Harshstone, Missione C.R.E.P.A.

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view post Posted on 16/2/2020, 13:37
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Il Fato

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Quando due settimane prima la Spilla Tremordicchiante aveva vibrato allegra nelle tasche di alcuni attivisti, ciascuno di loro aveva intuito il potenziale richiamo ad una nuova avventura. Le riunioni settimanali si erano susseguite una dopo l’altra, riunendo i grandi e i piccini impegnati in una vera e propria missione di salvataggio senza precedenti. Le porte di Hogwarts si sarebbero spalancate ancora una volta a quei valori sì cari ai Fondatori, ma soprattutto a quei pochi coraggiosi ragazzi capaci di tanto altruismo e impegno in una causa tanto delicata. Così, la domenica seguente, l’inverno nel pieno del suo splendore e i tetti aguzzi imbiancati delle case sbilenche di Hogsmeade avevano accolto i coraggiosi membri di un Comitato il cui successo era sì importante e, al contempo, osteggiato e criticato da molti. Accettare di cambiare la propria prospettiva, di aprirsi a nuove possibilità e far sì che quel mondo fosse più libero ed egualitario era un’idea sgradita a molti maghi e streghe, persino all’interno delle mura scolastiche e di quelle - ancor più autorevoli - del Ministero della Magia. In questi luoghi - simbolo del potere e del valore di una comunità - si destreggiava ciascuno dei presenti che, proprio quel giorno, avrebbe aggiunto un tassello importante alla storia del C.R.E.P.A.; quegli individui - simbolo delle istituzioni più importanti della comunità inglese di maghi e streghe - sarebbe stato impegnato in un viaggio già percorso da altri, una meta che l’Auror Weiss aveva già visitato, alla ricerca di indizi che soltanto una donna, l’affascinante Elizabeth Cassle, avrebbe potuto fornire ad un gruppo tanto variegato per età, esperienza ed ambizioni. Insieme, unendo le proprie diversità e accumunando i punti di forza al fine di raggiungere un comune obiettivo, avrebbero seguito una nuova traccia, qualcosa che la donna non aveva osato specificare nella missiva spedita al Comitato lo stesso giorno in cui la Spilla li aveva chiamati tutti a raccolta nell'Aula Abbandonata.

Il vento freddo ed inclemente della Scozia sferzò dunque le guance dei rappresentanti del C.R.E.P.A., riuniti alle porte del pub più famoso e rinomato del Villaggio. La tarda mattinata aveva contribuito a riempire la via centrale di abitanti e studenti in libera uscita, le porte del locale aperte e chiuse di continuo con l’aroma piacevole delle bevande calde a solleticare l’olfatto degli astanti. Era domenica, una come tante, eppure nell’aria frizzante aleggiava il peso di una responsabilità nuova, insieme alla curiosità - forse - accompagnata da un pizzico di paura per ciò che avrebbero scoperto e che la signora Cassle non aveva osato definire dettagliatamente. Era lecito porsi delle domande, così come sarebbe stato sensato non fantasticare troppo su ciò che sarebbe stato loro richiesto quel giorno: un passo per volta, come sempre, questo sarebbe stato il mezzo migliore e più facile per superare le prime insidiose battute.

Quand’anche l’ultimo elemento del gruppo avesse raggiunto il punto di ritrovo stabilito dalle spille, la sola ed unica opzione per raggiungere il sobborgo nascosto tra le vie di Londra sarebbe stata la Smaterializzazione. Aiden Weiss era in grado di portare con sé i compagni d'avventura - si trattava solamente di capire se gli altri si sarebbero davvero fidati di lui e della sua memoria. Ricordava l'esatta ubicazione del graffito con l'elefante? E come superare l'ostacolo? Deciso il punto di apparizione, il resto sarebbe andato per il verso giusto senza indugio alcuno: per mestiere ed esperienza, una semplice Materializzazione sarebbe stata un gioco da ragazzi per i grandi della combriccola.
Il viaggio stava per cominciare: era tempo di metter da parte qualunque reticenza o timore.



Benvenuti alla seconda missione del C.R.E.P.A. dopo una lunga pausa.
La situazione è chiara: vi trovate davanti ai Tre Manici di Scopa in una fredda mattina di febbraio.

Sebbene in On alcuni di voi non si conoscano, sono certo troverete il modo di colmare le lacune del caso utilizzando la causa comune come appiglio per giustificare il vostro incontro..
Siete diretti a Londra e l’unico tra voi a poter fornire precise indicazioni sul punto di arrivo in città è Aiden Weiss, giacché la sua partecipazione ad una missione precedente ha aperto le porte a quella che si svolgerà da qui in avanti. La vostra destinazione finale è la dimora di Elizabeth Cassle - come da invito ricevuto.
@Aiden: puoi gestire l’arrivo alla dimora agilmente, secondo le modalità collaudate nella precedente avventura, ma soltanto nel turno successivo. Per il momento, limitati alle indicazioni essenziali - un punto di ritrovo comune per chi come te possa usufruire della Smaterializzazione - e al mezzo di spostamento vero e proprio (il quale sarà convalidato da me nel prossimo turno).

Passando ai tecnicismi, vi avviso che procederemo con un metodo di scadenze - tarate su 10/12 giorni ciascuna - e di assenze concesse per un massimo di 3, oltre le quali la vostra assenza ingiustificata sarà da considerarsi come abbandono effettivo dell’avventura.

Avrete diritto a 3 proroghe, da richiedersi il giorno prima della scadenza fissata di volta in volta e - nel rispetto del gioco altrui - vi saranno concessi 3 ulteriori giorni per la risposta. Nel caso in cui ci fossero necessità ben precise, valuteremo insieme di volta in volta il da farsi.

Alcuni di voi si apprestano a svolgere la prima quest vera e propria sul GDR, pertanto ricordo le regole fondamentali da seguire:
1. Non potete modificare/eliminare i vostri post senza l’autorizzazione del Master; sia per una correzione di narrazione o di ortografia, la richiesta deve essere inoltrata al Master e convalidata, prima di essere effettuata.
2. Deve essere evitato qualsiasi genere di Metagame e Powerplay.
3. Una volta postate le statistiche e l’inventario - a meno che non sia io ad aggiungere qualcosa al vostro arsenale - i dati inseriti saranno gli unici che avrete a disposizione. Stesso discorso resta valido per le conoscenze di BG e incantesimi: restano utilizzabili gli incantesimi appresi sino al momento del vostro primo post. Tutto ciò che seguirà non potrà essere utilizzato in alcun modo.

Vi rinnovo la mia disponibilità a rispondere a qualunque dubbio possa sorgere durante questa avventura tramite casella MP del MasterHogwarts.

Postate statistiche e inventario (plausibile), ci rivediamo il 26 febbraio.
 
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view post Posted on 19/2/2020, 18:51
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss
‹ Auror ‹ 27 anni ‹ Ex Grifondoro

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La stanchezza della routine, strettamente legata alle ore di sonno mancate, indussero l’Auror dai capelli rossi a produrre una sonora russata mentre se ne stava spaparanzato sul divano in pelle. Gli occhiali erano posti di traverso, un plico di documenti - un tempo ben custoditi in una cartellina ordinata - giacevano a metà tra il proprio ventre e il pavimento, sul quale vi erano anche alcune bottiglie di birra. Non era da lui produrre simili rumori, facilmente paragonabili a quelli di un tir in corsa e che sapevano far innervosire la sua dolce gatta; ma quando una tale spossatezza si impadroniva di lui e si aggiungeva una buona dose di alcol, allora il concerto era assicurato. Probabilmente era peggiorato da quando aveva avuto quel piccolissimo incidente con l’albero, quel giorno in cui si era imbattuto in Thalia mentre era ancora nella pelle delle volpe e - per lo spavento - si era andato a schiantare contro il tronco fino a spaccarsi il naso. Eppure Weiss non poteva di certo dirlo dato che nemmeno poteva sentirsi russare in quel modo, ma era pur sempre una tesi che la propria gatta avrebbe potuto facilmente sostenere se solo avesse avuto l’uso della parola.
Da quando si era iscritto al Comitato ed era diventato uno dei Portavoce al Ministero, Aiden non si separava mai dalla propria spilla tanto quanto non si separava mai dal proprio Distintivo da Auror. Entrambi erano infatti custoditi in tasche diverse dei pantaloni così da rendere più facile all’uomo una distinzione dei due oggetti in caso di attivazione; e fu proprio la tasca sinistra dei jeans - quella contenente la spilla del C.R.E.P.A. ad attivarsi. La sentì vibrare con una certa insistenza, tanto che si svegliò di soprassalto, lanciando per aria i documenti rimasti sul proprio ventre e urtando con il braccio gli occhiali fino a scaraventarli all’indietro.
«Santissimo Cernunnos!»
L’esclamazione, detta alla pari un ruggito impastato ancora dal sonno, strappò a Ginga un miagolio isterico, che sapeva di minaccia.
La spilla lo stava chiamando e lui non si sarebbe tirato indietro per nessun motivo al mondo: gli Elfi, alla pari degli umani, meritavano libertà ed uguaglianza, oltre che di rispetto. Forse, per alcuni, Weiss combatteva l’ennesima causa persa, ma la verità era che nessuna causa era persa davvero, non finché vi erano delle persone disposte a combattere per quello stesso obiettivo e che lo reputavano più che giusto.

Il giorno dell’incontro giunse finalmente alle porte e, di lì a poco, lui e altri attivisti sarebbero partiti per incontrare la signora Cassle.
Era trascorso un discreto lasso di tempo dall’ultimo incontro con la Strega e l’Auror si era sempre domandato se si sarebbe mai prodigata a mantenere la parola data, aiutando il Comitato nella difesa degli interessi dei poveri Elfi Domestici. Ma ora che finalmente aveva ricevuto la conferma che la donna non si era affatto dimenticata di loro, Weiss abbracciò con entusiasmo l’idea di un nuovo incontro con la signora Cassle per portare avanti la causa come era giusto che fosse, domandandosì più e più volte quale fosse l’esatta natura di quella convocazione.
Mentre attendeva l’arrivo dei suoi futuri compagni per quella missione, Aiden si concesse un momento di riflessione, in cui prese ad esaminare nel dettaglio ogni possibile punto di riferimento affinché potesse Smaterializzarsi in tutta sicurezza a destinazione assieme agli altri, evitando il ripetersi di errori di calcolo nel raggiungere la meta prefissata. Proprio perché era passato molto tempo dall’ultima volta che era stato a casa della signora Cassle, in un quartiere di Londra, ad Elephant & Castle per la precisione, non ricordava perfettamente il punto preciso della dimora della Strega; questo implicava che doveva scegliere un punto più concreto e che ricordava con esattezza, o la Smaterializzazione Congiunta avrebbe potuto causare dei danni a se stesso o ai suoi stessi passeggeri. Voleva evitarlo, ovviamente, perciò sopraggiunsero due possibili punti in cui arrivare: il primo era il più facile da ricordare, ma era anche il più rischioso se si considerava la possibile presenza di Babbani nei dintorni, ed era il murales con l’elefante posto sul confine con il quartiere magico; il secondo invece era leggermente più lontano, ma era più riservato e meno esposto ai Babbani, ed era il vicolo in cui aveva incontrato Caleb, il nipote della signora Cassle, sebbene in principio aveva temuto si trattasse di un Babbano. Era stato fortunato quella volta, aveva saputo gestire la situazione, ma non poteva prevedere tutto né escludere possibile problematiche. Era altresì importante evitarne il più possibile, adottato misure preventive; per questo fu molto deciso a voler raggiungere il vicolo piuttosto che il murales, considerando che se lo ricordava bene a causa della sua preoccupazione iniziale nei confronti di Caleb.
A mano a mano anche gli altri giunsero al rinomato pub e lui si rese visibile ai visi nuovi per la spilla del Comitato che portava appuntata al maglione color panna, la giacca aperta affinché tutti potessero facilmente individuarla. Già di per sé era un individuo alto e dai tratti fisici piuttosto appariscenti, non sarebbe stato difficile notare una spilla.
«Signor Fuji-tora, bentrovato!» salutò con garbo il giapponese con un cortese inchino del capo, una volta sfilato il Cappello del Falco. Il Ministeriale era l’unica faccia nota che riconobbe ed era anche l’unico a sapere della sua identità e professione; cosa della quale si augurò non rivelasse nel rispetto della privacy che il rosso tanto bramava, ma non sollevò la questione a riguardo poiché ci avrebbe pensato lui a fornire lo stretto indispensabile.
C’erano un’altra adulta (Ambar) e due studenti, un ragazzo dai capelli rossi come lui (Justin) e una ragazza dai capelli castani (Phoebe). «Bentrovati a tutti quanti!» disse agli altri, accogliendoli con la stessa cortesia che aveva riservato al giapponese. «Io sono Aiden, lieto di conoscervi.» Fece una breve quanto dovuta presentazione, senza doversi ritenere obbligato a comunicare il proprio cognome e il proprio lavoro in qualità di Auror, per poi volgere il resto al nocciolo della questione. Dopotutto - si disse - sarebbe anche potuto bastare così. «Dunque, senza perderci in discussioni inutili, farò il possibile per prendermi cura di ognuno di voi, specialmente i ragazzi o il Preside potrebbe farmi lo scalpo. Ora, dobbiamo raggiungere un quartiere di Londra in cui risiede la signora Cassle, il nostro contatto, e sarebbe più adatto avvalerci della Smaterializzazione. Conosco due possibili punti d’arrivo, ma uno vorrei evitarlo poiché rischiamo di incappare nei Babbani e, onestamente, di dover scomodare il Ministero per sovvertire ad un simile inconveniente non mi entusiasma. Non è la prima volta che opero una Smaterializzazione Congiunta, tuttavia comprendo la reticenza che alcuni di voi potrebbero nutrire nei miei confronti, dato che non mi conoscete. Eppure siamo qui per una causa comune e in nome di quanto ci accingiamo a compiere quest’oggi vi chiedo un briciolo di fiducia.»

