Spellbreaker, Apprendimenti Maurizio Pisciottu

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view post Posted on 16/8/2019, 17:06
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Orcolevitas/
Monstrum: Tipologia: Incantesimo Offensivo Medio
Effetto: La Fattura Orcovolante si presenta in due formule, MOSTRUM e ORCOLEVITAS, e anche se ora è appreso anche da giovani maghi che lo usano nelle loro scaramucce, una volta era retaggio di pochi potenti maghi. Si presenta in due forme poichè nasce quasi in contemporanea (intorno all'anno 1100) in due luoghi totalmente diversi: la Transilvania della superstizione demoniaca e il centro della Francia alchimistica. L'esito è comunque identico, e non vi sono altre differenze nell'esecuzione.
Gli spiritelli che partiranno dalla bacchetta possono essere di mutevoli forme, dipende molto dal mago. Sono molto piccoli, anche 2-3 centimentri, ma in grande numero fino anche alla cinquantina. Invadono l'obiettivo ferendolo in tutti i modi che riescono, maledicendolo con piccoli incantesimi se essi ne sono in grado (in alcuni varianti si è infatti visto spuntare piccoli tentacoli sulle guance del malcapitato...!) ma svaniscono dopo pochi secondi. Il tempo di arrivare, ferire un paio di volte, e PUF! Scompaiono.
Esecuzione: Va eseguito con spalle e corpo ben fermo, posizionato di lato rispetto al proprio obiettivo e la testa voltata verso di esso. Quando si pronuncia la formula il braccio deve essere ben teso in tutta la sua lunghezza, formando un unica retta fra spalla-gomito-polso-bacchetta-obiettivo. L'enunciazione dev'essere imperiosa, decisa, senz'alcun esitazione. Come se fosse un comando.


Quei tre libri messi lì davanti al tavolo di casa mia ad Hogsmeade continuano ad essere un'ombra alle mie spalle, ho già deciso il giorno in cui mi ci metterò sotto e proverò a padroneggiarli, ho pure deciso la scaletta: Orcolevitas, Iracundia e infine Colossum.
Eppure ho una certa smaniosa voglia di leggerli prima e di mettermici su ogni mattina, ho riscoperto in me una grande voglia di migliorarmi da quando ho incontrato Raven a Londra, non ho ancora deciso che cosa farò con la lettera o cosa ne sarà della "mappa", eppure quell'evento sembra aver sbloccato qualcosa in me, qualcosa che da troppo tempo era sopito. C'è voluto un po' per rendermene conto. Non è stato come ricevere un'illuminazione improvvisa di cui ho preso coscienza subito. Forse non me ne rendo conto nemmeno adesso. A dirla tutta è come se dopo tanti anni finalmente abbia cominciato a credere in qualcosa, come se avessi uno scopo che non fosse lamentarmi della vita stessa.

Finalmente il giorno è arrivato, faccio una rapida colazione e mi fumo una sigaretta mentre metto in una sacca tutti e tre i libri. Ho deciso di inoltrarmi un po' nella foresta nel mio posto preferito ai piedi di una piccola cascata che forma un laghetto che ricorda più una piscina per bambini.
Ci metto un po' a raggiungerlo, la situazione è sempre la stessa: zaino in spalla e Otto al mio seguito. Sono lì in venti minuti, tra me e casa ho messo almeno cinque chilometri di distanza, Hogsmeade invece adesso è più lontana che mai. Sento Otto alle mie spalle inoltrarsi, probabilmente per andare a caccia, mentre inizio a leggere il primo dei tre libri che mi sono portato dietro, tiro anche fuori una griglia dallo zaino. So che probabilmente la giornata sarà lunga quindi non escludo minimamente l'ipotesi di un pranzo sul posto.
Trovo che la lettura di "Antichi stregamenti ed incanti obliati" sia molto più gradevole di quello che credessi, persino la storia dei due modi di chiamare lo stesso incanto rende la fattura Orcovolante unica nel suo genere. La scelta, quindi, si rivela particolarmente azzeccata ai miei occhi.
Finito di leggere il libro è finalmente giunto il momento di passare all'atto pratico, e quindi tiro fuori la bacchetta e mi metto proprio in riva al laghetto/piscinetta. Proprio da lì cerco un bersaglio abbastanza facile da raggiungere e lo trovo subito di fronte a me, una splendida quercia alla quale pratico quattro incisioni in modo che ricordi vagamente un viso umano.

