Casey, ti presento Sully, E per chi sennò?

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view post Posted on 15/8/2018, 12:56
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Casey Bell
Grifondoro • 12 anni • Il retro del Testa di Porco

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Per quanto molti avrebbero da ridire, al Testa di Porco Casey poté inspirare finalmente un po' d'aria fresca. Le vacanze estive erano state un macello, mai si era sentita più sola al Saint Vincent come in quei mesi, con Sarah che non le rivolgeva la parola e l'impossibilità di usare la magia. Una volta tornata nello squallido locale si era messa a lavorare come una furia ma con gioia, tanto che l'Elfo Molesto (così lo chiamava Aberforth) si era messo in testa che o si fosse innamorata o che volesse un aumento. Si era intrattenuta un po' coi clienti abituali, come il signor Perkins, uno strano mago con una doppia gobba che passava le sue giornate a impagliare uccelli e i cui scatti di logorrea sull'ornitologia erano la causa maggiore di assenza di clienti nel locale, almeno durante i suoi orari, e come la signora Bates, una zitella gattara sulla cinquantina che di fronte a un'intera bottiglia di acquaviola leggeva ogni giorno i libri di Gilderoy Allock con occhi sognanti.
Non appena le richieste provenienti dalla taverna si affievolivano e sembravano non esserci più boccali di vetro da lucidare, KC si recava nel retro per sedersi qualche minuto sugli scalini che separavano la porta dal ciottolato. Era stato Aberforth, il padrone del locale, a darle il permesso di andare lì nei momenti di pausa. Alcune volte era rimasto seduto sui gradini con lei, una silenziosa compagnia che infondeva quiete ma sulla quale aleggiava un'aura di mistero. Non sapeva nulla di quell'uomo ma dall'apparenza le sembrava strano che fosse lui il padrone di una taverna del genere. La maggior parte del tempo non si faceva vedere, si rinchiudeva nei suoi alloggi e lasciava tutto in mano alle garzone e all'Elfo. Le poche volte che lo aveva visto però non gli era sembrato per niente male, anche se probabilmente non era del tutto lucido. Quando lo incrociò per la prima volta sul retro teneva in mano una bottiglia di whisky incendiario stravecchio e gliene fece assaggiare un po'. Rise di gusto di fronte alla faccia schifata della ragazzina che lo sputava dietro a un cespuglio. Un altro giorno le fece tirare anche una boccata dalla sua pipa in cui probabilmente dentro non c'era tabacco (ma KC non sapeva nemmeno che sapore avesse il tabacco) e la scena successiva fu altrettanto divertente per lui.
Quel pomeriggio però era sola sui gradini. Fissava un albero sulla quale avevano messo delle luci, proprio come quelle di Natale, anche se non lo era, dato che non c'erano lanterne che illuminassero il viottolo. Finalmente poteva esser tranquilla, si disse. Perfino Hogwarts le sembrava ostile dopo quel che era successo con Daniel in Sala Grande sotto gli occhi di tutti, e nemmeno nella trafficata Sala Comune di Grifondoro poteva avere la tanto desiderata quiete.
Si infilò una mano nella tasca dei jeans. La sua mano toccò un pacchettino di carta rivestito da un sottile strato plastificato. Estrasse un bastoncino molto morbido, una sigaretta, e se la portò alla bocca. Poi con la bacchetta la accesse, con un sommesso "Flamora" impedito dalle labbra serrate attorno al filtro. Aspirò.
- Che schifo! - tossì violentemente. Una nube di fumo le uscì dal naso e dalla bocca dopo averle incendiato i polmoni. *Sempre meglio del whisky di Aberforth* pensò guardando la sigaretta con disgusto. Quel pacchetto l'aveva rubato a una delle sue compagne del Saint Vincent. L'aveva vista fumare con un altro gruppetto di ragazze sui quindici anni, e lei da gran curiosa le era venuto in mente di provare. Dopo qualche secondo si rese conto che il sapore non aveva nulla a che vedere con quello della pipa del padrone del Testa di Porco.
Si passò una mano sui capelli. Da quando li aveva tagliati sembrava un ragazzino, piatta come una tavola e spigolosa com'era. I vestiti poi non le davano una figura aggraziata: dei jeans larghi e una maglietta dei Metallica altrettanto larga - la prima cosa che le dissero quando entrò nel pub fu se si fosse per caso appassionata alle leghe o all'alchimia. Si era dimenticata che nel mondo magico si ascoltassero quasi solamente le Sorelle Stravagarie - che impedivano la vista di qualsiasi rimasuglio di femminilità. A lei andava bene così, anzi era meglio.


