Muggles&Wizards, Per Daniel Blaine

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Capitolo I
Vath Remar
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Ex Serpeverde
Legilimens Apprendista
«La conoscenza è potere.»

Daniel aveva accettato il proprio invito ad addentrarsi di più in spiegazioni più specifiche ed approfondite riguardo le differenze che intercorrevano tra maghi e babbani. Trovo buffo che, proprio lui, dovesse spiegarlo al ragazzo e mentre si avviò verso il WizCafè fece un unica domanda al ragazzo. «Daniel, perdona una domanda, dell'impiegato ministeriale che è venuto a casa tua, ricordi per caso il nome e il dipartimento? » Una domanda apparentemente senza connessione logica per Daniel ma che, per Vath, avrebbe fatto luce su un dipendente che letteralmente lavorava con i piedi. L'ex Serpeverde aveva avuto la prova che, tale dipendente, non aveva adempiuto al proprio dovere. Ligio com'era ai propri doveri per il dipendente del C.M.I. era inconcepibile tale mancanza di dovere lavorativo: la persona assegnata a tale incarico avrebbe dovuto facilitare la transizione del giovane e dei parenti dello stesso verso la comprensione che la magia era reale e che ogni giorno operavano nel resto del mondo molti maghi e streghe. Attendendo una risposta dal giovane Blaine Vath raggiunse la porta di Florian, preferendo un tavolo all'interno del locale rispetto ad uno fuori. Tenne la porta al ragazzo e infine scelse un tavolo appartato, nell'angolo destro del locale vicino ad una vetrata che dava sulla strada principale di Diagon Alley. Il ventottenne si sarebbe accomodato sulla sedia che dava la schiena alla parete, libero di poter controllare chi sarebbe entrato ed uscito dal locale. Quando anche Daniel si sarebbe accomodati gli avrebbe rivolto un unica domanda prima di rispondere alla sua domanda. «Cosa ti hanno spiegato fin'ora a riguardo?»

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Daniel Blaine
view post Posted on 12/12/2018, 22:48





Daniel Blaine
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La Gelateria di Floirian Fortebraccio. Il signor Vath Remar si era proposto per rispondere ai miei quesiti e dubbi sul mondo magico. L'uomo nel cammino per il locale mi pose una domanda riguardo a chi avessi avuto di riferimento da parte del ministero, cercando di ricordare a ritroso in quei fatidici giorni grigi della mia vita ricordai la figura di un uomo verso i cinquanta dai capelli molto corti portati all'indietro ,sguardo austero e tono severo.

-Smith, se non sbaglio di cognome faceva Smith ma il nome mi sfugge... che io sappia dovrebbe lavorare al terzo livello livello ... forse di nome faceva George?

Ero molto in dubbio sulle mie affermazioni, ma al contempo ero perplesso per la domanda del mago non capendo perfettamente il nesso con la domanda posta poco prima dal sottoscritto. Per si e per no la mia risposta poteva agevolare quella dell'uomo quindi non mi feci troppi problemi. Quando la porta del locale ,nostra meta ,emerse dalla folla di maghi il signor Remar mi precedette aprendo la porta e lasciandomi passare tenendola. Una volta dentro il dipendente ministeriale si diresse subito verso un tavolo vicino ad una vetrina. Presi posto seguendolo al tavolo per poi ascoltare quella sua domanda tanto semplice quanto complessa.

-Quello che mi hanno spiegato? da dove comincio ? ... quando si scoprì che ero un mago ed il dipendente che le ho nominato prima venne a casa mia per informare me e la mia famiglia sulla situazione mi spiegò ben poche cose. Disse semplicemente che la magia era una forza misteriosa insita nella natura dei maghi e che da quel punto in avanti avrei avuto accesso ad un mondo nuovo nascosto in parallelo a quello in cui vivevo prima della manifestazione del mio retaggio arcano... tempo dopo un pò per dei problemi ed un pò per la confusione generale ricevetti molte informazioni frammentate e confusionarie da più dipendenti del ministero. Ancora non mi sono chiare tantissime cose.

Volsi uno sguardo verso gli occhi gelidi dell'uomo chiudendo il discorso e facendo riferimento alla mia prima domanda riguardo Babbani e maghi. Mi sentivo come ad un colloquio ,come se ogni mia parola fosse pesata e valutata , era una sensazione mia personale data probabilmente dal fatto che il signore che avevo di fronte lavorava come dipendente del ministero ,luogo che ,nei miei incubi infantili ,era ricorrente. Da tempo non associo più sentimenti negativi al ministero della magia ma al contempo non riesco a trovarne di positivi.

-Perchè... Perchè i maghi si nascondono?

Chiesi d'impulso come se la domanda volesse saltare fuori senza rimanermi bloccata in gola ulteriormente ,era una domanda che covavo da tempo e nessuno era riuscito a porvi risposta. Forse era la volta buona che qualcuno mi illuminasse la via senza pormi davanti ulteriori quesiti ed interrogativi a cui trovarvi risposta da solo.


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Sheridan, la centesima scimmia che si ruppe il cervelletto.

