Esordire con grazia

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Selene Bennet
view post Posted on 29/8/2019, 11:52




Era sempre stata una donna molto organizzata, agenda alla mano e schemi mentali pronti per affrontare qualunque situazione. Di solito, quando le cose non andavano come dovevano, ovvero come da lei programmato, per i primi istanti entrava nel panico, abbattendosi, ma le bastava davvero poco per ritornare sulla retta via, ritrovare la calma, e riprendere in mano la situazione, creando un piano alternativo che l'avrebbe condotta alla soluzione.
Quello era il suo stato d'animo la mattina del giorno che l'avrebbe vista confrontarsi col preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, presso cui aveva fatto richiesta di assunzione come docente di Rune Antiche.
Più di una volta nella sua vita si era chiesta quale sarebbe stata alla fine la sua strada, ed in più di un'occasione la risposta era che se mai l'avessero pagata per studiare sarebbe stata la persona più felice del mondo. E quindi facendo due più due, quale professione migliore dell'insegnamento per soddisfare questa sua sete di conoscenza?

Per ovviare alle problematiche di outfit, aveva preparato la sera precedente gli abiti che avrebbe indossato, tenendo alla mano anche una scelta alternativa in caso di cattivo tempo. Ma il cielo era stato clemente, così aveva potuto indossare il suo vestito preferito: un qipao azzurro smanicato, proveniente dalla Cina, recuperato grazie all'aiuto di una sua cara amica conosciuta su un treno diretto a Shanghai.
Avrebbe portato con sé un giacchetto leggero, per ovviare ad eventuali sbalzi di temperatura.
Nonostante la previsione dell'abbigliamento, ciò che non aveva previsto era il trasporto. La macchina babbana comprata dal padre, che avrebbe dovuto portarla fino alla stazione, aveva deciso di dare le dimissioni. Così aveva dovuto farla a piedi, con i tacchi, e con l'ansia, e con la paura di perdere il treno ed arrivare tardi.
Fortunatamente però la patina di ansia che per i primi istanti le aveva annebbiato il cervello si era dissolta, fino a farle tornare in mente un dettaglio fondamentale: era una strega. Avrebbe potuto tranquillamente smaterializzarsi ed essere alla stazione per tempo...e così fece.

Quando giunse finalmente davanti alla porta che l'avrebbe condotta dal preside Peverell mancavano ancora dieci minuti abbondanti all'ora fissata per il suo colloquio. Così si prese un attimo per respirare di nuovo, come fosse la prima volta, la magica aria che avvolgeva quel luogo. Hogwarts, la sua casa.


*Quanto mi sei mancata*

Osservò ancora per qualche istante fuori dall'ampia finestra, uno scorcio del castello, un paesaggio limpido in lontananza. Era ormai ora di procedere con una chiacchierata che forse le avrebbe per sempre cambiato la vita.
Bussò alla porta due volte.
 
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view post Posted on 31/8/2019, 11:01
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Quando l'aveva scorta era ormai tardi.

Era stata una mattinata tranquilla, in cui provvidenzialmente problemi e parassiti avevano latitato, come solo ancora in estate si poteva non pretendere, ma almeno prevedere, accadesse. Sin dalle prime ore della mattina un piacevole velo di rugiada era affiorato a coprire gli ampi prati che circondavano il Castello, qualche timido raggio di sole aveva addirittura fatto capolino da dietro le imponenti fronde della foresta. Dal comignolo più alto, poi gentilmente le carezze di Eos avevano preso a scendere, pizzicando dolcemente quelle pietre che ormai da centinaia di anni, ogni mattina, erano lì pazienti e pronte nel fare gli onori di casa. Certe cose sembravano non poter cessare, prendersi quei famosi cinque minuti, concedersi una vacanza, tutto procedeva inesorabile e immutabile lungo una tabella di marcia il cui artefice era stato orbato e dimenticato da anni, decenni, forse interi secoli, senza traccia. Quello stesso Tempo, di cui Chrono alto e fiero si stagliava ancora quale protettore, da un lato creava, dall'altro distruggeva. Un nuovo giorno procedeva galoppando in avanti, preannunciando il successivo, ma allontanandosi intanto dal precedente, rimarcando una crescente distanza tra quanto era stato, quanto non sarebbe più stato, e quanto invece sarebbe accaduto nuovamente di lì a qualche ora.
Come ormai era solito accadere le sempre puntuali attenzioni che l'Alba era ormai solita riservare al Castello, innescavano un perverso meccanismo, secondo cui prima ancora che la luce riuscisse a infrangersi sulle possenti basi dei contrafforti, o spolverare i grandi gradini della scalinata d'ingresso, ecco che un battente silenziosamente si schiudeva, lasciandone emergere prima una saetta bianca, che scapicollando direttamente oltre, senza darsi la pena di percorrere il percorso che qualche abile mastro artigiano aveva concepito al tempo, si gettava nelle distese color smeraldo, scomparendo alla vista dei più. Decisamente più stanca, e meno saettante di quanto non avrebbe forse voluto essere, una seconda macchia di colore emergeva a distanza di qualche minuto, avviandosi per lo stesso sentiero. Colori sgargianti, salutati, almeno nelle belle giornate, dall'Astro, che intanto si era sufficientemente alzato sull'orizzonte.
Il resto del programma veniva da sè, si disvelava cammin facendo, seguendo logiche e sentieri a chiunque altro sconosciuti, tanto segreti da risultare imperscrutabili. Vi fosse o meno un'effettiva qualche logica era ancora quasi interamente da dimostrarsi. Di fatto stava che un'attempata figura armata di bastone e tanta fede scompariva nei meandri del parco, con un libro sotto il braccio, mentre ancora il resto della Scuola dormiva beatamente, rigirandosi nelle più discoste alcove, dalle torri più alte, ai sotterranei più bassi. Il fatto poi che fosse estate dava al tutto una piega ancora più inopportuna, senza freno e senza remore, quelle quotidiane gite fuori porta rischiavano di protrarsi più di quanto anche il più aitante alpinista avrebbe valutato, figurarsi sostenuto.

