Sferraglianti trabiccoli, Privata: Vath

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view post Posted on 7/8/2018, 15:09
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Con un rumore macchinoso e metallico, le grate dell’ascensore si aprirono per permettere al mago di entrare nello spazio che trovava a dir poco angusto, da condividere insieme a qualche cartacea missiva arrivata sfrecciando da chissà dove. Killian premette senza indugio il tasto per prenotare la “fermata” nell’Atrium e subito dopo le porte si richiusero sferragliando, annunciando l’imminente partenza. Perfettamente consapevole del modo brusco con cui veniva fatta schizzare quella gabbietta per umani, Killian mantenne i piedi ben piantati al suolo cercando di mantenersi in equilibrio senza dover ricorrere alle numerose maniglie poste appositamente per i ministeriali meno temerari: era una questione di orgoglio, ormai.

“3° Livello”

La voce piatta annunciava la progressiva risalita e nonostante l’Ispettore Auror l’ascoltasse ogni giorno, non poteva fare a meno di trovarla irritante se non a tratti addirittura inquietante con tutta quella carica di impersonalità.

“4° Livello”


Però per una volta doveva essere felice della velocità di quei trabiccoli, anche se era costretto ad ascoltare la vocina insopportabile che ne riempiva lo spazio: avendo solo mezz’ora di pausa, non perdere tempo nel dedalo di strutture che era il Ministero era quanto mai essenziale.

“5° Livello”

Il venticinquenne avvertì la corsa rallentare fino a quando non si rese conto che l’ascensore si era effettivamente fermato. Intravide oltre le grate dorate una sagoma scura e distrattamente fece un passo di lato dato che fino ad allora, essendo solo con le lettere fluttuanti sul basso soffitto, si era posizionato al centro della piattaforma. Quando l’uomo avanzò Killian non ebbe difficolta a riconoscerlo: Vath Remar e il suo immancabile bastone da passeggio da cui era inseparabile già ai tempi di Hogwarts. Aveva qualche anno in più del Resween ed era stato Caposcuola della sua Casata, ma non avevano mai socializzato abbastanza affinchè lui potesse saperne di più sul suo conto. Solo in età adulta aveva scoperto che ricopriva una carica nel Reparto di Cooperazione Magica Internazionale ed infatti eccolo lì, sbucato dal piano corrispondente.

“Remar”, mormorò con un cenno del capo quando il vero saluto fu rivolto con lo sguardo sicuro di un grigio imperscrutabile.


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Vath
Remar «

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Infine, i giorni di ferie erano terminati. Dopo la visita di sua madre, tre giorni prima, Vath cercò di ritrovare la serenità per poter andare avanti con il lavoro, la vita e tutto ciò ad essa collegata. La mancanza di Sybella c'era ancora e, come una goccia d'acido solforico, erodeva pian piano il suo animo. Abile nello sfruttare le sue maschere il dipendente del C.M.I., quella mattina, indossava oltre al completo nero con cravatta la maschera del freddo ed autorevole ministeriale. Durante la mattinata non aveva avuto nessun tipo di problema e il collega orientale Issho-Sama aveva avuto l'accortezza, quella mattina, di non bussare come suo solito per rivelare la propria presenza. Si era dedicato alle numerose relazioni che attendevano sulla sua scrivania poi, all'ora di pranzo, lasciò la sua postazione per andare fuori dal ministero a mangiar qualcosa di veloce. Chiamò l'ascensore e quello, dopo qualche minuto, si aprì di fronte a lui. Una voce lo chiamò per cognome, era Killian Resween, ex Concasato di alcuni anni più giovane, in effetti, uno in meno rispetto a Sybella. Non aveva avuto modo durante gli anni di Hogwarts di conoscerlo a fondo e, solo qualche settimana prima, aveva letto un articolo della Gazzetta del Profeta riguardo al fatto che fosse stato promosso Ispettore Auror. «Mr. Resween, buongiorno.» La voce baritonale di Vath fu cortese, un leggero cenno del capo e uno sguardo deciso, fiero, uno sguardo da ex Serpeverde, vennero rivolti all'ex verde-argento. Il ventisettenne fece un paio di passi, all'interno dell'ascensore e, con la mano priva del bastone da passeggio, afferrò saldamente una maniglia.
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view post Posted on 9/8/2018, 15:36
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L’uomo con cui ora si ritrovava a condividere la piccola cabina dell’ascensore era più grande di lui, era un suo ex- Caposcuola ed era vestito con un’eleganza tale da non lasciare largo spazio all’immaginazione sull’importanza del ruolo svolto all’interno del Ministero. Eppure Killian non venne nemmeno sfiorato dal pensiero che forse avrebbe dovuto aggiungere il “Mr” al saluto dato che lui gli aveva riservato quella cortesia. Ma l’aderenza all’etichetta praticata con criteri del tutto personali gli apparteneva già ai tempi della scuola, perciò se Vath avesse ricordato quel particolare certamente non avrebbe dato troppo peso alla presunta mancanza dell’Ispettore Auror.
La salita riprese.