Primo tentativo.

Sposto il corpo verso la mia destra e mi volto verso l'albero, punto la bacchetta verso l'albero e cerco di svuotare la mia mente e concentrarmi solo su di una cosa.
Nella mia testa continuo a ripetere sempre la stessa cosa: "Inspira, espira, inspira, espira, insp-!"



"Ups"
Che ottima scelta quella di allontanarmi dalle abitazioni! Il latte sicuramente ha iniziato a sortire i suoi effetti. Però mi rendo conto che la mia concentrazione è a buon punto, certo non potevo prevedere il mio intestino, ma la mente era vuotissima. Allora scavo una buca un po' più lontano dal punto in cui dovrei praticare la fattura e svuoto il mio intestino.
Ora possiamo iniziare!

Primo tentativo

Di nuovo. Gamba destra indietro, giro anche il busto che adesso si affaccia alla mia destra, la mia testa resta lì, immobile a fissare l'albero e quei due occhi vuoti che ho creato poco prima. A questo punto tendo il braccio, il più fermo possibile in modo che sembri non avere articolazioni proprio contro il mio obbiettivo. La mente è vuota, il mio unico focus è l'albero e i piccoli mostriciattoli che tra un po' usciranno dalla mia bacchetta.
Orco...trum?

Maledetto io! L'unico pregio di quel maledettissimo incantesimo è quello di avere due modi di pronunciarlo e io li confondo l'un l'altro! Che idiota! Torno a ripassare per sicurezza entrambi i modi di enunciare la fattura. Ripeto alcune volte ad alta voce e lentamente i due incanti stando bene attento alle vocali e agli accenti. Prima di dedicarmi ad un nuovo tentativo li ripeto ancora una volta con fermezza e decisione, la stessa di un comandante che ordina di sparare al nemico del giorno, funzionerà!

Secondo Tentativo

Questa volta lavoro prima sulla mia mente che sul corpo, visto che la posizione sembra essere bene impressa nella mia testa. Ancora una volta gioco sulla respirazione per capire su quante e quali cose devo concentrarmi: "Inspira, espira..." la formula deve essere espressa come un comando. Devo concentrarmi su quei piccoli mostriciattoli velenosi che si abbatteranno sull'albero, un piccolo sciame di mostri al mio comando. Infine devo focalizzarmi sulla mia vittima, una quercia che da troppo tempo si crede regina della foresta, è giunto il momento che lei paghi! "Inspira, espira..." Gamba destra indietro, testa in avanti braccio in avanti:
"Monstrum!"
Dalla bacchetta esce una minuscola creatura deforme che mi vomita sulle scarpe e...PUF! Che-schifo!

Terzo Tentativo

Va bene, va bene, sono un tantino esasperato, ma sto facendo numerosi passi avanti. Finalmente la bacchetta sta lavorando. Devo solo concentrarmi al meglio su entrambi i movimenti. Infatti i troppi automatismi legati al movimento del corpo mi hanno fatto dimenticare che il braccio va tenuto teso.
"Deve sembrare non avere articolazioni" cerco di ficcarmelo in testa con la forza prima di riprovare ancora, continuando a ripetere quella frase come un comando. Lo stesso comando che devo imporre ai mostriciattoli devo imporlo al mio corpo. Il mio corpo è al mio comando!
Ripulite le scarpe è giunto il momento di riprovarci. Per evitare di sentire quel terribile odore che mi è rimasto addosso questa volta faccio due o tre passi indietro, in modo da avere l'acqua che mi scorre fino ai polpacci. L'odore è scomparso. Ora mi devo focalizzare sul far apparire quei mostriciattoli come validi e coraggiosi guerrieri al mio seguito e non come maleodoranti puzzoni che non riescono a stare in piedi. Ancora una volta gioco molto sulla respirazione, fondamentale per scandire i pensieri e i movimenti regolarmente. Questa volta punto a tenere tutto sincronizzato: sia la mia mente che il corpo devono lavorare insieme per impartire il giusto tono alla fattura. Quindi mi concentro sui mostriciattoli mentre tiro indietro la gamba e rivolgo il corpo verso il lato destro del laghetto. Sto bene attento a tastare il terreno con le scarpe per evitare di perdere l'equilibrio. Giro il capo verso l'albero, vittima intonsa del mio assalto mal riuscito e gli punto contro la bacchetta che adesso sembra fusa col resto del braccio, il quale teso e immobile punta dritto dove dovrebbe essere il naso della malcapitata quercia. Finalmente inspiro per l'ultima volta. I polmoni, pieni del mio stesso ego in modo che lo posso sputare fuori come un ordine sicuro e deciso, tirano fuori una parola rurale che nasce in Transilvania, dove mostri, demoni, draghi e vampiri sono all'ordine del giorno...portiamo un po' di paura in questa foresta.
"Monstrum!"