[Pezzo ipotetico] Qualora ciascuno dei presenti avesse scelto di fidarsi dell’Auror, egli avrebbe permesso ad ognuno di loro aggrapparsi alla sua figura nella maniera che volevano: tenendolo per la mano libera dalla presa della propria bacchetta, stringendosi direttamente alle braccia, oppure - più precisamente alla studentessa - concesse l’opportunità di aggrapparsi alla propria schiena, così da garantire a tutti un appiglio sicuro; ai due giovani aveva inoltre spiegato quanto fosse importante che non si tenessero ai vestiti, ma alla sua figura fisica e propria o sarebbero potute incorrere delle problematiche serie e lui voleva evitarle ad ogni costo. «Non mollate la presa finché non saremo arrivati.» aggiunse, categorico.
E poi prese a concentrarsi al massimo delle proprie forze, la mano destra stretta nella stecca di Biancospino.
Aveva ben quattro persone con sé, perciò più restava saldo e focalizzato sul punto d’arrivo, più possibilità ci sarebbero state di arrivare in modo pulito. Fu proprio per tale motivo che la mente dell’Auror andò a circoscrive lo scenario in cui voleva arrivare, riesumando dalla propria memoria il ricordo di quel vicolo in cui aveva visto il proprio esordio come attivista. In un primo momento ricordò perfino il piccolo Caleb, sbigottito nell’essersi trovato all’improvviso al cospetto di un Auror e di una studentessa sbucati dal nulla, poi però - una volta visualizzato bene il posto - lo escluse dall’immagine che prese a focalizzare. Forse, se non si fosse immaginato Caleb in un primo momento, il vicolo sarebbe potuto sembrare uno come tanti, ma Aiden cercò di dargli un tocco di unicità. Dunque nella propria mente si formarono quei bidoni per la spazzatura, dai quali immaginò perfino di sentirne l’olezzo pungente di alimenti in decomposizione, poi quelle pareti in mattoni rossi che circondavano e riparavano il vicolo dal vento e dalla luce, infine lo sbocco che dava verso la strada principale illuminata dai lampioni. Tentò disperatamente di dare una forma nitida e reale ad ogni cosa e si aggrappò a quell’immagine del posto con tutte le proprie forze.
Infuse, infatti, ogni cellula del proprio corpo in quello che era un’irrefrenabile e deciso desiderio nel voler giungere a destinazione, portandosi dietro anche gli altri, presenti grazie a quel contatto fisico e determinato che avevano instaurato. Cercò di consolidare una sorta di sposalizio tra sé e la meta prefissata, immaginandosi di andare ad occupare lo spazio da lui scelto con la propria figura possente e atletica, seguito dal resto della truppa. Poi, quando fu certo di aver soddisfatto la Destinazione e la Determinazione che la procedura richiedeva, l’Auror fece affidamento a tutta la propria Decisione nel voler compiere il passo finale: con un slancio energico, svuotato da ogni dubbio o timore, armato soltanto da una solida ed inflessibile volontà, oltre che di coraggio, iniziò a ruotare su se stesso e si lasciò guidare dalla magia, con la remota speranza di aver compiuto la manovra nel miglior modo possibile.

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‹ PS: 250 ‹ PC: 192 ‹ PM: 215 ‹ EXP: 35,5

Inventario

› Bacchetta in legno di biancospino, piuma di Ippogrifo, 12 pollici e mezzo, flessibile;
› Distintivo Auror;
› Spilla del C.r.e.p.a;
› Avversaspecchio ─ Piccino e compatto, sta in una mano; in ottone intarsiato, lo specchio rifletterà delle ombre che si faranno sempre più distinte mano a mano che eventuali pericoli e/o nemici si avvicinano al proprietario dello specchio.
› Cappello del Falco;
› Bracciale Celtico originale;
› 2 x Nanosticche.

Incantesimi & Abilità

› Classe I, II, III, IV complete, esclusi i proibiti, eccetto per Iracundia e Ignimenti, e Mutas/Immūtas appresi in Quest di Animagus;
› Classe V appresi Claudo/Parclaudo e Nebula Demitto;
› Classe VI appresi Incarceramus e Realtas;
› Classe VII appreso Magisterium;
› Incantesimi da Auror ─ Stupeficium, Expecto Patronum, Rompisigillo, Nego Negligetiam, Homenum Revelio, Deletrius.

› Animagus I Volpe Rossa;
› Occlumante I.


Riassunto & Status delle Ferite

Aiden si presenta ai Tre Manici di Scopa rendendosi riconoscibile agli altri grazie alla Spilla che tiene in mostra, accogliendo tutti con assoluta cortesia e spiegando ai futuri compagni d’avventura della sua idea per raggiungere la signora Cassle.
Consapevole dei rischi con dei possibili Babbani, cerca di effettuare una Smaterializzazione Congiunta (per coloro che sceglieranno di fidarsi di lui) nel vicolo in cui aveva incontrato il nipote della signora Cassle la prima volta. (Nel pezzo ipotetico lascio ad ognuno la possibilità di scegliere, ci mancherebbe altro, considerando che non tutti mi hanno risposto per mp a riguardo. Il resto lo lascio nelle mani del Master!)

Nessun danno subito.





















 
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view post Posted on 21/2/2020, 11:51
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Dipendente Ministeriale ☯ C.M.I. ☯ 67 anni ☯ Giapponese
PS: 201 ☯ PC: 133 ☯ PM: 128 ☯ EXP: 30


Quella tarda mattinata finalmente giunse; era da due settimane che il giapponese attendeva quel giorno con impaziente spirito volto a voler dare una sfilettata a quello che era un sistema sociale molto discriminatorio nei confronti di determinate razze magiche. Fu come manna dal cielo quel vibrare della spilla del famoso comitato che oramai da tempo aveva visto la sua entrata tra i membri che si prodigavano a voler dare giustizia e equità a quei elfi domestici che di tanti soprusi e sfruttamenti erano stati sino ad ‘ora, e continuavano a esserlo, relegati. Il C.R.E.P.A. chiamava giustizia ancora una volta e Issho, come membro delle istituzioni che doveva farsene garante, finalmente avrebbe avuto modo di partecipare; fino ad ‘ora era stato abbastanza occupato e perennemente di fretta per poter partecipare sul campo, da vicino, limitandosi ad assistere a varie e sfuggevoli riunioni del comitato; a dirla tutta, conosceva poco direttamente i stessi partecipanti dell’associazione, intravisti delle volte a malapena durante festival o riunioni, con un’occhiata prima di tornare di fretta e furia a lavoro. Quell’oggi, invece, sarebbe stato proficuo il concatenarsi degli eventi: avrebbe potuto conoscere nuovi attivisti più formalmente, avrebbe visto da vicino e toccato con mano eventuali anomalie di un sistema putrescente, avrebbe insomma avuto nuove carte in mano da poter possibilmente giocare in opportune sede per accelerare il portare un tema delicato come quello dello sfruttamento degli elfi ai piani superiori; non erano poche le attività e gli obiettivi portati a casa fino ad ‘ora dal comitato, c’era da darne atto a ogni componente del gruppo che si era prodigato a questo ``gioco``, ma era chiaro che si era giunti al punto che lo sforzo ulteriore andava portato avanti anche sul fronte ``burocratico/legislativo``… non servivano a nulla parole, impegni e ideali se non v’era una carta che venisse a supporto, una norma che aiutasse o limitasse abusi, una qualsiasi cosa stampata o inchiostrata che potesse valere la pena chiamare ``Diritto``. Issho sapeva bene quanto sarebbe stata dura e in salita la strada; le classi nobili, l’eterna faida del sangue e il potere cieco e concesso da nessuno inebriava non solo la società magica inglese ma probabilmente anche quella mondiale, dunque, più prove, più fatti si avevano in mano, più possibilità di muoversi a livello normativo sotto varie categorie ministeriali era possibile. ``Resistenza dei forti`` contro ``Resilienza dei deboli`` si giocava in quel campo che era il nuovo schiavismo e la storia, fino ad ‘ora, aveva insegnato come nascevano, maturavano e finivano le schiavitù, pagine nere della stessa. La mattina era iniziata discretamente bene, con un Ambipom particolarmente piacevole e tranquillo che se ne stava sul suo bonsai magico aggrovigliato per tutta la casetta a Hogsmeade. Non ci fu nemmeno bisogno di dargli attenzioni quel giorno, fece tutto da sé, anche col mangiare. Una rapida occhiata in giro, un’ultima sistemata col vestiario e poi il giapponese si sarebbe diretto verso il punto di incontro nella stessa Hogsmeade. Sapeva bene o male cosa avrebbe fatto di lì a poco, non nel dettaglio ma era abbastanza già sapere di poter contare su altri componenti del gruppo e di dover raggiunger una certa Elizabeth Cassle, del quale non aveva avuto modo di informarsi ulteriormente. Raggiunse in pochi attimi i tre manici di scopa, sede dell’incontro del gruppo di impavidi assetati di giustizia; chi era Issho per non aiutarli a saziarsene? Dottor W--… breve interruzione e un sopracciglio inarcato prima di riprendere. Aka…Dottor Aka, buongiorno. Sorrise, come suo solito, prima di continuare a inoltrarsi nel locale e osservarsi nei dintorni, squadrando le nuove conoscenze. Ma chi abbiamo qui!? Quasi euforico e felice di veder generazioni più giovani lottare per ideali e diritti. Issho Fujitora, Ministero della magia, piacere di conoscervi. Ricambiò a tutti un mezzo inchino rispettoso, ascoltando nel mentre l’auror sempre nel suo mood stealth anche con gli alleati (per il quale reggeva, comunque, il gioco) che si limitava a dare informazioni basilari e interessanti sul da farsi. Che dire ragazzo, siamo nelle tue mani, letteralmente. Dico bene fanciulli? Osservava i due ragazzi decisamente sotto l’età adulta, cercando di tranquillizzarne, eventualmente, possibili paure dovute ai paroloni che Aiden disse in quel frangente. Avete mai giocato con le trottole? Ecco, smaterializzarsi è un po’ come giocare con quelle…solo che giriamo noi, fino a non capire niente e perderci nello spazio-tempo confusionario, come perfetti ubriachi.Lo studierete più avanti, per ora reggetevi forte. Sorrise, sperando di smorzare l’ansia del caso anche se, a ben pensare, poteva aver ottenuto l’effetto contrario. Si portò lentamente e sempre con il sorriso in bocca alle spalle del giovane auror e una volta lì avrebbe teso il braccio verso la spalla sinistra del rosso, appoggiando la propria mano opposta e stringendo forte sulla stessa spalla, senza dar troppo fastidio. Guida con prudenza. Bisbigliò al rosso, sorridendo ancora. Rivolto infine verso l’altra strega adulta, sempre nuova alla vista, si limitò ad affermare: Sarà divertente, no? E si sarebbe lasciato andare alle abilità magiche del collega.

