Il colpo che ricevette lo lasciò interdetto: un mix di emozioni si fece strada in lui come un fuoco d’artificio che saliva repentinamente verso il cielo, per poi esplodere in mille scintille colorate; per Aiden quelle scintille corrispondevano allo stupore, alla sensazione di dolore più per il gesto in sé che per l’apporto di forza adottato in modo tale da fargli male, e al disappunto per come la Rigos si stava ponendo nei suoi confronti. Si massaggiò istintivamente il punto colpito, mentre prese a fissarla con un cipiglio sempre più cupo.
«
Non ha più importanza, ormai...» disse in sussurro appena udibile. Reclinò il capo verso il basso, sentendosi schiacciato dai suoi stessi pensieri e sentimenti, ritrovandosi a fissare le proprie scarpe di pelle lucide con sguardo sempre più distaccato,
quasi freddo. E in un certo senso fu come se il gelo serale gli fosse penetrato nelle ossa, fino a congelarli l’anima. Più Nieve inveiva contro di lui, più Aiden si sentiva inadatto a Thalia, come se l’amica stesse cercando di fargli capire che un uomo come lui non avrebbe potuto meritare l’amore di nessuna donna, e si sentì sprofondare nello sconforto e nella solitudine più totale.
Si sentì punto sul vivo quando la Grifondoro sviluppò l’ipotesi che lui non avesse idea sul come ci si doveva approcciare ad una ragazza - cosa che era effettivamente vera -, ma non fu quella parte della recriminazione a ferirlo nel profondo. No, Aiden sollevò lo sguardo di scatto quando venne menzionata la sua cotta per Thalia e sul suo non sapere nulla sul conto della Tassorosso, fissando la giovane Strega in un silente rimprovero. Non era una banale cotta quella che provava per la rossa di Cork e non era propriamente vero che non l’avesse capita; forse non sapeva tutto sul conto della Moran, ma avrebbe voluto conoscerla sotto ogni punto di vista poiché quanto era riuscito a vedere lo aveva sinceramente colpito.
«
Non sta a te giudicarmi...» disse in tono pacato, la mascella contratta in uno spasmo infastidito. «
Ma che non sia afferrato con le donne non è di certo una novità!» Una nota che trascendeva la scontatezza lasciò le sue labbra con una tale amarezza che fu quasi sul punto di maledirsi da solo, come se avvertisse l’ombra del pentimento sulle proprie spalle; si immaginò dunque come sarebbe stato se solo si fosse lasciato andare, come Sam e Richard, alle prime esperienze amorose, e ne rimase visibilmente disgustato al solo pensiero quando si aggiunse quell’unico episodio di esperienza sessuale che aveva avuto. Si era sentito una merda all’epoca e lo era anche in quel momento, specialmente nel realizzare che tipo d’uomo dissoluto sarebbe stato se l’autocontrollo fosse venuto meno. Perchè infondo - e lo sapeva bene - gli era pure piaciuto.
Un ringhio sommesso scosse la sua gabbia toracica quando venne ingiustamente accusato di egoismo, ma che - nonostante tutto - soffocò dietro una maschera di pura freddezza. Volse lo sguardo dalla parte opposta, abiurando all’idea di convenire totalmente con Nieve: voleva risparmiare a Thalia la verità sui suoi sentimenti perché era già felice con un altro, ma in parte anche perché non poteva sopportare la possibilità di un rifiuto. E quando proprio la Rigos sottolineò quanto la Tassorosso avesse dei progetti in mente in merito alla sua relazione, il cuore di Aiden fu sul punto di scoppiare. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di essere solo in quel momento e dare così libero sfogo al proprio tormento, urlando e distruggendo qualsiasi cosa sul proprio cammino; eppure venire a conoscenza della vera ragione per la quale Nieve si era riavvicinata a lui lo fece desistere dai propri propositi, nonostante percepisse distintamente il proprio sangue ribollire come lava incandescente.
Non la guardò con severità, come a volerla ribeccare per quel ennesimo colpo basso, semmai con un improvvisa ed inspiegabile comprensione. «
Cosa non si fa per amore...» mormorò, scostandosi dal proprio punto e andando a posizionarsi sotto una delle arcate che dava verso la corte interna della struttura, affacciandosi per poter ammirare la volta stellata. «
Ad ogni modo, immagino tu sappia cosa si prova nel vedere la persona che ci ha conquistati tra le braccia di un qualcun’altro… Gelosia...» aggiunse, infine, in un sibilo a denti stretti.
Si volse di scatto verso la Grifondoro e la guardò negli occhi, diviso tra due possibili scelte. «
Lo sai che gli esemplari maschi di volpe scelgono una sola compagna per la vita, Nieve Rigos? » Fino a quel momento lei lo aveva ricoperto di accuse, a tal punto da farlo sentire in colpa, senza riuscire a capire quanto i suoi sentimenti per Thalia fossero più complessi e che andavano oltre alla banale cotta. E se l’Auror aveva compreso le ragioni che avevano indotto Nieve ad agire in quel modo nei suoi confronti, pur di conquistarsi le attenzioni del ragazzo che bramava, perché per lei doveva essere diverso? Come la ragazza stessa aveva asserito prima dell’inizio delle loro danze, anche ad Aiden piaceva pensare di mostrare il contrario.
Estrasse la bacchetta con un movimento fluido. «
Guardami...» sussurrò in tono morbido, come una carezza sul viso.
Nella propria mente l’Auror abbracciò sia l’idea del dolore che la trasformazione avrebbe conseguito, sia l’immagine del proprio
io animale. Nitida e reale, il maschio di volpe che era in lui apparve come un perfetto dipinto su una tela: il pelo fulvo con delle porzioni bianche e nere, le orecchie appuntite e la coda voluminosa, il muso allungato e dotato di canini appuntiti, le zampe esili ma veloci e dotate di artigli; rispetto agli altri esemplari, Aiden era leggermente più alto al garrese, poco sotto l’occhio sinistro una sottile cicatrice era appena visibile a seguito della presenza del pelo, mentre gli occhi erano di un blu intenso. Quelli erano l’unica cosa rimasta della sua natura umana, sebbene le pupille si fossero ristrette in maniera verticale. Quando poi si puntò la bacchetta al centro della propria fronte, l’incantesimo rimbombò tra le pareti come un comando. «
Mutas Vulpes!»
E l’uomo - infine - divenne la Bestia che Nieve Rigos aveva sempre sostenuto.
La coda sferzò nervosamente l’aria mentre gli occhi blu della creatura indugiarono sulla giovane con fare guardingo, finché non si decise a balzare sul basso muretto che divideva i due amici dalla corte interna. Il muso venne rivolto verso il cielo notturno di Dicembre, in quella che era - per le volpi - la stagione perfetta per la ricerca di un partner. Ma non c’era nessuna
Vixen ad attenderlo lì fuori, nessuna Thalia Moran che potesse ricambiare il suo amore.
Sì sentiva solo anche in quella nuova pelle, ma per lo meno non vi sarebbe stato nessuno ad impedire all’animale di piangere, nemmeno la Rigos. Gettò il capo all’indietro e degli acuti versi, simili a dei latrati, rimbalzarono nell’eco della notte, come una triste sinfonia.
Nieve doveva capire perché non sarebbe mai riuscito ad andare avanti.
Non poteva.
E non voleva.Auror ✶ 27 anni ✶ Ex Grifondoro