La Camurrìa

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view post Posted on 2/5/2019, 13:19
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Dipendente Ministeriale ☯ C.M.I. ☯ 66 anni ☯ Giapponese
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Fare sali e scendi dal suo ufficio verso l'atrium o viceversa, faceva parte del quotidiano; che mancasse modulistica, che si andasse a prendere qualche collega o ``cliente`` perso nei miliardi di uffici o ascensori, il muoversi all'interno delle mura ministeriali era indispensabile. Probabilmente vi era chi delegava o sfruttava poveri stagisti nelle spoglie di segretari, ma non faceva per il giapponese...vero era che l'eta' avanzava, ma questo non dava l'autorita' di sfruttare la gente come i sofisti di una Grecia oramai passata. Quel giorno era nuovamente tornato nelle segreterie principali per ritirare eventuali documenti inerenti al commercio extra-europeo, nonostante ci si stesse preparando con Brexit e quant'altro a trovare nuove soluzioni per quanto riguardasse tassi e autorizzazioni; infatti, non solo il babbano risentiva degli effetti dell'economia reale dettate da quella ``manovra``, ma anche il magico, in ottica di fuoriuscita da un'organizzazione sociale, politica, geografica e legale; un discorso molto complesso che lo portava con i ricordi lontano, nel suo periodo di stage al ministero di Tokyo. Fuji-kun, nel '50 eravamo messi male; la guerra ci aveva gambizzato e il PIL pro capite raggiungeva appena il 20% di quello USA. Ci abbiamo messo sudore, fatica e sacrificio per farlo crescere dell'8% annuo fino a questo momento, sperando di continuare su questa riga. Ricordava ancora il Sensei per i rapporti esteri: Hyroshi Midama; uomo autoritario, senza peli sulla lingua e tutto d'un pezzo. Si diceva che portasse avanti un lavoro di guerra psicologica nei confronti dei suoi stagisti e suoi partner commerciali...e da una parte era questo il motivo che spinse l'appena 20enne Issho a chiedervi l'internato lavorativo. Sai su cosa abbiamo giocato? Sulla nostra cultura, sulla nostra lealta' rivolta alle imprese e non piu' all'impero bellico; se l'economia prima girava attorno all'apparato militare noi lo abbiamo spostato verso la vera economia reale e sociale di tutti i giorni. Ricordava ancora il suo sguardo penetrante da solito 50enne testardo che aveva ricevuto beffe e ferite dalla vita. Si, sto parlando come i Maguru... ma la nostra economia non e' tanto differente nei meccanismi da quella loro. Pure noi abbiamo conosciuto come ``uomini`` il Giappone sovrappopolato, con una scarsa area coltivabile e con pochissime materie prime. Per importare tali materie prime e le necessarie derrate alimentari occorreva esportare. Le esportazioni, tuttavia, erano rese difficili dai cattivi rapporti con i vicini asiatici e dalla reputazione delle merci giapponesi di essere di scarsa qualità ed originalità. Ricordava ancora che tutto questo discorso avveniva nei corridoi ministeriali non tanto differenti da quelli inglesi; fianco a fianco svolgevano i loro incarichi e le loro discussioni, senza mai perdersi troppo nel magico ma nella vita ``umana`` che stava alla base del tutto. E' da questo momento che abbiamo conosciuto la crescita... ``creandoci`` la nostra esportazione verso le zone Europee in formazione e gli Stati Uniti. Era un discorso molto complesso che portavano avanti da giorni, dettato da una moltitudine di fattori, quale salari bassi nel campo lavorativo di nicchia qualitativa (tecnologia e meccanica emergenti) con merce rivenduta maggiormente e quindi ripagata in maniera molto