|
Quel sabato mattina Derek si era svegliato come tutti i giorni poco dopo l’alba, nonostante non avesse lezioni né altri impegni imminenti ma il suo corpo era abituato agli orari. Così spostando distrattamente le lenzuola si alzò da letto sbadigliando. Dopo essersi lavato iniziò ad indossare la divisa scolastica, guardandosi allo specchio mentre faceva il nodo alla cravatta. Era ormai quasi pronto quando si ricordò che quel giorno sarebbe dovuto andare al ministero per incontrare un Auror. Guardandosi allo specchio si maledì. Di fretta e furia si tolse la divisa ed inforcò i primi abiti babbani che gli capitarono davanti ed uscì dal dormitorio per raggiungere la sala comune. Come era prevedibile pochi erano gli studenti lì presenti ed ancor meno quelli che come lui stavano andando verso l’uscita della sala. Uscito iniziò a scendere le scale della scalinata principale per andare in sala grande per la sua colazione. Ogni scalino che scendeva lo invogliava ad andar più veloce, ma fu proprio al quarto piano che una rampa decise di bloccare la sua discesa cambiandosi di posizione. Si guardò intorno e capì che non aveva molte speranze se non quella di aspettare che la rampa tornasse dandogli l’opportunità di scendere. Il piede picchiettava impaziente a terra nella attesa, e le dita della mano opposta picchiettavano sulla coscia quasi a ricordare un componimento. Non aveva idea del perché di quella impazienza, non era minimante in ritardo ed era già stato al ministero, apparentemente non aveva motivo di essere ansioso. Ancora fermo tentava di capire quale fosse l’origine del suo malessere ma più ci pensava e più piede e dita aumentavano il loro ritmo rimanendo stranamente in una strana sincronizzazione. Finalmente la rampa arrivò ed ancor prima che si assestasse iniziò nuovamente a scendere e più scendeva e più l’ansia si impadroniva di lui. Ormai non faceva più caso alla velocità con la quale stava scendendo le scale né tanto meno chi vi fosse attorno a lui. D’un tratto si ritrovo nella sala grande e quasi sentì una sensazione di pace, andò verso il tavolo dei Corvonero per mangiare.
Una volta terminata la colazione si rese conto che era ancora presto per andare al ministero e così decise di arrivare oltre i confini di Hogwarts per poi smaterializzarsi facendo una passeggiata così da avere il tempo di pensare a quali domande avrebbe voluto porre all’auror che lo avrebbe ricevuto. Uscito dal castello si ritrovo per la strada che ogni anno percorreva grazie a delle carrozze per arrivare in sala grande il primo giorno di scuola, tranne che per il primo anno, avevano attraversato il lago nero con delle barche. Ricordava ancora l’emozione che aveva provato guardando per la prima volta le luci del castello, per non parlare di quando aveva varcato la soglia della sala grande. Forse era del tutto normale perdersi in sentimentalismi considerato che ormai il suo tempo in quella scuola era quasi agli sgoccioli. Due soli anni a confronto dei cinque passati erano nulla. Aveva deciso che avrebbe pensato alle domande camminato verso una zona franca per trasportarsi al ministero, ma evidentemente la sua mente era contraria a tale pratica, ma al contempo si era placata. Non aveva ben chiaro perché aveva preso il sentiero che portava al binario e non ad Hogsmeade, ma alla fine non era così importante da dove si sarebbe smaterializzato. Circa a tre quarti di strada decise che era ora di pensare a cosa avrebbe chiesto se ne avesse avuto l’opportunità. Non era sicuro di come si sarebbe svolta la discussione, ma più che alla domande doveva prima chiedere a se stesso cosa voleva sapere. Cioè, perché l’idea di poter interloquire con un Auror lo aveva entusiasmato all’inizio? Quali erano i dubbi che voleva dissipare? Ovviamente sarebbe stato utile sapere che tipo di vita conducesse un Auror, non doveva essere un lavoro semplice, probabilmente era una vita fatta anche di rinunce, tutto stava nel capire se il gioco valesse o meno la candela. Ormai era giunto in un luogo nel quale avrebbe potuto smaterializzarsi in tutta tranquillità. L’orologio del binario diceva che ancora aveva tempo per riflettere. Chiuse gli occhi ed in quel momento sentì il ticchettare delle lancette così vicino che se avesse riaperto gli occhi si sarebbe aspettato di trovarselo accanto. Faceva quel gioco anche nel giardino della torre dell’orologio, quel suono lo calmava in modi a lui sconosciuti. Era giunta l’ora di andare, anche perché non aveva idea di come arrivare all’ufficio Auror per cui era più sicuro arrivare al ministero in anticipo. Estrasse la bacchetta. *Destinazione, Determinazione e Decisione*. Giravolta. Destinazione Ministero.