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Era stata una giornatina particolarmente pesante. La ragazzina era abituata a muoversi poco di casa, uscivano molto di rado come ad esempio per le grandi spese mensili, oppure quando c'era qualche ricorrenza che aveva a che fare con i parenti della biondina. Per il resto, se voleva soddisfare la sua iperattività, si doveva recare nella collinetta dietro casa dove tra un cespuglio e l'altro poteva divertirsi a correre e giocare nella terra da sola o con i suoi fratelli quando tornavano a casa per le vacanze. Da quel momento in poi però, sarebbe cambiato tutto, avrebbe potuto far si che ogni giorno potesse muoversi quanto voleva, dove voleva e come voleva senza restrizioni dovute alla poca voglia dei genitori di fare effettivamente qualcosa. Da dove avrebbe potuto cominciare? Avrebbe potuto esplorare le torri, e poi i sotterranei, magari intrufolarsi nelle cucine a sgrafignare qualche dolce. Gli acquisti erano stati fatti, ed i ragazzini avevano dato un oretta di libertà alla ragazzina per cui loro sarebbero andati a passare un pò di tempo per conto loro non sapeva dopo, fatto stava che Sheridan si sentiva davvero bene senza gli occhi dei genitori puntati addosso. Più libera ed indipendente. Saltellando di vetrina in vetrina, una in particolare attirò la sua attenzione, superò la vetrata che esibiva i tavolini interni per la consumazione per poi avere una vetrina con le offerte presenti. Quindi quello era Fortebraccio? I fratelli glie ne avevano parlato davvero bene ed era davvero curiosa di quello che avrebbe potuto trovare all'interno.
Senza farsi ulteriori domande entrò all'interno facendosi seguire dallo scampanellio della campanella posta sopra la porta. Avrebbe salutato chi si trovava dietro il bancone per poi avvicinarsi ed osservare tutto ciò che era in esposizione. Una bambina poco più in là stava pregando la mamma di prenderle un altro gelato, nonostante questa fosse decisamente contrariata. Per dispetto, la piccola lanciò lontano la pallina rimbalzante con cui stava precedentemente giocando facendola rotolare lontano da lei. Sheridan seguì con lo sguardo la pallina rimbalzare per il negozio per poi arrestare i movimenti salterini e rotolare sotto un tavolo che costeggiava la grande vetrata da cui si poteva tranquillamente osservare il passaggio delle persone al di fuori del locale. L'undicenne scattò in direzione della pallina seguendola facendo attenzione a non finire addosso a nessuno per poi inginocchiarsi nei pressi del tavolo in questione a cui erano seduti un uomo ed un ragazzino decisamente a lei sconosciuti, andando poi a camminare a gattoni sotto di esso per recuperare la pallina verde su cui erano disegnati dei piccoli Mooncalf in miniatura. Nel tentativo di fare retromarcia però finì con il pestare con la mano il piede di quello che era il piede del ragazzino vista la ridotta dimensione rispetto all'altro. Non appena se ne accorse saltò cercando invano di tirarsi su, ma non era uscita abbastanza, così finì per il dare una sonora craniata contro il tavolo. "Ouch!" si lamentò andando a portare la mano libera alla parte lesa continuando ad indietreggiare. Una volta uscita da sotto il tavolo fece per alzarsi e chiedere perdono per il disturbo quando la ragazzina la raggiunse afferrandole la pallina di mano scappando poi all'esterno. La madre le fece un segno di scuse rimproverando poi la bambina per non aver detto grazie.
A quel punto Seridan si trovò impietrita ad osservare madre e figlia uscire dal negozio, lei ancora in ginocchio davanti il tavolo dei due, ben presto l'imbarazzo prese il sopravvento e la ragazzina si tirò in piedi barcollando rischiando di cadere scrollandosi un pò di polvere dalle ginocchia.
"Chiedo scusa! Perdonatemi non volevo interrompervi!" si affrettò a dire chinando leggermente il capo in loro direzione "E' che... la bambina... la pallina... sotto il tavolo... e non credevo fossi ancora troppo sotto altrimenti avrei evitato di sbatterci contro." farfugliò agitata torturandosi le manine giocherellando con le dita. "Quindi, ancora scusa, e... non volevo rovinare un incontro famigliare... o ... amichevole?" tentennò incerta. Ad una prima impressione avrebbe detto si trattasse di padre e figlio, o forse fratelli, o zio e nipote, ma... ora che li osservava bene, quei due non sembravano per nulla imparentati.
 
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view post Posted on 13/12/2018, 10:31
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Capitolo II
Vath Remar
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un sorriso avrebbe accolto la rivelazione del cognome e del nome Smith del terzo livello. Solo quando si furono accomodati al tavolo Vath ascoltò con rispettoso silenzio tutto il discorso del ragazzo, per poi dedicarsi ai quesiti posti da Blaine. «Bene, Daniel, sono domande molto complesse e lunghe a cui dare risposta ma tranquillo, abbiamo l'intera mattinata per esaminare e spiegarti in maniera chiara tutto quanto. Come ti ha detto Mr. Smith la magia fiorisce solo in rare anime.» Un sorriso avrebbe accompagnato quell'affermazione, le domande che aveva posto Blaine erano molto precise e avrebbero dovuto essere condite da molte nozioni di Storia della Magia. Fortunatamente per Daniel Vath aveva una profonda conoscenza sia su Storia della Magia che di Babbanologia.«Vedi, Daniel, le domande che mi poni partono da tempi a noi molto lontani, epoche che di certo studierai tra qualche anno in Storia della Magia, una materia che, sì, può apparire noiosa ma che in realtà ti fa comprendere appieno il perché di certe scelte o situazioni che si trascinano fino ai giorni nostri. Che differenza c'è tra un Babbano e un Mago? Sostanzialmente nulla, entrambi sono fatti di carne, sangue ed ossa. Ma se uno si differenzia rispetto all'altro è solo per via del potenziale magico: una piccola fiammella che con il tempo, custodita, alimentata e protetta, diventa parte essenziale del mago.» Un sorriso avrebbe fatto capolino sul volto del ministeriale che, esordì così per rispondere alle delicate domande di Daniel. «Non fraintendermi, non sto parlando di una fiammella vera e propria ma di un energia che ci scorre nel sangue e che è intrinseca di noi.» Si sarebbe schiarito la voce con due colpetti di tosse per poi proseguire con la domanda successiva del ragazzo. «Perché ci nascondiamo? Questa domanda ha origine nel medioevo, dove Maghi e Streghe vivevano come tutte le persone alla luce del sole, la magia in quel periodo infatti non era nascosta agli occhi dei babbani e creature magiche come Draghi, sfingi e Sirene sono arrivati addirittura a comparire in bestiario dell'epoca. Poi ci fu l'Inquisizione, la chiesa giudicava queste pratiche come qualcosa che derivò dal diavolo e così i Babbani iniziarono a cacciare maghi e streghe per metterli al rogo. Non hai idea di quanti babbani, accusati ingiustamente di stregoneria son stati arsi in quel periodo storico. Un mio stesso avo, Sir William Remar, fu accusato di stregoneria ma al contrario dei babbani lui aveva per davvero la magia dalla sua parte. Con un incantesimo Freddafiamma si salvò e, sparito dalla circolazione, si trasferì a nuova vita. In tutta Europa la caccia alle streghe fu aspra e i maghi di quel tempo, per proteggersi, decisero di attuare lo Statuto Internazionale sulla Segretezza Magica. Questo statuto è una legge del mondo magico formulato nel 1689 e approvata dalla confederazione internazionale dei maghi nel 1692 e tra le tante cose che dice c'è il divieto di utilizzare la magia in presenza dei babbani, salvo per la propria incolumità. Così, dal 1692, l'intera comunità magica si è celata agli occhi dei Babbani.» Avrebbe continuato la spiegazione ma, in quel momento, venne interrotto da una ragazzina che inseguendo una pallina si infilò sotto il loro tavolo. Un sorriso si allargò sul volto di Vath che in quei capelli d'oro vide la sua piccola Sophie, ancora troppo piccola ma dallo sguardo così vispo che sicuramente lo avrebbe fatto dannare negli anni a venire. La ragazzina andò a sbattere la testa contro il tavolo e non appena provò a scusarsi Vath cercò di tranquillizzarla. «Tranquilla, nessun problema, stai bene, tutto a posto la testa?»