Quel martedì non era stato da meno.
Quella che chiunque avrebbe ritenuto un'ora confacente a una colazione era passata da un pezzo, quando infine il Castello era tornato 'a portata' di bastone, uno sguardo grato al cielo, Dei piacendo anche quella mattina erano sopravvissuti tutti interi. Mentre un enorme fazzoletto purpureo faceva la sua comparsa, silente e non vista una seconda figura era apparsa all'orizzonte, e procedeva di buon passo verso quella che molto probabilmente sarebbe anche stata la sua unica potenziale destinazione. Che avesse preso una svista di ben dieci giorni su quanto il calendario consigliava, era improbabile, ne conseguiva che effettivamente una qualche ragione dovesse averla condotta lì. Il che accese un primo campanello d'allarme, mentre ancora il fazzoletto scorrazzava allegro, e non decisamente il solo, da un lato all'altro del volto. Scomparso nuovamente quello, fece capolino un elaborato orologio che conclamò invece un primo problema.
Era ormai tardi. Non l'avrebbero raggiunta, tanto valeva giocare di ripiego. Mentre la prima scompariva oltre l'antica soglia, i fondisti ancora si facevano largo nell'erba. Lei era in anticipo, loro in deciso ritardo, il che però lasciava un non trascurabile vantaggio. Chi mai avrebbe tentato la sorte in un colloquio prima dell'ora stabilita? Non erano ancora così in ritardo, il che date le circostanze era una provvidenziale coincidenza.


Amalia!
Insomma Amalia!
Guarda che domani esco con Winston...
E rimani a casa!


Un rovinoso sferragliare di metallo su pietra rimbombò cupo, in tutta risposta, per il corridoio.
Ormai erano quasi arrivati. Un'ultima svolta. Un ultimo tratto. Quanto agognasse raggiungerla con discrezione non sarebbe stato possibile descriverlo. Eppure, nonostante tutto, si stava anche divertendo. Un appuntamento quasi quotidiano, per quanto molto flessibile. Ma del resto un cane non è mai in ritardo, ma arriva esattamente quando avrebbe voluto arrivare. Una logica ineccepibile, che a distanza di tanti anni non era ancora riuscito a confutare. La più diretta conseguenza, che non guastava, era anche che il relativo accompagnatore non potesse essere a sua volta tacciato 'di ritardo'. Non foss'altro per la campestre che avevano intrapreso.
Una figura canuta, di arancio vestita, emerse lentamente dalla tromba delle scale, preceduta e da un elegante bastone da passeggio, responsable dell'eco di quel infernale fracasso, e da una palla di pelo bianca che scomparve oltre le gambe della gentile ospite in azzurro. Insomma, un pianerottolo particolarmente affollato, per essere un anonimo martedì di fine agosto. La porta che dava su quell'inaspettato incontro era ormai aperta, e della terza misteriosa figura se n'era persa traccia. Erano rimasti un bastone, una donna, e un vecchio.


Mademoiselle Bennet!
Ben trovata, e benvenuta ad Hogwarts.
Ignotus Albus Peverell al suo servizio, se non vado errando abbiamo un appuntamento.
Prego, entri pure. Temo che i miei assistenti stiano ancora disfacendo i bagagli, è solo qualche giorno che siamo tornati, ma sono certo ce la faremo comunque. Com'è stato il viaggio? Immagino abbia trovato facilmente la strada, in fondo...


Parole un po' strambe, pause inaspettate, una cadenza che sapeva molto di oltre Manica, un tono particolarmente allegro, accompagnato da un tiepido sorriso. Un corto mantello arancio scuro, sulle spalle, sopra a una lunga veste molto più chiara e brillante, incorniciava una figura gentile, ma un poco imponente, tipica scozzese. Doveva essere arrivata nel posto giusto. Era appena cominciato un gioco, di che genere e come sarebbe finito era decisamente tutta un'altra Storia.

 
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Selene Bennet
view post Posted on 4/9/2019, 15:44




Osservava il lento scorrere della vita al castello. Ben presto quel luogo sarebbe stato nuovamente brulicante di vita, gli studenti avrebbero affollato i corridoi tra una lezione e l'altra; la Sala Grande avrebbe ripreso vita durante i momenti di ritrovo per pasti e feste, durante i quali i folletti che lavoravano nelle cucine avrebbero dato il loro meglio sfornando ottimi manicaretti; i docenti suoi colleghi avrebbero occupato nuovamente le loro scrivanie nelle rispettive aule ed uffici...e sperava davvero che la stessa sorte sarebbe toccata a lei.
Se soltanto pochi mesi prima le fosse stato domandato cosa ne sarebbe stato del suo futuro, lei non avrebbe saputo dare una risposta certa, e di sicuro mai si sarebbe immaginata che sarebbe tornata al luogo della sua crescita, anagrafica e intellettuale, per richiedere un posto come docente.
Forse le era scattato qualcosa dentro, ad un certo punto, che le aveva fatto sentire la necessità di avere una nuova stabilità nella sua vita, o forse aveva semplicemente bisogno di poter condividere ciò che aveva appreso con qualcuno che ne avrebbe fatto tesoro. Non sapeva come nè perchè, ma la sua Hogwarts l'aveva richiamata a sè come un pastore con il suo gregge, e lei non aveva saputo resistere al richiamo. Ed in quel momento sapeva che se ancora le fosse stato domandato nuovamente cosa ne sarebbe stato del suo futuro, allora avrebbe saputo cosa rispondere.

Mentre come in un sogno ad occhi aperti passava in rassegna quella che sarebbe stata la sua vita futura, una voce irruppe tra i suoi pensieri, facendole fare un lieve sobbalzo.


Sir Peverell, quale onore. Lieta di incontrarla finalmente.

Rivolse un cordiale sorriso a colui il quale sarebbe toccato il ruolo di giudice in quella faccenda. Un uomo in apparenza affascinante, e sicuramente colto ed autoritario, data la posizione che ricopriva in quanto preside.

*Ai suoi tempi deve aver fatto molte conquiste.* Aveva pensato. Ciò che più la affascinava delle persone era sempre stato il loro passato. La curiosità le si insinuava nella testa, e tutto ciò a cui non riusciva a dar risposta per mancanza di informazioni, cercava di completarlo con la forza dell'immaginazione. Era da lì che partiva la sua passione per lo studio e la conoscenza: la voglia di sapere come le situazioni si originassero, da dove prendessero avvio. E quindi capire come si fossero svolte per arrivare ad essere ciò che erano.

