Where's the coldness?, Privata.

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view post Posted on 4/8/2018, 16:25
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Quante possibilità c'erano che Londra prendesse fuoco proprio quell'anno? Molto poche. Non letteralmente, capiamoci, non erano certo apparsi titoli di giornale con scritto 'Città prende fuoco.', ma faceva tremendamente caldo, soprattutto perché non pioveva da settimane.
Appena tornata da Madrid l'unica speranza di Daphne era stata quella di rifugiarsi in un posticino fresco e tendenzialmente piovoso, ormai stanca dei quaranta gradi che aveva trovato in Spagna. Erano quelle le temperature a cui erano abituati lì e a dirla tutta non sembravano nemmeno dispiaciuti di starsene tutto il tempo ad abbrustolirsi sotto il sole.
E invece nulla, nemmeno l'ombra di una goccia. A Three Cliffs Bay il tempo era migliore, e le temperature più sopportabili ma non poteva certo starsene tutto il giorno in casa a chiacchierare con Leonard e Eloise, o correre con Chocolat attorno al maniero. Figurarsi se aveva il tempo di andare a cavallo.
I turni del suo lavoro di Auror si erano intensificati a dir poco, soprattutto dopo che durante la sua assenza era stata resa nota l'identità di alcuni Mangiamorte per i quali erano stati emessi dei mandati di cattura. Ora le strade avevano un Auror a ogni angolo pronto a scattare alla vista di un sospettato, soprattutto perché le voci che il Mondo Magico non fosse più al sicuro si sentivano sempre più spesso, e di certo quegli idioti della Gazzetta del Profeta non aiutavano.
Più di qualche genitore degli studenti di Hogwarts aveva minacciato di ritirare il proprio figlio dalla scuola, e il panico regnava un po' ovunque, come un serpente silenzioso. Se la paura fosse stata urlata a gran voce le persone avrebbero cercato di farsi forza a vicenda, e invece ognuno se ne rimaneva chiuso in sé stesso, spaventato e col fiato sul collo.
E nessuno si lasciava davvero aiutare.
Era a dir poco sfinita dopo il turno che era cominciato all'alba ed era finito poco prima delle sette di sera, quando finalmente un collega era venuto a darle il cambio. Aveva a malapena la forza di tornare a casa, e una volta lì sapeva che ad attenderla c'era soltanto il casino più totale. Leonard ed Eloise si scannavano come cane e gatto da quando anche la cugina era venuta a vivere nel Regno Unito abbandonando per un po' la tenuta francese.
Sospirò dopo aver camminato una decina di minuti e gli occhi le si illuminarono nel vedere la scritta della grandissima gelateria. Entrò in fretta, beandosi del fresco all'interno, e nonostante il baccano causato dalle decine di persone lì dentro si sentì rinata alla sola idea di mangiare un'enorme gelato al cioccolato per il quale si mise ad aspettare in coda.
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 5/8/2018, 15:05






Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Era da quando aveva memoria che non ricordava un caldo così asfissiante. Si rifiutava di alloggiare nella tenuta di famiglia, fatta eccezione per brevissimi periodi, preferendo di gran lunga infilarsi in casa di una delle sue sorelle. C'era però il rovescio della medaglia. La casa dei suoi genitori era immersa nel verde e sempre solleticata dal vento. Lo stesso non si poteva dire per Londra. Il Serpeverde era comunque disposto a soffrire il caldo piuttosto che ritrovarsi faccia a faccia con Esther Montague, la sua maligna madre.
Diagon Alley era un delirio peggio del solito. A quanto pareva il mondo magico non andava mai in vacanza. Ragazzini sfrecciavano da tutte le parti sfuggendo al controllo dei loro genitori. Madri rincorrevano bambini un po' più piccoli su dei vertiginosi tacchi a spillo. Quello era un mistero irrisolto per lui. Se sai che devi correre dietro a tuo figlio piccolo, mettiti un paio di scarpe più vivibili. Punti di vista, o visione maschile. Evitò uno dei suddetti pargoletti per miracolo, fermamente convinto di togliersi dalla strada il prima possibile. Quel giorno non era di turno da Mr. Elegant e voleva dedicarsi allo shopping personale. Era passato al Ghirigoro ad acquistare un paio di libri. La sezione di Storia Antica l'aveva catturato come al solito e aveva passato il libreria molto più tempo del previsto. Una collana di volumi sulle guerre dei Giganti gli era stata fatale. Aveva sfogliato avidamente il primo volume, riponendolo poi mestamente sullo scaffale. Ne aveva ancora moltissimi da leggere, ma quei libri erano già nella sua lista dei desideri.