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Statistiche:
PS: 201 ☯ PC: 133 ☯ PM: 128 ☯ EXP: 30

Inventario Attivo:
Bastone, Bacchetta,Guanti dell'eroe caduto, Giaccone in pelle di Erumpent , Sovrapantaloni in pelle, Cintura samurai, Calzature degli elfi

 
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view post Posted on 22/2/2020, 11:44
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Andava di fretta, non c'era più tempo e mai come in quelle circostanze il paradosso si delineava a più non posso; quando era rientrato in Sala Comune, aveva quasi gridato la parola d'ordine e forse più sorpresa del previsto, la Signora Grassa non aveva controllato più del dovuto; Oliver avrebbe avuto modo di discutere dell'ultimo disco musicale di Malala Wisk in un secondo momento, la donna del ritratto avrebbe potuto attendere ancora un po'. Schizzò così in dormitorio, saltando le scale a coppia, e quando raggiunse la sua postazione e il suo letto a baldacchino, non impiegò più di cinque minuti per cambiarsi: lasciò i pantaloni scuri che indossava in quel momento, considerò un maglione di lana di un intenso arancio e recuperò soltanto alla fine - già di passaggio verso l'uscita della camerata - uno dei montgomery all'appendiabiti. Soltanto verso le scale che conducevano ai piani inferiori, tuttavia, il Caposcuola Grifondoro si accorse di aver preso un cappotto che non poteva essere proprio: più si stringeva nello stesso e più le maniche sembravano larghe, era forse di un paio di taglie più grande, ma non avrebbe avuto tempo per fare dietrofront. Infilò le mani nelle tasche libere e deglutì non appena sfiorò quelle che di primo acchito altro non potevano essere che Caccabombe: a malincuore, avrebbe dovuto ammettere di averne lanciate in passato a sua volta e quella superficie liscia, un po' rugosa, altro non chiariva quello che lo sguardo di lì a breve pretese come conferma. Oliver non impiegò più di qualche attimo per collegare la proprietà del montgomery a Penny, suo concasato e suo compagno di dormitorio nelle ultime settimane; con un sorrisetto e uno sguardo un po' tentennante, cercò di tenere a bada l'innata curiosità che lo contraddistingueva e si ripromise di non scoprire cos'altro potesse essere contenuto nel taschino interno, oltre che nelle stesse tasche. Tutto sommato, quel cappotto gli piaceva e aveva un profumo caldo, quasi speziato, un gusto che faceva sentire bene. Quando imboccò uno degli ultimi corridoi che conosceva a menadito, uno di quelli per arrivare all'ingresso del Castello più in fretta, i pensieri di Oliver scivolarono per un attimo verso i compiti che avrebbe dovuto portare a termine entro quella mattina: in vista della missione del C.r.e.p.a. che sarebbe partita di lì a breve, aveva acconsentito ad accompagnare una Corvonero al primo anno che aveva già adocchiato una e più volte alle riunioni del Comitato e in Sala Grande. Il suo nome, Phoebe, cominciava ad essere associato per lui ad un volto gentile, vispo, di gran lunga molto intelligente: anche se non era mai stato abituato a giudicare a prima occasione, senza alcun presupposto né conoscenza più diretta, Oliver avrebbe potuto mettere la mano sul fuoco nel confermare quanto Phoebe gli desse una buona, ottima impressione. Si ripromise di parlare di più con gli altri attivisti del C.r.e.p.a. nelle prossime occasioni, e con una svolta decisiva sulla sinistra raggiunse finalmente il pianoterra. Non era in ritardo e stranamente, forse per la prima volta, non era neanche in largo anticipo: semplicemente, era in orario e tanto bastava per non creare disagi. Aveva saputo dall'ultima assemblea in Aula Abbandonata del luogo e del momento di ritrovo per la missione che i ragazzi avrebbero dovuto seguire, e la consapevolezza che Aiden Weiss fosse con loro era di certo una garanzia per lui. Si guardò così intorno, cercando il volto già più familiare di Phoebe Halliwell. Qualora l'avesse vista o se lei stessa avesse visto prima lui, si sarebbe avvicinato a passo rapido e con i primi saluti più gentili, avrebbero potuto a quel punto dirigersi insieme all'esterno del Castello, già verso il giardino e il cancello principale, infine oltre i confini di Hogwarts.
«Sono contento che ci sia anche tu, Phoebe. I Corvonero hanno sempre fatto la differenza in positivo per il C.r.e.p.a., avevo un'amica preziosa della tua Casata che è stata fondamentale per le prime battute dell'associazione.» Il ricordo più dolce scivolò velocemente al volto di Violet Wilson, ai loro incontri più segreti tra Biblioteca e Guferia per raccogliere informazioni, discutere, organizzare l'ente benefico a favore degli Elfi Domestici nel migliore dei modi; con una stretta al petto, non fu difficile accorgersi di provare una fitta, profonda nostalgia. Ovunque potesse essere, Violet gli mancava per davvero. «Sarai in ottima compagnia, ne sono certo. A breve dovremmo già esserci, occhi aperti.» Avrebbe dialogato del più e del meno, se ve ne fosse stata occasione; i modi pacati, la gentilezza, il carisma della voce del Caposcuola, tutto avrebbe voluto mettere Phoebe a proprio agio: era al primo anno, ma già quel giorno avrebbe fatto molto più di tanti altri studenti agli esordi. Come attivista e come custode del C.r.e.p.a., il ragazzo ne era orgoglioso. Non appena individuato il luogo dell'appuntamento, Oliver si sarebbe fermato a qualche passo di distanza, accennando ad un saluto e ad un "in bocca al Grifone!" a mo' di buon augurio - il braccio sollevato, il pollice pure, non si sarebbe intromesso troppo: anche se sentiva di essere parte integrante del tutto, quella missione non era per lui, non nei suoi dettagli più sorprendenti. «Buona fortuna, questi sono per te.» Una mano nella tasca sinistra, un sacchetto di piperille e cioccoli giganti alla nocciola direttamente da Mielandia; conosceva troppo bene Penny per non sapere delle sue caramelle preferite nel cappotto. Un occhiolino, un sorriso gentile, infine strinse la bacchetta magica nella mano destra e girando su se stesso, si Materializzò via con un ultimo bop. Altre destinazioni lo attendevano prima di rientrare ad Hogwarts.

Now so much I know that things just don't grow / If you don't blessed them with your patience / And I've been there before I held up the door /
For every stranger with a promise

Con permesso del Master accompagno Phoebe al luogo di appuntamento e scappo via, tutto il post è in via ipotetica e concordato nelle battute principali con Phobe. Buona fortuna a tutti voi!
 
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view post Posted on 26/2/2020, 21:45
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Phoebe Halliwell
Corvonero | Studentessa | 12 anni | Happy&Worried| | ♪ "Un atto sbagliato fatto per la ragione giusta, è sempre un atto sbagliato"
Era il giorno della prima missione del C.R.E.P.A. alla quale avrebbe partecipato. Doveva ammettere di avere, da una parte, un pò paura di fare una figuraccia (teneva davvero tanto a quella associazione e ai valori che essa esprimeva e l'ultima cosa che voleva era creare problemi, specialmente durante le missioni), dall'altra era emozionata come non lo era mai stata fino ad ora. Insomma, per lei, far parte di questa missione significava appartenere a qualcosa di molto importante. La verità è che non vedeva l'ora di iniziare. Non conosceva i dettagli di questa missione, sapeva però solamente che era arrivata una lettera da una certa Elizabeth Cassle, con la quale c'era stato un incontro in passato, e che avrebbero dovuto raggiungere il locale Tre Manici di Scopa ad Hogsmeade, da dove probabilmente sarebbe iniziata la missione. Era incredibilmente curiosa di scoprire come si sarebbe evoluta questa avventura, perchè per la corvina era questo: una avventura, durante la quale avrebbe dato il meglio di sè. Era pronta a tutto. Aveva appuntamento con Oliver, il Caposcuola dei Grifondoro, che la avrebbe accompagnata all'incontro al Tre Manici di Scopa. Scese fino al pianoterra, dove avrebbe incontrato Oliver. Si guardò attorno a quel punto cercando il suo sguardo, ma non passò neanche una frazione di secondo che se lo ritrovò davanti intento a raggiungerla. Ciao! Lo salutò rendendosi conto proprio in quel momento della strana sensazione che lui le stava facendo. Sicuramente le sue guance avevano preso piano piano ad infiammarsi. Perchè le stava facendo quest'effetto? Lo ascoltò poi accennando un piccolo sorriso sulle labbra mentre facevano per cominciare a dirigersi verso il villaggio di Hogsmeade. Non poteva negare che, con quelle parole, e il modo di fare incredibilmente galante, il caposcuola stesse riuscendo davvero a lenire la preoccupazione, l'agitazione che stava avvertendo alla sola constatazione del fatto che... quella sarebbe stata la sua prima missione! Tra una chiacchiera e l'altra, raggiunsero il villaggio. La corvina rimase immediatamente colpita, non aveva mai messo piede nel villaggio che aveva la fama di essere l'unico abitato da soli maghi nel territorio del Regno Unito. Oliver sembrava di casa, in quel villaggio, mentre la ragazza lo seguiva fino al luogo dell'appuntamento. Il locale Tre Manici di Scopa. Non dovettero percorrere molta strada per arrivarci. Perchè, ecco che di fronte a loro iniziava ad stagliarsi la figura di un edificio dall'aria piuttosto antica. Dovevano essere arrivati. Era il locale Tre Manici di Scopa, come segnalato dall'insegna in legno piuttosto logora sulla sua facciata. Era rimasta qualche istante ad osservare l'edificio, quando la sua attenzione venne distolta dalle parole del Caposcuola. "Buona fortuna, questi sono per te." Lo osservò leggermente stranita mentre tirava fuori dalla tasca del montgomery -che non doveva essere il suo, visto che gli stava un pò largo- un sacchetto. Oh... ehm, io Stava per dirgli che non doveva disturbarti: si era già disturbato abbastanza, no? Ad accompagnarla fino a lì? Eppure, non fece in tempo ad aggiungere altro che lui fece per congedarsi. Grazie per tutto! Rispose in fretta poi afferrando il sacchetto e ringraziando il ragazzo per tutto. Per averla accompagnata, in primis. E poi, anche per il sacchetto che lei ripose nella tasca del suo cappotto. Bene. Ora era il momento di raggiungere il luogo dell'incontro e di fare il suo ingresso nel locale. Raggiunse la porta del locale, la aprì ed entrò, il cuore che batteva all'impazzata. Cosa avrebbe dovuto aspettarsi? Sospirò mentre si guardava attorno cercando di individuare gli altri attivisti chiamati in causa per questa missione. Ecco che finalmente riuscì ad individuarli grazie alla spilla C.R.E.P.A. che indossavano appuntata. Li raggiunse. Ehm... Ciao! Li salutò redendosi conto in quel momento che era la prima volta che li vedeva e che durante le pochissime riunioni del C.R.E.P.A. alle quali lei aveva avuto l'occasione di partecipare (dal momento che era iscritta da poco all'associazione) non le era capitato neanche una volta di incontrare quei volti. Io... Io sono Phoebe Si presentò a sua volta per poi ascoltare attentamente le parole dell'uomo dai capelli rossi che richiedeva loro un pò di fiducia. Per quanto riguarda Phoebe, quell'uomo le stava infondendo fiducia e lei, sbagliava molto di rado. Però, la ragazza aveva un dubbio. Un dubbio, al quale l'uomo del Ministero della Magia diede una risposta: cosa era una Smaterializzazione? Cosa era...? Era come girare come una trottola? Non prometteva nulla di buono, eppure, anche in quel momento, come accadeva spesso, la ragazza si lasciò guidare dalla curiosità. Appoggiò una mano al braccio destro dell'uomo dai capelli rossi. Strinse con una certa fermezza, dopotutto lui stesso aveva detto di non mollare la presa e ovviamente questo lei avrebbe fatto. Era pronta per quello che tutto questo le avrebbe riservato.

