Myrmidones

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view post Posted on 18/2/2020, 16:31
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Non avrebbe dovuto permettere a Penny di esercitarsi su di lui: né quel giorno né in nessun'altra occasione, ormai l'aveva capito. Una coppia di incantesimi soltanto, gli aveva promesso, soltanto un paio per recuperare l'esercitazione in classe cui il concasato era mancato. Il consenso di Oliver a non sfruttare alcun sortilegio scudo, alcuna difesa, si era rivelata una pessima, orribile scelta. Mezz'ora dopo, per la schiera di trasfigurazioni dell'altro Grifondoro - qualcuna andata a segno, molte per nulla -, il Caposcuola si era ritrovato il volto completamente sfigurato, con ciuffi rosa chewingum tra i capelli e un sorriso a trentadue denti più forzato del previsto. Aveva appena aggiunto gli incantesimi rallegranti alla schiera di sortilegi che non avrebbe mai e poi mai preso sottogamba - aveva già avuto una spiacevole esperienza con quelli di camuffamento, non avrebbe ripetuto in futuro lo stesso sbaglio. Quando le guance si erano piegate a dismisura, creando curiose fossette belle piene sulle gote, Oliver aveva cercato invano di appellarsi al buon senso: se fosse stato qualsiasi altro pomeriggio, forse l'intera situazione non sarebbe stata così disastrosa e al contrario tutto sarebbe apparso perfino divertente. Ma quella volta, di lì a breve, avrebbe dovuto incontrare una persona che in nessun caso avrebbe potuto scorgerlo in quella maniera, non di nuovo. Il pensiero di essere stato un canarino e l'imbarazzo che ne era conseguito era scemato nel corso degli anni, sebbene Oliver avesse smesso totalmente di mangiare crostatine canarine; ma i capelli rosa confetto, come l'ultima stravagante moda del Settimanale delle Streghe, quello non avrebbe potuto accettarlo: forse una parte di sé già sapeva che mai avrebbe potuto conviverci. Una schiera di Finite aveva risolto alla buona gran parte delle malefatte di Penny e quando la bocca era tornata ad una posizione decente, senza più quel sorriso così esteso, del concasato già non c'era più traccia: Oliver avrebbe meditato una giusta vendetta, poco ma sicuro. Con un'ultima occhiata allo specchio, ignaro di un riccio rosa dietro la nuca, il Caposcuola aveva così recuperato le sue cose e in fretta aveva varcato l'uscita della Sala Comune Grifondoro.

Aveva riflettuto a lungo sul compito che era stato loro affidato: una parte di sé non si capacitava, sentiva un pizzico di repulsione verso tutta la faccenda, e tuttavia razionalmente sapeva di non voler procedere soltanto perché in ballo c'era molto di più per lui; qualcuno di più, qualcuno che contava più degli altri per lui. Si era affidato al buon senso, senza escludere un anelito di speranza: in assenza di prove contrastanti, nessuna colpa poteva essere pienamente confermata - più o meno funzionava così, si era convinto. Invece, più osservava il Galeone tra le mani, più ne rigirava la superficie dorata tra palmo aperto e dita, più gli si stringeva il cuore in una morsa sempre più intensa, sempre più insopportabile. Non avrebbe potuto negare di non sentirsi a suo agio, in quella situazione - fare ricerche era un conto, andare oltre la sfera personale forse ne era un altro; aveva in ogni caso compiuto una promessa, tempo addietro, e non si sarebbe sottratto affatto: erano un esercito, una serie di formiche pronte a farsi sostegno le une con le altre, un po' come in quella storia mitologica che gli raccontavano da bambino. Mirmidoni, ricordò. Un nome che avrebbe potuto fare la differenza. Ironia della sorte, ripensò a chi lo avesse spinto anni prima in quella cornice d'azione e la verità gli si riversò come un gusto dolceamaro. Nei giorni al seguito dell'incontro nella Stanza delle Necessità, Oliver aveva rimuginato a lungo sul come, il quando e il perché, e soltanto l'idea condivisa di partire con le prime necessarie informazioni aveva sopito ogni altro dubbio. Non aveva idea di cosa sarebbe saltato fuori, ma era lì per quello, avrebbe provato a scoprirlo in prima linea. Alle scale piace cambiare, gli era stato comunicato fin dall'esordio al Castello di Hogwarts; alle pareti piace parlare, aveva imparato con il corso del tempo. Così sarebbe stato, da lì avrebbero ottenuto forse un buon punto di partenza; stringendosi nella divisa scolastica a coprire un semplice maglioncino nero, Oliver raggiunse a passo veloce le ultime rampe di scale dei Sotterranei. Quando le finestre cominciarono a diminuire e l'aria a sembrare - forse solo per uno come lui - più rarefatta del resto della Scuola, il desiderio di salire in alto, alla sua Torre d'Astronomia, si fece quasi più insistente. Si calmò solo quando i passi raggiunsero un posto di per sé familiare e si fermò proprio lì, davanti un quadro di frutta matura, adocchiando con un sorrisetto una pera fin troppo gustosa. Qualche minuto prima dell'orario concordato, tutto stava per prendere inizio e se in parte Oliver era intimorito dalle conseguenze possibili, dall'altra ne era incuriosito fin nel profondo.
salute 300/300 - corpo 262/262 - mana 322/322 - exp 57.5

» abilità
Divinatore Esperto, Maridese, Materializzazione

» inventario
bacchetta, Galeone ES, Spilla C.r.e.p.a., bracciale di Damocle, tarocchi,
amuleto propiziatorio, nanosticca, orecchie oblunghe

» incanti
I, II, III, IV Classe completa
V Classe » Claudo/Parclaudo, Nebula Demitto, Plutonis, Stupeficium
VI Classe » Perstringo

» riassunto
Oliver compie alcune riflessioni al seguito dell'incontro, è convinto di non voler sottrarsi ad alcun compito e si reca così al luogo dell'appuntamento concordato.
 
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view post Posted on 25/2/2020, 20:38
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Era una giornata ad alto contenuto di nervosismo.
Daddy, imprecando in maniera decisa, si passava le mani tra i capelli alla ricerca disperata della posizione perfetta per il suo ciuffo.
Erano almeno cinque minuti che provava a raggiungere quell'ambito risultato ma non riusciva, quindi prese e uscì senza troppi pensieri dal dormitorio.
Camminando a passo svelto verso i sotterranei, convinto di essere in ritardo per l'appuntamento, accelerò il passo, così da raggiungere la destinazione nel minor tempo possibile.
Gli ci volle poco, al massimo cinque minuti, quindi vedendo il suo amico ex pennuto, sorrise e disse:



-Bel canarino buonasera! Come va?-

Ovviamente risultare naturale anche in missione era difficile, specialmente sapendo che gli obiettivi potevano essere lì a pochi metri da loro.
Infilando la mano nella tasca, con naturalezza passò il pollice sulla moneta ruvida.
Era strano quanto potesse essere lontano a quella causa in quel momento con quella specifica missione; lui era bisognoso di tutt'altro.



-Sei pronto per iniziare?-


Domandò osservando il corridoio.
Sembrava che ci fossero solo loro e bisognava sfruttare il momento.
Facendo attenzione a ciò che lo circondava , il Corvonero, ben a conoscenza di gran parte dei passaggi segreti presenti nel castello grazie all'aver lavorato con i Weasley e l'aver letto il libro il "Passaggio", provò a solleticare la pera sul famigerato ritratto di frutta che dava l'accesso al luogo designato.
Se tutto fosse riuscito, presto avrebbero visto una maniglia della porta che li avrebbe portati a destinazione. Forse un ottimo inizio.