In attesa del master.

 
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view post Posted on 17/8/2019, 10:36
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Il Fato

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Antichi Stregamenti, la prima dicitura era una curiosa garanzia: un successo, un insuccesso; un punto di inizio, forse uno di arresto, in ogni caso indicava di per sé pratiche mai dimenticate, mai in disuso, e tuttavia silenziose per i più. Obliati, aveva aggiunto il curatore del volume d'incantesimi, a sottolineare una descrizione atipica, in contrasto, perfettamente originale. La Fattura Orcovolante era stata oggetto di numerosi studi fin dal passato, e quei tempi remoti - per compostezza, più che altro - avevano così assunto nel corso dei secoli un alone di mistero, forse quasi di puro misticismo. L'atto di acquisto di un testo simile diveniva a quel punto, agli occhi del commerciante ancor più del futuro proprietario, un accordo prezioso; negli incroci di sguardi dell'uno e dell'altro si instaurava una relazione futile, ma concreta, di fiducia infinita, come all'accettazione di affidare un tale segreto ad uno sconosciuto. Un ritrovo, a ben vedere, tanto incomprensibile da sfidare la riflessione comune. Maurizio non era inesperto in quel senso, la scelta del primo e del secondo e in seguito del terzo volume - tra i meno innocenti, per pratiche e per utilizzo; tra i più interessanti, sotto numerosi punti di vista -, cristallizzava in quel modo il desiderio pienamente soggettivo di spingersi oltre, forse anche altrove. Un passo, ancora un altro. Senza una direzione, senza una meta, sulla scia del porsi un limite e via, di spezzarlo, frantumi in successione. La tribolazione era alla propria mercé, la pratica era un mero allenamento. E il sortilegio, che di sodalizio con le ombre ne era tesoro, compiva in quel senso l'ultima sfida.

Il primo tentativo vedeva la pronuncia in disuso, i movimenti fiacchi. Nulla che la lettura accurata, il ricordo del manuale e il suo ripassare mentalmente non potessero favorire in successo; questione di pazienza, come sempre, ancor più per un elemento magico di così ampia portata. Si vociferava che la Fattura Orcovolante fosse di uso comune, quasi dimora infinita, tra le mura dell'imponente Castello di Hogwarts; gli studenti si divertivano all'evocazione di mostri volanti, di folletti e spiriti all'avanguardia, ignari delle punture, dei morsi, dei graffi e di qualsiasi altro assalto - di minima o di profonda parte - delle creature considerate. Un gioco di ragazzi, suggeriva qualcuno. Senza alcun dubbio, mai un gioco da ragazzi. La difficoltà della pratica antica non risiedeva più di tanto nella sua realizzazione fisica, quei pochi movimenti ben scanditi erano all'ordine del mago comune, ancor più se alle spalle sussisteva di per sé un cospicuo apprendimento nel corso degli anni. Per Maurizio, in effetti, tale ostacolo non ritrovò battute d'arresto più del dovuto; e quando il movimento sposò la ragione, e la fantasia divenne a quel punto sovrana, i ricordi di un tempo andato e tuttavia così tangibile - fervidamente, più di ogni altra ragione - sfumarono in visioni d'insieme, in figure tozze e basse, la testa arricciata e temprata di uno scuro cobalto tendente alla pece. La Transilvania, aveva pensato il Mago alla fine, e la vincita del collegamento si intravide a quel punto nel tremito alla punta della bacchetta magica. Un attimo soltanto, così cinque demoni in miniatura spuntarono alla rinfusa - l'uno dietro l'altro - e volteggiarono su se stessi, prima di dirigersi contro una parete. L'orientamento non era perfetto, non per il momento iniziale, ma anche quella era pienamente una riuscita.

