Lern.

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view post Posted on 15/8/2018, 09:09
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La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo.

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Corvonero
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if you want something to happen
You should do something for make it happen
.

Il polpastrello dell'indice sinistro batteva quasi in sordina un tempo ritmico sul tavolo della biblioteca mentre gli occhi azzurri della corvonero scorrevano attenti le righe della pagina. Se nei paraggi vi fosse stato qualcuno che conosceva un minimo il prefetto si sarebbe subito reso conto che, per quanto la sua posizione di lettrice solitaria in biblioteca fosse alquanto normale, c'era qualcosa che non andava. Per la ragazza un libro generalmente era paragonabile a estremo piacere, rilassamento, nuove cose da apprendere o un mondo in cui perdersi, ma in quella situazione il rumore ritmico e il mordicchiarsi invisibilmente la guancia la riportavano presente a se stessa, come se non volesse lasciarsi troppo trasportare dalle parole e farsi rapire assorta dalle pagine. Altri pensieri la vincolavano alla realtà, di quella stanza colma di volumi, del cielo chiaro fuori dal castello, della sua divisa e della spilla che portava al petto. Era stata troppo distratta. Gli anni le scivolavano tra le mani e per quanto fosse persa nel mondo della magia apprendendo sempre cose nuove, si sentiva come bloccata e per questo insoddisfatta. Le situazioni in stallo senza risoluzione la divoravano e forse il suo mordersi il labbro era solo una lontana conseguenza recondita. Improvvisamente sentiva la necessità di fare, agire, riscattarsi. Non aveva bisogno di dimostrare nulla a nessuno se non a se stessa, eppure il suo modo di approcciarsi ai problemi non cambiava mai. Così, al posto di riprendere in mano i suoi dubbi, le sue paure, ciò che davvero la frenava, era lì in biblioteca a leggere di un'interessante pozione; non che questa fosse il suo fine ultimo, ma sembrava che spesso, mentre la sua mente era apparentemente impegnata in altro, il suo inconscio lavorava in multitasking per suggerirle le soluzioni migliori, sicché alla fine di una lettura travagliata potesse sì ricordare il titolo e gli accenni di un nuovo argomento, ma anche sapere quello che voleva fare. In cuor suo sapeva che non avrebbe mai potuto rivelare quel suo strano modo di pensare a nessuno, a meno che non fosse fuori di testa tanto quanto lei, ma la sua parte la razionale sotterrava ogni tipo di consapevolezza sotto i tempi di cottura di un ingrediente, da quale lato rimestare la pozione e il suo colore finale prima della somministrazione.
Chiuse il libro. Si alzò dalla scrivania e lo ripose esattamente al suo posto nella libreria. Le linee generali di una nuova preparazione erano chiare nella sua mente, ma sapeva anche cosa avrebbe dovuto fare? Forse. Oppure l'idea sorse da sola quando camminando silenziosamente per i tavoli della biblioteca incrociò tre matricole di corvonero seduti ad un tavolo, probabilmente dediti allo studio e allo svolgimento dei compiti. Senza troppi convenevoli sfilò una sedia e sedette tra loro.
 
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-Blake.
view post Posted on 4/9/2018, 09:17