*Stat:

- Punti salute: 322
-Punti Corpo: 267
-Punti Mana: 282
-Punti Exp:76,5

* Vocazioni: Legilimens , Elementalista Inesperto

* Abilità: Smaterializzazione

*Attivo (tasche, mani):

-1 bacchetta Corniolo, corde di cuore di drago, dieci pollici, rigida
-1 sacchetto di caccabombe
-1 Pozione dell'invisibilitá:Rende colui che la beve invisibile.
(Durata: 20 minuti per ogni boccetta)
-1 Pacchetto di Sigarette alle Erbe Magiche alla Belladonna

*Oggettistica:
-Anello:Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.
-Stivaletti Lewam Markis:Volete avere dei piedi sempre in uno stato di comfort? Ebbene questi stivaletti fanno per voi. Il pelo all’interno fa si che il piede si trovi in una morbidezza assoluta. Le particolari fibre incantate, alla pianta, invece servono ad evitare storte, crampi e qualsiasi altro dolore.
-Mantello Awards: Oggetto di grandi avventure, legame di intensa follia: un Simbolo, dunque, del lavoro di squadra, dell'unione e della condivisione della migliore stravaganza di tutti i tempi e di tutti i mondi. La bandiera della Squadra Vincitrice è stata stracciata e ad ogni membro del team stesso verrà consegnato un semplice fazzoletto, un pezzo di stoffa del colore che tanto lo ha caratterizzato nel corso del torneo. Tale straccio presenta sul tessuto lo stemma di Penrose, il triangolo impossibile, e potrà essere portato come foulard o come fascia per capelli, ma il suo potere consiste nel mutare dimensioni a seconda della volontà della persona che lo indossa; potrà dunque ingrandirsi per divenire un mantello lucente, dai contorni scuri e dallo stile classico ma elegante, da mettere nelle sere d'estate per coprirsi dal vento oppure nelle giornate invernali per contrastare il freddo pungente o la neve ribelle. Gloria e fama saranno dati a coloro che indosseranno tale veste, poiché il simbolo degli Awards sancirà per sempre il loro scacco matto al Labirinto dei Fandom e non solo. Possibilità di renderlo nuovamente fazzoletto. Attenzione: ogni cambiamento, da straccio a mantello e viceversa, si attiverà con la semplice volontà.
-Cuspide Scarlatta:Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale.
-Sovrappantaloni in pelle:Realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe (1a, 2a classe).
-Talismano Caparbio:conferisce un bonus temporaneo di 5 punti corpo per ogni 10% di PS mancanti +5 Punti Corpo +7 Punti Salute
 
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view post Posted on 3/3/2020, 15:49
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Sembrava una serata tranquilla, uguale a tantissime altre. Le lezioni del pomeriggio si erano da poco concluse e gli studenti assonnati tornavano ai rispettivi dormitori per posare borse e zaini, pronti per la cena. Due di loro, tuttavia, erano ben lontani dalle loro Sale Comuni, site nei punti più alti del Castello di Hogwarts. Anzi, a dire il vero, Daddy ed Oliver si trovavano all’estremo opposto di dove avrebbero dovuto essere: nei sotterranei. Giuntì in due momenti diversi nessuno badò a loro e, d’altronde, perché avrebbero dovuto farlo? Due Caposcuola che camminavano assieme nei corridoi non era certo un evento così raro e, piuttosto, i più astuti si sarebbero tenuti alla larga dai due, nascondendo nelle tasche frisbee zannuti o qualche altro oggetto vietato dal vecchio Gazza. Ma Daddy ed Oliver non si erano ritrovati per svolgere i propri compiti da Caposcuola, nonostante ciò che stavano per fare si poteva in un certo senso ricondurre ad un senso del dovere molto, molto simile. Con l’Esercito degli Studenti, l’organizzazione segreta che vedeva riuniti coraggiosi studenti per combattere il Signore Oscuro ed i suoi seguaci, loro erano diventati dei soldati, dei vigilanti. Accettando il Galeone che ora tenevano nelle tasche, avevano accettato di mettersi a disposizione dell’ES per servire uno scopo più grande del confiscare merce proibita o togliere qualche punto per un coprifuoco violato. E sebbene la missione in questione non sollazzasse né l’uno, né l’altro, entrambi avevano infine dovuto cedere alla richiesta di Trhesy Torre.
Il sotterraneo vedeva ancora l’affaccendarsi di qualche Tassorosso o Serpeverde in ritardo, ma nessuno degli studenti sembrò notare i due ragazzi più grandi, in fondo al corridoio. Il familiare quadro del cesto di frutta che nascondeva l’entrata alle cucine era sempre stato lì e la panciuta pera sembrava quasi ammiccare all’ormai vecchio amico Oliver Brior. Fu però la mano di Daddy a solleticarle la rotonda pancia e così questa, sghignazzando e contorcendosi, si trasformò in una maniglia. Nessun impedimento occorse quando il Corvonero l’abbassò; varcata la soglia della cucina un intenso profumo di arrosto e brodo di verdure si mescolava all’aroma del cioccolato e della melassa. Una cacofonia di suoni rombava al di là della porta: mestoli che sbattevano, calderoni che ribollivano nell’enorme camino acceso, decine e decine di piedi che scalpicciavano sul pavimento di pietra. Delle vocine acute si alzavano al di sopra dei rumori: “Presto, la salsa!” E “Non è cotta abbastanza!” E ancora “Scimunito, il pasticcio va in questo piatto!” Risuonavano tutte insieme, aumentando così la confusione che regnava nella cucina. 
Erano capitati nel clou della preparazione della cena. I lunghi tavoli, speculari a quelli che, un piano più sopra, si trovavano nella Sala Grande, andavano via via riempiendosi di piatti dorati e zuppiere, scodelle e tortiere, mentre gli Elfi Domestici, vestiti quasi tutti con tonache macchiate di sugo recanti lo stemma di Hogwarts, sfrecciavano come dardi per tutta la grande stanza, reggendo sulle bitorzolute testoline vassoi carichi di vivande. Sarebbe stato difficile attirare la loro attenzione: non era certo un bel momento per fermare quell’enorme macchina che erano gli Elfi al lavoro.
 
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view post Posted on 4/3/2020, 18:01
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C'erano stati momenti in cui Oliver aveva dubitato di poter procedere per quel compito; una parte di sé, forse la più emotiva in assoluto, respingeva il valore più razionale di tutta la situazione e si poneva in quel modo in un confronto sventurato, traboccante di dubbi. Le domande si erano fatte insistenti, giorno dopo giorno crescevano a dismisura, e se in principio era stata tutta una questione di perché, con il trascorrere del tempo e l'avvicinarsi dell'incontro programmato era diventata più una questione di come. Avrebbero potuto trovare una soluzione, si era detto; una soluzione duratura, personale, perfino diplomatica - in ballo c'era molto di più per lui, per i suoi affetti, per la sua storia. Tra tutti i nomi che erano stati fatti nella Stanza delle Necessità, soltanto di uno nutriva grande intesse. Aveva fatto una promessa, tuttavia, e in tasca il Galeone dell'Esercito degli Studenti restava sempre il più prezioso. Si riscosse dai suoi pensieri soltanto con l'arrivo di Daddy e per un attimo fu trasportato ad anni addietro al suono della voce dell'amico. Un ufficio solitario, un tentativo di magia sopra le righe, infine una trasfigurazione in atto, su tutta la pelle - quello forse poteva non essere stato il loro primo incontro, ma di gran lunga era tra i più divertenti di cui Oliver aveva fatto tesoro. Non ricordava quando fosse stata l'ultima volta che lui e il Caposcuola Corvonero si fossero ritrovati insieme: al di là degli impegni scolastici che vedevano entrambi spesso in prima linea, Oliver poteva contare i restanti avvicinamenti soltanto con i ripetuti acquisti di filtro sognoleggero nel negozietto di Zonko. Ritrovarsi per quel compito spalla a spalla era forse l'unico lato positivo della faccenda, almeno per iniziare. Salutò con un cenno del capo e un sorriso sincero, girandosi così a sua volta verso il dipinto di frutta matura. Era pronto, lo era davvero - il ricordo della promessa che aveva fatto in passato presenziò ogni sua sicurezza e ogni immediata lucidità. Non appena la pera fu solleticata e l'ingresso delle Cucine di Hogwarts fu liberato alla loro attenzione, Oliver si volse leggermente di lato. «Frequenti spesso questo posto, Daddy?» Una parte di sé si scoprì per davvero incuriosita dalla risposta che avrebbe potuto ricevere; non aveva dubbi che qualcuno come Daddy, prima Prefetto e poi Caposcuola e così via in crescendo, potesse essere a conoscenza di quell'accesso segreto. Oliver si chiedeva tuttavia se le visite dello Studente fossero ripetute quanto le proprie. Avrebbe voluto domandare anche in merito alla prima scoperta in assoluto delle Cucine da parte di Daddy, ma attese un eventuale prosieguo della conversazione. Da parte propria, il Caposcuola Grifondoro non poté fare a meno di spingersi indietro, ancor più indietro nel tempo, fino al suo primo anno scolastico e al suo pomeriggio di esplorazione con il suo concasato Fred e altre due Tassine incontrate di sfuggita. Un salto nel vuoto, un corridoio poco trafficato e per nulla conosciuto, infine i Sotterranei di Hogwarts e un'armatura molesta - tutto custodiva una sensazione perfino più intensa in quel momento così distante. Forse era vero, le prime esperienze restavano sempre le più belle. Avanzò di qualche passo, superando così l'ingresso principale e lasciando che i sensi cogliessero da sé i profumi nei dintorni. Sentiva le spezie destreggiarsi come maestrine a pieno titolo, il suono di mestoli, pentole e strumenti da cucina vibrare di una sinfonia tutta propria. La cena sarebbe stata servita in serata agli abitanti del Castello e sebbene i Cuochi fossero palesemente indaffarati, la scelta di quell'orario confermava in Oliver una buona occasione. C'era confusione, non poteva essere altrimenti, ma c'erano anche più Elfi Domestici. Cercò lo sguardo di Daddy, sfilando le mani dalle tasche della giacca. Si prese qualche momento per lasciare al cuore la possibilità di gonfiarsi leggermente di una sensazione piacevole, di un vero e proprio benessere: al di là del luogo al sentore di casa e di buono, la presenza di così tanti Elfi Domestici riempiva di positività le migliori aspettative future di Oliver e del Comitato del C.r.e.p.a. di cui era portavoce. Non si trattava di quel giorno soltanto né di come avrebbero potuto ottenere vantaggi per il motivo che li aveva condotti da quelle parti, ma era uno spunto per confidare in meglio. Era una prova di come quelle Creature avessero effettivamente ottenuto un lavoro, un tetto sul capo e un posto ormai tutto proprio. Oliver si augurò di poter vedere qualche Elfo Domestico di sua conoscenza, magari Estia, JayJay, Paprika, perfino il piccolo pestifero Jensen. Era stato alle Cucine più e più volte, e non esclusivamente alla ricerca di qualche gustoso spuntino da portare via fuori gli orari dei classici pasti quotidiani. Il C.r.e.p.a. instaurava un collegamento vero e proprio con quel luogo fin dalle battute iniziali e Oliver non poteva nascondere lo sguardo luminoso e il sorriso sul volto. «Forse dobbiamo metterci a cucinare anche noi.» Si rivolse a Daddy con quel commento alla leggera, un pizzico divertito dalla frenesia circostante. Tentò di avanzare di altri passi e di incrociare l'attenzione di qualche Elfo Domestico. «Ciao a tutti, c'è qualcuno libero anche solo un momento?» Avrebbe provato così, un po' affidandosi al caso. Da un punto bisognava iniziare, si disse.
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Scambio di saluti e inizio di conversazione con Daddy, dopodiché Oliver entra nelle Cucine e si lascia sopraffare positivamente da tutta la scena frenetica. Tenta di attirare l'attenzione di qualcuno.
 
