Contrattazione KC - Hell

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view post Posted on 26/12/2018, 11:28
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Comparve davanti a lei una giovane dal volto asciutto e spigoloso. Non avrà avuto più di sedici anni. Andò a cercare quanto ordinato e tornò con i due ciondoli.
<ecco a lei i due ciondoli, signora. Questi vengono in tutto sessanta (60) galeoni. Le dovrò fare le mie scuse però per quanto riguarda la veste.
Purtroppo solo questa mattina abbiamo aggiornato i cataloghi e risultano tutte vendute.>
A Ekaterina si seccò d'improvviso la bocca e gli occhi si fissarono sulla ragazza con la stessa forza che potrebbe mostrare una madre a cui viene strappato un figlio dalle braccia. Le labbra si tesero in una smorfia imperscrutabile, una mano si tese a pizzicare il dorso del naso tra pollice e medio, dopo esser passati sugli occhi.
A quel punto l'anziana donna, visibilmente delusa, scosse delicatamente la testa.

-Immagino che mi dica questo per farmi capire che non c'è possibilità che ritorni in commercio. -
Forse avrebbe voluto attendere la risposta della ragazza ma non lo fece e tirò dritta per la sua strada.
- Io ne avrei davvero bisogno, lei mi capisce. - disse mostrandosi un po' preoccupata
-Era un dono per mio figlio, in queste festività. E lui sarà molto dispiaciuto da non riceverlo! Sarebbe possibile sapere chi l'ha acquistata? So che è una domanda sfacciata ma vede, molti comprano cose che poi, in realtà, non usano affatto. Al ministero, dove lavoro, ho colleghi che indossano abiti una sola volta e poi li gettano via! Lei ci crederebbe? -
Disse depositando sessanta galeoni sul bancone ma tenendo dentro la mano altre monete che brillavano di luce rubata alle lampade del negozio. Sperava fosse una ragazza sveglia o che fosse rimasto, in quell'angolo di mondo, un datore di lavoro che sapesse come fare affari.
- Certo non voglio assolutamente che lei si metta nei pasticci con il Signor Sinister, mia cara! E' così giovane che aborrirei al pensiero di vederla nei pasticci per colpa mia, quindi non si prenda grane ...- esitò un attimo, abbassando lo sguardo, sconsolata - d'altronde lei non mi deve niente, e non conosce nemmeno mio figlio . Ah! se lo conoscesse!.. lei sperava che abboccasse e che le desse ciò che le serviva. Quanto poteva essere spaventoso il signor Sinister? Beh comunque non sarebbe stata lei la vittima delle sue ire, lei aveva espresso una richiesta, disperata per essere senza regalo per le festività che avrebbe condiviso con il suo amato figluolo. E loro avevano sbagliato lasciando il cartello in cui si parlava di questa cappa sulla vetrina. Quindi, in parte, avrebbe avuto ragione di inalberarsi. Aspettò fiduciosamente che il pesce abboccasse all'amo.
 
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view post Posted on 27/12/2018, 23:07
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Un brivido le percorse la schiena non appena vide il volto della vecchia corrucciarsi. Non sapeva perché, ma temeva la reazione di Crudelia, forse per lo stesso motivo per cui l'aveva denominata in tal modo. I tratti della donna erano così acuminati e arcigni da darle l'idea che quel corpo fosse composto solo da rovi velenosi, e la tela di rughe in cui erano rimasti impigliati i suoi occhi gelidi rendeva il tutto ancor più temibile. La smorfia di disappunto in cui si arricciarono le labbra avvizzite provocò in KC una morsa allo stomaco tale da farle poggiare una manco sul bancone per non perdere l'equilibrio. Tuttavia fu il repentino cambio di espressione sul volto della De Mon a mandarle totalmente il cervello in panne. Se in un primo momento ella sembrava voler dar fuoco al negozio con la studentessa dentro, adesso aveva impersonato il ruolo della povera madre vittima dei capricci dei propri figli. Con uno sguardo mosso ad impietosirla, le rivelò di avere un tremendo bisogno di quella cappa. Quasi quasi si potrebbe dire che stesse cercando di farla sentire in colpa per il fatto che suo figlio non avrebbe ricevuto il regalo tanto agognato per Natale. Successivamente, dopo aver scoccato quella freccia dritta verso il buon cuoricino della piccola, la donna indossò la maschera della Voce della Persuasione. KC si strinse fra le spalle e si mordicchiò un labbro. Non avrebbe mai potuto rivelarle quei nomi, non se voleva continuare a lavorare in quel posto. Sinister non avrebbe mai tollerato un tradimento del genere, e lei sapeva che tutte le persone che venivano lì ad acquistare la sua merce non avevano per nulla l'intenzione di far sapere in giro di esser stati in quel posto. La richiesta di Crudelia dunque non era per nulla semplice.
- Mi dispiace molto, signora, ma non posso dirle l'identità dei nostri clienti.
Gli occhi le scivolarono involontariamente sui galeoni che la vecchia faceva tintinnare sul palmo. Tirò un sospiro e poi continuò:
- Sa... gli oggetti che maneggiamo qui non sono per nulla comuni, anzi, sono del tutto fuori dall'ordinario. Possiamo vantare manufatti unici e introvabili in qualsiasi altro negozio di Londra...
Trovare la forza per resistere alla tensione che quella donna con la sua voce imperiosa le metteva era parecchio difficile. A lei non importava molto di quei pochi galeoni che avrebbe potuto guadagnare per una soffiata del genere. Se avesse perso il posto ci avrebbe rimesso di più.
- ... e proprio per questo motivo esiste un patto di segretezza professionale fra acquirente e negoziante. Non vogliamo mica che i nostri clienti subiscano dei danno a causa di terzi.
Detto ciò, la fissò negli occhi tentando di mantenere alto lo sguardo, incurante del fatto che certe parole potessero eventualmente corrispondere alla realtà.




