Jessica si era svegliata al terribile suono della sveglia, un aggeggio fastidiosissimo che si ostinava a strapparla dal mondo del sogni con un trillo acutissimo e che, se non fosse stato un regalo, Jessica avrebbe già trasfigurato in qualcosa di molto più piacevole.
Scaraventata la sveglia dall'altra parte della stanza, come sua abitudine, il primo pensiero era stato di rigirarsi dall'altra parte e riseppellirsi sotto le coperte. Tanto non aveva nulla in programma. Peccato che la sveglia avesse continuato a trillare, semmai più forte di prima. Già, ora ricordava, era quel genere di sveglia che non si spegneva finché non ci si decideva a digitare un codice. Dulcis in fundo, era anche immune alla magia, quindi non c'era possibilità di appellarla con uno svolazzo di bacchetta.
Alla fine, tra l'abbandonare il letto e il diventare pazza a furia di trilli, la prima diventava un'opzione molto più appetibile. Jessica era rotolata sul pavimento, sbattendo gli occhi ancora gonfi di sonno, procedendo poi gattoni fino a trovare la fonte del suo disagio. L'aveva pescata infine sotto il comodino, dopo dieci minuti buoni di ricerca, trovandosi ormai con meno sonno di prima ma in compenso con un grande appetito.
A quel punto aveva pensato di andare in cucina e si era trovata faccia a faccia con il programma per la giornata appeso a caratteri cubitali sulla porta.
D'accordo, in retrospettiva, la sveglia aveva anche ragione. Jessica si stropicciò la faccia con una mano. Lo doveva proprio ammettere, si era completamente dimenticata del duello, cui si era iscritta circa una settimana prima. E poi aveva accantonato la faccenda.
Guardò l'orologio magico appeso alla parete. D'accordo, il duello era previsto per il primo pomeriggio. Aveva il tempo necessario per prepararsi, prendersi la mattinata libera che si era sognata da giorni, ripassare qualche incantesimo e infine Smaterializzarsi a Londra. Mosse la bacchetta verso ia caffettiera.
Qualche ora dopo, Jessica si smaterializzò in un vicolo secondario vicino alla Congrega dei Duellanti all'una precisa. Il duello sarebbe stato solo da lì a un'ora, ma si era trovata, per sua sopresa, a girare per casa senza un obiettivo preciso, guardando ogni cinque minuti l'orologio sperando che le lancette si muovessero più in fretta. Erano bastate poche ore, dalla mattina, ma più passava la mattina, più si era scoperta impaziente di iniziare il duello.
Alla fine, alla decima volta che apriva un libro senza vederne le pagine per la noia, si era decisa a recarsi a Londra. Al massimo avrebbe gironzolato per un po' in attesa che arrivasse l'orario adatto a presentarsi all'accettazione e in pedana.
Quando giunse il momento, si svolse tutto senza troppi intoppi e Jessica percorse con familiarità le sale della Congrega fino ad arrivare a quella dove si sarebbe tenuto il duello. Aveva già duellato lì, qualche anno prima, e sorrise di familiarità.
La sua avversaria era già lì. Alla fine, pur con l'anticipo, era riuscita ad arrivare in ritardo.
"Eccomi. Jessica Treask, per il duello. Piacere mio."
***
L'intera Congrega era un mormorio. Le giovani impiegate avevano iniziato a spettegolare fra loro da quando il nome dell'arbitro per il duello del pomeriggio era diventato di dominio pubblico.
"Kaspar? Quel Kaspar? Ho sentito che l'ultimo duello è andato avanti finché uno dei duellanti non è svenuto" aveva detto una ragazza un po' cicciottella, dal sorriso aperto e una massa di riccioli scuri. Le colleghe le avevano dato man forte, aggiungendo ciascuna il proprio aneddoto, continuando anche dopo che il superiore di turno non aveva dato loro una bella strigliata.
"E poi è stato un bravissimo duellante. Non come quegli arbitri che non saprebbero lanciare un Flipendo!""
Si zittì per un momento, prima di ricominciare, lamentandosi questa volta per il non poter assistere al duello.
Nel frattempo, Sebastian Kaspar aveva già raggiunto la sua postazione presso la pedana dei duellanti. Aveva occhi attenti e severi e si mormorava che ogni mattoncino del tatuaggio che ormai occupava tutto il braccio sinistro fosse un duello vinto.
Questa volta, però, si sarebbe limitato ad arbitrare. Accolse con serietà le due duellanti.
"Bene, signore. Benvenute. A voi la scelta, Grifone o Basilisco?"
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