Sbuffò, faceva decisamente caldo, Quando Florian apparve all'orizzonte sul viso del Serpeverde si disegnò un sorriso sghembo. Ora aveva voglia di qualcosa di fresco e che sapesse di cioccolato. Dopo avrebbe avuto ancora più sete, ma se ne sarebbe preoccupato al momento opportuno. Comprare una bottiglia d'acqua in un negozio babbano non sarebbe stato un problema, ormai portava sempre in tasca la doppia valuta. Il suo cervello rifiutò a priori l'idea di accomodarsi ad uno dei tavoli in strada ed Elijah varcò senza indugi l'ingresso della gelateria. Lo sbalzo termico fu qualcosa definibile solo con la parola "meraviglia". Fece un respiro profondo ed il pizzicorio dell'aria fresca lo rinvigorì all'istante. Fece un paio di passi per mettersi in fila ma si bloccò. Riconobbe immediatamente la ragazza in fondo alla coda di gente. Era Daphne, ma in quel momento non ricordava il cognome. Inclinò il capo per focalizzarla meglio mentre riprese l'avvicinamento. Sì, era decisamente lei. Erano passati così tanti anni che non era sicuro che potesse ricordarsi di lui o che l'avrebbe riconosciuto. Quando si erano visti l'ultima volta lui era un soldo di cacio di undici anni, alto poco più di una botte di BurroBirra. Ora ne aveva diciassette e svettava ben sopra il metro e ottanta. Si avvicinò lentamente e si piazzò in fila dietro di lei cercando di non attirare la sua attenzione. Un piccolo passo per avvicinarsi meglio, un ghigno divertito. Si chinò leggermente sulla spalla della ragazza, arrivando a cinque centimetri dell'orecchio.
- Va ancora a caccia di Unicorni, Signorina Daphne, oppure è passata a qualcosa di meno variopinto? - quindi si allontanò tornando in posizione eretta dietro di lei.

 
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view post Posted on 6/8/2018, 19:12
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Non era nemmeno lontanamente vicino il momento di ordinare, dato che davanti a lei aveva circa una decina di persone, tutte pronte a ordinare complessissimi gusti di gelato per rifugiarsi dal caldo, ma Daphne poteva quasi percepire in bocca il gusto dolce del gelato che avrebbe potuto assaporare non appena giunta al bancone. Era sempre stata una golosa, fin da piccola amava intrufolarsi in cucina a rubare i dolcetti dalla dispensa, spesso prendendosi qualche sgridata dalla madre perché finiva con lo sporcarsi dalla testa ai piedi.
Il cioccolato per lei era una vera e propria passione, quasi quanto proteggere le persone, e quando diceva a qualcuno che aveva chiamato il suo cane Chocolat finiva con il dover assistere a qualche grassa risata a suo discapito.
Se ne stava ad ammirare i vari gusti di fronte a lei, tutta concentrata sulla coppa gelato che una bimba si era appena presa quando percepì qualcuno alle sue spalle, probabilmente il cliente dopo di lei.
Quasi saltò in aria per lo spavento quando sentì il fiato di qualcuno sul collo, letteralmente. Era pronta a tirare fuori la bacchetta e puntargliela alla gola quando sentì una voce maschile che sembrava prendersi gioco di lei, evidentemente conoscendola.
- Va ancora a caccia di Unicorni, Signorina Daphne, oppure è passata a qualcosa di meno variopinto? - si voltò di colpo accigliandosi per un attimo.