Edited by Keyser Söze. - 27/12/2018, 23:35
 
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view post Posted on 29/12/2018, 11:02
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La giovane che le stava davanti avrà avuto meno di sedici anni, era poco più che una bambina ma aveva dimostrato un certo qual coraggio dove molti uomini adulti erano crollati come sacchi vuoti. Non fu però sorpresa quando scorse un lampo di indecifrabile timore negli occhi e nei gesti della ragazza. Lampo che si manifestò, nel realtà, con la mano che andò a cercare bruscamente il bancone.
Era una reazione comprensibile ed umana che Ekaterina avrebbe sfruttato per colpire sempre più forte.
"Sta bene, signorina?" chiese puntando gli occhi su di lei. "Vuole sedersi?" aggiunse. Il suo tono aveva poco di caloroso, nessuna premura. Forse non volle, forse non riuscì a fare in modo che quelle frasi non suonassero vuote, di circostanza.
Dentro di lei ribolliva una furia pronta a riversarsi su chiunque le avesse dato un pretesto, la ragazzina le stava dando più di un pretesto ma niente ruppe le perfette geometrie del suo volto altero e calmo.
"Nessuno più di me capisce il valore delle sue parole e del suo giuramento, signorina. Ed apprezzo la sua forza d'animo, perciò capisco che lei non possa dirmi gli acquirenti. Sono stata una sciocca a chiederglielo!" abbozzò un sorriso "Tuttavia non riterrebbe possibile di rendersi intermediaria di una transazione tra me e i clienti che hanno comprato quel capo? Chiaramente sarebbe ben ricompensata, lei è giovane ed desumo abbia bisogno di soldi… potrebbe essere un modo per metterne un po' da parte. L'intermediario è un ottimo lavoro, spesso anche redditizio!"
Questa volta sorrise in modo da invogliarla, da convincerla, da persuaderla. Infondo una giovane ragazzina non avrebbe lavorato da Magie Sinister per passione, non alla sua età. Si trattava solo di convincerla che avrebbe ricevuto molti più soldi di quanto Sinister avrebbe potuto dare e, tutto sommato, era convinta che non la pagasse a sufficienza. Chiaramente una volta avvenuta la vendita l'avrebbe lasciata con pochi galeoni. A meno di non riuscire a mettere mano ai fondi ministeriali, in quel caso avrebbe anche potuto ricompensarla dignitosamente. Le sue ragioni erano assolutamente legittime, ma non aveva intenzione di arrendersi: le serviva quella cappa. Era un pezzo di un mosaico più grande e non aveva intenzione di farsi ostacolare da un semplice contrattempo.
"In più visto che i manufatti sono unici, non avrà un gran daffare a trovare il nome del compratore. E sono convinta che lei possa anche spiegargli le mie ragioni e , probabilmente, vincere la sua giustificatissima titubanza. Se la sentirebbe?"
La mano scivolò nella tasca della veste dalla quale estrasse un portasigarette, da cui estrasse una sigaretta che si pizzicò distrattamente tra le labbra aride.
"Visto che le trattative andranno avanti per un po', spero, mi concederebbe di fumare?"
 