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Edited by Vath Remar - 13/12/2018, 13:17
 
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Daniel Blaine
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Daniel Blaine
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L'uomo iniziò a parlare riguardo le parole del signor Smith, per quanto mi sembrasse strano che un mago adulto potesse dare così tanto retta ad un ragazzino ascoltai con curiosità crescente le sue parole. Carpii nozioni importanti riguardo i maghi ,sembra che tra le persone nascano i maghi, persone in possesso di una sorta di fiamma chiamata potenziale magico, quella che dovrebbe fare la differenza. Quasi ignorando il commento sulla fiammella il mio sguardo rimase fisso sul signor Remar aspettando il resto del discorso quasi con impazienza. Con la spiegazione che ricevetti rimasi qualche secondo in silenzio ponderando il tutto nel calderone dei pensieri pescandovi un commento.

-Più di tre secoli ... e ancora tiene salde le sue basi la segretezza? ma non ha senso ... le persone hanno superato il medioevo e hanno preso coscienza degli errori del passato proteggendo le specie a rischio e facendo valere la parola di ogni sorta di minoranza ... così sembra che i maghi temano senza motivo le persone normali o sbaglio? se no perchè non strappare direttamente i maghi nati da persone normali obliviandole ed azzerando il rischio che succeda qualche disastro? Perchè allora non -...

Lentamente mi lasciai trasportare dall'argomento sentendomi preso in giro dal presupposto delle leggi magiche ,nella storia del mondo si sono susseguite vicende terribili che alla fine sono diventate un monito ed una esperienza di cui fare tesoro per evitare che capiti di nuovo. Perchè i maghi volevano ostentare la verità rischiando di far accadere di nuovo un disastro? La storia è destinata a ripetersi, per questo la studiamo ,ma in questo caso i maghi quasi vogliono ammettere una colpa nascondendosi di proposito senza una motivazione valida ... ma alla fine chi ne subisce le conseguenze non è il legislatore ma il popolo. Sentivo la rabbia crescermi in corpo sentendo una cosa per me del tutto illogica e stupida. Fui interrotto sul culmine delle mie domande da una strana sensazione al piede come se qualcuno lo avesse afferrato facendomi sussultare sul posto per lo spavento. Se non fossi stato interrotto forse avrei alzato fin troppo i toni di fronte al signor Remar finendo per fare una brutta impressione per una ragazzata. Da sotto il tavolo sbucò fuori una ragazza all'incirca della mia età dai capelli biondi corti e dagli occhi azzurri, a quanto pare la scena riguardava una pallina di una bambina e la ragazza per aiutarla che si gettava all'inseguimento fin sotto il nostro tavolo. Di colpo mi ammutolii fissando la ragazza con fare perplesso e per certi versi timido, con gli adulti mi trovavo spesso a mio agio tenendo un comportamento rispettoso ed al massimo timoroso, ma con i coetanei diventavo subito taciturno e timido oltre misura. Questo era dato spesso dal fatto che gli argomenti di cui parlavo o che mi interessavano andavano un pò sopra le righe per un ragazzo della mia età.

-Stiamo ... discutendo ... nessun incontro familiare ...siamo solo un neo studente curioso ed un mago che parlano di ... Babbani

Sentenziai secco probabilmente risultando rigido e distaccato alla ragazza, in parte era un sistema di difesa che avevo inconsciamente sviluppato nel tempo, al contrario il mio essere predisposto a stare in compagnia di adulti era il risultato delle mancate figure di riferimento paterna e materna. Mi dovetti quasi forzare nel pronunciare la parola ''Babbano'' un epiteto che non mi piaceva per niente ma per farmi capire era necessario. Nel mio piccolo ero in parte cosciente del mio cercare sempre l'approvazione degli adulti per sentirmi più a mio agio con me stesso. Portai lo sguardo sul tavolo guardando di sottecchi sia la ragazza che il mago cercando di fare mente locale con le informazioni che mi aveva fornito fino a quel momento il signor Remar.


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Poco prima della sonora testata contro il fondo del tavolo, l'undicenne concentrata sul movimento rotatorio della pallina aveva captato si e no qualche strafalcione di discorso da parte del ragazzo. Non che ci avesse capito effettivamente qualcosa ma la cosa che più si palesò nella sua testolina dolorante, fu che il ragazzo stava cominciando ad alzare la voce.
O almeno, credeva fosse stato il ragazzo. Non poteva darlo per certo, ma la voce non ancora completamente da uomo le fece pensare appunto che la voce appartenesse a lui piuttosto che all'uomo vestito di tutto punto. Riemersa da sotto il tavolino ed una volta consegnata (in realtà le era stata strappata di mano) la pallina alla sua legittima proprietaria, avrebbe osservato con fare sbadato i due, dopo essersi ovviamente scusata un trilione di volte. Ora che si era finalmente rialzata sui propri piedi avendo ripreso controllo della situazione potè mettere a fuoco la scena che si trovava davanti gli occhi. Un uomo decisamente elegante che stonava non poco a parer suo sull'atmosfera casereccia del locale di Florian, ed un ragazzino, forse poco più grande di lei? Non avrebbe saputo dirlo in effetti.

