Ad un anno da te, per Ana

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Lia Soxilia
view post Posted on 26/4/2019, 09:52





Ecate LiaO'Connor
27 anni– Medimaga – Guaritrice – Veela – Purosangue

Era inizio aprile, un sabato di inizio aprile, un sabato come tanti in un mese qualunque di un anno qualunque; Lia lo sapeva bene, eppure era ferma lì con la sigaretta in bocca e lo sguardo perso appoggiata allo stesso muro di un anno prima sperando che il tempo tornasse indietro. Dopo aver finito il turno aveva provato a dormire ma qualcosa la teneva sveglia, era come una voce lontana che continuava a ripeterle la stessa frase come se fosse la cosa più importante del mondo; così, dopo svariati tentativi di addormentarsi, aveva infine deciso di vestirsi e andare a correre aveva indossato un paio di pantaloncini corti a vita alta e una maglietta bianca a righe nere a maniche tre quarti e un paio di scarpe da ginnastica. Aveva corso per un’ora buona nel suo solito giro eppure la voce non aveva accennato a smettere così aveva continuato sperando di sfinirsi, aveva superato varie vie e luoghi conosciuti quindi aveva raggiunto il vecchio locale che forniva accesso alla via dei maghi e qualcosa le aveva detto di andare lì, di superare la barriera e aspettare che qualcosa si palesasse ai suoi occhi e così aveva fatto. Aveva ignorato qualunque tipo di sguardi interessata solo a capire cosa fosse quella voce, aveva camminato sicura fino al passaggio e lo aveva superato poi aveva camminato ancora fermandosi solo davanti alla gelateria da Florian, era stato lì che la sua mente si era sbloccata e lei aveva capito: esattamente un anno prima in quel posto suo cugino le aveva organizzato il primo incontro con Drinky e lei le aveva detto una cosa che l’aveva quasi fatta impazzire ma che quel giorno sentiva avere una risposta differente. Quasi un anno prima Drinky le aveva chiesto se la conoscenza l’avesse salvata e lei le aveva urlato contro che lei non poteva essere salvata, ma quel sabato Lia sentiva che la conoscenza la stava davvero salvando e che anche lei poteva essere salvata.
Così Lia si era fermata lì, aveva estratto una sigaretta dal pacchetto e l’aveva accesa con la bacchetta lasciando che la montagna di ricordi la sommergesse ed inebriasse sperando che prima o poi dai suoi ricordi la rossa si palesasse realmente e tutto tornasse come la bionda sperava. Ricordava quel bacio a casa del cugino, ricordava ciò che aveva sentito smuoversi dentro, ricordava che per la prima volta si era sentita incredibilmente bene con qualcuno e che aveva provato cose che ancora non sapeva spiegare, ricordava come aveva più volte fatto passare i suoi occhi sul corpo della giovane neo docente di Hogwarts e poi cominciavano i ricordi spiacevoli, quelli di come aveva rovinato tutto e di come la donna non volesse più parlarle. Immersa nei suoi ricordi e nel fumo con quell’espressione assente e quasi sognante, Lia ancora sperava nella possibilità di spiegare a Drinky cosa fosse successo e forse un giorno ottenere il suo perdono.
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view post Posted on 1/5/2019, 12:25
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Ana Croft