positiva. Certo, tornando col pensiero attuale alla sua camminata per le vie dell'atrio, avrebbe aggiunto un quasi ironico: Poi e' giunto il '90, Midama-sensei. Quelli furono gli anni della crisi giapponese, intesa come rallentamento drastico dell'economia e dei rapporti internazionali, una questione che riagganciava ora alla situazione inglese babbana e che poteva riproporsi allo stesso modo nel magico. Certo, era leggermente piu' ``facile`` gestire una comunita' meno popolosa della babbana, ma se i numeri rimanevano numeri e l'etica e morale non discostavano tanto da i valori babbani, allora non era difficile prevedere un contraccolpo anche per la societa' magica, dato che tutti alla fine dei mille discorsi razziali risultavano e rimanevano ``umani`` e come tali ragionavano e erravano. Ecco giunto l'immenso spazio ``ricreativo`` del ministero, l'atrio, dove tutti i dipendenti volenti o nolenti confluivano. Sempre folla, sempre frenesia e sempre voci... un'orchestra senza direttore che trovava il suo ordine nell'entropia di tutti i giorni. Buongiorno Lorel. Al bancone, una gentile signora sulla 40ina era solita servire il giapponese come meglio poteva, quando con la posta non recapitata, quando con i giornali o la stessa modulistica ricercata. Salve Issho...per oggi non ho nulla da darti se non queste marche da bollo richieste per quel discorso di export che mi avevi accennato. Sorrise alla strega, come suo solito. La ringrazio, c'e' per ca----. A si, ecco. Mi hanno annunciato da pochi minuti la visita da parte dell'ospite che ci avevi segnalato. Sara' qui a breve. Sorrise ancora di piu', senza nascondere un certo senso di felicita' mista a imbarazzo. Oh? Davvero? Perfetto.... non avevo nulla di interessante da fare per oggi. Una buona notizia. Volto' le spalle, andandosi piano piano a dirigere verso quelle che erano le cabine/ascensore del ministero per l'accesso dei visitatori. La ringrazio come sempre e buona giornata. Avrebbe prima rivolto alla collega, per incamminarsi successivamente. Sapeva gia' che avrebbe dovuto tenere a bada il suo registro linguistico troppo tecnico e formale; doveva mettere a suo agio la ragazzina. La piccola e caparbia Casey, una meraviglia di scoperta se ci rifletteva. Ogni nuovo incontro con la strega si prefigurava come nuovo e maturato; era uno di quei modelli, frutti e esempi da coltivare e riportare, sebbene fosse ancora presto per esser colto... ma, come bravo giocatore, al giapponese piaceva azzardare.

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view post Posted on 15/5/2019, 23:54
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«What a wonderful Camurrìa!»Casey Bell14 anniMinistero della MagiaL'inizio delle vacanze di Pasqua fu segnato da una serie di lunghe riflessioni esistenziali. Tutto cominciò il giorno in cui un compagno curioso le chiese se fosse tornata a casa per quella ventina di giorni o se fosse rimasta ad Hogwarts, e lei, presa di soprassalto in un momento di distrazione, rispose con «certo che rimango qui, dove dovrei andarmene?», per poi bloccarsi all'improvviso e rendersi conto di star rischiando di far saltare la copertura sul proprio conto.
Ovviamente la preoccupazione e i pensieri dei giorni successivi non ebberro nulla a che vedere con le vacanze, né col senso di colpa per il fatto di restare al castello. Piuttosto che festeggiare la Santa Pasqua con le suore in orfanotrofio KC avrebbe preferito passare la domenica a far finta di tirar di spada con Sinister con le mani di scimmia mummificate - e ce ne voleva, eccome se ce ne voleva per desiderare una cosa del genere.