Era un ragazzo giovane, più alto di lei ma evidentemente di qualche anno più piccolo. Non lo riconobbe subito ma aveva qualche vago ricordo di quel viso, sebbene fosse evidentemente mutato.
il suo viso si illuminò quando alla mente le tornò quel giorno allo zoo in cui aveva incontrato quei due ragazzini, di fronte al recinto degli unicorni. Era passato moltissimo tempo e sebbene su Daphne quasi non si notasse era chiaro lo zampino che le lancette dell'orologio avevano messo su Elijah.
Era chiaramente cambiato ed era quasi irriconoscibile agi occhi della castana, se lui non avesse fatto quel chiaro riferimento alle creature magiche dubitava che sarebbe riuscita a collegare il viso a un nome.
«Figuriamoci se mi metto a cacciare unicorni» esclamò scherzosamente in risposta. «Noto che sei cresciuto, Elijah» disse sorridendogli e non nascondendo la sua sorpresa, alzando leggermente il volto, visti i pochi centimetri di differenza che avevano.
Ma che danno da mangiare ai ragazzini d'oggi? pensò sentendosi tremendamente vecchia, nonostante non ci fossero poi così tanti anni di differenza.
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 10/8/2018, 10:37






Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Una smorfia divertita accompagnò le parole della ragazza. Quello era il classico incontro a sorpresa ed il fatto che fosse successo dopo così tanti anni lo rendeva ancora più sorprendente. Si allontanò di un paio di passi, non voleva starle troppo addosso. Il contatto fisico lo riservava solo a poche persone ed al momento Daphne non rientrava in quella categoria.
- Mi sembrava di ricordare diversamente - il sopracciglio si inarcò appena in modo ironico. Era quella la piega che aveva preso da subito la loro conversazione e il Serpeverde era intenzionato a seguire il copione quasi alla lettera.
- Abbastanza, sì - annuì divertito. Aveva cambiato più scarpe e vestiti negli ultimi due anni che in tutta la sua infanzia. Per non parlare delle divise scolastiche. Sua sorella non faceva che allungargli i pantaloni con la magia. Lei era dell'idea che potesse venir su al massimo altri dieci centimetri e poi si sarebbe fermato. Nonno Montague svettava sopra al metro e novanta e, a quanto pareva, suo nipote stava imboccando la stessa strada. Durante l'ultima festa di famiglia, Lance Montague gli aveva ordinato di avvicinarsi - Quanti anni hai, ragazzino? Nello scoprire la sua età aveva commentato freddamente - A quanto pare stai crescendo bene, non come tuo fratello! Anche Daniel aveva le sue bestie nere. A lui veniva fatto costantemente notare il fatto di essere un uomo dalla statura modesta - Come mai non porti ancora l'anello di famiglia? Sei maggiorenne o no? Spetta a te! Chiederò a tua madre perchè non te l'ha ancora dato!
Elijah si era rinchiuso nel silenzio, senza proferire parola per tutto il resto della giornata. Non aveva bisogno di trasformarsi in un insetto per ascoltare la loro conversazione. Sapeva benissimo quali sarebbero state le parole di sua madre.
Quei pensieri lo fecero diventare per un attimo scuro in volto. Non c'era bisogno della presenza di sua madre per far riempire la testa di nuvole grigie, bastava solo il suo ricordo. Strinse il pungo con forza. Se avesse avuto le unghie più lunghe sarebbero finite nella carne. Sollevò entrambe le sopracciglia questa volta, voleva riacquistare il totale controllo di sé stesso. Un respiro profondo, un sorriso forzato e ci siamo.
- Non so te, ma io devo mandare giù un po' di cioccolato - con la mano indicò la sala alle loro spalle - mi permetti di offrirti qualcosa ?
La conversazione era decisamente piacevole, ma lo sarebbe stata ancora di più da seduti.


 
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view post Posted on 10/8/2018, 14:19
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Daphne lo guardò con un'espressione indecifrabile stampata in volto, un miscuglio di sorpresa, confusione e qualcos'altro difficile da definire.
«La memoria ti inganna, mio piccolo Elijah» rispose prendendolo in giro, senza che però ci fosse la minima cattiveria nella sua voce, non era da lei.
