poter vivere la sua intera infanzia? Ormai a lei non importava più, aveva Hogwarts, aveva Julius, aveva la magia. Ma Sarah non avrebbe avuto tutto ciò.
- Anche io avrei un'amica in orfanotrofio. Ma ho paura di perderla - disse ad occhi bassi - credo che lei si sia offesa. Ho paura che non riesca a perdonarmi il fatto di essermene andata.
Forse neanche lei se lo sarebbe perdonato, ma in fondo cosa doveva fare? Doveva rinunciare a capire qualcosa di se stessa, una volta tanto? Doveva rinunciare all'idea di poter imparare la magia? Doveva rinunciare a una vita di scoperta e rimanere in quel tugurio ad elemosinare un'adozione con lei? Si sentì poi una bestia ad aver scelto se stessa.
- Invece qui ad Hogwarts non mi sono ancora fatta amici. Ho conosciuto un paio di persone in situazioni non del tutto normali e non credo di avergli fatto una buona impressione. In entrambi i casi eravamo sul punto di infrangere le regole.
Rise ripensando al modo in cui aveva conosciuto Caleb, mentre si trovava con le gambe e il sedere all'aria nell'intento di scavalcare il recinto delle zucche, e a come lei e Thomas si erano spaventati sulla Torre di Astronomia nel cogliersi vicendevolmente in flagrante, lei mentre dormiva e lui mentre cantava sotto la pioggia.
Non sarebbe voluta tornare a Londra per le vacanze, almeno non in quella Londra babbana da cui era scappata. L'avrebbe fatto forse solo per senso di colpa verso Sarah, per passare con lei quei momenti e per farle capire che anche se si trovava altrove lei c'era. Tuttavia la proposta di Drinky le fece venire un'immediata voglia di passare il Natale nella capitale.

- Oh Dio, sarebbe stupendo! Sì, sì e poi sì!
Si sentì fremere e per un attimo le venne l'istinto di catapultarsi sul tavolo per abbracciarla, ma poi rifletté che così avrebbe fatto solo una frittata di profiteroles. Era come se quella Drinky volesse proteggerla e, nonostante Casey non fosse abituata a simili attenzioni e avesse un carattere orribilmente orgoglioso, in qualche modo desiderava lasciarsi andare alle sue cure. A dire il vero si sentiva una "figa" a stare accanto alla rossa, non solo perché era bellissima, ma anche perché emanava sicurezza, fiducia e prontezza. Avrebbe voluto essere come lei, non farsi problemi per nulla, non sentirsi inferiore a nessuno e camminare a testa alta, sempre.

 
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Sentendo che anche Casey approvava l’evidente supremazia della crema sul cioccolato, le porse il pugno aspettando che la ragazzina contraccambiasse colpendolo a sua volta con la mano chiusa. Era un gesto tipicamente babbano, difficilmente l’aveva visto replicare dai maghi, ma il vivere a stretto contatto con il mondo non magico aveva “contaminato” i suoi modi di fare, dunque non si preoccupava di avere un atteggiamento ibrido tra i due mondi. Le sembrava che la giovane Grifondoro, da quando si erano presentate, venisse investita da emozioni diverse in maniera piuttosto repentina, ma che al contempo, cercasse di nasconderle dietro una coltre di consapevolezza. Non riuscì però a mascherare il dispiacere datole dal fatto che Sarah, una sua amica babbana e compagna dell’orfanotrofio, fosse stata costretta a vederla partire e, secondo Casey, le avesse in un certo qual modo dato la colpa per averla abbandonata. Ripensò a quando anche lei aveva unidici anni e aveva dovuto lasciare Declan a Londra, partendo e passando dal vederlo ogni giorno al vederlo solo durante le vacanze; per quanto il ragazzo fosse quasi da sempre stato a conoscenza dello status di Drinky e della sua famiglia, consapevole del fatto che non avrebbero potuto più frequentare la scuola insieme ad un certo punto, la separazione non era comunque stata piacevole. Anche la rossa pensava che Declan potesse avercela con lei, tanto che al primo anno lo bombardava di lettere e continuava a promettergli che, non appena si fossero visti, gli avrebbe raccontato per filo e per segno tutto ciò che aveva imparato. Scoprì poi che la paura era solo nella sua testa. Per quanto l’amico d’infanzia ci fosse rimasto un po’ male e nutrisse una certa invidia nel non essere un mago a sua volta, aveva capito che la colpa non era di nessuno e che prendersela, rovinando un’amicizia, non aveva senso. In più, avere un’amica strega, portava dei vantaggi considerevoli.
