Non era nemmeno lontanamente vicino il momento di ordinare, dato che davanti a lei aveva circa una decina di persone, tutte pronte a ordinare complessissimi gusti di gelato per rifugiarsi dal caldo, ma Daphne poteva quasi percepire in bocca il gusto dolce del gelato che avrebbe potuto assaporare non appena giunta al bancone. Era sempre stata una golosa, fin da piccola amava intrufolarsi in cucina a rubare i dolcetti dalla dispensa, spesso prendendosi qualche sgridata dalla madre perché finiva con lo sporcarsi dalla testa ai piedi.
Il cioccolato per lei era una vera e propria passione, quasi quanto proteggere le persone, e quando diceva a qualcuno che aveva chiamato il suo cane Chocolat finiva con il dover assistere a qualche grassa risata a suo discapito.
Se ne stava ad ammirare i vari gusti di fronte a lei, tutta concentrata sulla coppa gelato che una bimba si era appena presa quando percepì qualcuno alle sue spalle, probabilmente il cliente dopo di lei.
Quasi saltò in aria per lo spavento quando sentì il fiato di qualcuno sul collo, letteralmente. Era pronta a tirare fuori la bacchetta e puntargliela alla gola quando sentì una voce maschile che sembrava prendersi gioco di lei, evidentemente conoscendola.
- Va ancora a caccia di Unicorni, Signorina Daphne, oppure è passata a qualcosa di meno variopinto? - si voltò di colpo accigliandosi per un attimo.
Era un ragazzo giovane, più alto di lei ma evidentemente di qualche anno più piccolo. Non lo riconobbe subito ma aveva qualche vago ricordo di quel viso, sebbene fosse evidentemente mutato.
il suo viso si illuminò quando alla mente le tornò quel giorno allo zoo in cui aveva incontrato quei due ragazzini, di fronte al recinto degli unicorni. Era passato moltissimo tempo e sebbene su Daphne quasi non si notasse era chiaro lo zampino che le lancette dell'orologio avevano messo su Elijah.
Era chiaramente cambiato ed era quasi irriconoscibile agi occhi della castana, se lui non avesse fatto quel chiaro riferimento alle creature magiche dubitava che sarebbe riuscita a collegare il viso a un nome.
«Figuriamoci se mi metto a cacciare unicorni» esclamò scherzosamente in risposta.
«Noto che sei cresciuto, Elijah» disse sorridendogli e non nascondendo la sua sorpresa, alzando leggermente il volto, visti i pochi centimetri di differenza che avevano.
Ma che danno da mangiare ai ragazzini d'oggi? pensò sentendosi tremendamente vecchia, nonostante non ci fossero poi così tanti anni di differenza.