“6° Livello”

E subito si arrestò di nuovo. Le grate si aprirono e questa volta a fare il proprio ingresso nella gabbietta trasformando il duo in un trio fu una donna più grande dei due uomini ma non ancora giunta alla mezz’età. Gli occhietti severi incorniciati in una rigida montatura squadrata si posarono per qualche istante sui presenti e Killian rispose con un mezzo sorrisetto divertito alla disapprovazione che vi lesse dentro quando indugiarono più a lungo sui suoi piercing e sull’abbigliamento decisamente meno formale che indossava. E pensare che era uno dei meno babbani che avesse mai esibito!
Forse perché l’appiglio più vicino era proprio accanto al giovane, la donna decise di azzardare una partenza senza reggersi a nulla, ma lo scossone con cui l’ascensore riprese a muoversi a scatti punì la sua intraprendenza facendola ondeggiare pericolosamente sui tacchetti delle sue costose scarpe. Fu un attimo e Killian se la vide crollare addosso.

“Presa”, esclamò sorreggendola per impedirle di cadere rovinosamente a terra. Poi abbassò lo sguardo sulle mani ossute e ben curate della strega, una poggiata sul suo petto e l’altra convulsamente aggrappata al braccio sinistro: non seppe resistere alla tentazione. “Ora però non se ne approfitti”, le disse ammiccando come se fosse realmente convinto che quanto appena accaduto si trattasse di una tattica della ministeriale escogitata solo per palparlo.

Rise sommessamente ma molto divertito nel vederla tingersi di rosso-indignazione-collera mentre si staccava da lui alla velocità della luce risistemandosi gli occhiali storti sul naso.

“7° Livello”

La donna piroettò su se stessa e a passo di marcia si precipitò fuori dall’ascensore non appena le porte si aprirono al nuovo piano raggiunto. Killian ignorò le parole che la tizia aveva borbottato acida prima di sfrecciare via (di certo c’erano qui e là uno “sfacciato” e un “impertinente" e anche qualcosa che suonava più o meno come: “fanno proprio entrare tutti al Ministero”) per rivolgere di nuovo la parola all’ex-concasato che, saggiamente, aveva deciso di far uso delle maniglie.

“Prima o poi qualcuno si farà male sul serio su queste trappole mortali”, commentò riferendosi ovviamente al marchingegno su cui erano, comportandosi come se non si fosse appena realizzata quella scenetta tragicomica.



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view post Posted on 9/8/2018, 17:09
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Vath
Remar «

