La prima impressione conta, Colloquio

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view post Posted on 27/1/2019, 13:04
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I miei passi mi portano in direzione dell'ospedale, laddove avrò finalmente il mio colloquio, calmi e misurati, senza fretta alcuna visto il largo anticipo di circa quindici minuti.
Ad accogliermi ancor prima del mio ingresso c'è un andirivieni non troppo affollato di persone, dipendenti medici e non, alcuni in attesa, altri indaffarati. La struttura è ampia, luminosa, labirintica e molto sobria. L'aria è pregna dell'odore di disinfettante ed altri componenti di uso quotidiano nella medicina.
E in tutto ciò io, dal canto mio, non posso far altro che avviarmi alla reception, dato che è la mia prima volta in quell'ospedale e necessito di qualcuno per orientarmi.




Sorry per il post corto, ma non sapevo che scrivere e ho poco tempo sti giorni.
 
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view post Posted on 31/1/2019, 00:00
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Il Fato

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La reception del San Mungo era un continuo via vai. A volte alla persona dietro il bancone bastava uno sguardo per indirizzare il paziente al corretto reparto. Un’abilità sviluppata in anni di pratica e che tornava parecchio utile quando il paziente non era in grado di indicare le ragioni delle propria visita.
Altre volte, per fortuna, il malato o un qualche accompagnatore era abbastanza pronto da evitare al receptionist di mettere in atto un’altra diagnosi sul momento.

La persona davanti a lui, comunque, non sembrava un malato. Non si poteva mai dire, certe malattie magiche erano meno visibili di altre, eppure gli pareva tutto sommato in salute.

Oh, un colloquio? Si certo, un momento. Secondo piano, l’ultima porta in fondo al corridoio.

***



Fare il medimago non era una professione da prendere alla leggera. Serviva quel qualcosa in più, una vocazione, quanto bastava a intraprendere una carriera dove le situazioni spiacevoli rischiavano di essere ben numerose. Molte malattie e incidenti, magici o non, potevano essere sistemati con un colpo di bacchetta o la pozione adeguata, ma c'erano anche i casi dove gli sforzi si sarebbero rivelati insufficienti o proprio inutili.

Madama Lyr era nata col dono innato della Guarigione e per lei diventare Medimago era stato un percorso naturale, a partire dagli anni a fare da aiuto-infermeria ad Hogwarts fino al praticantato al San Mungo e poi a scalare i vertici dell'ospedale. Al momento dirigeva il reparto di malattie batteriologiche magiche al secondo piano, con un intero team di medimaghi alle sue direttive, e non c'era giorno che fosse noioso o che le permettesse di adagiarsi sugli allori di un presunto "sapere già tutto."

Sollevò le braccia sopra la testa nel proprio ufficio e schiena e spalle scrocchiarono piacevolmente. Pur non essendo più nel fiore degli anni, cercava di fare del suo meglio per tenersi in forma. E correre da una stanza all'altra sul piano, quando non addirittura per tutto il San Mungo, era di sicuro un ottimo esercizio.

Sul tavolo, aperto alla prima pagina, stava il fascicolo di un mago. Aveva ottenuto un colloquio da medimago e intervistarlo sarebbe stato compito di Madama Lyr per l'ora successiva. La porta dell'ufficio, comunque, era aperta. In questo modo poteva sempre controllare il via-vai di medimaghi e, in caso di emergenze, avrebbero potuto avvertirla immediatamente. Bussare era un lusso che non apparteneva al San Mungo. O, almeno, questo era quello che credeva Madama Lyr.

Arrivato l'orario del colloquio, avrebbe fatto accomodare il candidato nell'unica sedia libera davanti alla sua scrivania, vuota fatta eccezione per una pila di moduli e un libro "Malattia Borbottante - batterie o cause psicomatiche?"



OT. Benvenuto al colloquio. Ho considerato che ti saresti mosso chiedendo dove andare per il colloquio per saltare un turno poco proficuo
 
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view post Posted on 31/1/2019, 23:32
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Il personale della reception è paziente e conciso nell'indicarmi l'ala prestabilita, subito dopo aver controllato sul taccuino il mio appuntamento. Lo ringrazio con cordialità e mi dirigo verso la mia meta, facendo attenzione alle persone che incrocio lungo la mia strada e tenendo bene a mente le indicazioni del ragazzo.
Corridoio est... corridoio est... Il San Mungo è davvero un labirinto, mi tocca chiedere a un addetto lì vicino, per sicurezza, ma finalmente giungo a destinazione.
Il targhino sulla porta bianca recita a chiare lettere il nome che cerco, dopo essermi sistemato la cravatta blu cobalto - in linea con il completo - dunque non posso fare a meno di bussare sulla sua superficie in legno, nonostante essa sia spalancata.