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view post Posted on 7/1/2019, 18:04
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- Sto bene, grazie.
Le frasi di circostanza sono un'arma a doppio taglio. La cortesia espressa dalle parole della vecchia non sapeva di nulla, come una pietanza scipita nei periodi delle feste. Ciò non voleva dire ch'ella muovesse la sua finta preoccupazione solo per imbonirsi la garzona di Magie Sinister. In fin dei conti, cosa gliene poteva importare di una ragazzina sconosciuta? Casey però aveva una natura diffidente. Esagerava sempre quando si trattava di impressioni ed emozioni, forse proprio perché era lei in primis a viver tutto con esagerazione. Conduceva la sua vita perennemente sul pizzo di una montagna, col rischio di cadere giù da una parte o dall'altra. Dunque, più che considerare l'ipotesi della gentilezza dettata dalla morale, si convinse dell'innata essenza infida di quel parlato, e il sospetto si infuse in lei come una bustina di tè in acqua calda.
In preda alla sua emotività, lasciò parlare Crudelia, tentando di soffiare sui bollori interni. La osservava con lo sguardo perso, conscia che un cliente come quello avrebbe colto l'occasione per sfogarsi, lamentarsi e forse prendersela pure con lei. *Bla, bla, bla... Ma quanto parla questa? Certi vecchi son proprio duri d'orecchie.*
La sua mente cominciò a fluttuare altrove, disperdendosi come un nugolo di moscerini sulla tela di rughe intessuta sulla faccia della tizia. Mentre la mandibola di questa saliva e scendeva nelle sue emissioni, certe pieghe si distendevano, altre si infossavano ancor di più, tanto da sembrare spaccature che presto avrebbero portato al rovinoso crollo dell'apparato. Ipnotizzati, gli occhi di KC si erano spalancati in quell'affascinante e insieme inquietante spettacolo della naturale decadenza umana.
- Se la sentirebbe?
*Eh?* Si era persa. Tornò in sé in un attimo e si riconcentrò sugli occhi di ghiaccio della donna. Di che stavano parlando? Ah, già: la cappa.
- Non credo possa fumare qui dentro. Ci sono oggetti antichi, e persino sostanze infiammabili.
Disse quelle parole con una camuffata soddisfazione. Era un modo piuttosto sano di stuzzicarla, legale e privo di qualsiasi secondo fine. O quasi. Ad ogni modo quello sarebbe stato per la vecchia un motivo in più per andarsene, se avesse avuto un prepotente vizio.
- Signora, purtroppo non posso farci nulla. Anche se il cliente che ha acquistato la cappa ci avesse lasciato il suo nominativo, non sarebbe stato una sicurezza. Sa, molti non rivelano la propria vera identità da queste parti.
Piegò un sopracciglio, assumendo l'espressione di chi allude a qualcosa di molto losco. Doveva proprio dirglielo che trafficavano artefatti illegali? A una tipa come quella di sicuro non era sfuggito, anzi, probabilmente era lì proprio per quello. A buon intenditor poche parole.
- E comunque - continuò - non posso favorire nessun cliente. Rifletta: se qualcuno venisse a conoscenza di questo affare, ci ritroveremmo sommersi di richieste.