La tua amica Sarah sa che sei una strega? O pensa che tu sia stata mandata in qualche collegio speciale? In ogni caso capisco la tua paura, e so che non è semplice dirti qualcosa come “non pensarci”. E’ normale che tu ci pensi e che tu ci stia male, solo che non sai come questa ragazza la pensi veramente a riguardo…potrebbe sorprenderti. Credo che la cosa importante sia che tu, una volta rivista o sentita, non smetta di essere quello che eri con lei. Certo, se lei sa che sei una strega, potresti sfruttare questa cosa a tuo vantaggio e cercare di condividere con lei il tuo nuovo mondo, in modo da farla sentire inclusa. Però considera anche che non potevi rinunciare ad andare a Hogwarts, non potevi rinunciare ad essere te stessa. Se davvero ti vuole bene, riuscirà a tenerti nella sua vita per quello che sei.
Tirò fuori lo smartphone dalla tasca e, con il tasto laterale, illuminò lo schermo rivolgendolo verso Casey. Come screensaver aveva una foto di se stessa che rideva di fianco ad un ragazzo dai capelli e gli occhi bruni.
Lo vedi questo tipo? Lui è Declan, è il mio migliore amico ed è un babbano. Quando sono partita per Hogwarts anche io ero convinta che lui si sarebbe sentito escluso e che ce l’avesse con me. Ma è bastato parlarsi per scoprire che la nostra amicizia era più grande delle nostre diversità…pensa che ci vivo addirittura insieme!
In seguito la ragazzina le spiegò come a scuola ancora non si fosse fatta degli amici, asserendo che avesse conosciuto alcuni studenti in situazioni non “classiche”, credendo di non aver fatto buona impressione e trovandosi sul punto di infrangere le regole. Sorrise davanti a quelle parole, le piaceva lo spirito ribelle mostrato dagli occhi nascosti dietro la frangetta, per quanto sentì un vago senso di preoccupazione nei suoi riguardi e il bisogno di ammonirla con dolcezza.
Ok ma promettimi che stai attenta all’infrangere le regole e al metterti in situazioni pericolose, va bene?
Le era venuto naturale, quasi tra il suo cervello e la sua bocca non esistesse più un filtro; chi era lei per darle consigli di vita e farsi promettere cose? Eppure la preoccupazione per il benessere e la salvaguardia di quella undicenne erano sentimenti che non riusciva ad allontanare o a zittire.
Perché credi di non aver fatto una buona impressione? A me l’hai fatta, ad esempio!
Esclamò sorridendo: ed era verissimo. Quella ragazzina, a pelle, le piaceva proprio e aveva capito che ormai non avesse più senso continuare a chiedersi perché o come mai - era così e basta, quindi poteva solo seguire la corrente e accettare il tutto senza costruirci sopra troppi castelli o aggrappandosi a spiegazioni razionali.
Casey aveva accettato con entusiasmo la sua proposta di rivedersi durante le vacanze, fremendo davanti a quell’invito. Drinky tirò un sospiro di sollievo nel constatare che la sua proposta non era stata fraintesa e che non ci fosse eccessiva diffidenza in ciò.
Perfetto! Allora posso passare in orfanotrofio nel momento in cui rientri e venire a parlare con i babbani che lo gestiscono, in modo che sappiano che se non sei lì, sei con me. Visto che sei minorenne credo sia un passaggio necessario, ma non vedo perché dovrebbero farci problemi. Alla peggio ci inventiamo che sono una tua parente alla lontana e creiamo qualche documento fittizio…
No, non poteva parlare così a una ragazzina, doveva dare il buon esempio a tutti i costi.
*Oddio dovrò anche smettere di fumare in quel periodo!*
…scherzavo, ovviamente. Vedrai che non ci saranno problemi e faremo un sacco di cose!
L’idea di stare con Casey e di mostrarle il suo mondo la elettrizzava, non vedeva l’ora di portarla in giro, ascoltare i suoi problemi e includerla nella sua vita, permettendole di sentirsi parte di una famiglia e sperando che la Grifondoro potesse riconoscerla come un porto sicuro.