PS: 107 | PC: 50 | PM: 50| PE: 2
Giuls || © harrypotter.it


° PS: 107/107
° PC: 50/50
° PM: 50/50
° EXP: 2/2

INVENTARIO:
Bacchetta Legno di Leccio, undici pollici, flessibile, nucleo di polvere di onice e lacrime di Augurey
Spilla C.R.E.P.A.
Bracciocchio(al polso sinistro) piccolo ed elegante bracciale che, in caso dimentichiate o rischiate di perdere un oggetto, suonerà attirando la vostra attenzione. Il minuto occhio incastonato rimane, solitamente, chiuso, mimetizzandosi ad arte ed aprendosi solo in caso di bisogno.
Fiala di Decotto al Dittamo (1)
Fiala di Pozione Tiepidario (1)
Sacchetto di piperille e cioccoli giganti alla nocciola (1) appena ricevuto da Oliver Brior

INCANTESIMI APPRESI
I CLASSE: tutti
II CLASSE: Evanesco, Expelliarmus, Inversum, Muffliato, Riddikulus, Silencio
 
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view post Posted on 28/2/2020, 17:00
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Il Fato

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La Smaterializzazione Congiunta era un affare piuttosto serio. Ne andava dell’incolumità dei partecipanti a quella gita fuori porta tanto attesa. E così la più giovane del gruppo si strinse al pilota di quel mezzo improbabile e mai sperimentato, mentre il signor Fujitora ammoniva il suo giovane amico di seguire tutte le regole. Un turbinio di vesti e neve sottile li avvolse in un baleno e - sebbene la difficoltà fosse tanta e tale da gettare l’ombra dell’insuccesso sul terzetto improvvisato - gli attivisti giunsero nel grigiore invernale di una Londra stranamente silenziosa. L’atterraggio non fu dei più agevoli, alcuni bidoni erano stati spostati da qualcuno, sacchi maleodoranti intralciavano il cammino. Così Issho trovò sostegno nel muro di mattoni, Phoebe si lasciò trasportare da un capogiro su una poltrona dismessa accanto ad un cassonetto e Aiden rimase in piedi per miracolo. C’era da valutare molto, insomma, quando si viaggiava in gruppo e l’Auror Weiss avrebbe dovuto far più attenzione al ritorno.

Il vicolo, nonostante i pochi cambiamenti, era agli occhi di Weiss sempre lo stesso. Sarebbe stato facile seguire il percorso dettato dalla memoria senza perdersi d’animo: il tempo di scrollarsi di dosso la polvere del viaggio e avrebbero anche potuto imboccare l’uscita sulla via principale, silenziosa come non mai. L’aria tesa si poteva tagliare col coltello, quasi che la capitale avesse in serbo per loro ben più di una sorpresa.
La prima tra tutte fu la figura di una donna: alta e snella, coi morbidi capelli castani sciolti sulle spalle, indossava un cappotto bianco, che risaltava enormemente se messo a confronto col murales variopinto alle sue spalle.
Nei tratti del volto e nella pittura, Aiden avrebbe saputo riconoscere Elisabeth Cassle e l’elefante dipinto, due figure essenziali in quella che si sarebbe presentata come una giornata densa di avvenimenti. La signora Cassle si guardava attorno come se aspettasse qualcosa e, nemmeno a dirlo, quando i suoi occhi vispi incontrarono la chioma rossiccia e lo sguardo penetrante dell’Auror, ecco che un sorriso sfavillante le illuminò subitamente il volto. Estasiata alla vista dell’uomo, Elisabeth si ravviò la folta chioma con un cipiglio civettuolo, decisamente fuori luogo per l’occasione. «Speravo proprio di incontrarla, Signor Volpe!» esclamò, ignorando Issho e Phoebe, preferendo gettare uno sguardo malizioso al bell’Auror.
«Caleb sarebbe felice di vederla, ne sono sicura. Magari più avanti...»
Indubbiamente i precetti dell’educazione non erano il suo pane quotidiano e, qualora avessero voluto creare un ponte di comunicazione tra loro, Issho e Phoebe avrebbero dovuto intromettersi in quel quadretto tutt’altro che piacevole a vedersi. Espletati i convenevoli, ai quali la signora Cassle non si sarebbe ulteriormente sottratta, la strega tolse uno dei guanti candidi pronta a solleticare la pancia dell’enorme elefante dipinto a tinte vivide.
«Sarebbe meglio andare, che ne dite? C’è molto di cui parlare.»
Risoluta - distante dalla frivolezza usuale - la Cassle suscitò quello che doveva essere un risolino nell’elefante e i quattro oltrepassarono la barriera che separava la Londra babbana da quella magica senza alcuna remora. In fondo da qualche parte avrebbero pur dovuto cominciare.

Casette tutte uguali e una lunga strada acciottolata, giardini curati con piante magiche di diversa natura e dimensione si prospettarono agli occhi dei viandanti. Non c’era motivo di credere che vi fosse luogo migliore al mondo, tanta era la pace che si respirava nel quartiere. «Perdonatemi se ho osato venirvi incontro, ma è una questione piuttosto urgente e credo dovreste dare un’occhiata coi vostri occhi. Ma prima devo presentarvi una persona.» Svelto e col rumore dei tacchi sul selciato a far loro compagnia, il gruppo giunse alla villetta della donna; una costruzione semplice e senza troppe pretese, ma curata esattamente come le altre nella viuzza. L’ingresso non era ampio, ma i colori pastello alle pareti sembravano infondere una sensazione di placida calma in chiunque vi sostasse. Una scala conduceva al primo piano, a destra un arco si apriva su un salottino di dimensioni contenute. E proprio lì, sul divano a tre posti, sedeva una donna dai capelli biondi, intenta a chiacchierare con un Elfo Domestico. «Miei cari, questa è Ophelia Fairbloom, Guaritrice del San Mungo... e lei è Kinù, il suo Elfo.»
Li fece accomodare, frugando nella borsetta come se avesse cercato qualcosa d’importante. Quando lo trovò, tese un foglio a Issho - la persona più vicina a lei in quel momento - e annunciò: «Ophelia vi racconterà ogni cosa, ma prima, date un’occhiata a questo.»
Si trattava di un opuscolo, molto simile a quelli delle babbane agenzie immobiliari; colori sgargianti e un quartiere luminoso e splendido in copertina, non troppo dissimile a quello in cui si trovavano. Che cosa aveva a che fare tutto ciò con la causa del C.R.E.P.A.?



Phoebe:
PS: 107
PC: 50
PM: 50
EXP: 2

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3
Issho:
PS: 201
PC: 133
PM: 128
EXP: 30

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3
Aiden:
PS: 250
PC: 192
PM: 215
EXP: 35,5

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3

Scadenza: 8 febbraio.
 
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view post Posted on 29/2/2020, 14:29
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss
‹ Auror ‹ 27 anni ‹ Ex Grifondoro

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Ce l’aveva messa tutta, era ovvio, eppure l’atterraggio non fu dei migliori. Era rimasto in piedi per miracolo e non seppe spiegarsi se fu per un errore totalmente suo o per la presenza di nuovi elementi in quel vicolo rispetto all’ultima volta in cui ci era stato. Andava da sé che l’Auror si sentì in colpa per non aver rispecchiato le aspettative che gli altri due si erano fatti su di lui, senza considerare quel pizzico di fiducia che aveva chiesto da parte loro a seguito della propria promessa di prendersi cura di loro. Era questo il modo di adempiere alla parola data?
Per Aiden anche quel piccolo problema tecnico bruciava come il sale su una ferita aperta e ne intaccava l’onore tanto quanto l’orgoglio stesso.
«Mi rincresce, davvero.» si limitò a dire, imbarazzato, tendendo una mano verso Phoebe per aiutarla a scendere dalla poltrona dismessa. Non aggiunse altro perché sapeva quanto fosse inutile quanto infantile giustificarsi, era palese che avrebbe dovuto prestare un pizzico di attenzione in più in futuro.

Si sistemò i capelli e la barba come meglio poteva: non perché ci teneva a mostrarsi bello e ordinato o il suo essere vanesio, ma piuttosto perché ci teneva particolarmente nel mantenere quelle parti di sé ben curate.
E, mentre scortava gli altri verso la strada principale, spolverò il proprio cappello da quel velo di polvere che si era posato su di lui nell’atterraggio, finché non rimase di sasso nel trovarsi di fronte alla signora Cassle, la quale sembrava in attesa del loro arrivo proprio a ridosso del murales con l’elefante.
«Ah...» Gli uscì in una nota colma di sorpresa: non si era di certo aspettato quel tipo di benvenuto, né che la donna coltivasse ancora per lui un certo interesse, oltre che avere memoria di quel nome in codice che si era dato nella precedente occasione. Elizabeth Cassle, dopotutto, era una donna affascinante e chiunque con un paio di occhi funzionanti avrebbe potuto facilmente concordare con ciò; proprio per tale motivo la Strega doveva avere - senza dubbio - una stuola di pretendenti di cui Aiden non voleva minimamente farvi parte. E, anche se il suo cuore era altrove, nulla impedì all’Auror di arrossire dalla punta alla radice nel notare come la Cassle si riavviò i capelli in sua presenza con quel fare civettuolo che disdegnava oltre ogni misura; non era infatti sua abitudine intrattenersi con una donna in tal senso e di certo non lo avrebbe fatto proprio ora, ma - nonostante tutto - ne rimase profondamente imbarazzato. Il viso chiaro si imporporò improvvisamente, tanto quanto le orecchie che si accesero come due fiaccole. «Sig--- Ah, Elizabeth… C-certo, Caleb, s-sicuro...» Si sforzò di chiamarla per nome, proprio come ricordava dall’ultima volta, anche se prese a balbettare a seguito dell’effetto che ella aveva provocato in lui, completamente incapace di rapportarsi con le donne.
Alle successive parole della donna, il fulvo non disse nulla, ma si limitò ad annuire come un baccalà appena messo sotto sale. Osservò dunque la Cassle aprire quel passaggio che ben ricordava, solleticando la pancia di quel elefante che a sua volta adorava l’Auror. A conti fatti, si disse Aiden, erano preferibili le avance del dolce pachiderma rispetto a quelle poco velate della donna.

Silenzioso, ancora scosso dall’imbarazzo appena provato, Aiden seguì Elizabeth provando una certa vergogna nell’essersi esposto in quel modo davanti agli altri due compagni: specialmente ad Issho, un uomo vissuto e certamente non estraneo a simili espedienti; proprio per questo provava un certo disagio in sua presenza.
Una volta dentro l’abitazione della Strega e presentati i due ospiti di quest’ultima, il fulvo si levò il cappello e abbozzò un cortese inchino del capo. «Lieto di fare la vostra conoscenza miss Fairbloom e Kinù. Il signor Volpe, per servirvi.» si presentò con un tocco di galanteria.
Prese posto a sedere, adagiando il cappello sulle proprie gambe, e lanciando un’occhiata significativa ad Issho quando gli venne allungato un foglio. «Di che si tratta?» Una domanda retorica, che poteva essere estesa sia al compagno che alle due donne nella stanza.