Era sempre stata una studentessa diligente, ed era grazie allo studio del passato che era stata in grado di giungere alla conoscenza dell'esistenza della materia alla quale stava dedicando ora la sua vita, le rune. Se non avesse imparato dal passato, non avrebbe di certo visto comparire nella sua vita dei simboli tanto antichi quanto potenti, e mai avrebbe imparato a dominarli per poterli applicare nel presente. Il quale a sua volta, in futuro, sarebbe divenuto anch'esso passato. In un ciclo senza fine.

*Tutto scorre.*

Il viaggio è stato ... confortevole, diciamo così. É sempre bello tornare a casa.
Un sospiro di sollievo seguì le sue parole, come a dar sostegno alla veridicità di quanto stava dicendo. Sentì come una sensazione di pienezza nel petto al pronunciare la parola "casa", qualcosa di molto simile all'emozione che aveva provato nel rivedere i suoi genitori dopo essere stata per tanto tempo via da casa.

Tornare qui è sempre qualcosa di magico, non crede?
 
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view post Posted on 7/9/2019, 11:23
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Non si poteva certo affermare che trascorrere l'ora seguente su un pianerottolo rientrasse perfettamente nei suoi piani. E se la giovane sembrava reticente nel muovere il primo passo, era evidente quanto mai che dovesse essere lui a prendere l'iniziativa. Una complicata acrobazia spinse il Vecchio a sopravanzare l'ospite, raggiungere la soglia, spalancarla gentilmente e una volta entrato ritrarsi lasciando all'altra di avventurarsi per prima nei meandri dell'ampia stanza. In fondo era sicuro non avrebbe trovato gli anfratti di una spelonca rocciosa, ma un ambiente comodo e allegro, in cui investire del tempo, in una piacevole discussione. In fondo doveva essersi preparata almeno psicologicamente a quell'avventuroso passo, la premessa logica a un colloquio era e rimaneva la necessità di dire qualcosa, e quel giorno l'oggetto era stato ampiamente concordato. I pro e i contro di una tale operazione non erano indifferenti, e per quanto si riavessero su una spontaneità affettata in molti dei suoi elementi non v'era altra alternativa. Dunque, di necessità avrebbero fatto virtù.
I più maliziosi avrebbero sicuramente sottolineato di come fosse riuscito nel procurarsi una nuova vittima sacrificale, che non potesse osare rifiutare qualcosa che in fin dei conti aveva dovuto inevitabilmente chiedere: il colloquio. Come e dove sarebbe sfociata la discussione era decisamente oltre ogni previsione. I meno, invece, avrebbero salutato l'iniziativa di una giovane strega avventuriera, in cerca di emozioni forti, e con solo una punta di masochismo. Un quadro tutto sommato roseo, che avrebbe lasciato ben sperare, almeno qualcuno.


Assolutamente no! Il piacere è sicuramente tutto nostro. Avere una graziosa visita per inaugurare l'Anno è sicuramente un ottimo modo per iniziare, dunque ha fatto sicuramente bene a scriverci. Ma prego, si accomodi, immagino avremo molto da dire.

Un piacevole odore di resina andava mescolandosi a una voce conciliante, e all'allegra scoppiettante presenza ancora discreta di un caminetto. Ma se ormai il primo passo era compiuto, ed era presumibile si fossero anche spostati dallo scomodo pianerottolo, avvicinandosi alle due poltrone e alla scrivania, il resto era ancora tutto da farsi. Da qualche parte avrebbero pur dovuto cominciare, e come di consueto andava maturando un'idea che indubbiamente dell'originalità non era emblema. Accomodato che fu anche il bastone in un portaombrelli defilato, il mago si inoltrò in quello che era indubbiamente il suo ufficio. Facendosi largo in un mare magnum di carabattole, con centinaia e migliaia di libri a fare da sfondo.

Tornare a casa è sempre qualcosa di magico, non crede? Indipendentemente dal fatto che uno si trovi ad Hogwarts, o a Samarcanda. Il dove è una questione significativamente relativa, quello che conta è sempre il Casa. E in effetti sì, in molti casi Hogwarts può essere riconosciuta tale, con alterne fortune, diciamo così. Eppure lei è incredibilmente giovane, non deve mancare dalle nostre lande da troppo tempo, sbaglio?

Da buon ospite gesticolando e sorridendo aveva intanto guadagnato il centro dell'arena, una tranquilla alcova, tre poltrone e una scrivania che aspettavano invitanti i due, ormai apparentemente soli. Avevano molto di cui discutere, e fortunatamente anche molto tempo. La fretta era cattiva consigliera in più d'un senso, e in certi ambiti era sicuramente la più sciagurata delle alleate. Eppure...

Ottimo, direi che ci siamo. Prego si accomodi, posso magari offrirle qualcosa? Un The, altro?

Il momento tanto atteso era ormai giunto.
Era sicuramente tempo di una tazza di The. La giovane avrebbe poi deciso. Si avviò dall'altra parte della scrivania. Ormai quasi tutte le pedine erano nelle posizioni di partenza. I Bianchi avevano già mosso, per molti versi. Era tempo che i Neri rispondessero.

 
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Selene Bennet
view post Posted on 10/9/2019, 11:16




Seguì il preside all'interno dell'ufficio.
Le ci volle un attimo per riprendersi dalla magnificenza di quel posto, che sembrava, se possibile, ancora più impregnato di magia. Non le era capitato spesso di entrare nell'ufficio del preside quando si trovava ad Hogwarts come studentessa, eccezion fatta per la volta in cui si era ritrovata convocata insieme ad una sua compagna di casata con l'accusa di aver lanciato un incanto Confundus ai soggetti di un paio di quadri nei corridoi del terzo piano, i quali avevano assunto delle buffe posizioni ed avevano cominciato a dare indicazioni errate agli studenti del primo anno che chiedevano la direzione da prendere per giungere alle aule di lezione. Il risultato era stato esilarante, con studenti dispersi in ogni dove nel castello, ma sicuramente non era stata una grandissima idea per le due amiche.
Come punizione avevano dovuto passare tutti i loro momenti liberi, prima e dopo le lezioni, pulendo la sala comune ed aiutando la bibliotecaria a riporre i volumi che gli studenti riportavano dai prestiti.
Se ci pensava ancora le veniva da ridere.