La catena di domande che successivamente martellò la mente della giovane Grifondoro prese spunto solo da quell'ingenuo e insignificante quesito posto dal compagno, per poi gonfiarla di paura a tal punto da non farle chiudere occhio per tutte le notti a venire. Il pensiero di dover ritornare come minimo ogni estate in orfanotrofio si tramutò nella consapevolezza che, una volta raggiunta la maggiore età, non avrebbe più potuto mettervi piede - a meno che non avesse scelto la via del convento -, e di conseguenza del dover trovare un tetto sotto cui dormire, con tanto di spese e quant'altro. Questo si poteva comprare, o meglio affittare, solo con del denaro, e il denaro si ricavava solo con un lavoro, o con le truffe. Considerato che lei non era una borseggiatrice, la domanda giunse spontanea nella sua testolina: il suo magro stipendio da Sinister le avrebbe permesso tutto ciò? Probabilmente no, anzi, il vecchio e gobbo mago sarebbe stato piuttosto felice di poterle dimezzare le mance.
Ora, considerando che si trattava di un dilemma che in realtà si sarebbe palesato fra un po' di anni, la piccola Casey tentò in tutti i modi di accantonarlo, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu quella di farsi travolgere da ulteriori domande. Che lavoro avrebbe fatto dopo la scuola? Ma soprattutto, cosa le piaceva a tal punto da starci sopra per tutta la vita fino alla pensione?
I ragazzini parlavano spesso di sogni. C'era chi voleva fare il medimago dall'età di cinque anni, chi addestrare snasi e chi imparare il Maridese. C'era addirittura chi preferiva la vita babbana a quella del mondo magico, che avrebbe volentieri attaccato col nastro adesivo il suo sederone ad una poltrona dietro una scrivania o al bancone di un negozio. KC si ritrovava spesso in Sala Comune a discutere su questo argomento, e quando si trattava di cosa lei desiderasse fare rimaneva muta e perplessa come un pesce.
Le lettere al signor Fuji-Tora e ad Aiden Weiss erano state il risultato di quell'intenso periodo di paturnie. Il suo mutismo di fronte alla domanda sulle sue speranze future, pensò, era dovuto al fatto che non sapeva nemmeno che tipo di lavori offrisse il Mondo Magico oltre al fare la barista al Testa di Porco e la garzona da Magie Sinister. Per l'esattezza lei conosceva solo tre adulti con un posto fisso al Ministero - oltre l'ex obliviatrice Drinky Anser, che si era già beccata una personale valanga di domande sul suo vecchio impiego. Munita di un bel sorriso e di tanta eccitazione per quella nuova esperienza - se non per la convinzione che quell'incontro avrebbe potuto svelarle il suo destino - si segregò dentro la cabina telefonica che aveva accuratamente segnato sulla cartina della capitale con una "X" rossa, digitò il numero che il giapponese le aveva spedito via lettera e disse il motivo per cui era lì. Basita, osservò la sua discesa negli Inferi al Ministero, e ancor più basita le miriadi di persona che correvano e si scontravano come formichine in un formicaio sotto di lei.
C'era qualcosa di fantastico e tremendo in quello scenario. KC provò ad immaginarsi lì in mezzo, a correre verso il suo ufficio dove una risma di cartacce aspettavano solo la sua firma. Si vide alienata fra la folla, incurante di chi le camminava attorno, della bellezza di quell'enorme fontana dorata sita nell'Atrio, e in vita solo per quel significativo e monotono lavoro che la società le aveva fatto di credere di aver scelto.
Rabbrividì e rimase assorta in quel pensiero per tutto il tragitto dalla cabina/ascensore fino ai caminetti, dove, di metro in metro, un impiegato le chiese di mostrargli la targhetta erogata all'ingresso prima di poter proseguire. Il senso di smarrimento si affievolì non appena vide l'alta e nota figura di Issho venirle incontro. Allora sorrise e gli si avvicinò.
«Salve! Allora, come sta? Sono felice di essere qui, anche se...» disse facendo vagare gli occhi in basso da destra a sinistra «insomma, non mi aspettavo di dover fare a spallate con la gente per arrivare da lei».



Edited by Keyser Söze. - 8/8/2019, 13:08
 
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view post Posted on 16/5/2019, 09:19
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We can MASTER the future.