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view post Posted on 5/3/2020, 18:57
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Sinceramente non sapeva definire se fossero una bella coppia oppure no.
All'effettivo viaggiavano su due lunghezze d'onda diverse, vivevano su due mondi opposti e mangiavano cibi diversi, eppure, si capivano.
Non era facile definire il rapporto tra lui e Oliver, quello che era certo è che sui fondamenti della società i loro ideali si incontravano e per questo erano assieme in quel luogo in quel preciso momento.
Dopo aver tirato giù la maniglia ed essersi addentrato nella sala, con un gran sorriso rispose al Grifondoro:



-Diciamo che lo frequento quando lo ritengo assolutamente necessario.-

In quel momento, era difficile aggiungere altro alla domanda posta; all'effettivo era difficile dire ad alta voce che la maggior parte dei passaggi segreti della scuola li conosceva per merito dei gemelli Weasley da cui aveva lavorato diversi anni e che gli avevano insegnato il mestiere e a coltivare la curiosità.
Quel che era cero però era che il passaggio era stato usato diverse volte, la maggior parte di queste dopo le partite di quidditch quando sui tavoli della Sala Grande ancora non c'era nulla e la fame avanzava implacabile.
Sentendo le parole del Caposcuola Grifondoro che lo incitava a cucinare assieme agli elfi, lui eseguì quello che per lui era logico in una situazione del genere: doveva ottenere l'attenzione dei più.
Cercando di camminare verso l'attrezzatura culinaria, non appena gli fosse stato possibile, avrebbe cercato e preso un mestolo e una grande padella quindi li avrebbe iniziati a sbattere sonoramente dicendo:



-GIOVANI! GIOVANI! QUALCUNO DI VOI MI PUÒ AIUTARE? CERCO UNA MIA AMICA, MA NON LA VEDO PIÙ DA TEMPO. VOI SAPETE DOV'È ANDATA? -


Di certo le grida avrebbero attratto l'attenzione e la gola avrebbe iniziato a fargli del male, ma che altro poteva fare?
Con quella azione era certo di aver reso noto a tutti i presenti che erano due ragazzi molto diversi tra loro; il primo riservato e diligente il secondo malato aggravato e deficiente.
Se avesse avuto l'attenzione di almeno un essere si sarebbe avvicinato per poter parlare.
Non poteva farci nulla ma quella missione non gli piaceva e la voleva concludere con successo il prima possibile, anche con idee sicuramente poco tradizionali.





*Stat:

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-Punti Corpo: 267
-Punti Mana: 282
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*Oggettistica:
-Anello:Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.
-Stivaletti Lewam Markis:Volete avere dei piedi sempre in uno stato di comfort? Ebbene questi stivaletti fanno per voi. Il pelo all’interno fa si che il piede si trovi in una morbidezza assoluta. Le particolari fibre incantate, alla pianta, invece servono ad evitare storte, crampi e qualsiasi altro dolore.
-Mantello Awards: Oggetto di grandi avventure, legame di intensa follia: un Simbolo, dunque, del lavoro di squadra, dell'unione e della condivisione della migliore stravaganza di tutti i tempi e di tutti i mondi. La bandiera della Squadra Vincitrice è stata stracciata e ad ogni membro del team stesso verrà consegnato un semplice fazzoletto, un pezzo di stoffa del colore che tanto lo ha caratterizzato nel corso del torneo. Tale straccio presenta sul tessuto lo stemma di Penrose, il triangolo impossibile, e potrà essere portato come foulard o come fascia per capelli, ma il suo potere consiste nel mutare dimensioni a seconda della volontà della persona che lo indossa; potrà dunque ingrandirsi per divenire un mantello lucente, dai contorni scuri e dallo stile classico ma elegante, da mettere nelle sere d'estate per coprirsi dal vento oppure nelle giornate invernali per contrastare il freddo pungente o la neve ribelle. Gloria e fama saranno dati a coloro che indosseranno tale veste, poiché il simbolo degli Awards sancirà per sempre il loro scacco matto al Labirinto dei Fandom e non solo. Possibilità di renderlo nuovamente fazzoletto. Attenzione: ogni cambiamento, da straccio a mantello e viceversa, si attiverà con la semplice volontà.
-Cuspide Scarlatta:Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale.
-Sovrappantaloni in pelle:Realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe (1a, 2a classe).
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Benché Oliver avesse portato lustro e onori al C.R.E.P.A. (che prima della sua venuta ad Hogwarts, per gran sfortuna degli Elfi Domestici, non era mai stato ben seguito), i suoi modi gentili e pacati non sortirono alcun effetto. Inoltrandosi fiducioso in quel mare di creaturine frenetiche, per poco non gli si scontrarono addosso, come insetti su un parabrezza. Uno di loro, che aveva ritardato a scartarlo, inciampò su i suoi piedi e quasi perse il cappello da chef che portava sulla testa pelata. Se lo raddrizzò con una cucchiarella che teneva in mano e poi, senza nemmeno degnare di uno sguardo Oliver, zampettò via, urlando qualcosa a proposito della zuppa che andava rimescolata con la maggiorana.
L’approccio di Daddy fu quello più estremo e armatosi di un coperchio di latta ed un mestolo, si improvvisò bardo e cominciò a fare un gran baccano. Ed in effetti, il Corvonero riuscì per un lungo secondo a interrompere quel ronzio di vocette e lo scalpicciare dei piedini sul pavimento. Gli elfi si fermarono tutti insieme, come tanti piccoli soldati, e tutti, sorpresi, si rivolsero verso la fonte di quel baccano. Decine e decine di occhi tondi come palle da tennis scrutarono Daddy, trattenendo il respiro. Ora, più che moscerini, sembravano un branco di sardine che si muoveva all’unisono. Poi, improvvisamente, allo spegnersi della voce del Corvonero si alzò un gran baccano, ancora più frastornante di quello che c’era all’arrivo dei ragazzi.
« Nooo voi non potere stare qui adesso! Via, via, signorini, via! » La marea di creature si mossero come un’onda verso di loro, circondandoli e spingendoli verso la porta. Le manine si aggrappavano alle maglie, spingevano sulle loro gambe, mentre altri elfi ricominciavano a cucinare, borbottando riguardo un terribile, terribile ritardo sulla tabella di marcia.
« Signorini, voi ripassare dopo, via via! » Squittì un elfo particolarmente cicciottello, tutto intento, schiena contro gambe, a spingere via il Caposcuola Grifondoro verso la porta.
Beh… indubbiamente avevano Oliver e Daddy avevano attirato la loro attenzione, anche se non proprio come avevano immaginato.
 