2iXq


- Thomas Blake


*Swing.. Swing.. Swing..* il leggerissimo brusio che i suoi azzurri setosi capelli facevano nel collidere l’un con l’altro, mentre il capo oscillava prima a destra e poi a manca: la biblioteca era così silenziosa. Così tante menti protese sui libri, così assorte nelle parole, così poca preoccupazione per il presente, il passato, il futuro, il tempo sembrava in completa stasi. Eppure lui era li. Thomas, lo sguardo fisso, ipnotizzato su quel polveroso tomo di storia, su quella pagina da diversi minuti ormai, nella sua testa ora era bianca, priva di significato, priva di contenuti. Era lì che viaggiava in quell’enorme pianeta che era la sua mente. Nei suoi pensieri in quell’istante c’era solo la musica che riusciva a ricordare, quella che gli faceva ondeggiare il capo, quella che soleva ascoltare insieme ai suoi genitori, quella che aveva imparato ad apprezzare dopo la Francia, quella che gli animava il cuore di bei ricordi, quella che lo faceva sussultare di malinconia. Dio quanto gli mancava. Tutto. La musica in particolare, senza il lettore si sentiva perduto. Poteva ricordare la musica, le parole, ma ascoltare.. era tutta un'altra storia.. *And they call me under.. and I with.. apetta.. STORIA!* Come un sub inesperto, in apnea, che esce dalle acque dell’oceano troppo velocemente, Thomas risalì in superfice, nella realtà, boccheggiando in cerca di aria pura, stordito. Vide la pagina di fronte a se colmarsi nuovamente d’inchiostro, stralunato. Si scrollò tutto il disorientamento di dosso, ondeggiando vistosamente il capo, cercando di tornare a ciò che ormai era diventata la solita quotidiana routine. *Ok, Storia..* Pensò mentre diede un occhiata circospetta attorno a lui, agli altri studenti, ai suoi compagni, in cerca di un appiglio.

Non era difficile da immaginare, erano ormai diverse ore che stava su quel libro, la concentrazione iniziava a perdersi nei vicoli del suo cervello. Le lezioni di storia gli stavano dando qualche problema in quello strano anno di incanti e magie, eppure erano le lezioni che più si avvicinavano a quelle che si era lasciato alle spalle nella sua ex vita babbana: c’era qualcosa che gli sfuggiva, ma non aveva idea di cosa fosse. Nonostante tutto ci provò di nuovo, afferrò l’angolo della pagina coi polpastrelli del pollice e dell’indice della mano destra. “Ti ho in pugno”, “non mi scappi!” Era questo il senso nel suo subconscio: ma fallì. Dopo qualche decina di minuti le parole cominciarono a scomparire di nuovo, e gli occhi si persero.

Dischiuse leggermente le labbra mentre cadeva in quella pagina “bianca”, mentre gli occhi divenivano due enormi sfere ed iniziavano a scorgere cose che chiunque lo avesse visto dall’esterno avrebbe pensato “Dio, ti sei fatto?” Deglutì inconsciamente mentre ascoltava una musica ad altissimo volume ma solo per le sue orecchie. *And I wither underneath.. in this storm..*

Era nello spazio. Osservava le galassie attorno a se. Le loro stelle erano i suoi ricordi. Li poteva visitare a velocità milioni di volte superiori alla luce: prima aveva sette anni, ora dieci, ne aveva cinque, ora undici. Stelle vicine, e quelle lontane su altre galassie. Le galassie erano le fasi della sua vita. Lui non lo sapeva, ma volava lo stesso. V'era una nebulosa, sembrava la parte avere i ricordi più recenti. Eppure in quel volo solitario, cieco per le polveri, sorrideva: c’erano le voci delle nuove persone conosciute, i suoi insegnanti, il Cappello, i rumori della nuova vita. Non riusciva a vedere ma se non altro li poteva sentire.

Non passò poco tempo, il viaggio che in realtà per lui sembrava aver preso solo un piccolo momento di quella giornata ricca di nozioni durò più del previsto. Sino a quando il ragazzino non sentì il rumore, proprio accanto a se, delle gambe di una sedia strisciare su un ipotetico pavimento (che in quell’istante lui non concepiva assolutamente). *Tumf* Un tonfo. Sussultò, tornò di nuovo alla realtà così rapidamente che, con ancora quell’angolo di pagina sulle dita, ne strappò un piccolo pezzetto ritrovandoselo a stringerlo ben bene nei polpastrelli. Fortunatamente quel libro era di sua proprietà, ma era l’ultima cosa a cui pensò: si voltò subito alla sua destra sorpreso e un poco spaventato. Era.. una delle prefette.


 
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