 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 15/8/2018, 17:32






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Aveva passato la mattinata ad Hogsmeade con suo fratello. Niente di programmato, solo dei tranquilli momenti tra fratelli, una cosa speciale. Daniel aveva portato un cestino da picnic pieno di qualsiasi cosa fosse mangiabile e, come quando erano più piccoli, si erano messi a mangiare in un prato poco lontano dal Villaggio. Un vero Paradiso. A sorpresa, Daniel aveva tirato fuori dal cestino un mix culinario che Elijah apprezzò non poco, soprattutto quando capì che il maggiore dei Sullivan aveva incantato il cestino per farci entrare molta più roba del dovuto. Era una cosa che avevano in comune, l’avere sempre fame come due uccelli preistorici. C’era cibo cinese, messicano, francese, giapponese, italiano e anche una bella porzione della cara vecchia Inghilterra. Non dimentichiamo l’Irish Coffee. Il Serpeverde non fece mancare nulla al suo palato e provò tutte le portate del menu, facendo anche bis e tris se la cosa gli era piaciuta particolarmente. Non era ammissibile sprecare quel cibo, in un modo o nell’altro andava finito.
Lo finirono tutto, ovviamente, ed erano così pieni che il sake per chiudere le ostilità fu una benedizione divina.
Quando Daniel si smaterializzò, Elijah non lo seguì. Aveva già preso accordi con Hannah che sarebbe andata a recuperalo per l’ora di cena.
Decise di concedersi un pomeriggio di vero lusso. Accese una bella sigaretta digestiva e camminò con calma verso la Testa di Porco. Di mangiare ancora non se ne parlava proprio, almeno per il momento. Avrebbe fatto altro.
Sua sorella gli aveva parlato di un bellissimo albero dietro la Testa di Porco, sui rami del quale era solita andare spesso a leggere quando aveva i pomeriggi liberi a scuola e non faceva troppo freddo.
Arrivò sul posto e rimase estasiato. Per tutti i Troll!! Sua sorella gli aveva regalato una vera chicca. Allungò il braccio e accarezzò il ramo basso più grosso. Aveva la forma perfetta per accogliere la schiena di una persona. Non perse tempo a pensare. Fece forza sulle braccia e si piazzò a sedere in mezzo ai rami. Anche la vista era degna di quel nome, ma lui avrebbe fatto ben altro quel pomeriggio. Si sistemò al meglio, incastrò le gambe in due rami di fronte a lui, quindi aprì il libro dimenticandosi del mondo che lo circondava.
Non trascorse molto tempo e la sua attenzione venne distolta da una voce sotto di lui. Elijah rimase in silenzio a godersi tutta la scena, un ghigno leggero sulle labbra carnose. Una ragazzina – lo comprese dalla voce - alle prese con la prima sigaretta, sputava fumo peggio di un Petardo Cinese.
Saltò giù dal ramo all’improvviso, noncurante del fatto che poteva farle prendere un accidente.
Infilò una mano in tasca, tirandola fuori con il pugno chiuso e si accosciò davanti a lei. Aprì le dita lentamente, mostrandole il cioccolatino alla ciliegia che teneva sul palmo della mano.
- Prendilo, ti toglierà il sapore del tabacco – i suoi occhi chiarissimi la studiavano attenti. Era una studentessa di Hogwarts. Ora che le stava dritto di fronte ricordava di averla vista in giro per i corridoi.
- Non fumare, Scricciolo, meglio non iniziare – a conferma delle sue parole, tornò in posizione eretta e si accese una sigaretta utilizzando il solito accendino Babbano.

 
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view post Posted on 28/8/2018, 10:20
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Casey Bell
Grifondoro • 12 anni • Il retro del Testa di Porco

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Sembrava che una grossa teiera colma di catrame avesse raggiunto l'ebollizione dentro il suo corpo. Dal naso, dalla bocca (e forse anche dalle orecchie a suo giudizio) fuoriuscivano sbuffi di fumo che si disperdevano nell'aria, dapprima acquisendo la forma di grossi funghi, poi semplicemente come piccoli granelli mescolati al pulviscolo. Mentre narici e gola le bruciavano e il desiderio di tossire fuori anche i polmoni faceva capolino nel suo cervello, qualcosa di grosso le cadde accanto dall'albero al quale era poggiata. All'inizio le sembrò un enorme gatto o cane che aveva spiccato il volo dai rami ma qualcosa le diceva che le dimensioni ideali con quelle reali non combaciavano. Presa dal panico si buttò di lato, nell'altra direzione, facendo una capriola sulle radici.
- AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHRGGGGGGG!
Atterrò sulle ginocchia e portò la mano alla bacchetta di Nocciolo, come se fosse stata in grado di incutere paura. Tossicchiava ancora fumo qua e là e solo dopo che la nuvola grigia si diluì nell'aria riuscì a capire che più o meno non correva alcun pericolo.
- MA SEI PAZZO?! - lo guardò in cagnesco agitando bacchetta e sigaretta accesa in aria. Il ragazzo di fronte a lei aveva un'aria divertita e le porgeva un cioccolatino con una mano. Come diamine era salito su quell'albero? Da quanto tempo era lì? *So io dove te lo puoi infilare quel cioccolatino* digrignò una vocina indiavolata dentro la sua testa.
- NO GRAZIE! - disse indispettita. Il tizio aveva i capelli laccati all'indietro, una barbetta ispida e un sorrisetto fastidioso sul ghigno. Poi questo si alzò e si accese una sigaretta. Casey si alzò a sua volta e spense la sigaretta sul tronco dell'albero.
- Scricciolo?? Ma chi ti credi di essere? E da che pulpito mi dici di non fumare?
Come osava chiamarla in quel modo? Se avesse potuto gli avrebbe piantato un morso o gli avrebbe infilzato un occhio con la punta della bacchetta, ma da quel che si ricordava lui doveva essere un prefetto. Lungi da lei osare far del male a uno di loro! Si avvicinò a lui e lo scrutò portandosi le mani ai fianchi indignata. Per quanto fosse più bassa di lui di almeno una trentina di centimetri non si sentì per nulla intimidita. Occhi verdi fissi su occhi verdi, lo rimproverò:
- Non puoi piombare così senza passarla liscia. Da quanto tempo eri lì? Cosa stavi facendo? Mi stavi per caso spiando? Su, rispondi!