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view post Posted on 17/3/2020, 19:00
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Forse fu soltanto una sensazione, tanto passeggera quanto fuorviante per giunta, ma in tutto quel trambusto Oliver pensò di cogliere uno dei suoi aromi preferiti in assoluto: la cannella. Si accorse di aver tentennato, spostando il capo da un punto all'altro delle Cucine: distinguere i piatti in preparazione sarebbe stato troppo complicato, la crescente frenesia del momento non lo avrebbe permesso. Tuttavia, per il Caposcuola fu istintiva una domanda ben più familiare, ancor più intima di quanto potesse credere: se anche vi fossero state torte, pasticcini o pietanze di altro genere alla cannella, la spezia avrebbe avuto per lui sempre un significato più personale, più prezioso, assoluto. Il richiamo ad un bastoncino che aveva regalato alle persone a lui care, il ricordo in comunione della Stanza delle Necessità che si apriva, per lui, per la prima volta; la pergamena che aveva firmato, il suo nome in un archivio che avrebbe potuto fare la differenza, tutto quello - per Oliver - aveva paradossalmente il profumo di cannella. Si ritrovò inconsapevolmente ad arricciare il naso, mentre un sorriso si schiudeva a fior di labbra. Presente o meno, quel dolce profumo aveva per lui il valore di una promessa, e di pari modo di una speranza. Quando la sua voce si perse nel fragore dei piatti, delle pentole e dei bicchieri, il giovane stregone comprese fin nel profondo di non poter procedere in quel senso. Occorreva qualcosa di nuovo, un'azione vera e propria, e per un attimo fu tentato di gridare di avere bisogno, necessariamente, di Estia - anche se il suo cuore si beava all'idea di poter incontrare di nuovo una vecchia amica, proprio tra quelle pareti, la parte più razionale del Caposcuola confermava di non poter abusare di una relazione per lui così preziosa. Non con Estia, non durante il suo operato, se anche fosse stato così. C'erano limiti che né lui né il C.r.e.p.a. erano riusciti ancora a superare, e nel reciproco rispetto forse andava bene così. «Oh» Lo sguardo fu prontamente rapito dal collega poco distante; Oliver strabuzzò gli occhi, pienamente accigliato, e non riuscì a nascondere un'espressione divertita. Annuì, a mo' di conferma. «Sempre sul pezzo, Daddy.» Comunque fosse andata, avrebbe potuto mettere le mani sul fuoco sull'aspetto comune della missione: l'avrebbe ricordata per giorni, per mesi, per anni. Quando gli Elfi Domestici finalmente si accorsero della loro presenza, Oliver immaginò di essere insieme - lui e Daddy - ad un passo effettivo dalla riuscita; un primo passo, quello, che avrebbe dato adito a tutta una serie di battute più importanti. Non riuscì a credere di essere stato posto velocemente alle strette, e forse in quella cornice d'insieme la sua visione nei riguardi delle Creature nei dintorni era stata fin troppo idilliaca. Erano al lavoro, e sapeva perfettamente quanto tutto quello fosse importante per gli Elfi Domestici, in generale. Si costrinse a non imprecare, spinto e sospinto a più non posso all'indietro. Provò a fare pressione con il piede destro, piegando le ginocchia: non poteva andare via, non così in fretta. Sollevò le mani come in segno di pace, mentre una prima, fugace idea gli passava tra la mente. Parlò prima ancora di poter riflettere come dovuto, il tempismo non giovava a suo favore in quelle circostanze. «Fermi, fermi!» Alzò la voce, nel tentativo di sovrastare l'una e l'altra protesta dei Cuochi. «Siamo Caposcuola, ci manda il Preside.» Se fosse arrivato alla porta, avrebbe fatto di tutto per non essere cacciato; senza perdersi troppo, ripristinò un filo che avrebbe potuto essere di aiuto. «Abbiamo ospiti al Castello, ospiti di spicco con necessità speciali. Dobbiamo comunicare tutto.» Non avrebbe resistito a lungo, lo sapeva; sentiva un leggero pizzicore alle mani, mentre la bugia cercava una strada più veritiera, una conferma propria con il tono di voce più serio, più decisivo. Ticchettò l'indice destro sulla Spilla da Caposcuola appuntata sul petto, un bagliore più luminoso di una lettera che avrebbe potuto far valere tutto. In ogni caso, sperò con tutto se stesso che Daddy gli reggesse il gioco. Un lavoro di squadra, tutto sommato; il come avrebbe potuto trovare più strade aperte.
salute 300/300 - corpo 262/262 - mana 322/322 - exp 57.5

» abilità
Divinatore Esperto, Maridese, Materializzazione

» inventario
bacchetta, Galeone ES, Spilla C.r.e.p.a., bracciale di Damocle, tarocchi,
amuleto propiziatorio, nanosticca, orecchie oblunghe

» incanti
I, II, III, IV Classe completa
V Classe » Claudo/Parclaudo, Nebula Demitto, Plutonis, Stupeficium
VI Classe » Perstringo

» riassunto
Con il complicarsi della situazione, Oliver cerca di non farsi cacciare in tutti i modi; tenta di imbastire una scusa lì su due piedi, al momento, nella speranza che Daddy regga il gioco e che gli Elfi Domestici rispondano all'appello.
 
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view post Posted on 22/3/2020, 16:53
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I rumori generati dal mestolo e dal coperchio di latta furono assordanti, come i pensieri che aveva nella testa.
Arrivare ad avere delle risposte tramite quegli elfi era come cercare un ago in un pagliaio, anche perché molti di loro non avevano a che fare con le persone di cui cercava le risposte.
Eppure la possibilità c’era. Sicuramente un modo come un altro per uscire da quella situazione si poteva trovare, bastava concentrarsi e darsi da fare.
Non appena finì di far baccano, osservando i piccoli esserini, proprio quando stava per riaprire bocca e proseguire la sua pantomima, li vide tutti spostarsi verso loro con l’intento di cacciarli.
Dannazione! Perché non ci aveva pensato prima? Perché diamine non aveva ragionato sul fatto che quegli elfi avrebbero potuto scambiarli per dei piantagrane?
Piccole spintarelle venivano date al suo corpo con il solo scopo di allontanarlo per permettere a loro di proseguire il loro mestiere.
Certo un po’ si sentiva in colpa; sicuramente lui si sarebbe comportato peggio se qualcheduno lo avesse annoiato nel pieno delle sue facezie, ma che ci poteva fare? In un modo o nell’altro dovevano raggiungere l’obiettivo.
Proprio quando i colpi degli esserini si facevano più evidenti, Oliver, riuscì a proferire in aria delle parole che potevano risultare come appiglio, una via di fuga.
Senza perdere tempo, osservando con orgoglio il compagno disse:


-Vi prego fermatevi! E’ come dice il ragazzo, siamo i Caposcuola di Corvonero e Grifondoro! Ci servirebbe parlare con un elfo che conosce bene i gusti culinari dei Serpeverde e con l’elfa domestica che rassetta le loro camere. E’ una mia amica! Solo che non la vedo più da tempo. Si chiamava Winky…Drinky…Milky. Scusatemi, non ricordo bene.-

Non seppe dire bene il perché ma, in un modo o nell’altro, riuscì ad allacciare con naturalezza la bugia detta da Oliver con quella detta da lui in precedenza.
Forse era proprio in quei momenti di vera e propria difficoltà che il suo essere bugiardo provetto mascalzonamente aiutava.
Cercando di non perdere le staffe, cosa tutt’altro semplice data la sua indole irruenta, non appena sentì l’ennesimo contatto con i corpicini degli esseri, disse:


-Il Professor Peverell ci ha chiesto di venir qui per parlare con due vostri esponenti con queste caratteristiche. Potreste dirci chi può aiutarci? -

Il cuore batteva all’impazzata. Senza rendersene conto il suo corpo aveva iniziato a presagire che le possibilità di fallire erano elevate e non si poteva sbagliare, specialmente in quel momento così particolare.
Osservando con sguardo umile ora cercava di intenerire i cuori degli elfi attorno a lui. Lo riuscivano a capire? Riuscivano a percepire che avevano bisogno del loro sostegno?
In quel momento, le certezze erano poche ma una cosa era sicura come il suo mantenere le promesse. Se fosse riuscito a trovare le informazioni grazie a quegli elfi avrebbe fatto una donazione al C.R.E.P.A.