Le balenò in mente un altro loro incontro che si era completamente scordata, e anche quella volta, nonostante fosse solo un ragazzino, l'aveva presa in giro per gli unicorni, come se fosse una cosa così grave. L'aveva beccato a guardare una vetrina di abiti femminili in cerca di un regalo per una ragazza, non aveva la minima idea di chi fosse e se mai lo avesse trovato, dato che poco dopo lei era dovuta fuggire.
«E tu ti dai ancora alla disperata ricerca di regali per "le tue sorelle", o ci hai rinunciato ora che sei più alto di me?» chiese assicurandosi di far vedere chiaramente le virgolette e alzando leggermente l'angolo destro della bocca, furbescamente. Aveva voluto lui iniziare quel gioco...
Il silenzio del ragazzo per qualche attimo la preoccupò e lo vide cambiare espressione e rabbuiarsi, si guardò intorno per capire se era stata la vista di qualcuno o qualcosa a causare quella reazione ma non sembrava esserci nulla di strano a parte le persone intente a gustarsi i propri dolci.
Notò un irrigidimento del suo braccio e ripercorrendolo con lo sguardo notò il pugno stretto e capì che qualcosa non andava, lei si accorgeva subito quando qualcuno era turbato. Gli afferrò delicatamente il polso e lo guardò negli occhi preoccupata «Va tutto bene, Elijah?» chiese facendogli intendere di essersi accorta di quel rapido cambiamento.
Tolse la mano appena lui le propose di spostarsi nella sala di là per gustarsi del gelato, ma non era di certo tranquilla, ora, conosceva alla perfezione quella tecnica, anche lei per molto tempo aveva finto, e forse lo faceva ogni momento della sua vita.
«Io devo buttare giù molto più di un po' di cioccolato, potrei costarti molto caro perciò offro io» rispose tranquilla e col tono di chi non accetta repliche, per poi avviarsi verso la sala dietro di loro che il ragazzo le aveva appena indicato.
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 12/8/2018, 19:13






Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Era strano ritrovarsi dopo così tanto tempo davanti al bancone della gelateria più famosa del mondo magico. Quando si erano conosciuti, il Serpeverde non aveva mai avuto modo di approfondire quella conoscenza. Vuoi per il poco tempo a disposizione, vuoi per la sua giovane età. Ora, doveva ammetterlo, vedeva il mondo sotto un'altra prospettiva e con esso i suoi abitanti. Aveva imparato ad analizzarli e ad apprendere da quello che sapevano offrirgli. Per il resto era solo oscurità, in cui Elijah si muoveva alla ricerca di una via di fuga.
- Bene, allora sarà il caso di rinfrescarla.
La donna che era in Daphne prese subito il sopravvento, andando ad infilare il dito dritto dritto nel pettegolezzo. Il Serpeverde non fece una piega. Aveva sei sorelle - vere - e una di loro, Sarah, era pungente come uno scorpione. La ragazza che lo stava stuzzicando in quel momento era la calma e la delicatezza fatta persona in confronto ad una Corvonero di sua conoscenza.
- Ah, le sorelle!! - sollevò gli occhi al cielo in modo piuttosto teatrale, prima di riportarli sulla sua interlocutrice - diciamo che a quella sorella lì poi non ho comprato nulla. Ho comprato regali ad un'altra sorella ma poi ho deciso che non andava bene come sorella.
Era un discorso così ingarbugliato, da mandare in analisi chiunque fosse in ascolto. Il Serpeverde era certissimo che Daphne però non avrebbe perso il filo della questione. Sembrava passata una vita da quel giorno. Lui, ragazzino undicenne, era davanti alla vetrina di Mr. Elegant alla ricerca di un regalo per la sua prima cotta, Alice. Era come osservare la propria vita da una finestra, come se fosse quella di un altro. Si era comportato male con Alice, e con lei davvero senza alcun motivo, e non se lo meritava. Un giorno, chissà, forse avrebbe avuto modo di scusarsi con lei.
- Ora però so bene che tipo di sorella cerco - e per fortuna avrebbe aggiunto, ma restò in silenzio, almeno su quello - e tu? hai dei fratelli? Pensandoci, ora in quel negozio ci lavoro come garzone.