Essere in quell'ufficio quel giorno le aveva fatto tornare alla mente la sua adolescenza, le risate e la spensieratezza. Ma ora si trovava lì in una veste differente, era passata dalla parte degli adulti, della serietà e della concretezza. Diventare docente non voleva dire soltanto soddisfare delle specifiche accademiche, avere determinate conoscenze e saperle trasmettere a delle giovani menti.
Essere un docente comprendeva anche l'essere un esempio per i futuri adulti che sarebbero stati la generazione del domani. Avrebbe voluto dire plasmare le loro menti infondendo ideali positivi, di correttezza, integrità e responsabilità.
Lo scopo di quel colloquio a suo parare doveva servire anche e sopratutto a questo: a dimostrare di essere in grado di poter gestire una situazione di insegnamento non solo accademico, ma anche di vita. Le conoscenze che uno può acquisire vengono certificate in diversi modi, ma la capacità di vivere in modo corretto e responsabile era tutt'altro, e non poteva essere certificata da nessuno. Andava dimostrata e basta.


No infatti
La domanda del preside irruppe nei suoi pensieri facendola ritornare alla realtà.
Manco da poco meno di dieci anni...ricordo come fosse ieri il mio ultimo esame in Sala Grande. Per quanto i miei viaggi mi abbiano portata in giro per il mondo per diverso tempo, qui tutto sembra essere come quando me ne sono andata.

Quando si sedette sulla poltrona indicatale da Peverell si sentì incredibilmente a suo agio, come se quello fosse il suo posto. Un segno? La strada doveva essere quella giusta allora.

Una tazza di the la gradirei molto. Oserei quasi dire di aver sviluppato una sorta di dipendenza da questa bevanda in effetti. Ne ho bevuti di differenti tipi, specie durante la mia permanenza in oriente.
La cultura orientale al riguardo è stupefacente, esistono centinaia di libri antichi che ne spiegano proprietà e modalità di preparazione in base ai tipi di erbe utilizzati e ai periodi dell'anno durante i quali vengono preparati. Per non parlare poi delle occasioni in favore delle quali vengono realizzate delle vere e proprie cerimonie che non hanno nulla di invidiare ad un matrimonio...


Mentre parlava osservava la stanza attorno a sè, le centinaia di volumi antichi e di oggetti interessanti che adornavano la stanza. La sua curiosità di nuovo la portò a chiedersi quale fosse la storia di ognuno di quegli oggetti, quali racconti contenessero quei libri. Forse un giorno lo avrebbe appreso.

Signor Peverell, so che sono qui per essere valutata oggi, e che le domande spettano a lei ma, sono di natura molto curiosa e previdente.
Mi farebbe piacere chiederle quali sono le aspettative che avete nei miei confronti, se ovviamente mi valuterete idonea a ricoprire l'incarico per il quale oggi mi presento.

Tornò poi a posare il suo sguardo su colui che, si augurava, sarebbe diventato il suo superiore, col quale probabilmente avrebbe dovuto confrontarsi, e non poche volte. E quel giorno era lì per muovere la sua prima pedina. Il gioco aveva inizio.
 
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view post Posted on 15/9/2019, 11:41
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Se il gioco era ormai iniziato, risultava ancora difficile sbilanciarsi nel fare previsioni. La giovane quanto meno sembrava sufficientemente convinta e risoluta da arrivare in fondo, il che lasciava ben sperare del fatto che non sarebbe stata una semplice perdita di tempo. Ma se anche lo fosse stata? In fin dei conti non aveva mai rifiutato un colloquio a nessuno, non era certo tempo di iniziare tale pratica. Non era più un fanciullo di primo pelo in cerca di emozioni forti, anzi... più passava il tempo, più la consuetudine andava assumendo un nuovo significato. Non che fosse poi mai stato un rivoluzionario, anzi. Un sacerdote di quanto era stato, uno spettatore di come l'Impero fosse andato inesorabilmente prima perdendo pezzi, poi sfaldandosi, infine perdendo quasi completamente identità e contegno. Cos'erano diventati nell'arco soltanto di un secolo? Cosa sarebbe capitato nel secolo successivo? Era rimasta soltanto la Storia, la tiepida eco di un passato glorioso, che appariva sempre più remoto. Certo, non erano nella situazione di chi popolava le lande dell'estremo sud dell'Europa, ma comunque poco ci mancava.
E c'era poi la giovane Bennet. Possibile che la Storia fosse destinata inesorabilmente a ripetersi? Cos'era quello, un nuovo inizio? Un tiepido singulto di un passato che non voleva andarsene ancora del tutto?
Come previsto presero infine posto. Tutto era tornato alla normalità. Lui da un lato, lei dall'altro, in attesa della venuta della consueta richiesta. Qualcosa che aveva ormai la valenza di un invito, ad accettare le regole di quella silenziosa partita, di un rito, ancestrale, di cui era rimasto forse l'ultimo custode, la consegna di un fioretto, affinchè effettivamente il gioco chiarisse le sue stesse tacite regole, cedendo al contempo l'iniziativa a chi inevitabilmente ne aveva meno esperienza. Un'offerta infingarda? Un cavallo di Troia di bianco vestito? Il primo passo verso un inaspettato scavarsi dell'ennesima fossa?
Cosa ne sarebbe stato della nuova Bennet?
Un soave sorriso accolse le parole della giovane.


Aah! Incredibilmente affascinante, un'anima girovaga e peregrina, in parte anche nostalgica, certo. Una nostalgia che però che se ben capisco non è stata sufficiente a tarparle le ali nel seguire le sue adolescenziali ambizioni. Il che è certamente una bella cosa, immagino. Probabilmente dieci anni sarebbero stati molti anche ai miei tempi, ma melium abundare quam deficere, non trova? Il che ci riporta effettivamente alla mia prima proposta, il The. Presti bene attenzione, e poi replichi secondo le sue esigenze, se sarà sufficientemente ferma non riusciranno a fraintendere le sue prime decisioni. Il che potrebbe rappresentare un 'primo test', almeno per lei.
Un The, e due di zucchero, grazie.