Incanto appreso.
 
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view post Posted on 9/9/2019, 23:57
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Iracundia: Tipologia:Incantesimo Offensivo/Difensivo Difficile
Effetto: Incantesimo utilizzato prevalentemente quando la rabbia e l'istinto di sopravvivenza sono così forti da prevalere su ogni altro sentimento, scoperto nel 1600 da Moriano Sasoir che lo utilizzò contro cinque suoi aggressori che avrebbero voluto ucciderlo. Se usato correttamente, crea contemporaneamente un Protego e uno Schiantesimo.
Ne esiste anche una variante più potente, che permette di colpire più di un bersaglio alla volta. La formula, così come la pronuncia resta la stessa, ma anzichè disegnare nell'aria un solo cerchio, è necessario compiere due cerchi concentrici, visualizzando nitidamente gli obiettivi che si vuole colpire
Esecuzione: Per eseguirlo è necessario flettere il braccio con cui si tiene la bachetta sollevandolo poi verso l'alto. Fatto ciò è necessario visualizzare nitidamente il proprio obiettivo disegnando un cerchio in aria e promnunciare la formula "Iracundia" senza particolari accenti ma nutrendola di tutta la rabbia che si prova in quel momento


La terza volta è chiaramente quella buona. Subito dopo aver lanciato il Monstrum per la terza volta osservo attonito cinque demoni calarsi sulla quercia di mio bersaglio. Per qualche istante provano a lacerarne la corteccia per poi sparire.
Successo! La parola continua a risuonarmi nella testa senza sosta, l'anima stessa della parola mi culla ogni volta che la pronuncio. Saltello tra un piede e l'altro per contenere la gioia. Mi sono messo in discussione dopo molto tempo e, sorprendentemente, sono riuscito nel mio intento. Mi prendo il mio tempo prima di passare all'incanto successivo, ho già dato una rapida occhiata al libro e so che si tratta di un incantesimo di ben altra portata.
Mi avvicino di nuovo alla riva del lago ai piedi del ruscello e lì mi siedo e chiudo gli occhi. I miei respiri, sempre più lenti e silenziosi, sono l'unica cosa che spezza la quiete della foresta. Ad un certo punto sento che qualcosa cambia, il mio respiro è talmente lento che non lo sento più, i rumori della foresta si fanno sentire sempre meno e non mi rendo nemmeno conto del tempo che passa...non riesco più a pensare a nulla.
Quando mi risveglio da questo stato non mi rendo nemmeno conto di quanto tempo è passato, l'unica avvisaglia è il colore del cielo, adesso più tendente all'arancione che all'azzurro. Mi rendo conto che probabilmente il tramonto è alle porte e allora mi rialzo molto più rilassato di prima.

"Pratica di Magia Difensiva e Suo Uso Contro le Arti Oscure", questo splendido libro nasconde molti segreti tra cui il più importante è il fatto che venga menzionato ogni singolo dettaglio su un incantesimo molto potente ma dannatamente difficile, Iracundia!
Leggendone la descrizione dell'incantesimo mi rendo conto di quanto sia stato cucito sulla mia pelle, leggo parole come "sopravvivenza" e "rabbia" e che, quando queste sono allo stremo, l'incantesimo protegge e contemporaneamente schianta il o i propri bersagli. Insomma, seppur breve, questa descrizione mi basta per capire che questo è l'incantesimo adatto a me.
"Questo Moriano Sasoir doveva proprio essere una conoscenza interessante."
Lo dico ad alta voce senza rendermene conto, noto che persino Otto mi guarda con interesse. Il mio rapporto con lui è diventato così intenso nell'ultimo periodo che viviamo in simbiosi.
Sento che questo incantesimo sarà ben più difficile del Monstrum quindi mi butto subito sul campo.