I suoi capelli erano la cosa piu' vicina ad un indicatore di umore che Ana avesse. La sua espressione era in genere neutra-tendente-alla-noia, o imbronciata neanche l'universo si fosse organizzato per rendere la sua vita in particolare un infermo, ma raramente esprimeva cio' che provava. A parte la noia, quello era uno stato d'animo che negli ultimi tempi provava spesso.
Pero' no, i suoi capelli erano un buon indicatore di cio' che provava, se la si conosceva da abbastanza abbastanza tempo da poter capirlo. Il nero lo evitava da molti anni perche' lo associava a un periodo pieno di frustrazioni e dolore che preferiva dimenticare. Per quasi lo stesso motivo evitava il suo colore naturale, un biondo platino estremamente pallido e molto vistoso. Preferiva mascherarli parzialmente con un po' di grigio e quello si che era uno dei suoi colori preferiti. Poi c'erano le parrucche per quando aveva dei momenti particolari e voleva i capelli corti e castani, o ricci e rosso fuoco, ma non voleva la lunga relazione complicata con tinta e forbici che comportavano.
Se ci fosse qualcuno che la conoscesse abbastanza da aver notato che i suoi capelli cambiavano con l'umore, avrebbe certamente notato che c'era qualcosa che non andava in lei. Qualche tempo prima erano stati di un bel biondo cenere/argenteo, ma era da un po' che non vi badava piu' di tanto percio' iniziava a riemergere il tipico giallo dei capelli biondi. Era la cosa piu' vicina al suo colore naturale da quando si era tinta i capelli per la prima volta. Ma non vi badava piu' di tanto.
Come si era aspettata, il suo umore era caduto sotto le scarpe da quando aveva rimesso piede su quell'isola maledetta, e non aveva fatto altro che peggiorare. Le ricerche su suo padre si stavano rivelando un buco nell'acqua dietro l'altro, e aveva incontrato piu' vicoli ciechi che nel dannato labirinto di Schönbrunn.
Quel sabato aveva voluto "rilassarsi" tornando alla routine confortante a cui in genere era abituata. Aveva afferrato la borsa e il suo quaderno con gli appunti e si era fiondata all'archivio del British Museum, a imprecare contro archivisti e bibliotecari che non capivano un accidenti per finire un articolo che nemmeno aveva voluto scrivere.
E tutto era tornato al suo posto.
Aveva deciso di prendersi un po' di tempo per sgranchirsi le gambe ed era uscita, allungando di poco la strada per raggiungere Diagon Alley. Mentre camminava, sentiva i muscoli di gambe e schiena pian piano rilassarsi, dopo ore passate chinata su un tavolo scomodo. Ruoto' le spalle per scogliere un nodo tra le scapole quando noto' una ragazza - i capelli biondi avevano attirato il suo sguardo - fuori da Florian Fortebraccio. Sembrava quasi che stesse per mettersi a urlare contro il mondo. Fumava con l'aggressivita' di chi ha un peso sulle spalle estremamente scomodo. Noto' i pantaloncini corti e le maniche a tre quarti e inarco' un sopracciglio. La primavera era arrivata, ma non faceva ancora cosi' caldo da poter esibire uno stacco di gamba. Ana aveva lasciato a casa la giacca, ma aveva pur sempre dei jeans e una maglia di lana fina che le ricadeva comoda sulla sua figura.

- Dovresti coprirti, se non vuoi finire all'ospedale - si ritrovo' a dirle, esitando su un passo per poi fermarsi.

Non era una persona particolarmente socievole, ma poteva capire i pesi sulle spalle.

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Lia Soxilia
view post Posted on 3/5/2019, 16:46





Ecate LiaO'Connor
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Quando l'affermazione la colpì Lia quasi si ritrovò a precipitare a terra tanto assorta com'era dai suoi ricordi, dovette sbattere le palpebre un paio di volte per superare l'ostacolo della nebbia mnemonica che l'accecava per riuscire a scorgere la figura che l'aveva malamente strappata dai suoi pensieri: un'alta donna dai capelli biondi che mostravano una sempre maggior ricrescita la fissava immobile a qualche passo di distanza, il fisico snello era ben coperto da un paio di jeans e una maglietta di lana fina, dallo sguardo intenso di quegli occhi grigi sembrava volerle ricordare che a Londra non vi era un caldo tale da indossare gli shorts quasi fosse una mamma premurosa. Probabilmente con l'età che aveva era una mamma, anche se non era esattamente l'età a determinare l'essere mamme altrimenti Lia era proprio una stravaganza, eppure era una bella donna con un qualcosa di particolare quasi fantastico, più probabilmente era l'effetto dato da quell'aura di nebbia di ricordi che stava lentamente abbandonando gli occhi azzurri ghiaccio della donna. Finalmente la veela sorrise trattenendo appena una risata per quella frase quasi assurda e espulsa l'ennesima boccata di fumo le rispose ironica: "Non ti preoccupare, all'ospedale ci finirei comunque stasera."
Stranamente Lia avvertì che quella frase non era detta solo per la salute fisica ma sembrava quasi un modo per cominciare una conversazione fra persone che avevano lo stesso sguardo, era come se la donna davanti a lei avesse notato quel turbamento interiore che la stava dilaniando e consumando ed avesse cercato una scusa per strapparla da quel problema; che avesse gradito anche lei lo stesso trattamento? Forse la veela avrebbe dovuto renderle il favore parlando di futilità per almeno un po', magari avrebbe potuto aiutare entrambe. Così, ancora titubante per la passività che quel pensiero le invogliava, Lia spense la sigaretta e fece un paio di passi verso la donna che l'aveva interpellata e le porse la mano in segno di saluto. "Sono Lia, una Medimaga. Ti ringrazio per la tua premura, stavo facendo jogging e quando mi sono fermata a fumare non ho pensato che avrei potuto prendere freddo."
Non era l'anno precedente, nessuna rossa le si era avvicinata chiedendole una sigaretta, nessuna rossa le aveva svelato l'inganno del cugino e nessuna rossa l'aveva abbracciata dentro Florian calmando una parte di sé che aveva scoperto da molto poco. Forse nulla del genere sarebbe più capitato e lei doveva imparare a socializzare con le persone, forse quella donna le era stata mandata per quel motivo. "Posso offrirti un caffè per ringraziarti della tua premura?"
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view post Posted on 27/5/2019, 18:17
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Ana Croft