 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 5/9/2018, 15:42






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Rimase a guardala nell’apatia più totale, mentre la ragazzina stava dando il meglio di sé. Se c’era una cosa che non tollerava erano le femmine isteriche e votate al pianto.
Aveva una ragione valida per reagire in quel modo? Per come la vedeva lui, proprio no. A volte cercare di essere gentile e cavaliere non paga. Avrebbe fatto bene a restarsene sull’albero a farsi gli affari suoi.
-Ti faccio notare che ci sento bene, il che esclude la necessità di urlare. Vorrei sapere, se possibile, quanto dura ancora questo teatrino, perché nel caso mi metto seduto comodo, esattamente come stavo prima che tu iniziassi a distogliere la mia attenzione da ciò che mi interessa.
Passi lentissimi accompagnarono le sue parole. Il Serpeverde si guardava intorno, assaporando i dettagli del retro della Testa di Porco. La cosa divertente era che l’esterno era decisamente più pulito dell’interno e questo la diceva davvero lunga. A lui però quel locale non dispiaceva, anzi. Era uno dei suoi rifugi preferiti per studiare, e non solo.
- Inoltre lo stridore delle tue grida produce ultrasuoni in grado di attirare tutti i pipistrelli del circondario – fece un ghigno compiaciuto – ma in fondo potrebbe essere divertente, no? Già vedo il delizioso momento del loro arrivo – le lunghe dita staccarono il leggerissimo strato di colla che faceva aderire la carta argentata del cioccolatino, lo scartarono con gusto - immagino che tu non sappia usare un Depulso o un Protego, giusto? - lo trattenne per qualche istante nel palmo. Era cioccolato super fondente e non si sarebbe sciolto con il calore della mano - E visto come accogli gesti gentili, mi guarderei bene dall’aiutarti.
Accompagnò i cioccolatino in bocca e l’assaporò per qualche secondo. Era buonissimo, non sapeva cosa si era persa.
- Mi credo semplicemente uno che è il doppio di te – la guardò con maggiore attenzione. Eh, sì! Il primo sguardo era andato a segno piuttosto bene. La ragazza era così gracile che avrebbe potuto spostarla con uno sbadiglio – e generalmente consiglio di fare quello che dico e non quello che faccio.
L’ultima dichiarazione, accompagnata alla postura, avrebbe finito per indispettirlo, se non fosse stato uno strafottente di prima categoria.
- Non posso piombare qui senza passarla liscia? - fece un passo indietro, inarcando leggermente la schiena nella stessa direzione. Così riusciva ad avere una prospettiva più completa – Immagino che questo sia il momento in cui io dovrei ridere, ma...indovina? ...per quanto io mi stia sforzando per venirti incontro, mi risulta davvero difficile.
Non aveva bisogno di mettere le mani ai fianchi o di impettirsi per sentirsi importante. Si limitò a guardarla mentre con la bacchetta faceva svanire la carta del cioccolatino.
- Cosa faccio nel mio tempo libero non ti riguarda – il suo tono di voce assunse una sfumatura più aspra – e ti consiglio di cambiare tono, considerando che non ti ho mancato di rispetto, cosa che invece stai facendo tu con questo interrogatorio fuori luogo.
Se ci teneva proprio, però, non avrebbe avuto alcun problema a spiegarle perché non la stava spiando, ma lì sarebbe stato lui a mancarle di rispetto e non era proprio nelle sue corde.


 
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view post Posted on 22/9/2018, 00:16
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Casey Bell
Grifondoro • 12 anni • Il retro del Testa di Porco

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Il cuore aveva deciso di smettere di batterle all'impazzata nel petto. Vedere quell'ombra enorme caderle accanto l'aveva mandata fuori di testa, c'era da ammetterlo. Non appena aveva visto che si trattava solo di un ragazzo la fece sentire un'idiota, ma quasi sicuramente lui non poteva passarla liscia. Si mise una mano fra i capelli per tirarseli all'indietro e gli voltò le spalle. Si poggiò nuovamente all'albero in maniera stanca, afflosciandosi sulle sue stesse gambe. Aveva lavorato troppo? Se l'era presa troppo? O era stata quella boccata di fumo a impedirle il respiro?
- Ok.
Dopo aver urlato contro il ragazzo poco le importava di starlo a sentire. Aveva la fronte fredda e sudata. Non era un buon momento per cominciare a litigare, non avrebbe rischiato di avviare un'altra inutile apocalisse, com'era accaduto in Sala Grande lo scorso giugno con Anderson.
- Il fatto che mi volevi offrire una caramella non toglie che mi hai spaventata a morte. Credevo di essere sola e ho pensato che mi stesse venendo addosso un lupo, o una roba del genere.
Con ciò si era chiarita, ed era assolutamente l'unica cosa da chiarire. Era infastidita dal tono arrogante di quel ragazzo, solo un intruso nella sua zona di tranquillità. Com'era possibile che non capisse?
- Non me ne frega un cazzo se sei il doppio o il triplo di me. Se butto un urlo Aberforth viene qui e ti prende a legnate.
Ma non l'avrebbe fatto ovviamente. Sapeva che si era solo indignato per come lei ci si era scaraventata contro. Man mano che l'aria faceva breccia nei suoi polmoni ostruiti, l'antipatia verso quell'individuo si dissipava e faceva emergere il fatto che lui istintivamente, anche se in maniera un po' brusca, aveva voluto darle una mano. Cominciò a perdonargli mentalmente gli improperi e a sentirsi un po' in colpa per quel che lei invece gli aveva detto.
- Adesso basta però. Ti ringrazio per il tuo cioccolatino, ma avevo comunque la gola troppo acida per mandarlo giù senza rimettere.
Dal piccolo alcova che si era ricavata fra le grosse radici dell'albero lo guardò di sottecchi. Alzò un angolo della bocca, mimando un sorriso secco e diffidente ma che voleva intonare uno "scusa" piuttosto rozzo e silenzioso. Orgogliosa fino al midollo com'era non lo avrebbe mai detto sul serio, dunque fissandolo, come per stipulare un accordo di non belligeranza e considerando la possibilità di ricominciare da capo, gli disse:
- Entra pure. Ti offro del Whisky Incendiario se ti va.