Il raffinato, ed insospettabile servizio blu e bianco cinese, poco distante, in tutta risposta si animò improvvisamente. La teiera sbuffando prese a riempire una tazzina, già in movimento, con tanto di piattino, in direzione del primo grazioso cliente, inseguita a ruota dalla delicata zuccheriera, che mulinando un cucchiaino d'argento, sembrava ansiosa di portare a compimento il suo uffizio, stanca di quella forzosa quiescienza, stanca delle chiacchiere, ma obbediente agli ordini impartiti, almeno per quella volta. Compiaciuto, il Vecchio, sorvegliava l'operazione. Più d'un grattacapo, ne era già emerso! E quanti ancora se ne sarebbero aggiunti? Insopportabile d'una zuccheriera. Ma la vera domanda era: come avrebbero reagito alle richieste della giovane sconosciuta?
Una nota divertita accompagnava instancabilmente le prese di posizione dell'anziano mago, che in fin dei conti sarebbe potuto essere tra il nonno e il bisnonno della nuova venuta. Il che conferiva come di consueto un che di... comico?


Ottimo, ottimo. Anche a me è sempre risultata cara un'idea di Oriente che da adolescente ero andato maturando, che non necessariamente potrebbe essere troppo... veritiera? Mi dica allora, cos'ha trovato in Oriente una giovane fanciulla di buone speranze? Se è circa un decennio che manca dalla Patria, evidentemente qualche anno deve averlo trascorso anche colà, e sulla base di quanto ho sentito dire a dipendenza della permanenza in quelle misteriose lande se ne matura una consapevole percezione che può radicalmente andar mutando di persona in persona. Cosa vi ha trovato lei? O forse ancora meglio, cos'andava cercando?

Un tono leggero, quasi zampettando sulla superficie cristallina di un lago alpino, senza che ne intaccasse la religiosa pace, passando come una brezza estiva, spinta sulle ali di una corrente, lasciando un'innocente scia di luce e fragranze della valle. Erano due buone domande, era inevitabile che avesse almeno in parte trovato una risposta a un consapevole o inconsapevole interrogativo. Un bisogno che era andato alimentandosi negli anni della fanciullezza. Che poi si potesse tranquillamente affermare che fosse ancora una fanciulla sembrava quasi ancillare alla domanda stessa. Un dato che seppur probabile non intaccava l'innocente domanda. Cosa vi fosse d'innocente era ancora tutto da dimostrarsi. Ma nessuno è perfetto. Il che li riportava saldamente nello studio. Un interrogativo inaspettato, in senso opposto a quanto era solito accadere. Cosa si aspettava? Un approccio dimesso e sfacciatamente ribassista quanto avrebbe realmente aiutato? E che risultato avrebbe invece avuto l'esatto opposto? Un azzardo che doveva essere percorso? Al pari di un grosso ragno al centro della sua personalissima ragnatela, la risposta non tardò, per quanto un altrettanto inaspettato silenzio la anticipasse.

Cosa ci aspettiamo? Quali siano le aspettative?
Inutile dire che evidentemente dipende da lei. Ma non le farò mistero di quella che personalmente ritengo essere la cornice logica a quella che è una delle mie consuete incombenze. Quello che pretendo quotidianamente dai mie professori è il massimo, quello che almeno inizialmente potrebbe risultare impossibile a un estraneo, ma che con il passare delle settimane deve invece divenire la quieta normalità. Nei tempi e nei modi che più si confanno a ogni persona, ma la meta è la stessa per tutti. Di quasi l'intera popolazione di questa scuola potrei tranquillamente essere il bisnonno, o il trisavolo, sono stato l'insegnante di molti dei loro fratelli, dei loro genitori, e a dipendenza dei casi ho anche conosciuto i nonni, ne deriva che in tutto questo tempo abbiamo maturato una conoscenza recriproca notevole, e delle aspettative che non possono essere deluse.
Lei deve convincermi che non saranno deluse.
Il come dev'essere frutto del suo multiforme giovane ingegno. Del resto, come sono solito dire ai miei studenti, spesso aver fatto un buon lavoro non coincide con il ricordare tutte le possibili contromaledizioni agli incantesimi dell'età repubblicana dell'antica Roma, al termine del ciclo di studio. Si è sempre in tempo nel fare certe cose, ma è spesso troppo tardi per farne altre...
Ma ovviamente non deve preoccuparsi.
Quali sono invece le sue?


Se c'erano alcune aspettative da un lato, dovevano pur esservene anche dall'altro della scrivania. Era inevitabile. Probabilmente anche alimentate da non pochi pettegolezzi che nel corso del tempo erano andati ammantando il Castello. Inseguire il consenso universale non era mai stato nelle sue corde, ed era ormai indubbiamente troppo tardi per iniziare con il preoccuparsene. Non restava che tirar dritto, e seguire la strada che era andata delineandosi sempre più netta. Cambiarla cos'avrebbe significato?
Insomma, avrebbero sicuramente avuto di che discutere.

 
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Selene Bennet
view post Posted on 21/9/2019, 16:40




Cosa andava cercando?
Era una domanda che non le era stata mai posta prima di quel momento. Quando aveva preso la decisione di partire per l'Oriente, le reazioni da parte di parenti e amici erano state molteplici e differenti tra loro: apprensione, felicità, orgoglio, timore. Tutte quelle emozioni provenienti da differenti persone si erano condensate in lei come se fossero una sola, unica, grande ed incontrollabile sensazione, a cui non avrebbe saputo dare un nome, ma che avrebbe potuto spiegare con un'unica parola: sconosciuto.
Sconosciuto era tutto ciò che avrebbe trovato a destinazione, sconosciuto era il modo in cui avrebbe vissuto per la prima volta così lontana da casa, sconosciute erano le emozioni che avrebbe provato nel trovarsi a fronteggiare ogni evento da sola, sconosciute erano le persone che avrebbe incrociato sul suo cammino. Sconosciuta era anche la meta dopotutto. Non aveva programmato nulla, aveva solo pensato di prendere e partire, scoprire, e prendere le cose così come sarebbero venute, cosciente dei pericoli ma anche del fatto che se avesse scelto una destinazione piuttosto che un'altra, si sarebbe preclusa la conoscenza di una non indifferente quantità di informazioni e conoscenze.
Quindi...


