Seth Collins
Grifondoro | 15 anni | Primo Anno | Gennaio "Live and let die"
Era successo, Casey gli aveva offerto una sigaretta. ”Che faccio? La prendo?” Doveva decidere in fretta, lei era lì, pronta con il pacchetto di sigarette in mano e il braccio teso verso di lui. Si sentiva in imbarazzo e non riuscendo a pronunciare parola, scosse il capo in segno di negazione. Subito dopo si allacciò all’ordinazione ancora in corso, in modo da evitare quella situazione per lui imbarazzante.
«Anche per me una burrobirra semplice andrà bene... e sì, mangerò volentieri anche qualche patatina» disse rivolgendosi prima a Casey e successivamente a Juliet, notando ancora di più lo strano comportamento di quest’ultima nei suoi confronti. Non lo aveva minimamente calcolato, anche dopo il suo intervento. La mente di Seth iniziò ad elaborare quella strana situazione ad una velocità incredibile. In un attimo pensieri, ricordi, discorsi li passarono per la testa. In tutto questo la risposta a quella insolita atmosfera tra lui e Juliet era ancora lontana, molto lontana.
Un attimo dopo si ritrovò catapultato nella realtà, seduto lì di fronte a Casey mentre Juliet se ne stava andando. Scosse leggermente il capo per riprendere coscienza e dimenticare quanto successo. Non voleva certamente rovinarsi il pomeriggio con questi pensieri e preoccupazioni, ma inaspettatamente Casey si avvicinò per punzecchiarlo un po’ sull’argomento. Seth non se lo aspettava e rimase decisamente sorpreso da quel commento. Probabilmente lei aveva visto qualcosa al di fuori dalla comprensione del ragazzo. Sembrava infatti, che conoscesse bene Juliet e forse sapeva il motivo di quel suo insolito comportamento.
«Dici? Mah, non saprei, non mi ha nemmeno guardato in faccia» disse con aria indifferente, cercando di nascondere la sua curiosità. Voleva sapere cosa ne pensava Casey a riguardo, ma non avrebbe mai osato chiedere una cosa del genere. Non mentre era seduto con lei a godersi un pomeriggio tranquillo. I pettegolezzi del genere erano spesso l’argomento preferito delle ragazze, ma forse Casey aveva semplicemente intenzione di stuzzicarlo un po’ per divertimento. Dopotutto un pizzico di ironia riusciva ad essere molto efficace per rallegrare diverse situazioni imbarazzanti.
Rimanendo un po’ stordito da quanto successo, deciso però di non voler proseguire sull’argomento, ritornò rapidamente sul discorso Quidditch rimasto in sospeso.
«Certo, un ottima scusa per poter volare un po’. Ma non saprei, tutta quella serietà con gli allenamenti, il gioco di squadra, gli schemi...» Era chiaro che lo sport non lo convinceva affatto, pur essendo consapevole di non aver mai provato a giocarci. Sapeva che probabilmente una volta trovatosi in aria tra l’eccitazione del pubblico, la tensione della partita e l’atmosfera in generale si sarebbe sentito euforico pure lui. Tutto questo però non bastava per portarlo ad aggiungere il suo nome tra gli iscritti ai provini della squadra di Grifondoro.
«Magari come sfogo ci potrebbe anche stare. Come dici tu, per dare una bella svegliata a qualcuno con un bel bolide. In molti se lo meriterebbero sicuramente» disse con un leggero sorriso sulle labbra, pensando all’idiota incontrato nel corridoio del secondo piano, che gli aveva fatto cadere tutti i libri, uscendo improvvisamente dalla classe.
La semplice domanda di Seth scaturì un’espressione piuttosto cupa sulla faccia di Casey, aumentando così la curiosità del ragazzo sull’argomento. Era evidentemente successo qualcosa di spiacevole, perché guardando Casey, Seth percepì a grandi linee cosa stava succedendo nella testa della ragazza. In quel momento stava probabilmente ripercorrendo mentalmente qualche brutto ricordo, qualcosa di abbastanza recente e quindi ancora parecchio vivo nella sua mente. Poi tutto d’un tratto Casey riprese coscienza ed illuminò la scarsa memoria del ragazzo. ”Certo, come ho fatto a dimenticare”.. La ragazza si riferiva chiaramente alla battaglia di Hogwarts dello scorso giugno. Seth non era presente, quindi, oltre a sentire qualche chiacchiericcio per il castello, non sapeva cos’era successo esattamente. Dall’espressione della ragazza capì che forse era meglio evitare l’argomento. Dopotutto, per l’ennesima volta, si erano incontrati per passare un pomeriggio allegro, non per rivivere spiacevoli vecchi ricordi. ”Magari però vorrebbe parlarne, per sollevarsi di qualche peso o semplicemente per sfogarsi sull’argomento” penso tra se e se, rispondendo subito dopo con tono serio, cercando di catturare lo sguardo della ragazza.
«Ah, certo… la battaglia… Scusami, dovevo ricordarmelo. Come non detto, non volevo tirare l’argomento in ballo, quindi se non ti va di parlarne… non c’è nessun problema…» disse cercando di far intendere alla ragazza, che l’avrebbe ascoltata in caso sentisse il bisogno di discutere riguardo quella vicenda.
PS: 100 | PC: 50 | PM: 51 | PE: 1
Giuls || © harrypotter.it