Dunkel ist das Leben, ist der Tod, Concorso a Tema: Ottobre 2018

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 31/10/2018, 21:13
Avatar

Group:
Serpeverde
Posts:
3,923

Status:


Vagnard von Kraus
L’ingombrante figura di Vagnard von Kraus si accampava nel bel mezzo delle Cucine, dietro di lui la porta d’ingresso, avanti una schiera di Elfi ridotti in schiavitù, uno accanto all’altro in attesa di un’esecuzione sommaria di stampo dittatoriale. Accanto a lui Sophie Armstrong brandiva in mano un coltello offertogli da quella che sarebbe stata la sua vittima, la prima di un vero e proprio eccidio. La dedizione all’Uomo, la sua stessa Natura in breve lo avrebbe tradito, rimanendogli fatale.

Quello che di lì a poco sarebbe accaduto avrebbe sorpreso lo stesso Vagnard. Non era facile meravigliarlo, ma Sophie ci riuscì con ottimo risultato. Nel momento in cui Lei levò il coltellaccio, gli occhi dell’ex Prefetto ebbero uno spasmo. Capita quando il cervello recepisce un pericolo ed esce repentinamente dallo stato di quiete; le pupille si ingrandiscono, ricevendo una quantità eccessiva di luce in entrata, tale da causare lo spasmo. Lo scopo è quello di poter avere una visione più acuta in caso di pericolo e di poter meglio individuare nascondigli o vie di fuga, grazie Madre Natura.

Il suo muscolo buccinatore si ritirò, mostrando uno dei suoi caratteristici ghigni. Contemporaneamente a quel movimento Sophie cominciava ad infierire sulla vittima. Come a rallentatore il malato Serpeverde osservò la punta del coltello violare la sporca pelle dell’essere; poté quasi, come allucinazione, sentire i tessuti del suo sterno rompersi a contatto con essa, un’illusione certo, ma fu un'esperienza che il ragazzo provò con intensità: cominciò a sentire caldo, l’adrenalina salire. Dentro lo stomaco qualcosa cominciava a muoversi, poco più sotto qualcosa si erse.
Aveva appena avuto un’erezione.

Cosa stava provocando quella reazione fisica? Il taglio di Sophie era tutto fuorché chirurgico. Voleva uccidere, preferibilmente facendo soffrire quella bestia in maniera indicibile. Il seguito sarebbe stato ovvio: il sangue non sarebbe uscito in rivoli ordinati, ma come rubinetto fuori controllo avrebbe imbrattato casualmente la zona circostante senza chiedere il permesso ad alcuno. E di nuovo il tempo sembrò fermarsi. Le pupille dell’animale si allargarono, non seppe se per il dolore che provava o per lo spavento.

* TUM TUM TUM *

Cos’era? Si guardò attorno furtivamente, come allarmato. No, non c’era nessuno, non poteva esserci nessuno oltre a loro. Come prima aveva avuto una sorta di allucinazione. Era come se potesse sentire il cuore della povera bestia, che forsennatamente pompava, pompava e pompava ancora, disperato, come per cercare di rimediare al danno subito. Non poteva udirlo realmente, ma poteva vedere il muscolo cardiaco muoversi scompostamente tramite i movimenti della pelle dell’elfo. Ma per quanto pompasse, il sangue continuava a fuoriuscire, lui a perdere le forze.

Fu quello il primo vero incontro ravvicinato di Vagnard con la Falce, da carnefice almeno. Il suo sguardo si spostò verso quello dell’Elfo, e in un rapido quanto fugace istante riuscì a cogliere gli ultimi bagliori di vita nei suoi occhi. Il cambio di tono delle pupille fu drastico. Quando essi divennero vacui capì che era tutto finito, nessun’anima possedeva più quel corpo inerme. Non ce l’aveva fatta, non aveva dimostrato di voler rimanere aggrappato alla vita. Ebbene, Vagnard non lo biasimava. È vero, stava mettendo alla prova quegli Elfi, conscio però di non sapere cosa fosse più giusto e cosa sbagliato. Per cosa si vive? È un qualcosa che non si scegliere, ci si ritrova lì e basta per decisione altrui. Non c’è alcun disegno scritto sulla fronte delle creature viventi, animali, maghi o babbani che siano. L’unico disegno che devono seguire è quello dell’istinto, fino a che il corpo ne ha la forza. Nascere, crescere, invecchiare, tutto fine a se stesso. L’Elfo forse lo aveva capito prima di lui, si era lasciato andare, mettendosi alle spalle il nonsenso della vita. Paradossalmente cominciò a provare rispetto per l’essere, capace per un attimo, forse, di prendere coscienza del suo Io e di prendere una decisione propria.
Vagnard nella sua immensa magnanimità lo aveva illuminato, Sophie gli aveva concesso la libertà.

L’Adepto volse dunque lo sguardo più su, verso il muro, lì dove i tremanti elfi erano stati ghettizzati come comuni schiavi egizi.
Levò la bacchetta in aria. Era giunto il momento della prova del nove. Aveva bisogno di conferme.


❝Du sollst mit dem Tode zufrieden sein / Warum machst du dir das Leben zur Pein?❞SCHEDA UMANO 17 ANNI CAOTICO MALVAGIO SERPEVERDE code © psìche



//Il testo vuole essere un approfondimento agli eventi accaduti nelle Cucine, altrimenti non possibile a causa delle tempistiche e della turnazione di una Quest. Questo è volto a comprendere meglio, se possibile, la psiche di Vagnard ed il perchè delle sue azioni.
 
Top
0 replies since 31/10/2018, 21:13   70 views
  Share