Conoscenza, credo.
Era convinta fosse quella la risposta più corretta, secondo logica. Forse poteva sembrare un po' scontata, ma a meglio pensarci non lo era affatto. C'era un perchè dietro il suo viaggio dopotutto. Imparare, voleva apprendere, conoscere. Solo lasciandosi trasportare dagli eventi avrebbe potuto esperire nel vero senso del termine. E così aveva fatto. Aveva semplicemente lasciato che gli eventi la trascinassero verso quella che sarebbe stata la sua destinazione, quella che il destino aveva scelto per lei, ma che nemmeno lei conosceva. E forse era anche da questo che era nata la sua voglia di conoscere più a fondo la materia che l'aveva riportata ad Hogwarts. La divinazione con le rune, era qualcosa di affascinante. Dettata anch'essa dalla voglia di sapere, esperire, conoscere. Tutto ritornava.

Signor Peverell, il mio viaggio in Oriente mi ha portata a confrontarmi con persone che mai avrei immaginato di poter incontrare. L'essermi recata così lontano da casa mi ha permesso di giungere ad un livello di conoscenza che ha plasmato non tanto la mia intellettualità, quanto la mia mente ed il mio spirito. Tutti possono apprendere studiando le parole di un luminare o leggendo un libro, ma la conoscenza di sè stessi, della propria magia, dei propri limiti, è qualcosa che secondo me va al di là di ogni libro o insegnamento materiale. Quindi ciò che posso dirle con certezza che ho trovato me stessa.
Un The con un goccio di latte ed un cucchiaino di zucchero, molto gentile.


Non era mai stata una persona troppo incline a lasciarsi influenzare dal giudizio della gente. Molto spesso le era capitato di trovarsi in disaccordo con le opinioni di amici e parenti e non aveva mai mancato di sottolinearlo, in alcuni casi anche a costo di tirarne fuori dei polveroni. Pertanto non le importava troppo di ciò che la gente poteva pensare di lei, del suo modo di agire, di pensare. Sapeva solo che ciò che le importava davvero era svolgere al meglio i propri doveri, con più criterio e logicità possibili, e se qualcuno avesse mai avuto da ridire nei confronti, non si sarebbe di certo tirata indietro nel sostenere le proprie tesi avvalorandole con tutte le prove necessarie a lasciar intendere che aveva agito con ragione, secondo un criterio.
Se le capitava di sbagliare, lo ammetteva. Se sapeva di avere ragione, lo dimostrava.


Sono fermamente convinta che i fatti dimostrino più di mille parole. Temo che oggigiorno siano molti i bravi oratori, e ahimé non credo di essere tra loro. In passato, devo ammettere, mi è già capitato di lasciare parole al vento che poi non si sono tradotte nel modo sperato e che non hanno condotto all'obiettivo prefissato, e non ho alcuna vergogna nell'ammetterlo. É giusto riconoscere i propri limiti, ed è qualcosa che ho imparato a gestire col tempo.
Confido pienamente nel fatto che mi verranno riconosciuti i meriti che mi spetteranno nello svolgimento del mio lavoro, che ho tutta l'intenzione di svolgere nel modo più ligio e responsabile possibile. Ma allo stesso modo mi aspetto che qualora dovessero esserci dei problemi nei miei confronti o del mio operato, questi mi vengano riferiti, di modo che io possa porre un rimedio, eventualmente correggere. Come lei ben sa questa sarà la mia prima esperienza lavorativa nel mondo dell'insegnamento, pertanto mi aspetto anche una certa trasparenza, dopotutto c'è sempre da imparare, e io in particolare non posso che fare tesoro dell'esperienza sua e dei miei futuri colleghi.


Sentiva la determinazione scorrerle nelle vene come poche volte le era accaduto nella vita. Le poteva contare sulle dita di una mano le volte che si era sentita così, ed in tutti i casi gli esiti erano stati positivi. Certo non si poteva sempre vincere nella vita ma...
Quale esito avrebbe sortito quella discussione?
Ancora una volta era la conoscenza che desiderava: quale sarebbe stato l'esito del suo colloquio?
 
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view post Posted on 6/10/2019, 15:07
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Una questione delicata, al pari di molte altre che nel corso del tempo erano andate susseguendosi. Ancora una volta cos'era giusto, e cosa sbagliato? Esistevano solo il bianco e il nero? O invece il punto erano le migliaia di possibili sfumature che il grigio potesse assumere? La soluzione stava nell'intuire quale sfumatura fosse la più verosimile, quanto fosse prossima a uno dei due poli, e operare una decisione. Sulla base di cosa? Semplice intuito, o per meglio dire, raffinato fiuto. Non potevano esservi precedenti cui appellarsi, misteriosi e sottili maniere per risalire a una qualche forma di conoscenza che non era mai esistita. Certo, quanto tempo era trascorso da che fosse giunto, e poi tornato sui suoi passi? Quanti anni? Perchè non ricordava la giovane? Da un lato la semplice cautela avrebbe imposto una decisione prudente, stemperata da quelle che sarebbero potute risultare semplici simpatie maturate sul momento, non molto indicative. Perchè correre il rischio? Perchè correre un banale rischio, se non era indispensabile correrlo? Sarebbe dovuta essere una salomonica decisione? In fin dei conti tutto si riduceva a una banale ma dirimente questione di fiducia. Perchè fidarsi? Perchè non farlo? Le alternative non mancavano, una sola era la più scomoda.
Aveva davvero trovato se stessa in Oriente? Le era davvero riuscita l'impresa? La differenza era più che sostanziale tra quanto fosse semplice da dire, quanto complicato da fare. Eppure, suonava decisamente meglio affermare che fosse successo, chi avrebbe potuto metterlo in forse? Chi avrebbe potuto smentire tale affermazione? Ma in quel caso quale Minosse gli era richiesto di essere?
Chi stava giudicando chi, su quali basi?


Capisco. Terminati dei legittimi giovanili vagabondaggi, ha deciso di tornare a casa. Il che per molti versi potrebbe anche essere un'ottima decisione, non fosse altro che ci pone innanzi a un bivio. Con poche discriminanti su cui fondare una semplice intuizione che dovrebbe guidarci in un'impegnativa scelta. Ha ragione, i libri non possono tutto, ma solo molto. Anche se penso che diversi dei miei studenti potrebbero non concordare appieno in questa semplice affermazione, ma temo sarebbe una lunga e terribilmente affascinante altra storia. Mi parli della sua permanenza qui, in nostra compagnia. Se ben intendo ha militato tra le file di Corvonero, sbaglio?