"Oh" fece eco la ragazzina al più giovane che successivamente osservò arcuando le labbra in un sorriso al contrario decisamente dispiaciuta del tono che aveva assunto nei suoi confronti. Per tutta risposta lei s'impuntò assumendo un aria di rimprovero. "Babbani o non babbani, non si alza la voce in generale, figuriamoci con una persona più grande di noi. Questa cosa potrebbe essere vista male a scuola." Disse quindi la Moore che in realtà non ne sapeva poi tanto della scuola a dirla tutta. Si basava unicamente su quello che le era stato raccontato dai fratelli durante i loro anni scolastici e di come appunto andare contro un autorità, soprattutto se adulta, poteva costarti una bella punizione. Chissà cosa aveva effettivamente spinto il ragazzo a reagire in quel modo. L'uomo gli aveva offeso la mamma? Aveva insultato in qualche modo i babbani ed il ragazzo essendo mezzosangue o nato babbano l'aveva presa sul personale? Si ricordò poi che doveva ancora rispondere all'uomo che le aveva gentilmente domandato se si era fatta male. Sussultò quindi sul posto rimproverandosi mentalmente per non aver risposto prima a lui "Sto bene! Ho preso solo una bella botta... Mi verrà un bernoccolo." Ridacchiò leggermente imbarazzata tastandosi il punto con cui aveva urtato il mobilio del cafè passandoci sopra le dita controllando la leggera cunetta che stava cominciando a farsi avanti. Forse avrebbe dovuto chiedere a qualcuno dello staff un pò di ghiaccio. Forse no, infondo non le faceva neanche troppo male. Rimase comunque li con lo sguardo soprattutto rivolto in direzione del ragazzo domandandosi cosa mai lo avesse portato a rispondere con quel tono all'uomo e poi a trattare freddamente lei. Non le andava affatto a genio come cosa. Intanto avrebbe cominciato a pensare che forse... vista la situazione tesa, sarebbe stato meglio che lei fosse andata via. Diede una veloce occhiata al borsellino aprendolo velocemente, eh no, non le era rimasto abbastanza per prendere qualcosa al locale. Alzato lo sguardo in direzione dei due avrebbe cercato quello dell'adulto. "Chiedo ancora scusa per l'interruzione. Penso tornerò a fare un giretto per le vetrine." Avrebbe quindi detto sistemando il portamonete nella tasca della salopette in jeans blu.
 
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Capitolo III
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Vath ascoltò tutto lo sfogo del ragazzo, calmo e paziente, certe domande dell'undicenne erano dettate dalla foga del momento ma, le altre erano a seguito di un filo logico ben delineato. Solo una cosa non piacque al ventottenne e fu come Daniel si rivolse alla ragazzina. «Conversando, Daniel, discutere significa che si sta avendo uno scontro verbale e così non è.» La voce del ministeriale non tradiva nessun emozione, cordiale e pacata come suo solito non si era alzata nemmeno di un ottava. Lo sguardo color acquamarina di Vath si posò prima su quello di lui per poi passare a quello di lei, azzurro come una giornata londinese dal cielo limpido. «Babbani o non Babbani, non si alza la voce in generale, figuriamoci con una persona che è più grande di noi. Mio padre non avrebbe saputo dirlo meglio miss e mi spiace che, il qui presente Daniel, sia stato così scortese. Forse, per scusarsi potrebbe offrirvi qualcosa.» Avrebbe rivolto un sorriso ad entrambi, conscio che Daniel avrebbe avuto due possibilità: rifiutarsi e dimostrarsi ancor più antipatico sia agli occhi di Vath che della ragazza oppure pagare lo scotto della propria impulsività. «Miss, il mio nome è Vath Remar, dell'ufficio Cooperazione Magica Internazionale, io e Daniel stavamo affrontando un discorso lungo e complesso riguardo la storia e i vari motivi che hanno spinto i maghi ad attuare lo statuto internazionale sulla segretezza magica.» Le avrebbe fatto cenno verso la sedia accanto a sé, poi, portato lo sguardo su Daniel, riprese da dove aveva interrotto, integrando con le domande che il ragazzo aveva esposto. «Molti maghi, come te, non comprendono il motivo per il quale ci nascondiamo, mettono in dubbio la stessa condizione. Le persone hanno superato il medioevo, è esatto Daniel ma l'uomo è smemorato e non impara nulla dal passato e se prima i maghi temevano i roghi e le cacce alle streghe la stessa paura si rifletté con gli eventi di un piccolo villaggio nel Massachusetts. Avevo detto che lo statuto internazionale sulla segretezza magica fu approvato nel 1692, questa data coincide proprio con il processo alle streghe di Salem. Se da una parte lo statuto ha contribuito ad isolare il mondo magico dall'altro lato l'umanità non ha fatto altro che secolo dopo secolo dare ragione agli uomini che lo idearono. Due guerre mondiali sono scoppiate e con esse, il carico di morti da ambo le parti fu enorme. Dimmi Daniel, esiste incantesimo in grado di proteggersi dallo scoppio di una bomba atomica? I maghi giapponesi di Hiroshima e Nagasaki sono sopravvissuti, secondo te?» Un sorriso avrebbe fatto capolino sul volto dell'ex Serpeverde poi, avrebbe risposto alla domanda retorica. «Mago o Babbano, di fronte all'insensatezza della guerra è uguale. Quei due giorni sono state spezzate molte vite, magiche e non. L'uomo non impara dalla storia ed è per questo che lo statuto internazionale sulla segretezza magica è ancora attivo. Potremmo rivelarci certo, ma quanto ci vorrà prima che volgano le armi contro di noi?»

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La situazione era precipitò velocemente nel degrado. Non mi sentii mai così tanto mortificato in vita mia, non solo la ragazza ma anche il signor Remar mi rimproverò quel mio comportamento oltre al essere ripreso per aver usato le parole sbagliate per descrivere la situazione. Mi chiusi nella spalle posando le mani sulle ginocchia tendendo le braccia con lo sguardo basso, l'uomo mi consigliò di offrire qualcosa alla ragazza per farmi perdonare per il mio comportamento. Nel mentre il signor Remar chiedeva di prendere parte alla tavolata alla ragazza io mi alzai senza proferire parola andando al bancone.

-Una cioccolata calda ed un caffè

Chiesi diretto al commesso posando sul tavolone un totale di Otto falci per le ordinazioni. Una cameriera/e avrebbe portato le ordinazioni, al signor Remar il caffè e la cioccolata calda alla ragazza.

-Scusatemi per prima... spero sia di vostro gradimento.