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‹ PS: 250 ‹ PC: 192 ‹ PM: 215 ‹ EXP: 35,5

Inventario

› Bacchetta in legno di biancospino, piuma di Ippogrifo, 12 pollici e mezzo, flessibile;
› Distintivo Auror;
› Spilla del C.r.e.p.a;
› Avversaspecchio ─ Piccino e compatto, sta in una mano; in ottone intarsiato, lo specchio rifletterà delle ombre che si faranno sempre più distinte mano a mano che eventuali pericoli e/o nemici si avvicinano al proprietario dello specchio.
› Cappello del Falco;
› Bracciale Celtico originale;
› 2 x Nanosticche.

Incantesimi & Abilità

› Classe I, II, III, IV complete, esclusi i proibiti, eccetto per Iracundia e Ignimenti, e Mutas/Immūtas appresi in Quest di Animagus;
› Classe V appresi Claudo/Parclaudo e Nebula Demitto;
› Classe VI appresi Incarceramus e Realtas;
› Classe VII appreso Magisterium;
› Incantesimi da Auror ─ Stupeficium, Expecto Patronum, Rompisigillo, Nego Negligetiam, Homenum Revelio, Deletrius.

› Animagus I Volpe Rossa;
› Occlumante I.


Riassunto & Status delle Ferite

Ah, le donne!
Dopo l’atterraggio non propriamente morbido e il primo face-to-face imbarazzatissimo con la Cassle, Aiden la segue per capire il motivo della sua chiamata, facendo la conoscenza della Guaritrice del suo Elfo.

Nessun danno subito.





















 
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view post Posted on 29/2/2020, 15:57
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simbolo1issho


isshonome
Dipendente Ministeriale ☯ C.M.I. ☯ 67 anni ☯ Giapponese
PS: 201 ☯ PC: 133 ☯ PM: 128 ☯ EXP: 30


Lo spazio tempo che si contorceva attorno al trio formatosi per necessità, quasi come se dal nulla fosse apparso un buco nero con fulcro l’auror rossiccio e atto a risucchiar tutti gli individui al suo interno… questa era la smaterializzazione, forse non del tutto una trottola ma, in teoria, la cosa più vicina e facile da somigliare e dire a chi non l’aveva mai sperimentata, rapida nella comprensione e pulita negli effetti indesiderati: capogiri e nausea. D’altronde il giapponese ricordava ancora la sua prima smaterializzazione, durante l’esame al ministero giapponese; Issho era stato il secondo della sua classe a doverla eseguire e, mentre ancora assistenti e dipendenti ministeriali cercavano in giro per la struttura il primo esaminato, l’orientale era lì che ricordava le tre D e la loro funzionalità… stranamente gli venne facile superarlo, almeno, da quanto potesse ricordare; l’unica nota negativa fu una grande rimessa di stomaco ai pieni dell’esaminatore ma: ``tutto in regola`` si limitarono a dire. Mentre il tessuto spaziale andava a riaprirsi e espandersi nella probabile destinazione per lo svolgimento della missione, Issho non aveva mai smesso di tener gli occhi chiusi, non tanto per paura ma perché’ l’assenza di un occhio, dunque di una parte di vista, ultimamente aveva cominciato ad annoiarlo nelle azioni frenetiche e confuse… cercò di limitare i disturbi quanto più potesse ma forse il Rosso non aveva ben focalizzato l’incanto, il che’ era giustificato da una parte: la smaterializzazione congiunta non era cosa di tutti i giorni e chiedeva sforzi maggiori, attenzioni più particolari e decisioni più nitide. Si ritrovò insieme agli altri tre in una Londra particolarmente grigia, quasi triste, in pieno inverno chiaramente e in un vicolo maleodorante e caotico. Il chiudere gli occhi non fu evidentemente abbastanza per l’anziano, tant’è che dovette ritrovare momentaneamente conforto e tranquillità appoggiandosi a una parete di mattoni di fianco, osservando preoccupato gli altri due ``colleghi`` d’avventura; la ragazzina fu trovata seduta in una poltrona lì nei pressi del viale, accanto a un cassonetto, mentre mr. Weiss era in piedi ma con un volto da sembrar richiamare la fortuna giocatasi per quell’azione. L’ultima volta che mi son sentito così è stato dopo un bolide preso di petto durante una partita di Quidditch al mio 5’ anno… in tribuna. Come ho fatto? Vi starete dicendo …beh, non me lo ricordo. Sorrise, come per spezzare momentaneamente quel malessere generale per tutti i presenti. Trovata la calma e ripulitosi dalla polvere mista a nevischio del mezzo magico, Iss prese a guardarsi intorno e seguire l’auror, constatando quanto sempre più malinconia gli mettesse quel luogo, finche’. Oh beh… poté’ solo esclamare alla vista di una donna vestita totalmente di bianco, evidente da chilometri per quanto risaltasse con alle spalle un particolare e variopinto murales. Deve esser sicuram---- Non ebbe modo di finire che la donna partì in quarta contro il rosso, ignorando gli altri evidenti ``ospiti`` e facendo spettacolo con l’irlandese. Che fa, li lasciamo da soli? Disse ironico il giapponese rivolto alla fanciulla e con un chiaro sorriso da presa in giro. SALVE! ISSHO FUJI del ministero della magia, piacere di conoscerla! Si intromise di forza alle evidenti confabulazioni dei due e, subito dopo, si sarebbe nuovamente rivolto verso la ragazzina: …dici che mi avranno ascoltato? I fatti probabilmente dicevano di si, dato che la donna dai capelli castani fece ben in tempo a domandare, retoricamente, di avviarsi. Cominciava dunque quella che sarebbe stata, ci si augurava, una tranquilla e fruttuosa missione per il CREPA; quel murales adocchiato da lontano, adesso, era stato reso evidente come un mezzo per spostarsi dal mondo babbano a quello magico. A quanto pare l’elefante dipinto, una volta solleticato, rendeva accessibile il passaggio a chi ne chiedeva il permesso. Kakkooii! Disse genuinamente divertito l’orientale… era un bambinone nonostante l’età e questo gli permetteva di stupirsi sempre con poco, non che lo trovasse strano, ma originale. Letteralmente, per magia, ecco che il mood dall’altra parte del murales era tutt’altro che triste: grandi giardini curati e variegate di vegetazioni che si legavano bene alle lunghe strade acciottolate e le casette uguali fra loro e sparse per i viali. Woooo, ora ci siamo… sembra quasi Diagon Alley, con più verde. Disse in generale il giapponese…era chiaro che era totalmente altra cosa, ma voleva andare a intendere che la vita di Diagon Alley suscitava in lui le stesse sensazioni di felicità e serenità che quella vista gli stava donando. Rimase in silenzio per tutta la successiva strada percorsa, squadrando ogni dettaglio di quel posto e pensando a quanto fosse stata buffa la scena tra la donna e Aiden precedentemente…giurò a se stesso di non dire nulla per tutto lo svolgimento della missione. Il bastone ben impugnato andava a scandire lo stesso tempo che i tacchi della donna battevano su quel selciato. Giunsero nei pressi di una graziosa villetta, ben curata nella sua semplicità come tutte le altre casette nei pressi, con dei bei color pastello che invitavano alla calma; una volta entrati nel salottino mediante un’entrata ad arco, ecco che si notava un bel divano a tre posti che vedeva altri due protagonisti seduti comodamente: una donna e un elfo domestico. Eccoci al dunque… penso fra se e se il giapponese, mentre assisteva alle presentazioni. Piacere, Issho Fujitora. Si avvicinò ai due per offrire la mano e un mezzo inchino, anche all’elfo. Allora ascol--- nuovamente fu interrotto, questa volta dalla donna stessa che gli rifilò dal nulla una sorta di opuscolo; cosa c’entrava? Non capiva di che si trattasse…dai colori sgargianti e un quartiere luminoso in copertina, simile al posto in cui si trovavano, sembrava una di quelle inserzioni babbane d’agenzia immobiliare. Aaaa… questo è il famoso… roteava la mano come per aiutar gli altri a fargli capire che cosa avesse in mano il giapponese. Che dire… tutta gente particolare quella incontrata sino ad ‘ora.

simbolo2issho





Statistiche:
PS: 201 ☯ PC: 133 ☯ PM: 128 ☯ EXP: 30

Inventario Attivo:
Bastone, Bacchetta,Guanti dell'eroe caduto, Giaccone in pelle di Erumpent , Sovrapantaloni in pelle, Cintura samurai, Calzature degli elfi

 
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view post Posted on 6/3/2020, 23:33
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1329 Prescott Street, San Francisco (California)

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Phoebe Halliwell
Corvonero | Studentessa | 12 anni | Happy&Worried| | ♪ "Un atto sbagliato fatto per la ragione giusta, è sempre un atto sbagliato"
Un attimo prima si appoggiava all'uomo dai capelli rossi, l'attimo dopo si ritrovò a ruotare quasi per una frazione di secondo per poi ritrovarsi, adagiata su quello che doveva essere un divano, con la sensazione che, ovunque si trovasse, tutto ciò che si trovava di fronte a lei e che lei stava cercando di mettere a fuoco, con qualche difficoltà iniziale, stesse girando attorno a lei con lo scopo di farle venire un grandissimo malditesta. Quindi, era questa... una materializzazione? Quindi, era questo, l'effetto che faceva questo metodo magico di spostarsi? Lo stesso metodo utilizzato, evidentemente, da Oliver quando, dopo averla condotta difronte al Tre Manici di Scopa, si era congedato da lei magicamente? Si diede della stupida per non essere arrivata prima a questa logica conclusione mentre faceva brevemente per portarsi le mani alle tempie, le girava un pò la testa, non poteva negarlo, ma sicuramente sarebbe passato presto. O almeno, era quello che sperava, mentre afferrava la mano che l'uomo dai capelli rossi le stava tendendo con fare particolarmente galante. "Mi rincresce, davvero" La corvina si alzò in piedi mentre un sorriso incoraggiante comparve tra le sue labbra alle sue scuse e alla sua espressione sinceramente imbarazzata e dispiaciuta. Grazie! Lo ringraziò per averla aiutata a scendere da quel divano scomodo e dall'aspetto piuttosto vecchio e logoro. Si pulì i vestiti dalla polvere per poi tornare a rivolgere la propria attenzione sull'uomo che si era presentato con il nome di Aiden. È tutto a posto... niente di rotto Si rivolse a lui con fare spigliato cercando di essere convincente. Lui non doveva colpevolizzarsi; dopotutto non era stata sua intenzione, quella di far finire quella materializzazione in quel modo non particolarmente sicuro, mentre lei non si era fatta nulla, quel leggero capogiro improvviso stava già passando e qualcosa dentro di lei le diceva che poteva fidarsi di lui. Sì, quell'uomo le ispirava fiducia. Si guardò attorno notando che erano atterrati in un vicolo dall'atmosfera angusta, per poi cominciare a seguire Aiden che, a quanto pareva, sapeva dove avrebbero dovuto dirigersi. Stavano ora percorrendo quella che doveva essere la strada principale quando notò l'uomo dai capelli rossi fermarsi e una donna fare per raggiungerli. Doveva essere Elizabeth... quella Elizabeth Cassle che... adesso stava salutando Aiden con uno strano soprannome... Signor Volpe. Alzò un sopracciglio voltandosi verso di lui che sembrò assumere una colorazione rossa, tipica di chi è in imbarazzo, sulle guance. Perchè quella donna lo aveva chiamato "Signor Volpe"? E chi era Caleb? Di cui loro due avevano accennato? Decise di mettere a tacere, almeno per quel momento, la curiosità che era appena sorta, mentre prendeva a seguire, insieme agli altri, Elizabeth che sembrava volerli condurre da qualche parte, nel luogo probabilmente al centro della problematica alla base di questa missione. Osservò brevemente il murales con l'elefante mentre veniva oltrepassato ad uno ad uno da Elizabeth e dagli altri. Forse alla base di quel murales vi era lo stesso principio che costituiva il pilastro alla King's Cross Station tra il binario nove e dieci. Cercò di farsi coraggio e oltrepassò anche lei il murales. Si ritrovò in un quartiere allestito da casette difficili da distinguere l'una dall'altra. Percorse insieme agli altri la lunga strada fatta di ciottoli fino ad una villetta dall'aspetto elegante, semplice e morigerato. Misero piedi poi nella casa, la corvina si guardò attorno incuriosita dall'aspetto della sala d'ingresso che rifletteva probabilmente la personalità della proprietaria di quella casa: una personalità semplice, decisa e sostanzialmente dedita alla calma e alla pacatezza. Si spostarono oltre un arco verso un salottino dove, seduta su un divano, stava una donna dai capelli biondi in compagnia di un elfo domestico. La donna era Ophelia Fairbloom, l'elfo domestico era Kinù, la sua elfa. Phoebe Halliwell... Piacere Si presentò con un dolce sorriso. La donna aveva delle cose da dire loro. A loro attivisti del C.R.E.P.A. Delle cose riguardanti la sua elfa? Oppure il depliant? Che ora l'uomo dai lineamenti asiatici un pò avanti con l'età teneva in mano? Diede un veloce sguardo al depliant per poi sollevare lo sguardo verso l'uomo dai capelli rossi che sembrava aver avuto il suo stesso pensiero. Sembrava aver letto nella sua mente. Cosa significava tutto questo?