Non passarono molti secondi e Derek uscì da uno dei tanti camini del ministero. Si guardò a destra e sinistra per capire da quale lato erano gli uffici, ma in effetti avrebbe potuto semplicemente seguire il flusso del fiume di ministeriali che probabilmente andavano a lavorare. Così si inserì un po’ a fatica ed iniziò a camminare verso la fontana che vedeva in lontananza. Si era sempre chiesto quanti camini ci fossero, una volta li aveva pure contati ma poi gli venne il dubbio che la stanza fosse stata incantata al fine di crearne infiniti. Mentre camminava si chiedeva dove si trovasse l’ufficio Auror, si rese conto di non conoscere per nulla la struttura del ministero se non l’ufficio trasporti magici dove era già stato. Avrebbe potuto chiedere al tizio nell’ascensore di portarlo al livello giusto. SI fermo davanti alla statua nella hall, l'aveva trovata sempre molto singolare. Poi si diresse agli ascensori, prese quello che sembrava essere meno pieno e disse al tizio.
Dovrei andare all’Ufficio Auror
Il tizio non rispose e l’ascensore parti, si fermò al quinto livello e una voce quasi metallica disse che lì si trovava l’ufficio per la cooperazione magica internazionale. Evidentemente non era la sua fermata. Dopo di ciò si fermò al terzo livello ed ancora la voce informò che si trovavano nel livello del dipartimento catastrofi e qualcos’altro che non aveva ben capito. Penso di essere arrivato ma il Tizio lo guardò male e rimase dentro l’ascensore. Ormai erano rimasti solo loro due. L’ascensore fermo al secondo livello, Ufficio per l’applicazione della legge sulla magia. Rimase immobile a guardare le pareti dell’ascensore mentre le porte si aprivano e il Tizio si girò verso di lui guardandolo male. Dedusse che doveva essere arrivato ed uscì dall’ascensore. Anche se ad essere onesti non è che avesse una gamma di sguardi così vasta da permettergli di capire qualcosa.
Graz..
Le porte si erano già chiuse e il Tizio andato. Adesso non doveva fare altro che trovare l’ufficio Auror nel bel mezzo del dipartimento più grande del ministero. Roba da nulla. Sembrava che il piano fosse quasi circolare, inizio a camminare per quei corridoi alla ricerca di qualcosa, di un indizio che gli permettesse di capire quale era l’ufficio Auror. Era passato davanti ad un numero imprecisato di uffici, Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche, Ufficio per l'Uso Improprio degli Artefatti dei Babbani, spezzaincantesimi, antimago e chi più ne ha più ne metta. D’un tratto dietro un angolo vide una grande porta in legno ed un piccola targa che diceva “Quartier Generale Auror”. Finalmente era arrivato, diede un occhiata prima di entrare, vi erano degli uffici a destra e sinistra, così decise di entrare. Doveva trovare l’ufficio di un certo Killian Resween. Iniziò a guardare le targhe sulle porte degli uffici per capire quando fermarsi. *Weiss….Midnight…MIDNIGHT!!…Ma guarda un po’ il vice preside, non aveva idea fosse un auror* Continuando a camminare finalmente trovò l’ufficio che cercava *Auror Ispettore Killian Resween”. Si bloccò, sapeva che avrebbe dovuto bussare, come niente l’ansia che provava prima a scuola si era ripresentata e sembrava chiedere gli interessi per il tempo concessogli in “libertà”. Non aveva ancora idea del perché era preoccupato, ma certo non poteva che essere collegato a quella visita al ministero, il giorno prima si sentiva bene, la luna piena era appena passata. E sì, doveva proprio trattarsi della visita ma a cosa in particolare? Chiuse nuovamente gli occhi e bussò.
|
"Voltarono un angolo, attraversarono una massiccia porta a due battenti di quercia e sbucarono in un open space sovraffollato, diviso in cubicoli, che ronzava di chiacchiere e risate. I promemoria sfrecciavano tra i pannelli divisori come razzi in miniatura. Un cartello sbilenco sul cubicolo più vicino diceva: Quartier Generale degli auror." Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter e l'ordine della fenice) Ovviamente non terrò mai conto del fatto che Derek possa sapere che Dorian sia anche un Auror non avendo mai parlato con lui, ma faceva colore.
|