Tornando alla nostra chiacchierata, il signor Remar, rispose alle mie domande. La risposta del mago mi a tratti sembrata giusta e per altri sbagliata per la mia visione delle cose. Vi era qualcosa di strano ,quasi zelante a rivangare uno stacco netto fra maghi e persone normali come se fossero due razze separate e distinte. Dopo qualche attimo di silenzio a riflettere sulle parole dell'uomo riallineai il discorso che avevo in mente e lo esposi cercando di essere il più chiaro possibile.

giphy

-Non vorrei mancarle di rispetto come è successo prima ,ma sento che su alcuni punti dovrei dissentire. Quando fa riferimento all'uomo non dovrebbe escluderei i maghi ,facciamo parte della stessa razza ma solo perchè abbiamo accesso a conoscenze diverse dovremmo comunque fare attenzione ai nostri di errori. L'uomo nella sua storia ha sempre allontanato e ripudiato ciò che non conosce quindi potrebbe anche essere colpa dei maghi che all'epoca non sono riusciti a mostrarsi nella chiarezza dei fatti, anche perchè per un buon periodo di tempo i maghi hanno convissuto con le persone normali senza doversi nascondere. Non so quale sia stato effettivamente l'innesco di questa riforma ma una cosa è certa ,se si sbaglia si sbaglia da ambo le parti. Come ha anche spiegato ci sono state delle guerre che hanno visto molte popolazioni ridursi tra conflitti e veri e propri genocidi ,ma non per questo le persone normali si sono escluse a vicenda come hanno fatto i maghi, con il dialogo si può risolvere ogni conflitto e incomprensione. Certo ,spesso potrebbero ricomparire delle problematiche comuni ma se si rimane aperti al dialogo si potrà sempre trovare una soluzione. Così i maghi alla mia visione dei fatti mi sembrano voler scappare senza neanche provarci... ovviamente la mia è solo un'opinione pur parlè

Ascoltai il resto del suo discorso pronto a continuare molto interessato a riguardo, così avevo avuto modo di sapere qualcosa in più sulla storia della magia. Quando il signor Remar mi fece quella fatidica domande alzai lo sguardo al vuoto riflettendo con la concentrazione sul volto.

-Nulla vieta ai maghi di fare lo stesso, anzi essendo nascosti posseggono il vantaggio di colpirli con qualcosa di a loro inaspettato. Le persone normali hanno una grande capacità di analisi e adattamento alle situazioni ma se non gli viene dato modo di conoscere il nemico soccombono, così come è stato per le epidemie prima di trovare la cura alle malattie come la peste nera questa era un nemico invincibile che uccideva senza poter essere fermato. Però il problema non si porrebbe se i maghi non facessero nulla per scatenare questa risposta dalle persone normali, infatti per quale motivo dovrebbero attaccarci se ci dimostriamo amichevoli e sopratutto disposti a condividere le nostre conoscenze con le loro? Avremmo solo che da guadagnarci da entrambi i fronti senza dover ricorrere a sanguinose battaglie.

Il discorso si faceva sempre più profondo e complesso mano a mano che continuavamo a parlare. Io ero sempre più curioso e pronto ad ascoltare le parole dell'uomo ,stavo cogliendo nuove nozioni ed informazioni. Mi fu inevitabile portare in fine lo sguardo sulla ragazza per poi chiederle in un impulso di curiosità del momento.

-Tu cosa ne pensi?

Normalmente non avrei avanzato quella domanda ma ero talmente preso da voler sentire anche altre persone che ascoltavano il discorso.

// una cioccolata calda ed un caffè per un totale di otto falci.


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Edited by Daniel Blaine - 15/12/2018, 00:28
 
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Senza rendersene effettivamente conto, la ragazzina si era andata a cacciare in una situazione ben più grande di lei. Non appena l'uomo si complimentò per quel suo aver esposto un concetto così bene come solo il padre avrebbe potuto fare, inutile dire che la piccola si crogiolò in quel sottile complimento, che non era solita ricevere a casa, per cui un piccolo e timido sorriso prese a far capolino sulle labbra che pian piano andavano a distendersi. Tuttavia, quando l'uomo "rimproverò" il ragazzo facendogli presente che avrebbe potuto offrirle qualcosa per farsi perdonare, l'undicenne di dirizzò sul posto facendo scivolare lo sguardo da uno all'altro. "N-no aspetta non c'è bisogno che mi offri nulla!"Cercò invano di fermare il ragazzo sentendo l'imbarazzo crescere."Non volevo essere presuntuosa mi dispiace, mi è stato istintivo, sono stata maleducata, scusami."Disse al giovane di ritorno mentre questo le porgeva quella che era una cioccolata calda. Si sentì davvero colpevole per quella scenetta, si era intromessa nella discussione additando il ragazzo per puro istinto, abituata a dover seguire rigide regole in casa sua, si sentì davvero mortificata in quanto, capendo di aver esagerato come suo solito, cercò di mettersi nei panni del ragazzo che aveva involontariamente umiliato. "Grazie..."Decisamente giù di morale e sentendosi responsabile per una sofferenza di qualcuno, si ripromise che a tempo debito avrebbe cercato di ripagare la cortesia del ragazzo riguardo quella cioccolata."Tu non prendi nulla?"Domandò con un effettivo filo di voce vedendolo tornare solo con qualcosa per loro due. I sensi di colpa aumentarono e lo sguardo della ragazzina andò ad infrangersi sulla tazza di liquido bollente davanti a lei. Alla fine, secondo suggerimento dell'uomo prese posto al tavolo sentendosi infinitamente a disagio. "Sheridan Moore. Futura studentessa di Hogwarts, oggi ero qui per comprare le ultime cose prima di partire per il castello." Riassunse brevemente, visto che infondo non c'era chissà cosa da dire su di lei. Portò le mani alla tazza riscaldandole tirando un sospiro di sollievo mentre prese ad ascoltare il discorso dei due cercando di seguirne il filo. Era un discorso particolarmente serio per la ragazzina che fece effettivamente fatica ad elaborare tutto ciò che stava ascoltando. Cercò ugualmente di prestare attenzione portando meccanicamente la tazza alle labbra poggiandole sulla ceramica, che per ovvie ragioni scottava e che quindi fece sussultare l'undicenne che riportò lo sguardo sulla cioccolata fumante con un velo di rimprovero. Cominciò a soffiare al suo interno quando il ragazzo che l'uomo aveva chiamato Daniel,le domandò cosa ne pensasse a riguardo. Dandole addirittura del tu. Ci fu un escalation di imbarazzo da parte della studentessa che inizialmente osservò il giovane con aria spaesata, poi sgranò leggermente gli occhi comprendendo effettivamente quale fosse la domanda. In casa sua non le venivano mai chiesti dei pareri, in quanto veniva considerata sempre troppo piccola per capire, troppo giovane per essere messa al corrente di determinati fatti. Insomma, non le era mai stato permesso nè tanto mano chiesto un intervento. La sensazione piacevole che provò la bionda fu messa a contrasto con quella a disagio riguardo l'avere improvvisamente l'attenzione su di se. Non le piaceva attirare l'attenzione. "Da quello che posso sapere..." Cominciò riflettendo attentamente alle parole da utilizzare prima di esporre quel concetto che mai aveva effettivamente esposto a qualcuno. "Penso che nascondersi sia stupido, ma che allo stesso tempo ora come ora si l'unica cosa possibile da fare. Le persone senza magia, come avete detto, hanno paura dell'ignoto. Noi facciamo parte dell'ignoto. Come noi temiamo il loro avanzamento tecnologico, la loro evoluzione. Non dico che sia giusto che le cose stiano così, unendo le forze diventeremmo qualcosa di realmente forte e solido." Prese brevemente aria mantenendo lo sguardo basso sulla tazza riflettendosi sul liquido scuro non volendo incontrare lo sguardo altrui."Penso che prima o poi i maghi debbano mettersi allo scoperto. Perchè noi conosciamo il loro mondo, ma loro non conoscono il nostro, al massimo lo immaginano. Proprio perchè lo immaginano, penso che non tutti partirebbero con il vederci come una minaccia, molti potrebbero esserne affascinati, attratti. Il problema penso stia proprio nel modo in cui noi ci facciamo vedere. Minacciosi? Pericolosi? Prevenuti nei loro confronti? Penso che un inserimento graduale nel loro mondo sarebbe la cosa migliore. In modo da entrarvi pian piano, senza scombussolare il loro pensiero, ciò che conoscono." Stirò con le manine le pieghe dei jeans convinta che dovessero essere tolte nell'immediato, e che quindi concentrarsi su di loro fosse di estrema importanza, pur di scappare dalla sensazione di essere fissata. "Senza che possano vederci come una minaccia. Certo, apparire all'improvviso e dirgli -Salve! Vi studiamo da anni e ci nascondiamo da voi perchè siamo certi ci farete la guerra!- non penso sia il modo più saggio per eliminare ciò che ci divide. Ma sarebbe bello se piano piano i due mondi si unissero cominciando con coloro che hanno la possibilità di vivere in entrambi. Loro che appunto sanno cosa si trovi da entrambi i lati, potrebbero essere la chiave per un qualcosa di simile. Potrebbero essere loro in grado di comunicare con entrambe le popolazioni e trovare il modo di unirle e farle incontrare." Si era lasciata un pò andare. Evitò di parlare di Mezzosangue o Nati Babbani, era una cosa che non le piaceva fare. Le storie dei fratelli riguardo le lezioni scolastiche, ciò che avveniva nel mondo magico, in un modo o nell'altro erano tornate utili, così come ovviamente seguire le vicende sulla Gazzetta del Profeta. Non era troppo ferrata su quegli argomenti, ma per una volta era riuscita a mettere a nudo quello che pensava a riguardo e esporre quel forse troppo idilliaco e candido mondo che le piaceva immaginare.
 
