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Dipendente Ministeriale ☯ C.M.I. ☯ 66 anni ☯ Giapponese PS: 191 ☯ PC: 132 ☯ PM: 126 ☯ EXP: 28,5 Fare sali e scendi dal suo ufficio verso l'atrium o viceversa, faceva parte del quotidiano; che mancasse modulistica, che si andasse a prendere qualche collega o ``cliente`` perso nei miliardi di uffici o ascensori, il muoversi all'interno delle mura ministeriali era indispensabile. Probabilmente vi era chi delegava o sfruttava poveri stagisti nelle spoglie di segretari, ma non faceva per il giapponese...vero era che l'eta' avanzava, ma questo non dava l'autorita' di sfruttare la gente come i sofisti di una Grecia oramai passata. Quel giorno era nuovamente tornato nelle segreterie principali per ritirare eventuali documenti inerenti al commercio extra-europeo, nonostante ci si stesse preparando con Brexit e quant'altro a trovare nuove soluzioni per quanto riguardasse tassi e autorizzazioni; infatti, non solo il babbano risentiva degli effetti dell'economia reale dettate da quella ``manovra``, ma anche il magico, in ottica di fuoriuscita da un'organizzazione sociale, politica, geografica e legale; un discorso molto complesso che lo portava con i ricordi lontano, nel suo periodo di stage al ministero di Tokyo. Fuji-kun, nel '50 eravamo messi male; la guerra ci aveva gambizzato e il PIL pro capite raggiungeva appena il 20% di quello USA. Ci abbiamo messo sudore, fatica e sacrificio per farlo crescere dell'8% annuo fino a questo momento, sperando di continuare su questa riga. Ricordava ancora il Sensei per i rapporti esteri: Hyroshi Midama; uomo autoritario, senza peli sulla lingua e tutto d'un pezzo. Si diceva che portasse avanti un lavoro di guerra psicologica nei confronti dei suoi stagisti e suoi partner commerciali...e da una parte era questo il motivo che spinse l'appena 20enne Issho a chiedervi l'internato lavorativo. Sai su cosa abbiamo giocato? Sulla nostra cultura, sulla nostra lealta' rivolta alle imprese e non piu' all'impero bellico; se l'economia prima girava attorno all'apparato militare noi lo abbiamo spostato verso la vera economia reale e sociale di tutti i giorni. Ricordava ancora il suo sguardo penetrante da solito 50enne testardo che aveva ricevuto beffe e ferite dalla vita. Si, sto parlando come i Maguru... ma la nostra economia non e' tanto differente nei meccanismi da quella loro. Pure noi abbiamo conosciuto come ``uomini`` il Giappone sovrappopolato, con una scarsa area coltivabile e con pochissime materie prime. Per importare tali materie prime e le necessarie derrate alimentari occorreva esportare. Le esportazioni, tuttavia, erano rese difficili dai cattivi rapporti con i vicini asiatici e dalla reputazione delle merci giapponesi di essere di scarsa qualità ed originalità. Ricordava ancora che tutto questo discorso avveniva nei corridoi ministeriali non tanto differenti da quelli inglesi; fianco a fianco svolgevano i loro incarichi e le loro discussioni, senza mai perdersi troppo nel magico ma nella vita ``umana`` che stava alla base del tutto. E' da questo momento che abbiamo conosciuto la crescita... ``creandoci`` la nostra esportazione verso le zone Europee in formazione e gli Stati Uniti. Era un discorso molto complesso che portavano avanti da giorni, dettato da una moltitudine di fattori, quale salari bassi nel campo lavorativo di nicchia qualitativa (tecnologia e meccanica emergenti) con merce rivenduta maggiormente e quindi ripagata in maniera molto positiva. Certo, tornando col pensiero attuale alla sua camminata per le vie dell'atrio, avrebbe aggiunto un quasi ironico: Poi e' giunto il '90, Midama-sensei. Quelli furono gli anni della crisi giapponese, intesa come rallentamento drastico dell'economia e dei rapporti internazionali, una questione che riagganciava ora alla situazione inglese babbana e che poteva riproporsi allo stesso modo nel magico. Certo, era leggermente piu' ``facile`` gestire una comunita' meno popolosa della babbana, ma se i numeri rimanevano numeri e l'etica e morale non discostavano tanto da i valori babbani, allora non era difficile prevedere un contraccolpo anche per la societa' magica, dato che tutti alla fine dei mille discorsi razziali risultavano e rimanevano ``umani`` e come tali ragionavano e erravano. Ecco giunto l'immenso spazio ``ricreativo`` del ministero, l'atrio, dove tutti i dipendenti volenti o nolenti confluivano. Sempre folla, sempre frenesia e sempre voci... un'orchestra senza direttore che trovava il suo ordine nell'entropia di tutti i giorni. Buongiorno Lorel. Al bancone, una gentile signora sulla 40ina era solita servire il giapponese come meglio poteva, quando con la posta non recapitata, quando con i giornali o la stessa modulistica ricercata. Salve Issho...per oggi non ho nulla da darti se non queste marche da bollo richieste per quel discorso di export che mi avevi accennato. Sorrise alla strega, come suo solito. La ringrazio, c'e' per ca----. A si, ecco. Mi hanno annunciato da pochi minuti la visita da parte dell'ospite che ci avevi segnalato. Sara' qui a breve. Sorrise ancora di piu', senza nascondere un certo senso di felicita' mista a imbarazzo. Oh? Davvero? Perfetto.... non avevo nulla di interessante da fare per oggi. Una buona notizia. Volto' le spalle, andandosi piano piano a dirigere verso quelle che erano le cabine/ascensore del ministero per l'accesso dei visitatori. La ringrazio come sempre e buona giornata. Avrebbe prima rivolto alla collega, per incamminarsi successivamente. Sapeva gia' che avrebbe dovuto tenere a bada il suo registro linguistico troppo tecnico e formale; doveva mettere a suo agio la ragazzina. La piccola e caparbia Casey, una meraviglia di scoperta se ci rifletteva. Ogni nuovo incontro con la strega si prefigurava come nuovo e maturato; era uno di quei modelli, frutti e esempi da coltivare e riportare, sebbene fosse ancora presto per esser colto... ma, come bravo giocatore, al giapponese piaceva azzardare.
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