Primo tentativo

Tiro ancora una volta fuori la bacchetta e mi sposto nuovamente di fronte alla quercia, adesso ha qualche graffio dovuto agli attacchi subiti dai mostriciattoli ma niente di preoccupante. Ripasso un paio di volte i movimenti, fletto il braccio e lo porto oltre la testa più volte, come un mandriano che sta cercando di afferrare un toro. Ripasso anche la pronuncia un paio di volte.
"Iracundia...iracundia...iracundia..."
Sento persino qualche scintilla fuoriuscire dalla bacchetta. Sono pronto.
Per prima cosa fletto il braccio, poi lo sollevo oltre il capo, fisso intensamente l'albero e, come una sentenza, abbatto il braccio contro la quercia.
"Iracundia!"

Secondo Tentativo

Solo qualche scintilla rossa e nemmeno un briciolo di protezione, un totale buco nell'acqua. Torno sul libro per capire cosa non va. Capisco subito la falla, ho dimenticato un passaggio importante dell'esecuzione dell'incanto e, inoltre, torno sulle parole importanti che descrivono la parte emotiva dell'incantesimo.
"Rabbia...istinto di sopravvivenza..."
Di fronte ho solo calma e tranquillità, un vero dilemma si pone di fronte ai miei occhi. Devo ricreare una situazione particolare...ma come?
La prima soluzione che mi viene in mente sembra l'unica plausibile, prendo un coltellino che tengo nella tasca posteriore del giubbotto e provo ad intagliare un volto sulla quercia, provo a farlo quanto più brutto mi è possibile. Dopo qualche tentativo una faccia simile a quella di Rhaegar Wilde senza capelli appare di fronte a me, il risultato è soddisfacente.
Ancora una volta faccio qualche passo indietro, metto qualche metro tra me e la quercia e, ancora una volta, ripeto i vari passaggi dell'incanto, cercando di mentalizzare il colloquio per diventare Auror e il fallimento di esso.
"Iracundia!"

Terzo Tentativo

Il risultato è anche peggio. Il tempo ha sopito i miei sentimenti e la mia ira nei confronti del capo-auror e quella che prima, qualche anno fa, era rabbia oggi è solo un leggero risentimento nei confronti di una persona che ho visto una volta sola e che ho odiato sin dal primo momento.
"Dannazione!"
Ripenso agli eventi che mi sono successi quest'anno e capisco che oramai la mia via è un'altra e che quella dell'Auror non è soltanto che il sogno svanito di un bambino. Mi avvicino di nuovo alla quercia e questa volta scarico la mia frustrazione addosso al legno! Prima un destro, poi un sinistro...e così via una tempesta di pugni si abbatte sullo strano volto che ho creato poco prima. Mi fermo soltanto quando alle mie narici arriva un odore estremamente familiare, l'odore pesante e ferroso del sangue! Guardo il volto e vedo che alcune macchie rosse si sono formate su quel viso, poi osservo le mie mani e connetto il tutto. Ho esagerato. Le nocche delle mani sono piene di escoriazioni, in alcuni punti riesco persino a vedere la pelle viva e sentirla pulsare.
Allora faccio due passi indietro e recupero la bacchetta che avevo precedentemente buttato, fletto il braccio verso di me e lo sollevo ricreando quel movimento che ricorda il lazo e faccio un cerchio oltre la mia testa. Prendo un profondo respiro e...
"Iracundia!"