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Nel breve tempo che i due maghi condivisero solo per loro la cabina dell'ascensore cadde un breve silenzio, silenzio che si interruppe solo con il rumore metallico e fastidioso di meccanismi oliati poco. Vath si schiarì la voce e, in un tentativo di far conversazione, prese nuovamente parola. «Ho appreso con piacere dalla Gazzetta del Profeta che siete stato promosso Ispettore Auror, congratulazioni.» La voce monocorde che annunciò l'arrivo al sesto livello, Trasporto Magico, fu seguita dal progressivo rallentamento dell'ascensore fino a fermarsi del tutto per consentire ad una strega di poter usufruire dell'abitacolo. Vath sorrise alla donna e, piegato leggermente il capo, le fece un cenno di saluto. La donna, probabilmente, si distrasse nel vedere l'abito elegante di Vath e, subito vicino, quello di Killian: quando partì l'ascensore non si era ancora sorretta ad una maniglia e il contraccolpo la fece ruzzolare sull'ispettore Auror. Il venticinquenne afferrò saldamente la donna facendole una battutina e la ministeriale, arrossita dall'imbarazzo, al settimo livello fuggì fuori dall'ascensore. La scenetta gli risollevò l'animo e, appena le porte si furono chiuse, si abbandonò ad una risata. «Una Serpe sa sempre quando e come fare una battuta pungente. Non ti ho mai visto in giro per il Ministero, prima di oggi, eppure son qui da più di un anno. Posso darti del tu, vero?» Poi, preso il coraggio a piene mani gli chiese, dato che erano soli nella cabina. «Tu ricordi Sybella Grant? Era di un anno più piccola di te, anche lei Serpeverde. Io e lei ci siamo sposati ma è scomparsa, da circa una settimana, ho già denunciato la scomparsa agli Agenti Antimago tuttavia mi chiedevo se voi del Quartier Generale avete delle notizie in più.» Chiederglielo gli faceva male, creandogli ansia e quel senso di voragine che aveva nel petto si aggravava ulteriormente ma nulla di tutto ciò trasparì dal suo tono e dalla sua espressione facciale.
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view post Posted on 17/8/2018, 09:37
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Vath Remar, il ministeriale tutto d'un pezzo, rise. Il suono si disperse nell'abitacolo sorprendendo un poco il giovane in piedi affianco a lui, soprattutto perchè a scatenare la contenuta ilarità era stata proprio la precedente battuta rivolta alla donna caracollatagli addosso. Non che credesse che l'uomo non fosse in grado di simili gesti, ma quasi. Non ricordava di averlo mai visto liberare una sana risata, ma era anche vero che ai tempi della Scuola non si erano frequentati molto.
Lui fece un riferimento proprio ai tempi passati e in particolare alla loro ex Casata, chiedendogli poi se potesse dargli del "tu". Killian, ora leggermente girato con il corpo verso di lui sfidando le inutili leggi della fisica vigenti in quel trabiccolo, stava per rispondere ovviamente con un cenno affermativo visto che l'aveva dato per scontato molto tempo prima prendendosi una confidenza forse eccessiva. Le parole però furono bloccate dalla piega che la conversazione prese. Il volto adornato qui e là dai piercing assunse un'espressione pensierosa nell'udire il nome della terza Serpeverde che solleticava la sua memoria senza però consentirgli di associare un volto preciso. Ma quando il discorso di Vath proseguì nel viso giovane dell'Auror rimase soltanto una serietà che di solito solo i colleghi potevano conoscere. Gli occhi grigi studiarono con più attenzione i lineamenti dell'uomo che rimanevano fermi come la sua voce baritonale nonostante le difficoltà personali che gli stava comunicando. Ammirava quel suo tenersi dentro il proprio dolore ma si chiese quanto gli costasse parlarne con lui. L'unica cosa che poteva fare era dargli quello che voleva: rassicurazioni, probabilmente.


“Al momento non ne so nulla, ma in ogni caso se dovessero esserci sviluppi saresti il primo ad esserne messo al corrente”, parlò schiettamente senza fare promesse inutili. Non aveva senso affermare un "stai tranquillo, sono sicuro che..." quando di certo non c'era proprio nulla. Ma gli Auror si occupavano di magia oscura e se come sospettava Killian il caso non era arrivato alle loro scrivanie, poteva solo considerarsi una buona notizia. Per questo, non si sentì troppo a disagio nel non poter essere di maggior aiuto.

“Mi dispiace molto. E' terribile”

Ecco, era caduto anche lui in ciò che si era ripromesso di non fare mai. Cosa poteva farsene l'uomo del suo dispiacere? E che bisogno c'era di sottolineare un'ovvietà come la tragicità del triste evento? I suoi occhi nuvolosi sarebbero bastati ad esprimere quanto fosse costernato, ma qualcosa nel modo austero con cui Vath aveva parlato lo spinse ad essere più esplicito, come se potesse essergli davvero di conforto.