 
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view post Posted on 10/8/2018, 23:13
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Ridendo Casey ricambiò Drinky in quella sorta di batti-pugno tipico dei ragazzi babbani. Doveva esser strano per i maghi della sala da tè vedere quella scenetta, loro erano così all'antica... La sollevò constatare che la ragazza non seguiva quella filosofia di vita stabilita dal Mondo Magico, e la sua felicità si quadruplicò non appena questa le mostrò il suo cellulare. *Magari si droga anche di Netflix* pensò ironicamente. Lo screensaver dello schermo mostrava lei e un ragazzo che sorridevano. Provò un'improvvisa ondata di gelosia nel constatare che esistesse una qualsiasi persona qualcuno nella vita di Drinky, soprattutto qualcuno che potesse vantare il titolo di suo "migliore amico/a". Si limitò ad annuire e a sorridere.
- Sono felice che tu abbia degli amici - disse a denti stretti - quindi lo conosci da quando andavi alle elementari? Dovrete essere molto legati.
Quindi prese di nuovo la forchettina e l'infilzò violentemente in un altro quartino di profiterole alla panna cotta, e se lo mangiò in un sol boccone.
- Sei sicura di non volerne? Non ne hai preso neanche uno - così tentò di deviare quell'improvviso e insensato malumore dalle origini assolutamente sconosciute. Piano piano, mentre il ripieno le addolciva il palato, colse il vero significato di quel che Drinky le aveva mostrato. Non intendeva spiattellarle in faccia che aveva già qualcuno nella sua vita, ma che era pur sempre possibile mantenere una sana amicizia con una persona del Mondo Babbano! Ciò la incoraggiò un pochino, e dopo aver mangiato un altro pezzettino di dolce alla crema sorrise, pensando a quanto Sarah si sarebbe sganasciata dal ridere con la nuova imitazione del professor Midnight che aveva elaborato nell'ultima settimana.
- Sì, mi sono voluta fidare di lei e gliel'ho detto. Suonava strano che dall'orfanotrofio, senza essere adottata, mi mandassero in una scuola "speciale". E io non sono uno di quei geni alla "A Beautiful Mind" in matematica e quelle cose lì.
No, non si era vantata con Sarah dei suoi poteri magici, anche perché non sapeva come dimostrarglielo allora! Non aveva una bacchetta, non aveva controllo sulla magia. O almeno era così che pensava. Tuttavia non era del tutto convinta che l'amica le avesse creduto senza poter avere una prova tangibile. La lettera di Hogwarts avrebbe anche potuto scriverla lei e l'uomo che era venuto a trovarla poteva essere un qualsiasi schizzato o un medico. Probabilmente aveva pensato che fosse una delle sue solite fantasie.
- Ti ringrazio per il supporto. Hai ragione, non potevo rinunciare alla magia. Se lei mi vuole bene troverà un modo per accettarmi - disse con un velo di tristezza.
Mentre Drinky parlava del "non infrangere le regole" con tono alquanto compunto, Casey si guardò attorno, del tutto disinteressata all'argomento, e notò che l'orologio aveva preso a fare - Cucù, cucùùùùùùù! - sparando glitter qua e là che poi per magia sparivano a mezz'aria. Purtroppo il tempo stava passando abbastanza in fretta.

- Ma sì, tranquilla io non mi faccio beccare - disse con leggerezza - i Prefetti sono troppo presi a lucidarsi la spilla per rendersi conto di quel che fanno gli altri.
L'ultima frase la silenziò a tal punto che Drinky per capirla avrebbe dovuto leggere il labiale. Promesse? Pfffff! Lei non si sarebbe messa nei guai, era troppo furba! O almeno era quello che poteva pensare una ragazzina di undici anni priva di esperienza come lei.
- Mmmmh - assunse un'espressione beffarda, quasi disgustata strizzando gli occhi e comprimendo le labbra, talmente disgustata che Crudelia Demon di fronte a una valanga di cuccioli di Dalmata ancora vivi levate - sono contenta di averti fatto una buona impressione. Tu... diciamo... sei passabile, sì.
