| Pur di non parlare con gli altri, Keyranos al tavolo aveva tenuto la bocca occupata, avidamente mangiando carne di alce, bevuto qualche bevanda colorata da strano sapore, almeno per lui, e risposto a monosillabi: non per timidezza, ma per difesa. Si era alzato da tavola con una scusa: i bagagli da sistemare e i suoi animali da liberare, quantomeno il topo pezzato, a cui doveva ancora dare un nome, tra l'altro. In questo modo aveva superato, a suo pensiero brillantamente, la prima fase di conoscenza di persone a lui del tutto estranee. Non aveva particolare dimestichezza con le creature magiche Keyranos, se non con quelli con cui aveva avuto a che fare grazie alla madre, tipo appunto le fate. *Chissà come si addestra un topo, e soprattutto che nome gli potrei mettere* Pur essendo una scusa per sgattaiolare lontano da tutta quella gente, alla fine il nome del topo era davvero una questione, magari futile, a cui prestare attenzione. Voleva quindi rimurginarci su: del resto un nome ti identifica per la vita: doveva essere quindi la scelta perfetta.
Gli avevano distrattamente indicato la strada per arrivare ai sotterranei per entrare in quella che sarebbe diventata la sua casa per i prossimi mesi. Scendere la prima rampa di scale, prima porta a destra, scendere altre scale, secondo arco sulla destra del lungo corridoio, di fronte all'aula pozioni, li ci sarebbe stato un muro verso cui avrebbe dovuto pronunciare la parola magica. Non la sapeva. Ancora non le era stata comunicata. Ne sapeva a chi chiederla, ovviamente: tolti i convenevoli di rito, non aveva minimamente pensato a questo elemento; inoltre, non si era mosso insieme agli altri, ma appunto aveva anticipato il corteo di rientro. Oramai però si era avviato, non valeva la pena arrestare il movimento: Sperando di arrivare nel posto giusto, avrebbe li trovato il sistema per entrare: sicuramente non avrebbe detto la parola magica tirando a caso: non gli piaceva sbagliare. *Ecco, con la scusa di guardarmi in giro, potrei aspettare qualche altro Serpeverde più grande e sfruttare la sua sicura conoscenza della parola d'ordine*
Fu mentre formulava questo pensiero che scese l'ultimo gradino verso i sotterranei, prima di girare a destra. Si ritrovò di fronte un'immensa anticamera, con muri spessi anche se scheggiati qua e là, qualche ritratto, corde verticali attaccate a delle maniglie, Gargoyle impetuose, una ragazza seduta in terra con un animale sulla spalla, un'armeria piena di scudi, delle porte... Riavvolse lo sguardo: si... una ragazzina seduta in terra: Jeans babbani e maglietta grigia: non certo un abito per quella scuola, ne aveva viste tante di persone vestite cosi' a Kiruna,nè gli era parso che fosse permesso vestire in modo diverso dalla divisa canonica ad Hogwarts, o forse si sbagliava chissà: avrà sentito male o letto male la lettera. Focalizzando meglio la figura si rese anche conto che in realtà quella persona l'aveva già vista: già: era una delle ragazze che, prima di lui, era stata smistata dal cappello parlante. Non ricordava la filastrocca, anche se cercò di sforzarsi per ricordarne i dettagli, ma era convinto di ricordare che fosse anche lei stata indicata per essere una Serpeverde: una sua compagna di corso, quindi, oltre che di casa. Capelli castani, lunghi e lisci, bassina ma non esile, non al punto da essere invisibile.Sicuramente con un gufo addosso non passava inosservata, almeno non in quel momento e li, dove erano solo loro due.
*Persona giusta per chiedere la parola d'ordine*Fu il primo pensiero. Poi si soffermò a chiedersi come mai fosse seduta li fuori; iniziò a congetturare altre ipotesi: forse le avevano detto la parola d'ordine sbagliata, o forse aspettava qualcun altro anche lei per entrare, o forse ancora voleva contemplare anche lei quel posto, o forse l'animale si era rifiutato di entrare... tante ipotesi tutte via via più fantasiose. Rimase a guardarla imbambolato: sembrava non essersi accorto della sua presenza
*Mi crederà ridicolo, più di quanto già non sia, se mi becca qui con uno sguardo imbambolato. Cortesia ed indifferenza, le armi migliori* continuò a rimuginare Keyranos
"Buonasera signorina, spero non sia caduta e non si sia fatta male. La aiuto, se vuole ad alzarsi" disse in modo fin troppo formale Keyranos, unico modo che aveva per mantenere un certo distacco.,
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