Non mi è chiaro il motivo dietro una tale dimenticanza, tuttavia non mi trovo lì per questo e, una volta ricevuto il consenso per entrare, mi addentro con passo lento e sicuro all'interno dell'ufficio, studiandone il perimetro.
È un luogo caldo ed accogliente, per l'arredamento e, di certo, anche per la luce che entra dall'ampia finestra, anche se è molto udibile l'andirivieni del personale ospedaliero. Finanche il familiare odore di agenti chimici mi raggiunge là dentro, ma con un'intensità minore.


"Buongiorno lady Lyr," la saluto con il mio solito accento ed un cenno del capo, prima di sorridere colloquialmente, sperando di non aver fatto una gaffe, "sono qui per il colloquio... Volete che la chiudo?" le domando quindi, riferendomi alla porta.

"Egil Balder Svadilfari, per servirvi,"
continuo amabile, accomodandomi a seguito di quel piccolo dettaglio. Da quel momento i miei occhi azzurri si posano di tanto in tanto sul tomo sopra lo scranno, prima distrattamente, poi con una certa eloquenza.


Oh. Imma a lady.
 
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view post Posted on 10/2/2019, 22:13
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Il Fato

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Madama Lyr alzò gli occhi verso il candidato. Giovane, ma a primo sguardo non così tanto da essere fresco di M.A.G.O. C’era da chiedersi cosa avesse fatto nel frattempo. Avrebbe costituito una domanda interessante per il colloquio. Madama Lyr se l’appuntò mentalmente; poi, ricordandosi che negli ultimi tempi aveva davvero troppo cose per la testa, scribacchiò due righe sul primo foglio di pergamena che le capitò sotto mano. Sperando poi che il foglio non andasse perduto sotto centinaia di altri simili. A distanza di settimane continuava a trovare appunti per nuove cure scribacchiati dietro la lista della spesa.

“No, non c’è bisogno.” Gesticolò verso Elder per indicare che la porta spalancata andava bene e così doveva restare. Forse avrebbero avuto più disturbo, ma anche quello faceva parte dell’ambiente. La tranquillità non aveva mai fatto parte della sua vita al San Mungo, fin da quando era solo una medimaga in addestramento, a correre da una parte all’altra dell’ospedale. Bei tempi.
Fece un gesto a indicare che il candidato poteva accomodarsi. In parte Madama Lyr lo guardava, in parte, ogni tanto, gettava delle occhiate verso il corridoio. Giusto pochi giorni prima un medimago si era fatta prendere da una crisi isterica quando il suo bel faccino era stato contagiato dalla spruzzolosi. Sempre meglio della volta in cui l’intero piano era andato a fuoco per colpa di un giovane mago con il morbo di Sherman

Quando il candidato si fu accomodato e lei ebbe risistemato i moduli sulla sua scrivania, chiese:
“Dunque, perché non comincia a parlarmi del suo percorso di studi.”

 
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view post Posted on 17/2/2019, 14:17
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Noto con una certa perplessità il continuo cambio di attenzione della donna da me alla porta, forse aspetta qualcuno, e non posso evitare di sollevare entrambe le sopracciglia, ma dato che ella non sembra minimamente intenzionata a rimandare il colloquio non mi resta altro che accontentarla.

Inizio dunque dal principio e, mentre le racconto dei miei anni all'istituto di Durmstrang, senza dimenticarmi delle attività extrascolastiche, dei concorsi interni svolti nonché dei titoli conseguiti laggiù, apro la ventiquattrore che mi sono portato dietro e tiro fuori il fascicolo color verde menta, contenente tutti i certificati necessari a provare quanto affermo.


"Ecco, potete osservare voi stessa," concludo colloquialmente, porgendolo alla dottoressa.

 
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view post Posted on 1/3/2019, 18:12
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Il Fato

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Madama Lyr prese il foglio che Elder le aveva perso, gli dedicò un’occhiata veloce, e lo mise subito da parte. Stracciarlo sarebbe stato più teatrale, ma era di buon umore e forse quel gesto era esagerato, per quanto sarebbe stato molto efficace nel trasmettere il messaggio.

“Desidero che sia lei a raccontarmi delle sue esperienze. Se fosse sufficiente leggere un curriculum non mi sarei presa la briga di impiegare il mio tempo per farle un colloquio.”

Sulla carta, del resto, era facile mentire o mostrare le cose sotto una certa luce; a voce, invece, diventava più difficile nascondere le proprie emozioni e lei con gli anni aveva sviluppato un certo occhio.

“Per esempio, perché non mi parla dei suoi MAGO. Quali erano le materie che trovava più congeniali?”



OT. Riguardo alla tua domanda sui MAGO aggiuntivi, non è possibile aggiungerne di nuovi.
 
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