*Stat:

- Punti salute: 322
-Punti Corpo: 267
-Punti Mana: 282
-Punti Exp:76,5

* Vocazioni: Legilimens , Elementalista Inesperto

* Abilità: Smaterializzazione

*Attivo (tasche, mani):

-1 bacchetta Corniolo, corde di cuore di drago, dieci pollici, rigida
-1 sacchetto di caccabombe
-1 Pozione dell'invisibilitá:Rende colui che la beve invisibile.
(Durata: 20 minuti per ogni boccetta)
-1 Pacchetto di Sigarette alle Erbe Magiche alla Belladonna

*Oggettistica:
-Anello:Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.
-Stivaletti Lewam Markis:Volete avere dei piedi sempre in uno stato di comfort? Ebbene questi stivaletti fanno per voi. Il pelo all’interno fa si che il piede si trovi in una morbidezza assoluta. Le particolari fibre incantate, alla pianta, invece servono ad evitare storte, crampi e qualsiasi altro dolore.
-Mantello Awards: Oggetto di grandi avventure, legame di intensa follia: un Simbolo, dunque, del lavoro di squadra, dell'unione e della condivisione della migliore stravaganza di tutti i tempi e di tutti i mondi. La bandiera della Squadra Vincitrice è stata stracciata e ad ogni membro del team stesso verrà consegnato un semplice fazzoletto, un pezzo di stoffa del colore che tanto lo ha caratterizzato nel corso del torneo. Tale straccio presenta sul tessuto lo stemma di Penrose, il triangolo impossibile, e potrà essere portato come foulard o come fascia per capelli, ma il suo potere consiste nel mutare dimensioni a seconda della volontà della persona che lo indossa; potrà dunque ingrandirsi per divenire un mantello lucente, dai contorni scuri e dallo stile classico ma elegante, da mettere nelle sere d'estate per coprirsi dal vento oppure nelle giornate invernali per contrastare il freddo pungente o la neve ribelle. Gloria e fama saranno dati a coloro che indosseranno tale veste, poiché il simbolo degli Awards sancirà per sempre il loro scacco matto al Labirinto dei Fandom e non solo. Possibilità di renderlo nuovamente fazzoletto. Attenzione: ogni cambiamento, da straccio a mantello e viceversa, si attiverà con la semplice volontà.
-Cuspide Scarlatta:Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale.
-Sovrappantaloni in pelle:Realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe (1a, 2a classe).
-Talismano Caparbio:conferisce un bonus temporaneo di 5 punti corpo per ogni 10% di PS mancanti +5 Punti Corpo +7 Punti Salute
 
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view post Posted on 28/3/2020, 18:24
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Le creaturine, come un sol uomo (o un sol Elfo), erano riuscite a spingere via i due intrusi e tutti soddisfatti si accingevano al colpo finale per fargli oltrepassare la soglia della cucina e sprangarla ai visitatori. Ma quando Oliver nominò la parola magica (“ospiti”!) l’orda di Elfi Domestici si arrestò e i due Caposcuola quasi barcollarono per l’irruenza di quella frenata. Un mormorio spaventato passò di bocca in bocca e decine di occhi si spalancarono per la sorpresa. Le testoline si voltavano a destra e a sinistra e il panico cominciò a serpeggiare tra loro. D’un tratto, da ostili e agitati com’erano, tutti si immobilizzarono. I volti raggrinziti si spostavano prima su Oliver, poi su Daddy, pendendo dalle loro labbra con un’evidenza quasi patetica. Quando entrambi terminarono di parlare il silenzio tombale che era sceso venne sostituito da un borbottio pieno d’ansia.
« Ohhhh noooo! Ospitiii! » Strillò uno; « Prestooooo! » Gracchiò un altro. Uno scalpiccio di piedi, un gran rumore e quasi sembrò che stesse per ricominciare il marasma. Fortunatamente per Daddy ed Oliver, però, non fu così: le spille sul loro petto imponevano agli Elfi una certa disciplina e per quanto restii e affaccendati, rimasero al loro posto. Dopo qualche secondo, seguendo la richiesta del Corvonero, avanzò fuori dal gruppo una piccola Elfa che si rigirava uno straccio sporco di sugo tra le dita.

« I-io signore, io pulire Sala Comune Serpeverde… » Bisbigliò la creaturina, tutta timida. Non guardava in volto i due ragazzi, ma si guardava i piedi, sorprendentemente grandi per la sua fisicità. Sia Daddy che Oliver poterono notare le grandi orecchie a pipistrello sfregiate da tagli e pezzi mancanti.

« Chi essere ospiti? Serpeverde o ospiti speciali? Bork non ha capito. Serpeverde mangiare come altre illustri Casate! »
Un altro Elfo (che Oliver riconobbe come quello grassoccio che tanta pena si era dato per spingerlo fuori) affiancò la collega più minuta, interrompendola. Sul suo viso paffuto, dove un gran naso a patata regnava sovrano, c’era l’aria di un sospetto reverenziale che si dipingeva nei grossi occhi tondi color verde slavato. Lui, che sembrava esser temuto dall’Elfa più piccola, sembrava non avere problemi a fissare negli occhi prima Oliver, poi Daddy. Le altre creature, bisbigliando, si ritirarono di qualche passo, formando una specie di tribuna che vedeva come attori principali i quattro scompagnati: due Elfi e due ragazzi.
 
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view post Posted on 5/4/2020, 17:31
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Un pizzicore al tallone sinistro, il fastidioso timore di poter essere sbattuto fuori per davvero, infine un sorriso appena accennato; ringraziò il cielo per quella possibilità appena sbocciata, mentre cercava di guadagnare un controllo migliore e un equilibrio altrettanto stabile. Oliver non fu sorpreso, affatto, di come Daddy fosse riuscito ad intrecciare le sue parole alle sue scuse piuttosto affrettate: se c'era una conferma in tutta quella situazione, quella non poteva che essere la consapevolezza di formare un'ottima squadra con il Caposcuola Corvonero. A dispetto di ogni sentore negativo sull'intera faccenda, con il collega avrebbe potuto compiere la differenza; si era detto, per giunta, di fare in fretta: prima fosse stato in grado di uscirne indenne, prima avrebbe potuto allontanarsi dai Serpeverde. Da parte propria, intimamente, Oliver continuava a chiedersi se in quella situazione ci fosse lo zampino di un fato avverso, o giù di lì. «Così va meglio.» Di nuovo perfettamente in piedi, spostò l'attenzione sugli Elfi Domestici che si erano avvicinati ancor di più. C'era ancora folla da un punto all'altro, e Oliver non era certo di quanto a lungo potesse durare quella pausa improvvisa. Cercò di fare in fretta, ma ogni parte di sé fu portata a studiare più nel dettaglio la Creaturina che aveva parlato per prima: le orecchie, i segni di un assalto fisico, lo sguardo rivolto verso il basso, Oliver riconosceva i segni principali di una sottomissione che gli Elfi Domestici, purtroppo per natura, trascinavano da lungo andare. Ingenuamente, e forse anche sulla scia della ripetuta preclusione nei riguardi della Casata rivale, il Grifondoro non poté fare a meno di compiere tacitamente una riflessione. Deglutì, rapidamente. Non c'erano prove alla sua idea, la sua era giusto una supposizione; si augurò che restasse tale, mentre ripristinava il discorso in sospeso. «Se riuscissimo a spostarci di poco, cosa ne dite, potremmo parlare più tranquillamente.» Provò ad indicare di lato, nella speranza che gli Elfi Domestici cogliessero la richiesta di allontanarsi: anche pochi passi sarebbero bastati, il necessario per non rendere quella conversazione come argomento comune, lì tra tutti. Non si sarebbe trattenuto troppo, comprendeva il peso dell'improvvisazione come una vera e propria necessità. «Talìa Blackstorm.» Gettò quel nome nella mischia, come una stilettata; tentò di non alzare troppo la voce, a sufficienza tuttavia per essere chiaramente ascoltato dalle Creature e da Daddy. C'erano direttive molto precise in ballo, Oliver lo sapeva, e una parte di sé continuava a dirsi di essere stato sfortunato: tra tutti i Serpeverde al Castello, Talìa non era affatto male come persona. Il loro brevissimo incontro al seguito dell'ultima partita di Quidditch tra le loro Casate, in effetti, era stato pacato: rivali nei cieli, ma non a terra. Non la conosceva per bene, in ogni caso, e il suo restava tuttora un presentimento. «I nostri ospiti sono i genitori di Miss Blackstorm, arriveranno presto.» Un cenno di sorriso, spostando l'attenzione dalla prima al secondo Elfo Domestico. Tra i due, Oliver riconosceva nel più autoritario uno scalino perfino peggiore da superare. Pronunciò il suo nome, appena ascoltato, proprio con intenzione.
«Bork, i genitori di Talìa cercheranno in Hogwarts i massimo dell'accoglienza. Avranno bisogno di un pranzo con i fiocchi e di una sistemazione pure.» Ed ecco lì, le prime basi: accogliere o raccogliere, una questione fondamentale. Non aggiunse altro, era un discorso che andava coltivato per bene; lui e Daddy, poteva esserci una soluzione vincente e più semplice.
salute 300/300 - corpo 262/262 - mana 322/322 - exp 57.5

» abilità
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Contento di non essere stato respinto e di aver attirato attenzione, Oliver chiede agli Elfi Domestici di spostarsi per parlare in modo tranquillo e continua con la scusante già in corso.
 