 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 30/9/2018, 17:22






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Si stava dando una calmata? Sì, a quanto pareva. Elijah era rimasto totalmente indifferente a quella sfuriata di progesterone. Nel gineceo Sullivan, gli attacchi isterici erano all’ordine del giorno. Sei sorelle femmine ti insegnano a dare a certe esternazioni l’importanza che meritano, ovvero meno di zero. Fece un tiro con la massima calma, aspirando il fumo con gusto, lasciando che questo gli esplorasse i polmoni prima di essere ributtato fuori con forza. Quando espirò, fece attenzione a dirigere il fumo lontano dalla ragazza.
Era tremendamente orgogliosa e questo era un pregio che il Serpeverde non poteva che apprezzare. Quello che invece non gradiva affatto era il turpiloquio, soprattutto se veniva dalla bocca di una donna. Elijah non si esprimeva a parolacce, l’aveva sempre considerato il lessico dei deboli. Chi non è in grado di portare avanti le proprie idee con la parola, aggredisce alzando il tono della voce e spesso lo condisce con male parole. Se usciva dalla bocca di un uomo poteva anche passare inosservato, ma se la bocca in questione era femminile, era come se quelle parole esplodessero di luce. Era giunto alla conclusione che le ragazze che dicono parolacce non hanno alcun fascino. E se ne hanno da vendere, aprendo bocca a sproposito, perdono parecchi punti.
Per questo storse vistosamente il naso, all’ennesima esternazione, ma quella ragazzina non era sua sorella. Se mai avesse sentito Victoria esprimersi in quel modo, l’avrebbe portata al Lago e le avrebbe sciacquato la bocca sott’acqua, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore, avrebbe usato un Gratta e Netta prima che sua sorella se ne rendesse conto. E, se il fine giustifica i mezzi, era certo che non avrebbe più detto parolacce in tutta la sua vita.
A quanto pare lo scricciolo aveva deciso di deporre le armi e a lui andava benissimo. Non c’era nulla che lo annoiasse di più di quelle discussioni senza costrutto. Non aveva alcun bisogno di discutere con qualcuno per darsi un tono o sentirsi importante.
- Grazie, un whisky incendiario non si rifiuta mai – aveva probabilmente la stessa età della ragazza quando aveva tracannato whisky per la prima volta insieme a Capitan von Kraus – a patto che mi fai compagnia, non amo bere da solo.
Non aveva in programma di bere quel pomeriggio, ma l’idea non gli dispiaceva affatto, anche se si trattava di una ragazzina sconosciuta.
Salì il primo gradino che portava all’interno del locale, quindi si bloccò un attimo a guardarla. In tutto quel trambusto non si era ancora presentato. – Io sono Elijah Sullivan, Serpeverde.
Avrebbe aperto la porta, tenendola ferma finché la ragazza non fosse entrata. Solo a quel punto l’avrebbe seguita senza indugi.

 
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view post Posted on 16/10/2018, 22:58
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Casey Bell
Grifondoro • 12 anni • Il retro del Testa di Porco

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Lui la guardava sdegnato dall'alto in basso e lei in cagnesco ancora seduta sul terreno. I due non avevano di certo iniziato bene la loro conoscenza. Lei avrebbe potuto mandarlo definitivamente a quel paese se non si fosse insensatamente sentita in colpa per come lo aveva trattato e non avesse avuto la malsana idea di invitarlo a bere del Whisky Incendiario offerto dalla casa. A tratti cominciò a pentirsi di quel continuo susseguirsi di gesti impulsivi, ma ormai era troppo tardi. Il ragazzo aveva accettato piuttosto di buon grado di scroccare un po' di alcol gratis e quindi avrebbe dovuto sorbirsi quella snervante e allo stesso tempo imbarazzante bevuta. "A patto che mi fai compagnia, non amo bere da solo". Era stato piuttosto chiaro, e lei non aveva più alcuna via di fuga. Non appena egli si mise in moto si alzò dal suo alcova per seguirlo, ma quando il ragazzo si fermò sull'uscio per aprirle la porta ebbe un sussulto che la fece indugiare per qualche attimo. Spalancò gli occhi di fronte a quel gesto inaspettato - mai nessuno si era mai comportato in maniera così strana con lei - e arrossì vistosamente. Cercò di non mutare espressione, di continuare a mostrare un'orgoglio insondabile. Il colpo di grazia le fu dato dall'improvvisa presentazione che il riscoperto gentleman si approntò a fare. Elijah Sullivan, Serpeverde. Era la seconda volta che un figlio di Salazar accompagnava il suo nome con quello della sua casata, come se fosse un'ulteriore conferma della sua identità. La prima volta era accaduto un po' di tempo fa a Diagon Alley con Wolf. Poteva dire di aver visto baluginare negli occhi del suo nuovo interlocutore la stessa fierezza riscontrata in quelli del biondo. Esitò un attimo guardando la mano di Elijah rivolta verso di lei, più presa alla sprovvista che indecisa se stringergliela o no. Ritornata in sé, lo guardò con un sorrisetto abbastanza sincero in volto e gli disse con una stretta ben salda:
- Casey Bell, ma puoi chiamarmi KC.
Poi entrò nel locale immerso nell'ombra. Il retro del Testa di Porco era la zona più disabitata del locale, quindi anche la più polverosa. Su un tavolo, fra mille bottiglie piene a metà di ogni tipo di alcolico, erano presenti dei mozziconi di candela che la ragazzina prontamente accese con la punta della sua bacchetta di nocciolo pronunciando un semplice Ardesco. Una volta che le fiammelle iniziarono a danzare nell'oscurità, mosse dalla brezza che si infiltrava dalla porta ancora aperta, la loro luce iniziò a dar vita a caleidoscopiche forme sui muri attraversando le bottiglie polverose e rese il corridoietto molto più accogliente del locale stesso, donandogli un'aria da casetta rustica campagnola. Sulle pareti in mattoni scuri si potevano scorgere alcune fotografie magiche che ritraevano Aberforth alle prese con i maiali del suo porcile, i quali scorrazzavano continuamente di qua e di là e lo riempivano di fango dalla testa sino ai piedi; altre lo vedevano ringiovanito con a fianco un giovane uomo e una giovane donna, tutti e tre felici e sorridenti. KC prese dalla credenza una bottiglia di Whisky Incendiario che stava per finire e ne versò il contenuto in due bicchieri. Mentre lo faceva ne percepiva già l'odore e il sapore fortissimo e insopportabile. Li posizionò ai due lati estremi del tavolino, uno per Elijah e uno per lei; poi prese posto dando le spalle all'oscurità che fagocitava il resto del corridoio.
- Spero che il fatto che io sia una Grifondoro non ti faccia pentire di aver accettato la mia offerta! - disse ridendo. Voleva dire qualcosa di scherzoso, o meglio ci aveva provato. Rise un po' ma si fermò subito dopo in attesa della reazione del compagno. Per adesso lei non avrebbe toccato il suo bicchiere, anzi sperava che Elijah se ne dimenticasse, perché a lei quel sapore proprio non piaceva. Un giorno forse sarebbe riuscita ad apprezzarlo similmente agli altri, proprio come le sigarette.