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view post Posted on 17/8/2018, 14:53
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Vath
Remar «

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Non avevano avuto molto a che fare durante gli anni di Hogwarts con Killian Resween. Vath aveva un suo gruppo, una sua cerchia fidata, che comprendeva tra gli altri anche Hill e Goodwin suoi compagni di dormitorio. Anche il resto dei Serpeverde quando aveva a che fare con lui, sapevano ben poco rispetto la sua vita privata, certo, erano a conoscenza del fatto che fosse figlio di Andrew Richard Remar noto pozionista e che facesse parte di un'antica famiglia purosangue. Questo prima dei suoi successi accademici, prima della nomina a Prefetto e successivamente a Caposcuola e Vath Remar aveva sempre conservato quell'alone di mistero riguardo a chi fosse veramente. Non si stupì, per questo, del fatto che Killian sembrò sorpreso della sua risata. Non era un automa, né aveva inibito i recettori delle proprie emozioni, aveva solamente sviluppato nel corso del tempo una sorta di distacco emotivo per preservare la propria integrità emotiva. Quando ricevette una risposta negativa il ventisettenne fu entusiasta e deluso al tempo stesso: entusiasta perché la moglie non era ancora stata vittima di Maghi Oscuri ma al contempo la delusione per via del fatto che le ricerche non fossero giunte a risultati gli dava pena, pena poiché la sua mente così analitica ragionava su ogni possibile variante. Annuì mentre un sorriso amaro comparve sulla sua bocca, gli occhi di lui si posarono su quelli color della tempesta dell'ispettore Auror. «Grazie, Resween, davvero. Apprezzo molto questa tua premura.» Ciò che non contemplò fu la solita frase fatta che condiva quel tipo di situazioni. «Si, lo è. Tuttavia non posso soffermarmi troppo sul compiangere questa situazione: ho tre figli a cui badare e se perdo me stesso a loro non rimarrebbe più nulla.» Si sarebbe schiarito la voce mentre la voce metallica dell'ascensore annunciò l'arrivo al piano che aveva prescelto.

"8° Livello"

Vath fece un passo avanti, trattenendosi sull'uscita per tenere fermo l'ascensore. Voltandosi l'uomo si rivolse nuovamente all'ex Concasato. «Ti va di pranzare assieme e riesumare gli anni di Hogwarts?»
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http://i66.tinypic.com/15rfr0y.jpg)
Incredibilmente, anche l’ascensore che ospitava per il breve viaggio i due uomini aveva diminuito l’intensità e la frequenza degli scossoni permettendo al giovane Ispettore Auror di poter focalizzare tutta la propria attenzione sulla conversazione senza rischiare di fare la stessa fine della donna salvata poco prima.
Apprese grazie alle tristi circostanze che la famiglia Remar contava come componenti non solo l’ex-serpeverde e la sua consorte recentemente scomparsa , ma anche tre figli. In una situazione meno spiacevole, Killian avrebbe potuto addirittura prodigarsi in un commento da attempati del tipo “ti sei proprio dato da fare!” o qualcosa di simile che pensava potesse calzare per l’occasione di un rincontro tra vecchi conoscenti. Invece, nulla di anche solo lontanamente simile a qualcosa di così sciocco passó nella mente del Resween: apprezzava la volontà del purosangue di mantenersi forte per i propri figli dato che non era affatto scontato. Non tutti gli uomini erano disposti a mettere il loro ruolo di padre sopra ogni altra cosa. La condizione di marito dilaniato dalla preoccupazione doveva trovarsi al secondo posto, pensò. Come riuscisse a venirsene a lavoro mascherando tutto rimaneva un mistero. Lo stimava anche per questo poiché uno tra i suoi principali obiettivi era quello di saper dividere di netto vita lavorativa da vita privata... non che ultimamente gli risultasse particolarmente difficile considerando che la prima aveva praticamente colonizzato il tempo del ragazzo quasi del tutto.

La voce impersonale della tizia divenuta ormai onnipresente all’interno del Ministero li informò che erano giunti all’ottavo piano e il mago osservò vagamente sorpreso Vath che si preparava a lasciare la gabbietta dell’abitacolo. Credeva che anche lui fosse diretto all’Atrium, ma evidentemente si sbagliava. Divenne ancora più confuso udendo la proposta del ministeriale di pranzare insieme e per un riflesso ormai automatico aprì la bocca per declinare l’invito con la scusa - che scusa non era - di andare di fretta. Poi però pensò alla risata che era riuscito a strappare al cipiglio composto che di solito lui esibiva, alla tragica notizia che gli aveva comunicato e alla prospettiva di parlare dei “bei vecchi tempi”. Che lo fossero stati sul serio per il Resween non importava: decise che la sua pausa pranzo poteva prendersi il lusso di allungarsi fino a tempi considerati “normali” dai più.


“Perché no?”, disse mentre con un leggero sorriso seguiva l’uomo fuori dal trabiccolo.