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view post Posted on 7/4/2020, 17:26
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Le bugie erano sempre state un suo must.
Non perché gli piacesse dirle, questo non era da lui, ma perché spesso le usava a suo vantaggio, per portare acqua al suo mulino e far muovere tutto a suo piacere.
Era opportunista? Questo sì. Indubbiamente nelle sue vene scorreva una sana ambizione, una voglia di sopraffare chiunque si frapponeva tra lui e un preciso obiettivo.
Quel giorno c’erano due elfi tra lui e il suo traguardo. Uno molto forte caratterialmente, lo aveva percepito chiaramente dalla poche parole che aveva detto e un altro indiscutibilmente sensibile, un piccolo esserino coraggioso in un mondo di spietati.
Sorridendo alle parole del Grifondoro, proprio mentre continuava ad improvvisare, con un cenno di assenso provò a completare quanto detto. Erano una buona coppia e quell’incastrarsi di parole rendeva tutto vero e sicuramente più accettabile per gli elfi davanti a loro:


- Non possiamo permetterci errori Bork, di nessun tipo. I Blackstorm sono una tra le famiglie più antiche del mondo Magico, per questo il Preside ci ha mandato a conferire con voi. -

La soddisfazione arrivò dritta al cuore.
Sapeva bene che il trattare quell’elfo come un loro pari poteva galvanizzarlo, magari portarlo a dire o a far dire qualcosa in più, qualcosa che di certo non avrebbe detto a nessuno che lo avesse trattato come una pezza da piedi.
Avvicinandosi alla piccola elfa, provando ad allungare la mano per stringergliela, disse con aria entusiasta:


-Amica mia! Come stai? E’ da tanto tempo che non ci vedevamo. -

Sapeva benissimo che in quel momento stava puntando in alto, altissimo. L’elfa probabilmente non lo avrebbe riconosciuto, non si sarebbe mai ricordato di lui, ma doveva continuare quella pantomina, doveva portare a farle credere che c’era stato un passato dove erano stati amici.
Con sguardo timido, il Caposcuola, provò ad osservare i grandi e languidi occhi dell’essere. Sapeva bene che era insicura, probabilmente aveva anche sofferto in passato e lui era lì per questo; l’avrebbe difesa e fatta stare bene.
Se avesse stretto la sua mano, il ragazzo gliel’avrebbe toccata con estrema delicatezza. Già si immaginava quelle ossa leggere sotto le sue palme, quella pelle raggrinzita che gli avrebbe fatto capire che sicuramente aveva visto, sentito qualcosa.
Con dolcezza, anche perché a lui gli esseri e le persone in grado di non difendersi lo portavano a dispiacersi, proseguì con velocità:


-Scusami se mi sono dimenticato il tuo nome. E’ passato tanto tempo, forse troppo da quando venivo qui. Me lo potresti ridire? -

Se l’elfa gli avesse risposto, con la stessa delicatezza di prima, le avrebbe chiesto – usando rigorosamente il suo nome – di spostarsi con Bork e Oliver in un luogo appartato, senza quegli sguardi indiscreti, decisamente troppi per proseguire la loro missione.
Tutto stava nelle loro mani, nei piccoli corpi che sicuramente erano detentori di notizie, informazioni, che loro nemmeno si capacitavano esistessero.
In cuor suo si vergognava di quanto stava facendo, di come si stesse ponendo a loro, ma la necessità chiamava e loro dovevano rispondere.
Per il bene di quella scuola e delle persone in quel luogo avrebbe fatto quello che era necessario fare.




*Stat:

- Punti salute: 322
-Punti Corpo: 267
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-Punti Exp:76,5

* Vocazioni: Legilimens , Elementalista Inesperto

* Abilità: Smaterializzazione

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-1 bacchetta Corniolo, corde di cuore di drago, dieci pollici, rigida
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*Oggettistica:
-Anello:Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.
-Stivaletti Lewam Markis:Volete avere dei piedi sempre in uno stato di comfort? Ebbene questi stivaletti fanno per voi. Il pelo all’interno fa si che il piede si trovi in una morbidezza assoluta. Le particolari fibre incantate, alla pianta, invece servono ad evitare storte, crampi e qualsiasi altro dolore.
-Mantello Awards: Oggetto di grandi avventure, legame di intensa follia: un Simbolo, dunque, del lavoro di squadra, dell'unione e della condivisione della migliore stravaganza di tutti i tempi e di tutti i mondi. La bandiera della Squadra Vincitrice è stata stracciata e ad ogni membro del team stesso verrà consegnato un semplice fazzoletto, un pezzo di stoffa del colore che tanto lo ha caratterizzato nel corso del torneo. Tale straccio presenta sul tessuto lo stemma di Penrose, il triangolo impossibile, e potrà essere portato come foulard o come fascia per capelli, ma il suo potere consiste nel mutare dimensioni a seconda della volontà della persona che lo indossa; potrà dunque ingrandirsi per divenire un mantello lucente, dai contorni scuri e dallo stile classico ma elegante, da mettere nelle sere d'estate per coprirsi dal vento oppure nelle giornate invernali per contrastare il freddo pungente o la neve ribelle. Gloria e fama saranno dati a coloro che indosseranno tale veste, poiché il simbolo degli Awards sancirà per sempre il loro scacco matto al Labirinto dei Fandom e non solo. Possibilità di renderlo nuovamente fazzoletto. Attenzione: ogni cambiamento, da straccio a mantello e viceversa, si attiverà con la semplice volontà.
-Cuspide Scarlatta:Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale.
-Sovrappantaloni in pelle:Realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe (1a, 2a classe).
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view post Posted on 20/4/2020, 11:37
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I due bislacchi rappresentanti degli elfi delle cucine venivano osservati con curiosità dai loro stessi colleghi. I mormorii, simili a ronzii di Nargilli, passavano di bocca in bocca, di orecchio in orecchio, ma ai due ragazzi non era dato sapere cosa quelle creature si stessero dicendo. Notarono, però, un distanziamento del gruppo dai due esponenti, lasciati al centro della sala. Tutti gli occhi, dei più svariati colori e persino forme, erano su di loro. Pertanto, la proposta dei due Caposcuola di allontanarsi da lì e raggiungere un angolino ben appartato fu accettato senza riserve dalla piccola elfa, e con qualche borbottio di fastidio da Bork. Quest’ultimo, tuttavia, presa l’iniziativa e alzando il capo bitorzoluto verso l’alto con fare piuttosto strafottente, allontanò i colleghi di malagrazia e si mise a testa del breve corteo dandosi aria di importanza.
« Prego signori seguite Bork! » Disse pomposo, mentre gli altri elfi si allontanavano scoccando loro occhiate titubanti e ancora incuriosite. Bork li condusse in un angolo della cucina occupata per la maggior parte da una grande e antica madia in legno di mogano. Sembrava piuttosto in disuso e macchie di fuliggine e qualche ammaccatura negli sportelli lasciava facilmente dedurre che gli elfi, solitamente, non erano soliti recarsi lì. Ciò che stonava un po’ era la presenza anomala di una serie di bottiglie di Burrobirra vuote accatastate alla bell’e meglio dietro la madia, ma facilmente visibili anche da dove Oliver e Daddy si trovavano. Con nonchalance Bork, cui evidentemente appartenevano, le nascose con un calcio mal assestato, facendole rotolare rumorosamente e mandandole a finire sotto la madia; il tintinnio che seguì fece intendere ai due ragazzi quante bottiglie in realtà fossero nascoste lì sotto.
« Ecco, ecco signori, prego prego! Dite tutto a Bork! »
L’elfo li accolse come se nulla fosse accaduto, ignorando gli sguardi nervosi dell’altra creatura. L’elfa, infatti, aveva stretto le labbra con palese disapprovazione, ma rimaneva in silenzio, intimorita da tutta quella situazione. Bork fece schioccare le dita stranamente paffute e fece comparire tre sgabelli: uno per sé, uno per ciascuno dei Caposcuola e nessuno per la collega, che tuttavia non sembrò essere comunque in grado di accomodarsi per la tensione.
Ascoltarono quindi con obbedienza le indicazioni di Oliver: Bork era l’unico ad annuire e ad ogni movimento le sue ridicole orecchie ondeggiavano come piccole alucce di pipistrello. L’elfa, invece, sussultò nell’udire il nome di Talìa, ma si ricompose quasi subito e guardò a terra, senza la minima espressione sul volto tirato.
« Bork ora capisce tutto, signore! Bork si prenderà l’impegno di guidare tutti gli altri per i signori Blackstorm! Bork deve sapere altro di ciò che desidera il signor Preside, signore? » Chiese l’elfo, gonfiando il petto come un tacchino.
L’approccio di Daddy, invece, rivolto tutto alla più piccola creatura, la sorprese. Mentre Bork si dedicava ad assecondare con untuosità le richieste di Oliver, l’altra elfa volse i suoi grandi occhi nocciola verso il ragazzo più grande. Guardò con spavento e intimidazione la mano gentile che gli veniva porta e, tremando per qualche secondo, la piccola scosse il capo, tormentandosi una delle orecchie tristemente martoriate.
« Astoria chiede scusa, signor Caposcuola, ma Astoria non riconosce il signore. A-Astoria ha fatto qualcosa di sbagliato, signore? Astoria deve… deve punirsi, signore? » Chiese affrettata, osservandosi poi i piedi stranamente graziosi. Il bagliore del fuoco del grande camino della cucina fece brillare gli occhi di Astoria, in cui già le lacrime cominciavano ad annacquare le iridi castane.
 
