Di ogni possibile eventualità ponderata prima, e valutata poi, quella era la meno plausibile cui riteneva presto o tardi si sarebbe dovuto confrontare. Eppure, stava succedendo. La giovane Serpeverde si era fatta avanti, con un'idea precisa in testa, e più il ragionamento avanzava, più si contorceva, più diveniva difficile capire dove fosse veramente il nocciolo della questione. Cosa gli stava raccontando? Cosa stava argomentando? Non erano d'accordo sulle persone, sulle modalità, o sulle soluzioni? E sempre seguendo il ragionamento, in fondo, era pur sempre consapevole per sua ammissione diretta di non dover interferire, per quanto... aveva mai dato l'impressione di essere insofferente a voler appianare le divergenze, possibili o eventuali che fossero? Evidentemente no. Gli stava chiedendo quasi il permesso? Ma allora, così facendo, non ammetteva implicitamente di avere in una qualche forma la coscienza sporca? Era quello il vero punto dolente di tutta la questione? Quanto marginale era tutto il resto? Se erano una lunga serie di concause ad aver determinato quell'esito, in quale misura esse avevano prese singolarmente influito sul risultato finale? E tra quelle, quanto era un problema di coscienza? Per che cosa? Eppure, con che diritto avrebbe potuto fargli lui il terzo grado? Poteva? Il fatto stesso che la giovane decidesse di lasciare, non era un chiaro passo verso l'immunità? Toltasi quel peso, il problema sarebbe stato archiviato. Poteva chiederle di tornare sui suoi passi, quando era tanto evidente che ormai la decisione fosse presa? Poteva arrogarsi tale diritto, pur nella consapevolezza che in fondo ormai il dado era tratto? La giovane aveva dato, era tempo che il testimone passasse? O il problema erano davvero le sue decisioni? Aveva trovato la persona sbagliata da mettere a Serpeverde? Poteva forse affermare di conoscerlo? No, eppure qualcosa andava fatto. E come poteva invece lei conoscerlo meglio di lui? Con che coraggio avrebbe potuto sostenere che dopotutto non era successo nulla, salvo qualche piccolo incidente, pretendere fiducia, e tirar dritto con una certa indifferenza? Era stato piazzato lì, la presenza di un vecchio doveva pur comunque sembrare più rassicurante di quella di una giovane donna, sparita nel nulla. Ma sarebbe bastata? O forse no?
Qual era il vero punto?
Che cosa gli sfuggiva in tutta quella storia?
C'era qualcosa da scoprire, o semplicemente doveva accettare il punto, ringraziare della visita, e cari saluti? Cosa era giusto fare? Cosa non poteva comunque esserlo? Dopo tanti anni qual era il miglior modo di ringraziarla? Spingerla a ritrattare la posizione, prendere tempo, o accettare e incassare le tacite accuse che di fatto si portava dietro? E se c'erano delle accuse, perchè tacitarle? Perchè nasconderle sotto al tappeto? Dove stava il senso recondito di tutto quello? Era davvero intenzionato a render conto delle sue azioni a una studentessa? Se l'avesse fatto, cosa avrebbe perso? C'era davvero qualcosa che rischiava di perdere? Poteva lavarsene le mani? Ma il punto era quello? Era venuta a chiedere conto, e non l'aveva fatto, o semplicemente aveva ormai deciso? Il sasso era ormai nello stagno, vorticoso, e non c'era modo di riportarlo a riva? Sarebbe affondato, e tante grazie?
Cosa doveva fare?
Buon viso a cattivo gioco per l'ennesima volta?
Nulla, e lasciare che tutto procedesse come sembrava?
Si stava davvero risolvendo un problema, o aprendo un altro fronte?
Eppure, cosa desiderasse ormai era chiaro.
Capisco Emily, in realtà temo che concordiamo su più punti di quanti non mi farebbe piacere ammettere, ma così vanno le cose. Ci troviamo in una situazione straordinaria, che per giuste o sbagliate che siano richiede risposte pronte e celeri, altrettanto straordinarie. Il nostro non è il migliore dei mondi possibili, ma è tutto quello che abbiamo, e dobbiamo farcelo andar bene. Proprio come siamo chiamati a prendere le decisioni che le attuali circostanze prima ancora che richiedano, permettano, e che ovviamente sono molto lontane dall'essere le migliori possibili. Ho la presunzione di conoscere la natura del nostro problema più di quanto non vorrei, e farò tutto il necessario per risolverlo. Ma giustamente lei non è venuta da me per discutere di questo, quindi... la ringrazio di tutto, e la invito ad andarsi a cambiare, non manca ormai molto all'arrivo dei nostri ospiti, e il Ballo di quest'anno vi riserverà una 'sorpresa'. A più tardi, quindi.
Era ormai fatta.
C'era un nuovo problema da risolvere.
Come se non bastassero già i presenti.
Eppure, che altro si sarebbe potuto fare?
Molto probabilmente nulla.