In effetti la vita era proprio strana, dietro l'angolo riservava delle sorprese non indifferenti. Lui ne era un esempio perfetto. Suo malgrado, aveva imparato ad adattarsi sempre e comunque, cercando di non farsi mai cogliere impreparato. Non era sempre così, ma l'intenzione era delle migliori.
Appena si accorse che il suo cambio repentino di umore non era passato inosservato, Elijah allentò la stretta della mano, allargando le dita quasi volesse scioglierle.
- Sì, tutto bene - mentì spudoratamente mentre si avviavano verso uno dei tavoli della sala. Avrebbe atteso che Daphne si fosse seduta, quindi si sarebbe accomodato anche lui.
- Non è molto corretto che debba pagare tu, essendo partito da me l'invito, ma sia come preferisci. Tieni presente che io mangio per tre. - era ovvio che alla prima occasione avrebbe ricambiato il favore - allora, che cosa hai combinato tutto questo tempo?

 
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view post Posted on 15/8/2018, 13:48
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Ridacchiò leggermente alzando gli occhi al cielo e scosse la testa, per poi spostare nuovamente lo sguardo sul ragazzo. Continuare a parlare di unicorni probabilmente non interessava a nessuno dei due, anche perché certamente non era quella l'occupazione della donna, era stato un pretesto come un altro per iniziare una conversazione lasciandosi condurre dai ricordi.
Ascoltò il discorso confuso di Elijah sforzandosi moltissimo per non scoppiare a ridere nell'osservare il suo tentativo di reggerle il gioco. Quel giorno, quando lui aveva cercato di giustificarsi dicendo che il regalo fosse desinato a una delle sorelle, lei l'aveva beccato subito e lui se lo ricordava molto bene, evidentemente.
Nell'udire la domanda quasi si soffocò con la sua stessa saliva, lei lo aveva un "fratello" (per così dire, oltre a quello vero, un po' pirla) ma purtroppo ora come ora lui la odiava e lei non aveva nemmeno il coraggio di incontrarlo per i corridoi del Quartier Generale, per paura di guardarlo negli occhi e vedere la sua tristezza. O forse la sua vera paura era vedere come era andato avanti anche senza di lei, ed era egoista da parte sua.
«Sono felice che tu sappia che tipo di sorella cerchi nella tua vita. Alla tua età non avevo manco mai dato il primo bacio, io» confessò scoppiando a ridere, ritornando alla sua espressione tranquilla. «Comunque c'era un fratello fino a un pochino di tempo fa, nella mia vita, ma evidentemente il destino non ci voleva insieme, o forse sono io ad essere un pochino stupida, chissà» spiegò facendo spallucce, per poi sedersi finalmente ad un tavolo miracolosamente libero.Ignorò la sua chiara bugia sul suo stato d'animo in quel momento, evidentemente non voleva parlarne, e rispettò la sua decisione, avrebbe cercato di distrarlo chiacchierando di altro.
«Oh, non sfidarmi Elijah, io mangio molto più di te, le apparenze ingannano. Comunque ora sono una Auror, in questi anni ho comprato una villa in Galles e ho viaggiato un po' in giro per l'Europa, sono da poco tornata da Madrid. Tu invece, che hai combinato?» chiese appoggiando una guancia sul palmo della mano, con il gomito sul tavolino.
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 19/8/2018, 13:46






Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Aveva l'impressione di ritrovarsi a parlare con qualcuno che conosceva da sempre, senza avere peró la stessa confidenza richiesta dalle circostanze. Era una conversazione tranquilla e rilassante, dove non aveva bisogno di mettersi una maschera per apparire diverso da quello che era. Aveva trovato le prime battute divertenti e stuzzicanti, cosa che lo portò ad accomodarsi a quel tavolo con la consapevolezza che sarebbe stato un momento di relax piú che di studio reciproco. Ogni tanto non gli dispiaceva prendere una pausa dal suo costante essere vigile.
- Le sorelle sono un macello, e lo dico con una certa consapevolezza, ne ho sei di età assortite
Le sue vere sorelle erano sempre state una costante. Le aveva viste piangere, ridere, mettere la prima volta il rossetto ed il mascara sulle ciglia cosí tante volte che una donna avrebbe potuto truccarsi davanti a lui senza attrarre minimamente la sua attenzione.