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view post Posted on 26/4/2020, 16:44
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Non avrebbe potuto negarlo, Oliver viveva quella situazione con il respiro continuamente trattenuto; l'espressione impeccabile, lo sguardo attento, il sorriso di circostanza al momento opportuno, in un gioco di farsa poteva essere un maestro, e l'etichetta ne era da guida assoluta. Ma c'era un limite anche per lui, lo sentiva, e mentire non gli era mai piaciuto. Comprendeva la necessità di quel compito e si imponeva così, ad ogni costo, di reggere il peso di una pièce teatrale di tutto rispetto. Giocava con il fuoco, in effetti, e da lì in poi ogni variante, ogni dettaglio, ogni aspetto, tutto avrebbe potuto rappresentare un vantaggio o meno. Un passo falso, e sarebbero stati di nuovo punto e a capo. Con un cenno del capo ancor più deciso, Oliver cercò di mostrarsi in quel modo ben più che orgoglioso e soddisfatto dal comportamento dell'Elfo Domestico. Ritrovava nella reazione di Bork un filo difficile, forse ben più ostico di quanto potesse mostrarsi di primo acchito, e si disse pronto a portarlo a sé - come una marionetta, le dita sfidavano un nodo dopo l'altro, le mani tessevano una trama che avrebbe potuto fare la loro fortuna. *Cauto*, si disse. Seguì così il gruppetto avanti, cogliendo la palla al balzo per osservarsi intorno; le Cucine erano un luogo che ricordava con piacere e con affetto fin dalla sua visita d'esordio, e mai come in quel momento tornò intensamente la nostalgia di un vassoio di biscotti alla cannella con i vecchi amici. Lì, Oliver poteva affermarlo, il C.r.e.p.a. aveva avuto vita e morte, e soltanto l'impegno aveva potuto far prevalere la prima tra le due possibilità. Sorrise, facendo leva sull'obbligo del momento. Il tintinnio di vetro contro vetro attirò la sua attenzione, improvvisamente, e soltanto con un moto di maggiore determinazione e buona volontà, Oliver si costrinse a far finta di nulla. Avrebbe lasciato ogni riflessione per un altro tempo.
«Ti ringrazio, Bork. Impeccabile proprio come l'Elfo Domestico che avremmo dovuto cercare.» Un occhiolino, l'espressione gentile. Contare tre sgabelli e accorgersi che l'altra Creatura ne fosse rimasta priva, in effetti, fu un durissimo colpo al cuore per il Caposcuola Grifondoro. L'istinto di offrire la propria postazione all'Elfa Domestica fu improvviso, e tentò di mantenersi per davvero distante anche al prosieguo di ogni altra cosa. Confidava in Daddy, ancora una volta, e nella sua vicinanza con la piccola Cuoca di Hogwarts. Nel frattempo, Oliver prese posto - lì, proprio sullo sgabello libero, cercando l'attenzione di Bork. Accavallò una gamba, e poi le braccia al petto; la spilla da Caposcuola appariva in bella mostra, lì sulla divisa, e non era affatto casuale. Sorrise di nuovo, prima di continuare. «Vedi, Bork. Servirebbe di certo un menu completo, qualche portata ricca, via sul tradizionale, con abbondanza del miglior Idromele.» Annuì, serio. «Desiderio del Preside è riunire a tavola la famiglia Blackstorm, magari con qualche persona cara per Miss Talìa. Un momento di ritrovo, anche per mostrare gli affetti più cari di Hogwarts per Talìa.» Reclinò appena il capo, sulla destra. «Immagino tu possa conoscere le persone che Miss Blackstorm frequenti di più. Il Preside dovrebbe invitarle ufficialmente, i tempi stringono.» Lasciò in sospeso la domanda, indirettamente. Un amo, quello, che doveva cogliere lentamente.

salute 300/300 - corpo 262/262 - mana 322/322 - exp 57.5

» abilità
Divinatore Esperto, Maridese, Materializzazione

» inventario
bacchetta, Galeone ES, Spilla C.r.e.p.a., bracciale di Damocle, tarocchi,
amuleto propiziatorio, nanosticca, orecchie oblunghe

» incanti
I, II, III, IV Classe completa
V Classe » Claudo/Parclaudo, Nebula Demitto, Plutonis, Stupeficium
VI Classe » Perstringo

» riassunto
In modo cauto, Oliver continua con la scusa per cercare di avvicinarsi al motivo di loro interesse.
 
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view post Posted on 27/4/2020, 12:17
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C’erano quasi.
Se ne era convinto. Approfittatore come era, carpiva nell’aria qualcosa che forse nemmeno c’era e che nella sua completa strafottenza sentiva.
C’erano quasi.
Ne era convinto forse per il fatto che si erano allontanati dagli altri elfi, forse per il fatto che Bork con loro si stava rivelando gentile e affabile o, forse, perché Astoria la sua storia in gran parte se l’era bevuta.
Seguendo l’elfo verso la madia in legno, osservò il collega, apprezzandone l'impegno.
Sapeva quanto amasse gli elfi, quanto volesse la loro libertà e il rispetto dei loro diritti, quindi fu molto sorpreso nel vederlo mantenere la tranquillità quando notò che gli sgabelli fatti comparire furono tre e non quattro.
Per quanto non sopportasse il modo in cui fosse sviluppata la tutela di quella causa, fatta per lo più da donazioni, oggettini da creare e colori talmente particolari da renderlo diabetico, non poteva dire che quell’atteggiamento non lo avesse un po’ ferito.
Era un’amante delle creature in generale e sentiva che quella fosse una grande mancanza di rispetto da parte di Bork per un suo stesso consanguineo.


- Non hai fatto nulla di sbagliato Astoria, non c’è bisogno di picchiarsi, anzi, siediti qui. Purtroppo io ho un problema alle gambe; il quidditch mi ha rovinato la postura. -

Disse porgendo lo sgabello che gli aveva creato Bork all’elfa.
Quella era l’ennesima corbelleria che aveva detto nell’arco della giornata, ma la disse per un solo motivo in particolare; non voleva che il creare un nuovo sgabello venisse preso come un’offesa da parte del paffuto elfo.
A suo avviso per dare quello sgabello ad Astoria era necessario usare una scusa, sempre una scusa.
Poggiando la mano sulla madia, si curò di fare un commento sulle Burrobirre. Quella mossa poteva essere in grado di portare maggiore interesse nel rispondere alle domande da parte dell’elfo e allo stesso tempo stemperare la rabbia che poteva essersi creata con il suo rifiuto della sedia.