 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 29/10/2018, 13:20






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Nel retro della Testa di Porco il sudiciume regnava sovrano, ma non era niente in confronto a quello che aveva visto a Gerusalemme. Lì in ogni angolo c’era polvere e miseria, portare quella tunica era stato un incubo. Già l’essere lì con i suoi vestiti puliti addosso lo faceva sentire un Principe.
Nonostante tutto, però, era stata un’esperienza mozzafiato e importante. Elijah lamentava con se stesso il fatto di dover essere uscito prima e sperava che il Preside tornasse a convocarlo nel prossimo evento da lui organizzato. Quello si che sarebbe stato pazzesco, qualsiasi cosa Peverell avesse architettato per loro. Ci sarebbe andato con un altro spirito, ma soprattutto con una diversa consapevolezza in se stesso ed in ciò che lo attendeva.
Gerusalemme era stata una tappa importante nella sua vita e poteva affermare che lo aveva segnato in senso buono. Gli era servita per crescere e aveva dato il via a diverse decisioni importanti di cui non si era affatto pentito, anzi.
Seguì la ragazza senza indugio e si mise a sedere di fronte ad uno dei bicchieri che lei aveva appena riempito.
- Grazie – ribadì, la mano destra afferrò il bicchiere mezzo pieno. Il Serpeverde fece dondolare il liquido ambrato, lasciando che abbracciasse le trasparenze del vetro. Era di ottima qualità, non vi era alcun dubbio. Un liquore scarso scivola subito sul fondo senza lasciare traccia del suo passaggio. Uno denso e corposo, invece, carezza il bicchiere e resta lì, sebbene in deliziosa trasparenza.
Lo portò alle labbra e mandò giù il whisky in un unico sorso. Subito il suo stomaco iniziò ad ardere, ma non era più una sensazione sgradevole. Lo era stata la prima volta, buffo solo a ripensarci. Ora lui e il whisky si salutavano come due vecchi amici, consci del fatto che si sarebbero fatti del bene a vicenda. Fece un ghigno deliziato – E’ squisito.
Inarcò il sopracciglio all’ultima frase della ragazza. Si sistemò comodo sulla sedia che occupava e poggiò il bicchiere ormai vuoto all’altezza dello stomaco.
- Ti sembro in qualche modo turbato da questa rivelazione, KC? - si leccò appena le labbra per raccogliere le ultime gocce di alcool – Non faccio differenze tra le Case, ma tra le persone.
Evitò di chiedere con quali Serpeverde avesse avuto a che fare per arrivare ad una conclusione del genere.
- Il mio migliore amico è un Serpeverde, ma dipende da quello che siamo noi e basta. Wolf sarebbe stato lo stesso mio fratello anche se avesse portato addosso una divisa diversa dalla mia.
Si mise di nuovo con la schiena dritta e le lunghe dita di Elijah scivolarono sul tavolo. Indice e medio cinsero il bicchiere della Grifondoro ma senza toccarlo.
- Posso? - era evidente che non avesse intenzione di berlo, altrimenti l’avrebbe fatto insieme a lui. Era un vero peccato sprecare del whisky di tale fattura, un vero delitto. In fondo faceva un favore anche a lei offrendosi volontario a svuotarle il bicchiere.

 
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view post Posted on 19/12/2018, 17:37
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Il liquido ambrato restava imperterrito dentro il suo bicchiere. Non si decideva ad attrarla, a sedurla col suo profumo pungente e con le promesse di calore e comprensione, che invece Elijah reclamava e divorava come se si trattasse di mandorle caramellate. Lo guardò con una certa curiosità mandare giù il suo cicchetto, ammaliato dal pregio e dal gusto raro che solo un buon liquore invecchiato poteva donare a una lingua esperta. In un certo senso lo invidiava: così spavaldo, così sicuro di sé. Si comportava come se sapesse che prima o poi il mondo sarebbe stato suo, o meglio come se un giorno sarebbe stato in grado di reggerlo sulle sue spalle come l'Atlante dell'antica Ellade. Lei invece era così piccola, minuta come un asticello di fronte a un ramo di quercia; ma dentro le bruciava un desiderio ineffabile di rivalsa, che ardeva senza sosta e avvampava ad ogni brandello di emozione che gli volteggiava attorno. Prese un sorso del suo whisky ritirando le labbra e la lingua, dimodoché potesse fluirle in gola senza farle rincagnire il volto. Passato il peggio, lo ripose sul tavolo e guardò Elijah, alla ricerca di un segnale su di lui che le confermasse o confutasse gli argomenti proposti. E fu sorpresa nell'apprendere che lui stesso condivideva le sue idee, lui, un serpeverde. KC non provava alcun risentimento verso quella casa, anzi sopportava a malapena coloro che argomentavano la simpatia o l'odio verso un elemento con i colori della loro divisa. Era impossibile però dimostrare che non esistesse una radicata nemesi fra i rosso-oro e i verde-argento, che solo ben pochi eletti dotati di una certa apertura mentale riuscivano a mettere da parte. Sembrava, anzi, era un cane che si mordeva la coda, un gioco che instillava pregiudizi nei suoi partecipanti che si schieravano da due parti contrapposte, nutrendo una naturale diffidenza verso il diverso. Al solo pensiero veniva sommersa da un'ondata di tristezza. Quanto si potrebbe fare se queste barriere venissero abbattute, pensava, se solo ci mettessimo gli uni nei panni degli altri. Ma siamo in fondo tutti disposti a depositare le armi?
- Sono felice che la pensi così.
Un leggero sorriso le si aprì sul volto, puro e ingenuo. Proprio grazie a quel discorso la sua mente stava passando in rassegna tutte le persone che aveva incontrato fino ad allora. I serpeverde che aveva conosciuto forse erano fra quelli che più l'avevano colpita, lasciando una breccia nel suo cuore: Drinky, la strega rossa, che mai si era posta dubbi nel decidere di adottarla, Wolfgang, il ragazzo più grande che con tanta gentilezza le aveva fatto compagnia in una uggiosa giornata di fine estate, e...
- Tu e Wolf siete amici? Davvero? L'ho conosciuto qualche settimana fa per caso. Mi è rimasto impresso - ed effettivamente non avrebbe potuto essere altrimenti, considerati gli eventi che li avevano colti di sorpresa. Ad ogni modo non poteva che sorridere al ricordo delle loro reciproche prese in giro, talvolta un po' caustiche ma volte al riso. Fece cenno ad Elijah di prendere con tranquillità il suo secondo bicchiere, tanto per lei quel sorsetto era già stato abbastanza, e dunque continuò con un certo bagliore negli occhi - credo che sia l'esempio perfetto per noi. Però...
C'era qualcun altro che faceva da chiudi fila nel suo conteggio, qualcuno che per indole e desideri si contrapponeva totalmente agli altri elementi dell'insieme in cui l'aveva riposto. Lui rispecchiava chiaramente l'immagine tipica che i compagni le avevano disegnato nell'anno precedente, il grande cliché che mai si sarebbe aspettata e in cui era caduta a capofitto accecata dalle emozioni. Non si sarebbe mai perdonata per quel colpo d'ingenuità permessasi alla fine dell'anno scolastico, e nemmeno la sua reazione al rifiuto. Era stata proprio quella a confonderle l'idea stessa che si era creata della situazione, poiché mai e poi mai, se non gliene fosse importato nulla, se la sarebbe presa in quel modo. La lucina nei suoi occhi si spense, e sovrappensiero, osservandola scivolare via, disse fra sé e sé:
- ...alcune persone non le capirò mai.