- Ho anche un fratello piú grande, per fortuna
Non riusciva ad immaginare come sarebbe stata la sua vita senza Daniel. Probabilmente sarebbe stato risucchiato nel gineceo di famiglia, senza avere nemmeno il diritto di parola.
Ghignò quando Daphne confessò di aver avuto un fratello anche lei - Ho dato il mio primo bacio a quattordici anni, ma avrei dovuto darlo a undici. Non credo però che abbia molta importanza a che età lo fai - affarmazione lapidaria che non ebbe un seguito.
Alla parola Auror sollevò entrambe le sopracciglia. Strano come li incontrasse sempre al tavolo di un locale.
- Conosco un altro Auror, molto simpatico devo dire. Ha i capelli piú rossi delle mie due sorelle piú piccole. L'ho visto un paio di volte negli ultimi mesi - fece una piccola pausa per accarezzarsi la barba sulla guancia sinistra - Non finirò mai di ringraziarlo per avermi fatto scoprire quanto sia buono l'idromele vikingo
L'ultima domanda di Daphne aveva milioni di sfaccettature e probabilmente non avevano a disposizione il tempo per una cronaca completa. Elijah preferì optare per una sintesi poco impegnativa.
- Cosa ho fatto? Vediamo...sono arrivato al terzo anno, sono diventato maggiorenne ... mmmnh...mi sono fidanzato, ho comprato una casa, poi ho lasciato sia la fidanzata che la casa... ho imparato a farmi la barba e...cos'altro? Ah, sì! Sono diventato Prefetto della mia Casa e ho scoperto che le ragazze mi piacciono da morire. Però mi sarebbe piaciuto molto viaggiare come hai fatto tu...lo sai?
Mischiare le carte era uno sport, annodare le matasse di un discorso era invece una vera abilità.

 
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view post Posted on 5/9/2018, 23:28
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Tutta la conversazione era cominciata in modo del tutto scherzoso, senza la minima intenzione di toccare argomenti troppo seri, ma la cosa era cambiata all'istante, per un semplice errore di Daphne, che aveva toccato un tasto delicato.
Nel petto di Daphne si irradiò un dolore sordo nell'ascoltare le parole di Elijah, ricordava benissimo il suo primo bacio, non era poi successo così tanto tempo indietro nel passato, ma se fossero passati i secoli probabilmente il ricordo sarebbe stato chiaro esattamente come se fosse stato un attimo dopo. Era accaduto tutto da Himiko's Taste e si era sentita debole per la prima volta a causa di un ragazzo, si era sentita impotente di fronte ad Aiden e in quell'esatto momento aveva capito di essere completamente fregata, tutto il distacco che aveva cercato di tenere dai ragazzi negli anni in pochi attimi era sparito come in una nuvola.
«Già, penso che più che il quando abbia più importanza a chi lo dai. Potrà non trattarsi dell'amore della tua vita, ma sapere che avrà un ruolo significante a costruire la persona che sei è importante» disse esponendo un suo pensiero nascosto, che fino a quel momento non aveva avuto il coraggio di pronunciare a voce alta. Era vero, probabilmente non avrebbe mai sposato Aiden e non avrebbe mai costruito una famiglia con lui, ma le aveva fatto capire cos'era l'amore e quanto legarsi a qualcuno fosse meraviglioso, e gliene sarebbe stata grata per sempre, sapeva che sarebbe rimasto sempre nel suo cuore, in un ricordo che avrebbe custodito gelosamente.
Quasi impallidì nel sentirlo parlare di un Auror dai capelli rossi. Il Regno Unito era zeppo di persone dai capelli rossi, non era affatto improbabile trovarne uno appena voltato l'angolo, ma in cuor suo sapeva perfettamente a chi si riferiva Elijah, anche se il suo cervello cercava di convincersi che fosse troppo assurda come coincidenza. Doveva saperlo.
«Questo Auror amante dell'idromele vichingo per caso ha una folta barba rossa, è irlandese, ama le volpi e si chiama Aiden?» chiese cercando di sembrare disinvolta il più possibile, anche se alla fine della frase deglutì facendo sparire il groppo che aveva in gola. Era assurdo come la sua mente scappasse sempre verso Aiden, e ancora più assurdo era che conoscesse così tante persone.