PS: 107 | PC: 50 | PM: 50| PE: 2
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° PS: 107/107
° PC: 50/50
° PM: 50/50
° EXP: 2/2

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Bacchetta Legno di Leccio, undici pollici, flessibile, nucleo di polvere di onice e lacrime di Augurey
Spilla C.R.E.P.A.
Bracciocchio(al polso sinistro) piccolo ed elegante bracciale che, in caso dimentichiate o rischiate di perdere un oggetto, suonerà attirando la vostra attenzione. Il minuto occhio incastonato rimane, solitamente, chiuso, mimetizzandosi ad arte ed aprendosi solo in caso di bisogno.
Fiala di Decotto al Dittamo (1)
Fiala di Pozione Tiepidario (1)
Sacchetto di piperille e cioccoli giganti alla nocciola (1) appena ricevuto da Oliver Brior

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view post Posted on 7/3/2020, 15:39
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Il Fato

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Ophelia Fairbloom era una donnetta formosa ed elegante soltanto la metà dell’amica che la ospitava con gentilezza, ma i suoi modi nei confronti di Kinù avrebbero reso chiaro immediatamente di quale natura fosse il suo carattere; se già la sua professione non fosse bastata come ottimo biglietto da visita, i suoi modi affettuosi nei confronti dell’Elfo Domestico e dei presenti - oltre al tono della voce, calmo e disteso - avrebbero fatto il resto. Osservò dapprima Issho, la figura che tra tutte trovava la più bizzarra: sembrava non aver mai visto l’opuscolo di una agenzia immobiliare magica e quella scoperta, palese dai tratti del volto dell’uomo, la indusse a sorridere imbarazzata, chinando il volto paffuto e roseo.
«Non sono originaria di Londra.» spiegò, mettendo in mostra il marcato accento del nord «E cercavo casa, per me e Kinù. Il Fato ha voluto che trovassi proprio quel volantino e così mi sono recata sul posto per vedere che cos’avesse da offrire.» Elisabeth Cassle taceva, ma annuiva convinta seduta accanto all’amica, cingendole le spalle e accarezzandola per darle conforto. Ophelia non sembrava certo il tipo di donna che avesse bisogno di sostegno morale, ma nell’incrociare gli sguardi degli attivisti, la sua voce tremò appena. Il ricordo di quanto vissuto il mese precedente era ben vivo nella sua memoria e difficilmente si sarebbe scordata di come lei e Kinù erano state trattate. Non avrebbe potuto dimenticare, nemmeno se l’avesse voluto davvero, che cosa quell’uomo le avesse detto per farla desistere dal proprio intento di trasferirsi a Londra e più precisamente in quel sobborgo.
«Sono abituata alla bellezza e alla pace di questo quartiere. Vengo spesso in visita, io e Liz siamo amiche da una vita.» sorrise affettuosa alla Cassle, che ricambiò svelta l’espressione che Ophelia le riservò «Pensavo che Harshston sarebbe stato il posto perfetto per stabilirmi definitivamente a Londra. Solo che… non ho ricevuto l’accoglienza che pensavo avrei avuto.»
«L’hanno trattata come se fosse stata una criminale! E non ho certamente potuto fare a meno di scrivervi quando Ophelia è tornata da me del tutto sconvolta!» e così dicendo, la padrona di casa si strinse ancor di più all’amica, sotto lo sguardo di Kinù e dei tre attivisti. L’Elfo Domestico taceva, forse perché non interpellato direttamente, ma il suo sguardo esaminava i tre estranei con il cipiglio di chi non sappia se potersi fidare oppure no. Era evidente, dal modo in cui il suo corpicino minuto, ma vestito graziosamente, reagiva alle parole della propria padrona, che l’accaduto aveva sconvolto entrambe nel profondo. «Harshstone non è come l’opuscolo lo rappresenta. Non ci sono villette con giardino, né splende il sole che illumina i vialetti dal mattino fino al tramonto. E’ un posto orribile, anche se le abitazioni sono dignitose, ma è l'atmosfera a rendere tutto più tetro e… pericoloso. Sembra quasi che quel Mulligan si diverta a spaventare persone ed Elfi Domestici!»
«Ci dovete andare.» sentenziò Elisabeth, sovrastando la voce quieta di Ophelia; il suo sguardo preoccupato aveva iniziato a trasmettere quello che di certo poteva essere assimilato come sdegno allo stato puro. Qualcosa che Aiden non aveva mai davvero visto dipingere a tinte vive il volto della donna. «Questo Mulligan vive ad Harshstone e cerca affittuari. Ma io credo non abbia accettato Ophelia perché contrario a Kinù. Non sarebbe così strano, non trovate?»
«Elisabeth è convinta che si tratti di questo, ma sapete… per lavoro sono costretta ad essere più empatica di quanto dovrei. E ho percepito qualcosa in quell’uomo: era duro, certo, ma c’era dell’altro, qualcosa che non voleva dire. Non credo si tratti di discriminazione, anche se non posso esserne assolutamente certa.»
«Ed è per questo che siete qui. Dovete indagare, scoprire se sia come dico io oppure no. Non è giusto che Ophelia e Kinù siano state trattate in questo modo e penso che il C.R.E.P.A. dovrebbe intervenire.»
La Cassle si levò allora dal divano con una mossa piuttosto lesta, afferrando un foglietto di pergamena e scribacchiandovi sopra qualcosa con una piuma che pareva aver visto giorni migliori, recuperata da un cassetto pieno di cianfrusaglie. «Harshstone è dall'altra parte della città, nascosto nel Dulwich Village, vicino al parco principale. Casette di mattoni, vicoli ciechi e chissà cos'altro. Ophelia ci è tornata da sola e ha scattato qualche fotografia. In questo modo saprete dove apparire. E qui c'è il nome del pub dove senz'altro troverete quello sciagurato di Mulligan.»
Il foglietto venne porto con decisione al Signor Volpe e un paio di fotografie accompagnarono il tutto. La prima foto ritraeva una specie di guardiola, posizionata accanto ad un cancello in ferro battuto che difficilmente si sarebbe aperto senza il permesso del custode. Il perimetro, da che si potesse vedere, era circondato da un muro di mattoni usurati dal tempo e coperti di smog; al di là della recinzione, un muro - questa volta fatto di siepi - impediva di poter scorgere minimamente le abitazioni e le viuzze di cui Elisabeth aveva parlato.
Ophelia, nel suo ritorno ad Harshstone, era stata tanto brava da riuscire ad immortalare parzialmente anche quel Mulligan: capelli scuri, lunghi sulle spalle e un abbigliamento trasandato come se ne potevano scorgere solamente a Nocturn Alley. Non era abbastanza e nemmeno troppo poco: i tre coraggiosi avrebbero dovuto sfruttare e giocare bene le poche carte a loro disposizione per far luce sull'accaduto.



Phoebe:
PS: 107
PC: 50
PM: 50
EXP: 2

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3
Issho:
PS: 200
PC: 133
PM: 128
EXP: 30

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3
Aiden:
PS: 250
PC: 192
PM: 215
EXP: 35,5

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3


Scadenza: 14 marzo.
 
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view post Posted on 8/3/2020, 22:10
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss
‹ Auror ‹ 27 anni ‹ Ex Grifondoro

PiBDJP3
Scrutò la reazione del Giapponese in un ostinato quanto strano silenzio: non aveva modo di studiare a sua volta il foglio che la Cassle aveva lasciato nelle mani dell’altro Ministeriale, ma da come quest’ultimo si era rivolto ai presenti per aiutarli a capire quanto aveva per le mani, Aiden si ritrovò nonostante tutto confuso tanto quanto poteva sentirsi Issho stesso. Aveva infatti reclinato la testa di lato e trasportato la propria attenzione alla signora Cassle e, infine, alla signorina Fairbloom e alla sua Elfa, in attesa di una chissà quale spiegazione. Cosa aveva quell’opuscolo che dovevano esaminare?
Fu per concessione di Ophelia Fairbloom che i primi dubbi vennero spezzati: non era originaria di Londra - raccontava - e voleva trovare un posto per lei e la sua Kinù, una casa ad Harshstone come recitava l’opuscolo stesso. Aiden rimase sorpreso della presa di posizione della stessa Cassle al fianco della propria amica ed ospite, ma cercò di non darlo troppo a vedere, riparandosi dietro una maschera di solida pacatezza ma piena di comprensione; nessun'altra emozione tradì i suoi profondi occhi blu, anche se avrebbero potuto facilmente trasudare tempesta. Il Comitato, per lui, era come un secondo lavoro e, nella propria professionalità, tentò in tutti i modi di non lasciarsi condizionare troppo dalle emozioni e dall’impulsività di cui era solito fregiarsi.
Si pizzicò la barba con aria pensierosa mentre seguiva il resto del discorso e annuiva di tanto in tanto, meditando sul possibile da farsi. Non parlò per tutto il tempo in cui il cervello si mise all’opera per cercare di elaborare i dati appena ricevuti, di trovare un modo per recarsi ad Harshstone per indagare senza destare sospetti a quel Mulligan, che poteva o meno nutrire una certa discriminazione negli Elfi Domestici; ad ogni modo, e questo Weiss lo sapeva benissimo, dovevano trovare delle prove.
Emise un piccolo grugnito quando afferrò un foglietto e delle fotografie, scrutandole con la dovuta perizia tipica di un Auror. Corrugò la fronte e passò le fotografie anche a Issho e Phoebe, così che potessero farsene un’idea anche loro.
«Avete fatto bene a chiamarci. Sia dal resoconto che dalle fotografie si capisce quanto Harshstone non sia un luogo così sano quanto l’opuscolo ha voluto far credere.» esordì con una nota amara. «Se anche il signor Fuji-tora e Phoebe sono d’accordo, potremmo andare a dare un’occhiata e a scambiare due chiacchiere con questo Mulligan. E si da il caso che avrei un piano che ci permetterà di avvalorare la tesi di Elizabeth...» Un piccolo sorriso si dipinse sulle sue labbra un tempo malandrine, ora segnate da una furbizia che enfatizza la propria e vera natura, mentre gli occhi brillarono di puro intelletto. «Ma ho bisogno del consenso e del supporto di tutti...» aggiunse in fretta, tornando serio. Il proprio sguardo andò per lo più ad indugiare sull’elfo della Fairbloom e sulla Cassle. «Andremo in due gruppi, cercando di dare comunque l’impressione di essere una famiglia, ma solo in uno dei gruppi dovrà esserci Kinù. Phoebe verrà con me e ci faremo passare per zio e nipote, mentre per quanto riguarda il signor Fuji-tora…» Fissò intensamente la Cassle. «Potrebbe sembrare bizzarro agli occhi di Mulligan che proprio un orientale solitario voglia affittare una casa ad Harshstone, perciò ti vorrei chiedere personalmente il permesso di lasciar venire con noi Caleb. So di cosa è capace e so che può passare per un ragazzino giapponese, il nipote di Fuji-tora. E hai la mia parola che ci prenderemo cura di lui, l'ultima volta non ho deluso le tue aspettative, o mi sbaglio?» Ricordava perfettamente di come Caleb gli aveva dato parecchio filo da torcere quando era andato a cercarlo al circo per conto della Cassle, della sua natura di Metamorfomagus: una qualità che per l’opportunismo della volpe era come un bocconcino prelibato, eppure Aiden voleva contare sulle doti del bambino per quella che era una nobile causa, ma non era certo che la Cassle avrebbe compreso a pieno quella richiesta. Con un piccolo sospiro allargò le braccia, sperando che la donna non si opponesse, si rivolse a tutti i presenti. «Cosa ne pensate?»
La Fairbloom si era mossa da sola e forse era stato questo a penalizzarla, ma era anche possibile che vi fosse dell’altro dietro al comportamento di Mulligan. Era palese che dovevano vederci chiaro in quella faccenda, ma era anche vero che mandare tre persone senza un’ottima copertura avrebbe reso difficili quelle indagini che le due donne stavano chiedendo ai membri dei Comitato. Spacciarsi per due piccole famiglie unite e felici non avrebbe destato alcun sospetto o questo era quanto l’Auror si augurava con tutta l’anima.

