| | | | Forse fu soltanto una sensazione, tanto passeggera quanto fuorviante per giunta, ma in tutto quel trambusto Oliver pensò di cogliere uno dei suoi aromi preferiti in assoluto: la cannella. Si accorse di aver tentennato, spostando il capo da un punto all'altro delle Cucine: distinguere i piatti in preparazione sarebbe stato troppo complicato, la crescente frenesia del momento non lo avrebbe permesso. Tuttavia, per il Caposcuola fu istintiva una domanda ben più familiare, ancor più intima di quanto potesse credere: se anche vi fossero state torte, pasticcini o pietanze di altro genere alla cannella, la spezia avrebbe avuto per lui sempre un significato più personale, più prezioso, assoluto. Il richiamo ad un bastoncino che aveva regalato alle persone a lui care, il ricordo in comunione della Stanza delle Necessità che si apriva, per lui, per la prima volta; la pergamena che aveva firmato, il suo nome in un archivio che avrebbe potuto fare la differenza, tutto quello - per Oliver - aveva paradossalmente il profumo di cannella. Si ritrovò inconsapevolmente ad arricciare il naso, mentre un sorriso si schiudeva a fior di labbra. Presente o meno, quel dolce profumo aveva per lui il valore di una promessa, e di pari modo di una speranza. Quando la sua voce si perse nel fragore dei piatti, delle pentole e dei bicchieri, il giovane stregone comprese fin nel profondo di non poter procedere in quel senso. Occorreva qualcosa di nuovo, un'azione vera e propria, e per un attimo fu tentato di gridare di avere bisogno, necessariamente, di Estia - anche se il suo cuore si beava all'idea di poter incontrare di nuovo una vecchia amica, proprio tra quelle pareti, la parte più razionale del Caposcuola confermava di non poter abusare di una relazione per lui così preziosa. Non con Estia, non durante il suo operato, se anche fosse stato così. C'erano limiti che né lui né il C.r.e.p.a. erano riusciti ancora a superare, e nel reciproco rispetto forse andava bene così. «Oh» Lo sguardo fu prontamente rapito dal collega poco distante; Oliver strabuzzò gli occhi, pienamente accigliato, e non riuscì a nascondere un'espressione divertita. Annuì, a mo' di conferma. «Sempre sul pezzo, Daddy.» Comunque fosse andata, avrebbe potuto mettere le mani sul fuoco sull'aspetto comune della missione: l'avrebbe ricordata per giorni, per mesi, per anni. Quando gli Elfi Domestici finalmente si accorsero della loro presenza, Oliver immaginò di essere insieme - lui e Daddy - ad un passo effettivo dalla riuscita; un primo passo, quello, che avrebbe dato adito a tutta una serie di battute più importanti. Non riuscì a credere di essere stato posto velocemente alle strette, e forse in quella cornice d'insieme la sua visione nei riguardi delle Creature nei dintorni era stata fin troppo idilliaca. Erano al lavoro, e sapeva perfettamente quanto tutto quello fosse importante per gli Elfi Domestici, in generale. Si costrinse a non imprecare, spinto e sospinto a più non posso all'indietro. Provò a fare pressione con il piede destro, piegando le ginocchia: non poteva andare via, non così in fretta. Sollevò le mani come in segno di pace, mentre una prima, fugace idea gli passava tra la mente. Parlò prima ancora di poter riflettere come dovuto, il tempismo non giovava a suo favore in quelle circostanze. «Fermi, fermi!» Alzò la voce, nel tentativo di sovrastare l'una e l'altra protesta dei Cuochi. «Siamo Caposcuola, ci manda il Preside.» Se fosse arrivato alla porta, avrebbe fatto di tutto per non essere cacciato; senza perdersi troppo, ripristinò un filo che avrebbe potuto essere di aiuto. «Abbiamo ospiti al Castello, ospiti di spicco con necessità speciali. Dobbiamo comunicare tutto.» Non avrebbe resistito a lungo, lo sapeva; sentiva un leggero pizzicore alle mani, mentre la bugia cercava una strada più veritiera, una conferma propria con il tono di voce più serio, più decisivo. Ticchettò l'indice destro sulla Spilla da Caposcuola appuntata sul petto, un bagliore più luminoso di una lettera che avrebbe potuto far valere tutto. In ogni caso, sperò con tutto se stesso che Daddy gli reggesse il gioco. Un lavoro di squadra, tutto sommato; il come avrebbe potuto trovare più strade aperte.
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| salute 300/300 - corpo 262/262 - mana 322/322 - exp 57.5
» abilità Divinatore Esperto, Maridese, Materializzazione
» inventario bacchetta, Galeone ES, Spilla C.r.e.p.a., bracciale di Damocle, tarocchi, amuleto propiziatorio, nanosticca, orecchie oblunghe
» incanti I, II, III, IV Classe completa V Classe » Claudo/Parclaudo, Nebula Demitto, Plutonis, Stupeficium VI Classe » Perstringo
» riassunto Con il complicarsi della situazione, Oliver cerca di non farsi cacciare in tutti i modi; tenta di imbastire una scusa lì su due piedi, al momento, nella speranza che Daddy regga il gioco e che gli Elfi Domestici rispondano all'appello. |
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