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view post Posted on 23/12/2018, 13:09
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La tazza di tè alle ciliegie era bollente sotto le mani di Elhena, il calore appena filtrato e mitigato dalla ceramica. Poco distante una fetta di torta alle mele mezza mangiucchiata attendeva l'ennesimo colpo di forchetta. Forse in altri ambienti mangiare sul posto di lavoro mentre di turno, ma non da Fortebraccio.
Del resto si sapeva bene quanto fosse difficile resistere alle leccornie esposte e il personale non faceva eccezione.

Alzando lo sguardo di tanto in tanto dal liquido color mogano che vorticava nella tazza, Elhena poteva vedere l'abituale flusso di clienti e come, pian piano, spogliassero mantelli, guanti e berretti per meglio adattarsi al calore dell'ambiente. Fuori dalla vetrina del negozio, occasionali fiocchi di neve volteggiavano nell'aria in un lento vorticare prima di arrivare a terra. Pareva la perfetta scenografia per le imminenti feste natalizie.

Lo stesso Fortebraccio era già entrato nello spirito delle feste, come dimostravano le ghirlande e i festoni appesi dappertutto alle pareti del bar, la corona di argifoglio sopra la porta, e le varie calze a fantasie natalizie sparse qua e là. Il menù proponeva un'intera serie di bevande e dolciumi pensati esclusivamente per il periodo e destinati poi a scomparire fino al Dicembre successivo, magari con qualche aggiunta. Lo si sarebbe scoperto tra un anno.

Pulendosi le labbra da qualche briciola, in bocca il sapore delle ciliege miste alle mele, Elhena si accorse che un gruppetto di clienti, entrati qualche momento prima, sembrava pronto ad ordinare. Con un ultimo sorso di tè, saltellò giù dallo sgabello, lisciando le pieghe sulle sua uniforme con un paio di rapidi gesti. Con disappunto notò una macchia di caffè sul grembiule altrimenti immacolato. Nell'andare verso il tavolo, raccolse i capelli in una coda alta.


"Una cioccolata calda e un caffè. Perfetto. È tutto o desiderate altro?"

 
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Capitolo IV
Vath Remar
28
Purosangue
Dip. Ministeriale V° Livello C.M.I.
Acero, pelle di Runespoor, 12 pollici e 3/4, rigida.
Ex Serpeverde
Legilimens Apprendista
«La conoscenza è potere.»