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Dipendente Ministeriale ~ C.M.I. ~ 28 anni ~ Inglese
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Un nuovo giorno di lavoro al ministero. Fu con un certo entusiasmo che, alla pausa, si alzò dalla sua poltrona in pelle nera carezzando con i polpastrelli il legno pregiato della scrivania. Il ministeriale prese il proprio bastone da passeggio e, uscito dal proprio ufficio, fece pochi passi verso destra bussando all'ufficio del collega proveniente dal paese del sol levante. L'inglese attese, conscio che l'uomo era al ministero poiché lo aveva avvertito del suo arrivo ma, dopo qualche minuto era evidente che Issho aveva deciso come lui di prendersi una pausa. L'orientale era solito intrattenersi nelle sue pause all'atrium con la signora dell'accoglienza, Vath non si era mai fermato molto a parlare con lei, giusto qualche saluto per buona educazione al mattino e la sera ma aveva appreso che la donna si chiamasse Lorel e che adorasse Mr. Pinkle, il suo soriano di quattro anni le cui foto svettano dalla sua postazione. «Mrs. Lorel, buongiorno. Come sta? Stavo cercando il mio collega, Mr. Fuji. Lo ha per caso visto?» La donna si portò la mano sinistra agli occhialetti squadrati e, afferrando con indice e pollice se li abbassò, posò lo sguardo sul ventottenne. Aveva visto da ormai più di un anno e mezzo quel giovane del quinto livello, andare e venire ogni giorno, senza requie e, sinceramente non si aspettava nemmeno che il giovane conoscesse il suo nome. «È poco più in là, stava aspettando un ospite.» Gli disse, allungando la mano e indicando un punto non meglio precisato vicino i camini d'accesso. Non si trattava di un incontro di lavoro, Issho gliene aveva parlato giorni prima, né si trattava di un nuovo corso di Smaterializzazione, lezioni impartite a ragazzi diciassettenni che tuttavia aveva apprezzato per la crescita delle proprie competenze, ma al contrario il dipendente del C.M.I. sapeva esattamente chi sarebbe arrivato. Era con scetticismo che giorni prima, il ventottenne, aveva accolto la prospettiva di passare tutto il giorno a fare da balia ad un qualche ragazzino in giro per il ministero ma, quando Issho gli disse il nome dell'ospite si dovette ricredere. La giovane Bell era particolarmente gradita da parte del mago di Canterbury sia per l'entusiasmo e la sete di curiosità riguardo una struttura tanto importante e le varie figure che la compongono che per la persona in sé. L'aveva conosciuta tempo prima ai Kyoto garden e aveva avuto modo di ritrovarla durante la fiera di San Patrizio allo stand di Magie Sinister dove, tra le altre cose, gli aveva venduto due articoli molto interessanti. Un po' per l'entusiasmo con cui la giovane si affacciava sul mondo magico, il mago di Canterbury sarebbe andato a mostrare alla giovane Grifondoro ciò di cui realmente si occupava, un complesso ma funzionale apparato di diplomazia e regolamenti commerciali tra stati ma non solo quello; come il collega aveva espresso nel loro incontro unilaterale l'ufficio Cooperazione Magica Internazionale aveva "giurisdizione" anche sull'istruzione magica. Fu così che, ringraziando la quarantenne, si avviò verso i camini. Un sorriso spuntò sul suo volto non appena intravide il cappotto bianco di Issho e, accanto a lui la giovane Grifondoro. «Issho-Sama, miss Bell, è un piacere vedervi. Disse loro avvicinandosi.

