AMBER SERENITY HYDRAPREFETTO TASSOROSSO ✧ 18 Y.O. ✧ MINISTERO DELLA MAGIA ✧ LONDRAEra lì da pochi minuti, eppure l'altalena di emozioni in ballo non sembrava volerle concedere una tregua, neppur minima. Il timore reverenziale imposto dal titolo dell'uomo di fronte a lei, si sommava alla tensione di un ruolo che Amber aveva assunto e che non sentiva calzarle così tanto a pennello, dando il via ad un miscuglio di intricati intrecci che finivano per farla sentire a tratti fuori posto ed a tratti inadatta. L'opinione su di lui variava con la stessa velocità. Meno formale di come l'aveva immaginato, per fortuna, ma più difficile da decifrare, e quello avrebbe dovuto aspettarselo. Non era un colloquio.
Più che consapevole di aver introdotto un argomento per nulla leggero -
non aveva idea di cosa potesse aspettarsi il Vice Ministro, ma tant'è che i tasti dolenti li avrebbero toccati prima o poi - s'impose un religioso silenzio. L'espressione più seria del mago la spinse ad assumerne istintivamente una non dissimile. Fisse, le iridi acquamarina non lasciarono per un solo istante il volto dell'intervistato. Perfino il corpo si tese come la corda di un violino. Non era proprio con quei termini che Seraphinus aveva trascritto la domanda da porre tassativamente - "una delle" - ma il concetto di base era esattamente quello: da che punto aveva osservato la battaglia di Giugno? Inspirò, e per un cruciale attimo l'aria parve bruciare nei pomoni, esattamente come quando il boato aveva scosso le mura della Sala Comune, facendo tremare ogni cosa. La distruzione, sommata alle vacanze estive, aveva lasciato nella ragazza un senso di vuoto quasi totale. Non era riuscita a sapere quel che avrebbe voluto, a capire davvero come fossero andate le cose da ogni angolazione, ed i corridoi avevano iniziato a sussurrare talmente tanto, al suo rientro, che aveva scelto di non dar loro retta. Non poteva nemmeno immaginare la frenesia che doveva aver colpito il Ministero, al raggiungimento della notizia, ma non faticava a figurarselo come un enorme macchinario ad ingranaggi. Alimentato da ognuno di quei piccoli bulloni, che di norma si muovevano sempre, ma con una calma quasi impercettibile, posizionati in modo che valessero abbastanza da non fermare mai il moto... ed improvvisamente impazzito al punto che gli stessi ingranaggi si sarebbero mossi così velocemente da rendersi quasi invisibili, in fiamme. E lei, un giorno, sarebbe stata proprio uno di quei bulloncini d'ottone, con la speranza - e la determinazione - di non finire tra le gerarchie più basse, ma conquistare un posto degno dell'impegno che avrebbe profuso affinché la Macchina-Ministero continuasse a muoversi. Non v'era rabbia, nello sguardo della strega, ma era impossibile non notare il velo d'accusa che inevitabilmente segnava gli occhi chiari quando si trattava di ripercorrere i passi della vicenda. Qualcuno non aveva fatto abbastanza per rendere sicura Hogwarts, qualcuno non era stato così veloce da prevenire l'infiltrarsi del male così in profondità. E lo sapeva, ah lo sapeva benissimo, che molte cose non avrebbe potuto prevederle nessuno, ma ne soffriva ugualmente. Registrò la risposta del mago con precisione, memorizzando la posizione di "segretario" assunta in mancanza di Swan. Quasi pronta a mettere una spunta su uno dei quesiti obbligatori da porre, sentì gelare il sangue nelle vene quando Von Heinrich rigirò la domanda. "
Posso chiederle di quel terribile giorno?"
N O
Tuonò l'anima, dall'alta torre d'osservazione. Amber non poteva essere tanto sciocca da non immaginare che -
dato l'andazzo - fosse quello il tipo di gioco che stavano conducendo. Ma la ferita scavata dall'attentato non era ancora rimarginata. «
I-io..» avrebbe voluto dire che non era lei l'oggetto dell'intervista, e probabilmente l'avrebbe fatto se non si fosse trovata davanti il Vice Ministro del Ministero inglese, probabilmente l'unica persona in grado di imporle di rispondere. Gli occhi, animati da un bagliore triste, deviarono la traiettoria dello sguardo su uno spigolo della scrivania. L'espressione cupa fece il resto. «
Non credo di aver mai avuto così tanta paura di non tornare più a casa, signor Von Heinrich.» viscido, il senso d'impotenza che l'aveva resa incapace di sostenere il suo sguardo, si palesò in un amaro sorriso. Preludio dell'angoscia con cui stava lentamente rivivendo. «
C'è chi ha combattuto, chi ha perso... chi era lì per vedere l'orrore in presa diretta e...» la voce appena spezzata, si rinsaldò. «
... e poi c'eravamo noi.» Immobile, liberò un fragile sospiro. «
Sono rimasta tutto il tempo nei Sotterranei, nella mia Sala Comune. Nessuno doveva uscire, era quella l'informazione. Sigillare le porte e rimanere nascosti finché tutto non fosse finito. Con l'ansia per chi non era con noi e l'incertezza di che fine avremmo fatto tutti.» Nel ripercorrere i passaggi, lo sguardo si perse in un mondo di vetro e frammenti, liquido come il velo che minacciava di commuoverla e infuocato come la rabbia repressa di chi avrebbe voluto poter fare di più. «
E' stato un incubo lungo un'eternità» ammise, risollevando il capo e stringendo i denti. Cercò solo allora lo sguardo del vice. «
E quando le fiamme si sono estinte, le ceneri di Hogwarts erano ovunque» E forse nessuno aveva mai smesso di portarle con sé. «
Ma non è la mia intervista, questa, quindi..» eppure la frase le morì in gola, e lo sguardo rischiò di perdersi ancora, in loop.
INTERVISTA AL NUOVO VICE MINISTRO DELLA MAGIA: Noah Dietrich Von Heinrich