Daniel sembrò esser stato punto sull'orgoglio con le parole dell'ex Serpeverde e, accortosi del proprio errore, si alzò raggiungendo il bancone. L'undicenne rimasta accanto a Remar si era presentata come Sheridan Moore e le parole che la ragazza spese ad argomentare la sua posizione, nonostante la giovane età , erano frutto di ragionamenti che in un qualche modo stupirono il Ministeriale. Vath attese che Daniel tornasse dal bancone e, quando lo fece, era accompagnato dalla giovane che lo aveva servito più di una volta. Aveva portato con sé una cioccolata calda e un caffè che fu servito a Vath. «Daniel, non era necessario che prendessi un caffè per me. Ti ringrazio, sei stato gentilissimo.» Poi, ascoltando le parole di Elhena, si rivolse a lei con un sorriso e cordialità. «La ringrazio Miss, non occorre altro per il momento ma se occorresse nuovamente la sua presenza le faremo certamente sapere.» Solo quando si fu allontanata Vath si concentrò nuovamente sui due ragazzi al tavolo. Rivolse loro un sorriso e, come se dovesse spiegare qualcosa a Simon e Sophie, il ministeriale spiegò loro. «Nessun offesa Daniel, vedi, è normale in una società civile che non si abbia tutti la stessa opinione. I dibattiti si fondano proprio su questo punto: le opinioni contrastanti. Per rispondere alla tua domanda, ti faccio un esempio: cosa preoccupa maggiormente il mondo babbano occidentale in questo periodo storico? Lascia da parte le crisi economiche, ciò a cui io mi riferisco è il fanatismo religioso di certe persone del medio oriente. La religione Daniel veicola da sempre un potere immenso, non per nulla è stata definita come l'oppio dei poveri. Il cristianesimo ha perso la presa in occidente, è stato sostituito dalla laicità, dal consumismo, eppure è stato proprio quello a incanalare i maggiori sentimenti d'odio e a scatenare le guerre più disparate in passato: le Crociate, l'Inquisizione, tante sono state le colpe di una fede estremizzata.» Vath prese la tazzina e, senza aggiungere zucchero, sorseggiò il caffè. Non aveva ancora finito di parlare, mancava un altro punto da chiarire al ragazzo. «Indubbiamente ci sono stati errori da entrambe le parti, noi maghi non ci arroghiamo la convinzione di essere stati perfetti. Anche noi maghi abbiamo avuto le nostre guerre e, come studierete molto più approfonditamente in Storia della Magia, la rivolta dei Goblin del mille seicento dodici ne è un esempio lampante. Tuttavia ministero della Magia e ministero babbano collaborano e quindi non è da escludere che, con le giuste condizioni, entrambi i mondi possano trovarsi nuovamente a coesistere in armonia. Quello tuttavia è un lavoro che spetta a noi della Cooperazione Magica Internazionale e prima di poter approdare a questo serve che la maggioranza degli stati membri della Confederazione Internazionale dei Maghi sia d'accordo su questa linea di pensiero.» Vath finì il proprio caffè e andò a posare la propria tazzina sul piattino. Il ministeriale aveva osservato la giovane Moore e ne aveva ascoltato i suoi ragionamenti quando un sorriso andò a increspargli il volto e, portando la mano destra alla tasca interna della propria giacca, andò ad estrarre un cartoncino viola, su cui c'erano appuntati i dati di Vath. «Miss Moore, so che è prematuro e che dovete ancora intraprendere la vostra carriera scolastica, ma ha mai pensato dopo Hogwarts ad una carriera nel mondo diplomatico? La vostra capacità di dialettica, se ben coltivata, potrebbe portarvi ad un ottima posizione nel Ministero.» Il ventottenne sarebbe andato a tendere il biglietto verso la ragazza.

png

//Auguri a tutti voi :flower:

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Daniel Blaine
view post Posted on 24/12/2018, 16:41





Daniel Blaine
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La mia ordinazione arrivò inn men che non si dica al nostro tavolo e la ragazza tentò ancora di scusarsi con me per quel gesto, per quanto fosse davvero dispiaciuta e per nulla infastidita dal mio precedente comportamento mi sorgeva spontaneo trovare un metodo di redenzione per la mia maleducazione.

-Tranquilla, l'errore è stato mio, e non ho voglia di nulla in questo momento

Non mi trovavo a mio agio a fissarla troppo negli occhi, un pò perchè era una mia coetanea ed un pò perchè era una ragazza.
Ascoltai in silenzio anche le parole della Sheridan, si era presentata come studentessa di Hogwarts quindi sarà una futura compagna o forse addirittura concasata, sembrava un pò in difficoltà con l'argomento ma alla fine espresse dei concetti sensati e per nulla fuori luogo. A differenza di quello che volevo dire io lei era molto più sul calmo e lento, un approccio al problema molto più lungimirante che attuale, su molti punti mi trovavo d'accordo e su altri meno ma non per questo mi sentivo di interromperla.
Il signor Remar mi ringraziò per il caffè che gli offrì di mia spontanea volontà ,era una delle cose che più facilmente mi riuscivano spontanee il pensare un pò a tutti. Mentre il discorso proseguiva notai come il ministeriale conoscesse la commessa da come le parlava. Ascoltando le parole successive dell'uomo l'argomento si spostò più sull'attualità del mondo babbano parlando delle guerre religiose.

-Non vorrei essere indelicato verso i credenti essendo io ateo ,ma spesso mi sembra vederci dietro una strumentalizzazione o una manovra mediatica atta solo a fomentare le folle. Le guerre religiose ci sono sempre state ma solo oggi ne facciamo notizia, nonostante ciò in alcuni piccoli paesi del mondo avvengono vere e proprie stragi ma nessuno ne sa niente perchè al di fuori dei grandi centri abitati. Questo mi fa tenere a mente il detto '' un morto fa notizia mentre milioni fanno statistica'' , forse se i maghi facessero loro questi canali di informazione riuscendo a studiare meglio il comportamento sociale delle persone normali troverebbero sicuramente un modo per trovare l'armonia fra i due mondi. Nella storia del mondo è successo tante volte tanto che adesso si può parlare di globalizzazione ,prima persone di razze differenti non potevano neanche condividere gli stessi luoghi comuni ,non vedo perchè anche i maghi non possano fare lo stesso. Purtroppo non si può volere tutto e subito ,ma anche il tira e molla come diceva la signorina Moore potrebbe essere deleterio ,scoprire che ci siamo fatti beffe più volte della nostra presenza sotto il loro naso potrebbe farli arrabbiare giustamente ,per questo il ministero secondo il mio modesto parere dovrebbe lavorare molto sulla interazione dei due mondi preoccupandosi della gestione delle informazioni.

Esposi la mia opinione riguardo l'argomento ed il suo andamento, nel mentre il ministeriale porse un biglietto da visita alla ragazza proponendole di pensare ad una possibile carriera diplomatica alla fine degli studi. Personalmente non penserei mai di lavorare per il ministero ,ora come ora tengo solo brutti ricordi e brutte sensazioni per quel luogo dall'ambiente così opprimente e tetro.




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view post Posted on 26/12/2018, 21:40
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Sheridan, la centesima scimmia che si ruppe il cervelletto.