 
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view post Posted on 12/1/2019, 18:45
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Era un muro di gomma. Ogni proposta che avanzava veniva sdegnosamente ributtata indietro dalla
giovane testarda. Nessun passo in avanti era possibile. Gli occhi si fissarono su di lei con maggior intensità come a cercare di carpirne il segreto. Il viso tagliente, un po' viperino, separato per largo da una bocca graziosa e due occhi enormi, da cerbiatta. Quando suo figlio aveva approssimativamente l'età della ragazzina andava matto per gli occhi di quel genere. Quante sbandate aveva preso e quante volte lei era stata costretta ad agire per salvare la sua reputazione, la reputazione della famiglia, la reputazione propria.
Vide le espressioni accigliate della ragazzina mentre nella testa le echeggiavano poche parole… Parole distanti perché da anni non sentiva quella melodia, distanti perché confinate in un salotto della sontuosa proprietà von Kraus di Berlino. Lì Ekaterina le aveva rinchiuse e lì pensava sarebbero rimaste per sempre.
Le morirono sulle labbra alcune parole russe
"Ne poy, krasavitsa, pri mne…" il suono non era nemmeno nato, solo un'increspatura nel respiro, mentre davanti ai suoi occhi la polvere danzava come fiocchi di neve e, nei suoi ricordi, le slitte erano comode perché si stava stretti nella pelliccia di lupo. Vedeva la bocca della giovane muoversi, vedeva la giovane che parlava di cose, pronunciava parole che Ekaterina sentiva distanti. Ebbe paura di morire perché vide troppo passare davanti ai suoi occhi. Non era il suo momento e pensò che qualcosa nel suo aspetto fosse cambiato in quei pochi istanti in cui non aveva avuto il controllo delle sue espressioni. Notò che la sigaretta che aveva pizzicato tra le labbra secche era finita sul bancone e non osò chiedersi come mai. Con una mano bianca e rapace, dalle unghie lunghe e bianche, andò a recuperarla e se la pizzicò di nuovo tra le labbra. Borbottando e soffiando tenendo la sigaretta tra le labbra riuscì a dire alcune parole " Si, Si capisco. Ha ragione signorina… pur…" poi si fermò e rifletté su quanto aveva vissuto. Si tolse la sigaretta dalla bocca pizzicandola tra il medio e l'indice.
"Bambina, mi ascolti bene. " si sentì ripresa appieno ed era felice "Capisco perfettamente che lei non abbia intenzione di muovere un dito per aiutarmi, e perché dovrebbe? E' chiara la sua prospettiva" il tono era conciliante, come fino ad ora aveva sempre mantenuto e, chi la conosceva avrebbe capito che era arrivata la fine della discussione "E' chiara ma pericolosa. Molto pericoloso non tendere una mano quando è una persona di un certo livello a pretenderlo. Lo dico per lei, a me della cappa non ne fa niente. Scrivete in vetrina di averne e poi non ne avete, mi rifiutate una cortesia. Io ho l'anima in pace, in difetto è lei, visto che è la ... commessa ? Mio marito spesso veniva a comprare qui e sarebbe molto dispiaciuto dal sapere che sua moglie è stata trattata con così poca disponibilità da una ragazzina che non sa distinguere una Signora da una stracciona." Fece per andare verso la porta poi si fermò:" Ah e ho intenzione di mandare un gufo al Signor Sinister lamentando di come Ekaterina Von Kraus sia stata trattata. Ed in ultimo, posso sapere il suo nome?" mentre attendeva a metà tra il bancone e la porta chiusa estrasse un pacchetto di cerini e si rimise la sigaretta in bocca.
 
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view post Posted on 17/1/2019, 16:18
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Si stava facendo tardi. Presto il suo turno sarebbe terminato e avrebbe dovuto correre per non sforare l'orario di rientro a scuola. In fin dei conti, anche se quella donna stava perdendo solo tempo lì, le dispiaceva di non poterle dare quel che desiderava. Non poteva nemmeno immaginare la frustrazione che potesse provare una donna anziana nel sentirsi dire no ad ogni richiesta da una quattordicenne. Le dispiaceva e la divertiva insieme. Gli adulti erano sempre stati oggetti di scherno e di diffidenza per lei, a parte alcuni pochi eletti meritevoli.
Mentre dava le sue buone ragione alla vecchia, questa cominciò a fissarla. I ruoli sembravano essersi capovolti: se prima KC si era persa fra le ragnatele del suo volto, ora era lei a scivolare sulle sue belle gote lisce e lucide. Tuttavia quello sguardo gelido e vuoto era molto più inquietante del suo, tanto che credette che alle sue spalle ci fosse un fantasma. La sigaretta cadde rovinosamente dalle labbra vizze di Crudelia, sparpagliando tabacco sul bancone e ammaccandosi.
- Si sente bene?
Questa volta fu lei a chiederlo, in maniera genuina, pronta a recarle supporto nel caso in cui avesse avuto bisogno. Ma non fu necessario dar luogo alla tragica scena della giovane che soccorre l'anziana ormai abbandonata dalle forze: la vecchia tornò subito arzilla e orgogliosa come prima e Casey gettò via con indignazione ogni buon proposito di far la pace.
- Mi sta per caso minacciando?
Il tono, leggermente più grosso, accompagnò un formicolio alla punta del naso e un fuoco che divampò lungo le tempie.
- Perché nel caso non vorrei fraintenderla.
E due. Il tono grosso affilò i suoi angoli in punte velenose. Non le importava un bel niente della differenza d'età: il rispetto bisognava guadagnarselo, l'aiuto pure. L'idea di far fiasco da Sinister però la indusse a spegner le fiamme e a ricomporsi, proprio per non dar buone ragioni alla vecchia nel caso in cui avesse deciso seriamente di denunciarla al titolare.
- Mi dispiace molto per averle dato quest'impressione e anche per l'errore. Mi creda, qui da Sinister teniamo in gran considerazione clienti come lei. Scriva pure al padrone del negozio se lo ritiene necessario, ma dovrà convenire con me sul fatto che rischierei di più ingannandola e facendole credere di poter acquistare un capo ormai disperso e andato ad un acquirente i cui contatti, veri o falsi che siano, non avremo mai.
Era il suo occhio a risentirne. I toni pacati non le si addicevano per nulla, e quando sopprimeva la rabbia nei modi era il suo corpo a manifestarla.
- Signora Von Kraus - disse ad alta voce per richiamarla non appena questa le voltò le spalle - le assicuro che, semmai dovessi ricevere indietro o recuperare un simile manufatto, sarà la prima ad essere contattata.
Oltrepassò il bancone e si mise a braccia conserte di fronte all'entrata. Lo sguardo determinato e con esso le sue parole. Non avrebbe mai potuto compiere un affare a suo nome, a quel punto sì che il suo capo l'avrebbe scannata. E poi solo un idiota avrebbe rivelato la propria identità ad uno sconosciuto a Nocturn Alley.
- A nome di Magie Sinister. Buona giornata.
Avrebbe atteso il colpo secco e furioso della porta, nella speranza che i vetri non si fossero disintegrati. Poi avrebbe chiuso il locale e informato il titolare dell'errore sul catalogo, ed infine sfogato la sua rabbia sul suo cuscino in dormitorio.