 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 29/1/2019, 11:35






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

La guardò attentamente, così minuta e delicata. Gli ricordava molto sua sorella Victoria, una parte di se stesso custodita con cura e tenuta nascosta. Avrebbe voluto che anche Vic avesse quella stessa rabbia interiore, la forza del germoglio che sbuca dalla terra nonostante tutto. Abbassò per quel secondo lo sguardo, avvolto nei suoi pensieri più profondi.
- Non pensarla così rivela solo ristrettezza mentale – sentenziò il suo vocione caldo. Ne era fermamente convinto, lo aveva sempre pensato. Certo, per una parte della sua famiglia non era così, ma non se ne era mai preoccupato. Quando parlavano li lasciava fare, senza perdere tempo ad argomentare su una cosa che non gli interessava minimamente. Loro avevano le loro convinzioni e lui le sue, e lì finiva la storia.
Il nome di Bogdanow gli fece sollevare il sopracciglio sinistro in modo malizioso. Si concentrò meglio sulla piccola Grifondoro, molto più di quanto avesse fatto fino a quel momento.
- Ti è rimasto impresso? Interessante - commentò a voce alta, con fare all’apparenza indifferente. La mano fece suo l’altro bicchiere di whisky che la ragazza aveva assaggiato con malavoglia e un poco di disgusto. Lo strinse, facendo dondolare il liquido ambrato. Adorava quel gesto, era un modo per godere di più di quel momento. Era sempre stato affascinato da quella corposità di gusto, unito ad una consistenza morbida. Sollevò appena il vetro sfaccettato, mettendolo in controluce. Sorrise. Si creavano delle sfumature di colori che solo un disegnatore come lui era davvero in grado di apprezzare.
Le labbra raggiunsero il vetro per un sorso rapido.
- Dimmi un po' – gli occhi chiarissimi di Elijah si concessero il gusto di esplorare Casey – hai una cotta per Wolfgang?
Non amava girare intorno alle cose per arrivare ad un punto di destinazione. Preferiva essere diretto e andare dritto al punto senza perdere tempo.
Fece un ghigno. Non aveva idea se quella domanda l’avrebbe messa in difficoltà, ma non gli interessava minimamente. Moriva dalla voglia captare ogni sua più piccola reazione e analizzarla. Adorava i giochetti psicologici e più erano al massacro e più gli piacevano. Non avrebbe mollato l’osso, non prima di avere un minimo di soddisfazione.
- In effetti potrebbe essere il tuo tipo – mosse il corpo verso il bordo del tavolo, avvicinandosi leggermente nonostante ci fosse quattro assi di legno a dividerli.
- Sono capace di mantenere un segreto – il pollice e l’indice si mossero lenti sul filo delle labbra, mimando una zip – anche in punto di morte.
Non mentiva. Nel momento che faceva una promessa, sapeva tenere la bocca chiusa.
- Le persone vanno inquadrate – un nuovo sorso spezzò il discorso quel tanto che bastava a dargli un po' di enfasi – e catalogate. Non tutte meritano di essere capite, o che tu debba sprecarci le energie – poggiò il bicchiere mezzo pieno sul legno solido e sudicio – quelle riservale alle persone che le meritano, e solo a loro.


Amame :bello: :bello:

