Emma Woodhouse |
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| Cadere tra le braccia di uno sconosciuto, che adesso oltre ad un volto aveva anche un nome, un cognome e una casata, era in effetti una figuraccia che le mancava. Possibile che non riuscisse a passare in sordina, neppure volendo? Sbatté più volte le palpebre, accigliata. Non che le facesse così piacere dare ragione ad Elijah, ma aveva ragione. Arrossì, pronta a rifilare una scusa a quel contatto indesiderato. Com'era... volevo soltanto tastare il materiale della tua t-shirt? «Non ti stavo stringendo, volevo soltanto... beh, comunque, non è mica questo il punto!» Si imbarazzò ancora di più, se possibile, scalciando tra le braccia del Serpeverde, chiaro segnale che quella posizione non facesse proprio per lei. Sì, era decisamente il caso che tornasse a camminare sulle sue gambe. «Elijah-Sullivan-Prefetto-di-Serpeverde, è tua abitudine andare in giro per Hogwarts ad aiutare le ragazze in difficoltà, o tra i tuoi compiti c'è anche quello di salvaguardare la biblioteca della Pince?» Ad un ipotetico colloquio avrebbe sicuramente aggiunto tra le sue qualità anche quella di saper sdrammatizzare persino le situazioni più imbarazzanti. Bastava passarsi la mano tra i capelli e distogliere l'attenzione da sé, e il gioco era fatto. «In ogni caso, ti ringrazio per aver evitato un possibile disastro.» Riportò poi lo sguardo sul ragazzo, all'apparenza almeno un paio d'anni più grande di lei. Non doveva essere un assiduo frequentatrice di Quidditch, non in occasione del precedente campionato perlomeno. Ricordava il viso dei due cacciatori, così come il loro giocare sporco. Si morse le labbra, pensierosa, prima di ritornare con i piedi per terra... metaforicamente parlando. «Io sono Emma. Emma Woodhouse, di Grifondoro. E...» Rise appena, portandosi la mano sul volto. «...giuro sulle Cioccorane che colleziono che di solito non attento né alla mia vita, né a quella degli altri.» Sorrise, tirando indietro la testolina bionda. Dovevano essere cambiate parecchie cose durante il periodo trascorso lontano da scuola. Era abbastanza certa che tra i vecchi Prefetti di Salazar nessuno avesse gli occhi di quel Sullivan. Gliene avrebbe parlato Nieve, un tempo, delle nuove nomine, magari raccontandole un particolare delle ronde, prima di emettere uno dei suoi giudizi. Peccato che le cose fossero cambiate da tempo, tra loro due. «Beh, non so che abitudini abbiate voi giù nei sotterranei, ma direi proprio che sia il caso di terminare qui questa vicinanza forzata.» Citofonare a Von Kraus.
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