Quarto Tentativo

Ancora una buco nell'acqua. Non ho nemmeno il tempo di rendermi conto di quello che mi accade attorno, le scintille rosse non raggiungono nemmeno l'albero e osservo il cielo oramai giunto al tramonto. La luce morente del sole penetra gli alberi in maniera particolare, sembra quasi che mi osservi da più punti, mi sento come circondato...come quella volta.
Chiudo gli occhi ed è come se fossi lì, occhi gialli che mi osservano tutto intorno a me, il dolore del morso al polpaccio più che un dolore mentale sembra essere diventato fisico, un lupo è alle mie spalle, l'altro è di fronte a me...è stata proprio quella l'ultima volta che il mio istinto di sopravvivenza ha prevalso su tutto il resto. Il lupo braccato che pur di non farsi sbranare si fa saltare in aria, come sarebbe andata quella volta con l'Iracundia? Non resta che provare.
Riapro gli occhi, ma i lupi e gli occhi che mi fissano sorprendentemente non sono scomparsi, anzi, sembrano persino più vivi che mai. Fletto ancora una volta il braccio sinistro un'ultima volta, poi sollevo l'arto con tutto il braccio, sembra quasi il movimento con cui indossi una giacca pesante. Una volta che la bacchetta oltrepassa la mia testa faccio un primo e un secondo cerchio sopra la mia testa, voglio vedere tutti gli occhi sparire per sempre. Urlo con tutto il fiato che ho in corpo mentre scaglio tutto il mio odio, tutta la rabbia che ho in corpo, mentre scaglio addosso ai lupi la voglia che ho di vivere.
"Iracundia!"

In attesa del master.

 
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view post Posted on 6/10/2019, 13:32
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Il Fato

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Moriano Sasoir la sapeva lunga in fatto di sopravvivenza: che fosse per cagion propria o altrui, la sua storia l'aveva condotto a scoprire metodi alternativi e fantasiosi per sfuggire al pericolo. Era un mago abile, a cui doveva esser più congeniale la veste del carnefice di quella della vittima. La rabbia, motore indiscutibile di quell'incanto passato alla storia, era la più comune tra le emozioni umane. Qualcuno avrebbe detto che fosse più facile cedere all'ira e che la gioia richiedesse un prezzo maggiore in quanto a soddisfazione delle aspettative.
Maurizio aveva vissuto molte delusioni, ma nessuna di queste - nemmeno l'esclusione dal Quartier Generale Auror da parte di Wilde - poteva essere l'accelerante perfetto per l'innesco creato da Sasoir. Nulla, insomma, avrebbe mai eguagliato la paura di trovarsi accerchiato da molteplici paia di occhi minacciosi e da file di denti aguzzi, pronti a dilaniare le sue tenere carni. Maurizio tentò, tentò più volte senza mai riuscire a capire il punto esatto in cui unire tecnica e forza di volontà, facendo coincidere ragione ed emozione. L'istinto ancestrale ad essere cacciatore e non preda era connaturato in lui, risvegliato da quell'evento che aveva contribuito a cambiare per sempre la sua intera esistenza. Fu il lupo a capire per primo quale fosse il modo migliore per eseguire al meglio l'incanto e all'uomo non restò che applicare ciò che la sua natura interiore gli suggeriva in tono accorato. Ben presto, quegli occhi marchiati a fuoco nella sua memoria divennero reali, tangibili quasi, il ringhio gutturale riecheggiava forte come l'aveva udito la prima volta. Benché fosse solo - soltanto Otto lo poteva vedere - Maurizio si sentiva circondato, braccato com'era già stato in un passato non troppo lontano; poteva sentire il morso, il dolore e la voglia di restare in vita, di non cedere alle insidie del branco. E così aveva agito, sollevando il braccio sopra il capo, eseguendo due cerchi concentrici perfetti. La sua mente manteneva fissa l'immagine dei lupi pronti a spiccare il balzo fatale e solo quando fu certo di poter agire, scagliò l'incanto con tutta la forza a sua disposizione. Il primo a formarsi fu lo scudo, il bagliore bluastro sul bordo ad indicarne l'estensione, ed il secondo - cagionato dall'onda d'urto del primo - si abbatté con violenza sull'albero col volto insanguinato inciso di fresco. Il suono di un ramo che si spezzi avrebbe suggellato il suo successo, mentre pezzetti di corteccia volavano tutt'intorno in una pioggia di frammenti. Dell'albero non sarebbe rimasto che un tronco spezzato, del volto di Rhaegar Wilde non sarebbe restato che uno sbiadito ricordo. Il lucore degli occhi gialli sbiadì piano piano, mentre il ringhio si dissolveva nel silenzio della radura. Maurizio aveva finalmente ottenuto ciò per cui aveva lottato.

Incanto appreso, puoi inserirlo in scheda.

 
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