Come concordato io termino qui :fru: à puis!
 
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view post Posted on 20/1/2019, 22:56
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La ragazza, premurosamente le aveva chiesto se avesse bisogno. "No, Non ho bisogno di niente" aveva risposto, prima di cominciare l'allontanamento dal bancone. Il gesto melodrammatico giunse preciso sulle parole che la ragazza pronunciò
"Mi sta per caso minacciando?" Di scatto Hell, che era giunta nei pressi della porta, si voltò. Si stava sbagliando o un po' di colore si stava facendo spazio sul volto della giovane? Comportandosi tutt'altro che in maniera matura la vecchia sorrise in maniera piuttosto irritante; ascoltò il tono un po' più carico ritornare negli argini di un solco misurato. Solco da quale Ekaterina poteva, tranquillamente, esondare. "Non mi sognerei mai, Bambina, di minacciarla. Era, al contrario, mio interesse darle una lezione importante sul gestire un impiego ed un negozio" Il tono si fece lezioso, saccente, fintamente preoccupato tanto da essere manifestamente sarcastico. Mentre parlava le labbra secche su cui, vanesiamente, era stato spalmato un rossetto troppo chiaro incorniciavano dei bianchi denti aguzzi, ferini, che sembravano pronti a dilaniare una preda cacciata. "Negozio e Impiego che, fossi suo datore di lavoro, non manterrebbe per molto tempo. Sia chiaro. Visto, però, che non ho quest'onore ci tenevo a farle presente questo: è necessario saper distinguere clienti da clienti, saper riconoscere chi potrebbe spendere una fortuna da chi non potrebbe, Se capisce cosa intendo…" L'allusione finale non era eccessivamente minacciosa visti i toni mitigati che si erano raggiunti nelle ultime battute. Si era girata ad aprire la porta, stendendo il braccio lungo e sottile quando la giovane aveva aggiunto:
Signora Von Kraus le assicuro che, semmai dovessi ricevere indietro o recuperare un simile manufatto, sarà la prima ad essere contattata.
La Signora, senza girarsi, rispose mentre apriva la porta. " Non è il caso che lo faccia, Signorina. Se dovesse presentarsi l'improbabile eventualità, mi tenga da parte la cappa e me la darà quando prima o poi passerò a comprare altro, tanto sono una donna magnanima e concedo sempre una seconda possibilità. " A quel punto rispose all'augurio della ragazzina che aveva girato il bancone mentre lei era voltata.
"Buona serata, Signorina."
E mettendo i piedi fuori dal negozio si accese la sigaretta con i cerini che teneva in mano: una nuvola di fumo avvolse la porta ancora aperta e un odore pestilenziale invase la zona della vetrina. A quel punto, Ekaterina, si tirò dietro la porta con cura e si avviò verso casa sua con gli oggetti acquistati borbottando tra sé e sé una melodia triste che le aveva levato in testa uno stormo di lontani ricordi legati ai suoi bambini, a braccia rotte e alla Tata Berja.



e con questo ho finito pure io :D mi ero dimenticata che avevo questo già pronto da tipo giovedì pomeriggio da postare :zomp:
 
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6 replies since 26/12/2018, 11:28   207 views
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