Un sorriso allegro accolse il nuovo silenzio.
Mentre il servizio da The proseguiva nell'assolvere al suo incarico. Saltellando gioconda la zuccheriera inseguiva la sbuffante teiera, a sua volta braccata da un curioso bricco di latte, più restio di altri nel mostrarsi in pubblico. Le manie di protagonismo di un singolo pezzo avevano imposto nel corso degli anni un certo riverente timore nella ceramica di molti altri. Cosa si pretendeva facessero? Mentre tintinnando un cucchiaino veniva gentilmente riposto sul piattino, i giochi si stavano lentamente riaprendo. Il presupposto teorico ineludibile di un colloquio, erano le parole. Più l'attenzione rimaneva alta, più le probabilità crescevano. Qual era il ruolo giocato dagli altri fattori? Certo, il semplice fatto di essere in un ambiente placido e tranquillo solo al termine della conversazione sarebbe potuto essere apprezzato. Ma era comunque un non indifferente alleato. Quali erano dunque i rischi? Da cosa era necessario guardarsi, in quello che essenzialmente poteva essere riconosciuta quale una cornice asettica e minimalista? Se anche vi fossero stati problemi all'orizzonte, dove si celavano? Esattamente nel mezzo di un deserto di pacifico silenzio stavano. Un silenzio in realtà particolarmente scomodo. Era quello che stava pensando la giovane fanciulla?


In effetti sì, quello che pone lei è un dilemma vecchio come il mondo. Migliore è un oratore non molto bravo ma sincero, o uno particolarmente virtuoso ma terribilmente falso e spergiuro? Personalmente ritengo il dilemma non sussista, essendo gioco forza scontata la risposta, ma immagino dipenda comunque molto dalle circostanze, e dalle esigenze del momento. Lei da chi preferirebbe farsi assistere nel corso di un processo? Il che in realtà non è troppo distante da quello cui ambisce lei. Un docente è sottoposto a processo costantemente, ogni momento, per le ragioni più varie. Una natura processuale transitoria, in fieri, che però la pone davanti a una scelta dirimente: quale sarà il suo miglior alleato, e il suo peggior nemico in questa eventualità? Di cosa ritiene debba armarsi, e da cosa sarebbe bene difendersi?

Una questione di gran lunga sottovalutata.
Per molti versi destinata a passare sotto silenzio, non vista e non toccata. Eppure era stata strapazzata e collocata sotto i riflettori. Tutto ruotava intorno a un problema sottile, ma sostanziale. Tutti erano soggetti a giudizio, ma non tutti i giudizi avevano inevitabilmente lo stesso valore. Loro si stavano reciprocamente valutando. Giudizi e responsi non obbligatoriamente dei più lusinghieri. Eppure non avrebbero avuto la stessa importanza di molti altri. Una questione cui aveva mai prestato orecchio? Esisteva davvero? Era chiedere troppo?



Intuisce forse perchè il giudizio cui viene sottoposto abitualmente un professore sia radicalmente differente da tutti gli altri? Perchè questo ne estremizzi il risultato, e le conseguenze nefaste che questo potrebbe non troppo remotamente avere?

Un garbato cenno all'indirizzo della giovane, mentre l'attenzione tornava a concentrarsi su quell'idilliaco specchio ambrato che placido e terso si distendeva poco distante. Era tempo di un sorso di The. Ma cosa avrebbe sollevato la giovane fanciulla? Si sarebbero trovati a metà strada?



Sono veramente rammaricato per il terribile ritardo!
 
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Selene Bennet
view post Posted on 20/10/2019, 18:03




Il colloquio stava prendendo una piega molto diversa da quella che si aspettava: certo sapeva che era necessario indagare a fondo su qualsivoglia nuovo membro del personale scolastico, ma il discorso stava prendendo una strada molto più tortuosa di quanto avesse potuto immaginare.
Era palese chi fosse il buon oratore in quella stanza, ma dalla sua la giovane donna aveva una grande determinazione.
Si sentiva tuttavia un po' fuorviata dal discorso di fronte al quale il preside la stava ponendo. Non riusciva a cogliere esattamente quale fosse la sua richiesta nuda e cruda ma aveva come l'impressione che nei suoi confronti fosse in corso un indagine ben più dettagliata di quanto pensava fosse necessario per un colloquio di lavoro.
Tanto da tornare a parlare del suo passato al castello.
Forse era semplicemente un modo per capire meglio la mente e le intenzioni della giovane donna nel presentarsi in quel luogo e in quella veste.


Si esatto, sono stata smistata tra i Corvonero a mio tempo. Certo prima di allora non mi sarei comunque riuscita ad immaginare in nessun altra casata. Sono sempre stata una ragazzina dedita allo studio e all'apprendimento...e nonostante mi sarebbe per qualche verso piaciuto far parte dei Grifondoro, certo non ho mai posseduto nella mia indole il coraggio che li contraddistingue...e dunque...

Prese la sua tazza di thé, sorseggiandolo lentamente. Piacevolmente zuccherato, al punto giusto, per lei ideale.


Immagino quanto sia importante e prioritario definire al meglio quello che è il ruolo di un docente, specie se si tratta di una istituzione tanto importante quanto lo è da sempre Hogwarts. Plasmiamo giovani menti, il che sicuramente è la parte più difficile del nostro lavoro. Questi ragazzi sono nelle nostre mani per la maggior parte dell'anno, lontani dalle loro famiglie, con noi come uniche guide nel loro cammino. Sta a noi indirizzarli non solo verso il loro futuro ma anche verso la creazione di una coscienza che sarà per loro di fondamentale importanza nel riconoscere cosa è bene e cosa è male, quale strada seguire di fronte ad un bivio di fronte al quale necessariamente si troveranno a dover discernere tra scelta giusta e scelta sbagliata. E a prendere una decisione da cui forse dipenderà tutta la loro vita. Perchè sono le scelte che facciamo che determinano il nostro futuro futuro....

Rimase per un momento come assorta, con gli occhi fissi sul bordo della scrivania ma in realtà persi in qualche ricordo, un momento preciso che per lei aveva definito tutto. Tutto era diventato immediatamente più chiaro.

In quanto responsabili e tutori delle loro menti dobbiamo agire con determinazione e fermezza in ogni situazione. Non c'è spazio per l'esitazione, o per i ripensamenti.

Un altro sorso di thè, per addolcire quel momento di forte tensione che forse l'avrebbe condotta ad un dunque.