-Si Bork, come diceva il collega non possiamo fare brutte figure. Stiamo parlando dell’élite magica.

Burrobirre, vero?
Considera che se ci farai fare una bella figura te ne porterò un paio che ho preso direttamente dalla cantina dei Tre Manici di Scopa. Roba seria, degna di un intenditore come te. -


Sorridendo, visto che gli era stato insegnato fin da piccolo che un sorriso aiutava a stemperare ogni clima ostile, si spostò maggiormente verso l’elfa. Era certo che la creatura li potesse aiutare, anche più di Bork, ma non poteva sollevare sospetti. Doveva agire in maniera velata nei suoi confronti.

- Tutto bene? Tieni. -

Disse a bassa voce, porgendogli il mantello degli Awards, quella volta della grandezza di un semplice fazzoletto di stoffa. Aveva visto la piccola elfa iniziare a lacrimare e non poteva dire che questo non avesse avuto effetto anche su di lui.
Un leggero tremolio allo stomaco iniziò a paventarsi in maniera persistente. Come poteva essere diventato così sensibile? Che diamine era successo a parte della sua strafottenza?
Avrebbe voluto muoversi un'altra volta dolcemente verso l’essere per smettere di farlo innervosire. Avrebbe voluto dargli una carezza, un po’ di calore, ma sapeva che era osare troppo. Non sapeva se l’essere sopportasse tutte quelle attenzioni, tutta quella premura, quindi sorrise nuovamente.
Al contrario dei precedenti, quel mettere in mostra i denti e distendere le labbra, fu tutt’altro dato che per carineria. Voleva farle capire che le era vicino, che si poteva confidare, che poteva parlare con lui senza preoccupazioni.
Bork indubbiamente era un ostacolo, una figura viscida e ostica che poteva fare ciò che voleva di lei quando loro non c’erano e quindi di certo doveva trovare un modo diverso di agire e farsi dire qualcosa senza farle rischiare ripercussioni quando se ne sarebbero andati.




*Stat:

- Punti salute: 322
-Punti Corpo: 267
-Punti Mana: 282
-Punti Exp:76,5

* Vocazioni: Legilimens , Elementalista Inesperto

* Abilità: Smaterializzazione

*Attivo (tasche, mani):

-1 bacchetta Corniolo, corde di cuore di drago, dieci pollici, rigida
-1 sacchetto di caccabombe
-1 Pozione dell'invisibilitá:Rende colui che la beve invisibile.
(Durata: 20 minuti per ogni boccetta)
-1 Pacchetto di Sigarette alle Erbe Magiche alla Belladonna

*Oggettistica:
-Anello:Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.
-Stivaletti Lewam Markis:Volete avere dei piedi sempre in uno stato di comfort? Ebbene questi stivaletti fanno per voi. Il pelo all’interno fa si che il piede si trovi in una morbidezza assoluta. Le particolari fibre incantate, alla pianta, invece servono ad evitare storte, crampi e qualsiasi altro dolore.
-Mantello Awards: Oggetto di grandi avventure, legame di intensa follia: un Simbolo, dunque, del lavoro di squadra, dell'unione e della condivisione della migliore stravaganza di tutti i tempi e di tutti i mondi. La bandiera della Squadra Vincitrice è stata stracciata e ad ogni membro del team stesso verrà consegnato un semplice fazzoletto, un pezzo di stoffa del colore che tanto lo ha caratterizzato nel corso del torneo. Tale straccio presenta sul tessuto lo stemma di Penrose, il triangolo impossibile, e potrà essere portato come foulard o come fascia per capelli, ma il suo potere consiste nel mutare dimensioni a seconda della volontà della persona che lo indossa; potrà dunque ingrandirsi per divenire un mantello lucente, dai contorni scuri e dallo stile classico ma elegante, da mettere nelle sere d'estate per coprirsi dal vento oppure nelle giornate invernali per contrastare il freddo pungente o la neve ribelle. Gloria e fama saranno dati a coloro che indosseranno tale veste, poiché il simbolo degli Awards sancirà per sempre il loro scacco matto al Labirinto dei Fandom e non solo. Possibilità di renderlo nuovamente fazzoletto. Attenzione: ogni cambiamento, da straccio a mantello e viceversa, si attiverà con la semplice volontà.
-Cuspide Scarlatta:Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale.
-Sovrappantaloni in pelle:Realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe (1a, 2a classe).
-Talismano Caparbio:conferisce un bonus temporaneo di 5 punti corpo per ogni 10% di PS mancanti +5 Punti Corpo +7 Punti Salute
 
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view post Posted on 9/5/2020, 10:39
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Entrambi i Caposcuola avevano ormai cominciato a inquadrare i due elfi che avrebbero coinvolto nella loro causa. Così diversi l’uno dall’altra, era difficile mantenere un certo contegno di fronte la prepotenza di Bork. Ciononostante, la giusta scusa utilizzata da Daddy e i complimenti di Oliver, distrassero l’elfo più grande e permisero alla timida Astoria di accettare l’invito con tremante rassegnazione. Si sedette sul bordo dello sgabello, quasi temesse di esserne punta se si fosse adagiata meglio, come invece il vecchio Bork non aveva esitato a fare, i grossi piedi un po’ pelosi che dondolavano dalla seduta.
« Bork molto onorato, signori Caposcuola, molto onorato! » Biascicò, profondendosi in un ridicolo inchino che per poco non lo fece capitombolare a terra. Si raddrizzò un po’ a fatica, oscillando sullo sgabello, per poi riprendere come se nulla fosse:
« Bork penserà ad un ottimo menu per i signori Blackstorm! Oh sì, pasticcio di rognone, tacchino arrosto, patatine novelle, olivette ripiene, rape succose, pesce polposo… » E mentre elencava, una goccia di bava ruzzolò giù dalle labbra cicciotte.
Ma quando Oliver chiede quali fossero le persone più vicine a Talìa, l’elfo si zittì bruscamente ed impallidì. Astoria sussultò e nascose il viso fra le ossute manine, trattenendo un singhiozzo.
« Bork non sa chi essere amici di signorina Blackstorm! » Squittì improvvisamente l’elfo, con tono più acuto. « No, noi non sa. Vero, Astoria? Noi non sa! » Ripeté di nuovo e la piccola creatura scosse forte il capo per rafforzare il diniego. Mentivano, ed era chiaro anche ad un troll. Così, il commento sulle Burrobirre fu accettato con un pizzico di paura che portò Bork ad assumere una buffa espressione offesa, con la mano sul petto pingue.
« Burrobirre, signore? Ooooh no, no, no! Bork non beve quella robaccia! » Dichiarò, col naso a patata all’insù per l’offesa. « Lei beve! Oooh sì, sì, Bork le dice di non bere ma Astoria beve sempre e si ubriaca, sì, sì! » Puntò un dito contro la collega che se ne stava ancora con le mani premute sulla faccia e che non si mosse contro quell’accusa.
Se Daddy fosse stato attento a Bork, però, avrebbe notato che le sue pupille si erano allargate e di molto, mentre proseguiva con strafottenza: « Ma Bork è generoso e anche se Bork non approva, lui farà lavoro per dare ad Astoria le sue Burrobirre, sì. Bork molto generoso. » E a giudicare di come sembrava essersi dimenticato del quarto sgabello, Oliver e Daddy ne avrebbero avute da ridire sulla sua generosità. E a tal proposito, non passò inosservata quella del Corvonero che, con ogni buon pensiero, aveva allungato un fazzoletto alla piccola elfa. Astoria, sentendosi interpellata dall’umano, alzò finalmente il visetto arrossato e guardò per un lungo momento la mano tesa del ragazzo ed il suo sorriso rassicurante. Poi, come se avesse fatto qualcosa di proibito, abbassò subito lo sguardo acquoso, ma allungò le dita e sfiorò il fazzoletto con timore. C’era qualcosa di molto dolce in lei e proprio mentre stava per accettare, finalmente, il piccolo gesto di gentilezza di Daddy, ecco che Bork balzò in piedi sul suo sgabello e si affrettò a schiaffeggiarle il dorso della manina tesa.
« Iiiiih Astoria! Non si fa! Insudicerai il fazzoletto del signore con il tuo moccio! No no no! Cattiva Astoria, cattiva! » Le urlò contro e alcuni elfi, che si affaccendavano nelle vicinanze, si voltarono a guardare e si allontanarono scuotendo le teste pelate.
Per tutta risposta Astoria squittì spaventata e ritirò il braccio come se fosse stata scottata dal fuoco del grande camino della cucina.
 
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20 replies since 18/2/2020, 16:31   541 views
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