Ascolto' la ragazza risponderle, e mentalmente si ritrovo' a ribatterle:
*Si, certo che ci finisci all'ospedale, al manicomio*.
Ana era tutto fuorche' socievole, questo lo sapeva, ma almeno una volta ogni tanto si sforzava di essere umana, almeno all'apparenza, percio' quelle parole si limito' a pensarle invece che dirle ad alta voce.
Non si sorprese piu' di tanto quando le rivelo' di essere Medimaga - insomma, a quel commento sull'ospedale le spiegazioni erano due: o era una paziente in pianta stabile e aveva istinti suicidi, o ci lavorava.
All'improvviso, si ritrovo' a dover trattenere un sorriso. Quella ragazza era una contraddizione ambulante: medimaga che non si ricorda che potrebbe prendere freddo con quelle temperature; sempre medimaga che faceva jogging, ma fumava. Dio, cos'altro nascondeva sotto quel bel faccino?
Di colpo, piu' che a una ragazza giovane, tremendamente sbadata e incazzata con il mondo intero vide un esserino interessante, qualcosa che valeva la pena studiare, in un certo senso. O almeno osservare per un altro po'.
Oltre alla storia a lei piaceva la psiche umana, e quella ragazza aveva abbastanza opposti e conflitti dentro di se da far godere un qualsiasi strizzacervelli. E distarre lei per almeno un quarto d'ora.

- Si, certo, perche' no? - acconsenti'.

Se si sentiva in dovere di offrire un caffe' ad una sconosciuta che le aveva suggerito di coprirsi, quella "Lia" doveva avere una vita piu' deludente di quella di Ana, il che era tutto dire. Non provo' dispiacere per lei - da quello che le risultava la compassione non rientrava tra quella manciata di emozioni che era in grado di provare - ma ritenne uno spreco che una ragazza cosi' giovane, bella e con una carriera promettente non vivesse una vita rosea e felice.
A riconferma che la vita e' una gran puttana e la prima che ti frega.

- Mi chiamo Ana, comunque - le disse alla fine, avvicinandosi con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni.


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Lia Soxilia
view post Posted on 14/7/2019, 17:47





Ecate LiaO'Connor
27 anni– Medimaga – Guaritrice – Veela – Purosangue

Spiegami, sei così tanto giù di morale da dover trovare una scusa per invitare qualcuno a prendere un caffè solo perché si è interessata alla tua salute?! Lia!
Che ci vuoi fare... Oggi è... E' un anno esatto, ai cioccolatini non mi ha risposto, sembra scomparsa.
Magari potresti cercare di superare la prima delusione d'amore?! Potresti concentrarti su altro come Aida... come Vath e Mireen che sembrano interessarsi a vicenda... come a noi che stiamo cambiando?
Aida è a scuola, Vath e Mireen sono adulti, noi abbiamo capito come collaborare, non vedo su cosa debba riflettere.
Beh, io invece si! Hai svelato tanti segreti ad Aida e le hai dato indizi che potrebbero allontanarla... Se fra Vath e Mireen dovesse andare male dovremo schierarci cosa che non sappiamo fare... E noi, noi abbiamo solo deciso di darci una tregua ma non sappiamo come collaborare!
Ah, no?!
No! Ad esempio adesso io vorrei farmi un giro nei locali per vedere se c'è qualcuno di interessante... Anche se Maurizio potrebbe già soddisfare il mio interesse... O anche qualche altra rossa di nostra conoscenza...
Tu sei una ninfomane! Io ho solo voglia di parlare con qualcuno...
E perché non cono Issho-sama? Lui sa di noi....
Non riesco ancora a perdonarlo del tutto.
Allora piuttosto che affrontarlo cerchi una sconosciuta?!
E' lei che si è interessata...
Menti!
Anche fosse oramai è così! L'ho invitata.


Le due entità litigavano nel silenzio della mente della bionda che, terminata la sigaretta, si era diretta verso l'entrata di Florian facendo cenno alla sua nuova conoscente; aveva camminato come assorta in quel mutismo tipico di chi non è presente e si era andata a sedere proprio nello stesso tavolino in cui si era seduta al primo incontro con Mireen. Solo quando le due avevano terminato la conversazione la bionda sembrò riprendersi, oramai seduta con il listino in mano, per un momento sembrò smarrita ma poi sorrise mimando la tranquillità di chi non doveva discutere con le sue personalità. "Piacere Ana, posso chiederti come mai ti sei interessata al mio stato di salute?" Schietta, senza peli sulla lingua con quel timbro così tipico di Ecate e quel sorriso tipico di Lia, la bionda aveva avanzato la domanda mentre gli occhi correvano sui nomi scritti delle varie pietanze. Ecate aveva ragione, Lia aveva cercato un estraneo per distrarsi ma anche Lia non aveva tutti i torti: la donna si era proposta da sola... Perché?
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