Io la mia decisione l'ho presa signor Peverell. Nell'esatto momento in cui ho deciso di tornare.
Ed è stata quella scelta a condurmi qui, davanti a lei.
 
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view post Posted on 10/11/2019, 12:28
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Antiche Rune.
Per quanto avessero dovuto girare intorno al problema, era ormai evidente che una decisione dovesse essere presa. Procrastinare l'inevitabile, per non decidere non avrebbe in ogni caso potuto aiutare, e del resto nessuno avrebbe potuto in ogni caso determinare, escludendo qualunque margine d'errore, se fidarsi sarebbe stata la migliore delle possibili soluzioni. Eppure, l'aveva fatto per tanti anni, correndo ogni volta rischi tutto sommato controllati, al costo di qualche delusione, perché sarebbe dovuto passare in quell'occasione per l'ignavo del gruppo? Affermare avesse scelto prima del tempo leggendo la prima lettera sarebbe sicuramente stato affermare troppo, mentire spudoratamente, eppure un certo interesse c'era stato, un minimo d'istinto benevolente si era riacceso. Dopo tutto, perché avrebbe dovuto opporre un no, a quello che poteva essere un sincero desiderio di iniziare a fare qualcosa? Allo stesso tempo, come poteva pretendere che la giovane desse quelle risposte che lui a avrebbe ritenuto soddisfacente, e delle vere risposte? C'era un vero e uno sbagliato? Quello che era giusto per lui, prospetticamente sarebbe stato anche giusto per lei? O semplicemente quelle generazioni che li distanziavano avevano contribuito in maniera importante e radicale nell'ossidare gli stessi valori che avrebbero determinato quelle scelte, e quegli afflati? Quanto sarebbe stato preoccupante se dopo tutto, sorprendentemente, avessero dovuto concordare su tutta la linea?
Un sorriso felino accolse le ultime sillabe della risposta della giovane donzella, affermare che concordassero sarebbe stato mentire spudoratamente, spergiurando, ma... Un indice teso, all'in su riaprì l'ultimo giro di giostra.


Capisco M.me Bennet, capisco. Non posso certo affermare che concordiamo su diversi punti, ma capisco anche che effettivamente sarebbe stato molto singolare se l'avessimo fatto. Tendo sempre più spesso a dimenticare una serie di dettagli destinati a rivelarsi quanto meno decisivi. Immagino sia la vecchiaia.

Una breve pausa, prima di tornare alla carica. Era una questione che dovevano risolvere.

Le dirò questo, lo consideri uno spunto di riflessione, né giusto né sbagliato. Il suo compito è guidarli nella direzione che presto o tardi decideranno di prendere, fornirgli quelle competenze che ritiene giuste e che plausibilmente saranno anche utili, non guidarli. Consideri anche che se effettivamente un Docente deve agire con effettiva sicurezza e determinazione, offrendo stabilità in mezzo al caos, allo stesso tempo da qui a essere sicuri e privi di qualunque dubbio temo sia praticamente impossibile. Lei effettivamente deve sembrare sicura, questo sì, sul resto solo il tempo saprà darle qualche risposta. Ciò detto direi che ci rivediamo tra qualche giorno, con piacere. Veda lei se iniziare a mandare i bagagli, o raggiungerci direttamente il 1, per l'inizio dell'anno.

Infine era fatta, richiesta soddisfatta, in quella che effettivamente era stata un'ora particolarmente densa, ma non priva di qualche soddisfazione. Non in una sola direzione, il che in fin dei conti era anche la cosa migliore. Un buon compromesso, in cui se comunque non tutti erano rimasti più che soddisfatti, in ogni caso un buon equilibrio era stato raggiunto. Mentre si alzava, lasciando scivolare indietro la seduta, un'ultima domanda.

Ottimo direi, se non ha particolari domande, e in tal caso la pregherei di non farsi problemi, siamo a posto, e posso accompagnarla. Mi tolga un ultimo dubbio, sono ormai anni che mi dedico alla sottile Arte delle bacchette, da chi è stata scelta durante la sua presumibilmente prima visita da Olivander? Mi sono fatto un'idea, ma...

Era finita così.
Tutto è bene quel che finisce bene.
Ma che cosa era appena iniziato? Come sarebbe finito?

 
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Selene Bennet
view post Posted on 23/11/2019, 18:12




Così era fatta. Il colloquio col preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts volgeva al termine, con esito positivo.
La sensazione che stava provando in quel momento l'aveva provata solo poche volte in vita sua, prima di momenti importanti come lo erano stati la sua partenza per il primo giorno di scuola al castello, la partenza per l'oriente, la partenza, quella mattina stessa, per recarsi nuovamente in quel luogo.
In tutti i casi si trattava di partenze, nuovi inizi.
E quello lo era in un modo del tutto nuovo. L'inizio di una nuova vita, quella nel mondo degli adulti, della responsabilità, del lavoro.
Aveva dedicato il suo primo quarto di secolo allo studio, all'approfondimento delle sue conoscenze, alla costruzione della sua persona ed ora...ora si trovava ad affrontare un nuovo percorso.
Docente a Hogwarts.

Le era perfettamente chiaro ciò che il Professor Peverell aveva inteso con le sue parole. Forse per la prima volta aveva davvero le idee chiare, senza girarci troppo attorno aveva compreso quella che sarebbe stata la sua missione da quel momento in poi.

Con la sua piccola dea interiore che faceva i salti di gioia si alzò dalla sedia, accompagnata dal preside verso la porta, confine tra la sua vita da studentessa e quella invece da professoressa.
Non poco la incuriosì la domanda che questa volta le venne rivolta, per lei segno che il discorso precedente era definitivamente chiuso per quella giornata, e che si stava passando ad una nuova discussione, più leggera, ma sicuramente pesata.


La bacchetta che mi accompagna è stata realizzata con il legno dell'albero che fra tutti venne ritenuto dagli Antichi Egizi come il migliore per la costruzione dei sarcofagi, casa dell'immortalità dei loro spiriti. Legno di Sicomoro, contenente crine di Unicorno, la creatura più pura in questo mondo...

E così si concludeva quell'incontro. Una semplice informazione, che nella sua semplicità poteva significare molto.
 
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10 replies since 29/8/2019, 11:52   253 views
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