 
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view post Posted on 31/1/2019, 22:30
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Non era mai stata in grado di relazionarsi con gli altri in maniera semplice. Si era sempre imposta a causa del suo carattere forte, egocentrico, dominante per certi versi, e le uniche persone che poteva definire più vicine a lei erano il suo esatto opposto. Queste si lasciano trascinare dalla sua personalità, probabilmente spinti dalla necessità di avere accanto qualcuno più temerario ed impulsivo. Forse standole vicino si sentivano più forti, oppure si paragonavano a lei, la osservavano e si congratulavano con loro stessi per non essere nello stesso modo. Il dialogo si svelava complicato invece nel momento in cui avveniva con qualcuno al suo stesso livello di caparbietà. In questi casi, o uno dei due mollava l'osso, o ci si dilaniava nell'incomprensione più totale, con conseguenti attacchi isterici e seppellimento di insicurezze nei meandri del cervello.
«Coooosa?» si allarmò. Per poco non cadde dalla sedia. «No, macché» lo guardò sconvolta. Una reazione forse un po' troppo estrema per garantire la propria veridicità. In realtà Casey non aveva mai rivolto quel tipo di pensieri a Wolfgang, ma doveva ammettere che un bello strato di imbarazzo si era formato fra di loro il giorno che si erano conosciuti. Forse più per lei, ecco, che non aveva mai avuto molto a che fare con ragazzi più grandi fino a quel momento. «No, no, no, no» continuò «Wolfgang è un caro ragazzo, ma lo vedo più come... uhm, un possibile fratello, ecco». Non era molto sicura di quel che stava dicendo, glielo si poteva leggere nello sguardo, ma più che altro perché paragonare qualcuno ad un familiare, nella sua particolare condizione, le sembrava proprio strano. «E poi non lo conosco così bene».
Un'ondata di calore le schiaffeggiò ancora una volta il viso all'affermazione di Elijah. Lo guardò con una smorfia a metà fra il disgusto e l'imbarazzo mentre il naso le pizzicava violentemente. «E perché sarei il suo tipo?» chiese, facendosi più avanti «cosa te lo fa pensare?». Continuò ad ascoltarlo con un filo - piuttosto spesso - di interesse in più e poi concluse: «Ma non c'è nessun segreto da mantenere. Io non ho una cotta per Wolfgang». A questo punto scivolò sulla sedia e distese le gambe accavallando i piedi sul vecchio e sporco bancone a lato. Le braccia incrociate sul petto erano un monito: "io non ho una cotta per Wolfgang". Sia per Elijah che, in fondo, anche per se stessa. Se ne stava convincendo? Ma da allora probabilmente avrebbe avuto il pallino.
«In realtà non parlavo di lui» esordì dopo un minuto di silenzio. Non sapeva perché l'aveva detto. Tutt'a un tratto si imbronciò pensando a quel testone di Anderson. Elijah non se l'aspettava probabilmente che lei si riferisse a quell'altro suo concasato. Non aveva idea di in che tipo di rapporto si trovassero. Per un attimo fu pervasa dal pensiero di chiedergli qualcosa sul serpino impertinente, ma poi lasciò perdere.
«Sai con chi staresti bene tu?» disse. Nel mentre aveva preso un sacchettino di noccioline da un cassetto e lo aveva messo sul tavolo a mo' di aperitivo. Sgranocchiandone una continuò: «con la Rigos».




Gh, certo che te se ama :bello:
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 12/2/2019, 10:42






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Rimase impassibile a guardarla. Non poteva negare che si stava divertendo e non poco. Era quasi tentato di farle notare che, come alternativa, poteva sempre infilare nel unghie dentro al tavolo.
Decise di assumere una posizione più rilassata. La schiena tornò ad appoggiarsi contro lo schienale della sedia che, a dispetto delle orride apparenze, era decisamente comoda. Le caviglie si incrociarono, lasciando che i due malleoli esterni poggiassero sul pavimento.
- Prova a dire un altro No e magari mi convinci.
Le labbra si tesero in un ghigno inevitabile. Per quanto la Grifondoro si stesse impegnando a mostrare la migliore faccia indifferente, male tra l’altro, il linguaggio del corpo urlava tutto il contrario. Le braccia incrociate sul petto erano un evidente segno di difesa, segnale che al Serpeverde non sfuggì affatto. Si stava divertendo, doveva ammetterlo, ma non stava ancora infierendo.
- Non ho mai visto nessuna agitarsi così per un probabile fratello, prendendo fuoco come un braciere.
Era certo che gli avrebbe subito detto che dipendeva dall’alcool e lui avrebbe fatto finta di crederci, forse, per buona pace di tutti. Sì, lo avrebbe fatto, ma solo fino al momento che la cosa lo divertiva, era ovvio.
- Non te lo so spiegare. E’ una sensazione molto forte, tutto qui.
Era una strana coppia, eppure non li vedeva così male accostati l’uno a fianco all’altra e non necessariamente in un senso. Certo, la reazione di Casey faceva pensare solo ad uno, ma il tempo avrebbe fatto evolvere le cose verso la giusta strada.
- Nieve, dici? Interessante teoria la tua, peccato che io e lei siamo del tutto incompatibili – sollevò il sopracciglio sinistro concentrando lo sguardo sulla piccola adepta di Godric – ma riconosco che bacia piuttosto bene.
Quando si nuota in situazioni spinose, essere strafottente è sicuramente un grande asso nella manica ed Elijah lo era all’ennesima potenza. Riusciva a restate del tutto imperturbabile davanti alle affermazioni più pungenti. Le parole di Casey non erano riuscite nell’intento di metterlo in imbarazzo, come probabilmente aveva sperato la Grifondoro, ma erano riuscite a stuzzicare la sua insaziabile curiosità. Era curioso, morbosamente curioso, fattore dovuto al sangue Corvonero da parte di padre.
- E' buffo, in effetti. Come mai tra tante mi tiri fuori dal mazzo proprio la Rigos?
Forse la risposta era molto semplice, forse le chiacchiere avevano galoppato molto più velocemente di quello che pensava lui. Eh, già! Se Astaroth aveva fatto le sue succose confidenze a Dorian nel castello, era scontato che i quadri lo sapessero e, se lo sapevano loro, lo sapeva tutta le scuola. Quei maledetti pettegoli non perdonavano nessuno.
Dubitava che Nieve fosse andata a raccontare in Sala Comune i particolari succosi del loro incontro al campo di Quiddtich, anzi, ne era quasi certo. Per come gli aveva servito quella carta Casey, però, lei sapeva qualcosa. Elijah non credeva alle coincidenze, non ci aveva mai creduto, così come non credeva che le cose succedessero per caso. Ad ogni azione, corrispondeva sempre una ragione tangibile. Sempre.