Poi guardò la rossa dritto negli occhi sporgendosi sul tavolo, e dopo aver tentato in tutti i modi di trattenersi, scoppiò in una fragorosa risata:
- Ah ah ah! Sto scherzando! Sei fantastica Drinky! Ah ah ah! - le parole erano inframezzate da risate a risucchio e sgambettamenti - Te l'ho fatta! Ti adoro e voglio vederti durante le vacanze! Anzi, se mi lasci il tuo indirizzo ti mando un gufo cacone appena torno al castello!
Poi, quando la ragazza parlò di creare documenti fittizi, le risate si fecero ancora più grasse richiamando su di lei l'attenzione dell'intera sala da tè, tanto che un vecchio mago spelacchiato al tavolo accanto disse a sua moglie:
- O la tizia le ha lanciato un Rictusempra da sotto al tavolo o quei profiterole sono andati a male.
- Mi fai morire - disse Casey smorzando le risa e asciugandosi gli occhi - devi farlo, ti prego! - pensò alla faccia della Morton alla vista della rossa Drinky che dichiarava di essere una sua cugina di tredicesimo grado, con un piercing sotto al labbro e con un tatuaggio sopra il seno. Le avrebbe detto "Perché non è venuta a sbarazzarcene prima?".
Ritornò in sé solo quando si ricordò dell'orario. Mancava solo un quarto d'ora all'incontro stabilito da Nieve nella piazza centrale del borgo. Se fosse arrivata tardi sicuramente si sarebbe dovuta sorbire una ramanzina fino in dormitorio.
- Purtroppo adesso devo andare, Drinky. Vorrei rimanere con te per tutto il pomeriggio però mi hanno dato solo un'ora da passare a Hogsmeade.

 
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view post Posted on 12/8/2018, 22:39
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Non capiva bene l’iniziale reazione di Casey una volta che le mostrò la foto di lei e Declan - si sforzava di essere gentile, ma sembrava dover nascondere una buona dose di rabbia che tratteneva dentro di sé. Per quale motivo doveva essersi adirata? Si fermò un secondo ad osservarla meglio, lasciandosi sfuggire ciò che diceva per prestare attenzione ai dettagli rivelatori: le frasi dette a denti stretti, la violenza con cui aveva infilzato il pezzetto di profiterole, quasi a voler scaricare su esso la tensione, i muscoli del viso contratti, i leggeri spasmi alle mani…che demoni nascondeva quella bambina? E cosa l’aveva fatta scattare?
Tutto ok?
Si limitò a chiedere Drinky in tono cordiale. Preferiva non fare una domanda diretta, non sapendo a cosa sarebbe andata incontro se si fosse permessa di sfiorare i tasti sbagliati. La ragazzina le sembrava fragile ma al tempo stesso infuocata di fiamme che andavano domate dolcemente, arginate permettendo loro di continuare a bruciare senza fare danni o espandersi troppo.
Il tono di Casey si modificò una volta finito di masticare il boccone di dolce e fece notare a Drinky come lei non ne avesse ancora toccato nemmeno uno.
Presto detto! esclamò, afferrando la forchettina e puntando a uno dei quartini creati metodicamente da Casey. Ne infilzò due, uno alla panna cotta e uno alla crema, portandoseli in bocca e lasciandosi inebriare dalla magia che solo il glucosio poteva rilasciare. Sentiva la panna, così burrosa e dolce, mescolarsi alla freschezza della crema e scenderle in gola, portando con sé benessere e pace. Quante persone, in questo mondo, dovrebbero farsi una cura a base di dolciumi! Possibilmente dolciumi ricchi di burro e di zucchero, fregandosene di ciò che stanno ingurgitando ma vivendo il momento. Tanto, che senso ha vivere da malati per morire sani?
Sì, decisamente panna top, crema secondo posto. concluse soddisfatta, facendo un occhiolino alla giovane grifa.
Ascoltò ciò che aveva da dire riguardo Sarah e al fatto che si fosse fidata di lei, decidendo di dirle la verità. Non era sempre facile fare “coming out” con i babbani e, spesso, era una scelta che poteva rivelarsi poco saggia o controproducente, ma esistevano delle eccezioni dunque, se Casey davvero si fidava di questa ragazzina, aveva fatto bene a spiattellarle tutto fin da subito in modo da non doversi incastrare in una rete di bugie.