L’espressione non era delle più convinte, comunque: come mai erano scesi proprio a quel livello? Che si celassero posti a lui ancora ignoti nella maestosa costruzione sotterranea che il Ministero costituiva? Non era poi così improbabile: Killian era pur sempre colui che aveva scoperto l’esistenza dei bagni al Quartier Generale dopo un anno che vi aveva prestato servizio.



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view post Posted on 21/8/2018, 14:57
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Vath
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L'espressione dell'uomo di fronte a sé si fece per un attimo perplessa, Vath non avrebbe potuto affermare di sapere ciò che passasse per la testa dell'ex Concasata in quel momento. Aveva ascoltato tutto ciò che il dipendente del C.M.I. aveva detto con rispettoso silenzio ma, una volta che Vath fece la proposta del pranzo assieme, l'espressione di Killian divenne ancor più incerta. Il primo pensiero di Vath fu che come Weiss mesi fa l'uomo si lasciasse andare alle rivalità tra casate di Hogwarts ma quel pensiero fugace fu accantonato velocemente, l'irlandese era appartenuto alla casata di Godric Grifondoro ed era risaputo dell'astio tra Grifondoro e Serpeverde. Tuttavia Killian in quanto Serpeverde era scevro da quel tipo di pregiudizi, lui stesso probabilmente ad Hogwarts ne avrebbe ricevuti su di sé. La risposta positiva accompagnò quei passi incerti dell'ispettore Auror nell'atrium; Vath, d'altro canto, si stava già muovendo con impeccabile precisione verso i camini, sorpassando e degnando di un rapido sguardo la statua dei magici fratelli. «Tutto bene, Resween? Avevo come l'impressione che tu fossi sotto effetto di un potente Confundus poco fa. Spero che ti piaccia il Sushi, il mio collega ha scoperto un ottimo ristorante poco distante dal Ministero, e se lo dice lui che è giapponese...direi che è da provare.» Un rapido giro per controllare che il proprio compagno di pranzo stesse effettivamente bene e poi, stendendo il braccio destro verso i camini, gli indicò l'uscita.
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Edited by Vath Remar - 29/8/2018, 17:20
 
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Quando le grate del suo acerrimo nemico sferragliante si aprirono, Killian capì immediatamente di essere dove non doveva. O meglio: dove non credeva. Con un passo fu fuori dall'ascensore e rivolse uno sguardo indispettito al basso soffitto dell'abitacolo che aveva lasciato, alla ricerca dell'ipotetica fonte della voce monotona come se fosse soltanto colpa sua dell'abbaglio che aveva appena preso. Il modo in cui il suo infallibile senso dell'orientamento veniva meno solo nei luoghi paradossalmente più frequentati aveva dell'incredibile. Percorrendo al fianco del ministeriale il pavimento lustro dell'Atrium (*Perchè quello c'era all'ottavo livello, vero Killian?*) le ultime tracce di sorpresa svanirono dai suoi lineamenti giovani, ma visto che fino ad allora non aveva fatto nulla per tenerla nascosta agli occhi attenti dell'altro, non si stupì della battuta al riguardo. Rise per il riferimento al Confundus e si disse che sicuramente doveva essere sembrato molto buffo in quel momentaneo spaesamento. Poco male, il mago non era certo tipo da fasciarsi la testa per così poco: aveva fatto del non prendersi sul serio il suo più grande vanto. Con ancora il ghigno tra le labbra scure, Killian scosse la testa e ammise sinceramente:

"Se non ci fossi stato tu sarei salito fino al decimo...sarà la forza dell'abitudine, forse"

Non sentiva di doversi realmente giustificare ed infatti quel commento finale era più un modo di dire che altro, anche se effettivamente il Tribunale era un posto che bazzicava abbastanza frequentemente per ovvie ragioni. Sulla domanda di Vath riguardante il sushi, l'Auror sfoggiò ancora una disarmante sincerità:

"Non è tra i miei cibi preferiti, ma se ti è stato consigliato voglio provarlo. E' un collega del tuo dipartimento?"

Il Resween aveva sempre avuto idee ben precise su cosa gli piacesse e cosa no, ma non si poteva dire di che la sua fosse una "mentalità chiusa". Seguendo l'indicazione di Vath, Killian sparì nel verde fuoco all'interno di uno dei tanti camini lanciando però prima un interrogativo che avrebbe trovato modo di essere sviluppato fuori da lì.



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