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| Quella mattina non fu sicuramente tra le migliori della mia vita. I litigi con mia madre erano diventati sempre più frequenti e mi stavano facendo esasperare. Era cambiata da tempo. Il suo carattere già non molto accomodante era peggiorato, era diventata scontrosa e irascibile e la cosa che mi faceva più rabbia era il fatto che mio padre ormai facesse finta di nulla, come se la questione non gli riguardasse più. Se ne stava seduto a sorseggiare tè caldo, limitandosi a dire di tanto in tanto "Cordelia, tesoro, non rivolgerti a tua madre in questo modo" come se fosse la battuta di uno squallido film e lui fosse un attore di serie B, per nulla credibile.
Se non vi amate più, lasciatevi… diamine! Era evidente ormai che le cose tra loro non andassero bene. Mamma sopportava a malapena la sua presenza e mio padre ormai era diventato un fantasma che appariva di tanto in tanto, per non farsi dimenticare del tutto. Rendete nervosa anche me con il vostro atteggiamento… non sopporto più l'aria che si è creata in questa casa… è nociva per il mio umore.
Allora esci e vai a respirare un po' di aria pulita, tesoro. Quando ti sarai calmata tornerai qui. Disse mio padre con tono pacato, come se non avesse sentito nulla di quello che avevo detto. La mamma intanto stava salendo al piano di sopra come se l'unica a cui importasse di quella situazione… fossi io. E in realtà era proprio così. Adesso basta! Urlai battendo i pugni sul tavolo facendo tremare il piattino con la tazzina di tè, ormai vuota, poggiati su di esso. Voglio sapere cosa c'è che non va… e voglio saperlo adesso.
Mio padre finalmente sembrò avere una reazione. L'espressione apatica che aveva avuto in questi giorni facendolo sembrare un burattino, venne sostituita da una smorfia di rabbia che mi fece sentire leggermente meglio.
Si alzò da quella stupida sedia bianca, le sopracciglia aggrottate e la vena che si era gonfiata sulla fronte, lo fecero sembrare più arrabbiato di quanto lo fosse mai stato.
Finalmente una reazione.
Adesso basta Cordelia, non ti sopporto più! Alzò la voce stringendo i pugni talmente forte da far gonfiare anche le vene sulle mani. Quelle rabbia non era per me. Sparisci dalla mia vista! Quelle parole non erano per me.
Finalmente si stava sfogando. Finalmente era tornato a sembrare umano.
Vado a prendere un po' d'aria.
Mi incamminai verso la porta e lo sentii piangere. Mi fermai con la mano sulla maniglia. Avrei tanto voluto correre da lui e abbracciarlo forte. Avrei tanto voluto dirgli che andava tutto bene mentre piangeva sulla mia spalla. Oh papà… non sai quanto vorrei… ma non ci riesco… non posso...
Una volta fuori, dopo essermi chiusa la porta alle spalle, sentii un nodo alla gola che mi fece mancare il respiro. Avrei tanto voluto abbracciarlo, ma le dimostrazioni d'affetto non facevano proprio per me. Abbracciare qualcuno mi era sempre risultato difficile… questa era una cosa che avevo senz'altro preso da mia madre. Ma cavolo, quanto avrei voluto non essere così… orgogliosa.
Con il cuore colmo di tristezza mi diressi verso l'unico posto che avrebbe potuto risollevarmi il morale, almeno un po'. Madama Piediburro e le sue leccornie mi avrebbero fatta sentire un po' meglio. Una volta lì, l'odore di zucchero mi arrivò subito al naso facendomi fiorire un leggero sorriso sulle labbra, che morì appena il ricordo di come avevo lasciato mio padre...mi tornò alla mente. Lì dentro faceva abbastanza caldo e mi tolsi subito il cappotto, appoggiandolo su un tavolino. Facendomi strada tra le coppiette che erano nel locale, mi diressi in bagno per rinfrescarmi il viso. Una volta uscita dal bagno, cercai con lo sguardo il tavolino dove avevo adagiato poco prima il mio cappotto e vidi che un uomo… ci si era seduto sopra. Andai immediatamente verso di lui e mi schiarii la voce cercando di trattenere il più possibile la rabbia.
Scusami… credo proprio che tu sia seduto sul mio cappotto! Gli occhi non li usi!?
Non ero riuscita a trattenere la rabbia. A mia discolpa, il cappotto era un regalo di Elliot, e ci tenevo troppo.
Edited by Miss Fortune - 20/6/2020, 20:22
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