Rimase visibilmente sorpresa dai progressi che aveva fatto Elijah in tutto quel tempo, e sorrise «Rispetto alla marea di cose che hai fatto tu le mie sembrano bazzeccole. Mi dispiace per la fidanzata e la casa ma devo proprio congratularmi per la carica» disse annuendo leggermente. «Hai tempo per viaggiare, non ti preoccupare» concluse con il solo pensiero che augurava a quel ragazzo di viaggiare solo per passione e non obbligato da forze esterne, chiunque si meritava di rimanere a casa propria con la famiglia.
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Chiedo veramente scusa per il ritardo♥
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 9/9/2018, 17:03






Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Gli occhi chiarissimi del Serpeverde fendevano l’aria tra loro, come due lame affilate. Troppa malinconia in quel discorso, troppo romanticismo fuori luogo. Nei suoi pensieri non albergava quel tipo di sensazione, ma solo una constatazione razionale di quello che avrebbe dovuto e non dovuto essere. Non si struggeva a quel pensiero, ma l’aveva rimosso come aveva fatto con tutto il resto. Aveva creduto che fosse importate, ma come un idiota si era solo fatto trasportare dalle idee di un ragazzino di dodici anni e, cosa ancora più grave, aveva permesso che queste si radicalizzassero dentro di lui.
- Non ha assolutamente avuto un ruolo importante nel costruire la persona che sono - sentenziò quasi stizzito - perché avrebbe dovuto? Quello che sono, l'ho costruito io e non il bacio di una ragazza.
Combatteva con la vita da quando aveva tre anni, aveva sofferto e camminato sempre a testa alta. Tutto questo lo doveva solo a se stesso e non ad altri. La sua essenza gli veniva da dentro e non da fuori. Nonostante tutto, nonostante discorsi o altro, nessuno aveva mai cercato di curare i suoi mali davvero. Elijah voleva solo un po' di luce, un raggio che gli scaldasse il viso quando l’oscurità si faceva opprimente dentro di lui.
Non si era spiegato bene, nella maniera più assoluta. Il discorso di Alice non aveva niente a che fare con lui o con il suo futuro, ma semplicemente perché, con il senno di poi, sarebbe stato molto meglio.
Quando la conversazione proseguì, l’attenzione del Serpeverde venne dirottata verso altri lidi, decisamente più accoglienti per lui.
Fece un ghigno. Ma non mi dire! Il fratello in questione era addirittura “Fratello Aiden”. E’ proprio vero che il mondo è piccolo come uno zellino. Tu cerchi di allontanarti, ma alla fine non fai altro che girare in tondo. Tanta fatica per ritrovarsi al punto di partenza.
I suoi ricordi viaggiarono veloci verso quel pomeriggio in cui lui e il Rosso avevano bevuto insieme a “I Tre Manici”. Se la memoria non lo tradiva, l’Auror aveva accennato ad una ragazza che gli aveva preso il cuore, o quello gli aveva fatto intendere. E guarda un po'? La persona in questione era addirittura una sua vecchia e variopinta conoscenza.
- Non ricordo se è irlandese, e nemmeno questa cosa delle volpi, ma si tratta di Aiden. Sì, esatto – ed ora era davvero curioso di vedere le reazioni di Daphne alla sua dichiarazione solenne. La teneva sott’occhio come un falco che prende di mira la sua preda. Non era cattiveria la sua, ma solo appetito. In quel momento Daphne era un piatto davvero succulento per non essere consumato un boccone alla volta.
- Ti piace ancora?
Non sapeva se fosse davvero così, ma c’era troppa curiosità nella domanda della giovane Auror e malcelata tensione nel finale. Elijah era un attento osservatore e ne colse ogni sfumatura.
- Non dispiacerti per cose di cui a me importa meno di zero, ma grazie mille per le congratulazioni. Sono fortemente motivato a fare un buon lavoro.
Afferrò quindi il menu e ci buttò la testa dentro, la sua voglia di cioccolato era cresciuta a livello esponenziale.

 
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