fxlLZzl
‹ PS: 250 ‹ PC: 192 ‹ PM: 215 ‹ EXP: 35,5

Inventario

› Bacchetta in legno di biancospino, piuma di Ippogrifo, 12 pollici e mezzo, flessibile;
› Distintivo Auror;
› Spilla del C.r.e.p.a;
› Avversaspecchio ─ Piccino e compatto, sta in una mano; in ottone intarsiato, lo specchio rifletterà delle ombre che si faranno sempre più distinte mano a mano che eventuali pericoli e/o nemici si avvicinano al proprietario dello specchio.
› Cappello del Falco;
› Bracciale Celtico originale;
› 2 x Nanosticche.

Incantesimi & Abilità

› Classe I, II, III, IV complete, esclusi i proibiti, eccetto per Iracundia e Ignimenti, e Mutas/Immūtas appresi in Quest di Animagus;
› Classe V appresi Claudo/Parclaudo e Nebula Demitto;
› Classe VI appresi Incarceramus e Realtas;
› Classe VII appreso Magisterium;
› Incantesimi da Auror ─ Stupeficium, Expecto Patronum, Rompisigillo, Nego Negligetiam, Homenum Revelio, Deletrius.

› Animagus I Volpe Rossa;
› Occlumante I.


Riassunto & Status delle Ferite

Aiden ascolta e cerca di pensare ad una soluzione, arrivando a proporre ai presenti di recarsi ad Harshstone in due gruppi e spacciarsi come due piccole famiglie, di cui una dovrà avere Kinù con loro. Chiede alla Cassle di affidargli Caleb in quanto consapevole della natura di Metamorfomagus e che potrebbe favorire la loro copertura.
La proposta è stata già discussa in Off con i diretti interessati, il resto è a discrezione del Master.

Nessun danno subito.





















 
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view post Posted on 10/3/2020, 15:54
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Phoebe Halliwell
Corvonero | Studentessa | 12 anni | Happy&Worried| | ♪ "Un atto sbagliato fatto per la ragione giusta, è sempre un atto sbagliato"
Prese ad ascoltare con la massima attenzione quello che dicevano le due donne, Ophelia ed Elisabeth, mentre ogni tanto rivolgeva un sorriso incoraggiante all'elfa domestica Kinù, che sembrava intimorita da tutta quella situazione. Dal racconto delle due donne, emergeva che Ophelia Fairbloom con la sua elfa qualche tempo prima si erano dirette ad Harshstone (posto che, a quanto veniva raccontato da loro, non era affatto come veniva mostrato dal volantino), dove avevano pensato avrebbero trovato casa. Qui, non avevano avuto l'accoglienza che avevano sperato di trovare. Erano state trattate nel peggiore dei modi da un certo Mulligan. Un uomo che venne dipinto da Elisabeth come un uomo privo di scrupoli nel rifiutarsi di affittare una casa ad una donna e alla sua elfa domestica. Il nocciolo della questione, a questo punto, rimaneva tuttavia il seguente.. Mulligan le aveva trattate a quel modo orribile, per via della presenza di Kinù e dell'intolleranza che lui riservava nei confronti di creature magiche come gli elfi domestici? Oppure, Mulligan si era comportato così perchè magari c'era dell'altro sotto? Come ipotizzava la Fairbloom? La giovane corvina assunse un'espressione dubbiosa sul volto; onestamente, non sapeva cosa pensare, d'altra parte, entrambe le ipotesi avanzate dalle due donne erano plausibili e, per verificare quale delle due fosse l'ipotesi corretta, non restava che recarsi ad Harshstone. Era l'unica cosa sensata da fare. Prese in mano le fotografie che aveva scattato la Fairbloom e le esaminò attentamente anche lei, per poi passarle ad Issho. Serviva una scusa per raggiungere Harshstone e per discutere con questo Mulligan. Sollevò lo sguardo verso Aiden ascoltando la soluzione a questo problema che lui proponeva. Io... Io ci sto, zio... Aiden Annunciò con un sorriso cercando di tirare fuori l'aspetto buffo di questa situazione. Era ovvio che dovessero mantenere la concentrazione, ma non avrebbe certo fatto alcun male esternare il lato divertente dell'operazione che stavano andando a svolgere. Nel caso fossero stati tutti d'accordo, ovviamente. La ragazzina comunque era d'accordo con il piano di Aiden. Un piano che prevedeva che avrebbero dovuto dividersi in due gruppi: uno costituito da lei e da Aiden, nei ruoli di zio e nipote, l'altro da Issho e da... Caleb? Di nuovo quel nome. Spostò lo sguardo che brillava di una leggera curiosità da Aiden ad Elisabeth, dopodichè rivolse l'attenzione verso Kinù. Kinù? Sì... Perchè, quel piano, riguardava anche lei, che avrebbe dovuto far parte del primo o del secondo gruppo, per dare così la possibilità a loro attivisti del C.R.E.P.A. di verificare quale fosse in realtà la vera motivazione che aveva spinto, tempo addietro, quel Mulligan ad agire in quel modo ignobile, nei confronti di Ophelia e Kinù. Anche lei rimaneva ancora titubante ad affermare con certezza che lui si fosse comportato a quel modo per una sorta di intolleranza verso gli elfi domestici. Voleva andarci cauta. Era una questione delicata.

PS: 107 | PC: 50 | PM: 50| PE: 2
Giuls || © <i>harrypotter.it


° PS: 107/107
° PC: 50/50
° PM: 50/50
° EXP: 2/2

INVENTARIO:
Bacchetta Legno di Leccio, undici pollici, flessibile, nucleo di polvere di onice e lacrime di Augurey
Spilla C.R.E.P.A.
Bracciocchio(al polso sinistro) piccolo ed elegante bracciale che, in caso dimentichiate o rischiate di perdere un oggetto, suonerà attirando la vostra attenzione. Il minuto occhio incastonato rimane, solitamente, chiuso, mimetizzandosi ad arte ed aprendosi solo in caso di bisogno.
Fiala di Decotto al Dittamo (1)
Fiala di Pozione Tiepidario (1)
Sacchetto di piperille e cioccoli giganti alla nocciola (1) appena ricevuto da Oliver Brior

INCANTESIMI APPRESI
I CLASSE: tutti
II CLASSE: Evanesco, Expelliarmus, Inversum, Muffliato, Riddikulus, Silencio

Edited by » Phoebe H. - 10/3/2020, 22:01
 
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view post Posted on 12/3/2020, 12:39
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simbolo1issho


isshonome
Dipendente Ministeriale ☯ C.M.I. ☯ 67 anni ☯ Giapponese
PS: 201 ☯ PC: 133 ☯ PM: 128 ☯ EXP: 30


Curioso… ascoltava la donna, Ophelia Fairbloom dallo charme rispettoso e modi di fare galanti e educati, in piena coerenza anche con il vestiario simile all'amica Cassle. Si rigirava tra le mani quell'opuscolo ``immobiliare`` che portava la descrizione del luogo citato dalla donna che raccontava, al contempo, un’esperienza totalmente contraria non solo con il paesino ma anche con lo stile di vita apparente, non nascondendo in quel suo accento nordico un leggero tremore nelle parole, sottolineanti sconforto e, forse, anche disprezzo. Furono le invettive dell’amica di una vita a scandire il trattamento riservato alla Fairbloom, molto simile a quello riservato ai criminali tant'è da lasciare sconvolta la donna con il suo elfo. Orribile… disse sconfortato lo stesso Issho alla visione delle due amiche ad auto confortarsi e all'elfo osservarle compassionevolmente ...davvero una storia orribile. Non è più pensabile che simili atteggiamenti, simili discriminazioni e titoli possano aver ancora radice e nutrienti per crescere. Rimuginava sull'argomento, mentre continuava ad ascoltare la richiesta di ``soccorso`` delle pie donne. Mulligan eeeh? Son curioso di vederlo con quest’occhio come si comporta nella vita di tutti i giorni. Finì di ascoltare le due che si davano il cambio sia con la narrazione che con le ipotesi; certo, a primo acchito la storia lasciava poco spazio all'immaginazione: si trattava di uno dei tanti casi di discriminazione in luogo pubblico; da un’altra prospettiva, tuttavia, sembrava che quello stesso Mulligan peccatore fosse stato quasi scontroso per una ragione di fondo non tanto rimandabile all’elfo. Direi che è un ottimo caso da approfondire; non voglio arrivare ad Harshstone con pregiudizi, non è lavorativamente giusto, però… Incalzò Aiden lo stesso giapponese, spiegando un piano di tutto rispetto e che metteva in tavola nuove carte da giocare; a quanto pare il nipote della Cassle era un bel jolly da poter portare avanti stando alle parole del rosso. Oh beh si, potrebbe anche funzionare. Caleb, giusto? Se potesse passare per nipote direi che sarebbe un giro turistico molto più credibile. Cercava con lo sguardo il bambino nella saletta ma senza notarlo. Poteva essere la prima volta che vedeva un metamorfomagus in azione, se di questo si fosse trattato a giudicar dalla descrizione del rosso; non gli era mai capitato nella vita e la cosa lo incuriosiva parecchio. Me ne assumo la piena responsabilità eventualmente… volle chiarire alla donna; d'altronde non era facile lasciare minori in mano ad altre persone da poco conosciute con tanta facilità, sicuramente era l’auror che avrebbe dovuto spingere per il consenso avendo già avuto modo di instaurar un legame più profondo con la richiedente. Per quanto mi riguarda, adopererò tutto ciò che sarà necessario a livello ministeriale per far luce sulla faccenda. Se è così che stanno le cose, ovvero una chiara discriminazione razziale e pessimo trattamento, non vedo difficile smuovere acque negli uffici competenti per la chiusura dell’esercizio, MA…. Tossì per schiarirsi la voce ...Non dobbiamo escludere nessuna pista e quindi…. Guardò anche l’altro collega e la ragazza nuova conoscenza. Approfondiremo la faccenda quanto più possibile per osservar se ci siano state delle motivazioni o pressioni su questo Mulligan di qualche natura, che sia magica, politica o social-criminale; sono abituato a pensare che le storie siano sempre più complicate di quel che sembrino, per deformazione professionale, ma ciò non impedirà che la giustizia venga ricercata. Lo dobbiamo come istituzione in primo luogo, lo dobbiamo come membri di un comitato poi. Chinò la testa come consenso verso Aiden e constatò anche il favore di Phoebe già calata nei panni della nipote del rosso. Osservò infine la Cassle che dava delle indicazioni in mano all’auror, prima di rimanere in attesa dell’ultimo possibile consenso della stessa per quanto riguardasse Caleb e dell’Elfa. Dunque, Kinu’ giusto? Che ne dici? Andiamo a portar un po’ di luce ad Hasrhstone? Volle cercare sin da subito di instaurar un legame con l’elfo. Ne aveva visti già troppi schiavizzati e ridotti a oggetti inservienti…era l’ora di cominciar a scriver la parola fine su questa storia. Sarebbero serviti anni probabilmente, molte forze e prese di posizione, ma nulla avrebbe interrotto una cieca giustizia che inesorabile sarebbe trascorsa in quei fiumi sociali in preda all'onnipotenza razziale, non finche’ ci fosse stata gente come il giapponese e ogni singolo membro del CREPA a distruggere dighe di contenimento.