Se senti che sia una bella persona, hai fatto bene a fidarti di lei. Per quanto possa essere pericoloso rivelare cosa siamo, spesso le reazioni non sono malvagie e ne valgono la pena. Credo che in amicizia, la sincerità sia una prerogativa essenziale. Ah, “A Beatiful Mind”! Carino quel film, l’ho beccato l’altro giorno su Netflix e l’ho guardato dopo tipo…boh, anni annorum che non lo vedevo.
Vedeva un velo di tristezza coprire gli occhi della ragazza già in parte coperti dalla frangetta e abbassare la testa come se si fosse improvvisamente spenta. Non resistette, quindi protese la mano sotto il mento di Casey per alzarle leggermente la testa e cercare un contatto visivo con lei.
Vedrai che lo troverà. Disse il più dolcemente possibile. Sapeva cosa volesse dire vivere con la paura di un rifiuto o di un abbandono - quanto fa male essere rifiutati per quello che si è e non per qualcosa che si ha scelto? Una ferita profonda e dura da far rimarginare.
Uno sguardo furbetto aveva poi animato il volto dell’undicenne quando avevano sfociato nell’argomento “cose che KC fa e che non dovrebbe fare”. Le sembrava quasi essersi impettorita, mentre con spavalderia le diceva di stare tranquilla che non si sarebbe fatta beccare. Agli occhi di Drinky sembrava più uno di quei cuccioli di grandi felini, come leoni o tigri, che cercano fin da subito di fare agguati ad animali più piccoli di loro, credendosi già forti cacciatori. Generalmente, i suddetti animali, scappavano poi spaventati quando la preda prescelta cercava di ribellarsi a loro. Era un’immagine davvero tenera e dolce, ma la rossa preferì tenerla per sé e non esporla, non voleva minare quell’apparente coraggio che KC mostrava, per quanto ai suoi occhi rimanesse un cucciolo.
*Speriamo solo non finisca nei guai…*
La sua espressione cambiò nuovamente, sembrando ora infastidita e altezzosa, mentre con gli occhi scannerizzava Drinky e con fare giudicante la definì “passabile”. Si sentì quasi in imbarazzo davanti a quel tono, come se la ragazzina con cui aveva scherzato fino a poco fa, non esistesse più. Ma subito Casey precisò che stava scherzando e la tensione appena accumulata dall’ex Serpeverde, si scaricò immediatamente. La senti aggiungere che l’adorava e che le avrebbe mandato presto un gufo se le avesse dato il suo indirizzo.
Ehi signorinella. Disse acida Drinky, fissandola negli occhi senza sbattere le palpebre e assumendo un’espressione neutra ma truce, serrando la mascella e mettendone in evidenza i muscoli ai lati del viso.
La prossima volta vengo lì, oltre il tavolo, e ti spalmo questi profiterole in faccia! E si aggiunse alla risata di KC, una risata spensierata e rinvigorente. Era da un po’ che non si sentiva così bene.
Cercò qualcosa frugando nella borsetta.
Ah-ha! Eccolo qui! disse porgendo un cartoncino verso le mani della ragazzina.
Questo è il mio biglietto da visita che uso quando prendo lavori da freelance. Lì ci sono tutti i miei contatti: indirizzo di casa, mail, numero di telefono. Usa pure quelli che preferisci, anche se non penso che possiate utilizzare cellulari o computer a scuola.
Le risate della Grifondoro si fecero ancor più fragorose dopo il riferimento di Drinky alla falsificazione dei documenti per poterla portare fuori dall’orfanotrofio con sé. Non avrebbe potuto fare una cosa del genere, sentiva di dover essere un buon esempio per lei, di doversi migliorare in tutto e maturare un po’ in modo che Casey potesse vederla come punto di riferimento.
*Ma perché voglio queste cose?!*
Ahah, vedremo se lo farò. Ma sarebbe sbagliato, non si falsificano i documenti! Cercava di essere seria e più adulta di quanto non fosse…fallendo miseramente.
Il tempo a loro disposizione si stava esaurendo e la ragazzina le disse che sarebbe dovuta tornare verso il suo gruppetto per rientrare ad Hogwarts. Le dispiaceva doverla vedere andare via. Non riusciva a spiegarsi perché le importasse tanto e cosa avesse di magico quella ragazzina per esserle rimasta così impressa emotivamente.
Non ti preoccupare! Vuoi che ti accompagni verso di loro o pensi che farebbero facce strane vedendoti far capolino assieme a me?


Edited by Drinky - 13/8/2018, 11:19
 
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