Mìreen aveva appena "finito" la sua giornata di lavoro prima del solito, anche se il termine finito non era proprio corretto, visto che aveva un enorme cartella di documenti da riguardare prima del prossimo caso che le era stato affidato.
Le avevano permesso di "portare il lavoro a casa", così avrebbe potuto studiarseli con più attenzione visto che le ore in ufficio non le sarebbero certo bastate per farlo, ma dover occupare anche il tempo libero non la esaltava molto.
La testa le pulsava a forza di concentrarsi su quei maledetti trattati, la schiena poi era tutta incriccata con lo stare perennemente china.
Basta, se doveva passarsi tutto il weekend su dei fogli, almeno quel fine pomeriggio se lo sarebbe goduto da tutt'altra parte che chiusa in casa.
Appena uscita dal Ministero, fece un bel respiro.
L'aria era l'opposto che pulita, trattandosi di Londra, quindi della città più inquinata del Regno Unito, ma sicuramente era meglio dello stare sottoterra tutto il giorno, con solo la sua finestra incantata a mostrarle un esterno "fittizio".
Un soffio di aria fredda la fece rabbrividire, era vestita fin troppo leggera per quel improvviso abbassamento delle temperature, tanto che le ricordò che ormai era autunno inoltrato, già le mancava il caldo dell'estate, ma anche i colori di quella stagione avevano il loro fascino...
Spesso si perdeva a contemplare quelle infinite sfumature di colori caldi, dal giallo al rosso scarlatto, passando dal marrone e per alcuni alberi era già arrivato il momento del nero letargo, per poi risvegliarsi col verde della Primavera.
Fece qualche passo col volto che guardava in alto, verso le chiome degli alberi poco distanti dall'ingresso nascosto del Ministero, alcune erano quasi spoglie, ma erano quelle che avevano cambiato completamente di colore ad attirare la sua attenzione.
Forse era così attirata dai colori caldi perchè lei era come sua madre: un trionfo di colori freddi.
Ogni elemento del suo viso era freddo come l'Inverno: partendo dalla pelle chiara, le labbra rosee piene, gli occhi erano di un azzurro intenso, così chiari che creavano contrasto coi capelli di un nero scuro come la notte... Anche se al momento erano colorati di varie sfumature di blu, ricordavano un mare sempre più profondo, ma ugualmente dei toni freddi, come l'acqua più pura dei mari dei ghiacciai.
Eppure suo padre le aveva sempre detto che c'era qualcosa di caldo in lei, ma non si trattava di colori, ma del suo sorriso, capace di sciogliere il cuore più freddo, e della sua energia, la forza vitale che le scorreva dentro come l'acqua di un fiume in piena.
Se fuori era l'Inverno, dentro era pura Estate, bruciava come i fuochi che accendevano per Litha per benedire i raccolti, eterno e pericoloso, passione e sentimenti a volte mal celati; per non parlare dei temporali estivi, così forti e improvvisi da sconvolgere e trascinarsi dietro chiunque abbia la sfortuna (o fortuna) di finirci in mezzo.
Si perse a guardare le foglie multicolori, allentando senza volerlo la presa sui fogli che teneva in mano e che aveva tirato fuori dal fascicolo poco prima per leggersi mentre tornava a casa a piedi, tanto erano ricerche da lei svolte, niente di "riservato", ma una folata di vento più forte della precedente aveva altri piani per lei.
Alcuni fogli le sfuggirono di mano e volarono per alcuni metri verso una panchina in ferro battuto poco distante, la superarono per poi adagiarsi dietro ad essa.
Mìreen subito scattò a recuperarli, prima che il vento potesse tornare per farli di nuovo volare via chissà dove, e sicuro non aveva voglia di dar spettacolo rincorrendo una ricerca, che sicuro non doveva finire sotto lo sguardo dei babbani.
Arrivò in tempo, li afferrò, e con un lungo sospiro si alzò solo per abbandonarsi subito dopo sulla panchina alle sue spalle... Troppo tardi si accorse che era già occupata.
Un ragazzo sedeva a solo una spanna di distanza da dove si era buttata a sedere senza prestare attenzione su dove si appoggiasse; per sua fortuna non doveva pesare molto con tutto quello che aveva perso da quando si era trasferita lì a Londra, almeno non lo avrebbe schiacciato, giusto la botta della "caduta".
Il giovane aveva palesemente visto gli appunti che si era trascritta in ufficio, con tanto di rappresentazioni da lei stessa disegnate di alcune creature magiche esistenti solo nel suo mondo.
[Oh cavolo, e ora come faccio?? E se è un babbano?
Pensa Mìreen, pensa!]
<< Chiedo scusa per il disturbo, il vento ha fatto volare via i fogli che stavo leggendo su...ehm, un mito nordico!
E scusa anche per essermi seduta così di colpo, con ben poca grazia, senza chiedere il permesso, non mi ero accorta fosse già occupata...>>
Aveva cercato di simulare una voce tranquilla e sicura della propria cavolata, con così poco tempo per pensare, le era sembrata una scusa più che plausibile per spiegare quelle due creature, in fondo potevano vagamente assomigliare ad alcune che aveva visto in dei vecchi libri di sua nonna proprio su miti e leggende nordiche.
Aveva funzionato o non se l'era bevuta? Era meglio battere in ritirata prima che avesse iniziato a far domande a cui lei non poteva certo rispondergli per il decreto di riservatezza dei maghi.
<< Ehm, me ne vado subito, così non rischio di darle ulteriore fastidio.
Buona giornata...>>
Era un peccato dover lasciare quella comoda panchina immersa tra i colori dell'Autunno, ma infondo lo aveva disturbato già abbastanza e se era babbano, benchè giovane e carino, non poteva correre rischi, così si strinse nella sua giacca nera e fece per alzarsi.