simbolo2issho





Statistiche:
PS: 201 ☯ PC: 133 ☯ PM: 128 ☯ EXP: 30

Inventario Attivo:
Bastone, Bacchetta,Guanti dell'eroe caduto, Giaccone in pelle di Erumpent , Sovrapantaloni in pelle, Cintura samurai, Calzature degli elfi

 
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Il Fato

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Qualsiasi idea, qualsiasi parola o sorriso fosse stata pronunciata o fatta da Aiden Weiss, Elisabeth Cassle avrebbe detto di sì. Anche in quel momento la risposta affermativa s'era impigliata tra le labbra gentili della donna, di un tenue color rosa; eppure, lo guardo della padrona di casa fu ben lontano dall'annunciare accondiscendenza. Persino Ophelia, che nulla c'entrava con la situazione particolare di Caleb, sgranò gli occhi alla proposta dell'Auror.
«Mi spiace dirlo, ma Harshstone non è per niente un posto sicuro, specialmente per un bambino come Caleb.» mormorò, prima ancora che la zia del ragazzo potesse aprir bocca «Io non ci farei tornare Kinù, figuriamoci se Caleb potrebbe averne il permesso.» Elisabeth annuì di rimando, quasi che Ophelia avesse letto il pensiero dell'amica al riguardo. Caleb era un bambino vivace e se non fosse stato per quella sua natura giocherellona e per la sua età - un fattore che di certo non poteva esser dimenticato! - forse la Cassle avrebbe accettato. «Mio nipote è un Metamorfomagus, ma vi sarebbe soltanto di peso.» sentenziò, perentoria come Aiden mai l'aveva vista. Era cambiata dal loro ultimo incontro, sebbene all'esterno fosse sempre la bella donna con una splendida casa i cui modi riuscivano a spiazzarlo completamente. «Quel Mulligan... da come me l'ha descritto Ophelia non è una persona che voglio vicino a mio nipote. Mi spiace non essermi spiegata meglio nella mia lettera al Comitato, ma temevo sarebbe stata intercettata o qualcosa del genere. Sono sicura che Phoebe sia una giovane strega audace e brava, ma non me la sento di darvi la responsabilità di controllare anche Caleb. Se gli accadesse qualcosa non me lo perdonerei e soprattutto non potrei mai darvi la colpa se dovesse farsi male.»
Sembrava un no piuttosto deciso, a cui nemmeno la caparbietà di Weiss e la gentilezza di Issho - o l'innocenza di Phoebe - avrebbero potuto andar contro. Era un'idea folle, questo almeno secondo le due donne, ma Kinù sembrava voler dire qualcosa e quando il Giapponese si rivolse a lei, l'Elfo spalancò i grandi occhi, che brillarono d'ammirazione.
«Se la Padrona vuole, posso andare io.»
Aveva una vocina acuta, ma affatto fastidiosa; dolce e remissiva, Kinù rispecchiava pienamente le caratteristiche di Ophelia - simboleggiando una simbiosi difficile da spezzare.
«Se Kinù se la sente, naturalmente...» s'impegnò a non esagerare con la preoccupazione, ma il rossore sulle guanciotte la tradì «Desidero soltanto che torni a casa sana e salva. Non so che farei senza la mia Kinù. Signor Fuji, mi promette che baderà a lei?»
A quel punto Elisabeth Cassle si scostò in silenzio, indicando la porta da cui erano entrati col braccio teso in un invito che non voleva sentir ragioni. «Vi prego di capirmi, se potete.»
Avevano tutto ciò che serviva loro: un Elfo capace di magie fuori dalla loro portata, un Auror in gamba e un diplomatico accorto. Non guastava nemmeno la presenza di Phoebe, una fanciulla dalle doti ancora inespresse, ma dal gran potenziale. Infine, avevano una destinazione e un indizio su come arrivare nel luogo prescelto.
Era tempo di andare.
Mulligan poteva essere ovunque.



Phoebe:
PS: 107
PC: 50
PM: 50
EXP: 2

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3
Issho:
PS: 200
PC: 133
PM: 128
EXP: 30

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3
Aiden:
PS: 250
PC: 192
PM: 215
EXP: 35,5

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3


Scadenza: 20 marzo.
 
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Aiden Weiss
‹ Auror ‹ 27 anni ‹ Ex Grifondoro

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Quello dell’Auror era stato un vero e proprio azzardo: prevedibile, certo, ma pur sempre un azzardo. Il prezzo della tattica a volte richiedeva dei rischi che bisognava saper afferrare e sfruttare nonostante tutto, e Weiss aveva valutato ogni aspetto prima di metterlo sul tavolo di gioco. Aveva analizzato la natura del bambino, in ogni sua sfumatura, compreso il peso che ne sarebbe derivato in caso di un consenso; e tentare era comunque la metà di ciò che si poteva ottenere.
Certo, aveva tenuto in conto che così facendo sarebbe potuto passare come un insensibile sprovveduto o chissà cos’altro, magari un uomo privo di scrupoli. Purtuttavia non ne fece un dramma quando Ophelia Fairbloom si pronunciò contro la sua richiesta di portare Caleb con loro e non poté biasimare il pensiero della donna: avrebbero fatto a meno di un elemento per quell’inganno perpetrato al solo scopo di studiare meglio quel Mulligan, trovando altre vie e mezzi per giungere allo scopo prestabilito. E Aiden Weiss ne era certo, fiducioso che unendo le forze avrebbe fatto luce su quel mistero che aleggiava su Harshstone.
«Vi chiedo scusa ad entrambe se con le mie parole possono essere sembrate di poco tatto. Comprendo benissimo i vostri punti di vista e accetterò questa decisione su Caleb senza discutere.» commentò in tono comprensivo e obiettivo, deciso più che mai a non voler insistere oltre. «Ce la caveremo diversamente. Questo Mulligan, mi pare di capire dalle vostre preoccupazioni, sembra possedere qualcosa di molto più losco rispetto a quanto avete detto fino ad ora. La stessa foto parla da sé, ma non sia mai dal giudicare un monaco dall’abito.»
Aveva imparato da tempo immemore a non forzare troppo in fretta i giudizi su determinate questioni o persone, ma - almeno per quanto riguardava l’ambito lavorativo - era riuscito a costruirsi una solida armatura di calma e pazienza, in cui le decisioni venivano calibrate di mano in mano in base alle informazioni e alle prove di cui entrava in possesso. Né più né meno.
Annuì con risolutezza alle parole di Issho, il suo discorso non faceva una piega e se c’era di mezzo chissà quale risvolto criminale, razziale o altro ancora, allora avrebbero fatto affidamento ad ogni strumento messo a loro disposizione. «Il signor Fuji-Tora ed io la pensiamo uguale, pertanto faremo quanto è in nostro potere per districare i fili di questo mistero.»
La sua attenzione venne momentaneamente spostata su Phoebe, verso la quale rivolse un tenero e paterno sorriso di incoraggiamento. Non aveva nulla da temere fintanto che sarebbe rimasta con lui, Aiden l’avrebbe protetta con ogni mezzo possibile, perfino con il proprio corpo se era davvero necessario, riportandola ad Hogwarts sana e salva come lo stesso Preside si sarebbe aspettato da un Auror come lui; del resto Peverell era già ben consapevole del proprio operato dopo l’ultima spedizione della Scuola di Atene.
Lo scambio tra Issho e Kinù lo colpì molto e intensificò il proprio sguardo sulla figura della Fairbloom, speranzoso di ricevere almeno il supporto dell’Elfa. Trovò ammirevole quel rapporto che avevano, che non aveva nulla a che vedere con la natura servile della creatura, ma che sfociava in una vera e genuina amicizia tanto da lasciare libero arbitrio alla stessa Kinù.
Per lo meno… - si disse - Avremo un aiuto che potrebbe fare la differenza. E Kinù, che la Fairbloom lo capisse o meno, era davvero un tassello importante per quella investigazione che avevano richiesto, oltre che a costituire un valido alleato in caso di necessità.
Si alzò dal punto in cui si era accomodato e cercò di riprendere possesso delle fotografie scattate dalla Guaritrice. «Possiamo tenerle? Nel caso Kinù non se la senta di operare lei una Smaterializzazione Congiunta.» chiese alle due donne, per poi guardare l’Elfa. Dopotutto la creaturina era già stata ad Harshstone ed era certamente più sicuro che fosse lei a guidarli per tale motivo, ma non l’avrebbe certamente forzata contro la sua volontà. «Decidi tu, piccola amica. Che sia tu, io o il signor Fuji-Tora a compiere la manovra è di scarsa rilevanza. Andremo ad Harshstone in un modo o nell’altro… tutti insieme.» E le sorrise per infonderle coraggio.

fxlLZzl
‹ PS: 250 ‹ PC: 192 ‹ PM: 215 ‹ EXP: 35,5

Inventario

› Bacchetta in legno di biancospino, piuma di Ippogrifo, 12 pollici e mezzo, flessibile;
› Distintivo Auror;
› Spilla del C.r.e.p.a;
› Avversaspecchio ─ Piccino e compatto, sta in una mano; in ottone intarsiato, lo specchio rifletterà delle ombre che si faranno sempre più distinte mano a mano che eventuali pericoli e/o nemici si avvicinano al proprietario dello specchio.
› Cappello del Falco;
› Bracciale Celtico originale;
› 2 x Nanosticche.

Incantesimi & Abilità

› Classe I, II, III, IV complete, esclusi i proibiti, eccetto per Iracundia e Ignimenti, e Mutas/Immūtas appresi in Quest di Animagus;
› Classe V appresi Claudo/Parclaudo e Nebula Demitto;
› Classe VI appresi Incarceramus e Realtas;
› Classe VII appreso Magisterium;
› Incantesimi da Auror ─ Stupeficium, Expecto Patronum, Rompisigillo, Nego Negligetiam, Homenum Revelio, Deletrius.

› Animagus I Volpe Rossa;
› Occlumante I.


Riassunto & Status delle Ferite

Consapevole di quanto ha richiesto, Aiden accetta comunque di buon grado la negazione del sostegno di Caleb, consapevole che avrebbero trovato altre alternative a cui fare appello nell’indagare su Mulligan. Concorda con il pensiero di Issho e cerca di rassicurare con lo sguardo la cara Phoebe.
Si ritrova molto colpito dal legame tra Ophelia e Kinù ed è molto grato dell’aiuto che l’Elfa si propone di dare al gruppo ad Harshstone.
In via ipotetica chiede di poter tenere le fotografie nel caso in cui Kinù non se la sentisse di compiere la Smaterializzazione Congiunta per tutti.

Nessun danno subito.





















 
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