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Cominciava seriamente a sentirsi vagamente a disagio. I discorsi si intensificavano, così come diventavano addirittura più seri e complessi per la testolina ancora fin troppo bambinesca della ragazzina. Affondò il viso nella tazza dedicandosi all'attento studio della cioccolata che era al suo interno. Si pentì di aver effettivamente accettato di prendere posto al tavolo con i due sconosciuti. Ovviamente nulla contro di loro direttamente, quanto più contro se stessa che aveva involontariamente preso posto ad una conversazione che decisamente non le competeva. Non le competeva neanche un pò a dirla tutta.
Trovò rifugio nella tazza di cioccolata per qualche istante, giusto il tempo di provare invano a seguire i fili dei discorsi che stavano affrontando quei due, discorsi troppo adulti per lei che a stento conosceva quello che succedeva nelle quattro mura casalinghe.
Crociate? Cristianesimo? RIvolta dei Coblin?
L'undicenne osservò interdetta l'uomo cercando di ricollegare le sue parole a qualcosa nel suo cervello che potesse dirle come effettivamente sapeva di cosa si stesse parlando, ma per sua sfortuna non fu affatto facile, infatti non riconobbe granchè del discorso limitandosi a far capire che li stava ascoltando senza però realmente comprendere ciò di cui si trattava. Se le lezioni al castello si fossero rivelate di quella stessa intensità e complessità sarebbe stato un vero problema per la ragazzina che già da quel discorso non aveva capito effettivamente molto.
Non si sentì minimamente di dire nulla riguardo gli argomenti toccati, non avrebbe messo bocca su qualcosa di cui non era certa di sapere qualcosa, per quel motivo preferì fare scena muta piuttosto.
Quando l'uomo le porse il biglietto da visita sussultò essendo presa alla sprovvista andando a poggiare la tazza ancora fumante sul piattino prendendo il biglietto di cui apprezzò particolarmente il colore, studiandolo con lo sguardo.

"Lavorare al ministero...io??" Domandò sorpresa alzando lo sguardo evidentemente incredulo sulla figura dell'uomo. "In realtà non ci ho mai pensato. E non sono neanche troppo sicura di che lavoro puntare una volta intrapresi seriamente gli studi, però il lavoro di ufficio non mi attira molto. Sono più attratta da lavori che mi mettono a contatto con le persone. Come lavorare in un negozio come fa la signorina di prima... oppure avere un negozio tutto mio, o ancora lavorare in un posto come il san Mungo per aiutare chi ha bisogno!" spiegò cercando di fare mente locale trovandosi particolarmente entusiasta dell'ultima opzione. Amava aiutare gli altri, e lavorare come medimago avrebbe effettivamente potuto fare al caso suo. "Signor Remar, perchè lei ha deciso di lavorare al Ministero della Magia? Le piace il suo lavoro?" Domandò poi ingenuamente la bionda mentre tornava a prendere la tazza in ceramica riscaldando le dita. Ovviamente avrebbe posto la domanda in un momento di silenzio, quando i due non stessero esponendo le proprie idee riguardo concetti come quelli di prima, non era di certo sua intenzione disturbare o intromettere un argomento meno interessante come quello, la sua era semplice curiosità. "Daniel tu sai già a cosa puntare come ambiente lavorativo?" Era convinta il ragazzo fosse più o meno suo coetaneo ma allo stesso tempo lo vedeva molto più maturo di lei, quindi magari aveva già idee ben chiare a riguardo a differenza della ragazzina.
 
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view post Posted on 27/12/2018, 12:25
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Ascoltò in silenzio, accomodandosi meglio sulla sedia, avrebbe accavallato la gamba destra sulla sinistra portandosi la mano sinistra al mento e ponendo il pollice sotto di esso avrebbe carezzato il mento con la falange prossimale dell'indice. «Che possano venire strumentalizzati certi argomenti è scontato, purtroppo non possiamo impedirlo, dobbiamo solo avere modo di discernere la verità da ciò che non lo è. Io e il mio collega del C.M.I. abbiamo molte idee, io la voglia di fare, lui la saggezza che l'età gli ha concesso. Con un po' di fortuna avremo modo di partecipare ad una riunione della Confederazione Internazionale dei Maghi e cercheremo di cambiare alcune cose per il meglio. Abbi fiducia Daniel, ci occorre solo tempo ed un amministrazione favorevole.» Un sorriso gentile avrebbe accompagnato quelle affermazioni, poi, voltando lo sguardo su Sheridan, le disse. «Indubbiamente un intento lodevole ed altruistico miss Moore. Mia cugina Lia è Medimaga, ti auguro allora di riuscire nel tuo obiettivo. Io ho scelto la Cooperazione Magica Internazionale perché ho sempre apprezzato le relazioni umane, esser membro di questo dipartimento significa metter da parte le divergenze e cercare di mediare per tessere un futuro più prospero per tutta la comunità magica mondiale e non solo.»

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Daniel Blaine
view post Posted on 28/12/2018, 01:10





Daniel Blaine
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La conversazione sembrava aver raggiunto un punto morto ,prima o poi è inevitabile che non ci sia altro da dire su di un argomento. Le parole dell'adulto furono recepite ed archiviate nella mia memoria. Le parole del ministeriale le presi come una promessa per un futuro più chiaro e più funzionale, vedremo se alle sue condizioni avverrà il cambiamento o ,come spesso poteva succedere, non sarebbe cambiato nulla. Non che non mi fidassi del ministeriale ,non ponevo fiducia nell'istituzione del ministero in se. Per quanto il signor Remar possa avere buone intenzioni i movimenti di questo tipo atti a cambiare la società e la visione delle cose vanno fatti in massa prima che si ottenga un qualche tipo di risultato, certo era che non potevo sapere quante persone appoggiassero l'ideale insieme all'uomo quindi le mie rimaneva pure e semplici supposizioni... un giorno tutte queste domande e supposizioni lasceranno spazio a certezze e verità.
Ascoltai anche le parole rivolte alla ragazza che sembrava essere interessata a dei lavori molto umili e di scopo umanitario. Quando quest'ultima mi chiese se avessi già in mente quale lavoro avrei fatto mi assentai qualche istante nei meandri della mia mente per trovare effettivamente una risposta ad un quesito che non mi ero mai posto ,ma senza trovar alcun risultato.

-Purtroppo non saprei dirti... Devo ancora capire in cosa sia bravo

Avrei aggiunto ''La mia preoccupazione più grande è se mai avrò modo di avere una famiglia prima di pensare ad un lavoro'' ma non era ne il caso,ne il luogo ne tanto meno le persone con cui parlarne.
Le somme sono state tirate e le parole sono state dette, per si e per no si era fatta una certa ora e per me era il momento di andare.

-La ringrazio per il tempo speso rispondendo alle mie domande... ora dovrei andare quindi vi saluto

Con lo sguardo passai da un volto all'altro in un unico saluto sia all'uomo che alla ragazza. Mi sarei alzato facendo per andare verso l'uscita, forse avrei rincontrato il ministeriale al ministero della magia mentre la ragazza era certo che l'avrei rivista. Stesso anno e forse stesse case, chi può dirlo, in qualunque caso a lezione l'avrei potuta incontrare ma anche per casualità per la scuola.





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