 
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view post Posted on 22/2/2019, 21:37
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«N O». Si sporse leggermente in avanti verso Elijah e scandì lentamente la sua ennesima negazione, cogliendo con ironia l'altrettanto ironica richiesta di lui. Poi con un pericoloso scatto che fece traballare per un millesimo di secondo la sua sedia, si gettò all'indietro e gli fece una linguaccia degna di una scimmietta birichina. Sorrise per trasfigurare il rossore dell'imbarazzo nel possibile accaloramento dovuto alla tensione dei muscoli del viso, e poi guardò ancora il bicchiere vuoto. Lo prese, lo portò all'altezza degli occhi e lo fece roteare lievemente da vera esperta come se dentro ci fosse ancora il liquido ambrato. «Giuro, prima o poi riuscirò ad apprezzare questo piscio di Drago» lo sbatacchiò un altro po' e poi lo sbatté sul tavolo con un'espressione insieme trionfante e burlona «ma non è questo il giorno!». Rise e contorse la faccia in una smorfia volutamente comica di disgusto: «Bleah!». Ma nonostante quei premurosi accorgimenti per spostare l'attenzione sull'argomento "il Whisky Incendiario fa schifo", Elijah aveva deciso di andare fino in fondo in quella discussione. *Ma che è, non starà cercando mica di farmi mettere con capitan Hook?* si chiese, e a quel pensiero rientrò testa e collo fra le spalle come una testuggine. Le parole del Prefetto scatenarono fuoco e fiamme nella piccola Grifondoro, e fu davvero difficile trattenersi. Lo guardò con gli occhi a fessura e alzò un sopracciglio, alla stessa maniera in cui una teiera in preda al bollore e al vapore lancia in aria il suo coperchio. «Una sensazione molto forte, eh? Non sarai per caso un veggente?». Di rimando, la sua battutina su Nieve sembrava averlo colpito ed affondato. L'impassibilità statuaria - o meglio dire alla James Dean? - ostentata dal ragazzo ad ogni sua frase l'aveva tradito per un millisecondo, al che KC cominciò ad alzare ed abbassare maliziosamente le sopracciglia. Credeva che egli preferisse mantenere l'argomento "Nieve" velato, almeno con una ragazzina di dodici anni, e invece...
Si alzò in piedi di scatto e poggiò le mani al tavolino marcio per non perdere l'equilibrio. «Ooohh oohh!» l'espressione sorpresa parlava da sé. KC non ne sapeva davvero un bel niente delle tresche amorose dei compagni, anzi, non le interessava proprio. Le voci di corridoio non le ascoltava e quella battuta l'aveva messa lì tanto per dire, tanto per non sentirsi in difetto. In più se il Prefetto Rigos sapeva baciare bene voleva dire che, insomma, era esperta. Probabilmente un giorno le avrebbe chiesto consiglio. Da quella posizione, avendo finalmente fatto sbucare fuori collo e testa dal carapace, riuscì a comprendere dalla finestrella di quello sporco ripostiglio che le ombre iniziavano ad infittirsi. Con sua enorme sorpresa, non si era resa conto dell'orario né che lo stanzino era totalmente caduto nell'oscurità del crepuscolo e che i loro volti erano resi riconoscibili solo da un semplice mozzicone di cera. «Come mai proprio la Rigos? Be'... non lo so... "è una sensazione molto forte"» un'altra linguaccia «con la sola differenza che io ho indovinato e non ho proprio idea di come baci Wolfgang». L'aveva detto, nella più totale mancanza di controllo. Rimase un attimo per aria e poi si schiarì la gola per condurre nuovamente il discorso altrove. «Senti un po', Elijah, io qui avrei finito. E se non torno immediatamente al castello la famosissima Rigos comincia a minacciarmi di mettermi sui ceci. Dato che sei un Prefetto (e che ti ho offerto da bere) mi scorti tu?». Lo guardò con un paio di occhioni dolci sbattendo le ciglia alla velocità della luce, poi si diresse verso la porta e spalancandola disse: «Grazie!».


:*-*:

 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 25/3/2019, 21:07






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

La candela si consumava in modo costate e inesorabile, e loro erano ancora lì. Si studiavano in modo strano, in modo diverso da quelli a cui era abituato. Il Serpeverde apprezzava quel modo di fare, ma non glielo avrebbe detto nemmeno sotto tortura.
- Non sono un veggente e non mi dispiace affatto – confessò candidamente – sapere tutto prima eliminerebbe l’effetto sorpresa.
Guardò di sfuggita il suo bicchiere ormai vuoto. Peccato perché era whisky di ottima fattura.
- Le cose prevedibili mi annoiano a morte.
Era vero, aveva sempre amato il genere di imprevisto che ti spiazza e che ti rivolta a piedi in aria. Sì, aveva decisamente più sapore.
Sapeva che sarebbe successo e lo capì nell’attimo in cui la soddisfazione di fece strada sul volto di Casey. Non poteva negare a se stesso quanto lo stesse divertendo tutta quella faccenda. Per questa ragione la lasciò fare, godendosi lo spettacolo in prima fila.
- Vediamo – si strofinò il mento con vigore, facendo raspare le dita sulla barba incolta – forse perché Wolf non ti ha mai baciata – aggrottò leggermente la fronte – ma se lo avesse fatto non credo che ti sarebbe dispiaciuto, dico bene?
Un sorriso apparve sfacciato sul volto del Serpeverde mentre sfilava le sigarette dalla tasca e le rigirava nel centro delle mani.
- Di contro, Nieve ha baciato me – fermò per un istante i suoi movimenti – e non il contrario.
Fece un ghigno prima di riprendere la giostra delle sigarette.
- Ma non sono certo rimasto a guardare.
Riuscì ad affermarlo con la sua solita freddezza. La cosa lo aveva toccato, non poteva negarlo. Con il passare del tempo aveva però metabolizzato la questione, rimettendola sui binari di una semplice esperienza da archiviare.
Dovette fare uno sforzo sovrumano per controllarsi e non ridere, quando la Grifondoro prese a sbattere le ciglia. Era palese l’aspetto allegorico della faccenda da entrambe le parti, ragion per cui Elijah decise di calarsi nella parte, così come gli veniva richiesto.
- Non mi permetterei mai di farti finire nelle fauci della Rigos, non mi sembra carino – allargò il sorriso alzandosi dalla sedia e raggiungendo la ragazza – sono pur sempre un Cavaliere.
La seguì e, appena si ritrovò all’esterno, si accese una sigaretta, prelevandola dal pacchetto che teneva ancora in mano. Provò a godersi il primo tiro, facendo attenzione a non essere sottovento.
- Dai, andiamo, piccola Casey.




:flower:
 
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13 replies since 15/8/2018, 12:56   298 views
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