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view post Posted on 22/5/2019, 18:25
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Dipendente Ministeriale ☯ C.M.I. ☯ 66 anni ☯ Giapponese
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Fa sempre questo effetto all'inizio... tante formiche operaie che guardano a terra come i muli senza badare a cosa gli si para dinanzi. Esordi' l'anziano giapponese porgendo un sorriso alla ragazzina quasi con fare paterno ma che richiamava una felicita' dietro la visita molto gradita. Quei capelli, lisci e di un nero profondo, avrebbe voluto scompigliarli tutti con la mano frenetica in modo tale da mostrarle il giusto affetto ma... erano nelle mura di un istituzione che lo spingeva a mantenersi quanto piu' formale si addicesse a una fanciulla in cerca di risposte e che dunque avrebbe presto assistito alla guida turistica per quelle infinite stanze e quella moltitudine di piani che il ministero poteva ``vantare`` a modo suo. Ad ogni modo, benvenuta in questa bolgia infernale dove risiedono i burocrati e lobbisti naziona--. Non fece in tempo a concludere che, quasi come se cascasse a fagiolo, mr. Remar li raggiunse in quello spazio d'arrivo dell'ospite. Nani?! Chioso' lestamente e leggermente spaventato inizialmente per quell'entrata inaspettata del giovane ex serpeverde; esclamo' quasi come se fosse stato beccato da qualche supervisore a fare lo spavaldo a lavoro. Vath-san... il piacere e' una cosa molto distante dal provare spavento. Un salve anche a te. Disse ironico e portando nuovamente il sorriso in volto. Non aveva nulla da nascondere ne tantomeno v'erano circolari ministeriali che vietassero di godersi la vita lavorativa con qualche svista dalle formalita' comportamentali che, anche se non scritte, v'era l'accordo tacito di rispettare come buona norma di rispetto e occupazione di carica. Jigoku Fukuro (gufo infernale) come sta? Imito' con le braccia le battenti ali di un uccello per far intendere alla giovane grifondoro che si riferiva al suo volatile che venne a recapitar la lettera di visita. Direi che non ha mangiato per un po di tempo dopo il pasto di qualche giorno fa. Rise leggermente piu' canoro.... da se' se le diceva e da se' se la rideva. La propensione a buttarla sempre sul comico era insita nella sua natura; sin da ragazzo non aveva mai perso l'occasione per ricondurre ogni episodio o scena della sua vita quotidiana a qualche comica combinata, pensata o progettata. Un gruppo di adolescenti giapponesi della Mahoutokoro lo aveva preso sotto la propria ala agli inizi della sua avventura accademica proprio per quel motivo...gli veniva normale socializzare nonostante fosse totalmente fuori contesto sociale nella sua vita campagnola di nascita; aveva quel potere di far passare il tempo alla gente, di intrattenerla con le risate da giovane e con la saggezza da anziano e che difficilmente aveva incontrato o trovato in altre sue amicizie o suoi incontri nel tempo trascorso... ultimamente valutava di approcciarsi ai giovani ascoltandoli senza vantare toni titolati o degni di rispetto solo per eta'; il suo punto di vista era quello di adattarsi alle persone per farle sentire bene: chi sta bene, ragione bene e discute bene. Mettere a proprio agio la gente era il modo migliore per cominciare un percorso di qualsiasi tipologia con quella persona; lo aveva scoperto nella sua scuola, da ragazzino, proprio grazie ai suoi insegnanti che di tale arte avevano fatto costituzione scolastica. Direi comunque di non perderci in chiacchiere e tanto meno di rimanere fermi in questa marea di gente indaffarata.... andiamo a scoprire questo ministero! Quell'aria da guida turistica fallita e scaduta nella comica visione di un vecchio giapponese prestigiatore col bastone usato prontamente per indicare a nessuno l'immensita' astratta dell'atrium, aveva un che di imbarazzante; tuttavia, se aveva iniziato pochi secondi prima con la volonta' di mantenere una formalita' sobria, ben presto cadde nella sua ingenua natura da vecchio adolescente d'altri tempi.... un personaggio. Prima tappa: l'ufficio dispensatore di bevande e cibarie. Lo aveva appena inventato per riferirsi a quelle dispensatrici di ``leccornie`` fast and furious che si potevano assaggiare solo in quelle mura nelle brevi pause da una sezione di lavoro. Serviranno energie per affrontare questa avventura. Una scusa...aveva fame.

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